venerdì 30 aprile 2021

IL COLPO DI GRAZIA - VERSETTI COVIDICI 66-69

Tanto per chiarire chi è il padrone, la notizia di questi giorni è che il Recovery Plan italiano piace all'Unione Europea. Sono oltre 220 miliardi, metà soldi nostri di ritorno (ma sempre meno di quelli che diamo) metà che ci arrivano in prestito e che quindi andranno direttamente ad aumentare il nostro debito, ma di questo ne riparliamo, perché in teoria potrebbe anche non essere un problema. Se infatti fossero 200 miliardi tutti di maggiore spesa pubblica finanziata a deficit ma orientata bene, verso attività produttive che innescassero il moltiplicatore keynesiano, potrebbero trasformarsi in 1000 miliardi di maggior reddito e quindi 200 miliardi di maggior gettito fiscale, annullando il maggior deficit. Per salvarci, basterebbe la metà. Ma purtroppo non è così, e basta entrare nel merito per rendersene conto.

Qui trovate sia il pdf completo del piano sia un compendio giornalistico, ma siccome vi voglio bene e vi conosco me lo sono letto io, poi se vi va seguite il link e mi dite se confermate o meno la mia impressione: le voci in gran parte sono costituite, o comunque declinate, come la supercazzola prematurata con scappellamento a destra di monicelliana memoria. Così da consentire facilmente di trovare il modo di evitare accuratamente che si concretino in spesa pubblica produttiva capace di attivare il moltiplicatore eccetera eccetera, e invece realizzino il solito travaso da casse pubbliche inopinatamente procaci verso tasche private consuetamente rapaci. Sono il solito disfattista? può darsi. Ma intanto ricordo che storicamente l'aggettivo era destinato agli oppositori del regime fascista prima che diventassero pericolosi e dovessero essere in qualche modo neutralizzati invece che semplicemente derisi ed emarginati, quindi l'epiteto eventualmente lo considero una medaglia. Ma poi vi ripeto l'invito alla riflessione sui dettagli: su 220 miliardi, niente di niente ai settori danneggiati da oltre un anno (ma vedrete che supereremo i due) di chiusure, si facessero bastare le elemosine fin qui elargite perché shit happens e stavolta è toccato a loro che però già stavano dalla parte sbagliata della freccia della Storia, e giusto per non dire "niente" appena 18 miliardi alla sanità (e da vedere in che direzione, peraltro...). Le altre voci? Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura, rivoluzione verde, transizione ecologica, mobilità sostenibile, inclusione e coesione. Che vi avevo detto? supercazzole. Si, ci sono pure istruzione e ricerca, ma l'accento sul digitale fa temere che sotto sotto si punti a una istituzionalizzazione della nefasta DAD, come nella PA avverrà con lo smartworking, che grazie al cloud porterà prima allo smantellamento degli uffici pubblici poi a quello degli impiegati pubblici tout court.

Insomma, il piano piace alla UE perché era già il piano della UE prima della pandemia. Ma allora non c'erano le condizioni politiche per imporlo: troppe le forze politiche antieuropeiste che erano un po' dovunque arrivate al governo o almeno acquistato peso. Poi dice che uno pensa a male.

Ma il peggio non è ancora questo: torniamo all'inizio. Già oggi, con il crollo delle entrate fiscali e i ristori/elemosina ad agire al numeratore ed il crollo del reddito al denominatore, il rapporto tra debito pubblico e PIL ha sfondato il 160%. Quando il grande Reset sarà quasi completato e non ci sarà più bisogno di tenere in piedi il teatrino degli pseudovirologi e delle statistichesse h24 a reti unificate, vi diranno che l'emergenza è finita. Un nanosecondo dopo andranno a vedere a quanto è arrivato, e siccome avrà superato il 200% (parlo dell'Italia, ma ognuno al mondo avrà i guai della propria misura, potete giurarci), partirà il piano draconiano di rientro a togliere quel "quasi" e levarvi la casa i risparmi la pelle, potete scommetterci lo stipendio. Certo, se ancora ne avete uno...

Ecco: a parlare di economia si intravedono paduli così grossi che quasi è una consolazione rifugiarsi a parlare di virus. Eccovi dunque un altro paio di versetti covidici, buona lettura.

66. Pubblicità Progresso (Verso Norimberga). Avete tutti sentito della morte di Milva. Non avete sentito che con ogni probabilità è attribuibile alla vaccinazione (a proposito, qui si spiega perché alle cure domiciliari come strategia si sia rinunciato all'inizio e si continua a rinunciare ora...), a meno che non seguite Blondet. Certo, era vecchia e con un sacco di problemi. Come quasi tutti quelli morti col Covid, peraltro, ma oramai lo sappiamo certi argomenti retorici sono applicabili solo in una direzione. Il monopensiero è sempre più pervasivo: quanto resisterà Djokovic (che può ancora dire quello che pensa, peraltro niente di più che logica elementare, giusto per i soldi che fa fare a tutti...) prima di essere silenziato o liquidato?

67. L’obbligo delle mascherine è controproducente. Eppure, nonostante questa ennesima dimostrazione statistica, che confronta le incidenze di contagi e quant'altro tra Stati USA con e senza l'obbligo (e fa il paio con quest'altra che deduce la stessa cosa per i lockdown), vedrete che sarà un miracolo se non dovremo metterle in spiaggia, vaccinati compresi. Il coprifuoco dalle dieci di sera fino a tutto luglio è legge, per ora...

68. La religione del Covid. Laddove si cerca di spiegare con questo paradigma come sia stato possibile inscenare un castello di menzogne così autoevidente a livello mondiale, e convincere quasi tutti. La Bifarini peraltro ste cose le dice dall'anno scorso...

69. India: l’impostura mediatica. C'è un vaccino che uccide, direttamente o perché accellera o addirittura innesca la mortalità da covid, e un vaccino che salva: letture come questa, dalla disinformazione dei media mainstream

Intanto per il primo maggio noi non si guarda il concertone dei sindacati sempre più traditori dei lavoratori, si guarda il concerto mandato sul canale 262 del digitale terrestre, quello di Byoblu.



domenica 25 aprile 2021

SOVRANISMO, PATRIA E SINISTRA

E siamo al secondo 25 aprile di fila senza bagno di folla nelle piazze con, assieme a sempre meno bandiere rosse, tanti tricolori sventolanti. Tanti che non ci si faceva caso, a quelli con lo stemma dell'ANPI al centro, ma c'era sempre, e non è difficile cercare una immagine qualsiasi e ritagliarla. E si, l'associazione dei partigiani mostra il suo simbolo nella bandiera italiana e viceversa, farci caso e partire con un ragionamento è tutt'uno.

Uno degli errori più grossi della sinistra degli ultimi decenni, specie in Italia, è stato aver lasciato il concetto di Patria in mano alla destra, in un rapporto biunivoco di causa/effetto con un altro errore madornale: accogliere la globalizzazione come fosse la nuova veste dell'internazionalismo. La tematica mi è stata suggerita da questo articolo uscito su Marx21, uno dei siti che seguo (per me e per voi), ma era da un po' che mi ronzava in testa e tenterò di declinarla mondandola dalle categorie marxiane di borghesia e proletariato, altrimenti diviene difficile (per via del fatto che non le riscontriamo più tra noi come reali, cosa più grave che non il semplice passare di moda come categorie) riconoscere la permanenza e validità del paradigma della lotta di classe. Lotta che stiamo perdendo anche proprio perché ce ne è stata nascosta la sussistenza, e ci abbiamo creduto.

