mercoledì 30 dicembre 2015

NON SOLO L'ANNO...

Questo non è il classico post di fine anno. E questo di Mazzucco neanche...
C'è una vecchia canzone di Guccini che mi torna sempre in mente quando penso a una transizione, si chiama Bisanzio, città "sospesa tra due mondi e tra due ere" come noi ora, e come noi ora in modo non riconoscibile se non a una vedetta come Filemazio, "protomedico, matematico, astrologo, forse saggio".
Perché non è solo l'anno, che sta per morire. Ci sono parecchi "segni che qualcosa sta cambiando", basta volerli vedere - di qua, un mondo che nel bene o nel male sta per morire, di là, uno nuovo che se sarà fondamentalmente migliore o peggiore dipende essenzialmente da con quanta consapevolezza si tenta di governare il processo piuttosto che ignorarne l'esistenza e finirne quindi governati anzi stritolati. Vediamone alcuni:

primadopo
hai diritto a studiare gratis o quasi, a un lavoro pagato dignitosamente, a cure gratuite, a una pensione che ti consenta in vecchiaia un tenore di vita simile a quando lavoravi o comunque minimo
se vuoi studi decenti in posti decenti i tuoi devono pagare, il lavoro te lo devi trovare in un mercato al ribasso grande quanto il mondo a meno che non ti trovi una nicchia di cose che sai fare solo tu, devi lavorare finché campi perché una pensione dignitosa ce l'avrà solo chi se la può permettere, ma tanto non campi mica più tanto perché o sei ricco o non ti curi
avendo i tuoi fatto la fame in guerra e subito dopo, ti hanno tanto abituato a mangiare carne che l'allevamento intensivo di animali da macello è diventato uno dei più fiorenti settori del pianeta e il principale responsabile dell'inquinamento atmosferico, altro che auto, nonché della desertificazione per eccesso di monocoltura di vaste aree del terzo mondo
la carne torna ad essere un bene di lusso, gli allevamenti intensivi spariscono, e il nuovo business è fabbricare "similciccia" sintetica per le tasche medie
tutti quelli che se lo potevano permettere mangiavano cereali senza problemi
c'è una vera epidemia di celiachia: non è che c'entrano gli ogm?
c'erano le mezze stagioni (signora mia), gli episodi meteo estremi erano tanto poco frequenti da essere memorabili ciascuno per una generazione, e ogni tanto in cielo, in particolari condizioni di umidità dell'aria, si vedeva una scia dietro un jet, che si dissolveva in pochi minuti
il cielo è spesso ornato di strisce persistenti, ma se lo noti sei un complottista che crede alle scie chimiche, anche se tu non hai una teoria e vuoi solo sapere se qualcuno sta preparando e testando una qualche arma meteorologica, o anche solo giocando con una cosa ancora troppo complessa anche per il computer più potente, che inevitabilmente quindi avrà conseguenze imprevedibili e impreviste
le città avevano servizi pubblici essenziali bene o male funzionanti e alla portata di tutti, magari con qualche furto di troppo, e anche quando la regola era "soltanto" tentare di rubare in tutte le opere più o meno utili che si mettevano in cantiere (e dire che ce ne sarebbero ancora: dal recupero del patrimonio abitativo a quello del territorio anche in funzione prevenzione disastri naturali, passando per la microproduzione energetica da fonti rinnovabili con eccedenze liberamente vendibili sul mercato)
pian piano hanno finito per privatizzare anche l'acqua, fregandosene di un referendum dall'esito opposto, e guarda caso dove c'è un sindaco fermamente "pubblicista" i disastri si susseguono senza soluzione di continuità - ora la regola è: si fanno solo quelle opere inutili e costose che garantiscono il margine per il furto, tipo la buffonata fallimentare e vacua chiamata Expo 2015 per intenderci
vendere le auto ad un prezzo alla portata delle tasche degli operai che le costruiscono, e costruire strade che incentivino il loro utilizzo anche oltre i limiti del razionale (ma se uno sceglie l'auto in una città come Roma, non è che coi mezzi pubblici alla fine perde più tempo e denaro, forse?)
indurre le persone a rinunciare alla mobilità privata, in molti casi francamente insostenibile, ma non realizzando servizi di mobilità pubblica concorrenziali per costo e tempi di percorrenza, checché: a forza di provvedimenti assurdi, miopi, inutili e anzi controproducenti come le targhe alterne o le multe selvagge

