martedì 27 agosto 2013

DICA TRENTATRÉ

Dopo due ore di fila, capita di trovarsi davanti questo.
E allora perché la fila? Perché una volta ricavate tre corsie
nell'unica carreggiata aperta, ne hanno lasciate due a scendere
e una a salire anche nei giorni in cui il traffico è inverso, e se ci
sono tante auto a riempire due corsie, se devono passare per una
si crea il "tappo" e vanno a fiotti come tanta acqua costretta a
passare in un tubo stretto. La poortata di un condottooo... 
Qualora vi fossi mancato, ecco un post veloce veloce in fase di rientro dalle ferie. Veloce, così senza documentarsi o cercare link di approfondimento. Veloce come le prime due ore di A3 che da Reggio ormai vi possono portare fino a oltre Cosenza, se avete l'accortezza di prendere l'autostrada a Scilla saltando i primi cantieri. Poi, tre ore per fare trenta chilometri, da Mormanno a Lagonegro. Nonostante un percorso alternativo sul Pollino, che quelli rimasti in coda se ne sono fatte quattro, di ore in colonna. Eppure, sui giornali non manca mai, da anni, in questo periodo, l'intervista in cui l'ineffabile Ciucci dichiara che i lavori sulla Salerno-Reggio sono praticamente completati. Se non vi quadra, basta armarsi di pazienza e matita e controllare, come il Vostro cronista fa ricorrentemente: dei 443 chilometri originari, 60 sono al momento oggetto di lavori, quasi tutti percorribili a una corsia per carreggiata, 91 ancora da cantierizzare, e ciò garantisce che gli attuali disagi permarranno per almeno altri dieci anni, visti i tempi medi tra avvio e conclusione dei lavori per tratta, e si finalmente quasi per due terzi percorribili sul nuovo tracciato, ma due terzi non è tutto e poi vorrei vedere visto che i lavori sono stati avviati nel 96...
In tutto questo, ci sono perle come tratti in cui salti come sul tagadà, e tratti in cui hanno previsto tre corsie aperte accanto ai cantieri ma poi si sono scordati di invertire il senso di quella centrale in accordo con il flusso del rientro verso nord: giuro, ho la foto, appena riesco l'aggiungo (promessa mantenuta, seppure con ritardo...).