A parte il fatto che già Marx stesso ammetteva che era all'interno dei singoli Stati/Nazione che poteva realizzarsi in primis il socialismo, e che la cosa fu recepita perfettamente da Lenin e Stalin altrimenti l'esperimento sovietico non avrebbe potuto aver luogo, giova rammentare:

  • che il concetto di internazionalismo (alla base delle varie Internazionali che si sono susseguite nei decenni di persistenza del modello alternativo al capitalismo) presuppone in se il concetto di Nazione, come dice la parola stessa;
  • che la Resistenza stessa agiva all'interno di una logica nazionale, per liberare la Patria dal nazifascismo;
  • che invece il capitalismo è globalista fin dagli inizi, per natura stessa del Capitale, anche se la cosa ha assunto nel tempo etichette diverse (colonialismo, libero scambio, eccetera), ed è dimostrata ulteriormente dalla evidenza di regia unica dietro ogni guerra più o meno mondiale (nascosta dalle motivazioni ideologiche, inscenate per le masse mentre i soldi ci giravano sopra seguendo la loro logica: basta però seguirli nei loro giri per capire, ad esempio guardiamo chi ha permesso il riarmo della Germania hitleriana...).

Non a caso, è proprio con la vittoria nella Guerra fredda che il capitalismo ha dispiegato tutta la sua forza distruttrice, dimostrando a posteriori, a chi non l'avesse compreso prima, che era proprio alla presenza di un sistema alternativo cui doveva dimostrarsi superiore che è dovuta quella stagione in cui nel suo seno è stato possibile vedere quei decenni, unici nella Storia, in cui le classi subalterne hanno avuto le possibilità di crescere, economicamente ed intellettualmente (concetti questi di cui spesso si dimentica l'interdipendenza stretta). Oggi, con la pantomima del covid, stiamo assistendo soltanto alla ennesima stretta di un processo che, se non fermato, vedrà alla fine una classe estremamente minoritaria di umani (diremo "uno per cento" ma solo per sfruttare la potenzialità visiva del numero) controllare il 99% della ricchezza e del potere, con tutti gli altri a costituire una immensa classe subalterna senza più nessuna democrazia di fatto e nessuna prospettiva di sviluppo. Ecco: basta sostituire queste due nuove classi ai vecchi concetti di borghesia e proletariato, e l'impianto teorico marxista riprende a funzionare. Compresa la dimensione nazionale.

Si, perché, pragmaticamente, se c'è una qualche speranza di edificare da qualche parte un qualche argine, è certamente all'interno dello Stato/Nazione. Una sinistra che ancora insegua la dimensione mondiale è, perlomeno per ora, destinata all'autoreferenzialismo utopico. D'altronde, la democrazia concettualmente non è che una forma ideologica, come tale (come tutte, comunismo compreso) volta a nascondere la reale struttura del Potere dando l'illusione ai sudditi di non esserlo, e infatti storicamente si è avvicinata ad una qual certa fattività tanto quanto piccole erano le comunità cui si applicava, dalla poleis ai condomini passando per le assemblee cittadine dei film western. Più grande è la scala, invece, più distanti sono i governanti, meno efficaci i meccanismi con cui possono essere in qualche modo controllati, figurarsi selezionati. Un Paese di 60 milioni di abitanti è già troppo, figurarsi il mondo intero, o anche solo l'Europa: essere europeisti, o peggio mondialisti, significa essere antidemocratici e filoelitari. Se siete queste ultime cose, potete essere anche le prime, se no vi hanno imbrogliato e ci siete cascati.

"sono morto, che non si vede? un po' anche puzzo,
mica mi vorrai mangiare, ti viene mal di panza..."
Gli italiani in realtà, temprati da secoli e secoli di domini stranieri, sono mediamente più difficili da abbindolare, e pragmatici. Dopo decenni di militanza centrosinistra, dal cui pulpito spregiavo i miei concittadini craxiani prima e berlusconiani e leghisti poi, ho finalmente capito dove sbagliavo: i miei compatrioti non è che fossero davvero sedotti dalle loro cafonate (o meglio forse qualcuno si) ma in gran parte avevano colto sordamente che i partiti di centrosinistra erano guidati da traditori prezzolati e se non c'era di meglio sulla piazza bisognava buttarsi sugli altri. Che si sia rilevato inutile, non è colpa loro: loro ci hanno provato. E con la stessa chiave di lettura va interpretata la parabola grillina, che non ho ripetuto l'errore di spregiare (anche se la fiducia è stata ugualmente malriposta): promettevano sovranità (e legalità, e una miriade di piccole opere pubbliche per il rilancio dell'economia e del territorio, eccetera), e il volgo sa che senza sovranità nazionale la democrazia muore, per cui vota per loro e per un cafardo come Salvini che promette la stessa cosa con colore diverso. Ora, di nuovo, il fatto che prima gli uni poi gli altri si siano imbarcati in governi che vedono la sovranità nazionale come Terminator Sarah Connor, i meno ingenui addirittura se lo aspettavano (io dei primi no, e faccio pubblica ammenda, ma dei secondi si eccome). Ma la conseguenza è che gli italiani si sono solo rimessi in modalità tanatosi in attesa di rianimarsi alla comparsa del prossimo che dia loro una qualche speranza di sovranità. O almeno, questa è la mia speranza, che cioè non sia davvero la maggioranza dei miei concittadini ad essere convinta dalla narrazione covidiota, ma sia solo la maggioranza di quelli che appaiono: lo stesso fenomeno che spiega la storica divergenza tra exit poll e risultati elettorali definitivi nell'era berlusconiana, per intenderci.

Ecco il senso che può avere oggi parlare di festa della Liberazione: ricordare deve servire a preparare la prossima.

giovedì 22 aprile 2021

UNA TERRA SENZA PACE - 1: LA CRONISTORIA

Immagine recuperata da Donatella Galasso
Uno Stato confessionale: non riesco a immaginare una cosa più lontana da una democrazia che non sia solo formale. Spesso in passato ho parlato di Israele, ma è un po' di tempo che non trovo spunti per parlarvi di altro che non sia la dittatura incombente, tanto è vero che anche adesso in qualche modo vi faccio cenno, per dirvi che non è un caso che proprio Israele sia all'avanguardia nell'imposizione presto mondiale del nipotino del lasciapassare razziale nazista, e questo a dispetto del fatto che moltissimi ebrei riempiano sia la Storia che la cronaca di esempi di fulgore morale e intellettuale. Ringrazio dunque Pasbas per avermi proposto di postare questi suoi articoli, pubblicati su Rivoluzionanzio e riprodotti qui col consenso dell'autore.

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Premessa

Paleshet in ebraico, Palaestina per i romani dell'impero, Palestina per noi del terzo millennio. Da sempre terra di confine e cerniera tra Oriente e Occidente, terra delle tre religioni monoteiste, luogo di incontro e scontro di popolazioni e culture diverse. La geografia ci dice che i suoi confini sono il Mediterraneo, i monti del Libano, il deserto del Negev e quello giordano-siriaco: di fatto il centro della Mezza Luna Fertile, culla della civiltà. Nel secolo scorso il passaggio di amministrazione della Palestina dall'impero ottomano a quello britannico ed il progetto sionista (appoggiato e favorito dalla Gran Bretagna in funzione antiaraba) portarono alla creazione dell'attuale stato di Israele. Tre religioni, tre modi di interpretare la democrazia, la laicità dello stato, la convivenza e l'integrazione. Potrebbe oggi apparire strano, ma l'origine delle lingue parlate nell'area in oggetto è la stessa, appartenendo esse tutte al ceppo semitico. I popoli che le parlano sono detti semiti, ma il riferimento a caratteristiche particolari fisiche che li differenzino sono una pura finzione, creata ad arte per catalogarli ed isolarli (in positivo o in negativo). Le teorie sulle origini dei popoli di lingua semitica sono tre e ne fanno risalire i progenitori ad Arabia, Mesopotamia o Africa. Da questo incredibile e affascinante caravanserraglio di lingue, culture e tradizioni diverse si crea nei secoli (ed è ancora in fieri ai giorni nostri) quella realtà variegata e per molti versi incomprensibile che chiamiamo Medio Oriente: Palestinesi e Israeliani ne sono da sempre elementi fondamentali. 