Detesto dovermi ripetere, ma tutto ciò e anche tutti gli altri punti che vi vengono in mente, la differenza è ripeto con che grado di consapevolezza si affrontano. A cominciare dalla coscienza che nulla si può fare, per impedire che questo cambio d'epoca si traduca in un disastro, senza restituire la sovranità monetaria alla leva politica, quindi demolire l'Euro una volta per tutte e al più presto, e che nessuna sovranità monetaria può essere utile se non è in mano a una classe politica totalmente rinnovata e rispondente a un'etica radicalmente diversa da quella imperante, con cui sarebbe invece perniciosa. In altre parole, buon anno a cinque stelle, ora che cominciano a capirlo anche oltremanica che la cosa è non solo possibile, ma è l'ultima speranza di salvezza per la nostra poleis. La nostra "città assurdaaaa, città stra-a-a-naaaa....."

martedì 22 dicembre 2015

MIRACOLATA

Uslia Arecus in una delle sue recenti uscite mondane
Questo post è "a richiesta", come la musica della prima trasmissione radiofonica che mi affidarono a 16 anni perché la gavetta del dj cominciava da li, richiesta di cui rispetto alla lettera il titolo perché so già che nel testo invece scantonerò sempre di più man mano che scrivo. La richiedente, in foto, non me lo perdonerà, lo so è persona che conosco piuttosto bene, ma non può reagire su questo terreno e il potere è così: quando e dove ce l'hai te ne approfitti.
Se pensate di avere esperienza di persone contraddittorie dovreste conoscere lei, per avere un nuovo parametro: è assieme arcaica e ultramoderna, anaffettiva e capace di donarsi senza risparmio, sensuale e castrante/bacchettona, impermeabile a ogni logica e di intelligenza intuitiva mostruosa, infaticabile e fragilissima, generosa fino all'autolesionismo e ossessionata dalla "roba" peggio di Mazzarò, "fuori" come un balcone e lucida come nessuno. Se leggiamo nel libro della sua vita, infatti, apprendiamo che:
  • separatasi a 50 anni che ne dimostrava 40 ha stroncato sul nascere ogni ipotesi di "rifarsi una vita" perché "il marito davanti a Dio è uno" solo lui l'ha avuta e solo lui l'avrà - ma si era sposata a 31 anni in un'epoca in cui quell'età era già considerata fuori tempo massimo, e solo perché sua madre ha insistito tanto di accettare le avance di quel ragazzo "tanto a posto", fosse per lei sarebbe rimasta single tanto più che, altra cosa rara per una donna a quei tempi, lavorava ed era autonoma da anni;
  • cresciuta in un epoca in cui le coccole in famiglia non si usavano, ha rispettato e riprodotto la tradizione - ma alla bisogna è stata ad assistere per mesi in ospedale e magari in città lontane parenti ben oltre il grado di figli o genitori che li sono capaci tutti, e con un polso e una competenza capaci di aiutare il malato fattivamente;
  • mancata partecipante a Miss Italia per gelosia fraterna, non ha mai smesso di essere alquanto esibizionista e civettuola quando l'occasione lo richiede (anche a 85 anni, come nella foto da cui peraltro si intuisce cosa dovesse essere da giovane) - e però non è dato sapere cosa ha mai sperimentato e concesso di sperimentare delle gioie del sesso, di cui peraltro ha sempre parlato come di una "porcheria" col non verbale coerente;
  • è sempre stato letteralmente impossibile persuaderla assertivamente, anche se col conforto di un ragionamento oggettivamente inoppugnabile, di qualunque cosa contraria ai suoi dogmi - ma se si tratta di comprendere le cose, e magari farle comprendere a chi si relaziona con lei, ti fa capire anche quello che tu ancora non avevi capito di dover capire;
  • capace fino a ieri (e magari da domani) di fare il lavoro di due braccianti maschi adulti, da giovane poteva fare tre lavori e poi avere ancora energie per badare alla vecchia madre - e questo nonostante una serie di problemi fisici e non, cui via via si sommano alcuni di quelli tipici dell'età, in grado di fermare persone di trent'anni più giovani di lei;
  • quando serve per non negarti il suo aiuto magari non mangia o vive quasi come una barbona - ma le piccole proprietà che ha accumulato grazie sia alla succitata capacità lavorativa che a una propensione al consumo da calvinista integralista, quelle non si toccano, manco dopo morta pena maledizioni fantasmatiche che tu normalmente non ci crederesti ma quando vengono da lei quasi si;
  • insomma è come se convivessero due persone in lei, e non nella misura in cui questo è vero per chiunque, ma letteralmente anzi clinicamente parlando - e però certi atti comunemente detti "di follia" se li leggi nel suo contesto dal suo punto di vista e con il suo codice sono perfettamente consequenziali.
Venuta fuori faticosamente ma tenacemente da una discesa negli inferi di questa natura, Uslia ha ripreso le sue abitudini totalmente incongrue con l'età, per incorrere appena un anno dopo in un incidente per certi versi più grave anche se per altri meno, molto più attribuibile al puro caso e assieme parimenti non fatale solo per fortuna. Eppure, come il ragazzo che sogna di vecchioniana memoria, è ancora li che pianta un ulivo convinta di vederlo fiorire, per volontà espressa prima ancora di uscirne ed essere in grado di attuarla. E ce la farà anche stavolta, e non perché "miracolata", come si dice lei con quel suo cristianesimo pagano che (a proposito di contraddizioni) tanto somiglia ai riti ancestrali di addirittura prima della Magna Grecia, ma ancora essenzialmente per merito suo e della sua forza d'animo. Siamo sotto feste, quest'anno non ci vedremo: questa mia promessa forse in qualche modo mantenuta è il mio modo di farle gli auguri...

