sabato 31 dicembre 2022

LA DIFESA DELL'ABBIENTE

No, non c'è un refuso nel titolo. E si, se avete letto ambiente con la emme è normale: la lettura, contrariamente a quanto è indotto a pensare soprattutto chi ha imparato a scrivere ai tempi dei sussidiari o degli abbecedari, e come sapevano bene i correttori di bozze di quando non c'erano i computer, è un processo analogico, le parole e le frasi si riconoscono come oggetti interi non lettera per lettera (altrimenti non riuscireste a leggere il testo in immagine). Ogni gioco di parole punta (anche) su questo fenomeno, per ingenerare il corto circuito che illumina sempre, talvolta divertendo.

Chi vi scrive nei primi anni 80 faceva parte di una delle prime associazioni ecologiste operanti a Reggio Calabria, che non so come aveva per sede una bellissima sala tondeggiante nella base di una delle due torri del Castello Aragonese che erano sopravvissute al terremoto del 1908, o meglio (al sisma avevano resistito benissimo in quattro) alla ricostruzione degli anni 20. Mettevamo l'adesivo col sole che ride nel lunotto dell'auto, facevamo i cortei, credevamo di lottare per un futuro migliore, eppure l'impronta ecologica media di un cittadino italiano dei tempi (pur con la macchina scarburata che andava a benzina col piombo) era una frazione di quella odierna.

Per capirci, l'impronta ecologica individuale moltiplicato il numero degli abitanti del pianeta fa quanti pianeti ci vorrebbero per sostenerci tutti, e se tutto il mondo avesse quella di uno statunitense medio di terre ce ne vorrebbero più di sette, quella di un europeo occidentale più di quattro, ma fino a che sopra l'uno restavano solo porzioni relativamente piccole dell'umanità il sistema reggeva, a fatica ma reggeva. Il "guaio" è che negli ultimi anni hanno superato la "parità" anche i BRICS, che contano gli abitanti a miliardi. Il combinato effetto è che per agire sostanzialmente nella direzione di "salvare il pianeta" bisognerebbe fermare la crescita del livello di vita degli abitanti di Brasile Russia India Cina Sudafrica, e far tornare indietro di decenni quello di italiani tedeschi francesi eccetera e soprattutto americani, ma per ragioni etiche e dimostrative, tanto in sostanza sarebbe meno impattante. Quindi si che dovremmo farlo, ma un conto è farlo con le giuste ragioni, e ben spiegate ad una popolazione di cittadini adulti consapevoli e liberi, un conto è vederlo imposto surrettiziamente e/o violentemente ad una popolazione di sudditi appositamente fatti regredire a bambinoni manipolabili. Perché questi siamo diventati negli ultimi decenni.

Il problema, stringi stringi, è questo: il capitalismo funziona solo in sistemi "aperti", che possono crescere sempre. Ha funzionato un paio di secoli nell'occidente industrializzato solo perché questo, prima col colonialismo e poi con le pratiche paracolonialiste che lo hanno soppiantato, attingeva "fuori dal sistema" alle ricchezze indispensabili perché il meccanismo non si inceppasse. Le guerre, in questo meccanismo, hanno avuto (e hanno, per questo dovremmo tremare per ogni soldo in più ad armare l'Ucraina, anziché berci la storiella delle democrazie contro l'autocrate folle) la funzione di "reset", cancellando vite e ricchezze private per consentire al meccanismo di ripartire con vigore da qualche casella indietro, in questo folle gioco dell'oca. Ma da quando comunicazioni e trasporti hanno reso il pianeta un sistema unico, essendo esso un sistema chiuso quindi incompatibile con un modello di sviluppo a crescita obbligatoria, era solo questione di tempo che si arrivasse al suo limite fisico. Il tutto si traduce in una strettoia logica: se vogliamo essere ambientalisti ma sul serio, dobbiamo abbandonare il capitalismo, e adottare un sistema che se non vogliamo chiamare comunista perché il termine non ci piace deve comunque gestire le risorse finite del pianeta in modo che ogni suo abitante abbia "secondo il suo bisogno" e contribuisca ad alimentare "secondo la sua capacità"; se la cosa non ci piace, perché comporterebbe per tutti gli occidentali un drastico abbassamento del tenore di vita e per tutti gli "emergenti" uno stop alla sua rincorsa, almeno evitiamo di avere la faccia come il culo di chi adotta l'ambientalismo di facciata così tanto di moda, da Greta in giù.