Gli argomenti sopra appena accennati sono sviluppati in tre articoli, contenenti:

  1. una cronologia degli eventi più importanti accaduti dal XX secolo ai giorni nostri
  2. una analisi socio-antropologica dei popoli palestinese e israeliano
  3. alcuni spunti di riflessione politica su questo intricato nodo di interessi strategici internazionali

Pasbass

1. La cronistoria

Questa breve cronologia ha lo scopo di fissare alcuni punti (numerati per poterli meglio citare all'occorrenza, NdR) di riferimento, utili, si spera, ad una successiva elaborazione, al fine di poter comprendere le ragioni di un dramma con lontane radici e che vede due popoli costretti a combattersi in un guerra senza fine. Da un lato gli ebrei sopravvissuti all'immane tragedia dei campi di sterminio nazifascisti che vedevano (e poi dalle successive generazioni vedono) nella antica terra promessa (Eretz Israel) la possibilità di vivere liberi e in pace in uno Stato ebraico. Dall'altro il popolo Palestinese non più padrone della terra in cui da sempre vive, non più padrone del proprio destino, e che vede negli ebrei il nemico, l'invasore, l'oppressore.

Sullo sfondo, gli intrighi vecchi e nuovi delle potenze coloniali del passato e del presente.

  1. 1869 - Inaugurazione Canale di Suez. In M.O. Francia e Gran Bretagna sono già presenti nella regione ed hanno grosse ambizioni su tutta l'area. Questo a fronte di un lento e costante tramonto dell'impero ottomano che da tempo controllava tutta l'area. La sua costruzione è iniziata nel 1859, gli operai locali lavoravano con mezzi rudimentali, pala e piccone. Poi arrivano le ditte europee con i mezzi meccanici ed il lavoro, nonostante epidemie ed incidenti vari, viene ultimato nel 1869 con quattro anni di ritardo.
  2. 1890 - L'ebreo pubblicista Nathan Birnbaum conia il termine Sionismo per definire il movimento Nazionale che auspica e promuove il ritorno del popolo ebraico alla “Terra Promessa”.
  3. 1894 - In Francia scoppia il caso Dreyfus: il capitano dello stato maggiore (ebreo) è accusato ingiustamente di alto tradimento e spionaggio a favore della Germania.
  4. 1896 - Theodor Herzl, sempre più convinto che i processi di integrazione siano un fallimento, pubblica il suo libro Der Judenstaat (lo Stato ebraico). È il manifesto politico del sionismo.
  5. 1901 - Creazione del Fondo Nazionale ebraico a cui viene affidato il compito di acquistare territori in Palestina. Creazione del motto: Una terra senza un popolo per un popolo senza terra.
  6. 1916 - In gran segreto Francia e Gran Bretagna firmano accordi per la spartizione dell'area. Gli accordi sono noti come Sykes-Picot. Prevedono Libano e Siria alla Francia; Egitto, Neghev, Transgiordania e Iraq alla Gran Bretagna e Palestina sotto amministrazione internazionale. Il 10 di giugno, i sogni di indipendenza araba, alimentati dagli inglesi, prendono corpo e portano alla guerra contro la Turchia. Gli inglesi inviano un loro consigliere, passerà alla storia con il nome di Lawrence d'Arabia.
  7. 1917 - Viene scritta dal Governo inglese la dichiarazione Balfour, attraverso la quale viene affermato che il Governo Britannico farà tutto ciò che è in suo potere per agevolare la creazione in Palestina di un “focolare nazionale per il popolo ebraico”.
  8. 1919 - Assemblee palestinesi contestano la dichiarazione Ballfour. Inizio del mandato britannico sulla Palestina.
  9. 1920 - Primi scontri armati tra Arabi e coloni sionisti a nord della Palestina.
  10. 1922, 24 luglio - La Società delle Nazioni approva ufficialmente il mandato sulla Palestina. Negli anni che seguono e sotto il mandato britannico, ai sionisti viene concesso di organizzarsi sul piano militare. Agli arabi viene proibito e dura verso di loro è la repressione. 
  11. 1929 - Viene ufficialmente riconosciuta l'Agenzia Ebraica creata precedentemente a Zurigo. Il suo compito principale è quello di facilitare l'immigrazione e l'acquisto di terre. Nei successivi dieci anni (1929/39) è tutto un susseguirsi di eventi. Tra questi la Grande Rivolta araba del 36/39, passata alla storia come la prima sollevazione popolare dei palestinesi contro gli invasori occidentali. La Gran Bretagna per sedarla invia 20 mila uomini ed il movimento sionista ne arma 15 mila. I palestinesi, male armati, dopo quattro anni di pesanti perdite, devono arrendersi.
  12. 1939 - Inizio seconda guerra mondiale. La Gran Bretagna ,in cerca d'alleati, si rivolge agli arabi. Gli inglesi praticano il doppio gioco: fanno promesse sia agli arabi che ai sionisti. Pubblicano il “libro bianco” e contingentano l'immigrazione degli ebrei a 15.000 l'anno per cinque anni.
  13. 1940 - Nasce la banda Stern, organizzazione terroristica ebraica il cui nome deriva da quello del suo fondatore Avraham Stern. 
  14. 1945 - Nasce la Lega Araba.
  15. 1946, luglio - I due gruppi armati terroristici ebraici dell'Irgum e della Banda Stern compiono un attentato al King David Hotel di Gerusalemme, quartier generale delle forze inglesi, procurando 91 morti. La Gran Bretagna è attaccata sia dagli arabi che l'accusano di aver favorito l'immigrazione ebraica, che dagli ebrei che l'accusano di non mantenere gli impegni presi e di creare ostacoli alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina. Dopo l'attentato, la Gran Bretagna annuncia di voler rinunciare al mandato sulla Palestina; per trovare una soluzione porta la questione all'ONU, senza però fare proposte.
    Questo perché nell'immediato dopoguerra l'immigrazione clandestina di decine di migliaia di immigrati ebraici è protetta e promossa da bande paramilitari terroristiche estremamente violente nei confronti di britannici ed arabi, organizzate dagli ebrei di estrema destra. L'Irgum in particolare, fondato in Palestina nel 1931, diviene l'ala militare del partito ebraico di estrema destra Partito Revisionista. Per favorire l'immigrazione clandestina, l'Irgum compie innumerevoli atti terroristici contro i britannici ed i palestinesi. Nello stesso periodo agisce la banda di Stern, uno spietato criminale autore di crimini efferati, tanto da essere inviso agli stessi sionisti moderati. Il suo gruppo diviene tristemente famoso per attentati dinamitardi, omicidi di palestinesi, britannici ed ebrei, e per le tante rapine in banche del luogo. 
  16. 1947 - All'Onu viene messa in piedi una commissione (commissione Unscop) per trovare una soluzione al problema e tentare una trattativa con le parti. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 29 novembre, approva un piano di spartizione della Palestina con Gerusalemme sotto controllo ONU. Agli arabi il 45% del territori della Palestina, agli ebrei il 55%: gli arabi rigettano la risoluzione e dappertutto scoppiano violente manifestazioni armate e azioni di guerra.
  17. 1948 - L'Irgum e la banda Stern decidono di porre fine alle ostilità contro gli inglesi per concentrarsi sugli arabi e attaccano selvaggiamente il villaggio di Deir Yassin. Il 14 di maggio una Dichiarazione unilaterale ebraica annuncia la nascita dello Stato d'Israele, un giorno prima che l'ONU stesso ne sancisca la sua creazione. Il 15 maggio scade il mandato Britannico. Lo stesso giorno gli arabi rifiutano la risoluzione ONU e, costretti dagli eventi, scatenano la guerra contro Israele. La guerra terminerà nel 1949 con la sconfitta degli arabi e con circa 7/800mila profughi palestinesi.
  18. 1949 - Israele entra all'ONU.
  19. 1950 - Il Parlamento israeliano approva la Legge del Ritorno, con cui si garantisce la cittadinanza ad ogni persona di discendenza ebraica del mondo, purché si trasferisca in Israele con l'intenzione di viverci.
  20. 1951/53 - Diverse ondate di immigrati ebrei arrivano in Palestina. Nel ‘53 sono 1.500.000 circa. Le terre arabe espropriate ammontano a 70.000 ettari.
  21. 1955/57 - Chiusura e nazionalizzazione del canale di Suez da parte dell'Egitto di Nasser. Nel 1956 truppe israeliane a sorpresa invadono l'Egitto, dirigendosi verso il canale. Da subito francesi e britannici inviano truppe a sostegno degli israeliani, inducendo i sovietici all'intervento diretto, che però viene evitato in extremis. Gli stessi USA prendono una posizione dura nei confronti degli aggressori occidentali. Alla fine gli egiziani vinceranno e gli aggressori dovranno ritirarsi. 
  22. 1964 - Costituzione dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).
  23. 1967 - La Guerra dei sei giorni è il conflitto, combattuto tra Israele e Egitto, Siria e Giordania, conclusosi con la vittoria israeliana, a seguito della quale Israele si annette la penisola del Sinai, la striscia di Gaza, le alture del Golan, la Cisgiordania e Gerusalemme est.
    Questa guerra, nonostante la sua brevità, è molto feroce e sanguinosa. Gli israeliani lanciano un attacco dal cielo contro le postazioni delle aeronautiche di Giordania, Siria ed Egitto, neutralizzandole a terra completamente. Dopo iniziano una offensiva di terra con la quale conquistano la penisola del Sinai in Egitto, il West Bank e Gerusalemme est in Giordania e le alture del Golan in Siria.
