Della serie "
corti circuiti mentali significativi", l'espressione con cui intitolo questo post l'ho appena sentita al TG: il giornalista doveva parlare degli
incidenti di Amsterdam in cui sono stati feriti alcuni tifosi israeliani, Netanyahu come al solito ha
sciacallato esagerando un paragone con
la notte dei cristalli, e a lui gli è risuonata in testa
la notte dei lunghi coltelli (una resa dei conti tra nazisti in cui gli ebrei non c'entrano niente), e gli è uscita di bocca "
la notte dei lunghi cristalli", che non vuol dire niente ma magari a lui è sembrato che i cristalli lunghi gli consentivano una maggiore enfasi di quelli corti. La cosa potrebbe essere rubricata come un banale lapsus, se non fosse un buon esempio invece di
come funziona l'informazione oggi: veline, veline di veline, e uno dei pochi privilegiati che ancora prendono uno stipendio per fare il giornalista che le legge interpretandole con zelo tale che qualche volta gli scappa l'eccesso.
La sintassi però è sempre quella, anche quando gli errori marchiani non la scoprono. Lo abbiamo visto lungo tutta la campagna elettorale americana, conclusasi in questi giorni con l'inattesa (almeno da me, che commentando la candidatura della Harris ho previsto che una donna mezza immigrata e mezza nera poteva raccogliere una marea di consensi grazie alla propaganda modaiola e rimontare il disastro che stava apparecchiando Biden) e nettissima vittoria di Trump: per i nostri media, la democrazia è quella cosa in cui vincono i "nostri", se vincono gli altri è in quanto populisti, autocrati, o imbroglioni (rispettivamente ad esempio il primo Grillo, Putin e Maduro). Stessa cosa per gli atti di ostilità bellica: se li fanno gli altri sono guerre o attacchi terroristici, se li fanno i "nostri" sono azioni di legittima rappresaglia a difesa della democrazia e della libertà. E potremmo allungare la lista degli esempi con la pandemia, il cambiamento climatico, eccetera eccetera.
Tutte queste questioni non le ho citate a caso. Pur ritenendomi di sinistra-sinistra (tanto da aver sempre visto con diffidenza, dichiarata, ogni deriva verso il centro-sinistra, creazione del PD in primis), sono infatti decisamente contento che abbia vinto Trump. Intanto, è sempre meglio un "nemico" dichiarato che un falso amico, e gli schieramenti progressisti di tutto il mondo, con quello italiano a portare la bandiera sindacati in testa, sono decenni che fanno gli interessi "del padrone" fingendo di fare quelli del popolo. Un miliardario che vuole tagliare le tasse ai ricchi lo puoi combattere, quelli che fanno il gioco dei ricchi impoverendoti (mentre ti allisciano il pelo con diritti civili inutili se non si hanno quelli economici fondamentali) no. Ma c'è di più. Il mondo è ancora una volta a un passo dal baratro, e ce lo hanno portato esattamente gli azionisti di riferimento dei partiti sedicenti progressisti, democratici americani in testa. Ci sono loro dietro le primavere arabe, il colpo di Stato in Ucraina che dieci anni fa ha avviato le ostilità nel cortile russo, la leadership israeliana che si sente libera di perpetrare rappresaglie di proporzione più che nazista, il terrorismo climatico e quello pandemico, eccetera. Avergli tolto il giocattolo di mano, anche se chissà per quanto vista l'età del tycoon e l'aria che tira, dà qualche speranza in più al mondo.
Con qualche timore scaramantico, elenco le cose che potremmo vedere nei prossimi mesi grazie all'afflato democratico dei sudditi della periferia profonda dell'impero americano: pace in Ucraina, Israele che si dà una calmata, messa in pausa dei progetti di una nuova pandemia, abbandono dei folli progetti di cambiamento climatico (o come dicono loro del suo azzeramento) tramite misure empiriche che hanno l'unico sicuro effetto (e forse anche il loro vero obiettivo) nell'impoverimento collettivo. E forse anche un cambiamento di equilibri all'interno di quel progetto antidemocratico e antipopolare che chiamiamo Unione Europea, indotto dal cambiamento di linea dell'alleato più potente. Francamente, se si realizzasse anche solo la metà di questo scenario, poco mi importerebbe che sarebbe grazie a uno che mi sta antipatico e che ideologicamente costituisce un mio avversario politico. Che vi devo dire, sarà l'anzianitudine...
Intanto però un primo risultato lo abbiamo: le considerazioni chiamiamole così di speranza che ho appena elencato le ho già sentite qua e là anche in TV da qualcuno, come se stesse già serpeggiando il sentore che adesso finalmente si può di nuovo dare voce a narrazioni alternative da quella monocorde che impera da anni. Magari sentirò pure un giornalista al TG dire che paragonare una scaramuccia tra tifosi a un massacro di proporzioni storiche è una boutade indegna, e che i leader israeliani anziché raccattare qualsiasi cosa buona a giustificare i loro misfatti dovrebbero iniziare a chiedersi quanto dell'antisionismo (l'antisemitismo non c'entra niente, e pure i palestinesi sono semiti) crescente sia magari anche conseguenza della loro azione politica. No, dai, forse chiedo troppo....