martedì 13 agosto 2013

UN PO’ PIÙ DI SEI RIGHE

Come nei bugiardini (e chissà perché si chiamano così!) o nei contratti
di Paperone (o dei gestori telefonici, o delle banche): la scritta in piccolo
contraddice quella in grande, ma è quella in grande che si vede
Se perfino un think-thank come MicroMega può chiudere ad agosto, e farlo lasciando in home un pezzo in palese contraddizione, come può un povero blogger insistere in questi giorni nei suoi post, peraltro sapendo che già normalmente sono "comunicazione uno-a-pochi" ed ora sarebbero più o meno urla nel deserto?
Non può, per cui a parte sorprese magari derivanti da eventi in cronaca che provochino un irresistibile prurito alle propaggini della tastiera volgarmente dette dita, ci risentiamo tra un po'.
Ci fosse però qualche irriducibile lettore compulsivo, gli lascio il solito malloppone pieno di approfondimenti da seguire, buono per placare per qualche giorno ogni eventuale crisi di astinenza.
...
So benissimo di non scrivere facile, come nella vita sociale di non avere quello che si suol definire un buon carattere, ma per entrambe le cose vi assicuro si tratta di una scelta stilistica precisa, una strategia comunicativa coerente con l'obiettivo. Che non è avere più lettori (o amici) possibili, altrimenti tanto varrebbe mettere su un sito porno amatoriale e arriverebbero pure i dindi, come dimostra da ultimo una recente disavventura feisbucchiana (che ho condiviso con molti, se l'evento si è meritato un trafiletto persino del Corriere.it): si ricevono più feedback da una foto nemmeno davvero zozza, che un virus ti ha fatto "condividere" senza che manco l'avevi vista, che in totale da decine di richiami a post seri e ponderati che riguardano il futuro di ciascuno di noi e magari ti erano costate ore tra documentazione e stesura. E' assicurarsi di avere il maggior numero possibile di lettori (o amici) buoni, che hanno la pazienza di seguirti oltre l'asticella delle difficoltà che gli metti d'avanti con i "virtuosismi" logico/sintattici di cui sei capace (o con i tuoi  modi scorbutici). Un po' come a tennis giocare per fare bei punti e magari perdere piuttosto che per vincere a costo di giocare male e fare giocare peggio il tuo avversario, ecco.
A proposito di tutto ciò, sempre su Facebook in una chiacchierata pubblica in un gruppo di vecchi amici viene fuori che io sarei diventato di estrema sinistra, al che puntualizzo che non sono io ad essermi spostato è tutto il quadro politico ad averlo fatto verso destra, e posto un link a un post di questo blog a dimostrarlo, al che un mio carissimo amico mi risponde con questa battuta:  "troppa fatica, leggo fino a sei righe". Ecco, fratello, tu scherzavi ma è questo il punto. Il berlusconismo, in quanto attuazione dei piani della P2 (manca solo la Giustizia, si stanno attrezzando), è riuscito nell'intento di rendere mediamente più ignoranti, pigri, disinteressati tutti quanti: gli elettori degli anni 70 incarnavano un concetto di partecipazione politica tale che mai e poi mai avrebbero consentito a coacervi di interessi privati come il PdL e accozzaglie di valori eterogenei come il PD di arrivare al 5 per cento, e questo problemino si poteva risolvere solo cambiando gli elettori (cosa che, con l'aiuto dell'anagrafe e controllando i mass-media, si può fare in un paio di decenni, e infatti si è fatta). Chi volesse davvero superare il berlusconismo, deve porsi come obiettivo di medio/lungo termine l'inversione di questo processo, che oggi (visto che la TV da un lato sarebbe costosissimo e difficilissimo tentare di controllarla, e dall'altro è inadeguata intrinsecamente all'approfondimento, perché "il mezzo è il messaggio") passa necessariamente per Internet. Avremo iniziato a risolvere il problema, quando alleveremo ragazzi che preferiscono leggere più di cinque righe su un blog che guardare una cosa in TV, e questi saranno elettori molto diversi di quelli cresciuti a pane e ieri Drive-in oggi Amici. Viene in mente qualcuno, che stia tentando di attuare questa strategia?