  24. 1969 - Il Consiglio Nazionale Palestinese prende la decisione di accogliere tutti i movimenti di resistenza e lotta in seno all'organizzazione. Yasser Arafat è eletto Presidente dell'OLP.
  25. 1972 - Settembre Nero è una organizzazione terroristica fondata nel 1970, a seguito del conflitto giordano-palestinese del 1970/71, da un gruppo di Fedayyin (in arabo i devoti), elementi radicali fuoriusciti dall'OLP. Costoro compiono diversi attentati, tra cui quello di Monaco durante la XX Olimpiade, con l'uccisione di 11 atleti israeliani ed un poliziotto tedesco.
  26. 1973 - La guerra arabo israeliana dello Yom Kippur inizia quando l'Egitto e la Siria lanciano, il 6 ottobre, durante la ricorrenza della festa religiosa ebraica da cui l'evento prende il nome, ed in concomitanza con il mese del Ramadan dei musulmani, un attacco congiunto a sorpresa: nel Sinai attacca l'Egitto e sulle Alture del Golan la Siria. Questi sono i territori occupati da Israele durante la “Guerra dei sei giorni”. La guerra si risolve con il violento contrattacco di Israele, che respinge le truppe nemiche e permette la riconquista di tutti i territori. Il 25 ottobre viene dichiarato il cessate il fuoco, ma gli scontri proseguono ancora per un paio di settimane.
  27. 1974 - Yasser Arafat è invitato all'ONU. È il riconoscimento ufficiale dell'OLP come legittimo rappresentante della Palestina e della sua popolazione. Israele esprime voto contrario.
  28. 1975 - Inizia la guerra civile in Libano. Numerose le stragi di civili. La più tristemente famosa è il massacro di Tal el Zaatar con 3000 morti.
  29. 1978 - Pace di Camp David: accordi siglati da Anwar al Sadat per l'Egitto e il Primo ministro israeliano Menachen Begin. I due leader ricevono il Nobel per la Pace. Nel 1981 Sadat viene assassinato: è ritenuto traditore della causa palestinese e colpevole di aver firmato un accordo con Israele, il nemico di tutti gli arabi.
  30. 1982 - Scatta l'operazione “Pace in Galilea”, che subito si trasforma in una invasione del sud Libano da parte di Israele. Tra gli episodi più violenti va annoverato quello inerente il massacro dei campi profughi di Sabra e Chatila che provoca più di 2.500 morti prevalentemente palestinesi. L'attacco viene compiuto con l'aperto appoggio dell'esercito israeliano, delle Falangi e dell'esercito del Libano del Sud.
  31. 1987 - Rivolta di Gaza. È l'inizio della prima intifada: la “rivolta delle pietre”. E' una sollevazione di massa contro il dominio israeliano, che inizia dai campi profughi e poi si estende da Gerusalemme alla Cisgiordania e a Gaza. Finisce nel 1993.
  32. 1988 - L'Organizzazione per la Liberazione della Palestina proclama l'indipendenza dello Stato di Palestina. L'atto di proclamazione palestinese sarà sancito dalle Nazioni Unite con la Risoluzione 67/19 dell'Assemblea generale del 29 novembre 2012. Ciò ha consentito l'ingresso all'ONU della Palestina non come Stato membro, ma con status di Osservatore Permanente. Israele esprime voto contrario.
  33. 1991 - Conferenza di pace a Madrid, a cui partecipano Israele, Siria e i delegati palestinesi, grazie alla mediazione della delegazione giordana.
  34. 1993 - Gli accordi di Oslo, tra il Governo israeliano e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, vengono firmati il 13 settembre a Washington da Arafat e Rabin. Gli accordi, contratti sotto l'egida della presidenza Clintonm in realtà sono due: al primo, sottoscritto a Washington nel 1993, segue un secondo sottoscritto a Taba (Egitto) nel 1995. L'obiettivo è di arrivare ad un trattato di pace che includa il riconoscimento reciproco tra OLP e Israele secondo le Risoluzioni ONU 242 e 338. Tutto il lavoro è preceduto da trattative segrete, tenutesi a Oslo.
  35. 1995 - Quattro novembre un estremista ebreo uccide Itzhak Rabin.
  36. 1996 - Da gennaio a marzo ondata di attentati in Israele. Il 29 maggio, a seguito delle elezioni, Benjamin Netanyahu arriva al Governo. Riprendono gli insediamenti dei coloni. Il Popolo palestinese elegge Arafat a suo Presidente.
  37. 1998 - Tra alti e bassi si arriva al 23 ottobre con un nuovo accordo in quel di Wye River. nel Maryland, presso lo Aspen Institute Wye Plantation.
  38. 2000, 28 settembre - Seconda intifada: Ariel Sharon, con la chiara intenzione di profanare un luogo sacro per gli arabi e sabotare il precario processo di pace, se ne va a spasso con i suoi uomini (circa mille) sulla Spianata delle Moschee, dove si trova anche la Cupola della Roccia, luogo sacro per i musulmani in quanto è da li che Maometto, si dice, ascese miracolosamente al cielo.
  39. 2001, marzo - Ariel Sharon vince le elezioni e guida una coalizione politica di larghe intese contraria agli accordi di Oslo. Dopo le elezioni, sua è l'idea di confinare Arafat a Ramallah.
  40. 2002 - Ariel Sharon è l'artefice dell'operazione “scudo di difesa” in atto dal 29 marzo nei Territori dell'Autonomia Palestinese. È di quest'anno il tentativo del Tribunale dell'Aia di processarlo per crimini di guerra, per i fatti di Sabra e Shatila del 1982.
  41. 2004 - Operazione Arcobaleno: iniziata dalle forze armate israeliane il 15 maggio per individuare e distruggere i tunnel sotterranei al confine con l'Egitto. utilizzati dai palestinesi per i loro spostamenti. L'operazione si conclude il 23 maggio, numerose sono le vittime palestinesi.
  42. 2006 - Piogge estive è il nome in codice di una operazione militare israeliana dentro la striscia di Gaza, dal 28 giugno al 26 novembre, allo scopo (dichiarato) di liberare un loro soldato fatto prigioniero. Sono impiegati migliaia di uomini e decine di mezzi dell'esercito e della marina israeliane, oltre all'aeronautica impiegata per pesanti bombardamenti.
  43. 2007 - Alla conferenza di pace per il medio oriente tenutasi il 27 novembre ad Annapolis nel Maryland, per la prima volta viene espressamente ricercata dai partecipanti la soluzione di "due Stati per due popoli".
  44. 2008/09 - Operazione piombo fuso: è una campagna militare lanciata dall'esercito israeliano nella striscia di Gaza, con l'intento di porre fine alle azioni di Hamas.
  45. 2012, 14 novembre - Le forze armate israeliane danno il via, nella striscia di Gaza, all'operazione Pilastro di sicurezza detta anche Colonna di nuvola o Pilastro di difesa, essenzialmente rivolta contro i militanti di Hamas, per il susseguirsi di lanci di razzi da Gaza verso i territori di Israele, in particolare su Tel Aviv e Gerusalemme. È di quest'anno l'ammissione all'ONU della Palestina come osservatore permanente.
  46. 2014 - Operazione margine di protezione detta anche Scogliera solida. Iniziata il 18 di luglio da Israele contro i combattenti di Hamas ed altri gruppi che da Gaza lanciano missili verso lo Stato ebraico.
  47. 2017 - In gennaio il Vaticano consente sul suo territorio l'apertura dell'Ambasciata Palestinese. In dicembre Trump riconosce, come risposta, Gerusalemme come capitale di Israele.
  48. 2018 - In aprile, marcia del Ritorno: secondo venerdì di sangue lungo il confine Israele/Gaza durante le manifestazioni dei palestinesi. In maggio cerimonia di apertura dell'ambasciata USA a Gerusalemme, in concomitanza del settantesimo anniversario della nascita di Israele, che per i palestinesi è però il giorno della Naqba (catastrofe). All'inaugurazione dell'Ambasciata Trump manda a Netanyahu il seguente messaggio registrato: “Nel 1995 il Congresso (USA) ha approvato la legge per il trasferimento dell'Ambasciata a Gerusalemme, spingendo il governo a spostare l'Ambasciata lì e riconoscendo che quella città è la capitale naturale di Israele”. Come previsto, seguono scontri con morti e feriti. In luglio, il parlamento Israeliano approva la legge che fa dello Stato di Israele la Nazione del Popolo ebraico. Ovvero di tutti gli ebrei e solo degli ebrei.
  49. 2019 /2020 - In questi due anni, nella terra martoriata di Palestina–Israele, tra tentativi di dialogo, minacce, e promesse che nessuno mantiene, si alternano le manifestazioni dei palestinesi e gli immancabili interventi delle forze di sicurezza di Israele che procurano nuovi lutti tra la popolazione palestinese e anche nuove demolizioni delle loro case. Nello stesso periodo, e più precisamente il 28 febbraio 2019, la Commissione di inchiesta delle Nazioni Unite che indaga sulle violazioni commesse nel contesto delle proteste a Gaza tra marzo e dicembre 2018 ha determinato che le forze israeliane "potrebbero" aver commesso crimini di guerra. A seguito di ciò, nel luglio 2019, la stampa israeliana ha riferito che le forze armate di Israele hanno preso la decisione di modificare i regolamenti sull'impiego delle armi da fuoco che hanno permesso, fino ad allora, ai cecchini di sparare agli arti inferiori dei manifestanti palestinesi al di sopra del ginocchio; le nuove regole di ingaggio, da qui in avanti, prevedono che si può colpire un manifestante solo al di sotto del ginocchio. 