venerdì 18 dicembre 2015

LOGGICO, NO?

E' una livella, diceva un principe vero che ci teneva pure e tanto ad esserlo. Per cui, da questo punto di vista, si fatica persino a comprendere perché poi uno dovrebbe affannarsi ad accumulare ricchezze, figurarsi a improntare alle proprie idee, nobili o abiette che siano, una società che prima o poi farà a meno di te e se ne farà presto una ragione, e comunque non sarà affar tuo e tu non saprai mai cosa è successo dopo...
E però, a pensarci bene, è esattamente per questa ragione che uno tenta di accumulare soldi e beni per i posteri, un altro di salvare vite in ospedale, uno di immaginare il futuro appassionandosi alla fantascienza, uno si identifica con la propria squadra di calcio che c'era prima che nascesse e sempre ci sarà, uno legge mille libri vivendo mille vite, uno crede a un qualsiasi dio e a un qualsiasi oltretomba, uno concepisce e fa di tutto perché venga applicato un piano di rinascita democratica: perché abbiamo mangiato la mela, abbiamo la disgrazia di sapere che moriremo, e dal momento che lo capiamo la nostra mente per non impazzire non fa che cercare modi di vivere oltre i limiti della propria vita, orizzontalmente o verticalmente che sia.
Poi magari è pure una bella soddisfazione, per quanto magra, vedere che i propri piani sono stati realizzati in gran parte da chi noi avevamo designato alla bisogna, e per il restante da chi fino a ieri gli si opponeva (scorrete questa disanima di Travaglio del 2010, e aggiungete a matita quello che ha fatto e sta facendo Renzi per completare l'opera di Berlusconi). E d'altronde anche questo avevamo previsto nel piano: un bipolarismo apparente, perché solo una buona parvenza di democrazia può scongiurare il pericolo che la gente si metta in testa di realizzare una democrazia vera.
Insomma, il premiato poeta aretino Licio Gelli, con tutto il suo comodo, è morto, ma il suo lascito ideologico e pratico è vivo e lotta assieme a noi. O forse contro?