Molte delle critiche aprioristiche di cui è oggetto il moVimento di Grillo, tutte quelle che vengono da parte di chi se solo leggesse nel merito (dismettendo le vesti di tifoso di partito, eredità di un certo modo di essere di sinistra) le sue proposte non potrebbe non condividerle quasi tutte, derivano dal fatto di non comprendere questo: che a Grillo non interessa vincere in questo quadro politico, Grillo vuole che cambi il quadro politico. Grillo vuole sgombrare il campo da gente che quando studiava all'Università, magari imbeccata da genitori o zii già nel bisinissi, programmava di entrare in politica per farne il mestiere di una vita, da gente che a un certo punto ha pensato di sfruttare il successo in altri campi per monetizzarlo in politica, e da gente che vota questa gente perché li invidia e al posto loro farebbe uguale. Anche (ipoteticamente) depurato dal corollario consequenziale chiamato tangenti, questo sistema (di cui molte cose, ad esempio sta storia delle fondazioni, le ignoriamo proprio) costa alla collettività una cifra incalcolabile, tra costi diretti dovuti alla sua essenza di carrozzone e costi indiretti dovuti al fatto che questo carrozzone ha l'autoalimentazione come unico perno delle proprie scelte politiche, il benessere della collettività essendo solo un'etichetta ideologica e una ricaduta eventuale. Nel nuovo mondo, ammesso che questa visione vinca, nessuno farà politica per più di dieci anni, nessuno in questo lasso di tempo potrà essersi arricchito senza dover spiegare come e perché, e tutti noi abbiamo il diritto e il dovere di essere pronti a questo servizio innanzitutto avendo la pazienza di informarci leggendo e mai più abbeverandoci alle fonti di falsa coscienza della nuova oralità, dell'analfabetismo di ritorno chiamato televisione. Solo a un gregge si può far bere che sta arrivando la ripresa, o che lo spread è basso e se cade il governo risale e ci toccherà pagare l'IMU. Se studi, sai che nessuna ripresa è possibile in questo regime monetario, che lo spread anche se non è catastrofico come quando sgovernava il puttaniere è ancora abbastanza alto da alimentare la spirale recessiva aumentando la spesa per interessi e quindi il debito pubblico, che se il PIL scende il debito pubblico in percentuale del PIL sale anche se in assoluto scende figurarsi se in assoluto sale, e che con il fiscal compact voluto da PD e PdL dobbiamo pagare tante tasse comunque le chiamiamo (almeno finché ce la si fa, poi il sistema-Paese collassa e amen) e se tolgono l'IMU devono metterne un'altra. Solo se studi, sai che la decrescita è uno scenario obbligato e si può solo decidere se governarla e come o subirla mentre quelli che ne evitano gli effetti per se ti prendono in giro con la crescita, e sai che l'Euro è una moneta sbagliata al servizio di pochi con lo scopo di impoverire molti e così com'è che non può reggere a lungo per cui si può solo decidere come riformarla o uscirne controllatamente oppure subire gli effetti dell'inevitabile crollo.
Per cui, ragazzuoli, anche durante le vacanze, studiate; dài che è poca roba, l'argomento per le ferie è "come mentre chiacchierano d'altro per distrarvi stanno per assaltare le ultime ricchezze pubbliche, dopo venti anni di privatizzazioni in cui hanno letteralmente rapinato il patrimonio dello Stato messo in piedi col sangue e il sudore di generazioni di italiani":
  • Pellizzetti, ovvero la storia della Perottina, ovvero l'inizio della distruzione del tessuto produttivo italiano;
  • Bertani, ovvero l'assalto, alla Cassa Depositi e Prestiti ovvero ai risparmi postali degli italiani, com'è e come ve lo raccontano: qui persino Il Fatto, figurarsi a sentire i telegiornali (non li reggo più, ma immagino titoli come "il piano Letta per la crisi dell'edilizia" o qualcosa del genere, mi sbaglio?);
  • Odifreddi, ovvero la "matematica" dei disservizi alle Poste, emblema di tutte le privatizzazioni dei servizi (quasi sempre fonte di peggioramento degli stessi, di aumento dei prezzi sempre, anche dove in teoria potrebbe essere il contrario) fatte in questi decenni, e ancora non hanno compiuto il piano definitivo di separazione dei servizi bancari da quelli postali, collegando i primi alla depredazione della CDP di cui sopra e lasciando i secondi allo sbaraglio.
Buon ferragosto "a risparmio" a tutti!