domenica 18 aprile 2021

USARLI, I NEURONI - VERSETTI COVIDICI 64-65

Della serie "oramai sono tutti ultracorpi", un mio amico che ho sempre stimato, e che non cito perché dovrei chiedergli il consenso e non mi va di parlarci (capirete il motivo), e perché è superfluo visto che illustra un pensiero condiviso da moltissimi, ha postato su facebook, approvato con rilancio di offese ai reietti dai suoi followers, questo testo:

Troppo forti sti negazionisti: polemizzano sui vaccini nonostante con 11 mln di somministrazioni ci sono "solo" 3/400 casi infausti, ma allo stesso tempo minimizzano i 111.000 morti di covid in quanto bassa percentuale rispetto alla popolazione, predicando perciò una vita normale.... I neuroni, questi sconosciuti...

Intanto, non si accorge di certificare (ancora sottostimandolo, ma accontentiamoci...) un dato nascosto dai media, mentre usa non so quanto consapevolmente la differenza di terminologia tipica della propaganda: i nostri sono morti, quegli altri sono "casi infausti" o "danni collaterali". Poi, riporta fedelmente i numeri ufficiali, dimenticando:

  1. che la cifra dei morti si riferisce alla somma di due stagioni influenzali (2019-20 e 2020-21);
  2. che la serie storica dei decessi per influenza per stagione recita una media di 20/30 mila per stagione influenzale, con picchi ricorrenti oltre i 50mila (ad esempio nel 1970), picchi a cui quindi i 55mila morti a stagione di questa "pandemia" si possono tranquillamente ascrivere senza reclamare lo status di evento epocale e perciò giustificante le assurde e controproducenti misure di distruzione dell'economia e della società;
  3. che per tutta la serie storica si sono usati criteri di ascrizione delle cause di morte molto diversi da quelli attuali: oggi qualunque anziano muoia per qualunque causa basta abbia un tampone positivo che è morto "di" covid, con lo stesso criterio la serie storica dei morti "di" influenza sarebbe senza dubbio da come minimo raddoppiare (mia madre 88enne, per dire, nel 2019 è morta di polmonite ostruttiva, peraltro non trattata adeguatamente per carenza di posti in terapia intensiva, quindi un anno dopo sarebbe stata dichiarata morta di covid, dagli sciacalli, mentre era morta piuttosto di malasanità se proprio vogliamo trovare una causa aggiuntiva alla vera causa, quella che il buon senso di una volta usava giustamente più spesso: la vecchiaia), facendo rientrare le cifre attuali tranquillamente nella media dei casi ordinari, non dei picchi.

Quest'ultimo punto è ulteriormente dimostrato dalla distribuzione dei decessi, che dimostra che per fortuna il covid19 per chi non abbia una situazione di fragilità oggettiva, quasi sempre dovuta all'età, risulta virtualmente innocuo (i sintomi si presentano raramente, e ancora più raramente sono gravi) e perfino scarsamente contagioso (o avete dimenticato i titoli dei giornali di ogni anno con i milioni di contagiati dalle influenze? ebbene, è una cifra da cui i contagi da covid sono lontani, nonostante l'attenzione parossistica, e nel frattempo i contagi da influenza sono praticamente spariti: sul perché, arrivateci da soli).

Invece, quei 3/400 "casi infausti" che forse sono 3/4mila, ma sarebbe lo stesso fossero 30/40, sono tutte persone giovani e sanissime, sportive e attive, che si sono fidate di criminali che stanno testando su cavie umane un qualcosa che chiamano vaccino per convenienza (altrimenti non potrebbe saltare i test a doppio cieco) ma invece forse gioca al dottor Frankenstein col nostro sistema immunitario. Si chiama omicidio, aggravato dall'avergli fatto firmare un foglio che accolla la responsabilità in caso di problemi al vaccinato togliendola agli Stati che se l'erano presa grazie ad accordi criminali (da tribunale di Norimberga proprio) con le case farmaceutiche.

Questo, amico mio, si chiama "usare i neuroni", quello che fai tu scrivendo invece puoi farlo proprio solo perché, come tanti, troppi, hai smesso.

Voialtri che ancora ragionate, invece, mandate a memoria il ragionamento qui sopra, vi potrebbe servire coi vostri amici o conoscenti, o per strada (proprio ieri, alla fonte dell'acqua sacra, un coglione urlando reclamava dal vicino le previste tre cannelle di distanza: erano all'aperto, mascherati entrambi, e il coglione stava riempiendo una scorta di bottiglie da rifugio antiatomico, usando 4 cannelle contemporaneamente, a dimostrare che le regole sanitarie fanno ormai premio persino sulle più elementari di convivenza civile). E, che ci troviamo, ecco altri versetti covidici.

64. La Scienza mainstream è la nuova Chiesa. Ancora Michele Serra, maledizione. Ma non si potrebbe ritirare a vita privata come un vecchio rivoluzionario stanco, no? deve proprio continuare ogni giorno a dimostrare il vecchio assunto che vede i giovani incendiari diventare vecchi pompieri? che poi, magari fosse un'autopompa, è un diluvio universale, di autoritarismo destrorso, che da lui trabocca: a suo confronto, il suo vecchio nemico Berlusconi era un simpatico socialista.