venerdì 11 dicembre 2015

TE LO DO IO IL BIPOLARISMO

La Lagarde d'altronde lo ha dichiarato esplicitamente (non la trovo, l'intervista, per cui fidatevi o cercatevela voi che c'è), che a lei non può non interessare maggiormente il destino di chiunque nel mondo sia povero davvero, cioè rischi di morire di fame, piuttosto che di chi nel ricco Occidente oltrepassa la soglia della povertà relativa. Ora, lasciamo perdere per un attimo tutti i retroscena dimostrati e immaginabili sia dell'istituzione che di chi la presiede, e immaginiamo di essere un marziano, un alieno inviato sulla Terra col compito di salvare il salvabile e i pieni poteri. Dove andremmo, a salvare gli ultimi tra gli ultimi o a cercare di mantenere il privilegio relativo agli ultimi tra i primi? La risposta è facile, anche perché quell'inviato se ci credete c'è arrivato 2015 anni fa, e la sua scelta è notoria, anche se fin troppo travisata a proprio comodo da troppi.
Dunque non c'è bisogno di immaginare un Grande Vecchio, i Rettiliani, e nemmeno i Mali insiti al capitalismo sfrenato: il Pianeta non ha le risorse per mantenere la sussistenza a 8 miliardi di persone, figurarsi dargli loro tutto quello che noi occidentali abbiamo sperimentato, e imparato a ritenere proprio diritto, nei 50 anni d'oro dopo l'ultima guerra mondiale. Ergo, bisogna scegliere tra due visioni opposte, nell'immaginare e quindi tentare di costruire il futuro:
  1. un mondo dove, fatta salva una ristrettissima "classe dirigente" per selezionare la quale è da dimostrare esistano criteri più equi o comunque migliori delle leggi della giungla capitalistica, tutti vivano "attorno" al livello di sussistenza (dove le virgolette intendono che necessariamente in molti ci andranno sotto, e pax);
  2. un mondo dove si cerca ad ogni costo di salvaguardare quel nucleo di diritti e condizioni economiche (e culturali, che vengono appresso e necessariamente solo dopo) per quelle popolazioni che ne hanno beneficiato dal 1950 al 2000 circa.
Queste due strade sono il terreno su cui misurare oggi gli schieramenti politici. Destra e sinistra non significano più niente non perché (o non solo perché) ampiamente sputtanati come termini da chi ne ha fatto bandiere e poi ci si è pulito il didietro, ma soprattutto perché nel nuovo bipolarismo su descritto non possono posizionarsi in maniera univoca. Ad esempio, un partito di sinistra tradizionale con la sua anima internazionalista sta nell'opzione 1, con quella socialdemocratica/operaista nell'opzione 2. Uno di destra con la sua anima ultracapitalista nella 1, con quella nazionalista nella 2. Allora, poiché nessuno dei partiti "tradizionali" può imboccare coerentemente una delle sole due strade che il bivio della Storia ci offre, essi sono naturalmente per un verso o per l'altro destinate a tradire i propri elettori. Alcuni dei quali, chi di testa chi - i più - di pancia, hanno cominciato a capirlo, quindi a lasciarli. O comunque, a scegliere non più in base all'appartenenza ideologica, ma all'aderenza a quella delle due opzioni che in quanto cittadini elettori vorrebbero si seguisse. Solo capendo questo si ha una spiegazione plausibile, ad esempio, di come i francesi possano essere passati da Hollande alla LePen così in fretta: ragionando in termini di destra/sinistra non ci si capacita, o peggio si conclude che siano improvvisamente impazziti "diventando fascisti", ma invece capendo che se l'unico schieramento che segue l'opzione 2 è il FN, specie se è un FN abbastanza opportunamente ammorbidito negli aspetti più urtanti per un moderato, è logico votarlo.