In realtà nella storia ci sono stati dei momenti in cui è stato possibile ricaricare la molla della crescita spostando il limite significativamente avanti: quando la tecnologia ha fatto un salto epocale, incrementando le risorse disponibili di un fattore rilevante. La "scoperta" del fuoco è stato forse il primo, quella dei combustibili fossili l'ultimo. Ecco perché il capitalismo si affanna a cercarne un altro: se trovasse un nuovo "moltiplicatore tecnologico" sposterebbe in avanti, di quanto dipende dalla sua entità ma non credo più di un paio di secoli, la deadline. La notizia, strombazzata in questi giorni ovunque nel mainstream, della prima "fusione nucleare" a saldo energetico positivo è da leggere in questo senso. Ma purtroppo è una solenne minchiata, già implicitamente ammessa in abstract: se tutto va bene un reattore economicamente sostenibile (e non è affatto detto che lo sia anche, davvero, per l'ambiente) lo avremmo tra decenni, ben oltre la breakline. Ma allora perché lo dicono? Beh, per la semplice ragione che esiste e opera, in questi tempi bui, una classe "cuscinetto" tra i pochissimi detentori del Potere (e vale la pena leggere con attenzione anche questo post di Stefano Re) e la massa dei sudditi, composta da gente che ci campa, a libro paga dei primi, assolvendo la funzione di diffondere e affermare narrazioni che tengano buoni i secondi. Politici, giornalisti, militari e pochi altri. Bastano. E non è affatto necessario, e infatti non è previsto, che siano davvero consapevoli di questa loro reale funzione, basta che credano (o facciano finta di credere, sordamente mirando a mantenere i loro relativi privilegi) alle loro finzioni ideologiche e mistificatrici.

Altrimenti non dovremmo andare a leggerci su Comedonchisciotte o altri siti di controinformazione che Bill Gates, lo stesso losco figuro che pochi mesi prima della scorsa pandemia aveva organizzato un convegno (pubblico, perché non c'è posto migliore per nascondere le cose che metterle sotto il naso di tutti, come ben sapevo io stesso a scuola dove mi ero scelto il primo banco davanti alla cattedra per farmi i cavoli miei anziché ascoltare i prof) che ne anticipava persino i dettagli, in questi giorni ne ha organizzato un altro, lo sentiremmo nel TG assieme alla notizia che il governo italiano denunciava davanti ai più alti consessi di giustizia planetari l'indegna azione di questa lobby, e intanto si smarcava dalle sue manovre, intendendo invece difendere e rilanciare la sanità pubblica, per affrontare come si deve una eventuale prossima pandemia. Sogni, appunto.

Invece, non c'é TG, documentario e nemmeno programma di intrattenimento (e se è per questo, nemmeno programma scolastico: l'indottrinamento riesce meglio cominciando da piccoli) che non faccia da eco o almeno sottintenda le narrazioni di regime. Tra cui appunto, l'ambientalismo 2.0 di cui stiamo parlando. Siamo a fine dicembre e sembra primavera? E' il riscaldamento globale, anche se nello stesso periodo in nordamerica stanno morendo di freddo. La sintassi è come col covid: apoditticamente, la stessa causa è buona a dimostrare tutto e il contrario di tutto, e se cerchi di argomentare (ad esempio, elencando le alluvioni in Calabria del secolo scorso, quando non era uso chiamarle "eventi estremi dovuti al riscaldamento globale") sei un negazionista. Se osi pensare che l'uomo ha affermato il suo dominio per essere capace di gestire, quali che fossero, i capricci della natura, e quindi, anziché tentare di incidere su fenomeni a variabili infinite e imprevedibili e cause fondamentalmente ignote e probabilmente ben al di sopra della nostra azione (non potendo in alcun modo prevedere che qualsiasi azione sia utile o non sia addirittura controproducente) come i mutamenti del clima, agire a valle per conviverci, ad esempio manutenendo il territorio e considerando con attenzione come insediarvicisi, sei un complottista, antieuropeista se aggiungi che se l'UE non consente di investire in queste indispensabili azioni meglio lasciarla subito (al suo destino di aborto di un ibrido impossibile). Ma anche questi sono sogni.

