lunedì 11 aprile 2016

VILLA LUCA FLORES, PALERMO

Credere all'efficacia delle petizioni on-line è divenuto, con velocità proporzionale al loro moltiplicarsi, più illusorio (e per la stessa ragione, anche se in scala diversa) che per i referendum abrogativi, e (per citare Peppino) ho detto tutto. Tuttavia, iniziative che si pongano obiettivi molto lontani dai massimi sistemi, e lo facciano in ridondanza con altre attività, di modo che la raccolta di firme dia un sostegno effettivo ai promotori, sono ancora praticabili. E quando te le propone una persona seria, che sai che se non se fosse occupato personalmente non ti avrebbe contattato, non solo fai un'eccezione e firmi, ma ti senti anche in dovere di dare per quanto nelle tue possibilità una mano, like su Facebook a parte. Per cui eccoci qui.
A questo link è possibile firmare, dopo aver capito perchè non è scelto a caso, perchè uno spazio della città di Palermo venga intestato a Luca Flores, che magari il nome non vi dirà niente ma magari invece avete visto o almeno sentito nominare il film Piano, solo con Kim Rossi Stuart di qualche anno fa. Se ancora non vi si è illuminata la classica lampadina, neanche con l'aiuto di Wikipedia, su questo straordinario pianista jazz che quest'anno avrebbe compiuto sessant'anni, morto suicida vent'anni fa, ci sono anche articoli (ad esempio questo), libri (ad esempio questo raffigurato qui affianco, oltre a quello di Uolly da cui è tratto il suddetto film), e una bella canzone di Simone Cristicchi (Quattro minuti e ventotto secondi) con questo testo bellissimo:
Maledetta sia la scala in mi minore,
descrizione magnifica del dolore
al di la degli 88 tasti... andare.
Maledetto il Mozambico e l'incidente,
fermo immagine e nitido nella mente
sotto il sole veder morire tua madre...
Le meccaniche di un piano sono semplici,
quelle della mente sono prevedibili,
lascia cicatrici sui polpastrelli l'amore.
Quattro minuti e ventotto secondi, quanto lontano riesci a volare?
Quattro minuti e ventotto secondi, quanto profondo può essere il mare?
Quanto lontano puoi arrivare...?
esplorare il bianco e nero di una tastiera,
decifrare in un sogno la vita intera,
lo spartito di un'opera incompiuta.
Raccontare il percorso di una lacrima,
suonare ogni nota come fosse l'ultima.
la musica ha un solo linguaggio: quello dell'anima...
Quattro minuti e ventotto secondi, quanto lontano riesci a volare?
Quattro minuti e ventotto secondi,quanto profondo può essere il mare?
Quanto lontano puoi arrivare...?
Ma niente di tutto questo vale quanto l'ascolto, anche non essendo (come peraltro chi vi scrive) patiti e competenti di jazz, di quello che Flores suonava. I motori di ricerca vi aiuteranno, io vi saluto con questo. E firmate la petizione web, please!


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