In Italia rispetto alla Francia si ha una sfortuna e una fortuna in più: la prima è che gli italiani sono meno capaci dei francesi di comprendere i loro propri interessi specie se collettivi, per cui in troppi non hanno ancora capito che razza di tradimento siano l'esistenza stessa e tutta l'azione politica di un partito che in tutte le sue trasformazioni non ha fatto che spostarsi - e instradare la realtà cui mira - verso l'opzione 1, la seconda è che esiste il Movimento 5 Stelle, che è uno dei pochi soggetti politici al mondo a perseguire l'opzione 2 con una interpretazione corretta (anzi direi umana) di quell'"a ogni costo" che la qualifica. In altri termini, se per qualcuno quella locuzione può significare "a costo di espellere ogni musulmano" (Trump) e "mantenere come diritto inderogabile quello di girare armati" (tutti i repubblicani e molti dei democratici), per altri è "a costo di sospendere o attenuare le libertà individuali in favore della sicurezza" (magari sull'onda di una comprensibile paura), per altri ancora è "a costo di colpire e affondare i barconi degli immigrati" (Salvini e co.), è solo il M5S a intenderla come "a costo di mettere in discussione un'Europa che ha imbracciato fideisticamente l'opzione 1 (con l'Euro come strumento potentissimo)",  recuperando la sovranità monetaria (accompagnata a quella energica moralizzazione della classe politica senza la quale la moneta sovrana è inutile anzi perniciosa).
Io personalmente sono da sempre per l'opzione 2, e non (almeno non solo) per egoismo, ma perché sono consapevole del fatto che non è significativamente utile ai tanti che non hanno un minimo di diritti e agi spogliare chi li ha (anche facendolo totalmente, e distribuendo le spoglie equamente, il rapporto numerico è tale che il progresso medio dei tanti non sarebbe neanche avvertibile), mentre invece sarebbe forse essenziale il mantenimento della "roccaforte" a mo' di parametro esemplare cui mirare per gli altri, da "includere" con la gradualità nel tempo e nello spazio imposta dalla realtà oggettiva. La mia apparente incoerenza di europeista della prima ora si spiega col fatto banale che all'inizio ho creduto alla menzogna di chi presentava la UE come quella possibile roccaforte, mentre l'Euro era invece il cavallo di Troia (se ne stanno accorgendo persino nel ricco nordeuropa). Perciò dal 2012 sono qui a cantarvi "meno male che Grillo c'è", perché se al posto suo a sposare l'opzione 2 in Italia fosse stata una nostra Le Pen sarei stato anch'io tentato di darle forza, perché la Storia si fa qui e ora e qui e ora è urgente demolire questa Europa e questa moneta unica. Per fortuna c'è il moVimento, e mi consente di seguire questa strada condita non di paura e scelte di guerra, ma di una lettura della questione terrorismo che è l'unica accettabile: colpire l'Isis (creatura occidentale dell'economia del petrolio, funzionale all'opzione 1 e per questo combattuta solo per finta e in realtà alimentata dai bombardamenti) negli interessi, e togliergli le ragioni di esistere disimpegnandosi dal Medio Oriente, e anche per questo affrancandosi dall'energia da fossili.
Ecco qual'è la vera alternativa, signori: è tra due visioni del futuro, e quale è la vostra preferita dovete sceglierlo maturamente, cioè tenuto conto anche del prezzo da pagare per perseguirla, per poi votare per chi propone (a) esplicitamente di volerla raggiungere e (b) onestamente qual'è il prezzo da pagare per farlo. Solo allora siete rispettabili, qualunque sia la vostra scelta, e qualunque sia l'etichetta che vi contraddistingue nel vecchio continuum destra/sinistra, non se continuate a votare secondo l'etichetta che avete appiccicata in testa, incuranti anche perché inconsapevoli del fatto che il partito che sostenete sta contribuendo a realizzare (consapevolmente o - ed è questo il caso peggiore - meno) proprio lo scenario per voi peggiore, portandovi a pagare prezzi (da voi) imprevisti.
Le prove sono attorno a voi, a volontà: adesso si scopre che l'articolo 18 è abrogato anche per gli Statali, presto si capirà che tra allungamenti dell'età pensionabile e demolizione della sanità pubblica i più fortunati moriranno al lavoro gli altri di povertà in vecchiaia, oggi forse qualcuno ha finalmente capito a che gioco giocano le banche, domani (quando sarà troppo tardi) tutti toccheranno con mano che la guerra e il precariato sono due armi indirizzate allo stesso bersaglio: lo Stato democratico occidentale, esperimento della Storia che si è deciso sia chiudere al più presto ad ogni costo.