Dei rimedi che invece propongono questi "neoambientalisti", le maravigliose auto elettriche, giocattoli per ricchi che hanno la casa in centro e il garage per la ricarica, sono un ottimo paradigma: tutto compreso, non c'è niente di meno ecologico al mondo, e però a forza di menzogne riusciranno a farvi sembrare normale il divieto di circolare con qualsiasi altro mezzo, e anzi a farvi sentire in colpa se non siete daccordo o a farvi odiare il vicino che si ostina finché glielo consentono a girare con l'auto di vent'anni quindi ormai a impatto ecologico zero o quasi. Ma vedrete che riusciranno anche a ricicciare la deleteria e antieconomica (a fare i conti bene) fissione nucleare, visto che la fusione resta una chimera: non ci sono i soldi per il reddito di cittadinanza e per manutenere territorio scuole o ospedali, ma per le megaopere (che chissenefrega se saranno mai ultimate e renderanno mai un centesimo ai cittadini) vedrete che li trovano, le tangenti (in esse implicite per natura) essendo una motivazione irresistibile.

Chiudo (anche l'anno) con un poscritto dedicato a Mihajlovic, che è in tema sia per via del tag "malafede dell'Occidente" che del tag "giornalaismo mainstream": avrete sentito sicuramente i mille coccodrilli, e altrettanto certamente nessuno di essi che raccontava davvero come la pensasse ad esempio sulle ignominie euroamericane contro la Serbia (leggetevelo su Comedonchisciotte, o ascoltatevelo da Grimaldi, se davvero volete commemorare questo campione di sport e vita).

Buona fine e buon principio ai pochi controinformoperdilettisti rimasti.

venerdì 23 dicembre 2022

RADIOCIXD 65 - SO

No, gli anni Ottanta non sono stati solo quelli del Riflusso, del Disimpegno, della superficialità, della Milano da bere, del technopop, della batteria elettronica, delle giacche a un bottone con le spalline e dei capelli cotonati. Sono stati anche gli anni di Peter Gabriel.

L'ex frontman dei Genesis, che con loro aveva inventato un certo modo di stare sul palco (pare sia stato peraltro uno dei motivi di dissidio nella band), aveva già negli anni Settanta iniziato la carriera da solista con una serie di album senza titolo, subito disseminati di pezzi che dimostravano il suo avere qualcosa da dire. Ma fu a inizio del nuovo decennio che si spaccò la schiena a Sanremo cantando Shock the monkey appeso a una corda, che spiegò a Mister Fantasy come usava il neonato home computing per mettere nuovi suoni al servizio della sua musica, e che fece uscire quello che forse è il suo capolavoro.

Come lo traduciamo "So" in italiano? Messo in mezzo a una frase sarebbe "così", ma all'inizio, o peggio ancora da solo? Allora? Dunque? Ordunque? Comunque in inglese suona meglio, e Gabriel passa da niente titoli a titoli brevissimi, che non abbandonerà quasi mai (di lui e di altri suoi dischi abbiamo spesso parlato su queste pagine), a partire da questo album che inizia un discorso già appunto dal titolo e a finire con quello in arrivo, se venisse confermato il provvisorio "I/O".

Ordunque, stiamo parlando di un album senza quasi "cali di livello" nella qualità dei singoli brani. Tanto che, come spesso in questi casi, se ne consiglia l'ascolto integrale e consecutivo (peraltro, proposto sia nella tournée dell'epoca che in quella celebrativa di due decenni dopo). In alternativa, ogni titolo della consueta tracklist commentata apre in pop-up il tube corrispondente, che così potete ascoltare leggendo. Con una eccezione finale, decisamente motivata.

