mercoledì 14 aprile 2021

RADIOCIXD 38 - AUTOMOBILI

Nel pianificare le uscite di questa poco seguita (a meno che non "sbagli" il lancio) rubrica mi sono ripromesso di evitare di tornare sullo stesso artista. Ma con Dalla mi è difficile. Ad esempio, non so se lo avete capito, ma il Big Reset comporta anche la fine della motorizzazione di massa, le auto torneranno ad essere oggetti di lusso per ricconi, per quelli a mezza botta c'è il noleggio a lungo termine, i poveracci gireranno con le bici o i monopattini elettrici, tanto con lo smart working non avranno nemmeno la scusa di dover andare in ufficio, il turismo anch'esso tornerà fenomeno d'élite e per la gita fuori porta basta lo scassone diesel vecchio di dieci anni. Il che non è detto sia necessariamente un male, è che mi sarebbe piaciuto che ci fossimo arrivati per convincimento, non per terrorismo sanitario, che "l'auto è in crisi profonda, l'auto non ha futuro". Ebbene, se hai mai ascoltato Automobili di Lucio Dalla, un attimo dopo aver pensato queste cose pensi "ma che cacchio di profeti erano lui e Roberto Roversi, che le hanno scritte nel 75?!"

Il disco è il terzo di un trittico nato dalla collaborazione dei due artisti bolognesi, ma tutti gli antefatti se volete ve li andate a leggere nella mia recensione del primo, Il giorno aveva cinque teste, e vi giuro che non è tempo perso. Collaborazione nata per esigenza artistica, non certo commerciale: con questi lavori, Dalla abbandonava per antitesi il tracciato di successo che aveva imboccato, e lasciate perdere che la sintesi sarà un successo ancora e molto maggiore, in quegli anni Lucio aveva le cosiddette pezze al culo, anche se con questo disco lo richiamarono in RAI a fare una trasmissione cult di cui pare si sia persa traccia o quasi (ma io ho vi ho trovato questo resoconto, seguite il link che ne vale la pena): a fare un concerto davanti a quattro gatti alla alla villa comunale di Reggio ci venne col treno. Due o tre anni dopo avrebbe riempito lo stadio di calcio per Banana republic, io e mio cugino per vedere qualcosa ci siamo appollaiati sul muro di cinta della gradinata, con venti metri di strapiombo alle spalle, ma a sedici anni si sa la morte non è un concetto reale. A cavallo di quel concerto uscirono tutti gli album più belli e di maggior successo di Dalla, quelli che tutti ricordiamo. Ma Automobili è un autentico capolavoro, rock vero a sfiorare il progressive e dall'altra parte il futurismo, musica e parole fuse nel mostrarti il messaggio fino a farti vedere le immagini e sentire gli odori. Se lo avete sentito, lo amate e lo sapete già. Se no, non perdetevi questa tracklist.

1. Intervista con l'Avvocato
Due minuti, che dal vivo diventavano almeno dieci, in cui il Nostro interpreta sia Gianni Agnelli che il suo intervistatore, con quest'ultimo che fa domande sensatissime e attualissime ancora oggi, e il primo che risponde nel gramelot jazzato tipico di Lucio, che però il giornalista pare intendere perfettamente. Satira vera, quella che ti puoi permettere solo se hai una statura morale superiore all'oggetto, che pure di suo non ne era affatto privo (paragonato ai potenti di oggi, poi, non ne parliamo).
2. Mille miglia (prima e seconda)
Quasi nove minuti di suite, in realtà nel vinile due tracce distinte anche musicalmente con fading in comune, in cui, come dicevamo, le vedi e le senti, le due corse che hanno più di tutte segnato l'epopea del Mantovano volante, di cui dunque introducono il pezzo dedicato.
3. Nuvolari
Il brano è famoso, anzi è il primo con cui Dalla dopo alcuni anni torna al successo. Enzo Ferrari racconta che da ragazzino fu scelto come secondo dal Nuvola per una corsa, perché non gli serviva un cambio alla guida ma un contrappeso che entrasse nello spazio dei piedi del passeggero, sotto il cruscotto, da dove per paura non si mosse mai fino al traguardo. Ma se anche ti leggi questo passaggio dall'autobiografia del Drake, sei ancora lontano dal percepire l'epicità del personaggio come invece riesci con questa canzone.
4. L'ingorgo
Una coda infinita verso Parigi, raccontata come un film, presentandoci vari personaggi. Tre anni dopo, uscirà il film omonimo di Comencini (con Mastroianni, Tognazzi, Sordi, la Sandrelli... e ho detto tutto): a vederlo pare impossibile che non abbia preso spunto, fosse anche inconsapevolmente, da questo brano.
5. Il motore del 2000
E' il secondo pezzo più noto dell'album, perché fu inserito in DallaMorandi e dotato di video moderno un paio di anni dopo. Il suo ottimismo sembra contraddire il messaggio profetico di fondo del disco, a meno che non gli si dia una lettura sarcastica. Ma non è certo quello che fece la Fiat stessa, quando lo usò per lo spot della Uno...
6. Due ragazzi
Anche qui, come per L'ingorgo, la musica cambia col cambio di inquadratura: rock tarantellato finché si descrive la scena dal di fuori, ballata romantica quando parlano i protagonisti, due zingari adolescenti che fanno l'amore in una macchina che attende il suo destino in uno sfasciacarrozze. Mischiate assieme, morte e vita e amore: esiste qualcos'altro?

Siccome vi voglio bene, vi linko (da Robertoroversi.it) anche i brani fantasma, quelli che Dalla non ha messo nel disco (e Roversi non gliel'ha perdonata) e sono rimasti inediti (tranne il primo, inciso come "Comunista" nel 1990):
  1. Ho cambiato la faccia di un dio (con traccia)
  2. I muri del ventuno (con traccia)
  3. La signora di Bologna (con traccia)
  4. Statale adriatica, chilometro 220
  5. Rodeo (la traccia è qui)
  6. Assemblaggio
Della quarta e della sesta le tracce proprio non si trovano, se ci riuscite voi mettete i link in commento, grazie.

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