domenica 28 settembre 2025

MA TU L'HAI FATTO LO SCIOPERO?

Questo è un blog, cioè una sorta di diario personale online: il fatto che vi si parli di vari argomenti è nella sua natura, e spesso la scelta non è dettata dall'importanza. Voglio dire, il fatto che non parli tutti i giorni di Palestina non significa che invece tutti i giorni io non ci pensi, non mi girino i cabbasisi ogni volta che ascolto un telegiornale, e non sia continuamente e fermamente indignato dal massacro quotidiano. Solo, per parlarne devo avere qualcosa di personale o interessante da aggiungere, altrimenti un blog sarebbe solo un inutile altoparlante dell'ego, e per questo ci sono già i social (che infatti non frequento, fatta eccezione per FB che però uso solo per veicolare i link dei nuovi post sul blog, e poco altro).

Per l'interessante ci ha pensato Pasbas, da cui ricevo e volentieri pubblico l'articolo che segue, come sempre puntuale e rigoroso. Per il personale aggiungo un episodio, che peraltro è congruo con un passaggio dell'articolo di Pasquale: no, non ho partecipato allo sciopero generale pro-Pal, e a domanda ho risposto perché. Gli è che trovo, ormai, che il valore di queste manifestazioni sia quasi esclusivamente autoreferenziale e consolatorio. Della serie: "ho partecipato, sono un vero attivista di sinistra, sto a posto così". Invece Pas propone cose più concrete, come il sostegno ai portuali e il boicottaggio diretto e mirato (qui una guida de l'Indipendente, qui un articolo de Il fatto alimentare), anche se nulla sarebbe più utile dell'esercizio della leva elettorale democratica, peccato che non ci sia all'orizzonte uno schieramento che prometta credibilmente (qui un bel test di Lameduck) di eseguire un tale mandato specie disobbedendo all'UE se (com'è probabile) servisse. In questo contesto, risulta una presa in giro persino il riconoscimento dello Stato palestinese, e la cartina qui sopra è utile a capire perché, la formula "due popoli due Stati" non rappresenti più, dopo decenni di colonizzazioni ulteriori, un'alternativa praticabile. Infatti, è ora di iniziare a pensare a Israele come al Sudafrica, ai sionisti come ai bianchi colonizzatori, ai palestinesi come ai neri schiavizzati e ghettizzati, e a un Mandela che emerga (e guidi un Paese riconciliato sulla base del principio "una testa un voto", senza distinzioni di razza o religione) come unico orizzonte, per quanto oggi possa sembrare utopico, che risolverebbe le cose.

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F35 - Sumud flotilla - Manifestazioni pro Palestina 

di Pasbas

Continuo a seguire giornalmente da due anni l'evolvere della situazione nell'Ovest Asia per cercare dei punti fermi su cui basare una analisi almeno parzialmente corretta e credibile. Come per chiunque, opinion leader o semplici osservatori come me, le informazioni su cui lavorare sono poche, arrivano spesso dopo diversi passaggi e sono difficilmente verificabili. L'unico modo che ho trovato almeno parzialmente efficace è quello di incrociare tra loro fonti che hanno referenti diretti sul campo e che ho riscontrato riportare notizie, confronti, analisi e dibattiti tra persone di alta levatura e riconosciute a livello internazionale per competenza e serietà (prof. Marandi, prof. Mersheimer, Jeffrey Scott ex CIA, Laith Marouf giornalista libanese, prof. Ilan Pappè e tanti altri). Ho ovviamente evitato, come si evita la peste bubbonica, qualsiasi fonte che riporti le veline governative del cosiddetto mondo civile e democratico.

Finito il "pippone introduttivo" passo ad affrontare i temi accennati nel titolo, cercando di spiegare il nesso tra i diversi elementi:

