venerdì 26 giugno 2020

IL BAAARATRO!

Immagine dal sito Ovidio news
Sentito dire a questi facciatosta che non dovremmo lamentarci: la manovra che stanno facendo ammonta a oltre 50 miliardi, la più grande del dopoguerra. Ovviamente, il cronista che riportava la dichiarazione, avendo come tutti i suoi colleghi da tempo abdicato per campare anche al minimo sindacale di etica professionale, non si è sognato nemmeno di obiettare, o chiosare, che la manovra ammonta però a meno di un decimo del danno fatto bloccando indiscriminatamente tutte le attività economiche del Paese per fronteggiare una presunta emergenza di una zona circoscritta (quella in cui si sono riscontrati gran parte dei nuovi contagi anche in fase 2 e 3).
A guardarmi attorno, temo che resterà un sogno, ma almeno i sogni non sono ancora vietati, e io sogno che un giorno questa gente venga chiamata davanti a un tribunale a rispondere delle proprie colpe, che potrebbero andare dall'alto tradimento, ove venisse dimostrata in qualche modo la loro eterodirezione magari dietro compenso (sui piddini in realtà le prove sono abbondanti e annose, sui grillini mai me lo sarei aspettato e ben mi sta, e i presunti fondi chavisti hanno tutta l'aria di una fake news messa li a coprire ben altre provenienze e destinazioni), alla seminfermità mentale, ove si dimostrasse che davvero credevano necessario, per combattere una influenza più tosta del solito, infliggere più danni di un conflitto bellico senza avere la minima intenzione, poi, di fare l'unica cosa che bisognava fare per ripararli: uscire dalla UE (vota Paragone, non mi fido più nemmeno di Di Battista) e stampare soldi. 
Ma intanto che sogno resto sul dettaglio, e vi parlo di alcune cose spicciole (di cui una mi riguarda da vicino), casomai aveste ancora bisogno di convincervi che siete guidati da criminali o da deficienti, e non si sa cosa è peggio delle due cose.
Editoria. Già l'Italia non era un posto dove si leggeva molto. Ma i dati dell'impatto del lockdown sull'industria del libro sono da bombardamento a tappeto: dimezzati persino gli acquisti on-line, che in altri settori sono stati gli unici a resistere, in libreria siamo attorno a un taglio di due terzi. Il fatto che la promozione editoriale del mio Sushi marina si sia svolta nel mese di febbraio (ho preso uno degli ultimi aerei da e per Reggio per presentarlo) è solo una gocciolina nel mare, ma per me, capirete, conta: non che contassi di farne un best seller, ma un "che sfiga!" lasciatemelo dire. E poi magari cercate di procurarvelo da qualche parte, vi giuro che amaro ma si ride, vi volerà tra le mani.
Vaccino. Siamo alle barzellette. Un qualunque farmaco perché venga inserito in prontuario necessità mesi o forse anni di sperimentazioni in doppio cieco: si prendono due gruppi di malati statisticamente simili e a uno si somministra il farmaco all'altro solo eccipienti, senza dire a nessuno cosa gli si è dato, poi si confrontano statisticamente i risultati. L'ho detta semplice, e un po' più complicata ancora è con gli effetti collaterali e le controindicazioni. Questi, tradendo la loro intenzione primigenia, vogliono iniettare ai nostri figli un qualcosa testato in fretta e furia: attenzione, ce n'è abbastanza per un classico "dovranno passare sul mio cadavere". Anche perché: (1) questo virus non è pericoloso per i giovanissimi, (2) quello che girerà l'anno prossimo sarà come minimo quel tanto diverso che il vaccino sarà inutile, e (3) pare che le zone dove c'è stato il livello di contagi e mortalità che ha spostato le medie nazionali siano proprio quelle dove poco prima era stata fatta una massiccia campagna di vaccinazione antiinfluenzale. No pasaran!
Distanziamento. Per le stesse ragioni di cui sopra, costringere i nostri figli a stare a scuola senza toccarsi o abbracciarsi, magari separati da plexiglas, o peggio di peggio per ore con la inutile e anzi perniciosa mascherina, è una follia da combattere in ogni modo. Anche senza condividere il timore che si tratti proprio di manovre volte a cambiarne le attitudini sociali, leggi impecoronirli fin da piccoli, è una impostazione da sperare fino alla fine che non passi, e se no combattere con tutte le forze. . 
Economia. Non ci sono cazzi. Se ci sarà ancora consentito di votare in libere elezioni, dobbiamo sostenere qualunque schieramento che si dichiari apertamente, convintamente, motivatamente e senza equivoci, di ispirazione keynesiana. Non riusciremo a cambiare i trattati UE in modo che ce lo consenta, arrendiamoci e molliamola. E qualunque altro discorso, quindi in primis tutte le fesserie che Conte e sodali strombazzano in tutti i TG ogni giorno, sono bugie patentate, fumo negli occhi che ha come unico obiettivo confonderci e prendere tempo, fino a che, avendo chiesto altri prestiti in qualunque forma sia, non sia troppo tardi. A quel punto ci toglieranno gli ultimi contratti di lavoro garantiti, la casa, e i risparmi privati. Vedrete, e io vi dirò che ve l'avevo detto, senza pietà. Anche prima di questa cosa che ha avuto l'impatto di una guerra mondiale, ma a maggior ragione dopo, serviva una banca centrale vera, che stampi i soldi che servono e li inietti nell'economia reale, non in quella finanziaria come fa la BCE. Anche se siete europeisti, e vorreste che questa banca fosse la BCE stessa, arrendetevi al concetto elementare che non essendo questa cosa utile a tedeschi e sodali non ce la concederanno, e dobbiamo fare da soli, o uniti agli altri Paesi mediterranei. Non c'è alternativa: o questo, o il baratro.

domenica 21 giugno 2020

PATRIOTI O CRIMINALI? BRIGANTI O PARTIGIANI?

L'impagabile professore Stilo ce la spiegò così:"Garibaldi
è partito da Quarto con mille smorbillati e com'è come non è
ha conquistato tutto il sud, poi il re Bagonghi gli ha detto
'
dammelo', e lui gli ha risposto 'obbedisco!', e ci ha rovinati!"