venerdì 9 agosto 2013

COME (LE) FATE

 Credete ancora alle fate? Ignoranti! 
Comunque sia stata determinata (se per uno strabismo di fondo o una effettiva diversa incidenza della corruzione) l'asimmetricità della purtroppo breve ma cruciale stagione di Mani Pulite, è soltanto ad essa che dobbiamo il fatto che Silvio Berlusconi sia diventato il leader del centrodestra: è "sceso in campo" da quella parte perché dall'altra ha trovato i posti tutti occupati. Il "peccato originale" di ratificare l'elezione di un soggetto ineleggibile secondo la legge (allora ed ancora) vigente, ha fatto si che questa anomalia togliesse senso alla distinzione tradizionale tra destra e sinistra, perché il campo politico si è invece polarizzato in berlusconiani e antiberlusconiani, con tanta gente (da Montanelli a Casaleggio, passando per Di Pietro e Travaglio, e non dimenticando tutti tutti i democristiani del PD) in quest'ultimo polo che nel vecchio spettro si sarebbe collocata a destra anzichenò.
La cronaca di questi giorni da un lato aiuta molto a comprendere questo discrimine (e come e perché il quadro politico sia mutato al suo interno), dall'altro lascia intravedere in base a quale nuova polarizzazione il campo stia nuovamente cambiando. Accade infatti che la vicenda della condanna definitiva per frode fiscale dell'uomo politico simbolo degli ultimi vent'anni esalti tutti i suoi tratti più significativi: dalla carica eversiva alla potenza di fuoco massmediologica, dalla sostanziale amoralità alla distanza siderale dai valori della democrazia liberale, tutto viene dimostrato al limone dalle sue reazioni, dal rifiuto di dimettersi alla minaccia di golpe alla richiesta di grazia coatta ai trappoloni mediatici al giudice per finire al capolavoro della manifestazione non autorizzata (peraltro un fiasco che ha avuto una eco da megasuccesso). In un "Paese normale" tutta la sua carriera politica sarebbe stata impossibile, ma se per una congiunzione astrale fosse avvenuta ugualmente, gli eventi degli ultimi giorni la avrebbero stroncata irrimediabilmente. Da noi non solo ciò non accade, ed Egli può ancora ragionevolmente usare la minaccia di elezioni come arma perché può effettivamente ancora vincerle, ma addirittura personaggi e schieramenti politici che devono la propria fortuna (quando non addirittura la propria stessa esistenza in quanto tali) all'avversario sono costretti a gettare la maschera passando dalla sua parte (tradendo così la quasi totalità dei propri elettori, che li hanno votati in quanto suoi nemici) dichiaratamente - dando ragione a chi da tempo sospetta che sottesamente siano lì da sempre.
Bisognerebbe proprio prendere gli italiani per il bavero e chiedergli: come fate? In particolare:
1. come fanno ancora in milioni a dare il proprio consenso a un delinquente del genere?
e
2. come fanno ancora in altri milioni a dare il proprio consenso a chi ha finto per decenni di opporsi a un soggetto del genere mentre ci faceva lingua in bocca, anche adesso che la maschera è stata gettata?
La prima risposta è più semplice, e si può introdurre con una metafora cinematografica: se è vero che uno dei meccanismi della risata è l'identificazione ipocosciente col personaggio, allora gli italiani di una certa generazione stanno a Sordi come quelli di quella dopo stanno a Troisi come quelli attuali stanno a Cetto Laqualunque. Esiste cioè una certa quota di italiani che sono come Berlusconi: cialtroni, tendenti all'illegalità, puttanieri, individualisti estremi al punto di sprezzare il bene pubblico (se non quando e nella misura in cui è di stretta utilità propria); per costoro ogni ulteriore dimostrazione delle "caratteristiche" del soggetto, condanne definitive comprese, non sono che medaglie al valore. E' pertanto del tutto inutile se non controproducente insistere a enumerare le "prodezze" del (forse ex) Cavaliere: chi si identifica in lui ne uscirà rafforzato, perché al suo posto farebbe lo stesso e invece purtroppo non ha l'occasione e/o la capacità di eguagliarne le performance, e chi ne subisce il fascino ancora più affascinato.
La seconda risposta è più complessa. Questa specie di confessione di "similitudine per opposizione" e masochismo di fondo può aiutare ma non soddisfa del tutto: il blogger Leonardo è troppo antiberlusconiano per vedere la nuova demarcazione, come chi sta accucciato sottocoperta non può vedere l'orizzonte. Molto più utile è questa riflessione del Comandante Nebbia: la divisione principe della società italiana, che si riflette in politica (ma trasversalmente), è tra fessi e non fessi, con questi ultimi che prosperano grazie all'esistenza dei primi. E' brutale, andrebbe raffinata e argomentata, ma rende bene l'idea e spiega molte cose. Il suo corollario ce lo fornisce qui Badiale: partendo dalla commentatissima (io mi ero astenuto solo per sincera pena verso uno che da giovane ha scritto molti capolavori e ora sta invecchiando malissimo) intervista del Corriere a De Gregori, deduce e dimostra che la sinistra non ha davvero capito nulla di nulla di quello che è successo nel mondo negli ultimi trent'anni. Solo questa spiegazione riesce a dare ragione sia dei continui errori dei vertici che del persistente attaccamento della base, invece l'altra, la malafede, che pure per qualcuno (con e senza baffetti o fascia tricolore) o se volete per molti sarà vera, per quanto per certi versi preferibile spiegherebbe solo la mezza messa. Infatti, se all'elettore piddino fai leggere qualcosa di politica monetaria che prova l'assurdità delle scelte del proprio partito in quel settore, anche qualcosa di semplice e ben suffragato da dati come questo pezzullo di Bagnai che dimostra l'impossibilità di ogni ripresa (e anzi di ogni misura che non sia a saldo zero, come dimostra da ultimo il balletto dell'IMU) senza rivoltare come un pedalino la costruzione Euro, lui, proprio come il tuo compagno di banco davanti alle equazioni di primo grado, vede tutto confuso e si rifugia nelle favolette che gli raccontano Letta e Saccomanni, come quella dell'inversione di tendenza prossima ventura oggetto in questi giorni di tamtam massmediologico . Se così non fosse, visto che forse il 90% di chi ha votato PD lo ha fatto in funzione antiberlusconiana, dal momento in cui è iniziato il governissimo queste persone avrebbero dovuto abbandonare il partito al ritmo di una al minuto, e dal momento della condanna di una al secondo, cosa che a sentire i sondaggi non sta succedendo (e va bene che i sondaggi abbiamo visto quanto valgono...).