  • F35. E' di un paio di giorni fa la notizia di una ennesima violazione dello spazio aereo di una nazione sovrana (Yemen) da parte dei criminali sionisti della IAF (Israeli Air Force). E fino a qui nulla di nuovo sotto il cielo; la novità e grossa però c'è e riguarda la fine infausta di questa ennesima violazione sionista del diritto internazionale: il jet è stato abbattuto dalla difesa aerea di Ansar Allah e con azione coordinata e estremamente rapida catturati i due piloti; piloti che con tutta probabilità, una volta localizzati da IAF, in ottemperanza alla famigerata "Hannibal Directive", sarebbero stati assassinati dalla stessa IAF per non farli cadere in mano nemica. Anche su questo Ansar Allah ha dimostrato di avere delle efficienti e preparate FFAA, capaci di anticipare le azioni della potenza imperiale e della loro mano armata sionista. Va ricordato che lo Yemen è sotto sanzioni pesantissime dal 2015, che ha subito un genocidio sistematico con bombardamenti continui che in sette anni hanno ucciso oltre 300 mila civili, il tutto sotto la criminale direzione dell'impero usraeliano e eseguita dai lacchè di Saudi Arabia e monarchie del Golfo, che hanno usato armamenti, aerei, cannoni e bombe fornite dall'impero. Nonostante questo, nonostante la povertà endemica resa estrema dagli embargo imperiali, nel panorama dell'Ovest Asia le FFAA di Ansar Allah sono riuscite a respingere due attacchi aerei usa, hanno fatto fuggire due portaerei che minacciavano le loro coste, hanno bloccato nello stretto di Ab El Mandeb diversi cargo diretti o provenienti dall'entità sionista. Insieme colle altre forze dell'Asse della Resistenza sono stati gli unici ad opporsi in modo sistematico al genocidio dei palestinesi attaccando gli obiettivi sensibili sionisti con droni e missili ipersonici "Palestine 2" sviluppati e realizzati localmente. La loro è davvero Resistenza armata fino alla liberazione dei popoli oppressi dall'impero, palestinesi in primis.
  • Global Sumud Flotilla. In un paio di mesi di duro ed encomiabile lavoro, gli organizzatori della coraggiosa iniziativa sono riusciti a formare una unità marittima di oltre 40 navigli provenienti da ogni parte del Mediterraneo. E' la prima volta che viene dispiegata una forza civile di pace di tale dimensione, questo anche grazie al supporto fattivo dei portuali europei. Un insieme di 16 paesi (Irlanda, Spagna e Slovenia per l'Europa) hanno firmato un accordo che intima ai sionisti di "non attaccare la flotilla e di non torcere un capello" agli attivisti a bordo delle barche. Qui mi sorge il primo interrogativo: in caso di abbordaggio piratesco dei sionisti questo gruppo di dichiarati difensori della Flotilla cosa vorrebbero fare? Organizzare una flotta multinazionale da mandare nel Mediterraneo per contrastare e/o combattere contro INF (Israeli Navy Force)? Oppure elevare una ennesima "vibrante protesta" in un'Assemblea ONU? C'è inoltre da considerare una singolare coincidenza, nello stesso periodo e nella stessa zona Egitto e Turchia hanno organizzato delle manovre militari congiunte tese a rafforzare le rispettive sicurezze nazionali sotto il profilo marittimo. Come si comporterebbero queste due flotte se dovessero intervenire in soccorso delle barche della Flotilla? Non ho ovviamente alcuna idea a riguardo, l'unica è aspettare lo svilupparsi degli eventi. Chi invece si è opposto con atti concreto e dal 2021 a fare attraccare le navi che trasportano armi, bulldozer e altro, allo stato sionista sono i portuali italiani ed europei. Respingendo queste navi tengono sotto pressione i loro governi complici del genocidio. Per ultimo ma non meno importante, sempre loro hanno preannunciato un blocco totale dei porti nel caso venisse attaccata la Flotilla. Visto però lo scenario e i precedenti anche recenti, mi chiedo che possibilità hanno gli attivisti di attraccare sulle coste di Gaza. Da ultimo mio fondamentale interrogativo, qual è il reale obiettivo della iniziativa, arrivare a Gaza o farsi respingere per testimoniare al mondo la ferocia sionista (lo sappiamo da oltre 100 anni)? Aprire un corridoio umanitario confrontandosi colle navi di INF? Richiedere l'intervento diretto dei 16 e magari anche degli stati nei quali le barche sono immatricolate?
  • Manifestazioni pro Palestina. Dopo quasi due anni di prese di posizione dei governi, accampamenti universitari, manifestazioni imponenti in tutto il mondo, repressione blanda o feroce dei militanti dei cinque continenti, dopo tutte queste energie messe in campo nulla si è mosso, non si è avanzati sulla strada della pace giusta neanche di un centimetro. Anzi gli "usasreliani" hanno massacrato il Libano, distrutta la Siria, attaccato l'Iran, bombardato più volte lo Yemen, intensificato il massacro dei Palestinesi sia a Gaza che nel W.B.; mi chiedo allora e chiedo a chi legge: se tutto quanto sopra detto è vero, qual è la funzione di questo genere di opposizione "non violenta"? Non intendo che non sia giusto manifestare, voglio dire che più che una questione ideale qui si tratta di salvare fisicamente un popolo da un feroce mostro a tre teste, USA-Israele-Europa.