Torniamo su un argomento caro sia all'autore, che spesso ne ha scritto su questo blog, che al sottoscritto, come dimostra tra gli altri questo post che tratta, sia pure con un taglio diverso, proprio di uno degli episodi bui citati da Pasbas. Siamo tutti italiani, ormai, è vero, e nessuno può dirlo meglio di un meridionale che come tanti suoi conterronei ha vissuto un po' ovunque nel Paese facendo amicizie dovunque sia stato. Allo stesso modo, un giorno forse saremmo tutti europei, e in parte già lo siamo, se è vero come è vero che per fortuna forse sono passati i tempi di Nino Manfredi biondo tinto che non resiste al gol della nazionale e si tradisce. Forse. Ma questa Unione Europea così come è stata concepita, a esclusivo vantaggio di alcuni e a danno di altri, fino alla cronaca della vergognosa gestione degli aiuti post-coronavirus (al di là degli annunci strombazzati sulla stampa, arriverà una frazione di quello che servirebbe, arriverà tardi, e lo pagheremo caro e amaro, al punto che non si può condannare chi ci vede dietro un disegno), è esattamente l'opposto di quello che servirebbe a unire davvero gli europei, a farli sentire membri di una Nazione unica. E si, ha ragione chi ancora ha il coraggio di dire chiaramente che quando la si demolisce o la si lascia è sempre troppo tardi: i grillini hanno smesso di farlo, ma ci avevano preso il 33% e ora prenderanno meno di un terzo. Allo stesso modo, l'Unità d'Italia è stata esattamente l'opposto della retorica che ci hanno inculcato a scuola e di cui è ancora imbevuta la storiografia ufficiale. Ed è colpa di questo processo sbagliato e criminale (definizione che vale anche per la UE, si) se è sorta la cosiddetta "questione meridionale", se si è creato e poi ampliato il gap tra figli e figliastri, si è tardata e sabotata l'integrazione tra gli italiani, che nella misura in cui è avvenuta comunque, lo ha fatto nonostante, e non grazie a, quel processo di annessione a esclusivo interesse di una parte che si è ignobilmente chiamato Risorgimento. Questa è una verità storica che dovrebbero conoscere e riconoscere per primi i settentrionali. Si, quelli colpiti da un'epidemia di chissà cosa per cui sono stati chiamati a pagare il conto economico e hanno pagato disciplinatamente anche i meridionali, che ne sono stati totalmente lisciati, e chissà se fosse successo il contrario se loro lo avrebbero accettato altrettanto di buon grado; esattamente come cent'anni fa furono i terroni a morire a migliaia e migliaia sul fronte per conquistare territori che forse manco volevano essere conquistati. 
E questo mi permette di introdurre per il meglio il post di Pasbas. Quando vivevo a Trento mi è capitato di cercare casa nei dintorni. Di Trento, non sto parlando di Bolzano, li sarebbe peggio. Ebbene, ho parlato di persona personalmente con anziani che consideravano Cesare Battisti, il patriota cui in tutta Italia è intitolato di tutto, un terrorista, come il suo omonimo brigatista in cronaca, di cui aveva magari ancora più morti sulla coscienza. Definire uno che decide di combattere per una causa un criminale o un eroe, dipende solo da chi racconta la storia, se è dalla parte di quella causa che poi ha vinto oppure no. Ficcatevelo nella zucca. Ecco perché Pasbas fa bene ad esprimersi così.

Brigante, a chi? Tutta un’altra storia

di Pasbas

Premessa

Caro lettore, i numeri sono numeri e quelli del censimento del 1861, peraltro forniti dall’invasore piemontese, parlano da soli. Forse così freddi e asettici possono fornire comunque alcuni indizi preliminari sui temi trattati in queste mie "memorie storiche di un calabrese storicamente incazzato". La storia non appartiene al passato, come gli inetti e i furbetti vorrebbero farci credere, la storia appartiene alle persone con capacità critica, certo va sempre attualizzata sulla base dei dati aggiornati di situazioni pregresse ad essa riferite (un esempio su tutti, il lager di Fenestrelle, ignorato dalla storiografia ufficiale fino a pochi anni fa). La storia dell’Unità è, per esempio, un indispensabile strumento di previsione della futura evoluzione socio-politica di questo martoriato e impoverito (insieme culturalmente ed economicamente) Paese. Gramsci sottolineava, nei suoi appunti sulla “Quistione Meridionale”, come la deliberata e violenta esclusione dei cafoni dal cosiddetto processo unitario avesse creato in Italia dei guasti profondi e le premesse per la barbara dittatura dei piemontesi (interpretata e diretta dall'autoproclamatesi dittatore garibbardo, il noto mercenario che agiva sotto la regia massonico-mafiosa di quel tale camillo denso conte di bronte), a loro volta premessa fondamentale per l’instaurarsi della altrettanto infame dittatura nazi-fascista; lo sappiamo tutti che quanto a dittatori beceri e spietati non ci facciamo parlare dietro. Egli sottolineava come il processo unitario avesse paradossalmente generato un cesura devastante tra Nord e Sud d’Italia, addirittura approfondita dallo scellerato e criminale governo fascista degli anni bui del novecento (non dimenticare lettore che sono convintamente e consapevolmente un partigiano del Sud di ieri, del Sud di oggi e del Sud di domani). 

Ma quale Brigantaggio? La guerra civile 1861-1871

L’infame destra storica con a capo l’infame conte camillo denso (di sterco)e ladrone di cavour

A cavallo del 1861 la destra storica di cavour e suoi sodali intraprese una folle e lucida pulizia etnica nel Regno delle Due Sicilie (Ulteriore e Citeriore). Col concorso della sinistra del tempo dei garibaldi e dei crispi e al servizio dei noti criminali savoia, questa organizzazione massonico-mafiosa uccise il Sud attaccandolo nei suoi elementi costitutivi (apparato politico e militare, economia e organizzazione sociale) e insieme, attraverso l'esaltazione retorica e inverecondamente falsa della annessione, cultura millenaria quasi azzerata. Destra che ha creato nel tempo i suoi degni discendenti, da mussolini a craxy e berlusconi, da lauro a vittorio emanuele secondo e attuali fantocci ballerini assassini e puttanieri, da agnelli coi suoi agnellini al delinquente della fca marchionne coi suoi fassini. E che dire della sinistra storica (antesignana del PD odierno) che con la sinistra non ha mai avuto nulla a che fare, essendo dei liberali liberisti anche loro, forse solo meno sanguinari degli altri, ma no direi di no, uguali in tutto e per tutto e addirittura più infidi e più lacchè, ascari della destra a sua volta lacchè della società a delinquere di stampo mafioso-massonico con sede a Londra. Sono questi gli illuminati che fecero l’unità e crearono gli (ancora attualissimi nonché diffusissimi) italioti.