Smetteremmo di stupirci di tutto ciò se ricordassimo che nei piani di Gelli, di cui l'affiliato P2 Berlusconi Silvio è stato l'esecutore, il "bipartitismo apparente" è uno dei punti determinanti, accanto al controllo dei massmedia per via del quale instupidire progressivamente l'elettorato (e allontanare dal voto per schifo i resistenti all'instupidimento), e a quella riforma della magistratura con separazione delle carriere e assoggettamento della pubblica accusa all'esecutivo che è l'unica parte che ancora non gli è riuscita (ma ci proveranno ancora, specie adesso). Dietro questa falsa etichetta, i due schieramenti hanno svolto per venti anni la stessa politica economica e monetaria, di estrema destra, fatta di privatizzazioni, impoverimento programmato e progressivo, deindustrializzazione, demolizione della scuola pubblica (scrivevo di scuola come strumento di riproduzione sociale anziché di promozione meritocratica nel 1986, la situazione oggi è solo peggiorata) a favore della scuola privata, megaopere pubbliche (dal Ponte all'ultimo traforetto passando per la TAV) costose e inutili se non per far tangenti, eccetera, fingendo talvolta di fare opposizione per raccattare qualche voto anche lì (è questa la funzione che svolge adesso SeL, putroppo, come dimostrano ad esempio troppi atteggiamenti della sua madonna, se non basta l'argomento logico che è quando Bersani diceva e ripeteva "comunque con Monti" che bisognava mollarlo, non dopo che l'apparentamento in coalizione ha regalato al PD la maggioranza alla camera e a SeL l'ingresso in parlamento).
SeL comunque è recuperabile, assieme a molti elettori del PD (i quadri no, non si salva nessuno o quasi), se solo si riesce a fargli capire qual'è la nuova polarizzazione del quadro politico, che soppianta quella classica sinistra/destra e quella abusiva pro/contro Berlusconi che l'ha demolita: è quella tra chi vede il piano di impoverimento popolare cui siamo sottoposti e chi non lo vede, tra chi riesce a capirne le cause e chi nemmeno gli effetti, tra chi tenta di raccontarti le cose come stanno e chi continua a mentirti spudoratamente, tra chi pensa che la politica non dovrebbe essere un mestiere ma una missione temporanea aperta a tutti e chi ne ha fatto il proprio win-for-life, tra chi pensa che la democrazia sia soprattutto un problema di regole da scrivere assieme e rispettare e chi si rifugia dietro alla maschera ideologica del voto, tra chi ritiene che la costante (attorno a cui tutti gli altri fattori economico/politici devono girare attorno come variabili) debba essere che tutti abbiano il minimo per sostentarsi e la possibilità di elevarsi e chi pensa che debba essere la quantità di moneta decisa all'estero da organismi non eletti e se poi qualcuno muore di fame sticazzi, insomma potremmo definire questo nuovo continuum onestà/disonestà, legalità/illegalità, fessi/furbi, di certo da una parte c'è Grillo e il suo moVimento (rimasti soli a dire certe verità, come nel caso Fiat) dall'altra tutti gli altri, almeno nel parlamento di oggi. Nell'elettorato invece le proporzioni potrebbero essere diverse, specie contando tutti quelli che hanno smesso di votare e non rispondono nemmeno ai sondaggi. Per cui io starei molto attento a dare troppo credito a questi ultimi sottovalutando invece le tendenze di fondo della società: i furbi (capaci e incapaci di monetizzare questa furbizia) e i loro emuli sono ancora tanti, tra gli italiani, ma i fessi potrebbero aver capito che oggi hanno la loro possibilità di riscatto.
Attenzione che le fasi di transizione tra un continuum e l'altro possono essere anche rapide e imprevedibili, e guai a chi ancora si muovesse nella realtà polarizzata secondo un nuovo continuum come se lo fosse ancora secondo quello precedente. Prodi ha battuto due volte Berlusconi perché aveva capito in quale continuum si distribuiva l'elettorato, Occhetto prima e Veltroni poi hanno straperso perché lo hanno ignorato (il secondo con ottusa convinzione). Il PD può continuare ad essere quello che è, e Renzi può vincere le elezioni, solo se la gente continua a credere al berlusconismo e alla capacità di opporvicisi come qualità pre-giudiziale, ma il peggioramento delle condizioni materiali può favorire lo svelamento della realtà, nella quale se vince il PdL o vince il PD quello che succede alle nostre tasche e alla nostra democrazia è praticamente uguale, cioè un macello.
Chi si illude di poter tornare al continuum destra/sinistra, devastato da venti anni di berlusconismo, fa la fine di Ingroia: neanche SeL, fosse stata sganciata dal PD, sarebbe in Parlamento. Ragion per cui non resta che una -stretta- via, per chi voglia salvare i valori della sinistra e della democrazia in Italia: affiancarsi a Grillo nella lotta ai furbi, ai corrotti, agli intrallazzisti, insomma agli italiani di un certo tipo, per provare a dimostrare che ormai sono gli italiani di un altro tipo, a essere maggioranza. Ammesso che sia vero e che ci si riesca.
Questo percorso prevede che cada subito questo governo ignominioso, e se ne crei un'altro (magari anche non "dei sogni" come questo) con una mission di breve termine di ripristino delle regole democratiche a cominciare dalla legge elettorale, il solo che Grillo e Casaleggio potrebbero essere convinti a sostenere. Ciò comporta che chiunque abbia compreso i nuovi parametri della realtà si faccia carico della responsabilità di far aprire gli occhi in tutti i modi possibili, blog socialnetwork unoauno, ai tanti delusi della politica che non votano più e ai tanti ancora disposti a credere al Partito Democratico, come i bimbi alle fate.