Tento a questo punto di tirare le conclusioni di quello che ho prima trattato, eventi, riflessioni e dubbi compresi.

Si riscontrano livelli diversi di reazione al genocidio in corso che hanno effetti e obiettivi diversi. L'Asse della Resistenza ha scelto la strada del contrasto commerciale e militare allo strapotere di "usraele", bloccando navi, lanciando missili e droni, resistendo con armi progettate in loco ed autocostruite, con tunnel irraggiungibili e quant'altro a disposizione di popoli martoriati da decenni di violenze ed embargo perpetrate dall'Occidente democratico. Popoli che nonostante la ferocia genocida di cui sopra non cedono e rimangono attaccati alla propria terra con una determinazione incrollabile.

Dall'altra ci siamo noi, le nostre manifestazioni, i movimenti, le roboanti dichiarazioni, i riconoscimenti (l'italietta si dimostra però coerente fino in fondo non aderendo) ormai "postumi" dello stato palestinese, in una cornice di due Stati per due popoli, cosa assolutamente ridicola e non più realizzabile vista la pervasività degli insediamenti coloniali.

Anche qui però vedo degli spiragli tenuti aperti da lavoratori dei trasporti, soprattutto operai ma non solo, disposti a rischiare in prima persona pur di non consentire il transito di navi e aerei diretti allo stato sionista, che trasportano armi utilizzate per continuare l'azione genocidaria. Credo che oltre che un sostegno ad operazioni di sicuro successo da un punto di vista mediatico (Greta Thumberg docet) dovremmo sostenere quest'ultimo tipo di boicottaggio attivo, appoggiarlo con manifestazioni in loco coordinate con gli aeroportuali, finanziare la loro lotta, proteggerli da ritorsioni dei datori di lavoro e da repressioni poliziesche. Fare diventare inoltre di massa le attività di boicottaggio di BDF e non solo, andando davanti ai supermercati, ai mercati rionali e ad altre attività commerciali che vendono prodotti sionisti. Continuare la controinformazione per sbugiardare chi definisce le forze della Resistenza col termine "terroristi", rovesciandogli addosso tutto quello che i loro amici stanno facendo colla loro vigliacca copertura Internazionale. Parlare di Hamas, Jihad, Hezbollah, milizie irachene, siriani e iraniani spiegandone la storia, le motivazioni e la legittimità.

Per ultimo ma non meno importante dobbiamo partecipare al movimento popolare sì ma cercando di dargli una prospettiva politica di più lungo respiro, che gli consenta di continuare la sua azione fondamentale anche quando la carica emotiva e l'entusiasmo attuale saranno sostituiti alla devastante "assuefazione" a quanto di peggio vediamo accadere da noi e nel mondo.

La lotta ed il conflitto sono secondo me l'unica strada per sconfiggere il neocolonialismo imperialista.

giovedì 25 settembre 2025

87 ANNI DI BELLEZZA

No, non ho intenzione di violare la regola autoimpostami originariamente per questo blog che mi vieta di accodarmi al mainstream a meno che non abbia qualcosa dal taglio personale da aggiungere.

Perciò, per ricordare chi era e cosa ha fatto Claudia Cardinale, me la cavo con un link a un articolo che mi è sembrato sopra la media dei coccodrilli in cronaca.

Io invece ne parlo perché ogni volta che vedevo la Cardinale in TV, in una delle sue memorabili interpretazioni da giovane come in una delle sue sempre più rade apparizioni da vecchia, io non potevo fare a meno di pensare a mia madre. Che le somigliava, a tutte le età. E chissà, non avesse avuto un fratello geloso a portarla via di forza dal Lido comunale, avrebbe avuto tutta un'altra vita accettando la vittoria alle selezioni cittadine di Miss Italia. Con la non trascurabile ricaduta che io non starei qui ad affliggervi. E mo' che ci penso, anche la Cardinale ha avuto un fratello geloso, ma nella finzione: Ferribotte ne I soliti ignoti.