65. La "pandemia" e il mondo che verrà, in due parole. Mirabile sintesi di un anno di crimini e dell'idiozia collettiva che li ha consentiti, e di quali saranno le conseguenze a breve e lungo termine. Le due parole sono negazione e somministrazione. La prima si riferisce alla verità, negata per imporre la fine della libertà col consenso di (quasi) tutti, la seconda alla conseguente sparizione della piccola iniziativa imprenditoriale individuale, che comporta il definitivo appiattimento del 99% nella categoria dei "subordinati o sussidiati". Vivrà, e piacendo all'1%, solo chi accetterà questa condizione. Hanno già cominciato: puoi andare allo stadio o al cinema, o spostarti di regione, solo se hai il passaporto vaccinale o un tampone negativo recente. Un fiorino.

mercoledì 14 aprile 2021

RADIOCIXD 38 - AUTOMOBILI

Nel pianificare le uscite di questa poco seguita (a meno che non "sbagli" il lancio) rubrica mi sono ripromesso di evitare di tornare sullo stesso artista. Ma con Dalla mi è difficile. Ad esempio, non so se lo avete capito, ma il Big Reset comporta anche la fine della motorizzazione di massa, le auto torneranno ad essere oggetti di lusso per ricconi, per quelli a mezza botta c'è il noleggio a lungo termine, i poveracci gireranno con le bici o i monopattini elettrici, tanto con lo smart working non avranno nemmeno la scusa di dover andare in ufficio, il turismo anch'esso tornerà fenomeno d'élite e per la gita fuori porta basta lo scassone diesel vecchio di dieci anni. Il che non è detto sia necessariamente un male, è che mi sarebbe piaciuto che ci fossimo arrivati per convincimento, non per terrorismo sanitario, che "l'auto è in crisi profonda, l'auto non ha futuro". Ebbene, se hai mai ascoltato Automobili di Lucio Dalla, un attimo dopo aver pensato queste cose pensi "ma che cacchio di profeti erano lui e Roberto Roversi, che le hanno scritte nel 75?!"

Il disco è il terzo di un trittico nato dalla collaborazione dei due artisti bolognesi, ma tutti gli antefatti se volete ve li andate a leggere nella mia recensione del primo, Il giorno aveva cinque teste, e vi giuro che non è tempo perso. Collaborazione nata per esigenza artistica, non certo commerciale: con questi lavori, Dalla abbandonava per antitesi il tracciato di successo che aveva imboccato, e lasciate perdere che la sintesi sarà un successo ancora e molto maggiore, in quegli anni Lucio aveva le cosiddette pezze al culo, anche se con questo disco lo richiamarono in RAI a fare una trasmissione cult di cui pare si sia persa traccia o quasi (ma io ho vi ho trovato questo resoconto, seguite il link che ne vale la pena): a fare un concerto davanti a quattro gatti alla alla villa comunale di Reggio ci venne col treno. Due o tre anni dopo avrebbe riempito lo stadio di calcio per Banana republic, io e mio cugino per vedere qualcosa ci siamo appollaiati sul muro di cinta della gradinata, con venti metri di strapiombo alle spalle, ma a sedici anni si sa la morte non è un concetto reale. A cavallo di quel concerto uscirono tutti gli album più belli e di maggior successo di Dalla, quelli che tutti ricordiamo. Ma Automobili è un autentico capolavoro, rock vero a sfiorare il progressive e dall'altra parte il futurismo, musica e parole fuse nel mostrarti il messaggio fino a farti vedere le immagini e sentire gli odori. Se lo avete sentito, lo amate e lo sapete già. Se no, non perdetevi questa tracklist.

1. Intervista con l'Avvocato
Due minuti, che dal vivo diventavano almeno dieci, in cui il Nostro interpreta sia Gianni Agnelli che il suo intervistatore, con quest'ultimo che fa domande sensatissime e attualissime ancora oggi, e il primo che risponde nel gramelot jazzato tipico di Lucio, che però il giornalista pare intendere perfettamente. Satira vera, quella che ti puoi permettere solo se hai una statura morale superiore all'oggetto, che pure di suo non ne era affatto privo (paragonato ai potenti di oggi, poi, non ne parliamo).
2. Mille miglia (prima e seconda)
Quasi nove minuti di suite, in realtà nel vinile due tracce distinte anche musicalmente con fading in comune, in cui, come dicevamo, le vedi e le senti, le due corse che hanno più di tutte segnato l'epopea del Mantovano volante, di cui dunque introducono il pezzo dedicato.
3. Nuvolari
Il brano è famoso, anzi è il primo con cui Dalla dopo alcuni anni torna al successo. Enzo Ferrari racconta che da ragazzino fu scelto come secondo dal Nuvola per una corsa, perché non gli serviva un cambio alla guida ma un contrappeso che entrasse nello spazio dei piedi del passeggero, sotto il cruscotto, da dove per paura non si mosse mai fino al traguardo. Ma se anche ti leggi questo passaggio dall'autobiografia del Drake, sei ancora lontano dal percepire l'epicità del personaggio come invece riesci con questa canzone.
4. L'ingorgo
Una coda infinita verso Parigi, raccontata come un film, presentandoci vari personaggi. Tre anni dopo, uscirà il film omonimo di Comencini (con Mastroianni, Tognazzi, Sordi, la Sandrelli... e ho detto tutto): a vederlo pare impossibile che non abbia preso spunto, fosse anche inconsapevolmente, da questo brano.
5. Il motore del 2000
E' il secondo pezzo più noto dell'album, perché fu inserito in DallaMorandi e dotato di video moderno un paio di anni dopo. Il suo ottimismo sembra contraddire il messaggio profetico di fondo del disco, a meno che non gli si dia una lettura sarcastica. Ma non è certo quello che fece la Fiat stessa, quando lo usò per lo spot della Uno...
6. Due ragazzi
Anche qui, come per L'ingorgo, la musica cambia col cambio di inquadratura: rock tarantellato finché si descrive la scena dal di fuori, ballata romantica quando parlano i protagonisti, due zingari adolescenti che fanno l'amore in una macchina che attende il suo destino in uno sfasciacarrozze. Mischiate assieme, morte e vita e amore: esiste qualcos'altro?

Siccome vi voglio bene, vi linko (da Robertoroversi.it) anche i brani fantasma, quelli che Dalla non ha messo nel disco (e Roversi non gliel'ha perdonata) e sono rimasti inediti (tranne il primo, inciso come "Comunista" nel 1990):
  1. Ho cambiato la faccia di un dio (con traccia)
  2. I muri del ventuno (con traccia)
  3. La signora di Bologna (con traccia)
  4. Statale adriatica, chilometro 220
  5. Rodeo (la traccia è qui)
  6. Assemblaggio
Della quarta e della sesta le tracce proprio non si trovano, se ci riuscite voi mettete i link in commento, grazie.

sabato 10 aprile 2021

HABEAS CORPUS - VERSETTI COVIDICI 59-63

Oggi 10 maggio un po' dovunque (a me la segnalazione è arrivata da Praga...) ci sono assembramenti spontanei di persone sotto lo slogan "salute no armi". Siamo invitati a cercare sul gruppo Facebook dov'è l'appuntamento più vicino a noi, e andarci, anche solo per farci una foto con lo slogan visibile e postarla nel gruppo e nei nostri profili. Ovviamente, si deve trattare di eventi pacifici e rispettosi di tutte le (per quanto assurde) regole in vigore nella zona in cui ci si trova. Io vedrò di farci una capatina: comunque, è un modo di far capire che esiste chi contesta la gestione della pandemia, essendo consapevole del fatto che l'emergenza non è medica ma sanitaria, è il capitalismo che ha imposto di dismettere dappertutto la sanità pubblica, che quindi non è in grado di affrontare una epidemia che PER FORTUNA ha tassi minimi di contagi con sintomi gravi e decessi, figurarsi se ne arriva una più seria, e quindi occorre senza altro indugio invertire la rotta, investendo a deficit tutto quanto serve per riattrezzarla in modo adeguato, dovunque nel mondo, tagliando invece altre spese folli tra cui spiccano ancora per volume e assurdità quelle militari. E' un modo di criticare democraticamente i governi, e va incoraggiato comunque. Domani 11 maggio, ad esempio, a piazza del Popolo c'è "Di sana e robusta Costituzione".