Casalduni, Pontelandolfo e gli intrepidi piemontesi

Pontelandolfo 14 agosto 1861, ore 3.30 am. Il paese era tornato sotto il controllo dei lealisti e con i suoi seimila abitanti dormiva sonni tranquilli. I Partigiani del Sud, avvertiti dal loro servizio informazioni, sapevano di un grande movimento di truppe diretto verso il paese, quindi si appostarono per attaccare in cinquanta, con tecniche di guerriglia degne del Che, gli oltre 900 assassini bersaglieri al comando di de sonnaz e negri, vili lacchè del criminale pluridecorato cialdini. La spedizione punitiva fu la vendetta per i 40 bersaglieri uccisi in azione militare dalle bande del Sud. Cialdini: “distruggete i due paesi (l’altro era Ponte Landolfo) i cafoni devono pagare con la vita questo affronto”. Negri, comandante dei cinquecento eroici bersaglieri, durante l’assalto gridò ai suoi: “Questo paese ha seimila abitanti, li voglio tutti morti!.... Morte ai cafoni, morte a questi terroni figli di puttana.... Ammazzateli tutti senza pietà, uomini donne vecchi e bambini, non voglio testimoni, diremo che sono stati i briganti”. Ecco cosa si insegnava nelle accademie militari piemontesi! In quelle borboniche invece “rispettate i prigionieri e curate i feriti “. A quel punto il comandante dei cinquanta partigiani Giordano diede ai suoi l’ordine di sparare sui militari ferendone e uccidendone una ventina; il piano era quello di provocare la reazione dei bersaglieri e di farsi inseguire tra i boschi per distogliere comandanti e truppe dall'attacco diretto premeditatamente al paese. Ma accadde l’incredibile, cosa che solo una masnada di criminali senza dignità poteva mettere in atto: i cinquanta guerriglieri fuggirono a cavallo verso la macchia mentre negri, immondo criminale di guerra, invece di inseguirli sguainò la spada e, puntandola vero Pontelandolfo, urlò ai suoi “avanti savoia, massacriamo questa canaglia!” (Parlandone in giro la risposta più stupefacente me l’ha data un amico comunista: “sono effetti collaterali...”!?) Chiedo a te lettore ( e all'Anpi): allora, come considerare gli episodi di S.Anna di Stazzema, Marzabotto, Fosse Ardeatine, Ghetto ebraico di Roma? Spero caro amico che ripensi alle cazzate che hai detto sui cafoni come me e che chiederai umilmente scusa a tutte le centinaia di migliaia di morti che vennero trucidati dai barbari piemontesi nel progredito Sud!

I gloriosi bersaglieri, cialdini (c minuscola come la sua dignità) criminale tra i criminali, merdaccia tra le merdacce (con i suoi sottoposti), i garibaldini con garibbardo e nanetto bixio e gli altri eroici criminali che eseguirono la pulizia etnica