Si, le somigliava, a tutte le età, tenuto conto che stiamo parlando da un lato di un'attrice di (meritatissima) fama mondiale e dall'altro di una maestra d'asilo tenuta (fino praticamente alla stessa età) in vita dopo la pensione da una tenace passione per il lavoro agricolo. Le somigliava, e per dimostrarvelo ho dato fondo alle mie (scarsissime) capacità di photo editing realizzando (col materiale fornitomi da mia sorella Carmen) un collage simile a quello trovato sul web per la Cardinale.

Quindi anche stavolta mentre i telegiornali mostravano Claudia io ho pensato a Luisa, e ora ne approfitto vigliaccamente per mostrarvi le sue foto e, che mi trovo, anche una mia da piccolo (si, lo so, mi sono rovinato crescendo).

E per una volta questo pensiero è diventato pubblico, ad uso sia di tutti coloro che la conoscevano, che di tutti quegli altri cui ho fatto andare il pensiero alla loro, di mamma.


sabato 20 settembre 2025

NON UCCIDERE

Non credo in nessun dio, ma se ricordo ancora bene dopo oltre mezzo secolo alcuni precetti del catechismo, i comandamenti non erano formulati in modo da dare spazio ad interpretazioni: ad esempio, "non rubare" non può essere tradotto "non rubare a meno che non sia per il partito", come faceva uno che ha rovinato l'Italia ma riguardandolo alla luce della statura di quelli che sono venuti dopo era un grande statista.

Poi un non credente può anche non riconoscerli, o un credente violarli, i comandamenti, ad esempio desiderando la roba e la donna d'altri o non santificando le feste o mandando affanculo i suoi genitori, ma se ti dici credente allora è troppo comodo abbondare coi "si ma". Hanno ammazzato uno stronzo? si ma era uno stronzo, sentite cosa faceva e diceva: era tra "i responsabili del clima di odio" che lo ha ucciso... (letta sui social, e vabbè, ma sentita pure in TV...). Ebbene, si tratta di una capriola logica che sentita in chi si percepisce e dice di (centro)sinistra è se possibile ancora più odiosa e ingiustificabile che altrimenti.

Un po' come quando leggi quello che ha in mente di fare l'ineffabile UE con la nostra sfera privata: approvare un regolamento che consente agli organi di polizia di poter scansionare senza alcuna autorizzazione tutti i messaggi e le foto delle chat private a livello continentale. Alla faccia della privacy. Immaginate ora che una norma del genere avesse tentato di introdurla un Berlusconi: sentite oggi l'uno per cento delle proteste che sentireste da sinistra in tal caso? Ma già (com'era?), noi siamo il giardino del mondo, la culla e il baluardo della democrazia... Possiamo pure fomentare una guerra che senza UE sarebbe già finita, con la legittima restituzione alla Russia delle zone russofone dell'Ucraina finite indebitamente e inaccortamente dentro i suoi confini sotto l'Unione Sovietica.

Basta raccontarsi solo la mezza messa, come ad esempio fa Elina "MissSimpatia" Svitolina intervistata in quanto tennista: "non si può restare neutrali di fronte a guerre e atrocità" va bene se lo applichi tu a quello che ha fatto Putin dal 2022, meno se uno lo applica a quello che ha fatto l'Ucraina (dopo un colpo di Stato, occorre sempre ricordarlo) ai territori russofoni dal 2014 al 2022. Che poi è lo stesso paradigma condiviso dalla maggioranza degli israeliani (no, non è tutta colpa di Bibi...): i terroristi sono loro, la nostra è rappresaglia legittima a prescindere dalle sue proporzioni. I potenti sono i responsabili delle guerre, ma è il consenso dei popoli la loro benzina.

Ora, se in guerra è accettabile (ma per tutti) la sospensione del giudizio (le uccisioni non sono assassini, le etichette "strage" "eccidio" o "genocidio" verranno applicate nel tempo secondo proporzioni e secondo chi ha vinto), in tempo di pace no. Per cui bisogna guardarsi allo specchio e rispondere: l'omicidio politico è ammissibile? E a chi si sente democratico/liberale/progressista e si risponde di si non resta che usare lo specchio per sputarsi in faccia. Questo, in breve; per esteso leggetevi questo articolo da Linkiesta che mette letteralmente all'angolo, fin dal sottotitolo: "Visto che tutti rappresentiamo per qualcuno un’inaccettabilità ideologica, non sarebbe più prudente stabilire che, se le mie ti sembrano idee di merda, comunque eviterai di spararmi?".

venerdì 12 settembre 2025

L'UOMO-CANNONE

Non so se è originale, probabilmente no, ma in questi giorni, alle prese con gli acciacchi dell'anzianitudine che mi mandano continui ultimatum di resa che continuo a fingere di non ascoltare, mi è venuta in mente una metafora dell'esistenza, peraltro collegabile a una vecchia barzelletta.