Altro modo è rappresentato da tutta una serie di associazioni e soggetti (come Riconquista sociale, qui in colonna sinistra) che si stanno preoccupando di fornire a chiunque sia interessato gli strumenti giuridici e il sostegno professionale per combattere le ingiustizie di cui sono farciti i provvedimenti che ci affliggono da un anno e passa, dalle chiusure senza adeguato risarcimento che stanno portando alla scomparsa di intere categorie (al punto da rendere legittimo il sospetto che questo fosse parte di un piano preordinato, e da tanto tempo, da far scattare alla prima occasione), agli obblighi vaccinali per ora di categoria (qui potete firmare per la libertà di scelta, per quello che valgono le petizioni online, io l'ho fatto), fino al medievale passaporto vaccinale (qui potete scrivere alla UE le vostre lamentele) che comunque lo chiameranno sarà la certificazione dell'annullamento di secoli di progresso filosofico e politico. L'habeas corpus, diritto a "che tu abbia un corpo", è infatti principio giuridico che partendo dal divieto di incarcerazione immotivata si è presto esteso a indicare la salvaguardia dell'individuo dall'arbitrio del potere, ed ha radici nella Magna Charta del 1215. Per dire: l'obbligo vaccinale è anche un orrendo obbrobrio giuridico che ci rispedisce all'anno mille, oltre che essere del tutto e integralmente ILLOGICO, perché se il vaccino funziona chi sceglie liberamente di non vaccinarsi può far danno solo a se stesso e agli altri come lui, e se ciò non è vero allora il vaccino non funziona e quindi è assurdo imporne l'obbligo. Tra l'altro, quest'ultima deduzione è liberamente e facilmente traibile dagli stessi che sponsorizzano la campagna vaccinale: leggete qui sul sito di quel campione di obiettività che è Mentana, e se non mi date ragione fatevi una radiografia alla testa che forse non vi è rimasto niente tra le orecchie. 

Ma il modo migliore vista la situazione, quello che alla fine saremo costretti ad adottare quando avremo constatato che i tentativi di coagulare una qualche opinione pubblica attorno a tesi "eretiche" resteranno necessariamente molto minoritari, perché la quasi totalità degli umani ha accolto ben volentieri l'invito a farsi gregge ed essere pascolata e riportata all'ovile col bastone della paura e i cani della propaganda, l'ho trovata in un post di Stefano Re che vi invito a leggere per esteso (e condividere sui social, io l'ho già fatto). Lasciateci perdere. Siamo pochi ma irriducibili, non vi conviene perseguitarci, anche perché siamo irriducibili ma pochi, vogliamo solo essere lasciati in pace. Non cercheremo più di convincere le pecore di non essere tali, anche perché ormai ci siamo convinti che sono, pecore, quindi è inutile. Lasciateci alle nostre convinzioni, non faremo proseliti e non daremo fastidio. E se anche parliamo, non ci ascolterà nessuno, avete vinto, lasciateci stare. Prima o poi moriremo, più poi magari, e con noi morirà anche il ricordo che si può, avere idee proprie e diverse dagli altri, come ad esempio è già morta l'idea che si ha diritto a un lavoro o all'uguaglianza sostanziale nella testa dei nostri ragazzi che non ne hanno mai sentito parlare. E dopo averla letta bene, se avete tempo e voglia leggetevi pure gli altri versetti covidici.

59. Spigolature. Dove troviamo alcuni screenshot dai profili di persone giovani e sane, anche piuttosto note, decedute dopo aver fatto il vaccino. Alcune, di migliaia. Coi buffoni di corte che fanno a gara a sfottere a partire dal distinguo tra morte "col" e morte "di" vaccino, distinguo che però se lo fai col covid sei negazionista, è bene ringraziare quei pochi che passano queste notizie. Se poi volete approfondire, ecco spiegate bene tutte le assurdità di questi cosiddetti vaccini. E se volete sapere perché nonostante questo vengono imposti, come al solito seguite i soldi e avrete la risposta.

60. We Must Start Planning For a Permanent Pandemic. Si lo so, è in inglese. Il titolo ve lo traduco io: dobbiamo iniziare a prepararci per una pandemia permanente. La testata è Bloomberg, mica pizza e fichi. Le varianti rendono le vaccinazioni una corsa agli armamenti che ha già la sintassi dell'escalation (anzi, come dice la Bolgan, "i vaccini producono varianti"). Non andrà tutto bene, non torneremo mai alla normalità. Non è un'analisi, che dovete tradurvi o farvi tradurre, è una dichiarazione di intenti.

61. "Con gli antinfiammatori, giù le ospedalizzazioni da Covid". Il pezzo è dell'HuffPost, mica di un sito di controinformazione. Vi può servire di certo per capire quanto si è sbagliato e si è continuato a sbagliare nella gestione di una epidemia che poteva essere affrontata senza causare un centesimo dei danni all'economia che si sono causati. E poi, confrontando il testo dell'intervista con l'abstract, a misurare la disonestà della stampa mainstream.

62. L'analisi dei dati Istat. Il post di Becchi e Leotta è su Byoblu, finché non la chiudono del tutto, ed è una mirabile analisi che dimostra una volta di più quanto assurda, ed esclusivamente politica, sia stata tutta la gestione della pandemia. Più si entra nel dettaglio, infatti, più si scopre che l'unico valore fuori scala è quello dei morti di aprile 2020, in alcune regioni, tutti gli altri sono pochi punti percentuali in più o addirittura in meno rispetto alle serie storiche. Il che ci conferma che sono stati fatti danni per centinaia di miliardi inutilmente, anzi peggio, perché vedrete che il peggioramento dei conti a bufera passata sarà usato come giustificazione per continuare a disinvestire nel settore pubblico, sanità in primis.

63. Meno chiusure e meno morti: ora i dati danno ragione alla Svezia. Paragone: non ci è rimasto che lui. L'analisi dimostra che un altro approccio non solo era possibile, ma era dovuto. Gli svedesi non sono morti tutti, non hanno nemmeno variazioni apprezzabili rispetto agli altri, e semmai li hanno in meno, salvo che per i danni all'economia e alla società infinitamente minori. E a chi vi risponde che noi non siamo svedesi, potete, mentre lo mandate affanculo, ricordargli che se è per questo non siamo nemmeno tedeschi, eppure è da decenni che ne adottiamo le politiche economiche e monetarie restrittive.

domenica 4 aprile 2021

CON-TATTO

Oggi non parliamo di covid19, non direttamente almeno. Parliamo di comunicazione, di come si è trasformata e ci ha trasformati, e poi si magari anche del fatto che senza questa trasformazione tutta la vicenda storica chiamata covid19 non poteva aver luogo, ci sarebbe stato solo un virus un po' più grave degli altri come ricorrentemente ne sono capitati nella storia dell'umanità anche recente, registrato come una increspatura nei grafici cari agli statistici, forse. Ne parliamo partendo da un'altra statistica, quella dei contatti dei post di questo blog: qui accanto ho messo uno screenshot della pagina di authoring che registra non i contatti giornalieri del blog, che sono un po' di più (non tanti), ma proprio i click ad aprire i singoli post. Vedete qualcosa di strano? vi aiuto con un tratto di "penna", maldestro a dimostrare quanto sono scarso nel ritocco delle immagini...

Va bene, ve la metto in piano. La media dei lettori dei miei ultimi post è di una cinquantina. Tempo fa superavo il centinaio, ma da quando mi viene di parlare solo di covid (ma perché, c'è qualcos'altro da dire che non ci abbia a che fare?) e mi sforzo di rompere la monotonia nel modo che so meglio cioè parlando di musica, questi siete. Tanti, per me che sono cresciuto nell'era in cui per parlare a cinquanta persone tutte assieme dovevi farti largo nelle assemblee studentesche, pochi in un'era in cui i mezzi di comunicazione consentono a chi ci sa fare di raccattare contatti a milioni. Non che io invidi o rosichi, infatti non vi cito a proposito la battuta di Woody Allen, che come altre forse era di Groucho Marx, a proposito delle mosche e della merda. D'altronde, ve l'ho detto molte volte e ve lo ripeto, un blog è un diario online, e un diario lo si scrive soprattutto per se stessi, come le poesie peraltro, e poi io faccio un mestiere per cui non posso avere altre fonti di reddito e siccome non voglio guai non ho messo nemmeno un bannerino di AdSense (peraltro, non ne varrebbe la pena: per quanto paga, il mio post più letto mi avrebbe fruttato una trentina di euro, il secondo una ventina e il terzo, di cui parliamo oggi, una decina, ma la media un paio). Quindi, non stiamo parlando di soldi, e ho riscritto tutto in questo capoverso così il prossimo cretino che pensa che io sia un troll interessato a raccattare click, gli linko in risposta questo post e la finisco lì.