Cialdini, criminale di guerra (non dichiarata). De sonnaz, detto requiescant, criminale di guerra (non dichiarata). Negri, criminale di guerra (non dichiarata). Camillo denso il melenso, ladrone di cavour (che non conosceva la lingua italiana e parlava solo francese) per il censo, stratega preferito dal generalissimo garibbardo (detto l’Houdini del risorgimento) e vero burattinaio massone di tutta la farsa (un misto di Andreotti, Berlusconi e Gelli ante litteram), criminale di guerra (non dichiarata). Garibbardo il ribbardo (finanziato direttamente con i soldi della massoneria britannica), mercenario vile e criminale di guerra (non dichiarata). Nanetto bixio (eroe nazionale e autore della strage di Bronte e di altre sanguinose repressioni su ordine del generalissimo), criminale di guerra (non dichiarata). Crispi, chiamato crispella dai terroni, primo ministro nel primo governo di “sinistra” della storia italiana e mandante della infame strage di centinaia di siciliani durante la ribellione dei Fasci Siciliani (degni anticipatori dell’indegno d'alema che ordinò, servo e lacchè della nato, di bombardare i nostri fratelli serbi). E tante altre merdacce del nord e centro-nord, eroi di questa farsa che loro e gli storici hanno chiamato risorgimento. Eccoli elencati, di seguito i dettagli. Nota: ti sarai accorto caro lettore come abbia volutamente usato le lettere minuscole per nomi e cognomi di coloro che disprezzo dal profondo del mio cuore calabrese: sai bene che al cuor non si comanda, ergo sento che mi perdonerai per questo mio ardore.
Leggi di seguito e trema, di alcune delle infamie che questi vili debosciati hanno commesso in nome dell’Italia unita.
L’eroe massone e vergogna nazionale garibbardo, grande incantatore di serpenti, dopo la conquista di una, splendida fino allora, capitale senza difesa, nella sola Napoli mise in galera migliaia di persone e ne fucilò almeno seicento. Come primo atto dittatoriale svuotò il caveau del Banco di Napoli, contenente i soldi dei piccoli risparmiatori del Regno ed i valori della Corona, per ripianare il debito pubblico dei piemontesi. Il servo dei massoni britannici, con i suoi garibaldini, fece arrestare in piena notte dell’8 agosto oltre 100 napoletani tra cui ex-militari del disciolto esercito borbonico. Essi furono tradotti a Genova con una nave e processati per alto tradimento (traditori perché rimasti fedeli all'esercito e alla marina borbonici e al re Francesco II). Quando le truppe dei Partigiani cominciarono, colla tecnica della guerriglia a sconfiggere i piemontesi, questo truffatore mercenario pusillanime, con i soldi della solita cosca massonica britannica, arruolò 8 mila mercenari della peggiore feccia europea, spietati ungheresi in primis. Prima ancora, il grande illusionista promise agli ignari contadini siciliani terre e giustizia; ingannati dalla sua eloquente retorica i paesi di Bronte, Regalbuto, Racalmuto, Randazzo, Capaci, Cefalù e tanti tanti altri, insorsero contro i proprietari terrieri al grido di “Abbassu li cappeddi, vulimu li terri” (cappeddi chiamavano i latifondisti siciliani). Chi represse quei moti nel sangue non furono, come ci si potrebbe aspettare, gli scherani armati dei latifondisti, e no caro ed attento lettore, furono invece gli stessi garibaldini il cui miserabile generalissimo garibbardo aveva loro promesso terre, giustizia e libertà. Ubbidendo agli ordini del console britannico di Catania, l’infame john goodwin, garibbardo col suo degnu cumpari nanettu bixio, decisero di infliggere a Bronte e ai suoi cittadini una punizione esemplare per essersi ribellati al potere e ai diktat dei padroni britannici, massoni alleati della nascente mafia (mafia e camorra furono usate e qualificate come componenti del processo rivoluzionario proprio da garibbardo) e finanziatori della spedizione dei mille. Nanetto bixio dichiarò immediatamente a Bronte lo stato d’assedio, imponendo una pesante tassa di guerra ai cittadini e pretendendo la consegna di tutte le armi presenti nel paese, pena la fucilazione immediata. Come evidenziato in un noto film di Vancini, solo gli anarchici, poverissimi e diffidenti carbonai (carbonai, non i massoni carbonari, attenzione) rifiutarono di farlo, tornando immediatamente nei boschi dove vivevano e lavoravano. I vili garibaldini, come al solito, non tentarono neanche di inseguirli per paura di essere colà annientati. E i patrioti pro unitari che rimasero nel paese? Semplice, a scanso di equivoci e per accondiscendere vilmente gli ordini impartiti dall'infame console britannico, alle 8 p.m. del 9 agosto 1860, il nanetto decise senza neanche un processo sommario di fucilarli tutti, patrioti democratici che nulla avevano a che fare con la violenta rivolta dei giorni precedenti. E fu così che l’intellettuale liberale avvocato Nicolò Lombardo, Nunzio Spitalieri Nunno, Nunzio Samperi Spiridione, Nunzio Longhitano Longi, Nunzio Ciraldo Fraiunco, tutti liberali pieni di speranze nell'Italia Unita, furono fucilati nella piazza del paese la mattina del giorno successivo, 10 agosto 1860. Giustizia era fatta, i finanziamenti ulteriori alla gloriosa ed eroica spedizione erano garantiti. Avanti Savoia! Viva il re galantuomo. A Roma direbbero “che siate maledetti, avete proprio la faccia come il culo!
Altro capitolo di questo psico-dramma tutto italiano. A Casalduni i partigiani catturarono un drappello di 44 bersaglieri comandati dal toscano bracci, dopo averli inseguiti e braccati per ore. Portati nella piazza del paese (Largo Spinelli) ne fecero giustizia sommaria, un atto richiesto dal popolo (ok: assurdo, sanguinario e spregevole,  inaccettabile e comunque ingiustificabile, lo deve ammettere anche un facinoroso come me); tra l’altro il sergente della compagnia aveva eliminato il suo comandante bracci per incapacità, a colpi di pistola. 13 agosto 1861, cialdini a questo punto per vendicarsi (non dei bersaglieri assassinati ma dell’affronto subito dall'esercito piemontese) ordinò a de sonnaz (detto requiescant per i suoi modi generosi e raffinati) di marciare da Benevento verso i paesi di Casalduni (molti dei briganti della banda di Giordano erano originari del paese) e Pontelandolfo (non un solo partigiano veniva da lì), al comando di 900 bersaglieri tiratori scelti. L’infame e spietato assassino negri procedeva al suo fianco colla sua colonna di bersaglieri, infami criminali. Verso Casalduni muoveva un’altra “colonna infame” al comando del sodale melegari e 400 bersaglieri assassini. Iacobelli in una missiva a cialdini scrisse: “Invoco la magnanimità di sua eccellenza affinché i due paesi citati (Pontelandolfo e Casalduni) soffrano un tremendo castigo che sia d’esempio alle altre popolazioni del sud”. Cialdini comandò: “distruggete i due paesi, i cafoni devono subire una punizione esemplare per la sfida fatta al piemonte”. Il comandante dei ribelli Giordano disse ai suoi: “non dobbiamo sostenere scontri diretti, useremo la tattica di sempre, Guerriglia! Spariamo e fuggiamo” (i Partigiani erano 50 ca. contro 900 bersaglieri, una lotta impari). Giordano e i suoi spararono a raffica dai boschi uccidendo 25 bersaglieri, il piano era infatti attirare la colonna verso il bosco e salvare così Pontelandolfo. negri il boia invece diresse i suoi verso il paese ordinando: "avanti savoia! Massacriamo questa canaglia in nome di vittorio emanuele II", 2 volte feccia. Durante la carneficina seguente negri, non sazio del sangue dei civili versato (e sapendo che il paese non aveva mai dati i natali ad alcun brigante) gridò ai suoi: “Ammazzateli tutti, non voglio testimoni, diremo che sono stati i briganti”. Ancora il merdaccia negri: “quei luridi cafoni hanno ammazzato 40 soldati piemontesi, 40 eroi. Per ogni soldato 100 cafoni capito?” (la popolazione totale di Pontelandolfo era di 4500 abitanti, i conti tornavano, il boiaccia in matematica non era poi malaccio). Cialdini, negri, de sonnaz, rossi erano chiaramente tutti affiliati alla massoneria di rito scozzese e finanziati da questa organizzazione criminale. Alla fine del massacro de sonnaz e negri dissero ai loro accoliti: “soldati oggi avete scritto una pagina memorabile per la storia d’Italia......il ricavato del saccheggio è vostro! Forza Italia (questo ti richiama qualcosa alla memoria caro lettore? ) w l’Italia!”; cialdini ordinò quindi a piola-caselli (a me quelli col doppio cognome stanno proprio sui coglioni) di imporre al boia melegari: “...quei due paesi devono essere rasi al suolo e i suoi cittadini massacrati.....ai suoi abitanti faccia desiderare la morte. Ha ben capito?” il prode melegari partì il 13 agosto 1861 verso Casalduni, ma i partigiani avvertiti avevano ordinato l’esodo dei paesani verso le montagne; così le perdite di vite umane furono poche ma il paese fu raso al suolo senza pietà. Stesse ruberie, stessa sete di sangue e di piastre turche, esattamente come a Pontentelandolfo.

Facciamo i conti

Hitler, Kappler, Reder, Priebke e altre centinaia di ufficiali tedeschi furono giudicati e condannati come criminali di guerra e non ne esistono riferimenti nella toponomastica tedesca, mentre ai criminali di cui ho scritto sono intitolate piazze, strade e monumenti! E alle Fosse Ardeatine fu ordinato ai soldati della Wermacht di fucilare 300 e passa civili per vendicare i 30 kameraden uccisi a via Rasella: un breve calcolo ci conduce a 10 fucilati per un tedesco ucciso. Nel caso prima riportato cialdini ordinò ai suoi lacchè di uccidere 100 civili innocenti per ogni bersagliere ucciso, conti presto fatti. 45 piemontesi morti X 100 = 4500 innocenti (donne bambini neonati vecchi preti) massacrati! Come si dice? la matematica non è un’opinione. Caro lettore io Partigiano del Sud sono reo confesso, ti ho esposto in modo assolutamente partigiano e parziale, solo alcuni degli eventi di estrema brutalità e barbarie dei cosiddetti padri della patria, a te l’ardua sentenza.

P.S.