lunedì 5 agosto 2013

DOVE VOLA LA CICOGNA

Fino a diciamo duecento anni fa, se non era a casa di uno dei pochissimi regnanti o pochi nobili o comunque benestanti, non faceva molta differenza dove ti depositava la Cicogna: se sopravvivevi all'infanzia, ti aspettava una vita al limite della sussistenza, breve, analfabeta, eccetera. La rivoluzione precedente a quella industriale, quella agricola, era stata migliaia di anni prima, e il mondo ancora precedente, con società matriarcali nomadi di cacciatori e raccoglitori, era così in "armonia col creato" che nella nostra memoria ancestrale, e quindi nelle nostre religioni, è passato come il Mito dell'Eden, ma con quella tecnologia il pianeta poteva sostentare al massimo pochi milioni di uomini e infatti il salto avvenne dove questi si concentravano fisicamente, il medio oriente e poi il mediterraneo. Grazie a questo, il pianeta divenne capace di sostentare fino a circa un miliardo di uomini, e infatti la crescita della popolazione avvenne molto lentamente nei secoli all'interno di questi due limiti. Fu solo il secondo salto tecnologico, quello con cui gli uomini furono capaci di sfruttare le enormi energie accumulate dal sole nelle viscere della Terra, a rendere quest'ultima capace in teoria di sostentare miliardi di esseri viventi, ma se da un lato l'asticella si alzò enormemente, dall'altro le dinamiche demografiche rese possibili proprio dal salto tecnologico stesso entrarono i progressione geometrica, facendoci raggiungere il limite stavolta entro pochi secoli. Oggi, può salvarci solo imparare a sfruttare su larga scala le ancora più enormi energie che arrivano dal sole momento per momento, e nel frattempo avere parsimonia con le fonti attuali. Se non si ha presente questo quadro generale, è difficile che si capiscano davvero i dettagli dei sommovimenti sociali che viviamo.
Il fatto che la rivoluzione industriale non si basasse su risorse distribuite universalmente (per quanto non uniformemente, per via soprattutto ma non solo del clima) come la terra e l'acqua, ma su risorse concentrate in alcune zone del pianeta come il carbone e il petrolio, fece si che essa avesse luogo innanzitutto in quei Paesi che avevano la possibilità di controllare con la forza quelle zone, quindi l'Impero Britannico prima e il suo figlio d'oltreoceano poi, e si estendesse secondo principi geoeconomici secondo i percorsi tracciati dalle guerre necessarie a estrinsecare quella forza. I suoi effetti sul livello di vita si ebbero quindi solo in quello che chiamammo Occidente industrializzato, che finì per includere gli sconfitti delle guerre calde e fredde varie, e secondo una dinamica geometrica anch'essa, per cui ancora cento anni fa la Cicogna di cui sopra faceva poca differenza se piombava in Europa o in Asia, o sulla sponda nord o sud del Mediterraneo. Ma se anche hai poco di più, questo può bastare perché tu abbia il tempo la voglia e la consapevolezza per volere per te e per i tuoi figli ancora di più: il socialismo fu la risposta collettiva a questa esigenza individuale, il consumismo fu la risposta autoconservatrice del capitalismo, e questa duplice dialettica spiega la citata geometricità che ci ha portati così presto al limite massimo di questo modello di sviluppo. Ma il risultato fu che negli ultimi decenni la roulette della Cicogna ha avuto una posta elevatissima: nascendo che so in Italia avevi vinto condizioni materiali per mangiare, vivere, studiare, crescere fisicamente e intellettualmente pari a quelle che manco i sovrani o i nobili dei millenni precedenti potevano permettersi, mentre nascendo che so in Africa centrale avevi in dote molto ma molto meno non solo relativamente, ma anche in assoluto rispetto a quel pochissimo che ti sarebbe toccato nello stesso posto duecento anni prima.