  1. Red Rain - Un attacco così, con la batteria di Stewart Copeland dei Police a svegliare pure i morti, valeva da solo il prezzo del disco, pensavi subito. Il testo onirico e ipnotico fa la sua parte, alla fine hai "tutti i muscoli del corpo pronti per" l'ascolto del resto del disco.
  2. Sledgehammer - Ed ecco infatti che subito arriva come sfogare l'energia accumulata. Vorresti essere una mazza da demolizione, e lo diventi. Il brano fu una hit clamorosa, grazie anche al video, autentico spartiacque in questa che allora era una nuova arte: plastilina e stop-motion, a sprizzare genialità da tutti i fotogrammi. Ve lo metto bello grosso in fondo a tutto, se l'avete visto lo sapete già, che merita, se no lo imparate adesso.
  3. Don't Give Up - Di questo autentico capolavoro, il cui testo è un atto di accusa al thatcherismo e un inno all'amore e al sostegno reciproco, esistono decine di versioni diverse cantate da Peter con partner differenti, e decine di cover di altri artisti, ma nessuna si avvicina neanche lontanamente a questa versione originale con l'immensa Kate Bush, sia per la sua interpretazione che per il meraviglioso video con oltre 6 minuti di abbraccio.
  4. That Voice Again - Per anni la fruizione di questo brano si è fermata alla superficie, e il fatto che si tratti di un altro brano musicalmente travolgente fa da attenuante. Poi ho scoperto che il testo parla della voce dei genitori che introiettiamo in noi e ci accompagna per tutta la vita, nel bene e nel male, neanche fosse un testo di analisi transazionale.
  5. In Your Eyes - Canzone d'amore come poche, adattissima a sottolineare un momento topico, che so il taglio della torta al matrimonio, in cui due si guardano negli occhi. Con Youssou N'Dour al controcanto: eh si, questo disco è tra l'altro uno degli atti di nascita della world music (il primo, secondo quanto affermato dallo stesso Gabriel, è Creuza de ma di De Andrè).
  6. Mercy Street - Intimo passaggio ispirato a un quasi omonimo libro di poesie. Ma è solo una pausa per prendere fiato.
  7. Big Time - Arriva infatti questo potentissimo brano, accompagnato da un bel video, con un testo che è una satira/invettiva proprio a quegli anni 80 di cui parlavamo all'inizio.
  8. We Do What We're Told (Milgram's 37) - Il sottotitolo fa riferimento a un famosissimo esperimento di psicologia sociale, e il titolo alla giustificazione principe dei nazisti al processo di Norimberga ("eseguivamo gli ordini"). Tutta roba così insita nella natura umana da essere destinata a tornare ciclicamente di moda, come ad esempio da ultimo nelle vicende della pandemia. Inutile dire che il testo stringatissimo e ripetitivo e il tessuto della base musicale fanno la loro parte nel passare il significato.
  9. This Is the Picture (Excellent Birds) - La chiusura è affidata a un duetto con Laurie Anderson, la geniale performer di O Superman! nonché moglie di Lou Reed. Il testo sembra presagire l'era degli smartphone, scusate se è poco. 

giovedì 15 dicembre 2022

LO VUOLE LEUROPA

Questa in cronaca non è nemmeno la prima, confessione di Romano Prodi che da buon cattolico evidentemente crede che liberarsi l'anima sia viatico per il paradiso, ora che l'età impone di pensarci. Con quel faccione bonario forse riuscirà a intortargliela pure al padreterno, dopo averlo fatto con tutti gli italiani all'epoca, me compreso, con la complicità sempre valida del Nemico Esterno, magistralmente interpretato nel gioco delle parti da Silvio Berlusconi, per cui saltando saltando per dimostrare di non essere lui senza accorgercene siamo finiti in fondo al baaaratro (senza ironia, meglio dell'Euro è qualunque moneta sovrana, pure la pizza di fango del Camerun...).

Si perché, senza mezzi termini, quasi ogni guaio che abbiamo passato dal 1992 ad oggi, tra prelievi coatti sul conto corrente e manovre lacrime e sangue, tagli su tagli a qualunque settore pubblico sanità in primis (senza i quali si sarebbe potuto, se si fosse voluto, affrontare la pandemia senza mettere in ginocchio l'economia, perché l'indice di affollamento degli ospedali e delle terapie intensive è una frazione e le frazioni cambiano pure agendo sul denominatore) e privatizzazioni selvagge che in italiano si traducono come regali a privati monopolisti o oligopolisti di settori costruiti negli anni con soldi pubblici, fino alla sovvenzione dei nipotini dei nazisti ucraini nella guerra contro i russi sul loro territorio (iniziata nel 2014, la Russia ha iniziato nel 2022 solo la controffensiva) come ultima propaggine di una espansione verso Est tanto aggressiva quanto dolosamente nascosta (con tanto di esplicite rassicurazioni contrarie) al povero Gorbaciov durante le trattative di pace dell'epoca, è da attribuire alla nefasta Unione Europea. Una entità sovranazionale sottratta fondativamente a qualsiasi controllo democratico, e invece soggetta direttamente alle volontà di centri di potere occulto identificabili (peraltro solo in parte) con le istituzioni monetarie, che in quanto tale incarna la versione contemporanea, o se preferite la 2.0, del vero Fascismo, mentre ai sudditi nel nuovo gioco delle parti si agitano davanti al naso la versione 1.0 e successive al preciso scopo di confonderli, perfettamente riuscito.