Stiamo parlando di comunicazione, e della apparente inspiegabilità di un post che registrava almeno il sestuplo dei contatti della media del periodo, inspiegabilità rafforzata dall'argomento: una recensione musicale di un album di Guccini del 1973. Dopo aver percorso tutte le piste possibili interne al post stesso, vado a controllare sui social: come forse sapete, uso solo WhatsApp e Facebook (anzi quest'ultimo lo uso oramai solo per questo scopo, o quasi: ogni tanto partecipo a una discussione lanciata da un amico, ma mi trovo quasi subito circondato da idioti che mi attaccano prima di tentare di capire, e me ne pento) proprio allo scopo di divulgare in qualche modo le cose che scrivo qui. Di solito con scarsi risultati, anche perché gli algoritmi sono implacabili e ad esempio appena scrivi covid ti propongono subito di iscriverti a un centro informazioni (schedatura? nel dubbio, meglio stare alla larga), appena scrivi culo ti bannano e tu infatti lo scrivi con la k, quindi figurati se non sono in grado, in mancanza di appigli per consegnarti all'oblio digitale, di infognarti in modo che non ti legge più quasi nessuno. Per carità, chissenefrega. Ma qui stiamo parlando del caso opposto, ed ecco qua la soluzione all'arcano, che vi mostro per divulgare come funzionano sti schifo di social, e lo so che è la scoperta dell'acqua calda ma stupirsi non è mai abbastanza.

La frase con cui accompagno il link è di solito tratta dal post stesso. Stavolta invece ho virgolettato una frase che Guccini stesso pronuncia nell'introdurre l'ultimo brano dell'album, per scherzosamente spiegare che era cantato in dialetto. Letta fuori contesto, è una frase oscena. Boom: quattrocento coglioni (veri, o forse no, ma cambia poco) a cliccarci sopra per poi immagino restare delusi dal trovare una verbosa disquisizione su un vecchio disco anziché una procace felsinea che allude alla propria specialità. E ora torniamo alla teoria generale.

Sapete perché è nato il socialismo, e tutto il progresso dell'umanità conseguente alla lotta dialettica tra le sue rivendicazioni e il capitalismo? Le idee comuniste non sono nate nell'ottocento, sono vecchie come l'uomo, e (come scherzosamente dice proprio Guccini nel disco in questione) proprio Gesù ha nella loro organica propugnazione la parte più rivoluzionaria del suo messaggio. La vecchia barzelletta di Marx e Cristo che si incontrano nell'aldilà riscontrando l'identità delle loro teorie non era campata in aria, per questo faceva ridere. Ma gli uomini prima della Rivoluzione industriale vivevano lontani gli uni dagli altri, al massimo raggruppati in borghi rurali o attorno a un castello (città a parte, dove infatti attorno agli artigiani si coagulò fin dal quattrocento la borghesia). Sono le fabbriche ad averli costretti a vivere gomito a gomito, quindi a confrontarsi, per quanto stanchi, la sera, tra di loro, ed è questo il motore delle prime rivendicazioni, da cui parte la lotta dialettica di cui sopra. Che spiega tutta la storia dei secoli successivi, dal colonialismo imperialista alle guerre mondiali, dalla rivoluzione russa al nazifascismo, dalla guerra fredda al boom economico, dalla "fine della storia" al monetarismo reazionario degli ultimi decenni. Questo è solo un post su un blog, quelle sono tutte cose che chi vuole le può studiare. Anzi, chi avrebbe interesse a capovolgere la struttura del potere dovrebbe, farlo, anche perché, state certi, chi ha interesse a mantenerla, anzi ad assecondarne all'estremo la tendenza naturale alla concentrazione, le studia eccome.

Ora, se il socialismo nasce dall'aggregazione fisica delle persone, la sua definitiva sconfitta deve passare necessariamente dalla loro disaggregazione. Una parola, attuarla in poco tempo. Ma loro hanno tutto il tempo che vogliono. Provate ad adottare questa chiave di lettura, e la nebbia si diraderà, mostrandovi in tutta la sua evidenza come prodromiche al covid19 tutta una serie di cose che fino ad ora, se le avevate notate, vi sembravano scollegate. Invece, immaginando una semplice istruzione, "rendere via via gli umani sempre più isolati l'uno dall'altro anche illudendoli del contrario", si spiega perfettamente l'offensiva televisiva (nota in Italia come berlusconismo) prima, quella del web dopo, quella degli smartphone dopo ancora, e infine quella dei lockdown. Crediamo di essere globalizzatissimi e socialissimi, e invece siamo solissimi. E ce ne accorgeremo quando, dopo averci aizzato gli uni contro gli altri, verrà colpita la nostra categoria con nessun altro disposto a difenderci. Quando, dopo tre anni di smartworking, verrà licenziato il nostro collega di due stanze accanto di cui non ricordiamo manco più la faccia (anzi no, quella si, ma sarà solo una finestrella in meno nella videocall), e saremo contenti che non tocca a noi, ma di una contentezza amara perché in fondo sappiamo che è solo questione di tempo.

Quando dopo dodici anni di sonno perso e passione a Gino gli chiudono il blog perché ci scrive che l'obbligo vaccinale è incostituzionale, aberrante e soprattutto illogico (perché delle due l'una: o il vaccino funziona, e chi non si vaccina può far danni solo a se stesso e ad altri come lui, o se questo non è vero allora il vaccino non funziona), non se ne accorgerà nessuno, non certo quei quattrocento che hanno cliccato in cerca di porno, forse quei cinquanta che lo leggono sempre, ma non avranno dove o come protestare, e ci faranno presto l'abitudine. Siamo soli, e con la didattica a distanza i nostri figli li abituano da piccoli e così non dovranno disabituarsi alla socialità del toccarsi: non l'avranno imparata mai. Tanti ex-sessantottini oggi sono ben organici al Potere politico e televisivo, e tutti ben allineati al coro diretto dalla dittatura sanitaria mondiale in vista del Grande Reset, e in fila per la vaccinazione. Ma se negli anni sessanta e settanta gli studenti avessero avuto ciascuno il suo bel device, statene certi, non ci sarebbe stato nessun sessantotto o settantasette, nessuna rivoluzione sessuale o valoriale, e oggi, dico a voi donne, altro che "sindaca" o "assessora", da ragazze a studiare l'economia domestica e il taglio e cucito, e poi a casa per vostro marito e signore e padrone.

La parola contatto si dovrebbe scrivere come nel titolo, per capirla meglio. Avere milioni di contatti virtuali non vale uno spintone a o da un amico in classe. Millanta gruppi su WhatsApp non valgono guardare negli occhi un collega mobbizzato che ti piange e ti sputa addosso abbracciandoti, e tu lo stringi anche se temi che ti attacchi l'influenza. Pretendiamo il ritorno alla normalità, subito, prima che sia troppo tardi, vaccinati e non vaccinati in piena libertà, processiamo con pubblica ignominia chi si è approfittato di questa pandemia per i suoi biechi scopi di potere, potenziamo costi quel che costi per tutto quello che serve la risposta sanitaria pubblica a questa o qualsiasi altra situazione di rischio, e ricominciamo a vivere. Non abbiamo altre possibilità di farla franca, credetemi, e chi vi dice il contrario o mente o non capisce niente, e mentre ve lo ripeto ho ben presente quello che costa, in termini ad esempio di amici persi. E so che non riuscirò a convincere nemmeno tutti e cinquanta voi, figurarsi il gregge di pecore che si sta facendo condurre alla rovina.

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