Se ora rammentiamo che gli Stati/Nazione e ogni altra struttura politica non sono che sovrastrutture rispetto al sistema economico, dobbiamo considerare che dal momento che quest'ultimo ha cominciato ad agire, per effetto degli stessi sviluppi tecnologici nel campo delle comunicazioni innanzitutto, su scala mondiale, si sono innescate dinamiche che prima o poi devono necessariamente condurre a un sistema economico planetario unico, rispetto al quale le vecchie sovrastrutture non sono che impedimenti, inerzie, ostacoli al raggiungimento tendenziale dell'unicità sistemica, che possono rallentare, deviare, modificare ma non fermare questa tendenza. Per quale ragione un cinese un indiano un brasiliano non devono poter aspirare nascendo alla stessa quota di risorse cui può aspirare uno statunitense un italiano un tedesco? Perché uno nasce in un ambiente e parametra la sua felicità relativamente a quello, okay, ma intanto a livello di mass-media è nato il Villaggio Globale ed è questo il nuovo "ambiente di riferimento" di tutti, almeno di tutti quelli che possono raggiungerlo (teniamo ancora fuori gli africani, i mussulmani si tengono fuori da soli, ma entrambe le cose fino a un certo punto), ma soprattutto perché esistono ed operano sovrastrutture politiche e militari in grado di preservare, o almeno tentare di preservare, i propri "sudditi" dagli effetti peggiori di questa tendenza. Cos'altro è la frase sentita in bocca a tanti presidenti Usa "dobbiamo preservare the american way-of-life"? Lo stile di vita americano è stato esportato in europa occidentale (e Giappone) in funzione antinazista prima e anticomunista dopo, caduto quest'ultimo nemico non ha però avuto argini a "infettare" tutto il resto del mondo, salvo quello religioso e in qualche modo artificioso dell'Islam, portando il sistema all'accelerazione finale, finale perché, molto brutalmente e semplicemente, non è aritmeticamente applicabile a tutto il pianeta senza provocarne il collasso.
In tutto questo, l'Europa unita era apparsa a molti di noi come un tentativo della sedicente "culla della civiltà" (noi oggi diremmo: delle sovrastrutture politiche dei Paesi protagonisti del primo colonialismo e dei loro satelliti) di costituire una massa critica capace di svolgere lo stesso ruolo degli USA nei confronti dell'"european way-of-life". La cosa ci convinse perché in teoria era possibile ed era anche molto sensata (e forse lo sarebbe ancora), ma purtroppo non era vera. In Europa invece operano da un ventennio solo due forze, espressione rispettivamente della potenza vincente e di quella perdente l'ultima guerra mondiale, entrambe consapevoli dell'impossibilità aritmetica di un mondo popolato di gente che vive come un americano o un tedesco medio, e però fermamente determinate a preservare i propri sudditi per quanto possibile dall'appiattimento generale delle condizioni di vita di tutti gli altri nel pianeta Terra. L'Euro così com'è stato costruito, insomma, serve solo direttamente gli interessi tedeschi, e indirettamente, servendo quelli della finanza mondiale, quelli angloamericani. Dandoci l'illusione di un conflitto in cui ci avrebbe protetto, ci ha indotto a non difenderci da lui, favorendo di fatto la nostra inclusione nel novero di quei Paesi che alla fine del processo dovranno essere totalmente composti da sudditi con un tenore di vita appena al di sopra (e solo fino a che è possibile, sennò anche al di sotto) della sussistenza. Un immenso esercito industriale di riserva composto da europei, sudamericani, cinesi, indiani, indocinesi, slavi, coreani, russi. E medioorientali e africani a fare da schiavi o semplicemente morire di fame.
La Cicogna, intervistata da un tabloid, ha dichiarato: "finalmente, non ne potevo più di tutta questa responsabilità! finalmente torneremo a un mondo in cui solo un bambino su cento avrà un destino significativamente diverso dagli altri. Basterà stare un po' attenti in quella consegna, e per le altre, a parte il colore della pelle, che però si vede ed è facile, ci si potrà rilassare..."
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La lettura di una favoletta viene troppo appesantita dall'ipertesto. Perciò raccolgo tutti i link di documentazione e approfondimento, per i soliti eventuali quattro volenterosi, qui in fondo:
  • il nuovo contratto per l'Expo 2015, ovvero ogni occasione è buona per scardinare un altro diritto e spingere un po' più in basso le condizioni dei lavoratori;
  • le ultime privatizzazioni, o meglio sarebbe dire "svendite a privati di ricchezze pubbliche", ovvero qual'è la vera missione del governo Letta;
  • therules.org, ovvero un interessantissimo video in cui vengono illustrati nel dettaglio i dati suaccennati sulla distribuzione globale della ricchezza;
  • Fagan, ovvero una precisa disanima storica della storia europea e alcune possibili soluzioni non demagogiche per l'Euro;
  • Bardi, ovvero partendo da un caso esemplare la dimostrazione della non-linearità dei processi storici nel complesso e in particolare avvicinandosi alla catastrofe.