Se uno viene sparato da un cannone abbastanza potente da assicurargli una parabola lunghissima, in ogni singolo istante in cui questa parabola si svolge può legittimamente sembrargli di stare volando, anzi addirittura può raccontarsi di saper volare. Il suo in effetti è, un volo, solo che la propulsione che glielo consente non sta nei muscoli che gli fanno muovere le ali, o nel carburante che alimenta i suoi motori, ma solo nella spinta iniziale del cannone, che magari lui ha già dimenticato. Fino a che gli effetti di tale spinta durano, in effetti, egli può godersi il viaggio, osservando il paesaggio o facendo capriole poco importa. Ma verso la fine di quegli effetti, comincerà ad avvertire la perdita di velocità e il cambiamento di angolazione; può allora iniziare a pensare alla ineluttabile conclusione della sua traiettoria, l'impatto al suolo, e a come non ci sia assolutamente modo né di evitarla né di minimizzarne le conseguenze, oppure proprio per questo decidere che pensare all'atterraggio avrebbe come unica conseguenza sprecare gli ultimi tratti di volo, concentrandosi sui modi che gli consentono invece di goderseli tutti nel modo che gli sarà possibile.

A questo punto la vecchia barzelletta sarà tornata in mente anche a voi. Per chi non avesse l'età, dato che il politically correct oggi impedisce la circolazione di certe cose, è più o meno questa: a un tizio che si sporge dal parapetto del belvedere di un grattacielo gli urlano di non sporgersi che se cade muore, lui si sporge, cade, e durante la caduta a ogni piano si dice 'visto? sono ancora vivo!'.

L'antifona, per chi non l'avesse ancora capita, è questa: la vita non è quello che sembra. Non è un volo, è una caduta. La morte non è il suo contrario, è il suo indispensabile complemento. E l'unico modo di non conoscerne la parabola discendente è morire prima, durante la fase orizzontale se non nella parabola ascendente. Nascere è, cominciare a morire. Ma questo solo dal punto di vista diciamo così personale e filosofico. Perché la morale di queste storielle ha anche un altro risvolto diciamo così storico e sociale.

Avrete sentito anche voi, impossibile non sia così dato il martellamento mediatico, la storia dei droni russi abbattuti sui cieli della Polonia e del conseguente appello all'articolo tot della NATO nonché ammassamento di truppe al confine con Russia e Bielorussia. Puzza di false flag lontano un miglio, di quelli che prima o poi la Storia gli rende giustizia, come l'11 settembre per intenderci, o Tonchino. Come ha ricordato Barbero alla festa de Il fatto quotidiano, nella storia ogni volta che c'è stato un riarmo prima o poi un pretesto per fare scoppiare una guerra lo si è trovato. Pretesto falso, perché in ogni guerra la prima vittima, perché comincia a morire prima ancora che inizi la guerra stessa, è la verità. Falso, e noi in Italia dovremmo saperlo benissimo, pieni come siamo nel recente passato di stragi e attentati raccontati in un modo che invece avevano tutt'altra genesi e natura.

Ebbene, stiamo precipitando verso la guerra, guidati da una classe dirigente europea che se c'è una giustizia passerà alla storia come l'accozzaglia di criminali che è, eppure non ci crediamo, non ci possiamo credere, e anzi continuiamo a credere alle storielle che ci raccontano su quanto è cattivo Putin. Ogni passo che viene compiuto verso il baratro, ci sembra una conferma che forse allora non arriverà mai. E invece.

Invece o chiudiamo questo baraccone chiamato UE con annessi e connessi, o ci precipiterà verso la povertà con tutti gli strumenti a sua disposizione, compresa una bella nuova guerra mondiale. Magari non riusciremo a impedirla, questa guerra, ma almeno come sottolinea Cardini in questa sua lodevole iniziativa, facciamo che non sia in nostro nome.

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