Questi bastardi, progenitori degli infami autori della strategia della tensione degli anni 70-80 del 900, progettarono ed eseguirono la prima strage di Stato, affondando, sembra con una bomba, il vascello che doveva portare dalla Sicilia al continente il rivoluzionario e poeta Ippolito Nievo, facente parte degli idealisti veri che animarono la fantomatica spedizione dei mille (non tutti erano ovviamente mercenari acquistati da camillo denso il melenso con i denari massonici). A questi era stato assegnato, per sua disgrazia e da garibbardo in persona (che così contava di poterlo controllare), il ruolo di cassiere e contabile della spedizione e quando i conti non gli tornarono.....ma questa è un’altra storia che spero di poter raccontare a te, caro ed esausto lettore, se avrai ancora voglia di ascoltare queste mie farneticazioni da irriverente e pazzoide partigiano del Sud.

P.S. 2

Mi preme sottolineare la differenza tra massacro e genocidio, molto importante per la comprensione di quanto ho scritto. Quando l’esercito USA entrava negli accampamenti degli indiani nottetempo e li radeva al suolo sterminando tutti gli esseri viventi che trovava, ecco in questo caso si parla di massacro. Quando invece il governo statunitense decise di annientarne la cultura, il modo di vivere, le tradizioni, deportando le varie tribù in terreni poveri e confinando guerrieri e cacciatori in ambiti ristretti e senza possibilità di movimento, ecco che in questo caso si parla di genocidio. Per assurdo un genocidio può essere perpetrato anche senza spargimento di sangue, semplicemente strappando le radici che legano un popolo alle sue origini, uccidendone la memoria storica, le usanze e soprattutto la cultura. In fondo mio fedele e paziente lettore, cos'è la globalizzazione se non un genocidio globale, il primo nella tormentata storia dell’umanità. Meditate gente, meditate. Tanto ne riparliamo.

lunedì 15 giugno 2020

RADIOCIXD 21: HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA

Se dico "Piero Ciampi" la maggior parte di voi risponderà "chi?". Niente di strano, anzi a dire il vero capitava anche a me adolescente, eppure era ancora vivo; il fatto è che era talmente fuori da qualsiasi schema che non solo a fine anni 70 non lo passavano più in TV ma nemmeno le radio libere lo hanno mai considerato tanto: troppo anni 60 come stilemi musicali, troppo poeta maledetto come scrittura e comportamento di vita, e troppo avanti come contenuti testuali come era, restò in modi diversi fuori moda per tutta la carriera e tutta la vita, finita presto per un brutto male. Ma un giorno in radio arrivò un album di Gino Paoli, e già questo era strano: Paoli era un classico, ma dell'era dei 45 giri e di Studio Uno, non della leva cantautorale che andava per la maggiore e di cui aspettavi le nuove uscite a raffica di questo o quell'altro. Il disco era quello di cui parliamo oggi: Ha tutte le carte in regola.
Piero Litaliano
(così si era fatto chiamare agli inizi, per lo più, il cantautore livornese), era morto da poco, e l'amico Gino aveva voluto omaggiarlo interpretando alcune delle sue canzoni, avendo anche cura di arrangiarle in chiave contemporanea, "svecchiandole" parecchio (ci suona dentro, per dire, gente ai tempi in giro con Pino Daniele come Toni Esposito e Rosario Jermano) e così rendendone molto meno faticoso l'ascolto a chi aveva le orecchie plasmate dalla generazione successiva di cantautori. Non so se fu proprio perché l'esperimento funzionò, fattostà che Paoli presto applicò il procedimento anche alla propria produzione, riuscendo ad attualizzarsi fino a giungere ai giorni nostri (fino a incontri jazzistici di primissimo livello, peraltro) senza mai apparire "datato", come invece capitò presto o tardi a quasi tutti quelli che erano venuti fuori con lui ai tempi di Sapore di sale o La gatta. In ogni caso, questo non è né il primo né l'ultimo episodio in cui Paoli si segnala per l'attenzione nei confronti dei colleghi/amici: uno per tutti, che gli basterebbe per un posto nell'Olimpo anche se non avesse mai scritto niente di memorabile di suo (e invece ha scritto tante di quelle cose che le conoscete tutti senza che io le citi), è aver spinto e aiutato a trovare la sua strada in musica un certo Lucio Dalla, regalandolo al mondo.
Ma parlare di Piero Ciampi consente anche di citare un'artista straordinaria, anch'essa toscana, che fatico ad inserire in questa rubrica perché vi recensisco album, e di lei più che un album bisognerebbe parlare di tutta la carriera, e anzi di tutta la vita se non ci avesse pensato da sola con un'autobiografia godibilissima. Tra i (davvero) tantissimi colleghi di Ciampi che, forse anche grazie all'operazione di Paoli di cui parliamo oggi, gli hanno reso omaggio interpretando le sue canzoni, Nada invece incise un intero album di sue canzoni a inizio anni 70, sia per tentare di dargli una mano da vivo (l'alcolismo e diciamo così il rapporto difficile con le donne e con lo star system lo stavano consumando), sia anche in virtù di un gigantesco atto di coraggio artistico. Nada era infatti popolarissima, praticamente fin da bambina, e nelle sue fortunatissime apparizioni sanremesi, con canzoni che tutti conoscono, era teenager. Avrebbe potuto, volendo, restare sul pezzo ed avere una carriera convenzionale di grande successo anche economico. Invece registrò Ho scoperto che esisto anch'io, e da lì in poi tutta la sua carriera avrà un andamento di ricerca continua e sofisticata, magari senza quasi mai più enormi successi commerciali, ma di una solidità riconosciuta anche all'estero, che la rende un vero e proprio culto per molti appassionati (come il sottoscritto).
Ma torniamo all'album in esame. Non è semplice trovare tutti i tube delle versioni originali, per cui di alcuni brani li avrete di altri no, ma in compenso, dato che come vi dicevo Ciampi è di culto per moltissimi suoi colleghi (anche Zucchero gli ha rubato un verso, chetelodicoaffà senza citarlo), di qualcuno di essi oltre al video in cui canta Paoli vi metto anche i link a cover notevoli (e mi sono dovuto trattenere: ce n'è a decine).