sabato 5 dicembre 2015

C'E' CONCEZIONE E CONCEZIONE

Imitate chi parla in questa maglietta, ragazzi:
se non vi basta l'argomento malattie, fatevi un
giro in un qualsiasi presidio ospedaliero (ancora
ce ne sono, e bisogna dire "meno male") in cui si
praticano le cd. "interruzioni volontarie", guardando
in faccia la varia umanità che è costretta a ricorrervi.
E lasciate perdere zio Francesco, che ne dice fesserie...
La festività che quest'anno regala un ponte a chi di noi se lo può ancora permettere è di quelle che debbono necessariamente far discutere. Già ho ricordato (qui per chi vuole approfondire) che per "immacolata concezione" NON si intende quello che la stragrande maggioranza dei cattolici praticanti, figurarsi dei non praticanti, crede, cioè il concepimento senza peccato di Gesù da parte di Maria, bensì il concepimento senza peccato della stessa Maria da parte di sua madre Anna. Una assurdità parsa assolutamente necessaria per mantenere in piedi un'altra assurdità (la presunta santità di una che ha avuto un figlio senza essere toccata da suo marito, riuscendo poi a far credere alla sua pezza a colori sia a lui che poi a tutti gli altri) a una parte della Chiesa che la spuntò solo a fatica su un'altra grande fetta che invece credeva che l'assurdità primigenia fosse abbastanza e non era proprio il caso di sostenerne un'altra. Non voglio farmi nemico nessuno, ognuno crede a quello che vuole, e la storia di Maria poi è bella come un sogno (e come tale la dipinge De André), e a questi livelli di poesia si perdona tutto. Ma l'immacolata concezione no, quella mezzo mondo cattolico ha sempre pensato fosse una boiata per cui ho meno remore a ribadirlo...
La premessa mi serve per commentare un gravissimo fatto di cronaca, passato quasi liscio come tutte le notizie scomode: un preside è stato costretto a dimettersi per il bailamme seguito a una sua decisione ineccepibile stante la laicità della scuola e della Repubblica italiane, almeno quella dichiarata. Eh si, perché il fatto è che di fatto (perdonatemi il bisticcio) l'Italia è uno Stato confessionale, altrimenti a dimettersi avremmo visto chi lo ha ingiustamente attaccato.
Il presepe piaceva a Eduardo (a proposito, ciao Luca, che andandotene ci hai regalato la stupenda rappresentazione di un funerale laico) nel più famoso Natale del teatro, ma a casa sua ognuno è padrone di farsi piacere quello che vuole, invece la scuola pubblica non è domicilio privato né dei cattolici né dei fedeli di ogni altra religione. E' questa la linea del Piave superata la quale la presunta superiorità della cultura occidentale va a farsi fottere, quand'è che ve lo ficcate in testa? Se loro a casa loro non sono tolleranti nei nostri confronti e invece noi a casa nostra si nei loro, allora e solo allora abbiamo qualche diritto a blaterare di Civiltà. Il presepe a scuola, il catechismo strisciante anche ai cuccioli che i genitori hanno scelto di esentare dall'abominio che è l'insegnamento della Religione nella scuola pubblica, questo si chiama in un solo modo: integralismo. La sintassi è quella. E non ci conviene neanche fare dei distinguo sul piano quantitativo, ché nella Storia il numero dei musulmani massacrati in quanto tali dai cattolici probabilmente supera ma sicuramente è dello stesso ordine che l'inverso, e se ci limitiamo agli ultimi 25 anni, beh, stiamo in tragico enorme vantaggio, anche togliendo dal bilancio la questione palestinese.
Ovviamente non sto giustificando il terrorismo, ci mancherebbe, il primo che osa pensarlo si consideri tolto il saluto. Sto dicendo che il fronte, quello vero, non è alle nostre frontiere, non al confine tra una religione e l'altra, ma in quella sottile linea di fragile razionalità che separa chi si affanna ad affrancarsi dal bisogno di avere qualcosa di sovrannaturale a consolarlo della precarietà dell'esistenza, da chi si abbandona a questa paura primordiale consegnandosi mani e piedi nelle mani di chi usa gli dei per tenerlo buono, e all'occorrenza usarlo come carne da cannone. Ogni guerra ha motivi economici, tra le tante verità marxiane questa è la più inoppugnabile, ricordatevelo, e chiamatevi fuori da questa, che vi stanno imbrogliando a raccontarvi diversamente.
E torniamo alla cronaca. L'attuale successore di quello che 145 anni fa, quasi sottolineando come la breccia di Porta Pia confondeva le acque tra chi fosse invasore e chi invaso, sta spopolando al punto che un regista "de sinistra" gli ha persino dedicato un'agiografia in vita, roba da passare le giornate a grattarsi los cabasisos, capisciammè Francè. Ebbene, un paio di giorni fa a leggere Repubblica si poteva sobbalzare, e quasi capire Luchetti: un titolista paraculo faceva quasi sembrare che finalmente un Papa, e proprio nell'Africa devastata dall'AIDS, sdoganasse il preservativo. Solo la lettura integrale delle dichiarazioni consentiva di incasellare la faccenda come quella che è: da un lato un giornale oramai di destra che però deve ancora trattenere quanto può una certa fascia di lettori (ed elettori) con valori "di sinistra", dall'altra un comunicatore (F1) che mira a superare nel suo campo un suo recente predecessore (il penultimo, GP2, l'avete capito) aggiungendo al fascino mediatico una maggiore capacità di usare la tortuosità logico linguistica neolatina per affermare una cosa mentre sembra che dice il contrario. Come da sempre fanno i preti, anzi probabilmente i sacerdoti di qualsiasi religione, dagli sciamani in poi.
E ora vi saluto con la più bella di tutte le favole su Maria, canta Branduardi....

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