giovedì 1 agosto 2013

'O REO

No, anche mascherato da Pelè non sei 'O Rey, il Re.
Al massimo, da oggi, 'O Reo, il Colpevole!
C'era una categoria di persone che non attendeva la sentenza della Cassazione sui diritti televisivi con particolare ansia, molte altre si: i piddini perché in caso di condanna forse Silvio si portava via il suo pallone e cadeva il governo, e in caso di morte politica di Berlusconi cederebbe il pilastro fondante del loro partito, quello grazie al quale hanno preso la maggior parte dei voti (parlo con quelli che non credono ai sondaggi, quelli che ci credono sono irrecuperabili) e senza il quale si dovrebbe sciogliere; i tanti fascistoidi che infestano questo Paese, forse figli del suo "cattolicesimo familistico ancestrale", che senza un padre da venerare e cui obbedire, meglio dunque se un bel po' pezzodimerda, proprio non sanno campare, e infatti morto uno se ne cercano subito un altro; i mafiosi in senso proprio e in senso lato, che non conoscono nessun modo di sbarcare il lunario che almeno non sfiori il malaffare, e hanno tanto bisogno di un referente che quando non ce l'hanno diventano nervosi e trattano per trovarlo; i "chinonsaltaberlusconiè" (e vabbè nel giusto contesto un paio di volte è scappato anche a noi, ammettiamolo, ma timidamente, come il pugnetto di Gaber in Qualcuno era comunista...) che proprio non sanno definire la propria identità se non per differenza, ad esempio.
Questa categoria, di cui credo di far parte, è quella di chi riesce a maneggiare il concetto di responsabilità abbastanza da saper distinguere al suo interno, tra quella penale e quella politica ad esempio, e quindi non aveva bisogno di questa sentenza di condanna definitiva (molte altre di grado precedente erano già arrivate, insieme a un fottìo di prescrizioni) per emettere la propria personale sentenza inappellabile di condanna etica a uno che, ricordiamolo en passant che non fa mai male, ha iniziato a fare il palazzinaro coi soldi dei mafiosi custoditi nella banca di papà, ha creato città satelliti comprando a due lire terreni agricoli sapendo già che gli amici al Comune li avrebbero resi edificabili, ha comprato casa praticamente rubandola a un'orfanella con la complicità dell'avvocato suo tutore che poi avrebbe ricompensato con una lunga carriera politica culminata nel ministero di Grazia e Giustizia (niente male per uno poi condannato per corruzione), ha avuto per anni in casa come stalliere un boss pluriomicida, ha creato un impero televisivo acquistando a due lire i network concorrenti sapendo già che suo compare Presidente del Consiglio avrebbe varato nottetempo un Decreto Legge ("necessità e urgenza" dice, ma non specifica di chi...) che rimuoveva la causa della non redditività di tutti (compreso quello che già era suo) cioè l'impossibilità di trasmettere in diretta in tutta Italia, si onora di essere amico di un bibliofilo mafioso patentato che peraltro ha creato il suo impero pubblicitario prima e il suo partito politico dopo (guardacaso, proprio mentre la mafia mandava messaggi esplosivi per far capire quello di cui aveva bisogno), ha praticamente evaso ogni lira o euro che ha potuto anche creando società off-shore a scatole cinesi o assoldando (poi lo fece senatore) il finanziere che per primo lo aveva beccato, ha ottenuto il controllo di una casa editrice storica corrompendo i giudici, eccetera eccetera, e volutamente non cito le zozzerie con le minorenni cresciute perché non me ne frega nulla (sperando che almeno quelli fossero soldi suoi) ma questa cosa a latere si: ha tolto ogni dignità residua al Parlamento facendolo votare compatto che era vero che lui credeva in buona fede che quella fosse la nipote di Mubarak.
Tutto ciò, che è solo parte della messa, a questa categoria basta e avanza per il bando a vita dalla scena politca, e bastava già nel 93. Ma a una fetta rilevante del Paese non solo non costituiva/sce un problema, ma anzi era ed è parte rilevante della fascinazione che da Lui subisce. Quindi non restava che sperare nella via giudiziaria, per almeno far si che non facesse più danni alla democrazia. Ma da un certo punto in poi l'età ha reso irrealizzabile il sogno di vederlo in gattabuia (è solo per questo che lui ha detto di voler andare in galera in caso di condanna, perché sa che non può accadere), e chi ne masticava anche solo un po' sapeva che quello che c'era in ballo in questa pronuncia della Cassazione non poteva realisticamente portarlo di certo subito e forse mai all'interdizione fattiva dai pubblici uffici. Ecco perché non si aspettava con ansia. Anche se debbo dire, che il poter scrivere impunemente che è un delinquente, un condannato, un reo, ci ha la sua porca soddisfazione.

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