1. Ha tutte le carte in regola
Testo di impressionante impatto autobiografico e autoironico. Paoli ha la genialata di mettergli un vestito reggae, che all'epoca si portava moltissimo. Si, avete sentito bene: Paoli reggae.
2. Livorno
In quanto riggitano ho sempre trovato semplice capire e amare le città con struttura simili alla mia, e le canzoni che le cantano. Ma qui siamo davanti a un intimismo estremo, non è certo davanti a una "Genova per noi" che ci troviamo.
3. Don Chisciotte
La metafora cervantesca è qui usata per montarci sopra la metafora della musica come arma. Spuntata, ovviamente.
4. Tu no
Questo è uno dei brani più noti, per cui è possibile che qualcuno lo abbia già sentito, in una qualche versione. Paoli lo modernizza, ma è talmente bello che non sarebbe servito.
5. Il merlo
L'artista squattrinato e senza ispirazione implora il suo merlo di comporre per lui. Un autentico colpo di genio.
6. Sporca estate
Pochi versi, ma taglienti come coltelli, ci fanno sentire una disperazione complicata e profonda, e comprenderne le radici in un tipo di esperienze che allora peraltro non erano diffuse come sono diventate nei decenni seguenti.
7. Io e te, Maria
Nota quasi come Tu no, e con ancora più cover, forse. Qui la versione di Bobo Rondelli, anche lui livornese e mezzo matto, al punto di aver chiamato il suo gruppo degli esordi Ottavo padiglione come il reparto psichiatrico del nosocomio cittadino. 
8. Il vino
Il testo coraggiosissimo di un alcolista dolceamaro, su una base che si presta a essere riarrangiata in mille modi, come infatti è stato. Paoli a parte, vi ho scelto la versione caposseliana, che non poteva mancare, e quella sofisticatissima dei La Crus del giovane Giovanardi.
9. Ma che buffa che sei
Qui il coraggio dell'autodenuncia è ancora maggiore, e lo capirete ascoltandola. Un testo così oggi, in tempi di dittatura del politically correct, forse non potrebbe nemmeno uscire.
10. Canto una suora
Qui invece il coraggio è della protagonista: una ragazza che decide di sciogliere i voti, comprendendo qual è "il vero sacrificio". Un personaggio a tutto tondo, di cui l'autore riesce a farci comprendere tutto in tre minuti.
11. Disse: non Dio, decido io
Non si può cantare il suicidio in un modo più efficace di così: in una soggettiva straziante, senza autocompiacimento, e senza titillare il velopendulo della commozione facile. E qui l'interpretazione di Paoli, è da dire, ci mette il carico da undici.

Se siete arrivati fin qui dopo aver ascoltato i brani, benvenuti nel club degli estimatori di Ciampi. Se avete saltato per leggere prima la chiosa, questa è: ascoltatevi i brani, noi del club vi stiamo aspettando.

martedì 9 giugno 2020

NO, NON CI CREDO

Quando si dice che una immagine a volte spiega più di mille parole!
Un grazie a questo blog che se l'è inventata, dando immediatamente
corpo a tutto quel disagio che provavo alla vista di certi balconi...
Non vorrei più scrivere di Covid ma è impossibile dribblarlo: la cronaca più disparata ne è imbevuta, e gli episodi quotidiani pure. Come quando una cara zia si stupisce che tu sia un "non-credente" (ha detto proprio così: "ma allora tu non credi al Covid!", denunciando inconsapevolmente la sintassi simil-religiosa che hanno dato alla loro narrazione i diffusori del Verbo), quando tu lo ammetti ti oppone la contabilità dei morti e la concretezza delle bare, e siccome la mossa non ti scalfisce ("ogni anno ci sono questi morti, la differenza è contarli e mostrarli o no", le hai risposto) ricorre all'argomento fine-ti-monto, che si può riassumere così: non è possibile che esista qualcuno così cattivo da aver voluto distruggere l'economia italiana per nulla. Esiste - le ho risposto - e conta proprio sul fatto che i "buoni" non riescono a credere che possa esistere gente così "cattiva". Esiste, e per sapere perché lo fa basta guardare ai risultati: erano i suoi obiettivi.
Fu lo stesso per l'undici settembre: quando, demolita in ogni dettaglio dalla logica e dai dati la versione ufficiale, l'unica ipotesi che resta in piedi è la demolizione controllata delle torri e quindi l'autoattentato per poter avviare una stagione di guerre e controlli interni che l'opinione pubblica altrimenti non avrebbe tollerato, la mente dei "buoni" reagisce, per proteggersi, rigettando la possibilità che possa esistere qualcuno così abietto, a tirare le fila della nostra presunta democrazia, poi... Il "cattivo" è più accettabile se è "altro": il terrorista arabo che prende un diploma per paiperino ed è subito in grado di pilotare un enorme jet passeggeri a pieno carico a volo radente fino a centrare un grattacielo (pazienza poi se i terroristi sarebbero sauditi e i "nostri" invadono l'Afghanistan, sempre arabi sono, no?), il ragazzo che dopo tre mesi di arresti domiciliari osa socializzare dietro un aperitivo, il tuo compagno di vagone che ha osato togliersi la (insana, fastidiosa, inutile e dannosa) mascherina.
Ovviamente non ce l'ho con le vittime della propaganda, zia compresa: che ognuno creda a quello che vuole, ci mancherebbe! Solo vorrei ricordargli che ai prigionieri dei campi di concentramento veniva fatto credere che venivano avviati a campi di lavoro (infatti, la tristemente famosissima scritta all'ingresso di Auschwitz era "Arbeit macht frei": "il lavoro rende liberi"), e a quelli che gasavano facevano credere fino alla fine che gli stavano per fare una bella doccia collettiva, certo è umiliante doversi spogliarsi nudi davanti a tutti ma che volete che sia è per l'igiene. Ci hanno rovinati: costretto una marea di piccole imprese lavoratori autonomi piccoli esercenti a chiudere, fatto passare il concetto che lavorare da casa tua senza orari ma a progetto è figo ("smart", e il 94% dei dipendenti pubblici intervistati ha dichiarato che lo continuerà volentieri anche a emergenza finita... ah, che bella la pulizia!), tolto ai nostri figli il contatto coi coetanei (e costretto gli insegnanti a inventarsi una didattica facendo le nozze coi fichi secchi) e ora si preparano a farli tornare sui banchi con mascherina visiera e barriere di plexiglas, vaccinandoli a cacchio (il vaccino anti-covid19 non servirà a nulla contro il prossimo virus, e comunque non è pronto né tantomeno sperimentato, così avranno delle cavie a costo zero) pena l'esclusione, e chissà cosa succederà agli adulti che dovessero rifiutarsi, magari invocando la nostra Costituzione, sia il vaccino che l'app Immuni... Il tutto per una roba che, tolta qualche enclave (chissà come mai, viene da chiedersi, e qualcuno inizia pure a trovare le risposte, proprio nei vaccini a cacchio fatti in massa proprio in quelle zone poco prima...) che alza la media, ha incidenza e pericolosità reali addirittura al di sotto della media delle normali influenze annuali. Se non sono mascalzoni, sono deficienti, e non so cosa è peggio.
Ma conosco un giochino che magari può aiutare: capovolgiamo il ragionamento. Immaginiamo che io e voi siamo degli esperti al soldo di quei quattro stramiliardari che si sentono al di sopra del resto degli umani (è umano, i soldi e il potere fanno questo effetto, anche in dosi molto minori: lo vedremo presto con la milizia civile anticovid, o come cavolo li hanno chiamati) e quindi in dovere di salvare il Pianeta. Sovrappopolazione, sovraconsumo di risorse non rinnovabili, modelli di sviluppo non compatibili con la continuazione della vita sulla Terra: come ne usciamo? ci chiedono... E noi: bisogna indurre in qualche modo quei popoli che hanno i modelli più "pesanti" ad abbandonarli, e/o ad estinguersi. Gli americani no: è vero che sono quelli con l'impronta ecologica più grande, si, ma ancora dominano sul piano militare, meglio lasciarli perdere. Concentriamoci sugli europei, specie quelli del sud che non hanno mai voglia di lavorare. Inventiamoci uno stratagemma che li convinca ad aderire liberamente a dei meccanismi economici che li costringano a cedere ricchezza un po' per volta, ma per decenni. Come? beh, controlliamo il mondo accademico e anche i mass-media, no? ebbene, usiamoli!!!! ah, avessero avuto i nostri strumenti i nazisti, oggi ancora avremmo ancora il terzo Reich - che poi sarebbe l'Europa unita sotto il comando dei tedeschi quindi il cerchio si chiude. Come dite? quei cavolo di italiani dopo trent'anni di avanzi primari ancora resistono? Hanno ancora un sistema di piccole imprese che se crolla la moneta unica, o se si svegliano e ne escono, ci mettono in mutande? Hanno ancora una marea di risparmi privati e case di proprietà? Scatenate Greta! E mi raccomando voglio tutto il mainstream che picchia sull'ambiente un giorno si e l'altro pure, accaventiquattro! Come dite? Non attacca? Si, coi piddini convinti si ma quelli sono sempre meno, e invece stri grillini sono antieuropei, no vax, giustizialisti e sovranisti. Bene, individuate i capibranco, portateli nella nostra direzione, e il gioco è fatto. Vogliono lo stesso più soldi, per accontentare la base? Ma non gli avevamo concesso già ben lo zerovirgoladue di deficit in più? Ok, va bene, ricorriamo all'arma letale, quella di cui quel cretino di Guglielmino da anni parla in tutte le videoconferenze, ve lo avevo detto io che era più pericoloso lui di suo compare Stefanuccio. La paura di morire, la paura di esseri invisibili che possono entrarci dentro col respiro, quella si che funziona, altro che la paura della procedura di infrazione europea! No, non serve creare in laboratorio un virus, che poi magari qualcuno se ne accorge pure: guardate questi dati, ogni anno muoiono nel mondo milioni di persone che hanno contratto un virus influenzale. No, non muoiono di influenza, muoiono con l'influenza, o di complicazioni dovute alle loro condizioni precedenti (età, povertà, eccetera) o di altre ragioni proprio: dobbiamo solo decidere di contarli tutti, e magari farli sparire senza autopsia prima che qualcuno si metta in testa di registrare la vera causa del decesso. Se ci sappiamo fare, ci faranno fare di tutto, e otterremo in pochi mesi quello che non siamo riusciti a ottenere in trent'anni di monetarismo. E saranno pure tutti grati a chi li ha "protetti"...
Non ho esagerato. Stiamo assistendo in diretta a un crimine di dimensioni epocali. E stiamo plaudendo ai criminali. E mentitori seriali: non c'è niente di vero in quello che ci raccontano. Il MES è una fregatura, anche se vi dicono che è senza condizioni e sono soldi che sarebbe un peccato lasciare. Un peccato invece è aver finanziato con soldi nostri quel fondo, ma sarebbe un delitto prendere a prestito gli stessi soldi dati da noi in regalo, anche se senza interessi o condizioni, perché un prestito va restituito e quindi sarebbe come pagare due volte, e perché se non glielo restituiamo vedrete poi, quando è troppo tardi, se le condizioni le aveva o meno. Stessa cosa per i sedicenti mega aiuti: dei 200 e passa miliardi annunciati, ammesso che arriveranno e quando arriveranno, oltre la metà sono prestiti (vedi sopra) e gli altri sono più o meno i nostri stessi soldi (il bilancio della UE lo finanziamo noi, sapevatelo); diverso sarebbe se fossero soldi stampati all'uopo dalla BCE (come fa la FED agli ordini di Trump, e si fa ovunque nel mondo degli Stati sovrani), ma questa per statuto non può farlo se non in favore del sistema bancario e finanziario (che poi è la stessa cosa: le banche se gli regali dei soldi non li usano per fare credito ma per comprare titoli), e i 400 di oggi si aggiungono ai quasi 1000 degli anni passati, nessuno dei quali arrivato all'economia reale cioè alle tasche dei cittadini. Uno scandalo che giustificherebbe una rivoluzione violenta, invece siete ormai tutti convinti che si tratti di leggi economiche immutabili e ineluttabili, e abbozzate.
Non so più come dirvelo. Aprite gli occhi. Obbedite pure alle norme, anche a quelle più assurde, se non volete guai. Ma non smettete di pensare, e magari dire quello che pensate.

Ma che bel grafico!
P.S. Oggi dovrebbe uscire il "piano Colao" per il rilancio del Paese. A parte i dubbi su chi siano davvero i tecnici preposti e sul perché abbiamo bisogno di loro per esprimere un qualcosa che sarebbe stato fondamentale per l'Italia già prima del disastro economico compiuto, prima ancora di leggerlo, e a prescindere da come viene annunciato sul mainstream, si può scommettere non sia niente di più della solita fuffa, piena di belle parole e concetti alla moda ma vuota di sostanza. Perché sono prevenuto? No, perché non mette in campo l'unica cosa che servirebbe: trasferimenti di risorse economiche nette da uno Stato sovrano ai cittadini. L'opposto di quanto è stato fatto per trent'anni. Quello Stato può essere l'Europa (ma non lo sarà mai, i tedeschi non vogliono, non gli conviene: quante volte ce lo devono ripetere?) o può essere l'Italia (gli italiani lo vorrebbero, hanno messo li apposta i cinquestelle, al loro tradimento hanno cominciato a guardare a Salvini, dimentichi che lui quello stesso tradimento lo aveva già fatto votando il pareggio di bilancio in Costituzione), ma per essere preso in considerazione deve mettere in campo soldi freschi per una cifra sufficiente a prima riparare i danni della sciagurata gestione dell'emergenza e poi costituire un volano sufficiente per un moltiplicatore keynesiano adeguato alla ripresa. A spanne, almeno 500 miliardi di euro di erogazioni nette (no prestiti di nessuno a nessuno) e senza condizioni. Se è meno (e sarà molto meno, potete scommetterci, anzi probabilmente i soldi verranno ancora chiesti, ai cittadini), è una presa in giro.

mercoledì 3 giugno 2020

RADIOCIXD 20: BE YOURSELF TONIGHT

Della serie "cosa resterà degli anni 80", oggi parliamo di un disco, forse il più maturo, di una band tra le poche che si sono staccate dall'imbarazzante livello medio delle cose dimenticabili e dimenticate del decennio del cosiddetto "riflusso". La scelta non è stata facile, perché, come talvolta capita in parabole artistiche tutto sommato piuttosto brevi, il livello qualitativo di quasi tutta l'intera produzione degli Eurythmics è altissimo: basta escludere la evitabile reunion postuma, e per ragioni diverse le carriere soliste dei due membri, e rimane poco più di una manciata di album pieni zeppi di perle, con in mezzo appunto proprio Be yourself tonight.
Due membri, dicevamo: due tipini che da ragazzi stavano assieme e poi sono stati capaci non dico di restare uniti artisticamente nonostante si fossero separati sentimentalmente, ma pare addirittura di lasciarsi come coppia per potere meglio concentrarsi sul sodalizio musicale. Riferisco il gossip non perché abbia cambiato taglio al blog, ma perché anche se fosse falso è verosimile, e ciò racconta molto delle personalità dei due: un chitarrista e polistrumentista geniale che letteralmente inventa una fusion originale tra elettronica e pop/rock che resterà inarrivata, e una cantante di formazione classica dotata sia di capacità vocali straordinarie che di presenza scenica magnetica, anche lei inventandosi una bellezza androgina che sarà imitatissima ma mai raggiunta.
Noi ragazzi dell'epoca li conoscemmo, assieme a tanti altri, grazie a una trasmissione televisiva che è considerata cult ancora oggi e infatti raccoglie discepoli a frotte sui social: Mister Fantasy di Carlo Massarini e Paolo Giaccio (recentemente scomparso). Il programma anticipò di anni sia MTV che la sua antenata italiana Videomusic, ma non si limitava a mostrare quella che allora si imponeva come una nuova forma di arte, i video musicali: svolgeva invece una funzione di scouting creativo multimediale (parola che allora forse nemmeno c'era) che ebbe un ruolo nell'emersione di una intera generazione di artisti. Una cosa purtroppo mai più ripetuta.
Così, tra un sergiocaputo che whiskava e un flaviogiurato che si tuffava, mentre la TV cantava il sogno postatomico di bevila perché e Bowie si ammucchiava sul bagnasciuga con la sua chinagirl, apparve sul piccolo schermo un paio di occhi luminosi incorniciati da un capello biondo corto corto, e poco più giù una bocca che ti invitava a sogni dolci, che sono fatti proprio di questo, emettendo suoni melodiosi delle frequenze più disparate, su un tappeto elettronico ipnotico. E fu amore a prima vista. Confermato con l'accuso l'anno appresso, che torna a piovere, e tu allora toccami come fanno quelli che si amano. E l'anno dopo ancora, ecco l'album della maturità, che ai fan della prima ora parve già un tradimento ma invece secondo me e molti altri piuttosto che tradirle le radici elettroniche le contaminava ora anche col blues e il soul, e che come al solito vi commento pezzo per pezzo (ma qui c'è il link all'ascolto completo, che merita):

1. Would I Lie to You?
Il brano guida è una bomba dance con un testo più femminista di una sfilata anni 70. Il video è così bello che vi consiglio di vederlo a tutto schermo.
2. There Must Be an Angel (Playing with My Heart)
I ragazzi sono cresciuti e i discografici li fanno duettare coi big. Qui è la volta di Stevie Wonder, che accompagna all'armonica i vocalizzi incredibili di Annie.
3. I Love You Like a Ball and Chain
Questo brano nella versione in studio suona più nel tracciato dei "vecchi" Eurythmics. Ma dal vivo il ritornello veniva allungato fino a diventare ipnotico, oltre che teatro dei virtuosismi di entrambi: sentite qui, o cercatevene uno ancora meglio. 
4. Sisters Are Doin' It for Themselves
Per il femminismo vale quanto detto al brano 1; per i duetti al 2, ma qui abbiamo nientemeno che Aretha Franklin, e Anniuccia nostra non è che ci canta assieme, ci gioca a chi "strilla" di più. E - udite udite! - c'è partita, eccome se c'è...
5. Conditioned Soul
Se anche togliessimo tutto lasciando solo quando lei canta e ricanta "When will you make up your mind?", questo brano varrebbe l'ascolto. Quando ti decidi?
6. Adrian
Anche qui un passaggio viene ripetuto a tormentone, che quella voce rende efficace. Adrian, non capisci? Pazzi come noi, stanno sempre sognando...
7. It's Alright (Baby's Coming Back)
Non sono riuscito a trovarlo, ma se questo brano vi suona familiare è perché è addirittura assurto a soundtrack di uno spot pubblicitario. Piuttosto elettronico, è infatti di facile ascolto, ma non per questo meno bello. E anche il video non è male.
8. Here Comes That Sinking Feeling
Qui il tormentone è il titolo. Il brano è interlocutorio, ma non ditemi che non conoscete anche voi quella sensazione come di stare naufragando, affondando...
9. Better to Have Lost in Love (Than Never to Have Loved at All)
Si, la conoscete. Ma è meglio aver perso, in amore, che non avere amato mai. E se ve lo dice una con una voce così, quasi quasi ci credete...

Dopo questo album, ci sono almeno altrettante hit che prima. Ma non so se arriverò mai a recensire ancora gli Eurythmics, con tutto quello che mi sono segnato di cui voglio parlarvi. Per cui non perdo l'occasione, e vi cito un ricordo personale. Palaeur di trent'anni fa, acustica pessima - chi c'è stato lo sa - specie per il rock: troppi battimenti, ma lo sapevo già, mi aveva rovinato i Dire Straits. Poi arriva il set acustico, e in mezzo parte You have placed a chill in my heart. Non ce la farà mai, mi dico: a un certo punto c'è un crescendo dove lei sale di un paio di ottave, ripetendo "too much", ma in studio già allora gliela ammischiavano alla grande, e il brano aveva un tappeto elettropop che accompagnava la voce. Qui, voce e chitarra, e finalmente si sente bene, ma non ci proverà nemmeno, all'ultima anziché salire scende, come Battiato in E ti vengo a cercare... Ma non scende, la fa, e ci ammutolisce tutti. Too much, troppo, brava. Non l'ho trovato, quel concerto, accontentatevi di questo video, che risale però a qualche anno dopo, e non è paragonabile al live dei miei ricordi.

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