Dico "quasi" ogni guaio per eccesso di cautela: in realtà qualunque cosa vi venga in mente, anche la più minuta (che so, la strada provinciale unico accesso al vostro borgo franata sedici anni fa e da allora col semaforo per passare alternativamente) o tragica (che so, la rinuncia ad ogni tipo di intervento di salvaguardia del territorio, salvo poi quando succede come a Ischia prendersela col cambiamento climatico che è tanto di moda), gira gira si può fare risalire a quella perdita di sovranità monetaria (e quindi economica e quindi politica) che altro non è la UE in genere e l'Eurozona in particolare. Chi riporta le immagini dei terrazzamenti realizzati a Ischia dal fascismo e poi sempre meno manutenuti fino all'abbandono, proprio nella zona alluvionata oggi, non è che deve essere per forza un nostalgico alla prese con l'esercizio retorico del "quando c'era Lui caro lei" e i treni in orario e le case al popolo eccetera, o perlomeno non crediate sia sufficiente bollarlo così per cavarsela: resta, togliendo tutte le ideologie, la banale constatazione che uno Stato sovrano può, se vuole, programmare e realizzare tutte le opere pubbliche necessarie o almeno indispensabili al vivere civile. Erano nel programma del moVimento 5 stelle, sennò col cavolo che prendeva tutti quei voti. Uno non sovrano non può. Qui Cardini lo spiega meglio di me, ma azzardo una sintesi: per quasi tutti i disastri naturali che hanno provocato danni e vittime in Italia negli ultimi decenni la causa ultima è l'abbandono di ogni governo del territorio per rispettare i famosi parametri europei (e anche quando vengono stanziati fondi europei, il combinato disposto della loro farraginosità e della paura della magistratura spiega in gran parte perché restino inutilizzati), per cui persino un regime cialtrone e corrotto che però non abbia padroni stranieri può fare meglio (e/o darne la percezione permanente) di un regime eterodiretto come il nostro.

Beninteso, e noi italiani lo sappiamo benissimo, non è che ad averla la sovranità comporta automaticamente che la si usi come si deve. Ma almeno in teoria c'è la possibilità che gli elettori dai e dai riescano in qualche modo, se vogliono, a mettere al comando chi poi lo faccia, cacciandolo se non lo fa. Così, invece, votare è perfettamente inutile (parabola grillina docet, meloniana dimostra ulteriormente già). Eppoi, francamente questa storia che gli italiani siano così corrotti inside da essere benedetto un vincolo esterno che li costringe a comportamenti virtuosi, che poi era uno degli argomenti (anche da bar) a fare da sfondo al traghettamento prodiano di cui sopra, ha francamente rotto i cabbasisi, oltre che essersi più e più volte dimostrata superata dai fatti (anche in cronaca: o volete ancora fermarvi alla superficie, e leggere la corruzione finalmente emersa in sede UE guardando al dito della nazionalità dei corrotti, anziché alla luna della banale constatazione che ovunque ci sia potere c'è potenzialmente corruzione?), con tanto di condimento delle mazzette in contanti che fa tanto vintage in questi tempi in cui si parla di soglie obbligatorie di pagamenti elettronici e chiusure a mazzi degli sportelli bancomat. Insomma, il vincolo esterno impedirà la riapertura dell'ospedale di Cariati (e dei troppi altri chiusi perché "lo vuole Leuropa", lo racconta un bel film), ma non impedirà di riprendere la mangiogna senza fondo dell'impossibile e inutile Ponte sullo Stretto, con cui si compie peraltro l'autosmascheramento di Salvini e soci.


Se poi si seguono i fili delle tangenti in cronaca liberandosi dalla narrazione retorica del mainstream che le riduce a un affaire calcistico, si scoprono alcune cosine interessanti, tipo che ci sono di mezzo ONG sedicenti pacifiste che inviano armi all'Ucraina, e che in sede UE è fiorente un'attività lobbistica borderline di tale portata che rende lecito il sospetto che per uno scandalo che scoppia ce ne sono altri cento che restano inesplosi. Per cui quando il consiglio UE spinge per "combattere l'esitazione vaccinale" proprio mentre un milione di italiani è a letto con l'influenza (finalmente curati dai medici di base, però), e tu leggi i numeri che dimostrano inoppugnabilmente che la strategia italiana del biennio passato è stata tra le peggiori (e la svedese tra le migliori) proprio rispetto ai suoi obiettivi dichiarati, se poi vuoi saperne di più sulle miocarditi o sulle morti improvvise ti frega poco che ti bollino come complottista: se arriva Attila che promette di smantellare questa UE è il suo partito il prossimo che voti.

domenica 4 dicembre 2022

ADULTI NO - VERSETTI COVIDICI 136-139

Il titolo si spiega da solo, a partire da un modo di dire impiantatosi con la medicina moderna e come sempre in questi casi poi traslato a ben altri significati ("sono un uomo fatto / una donna fatta"). Torna d'attualità, com'era facile prevedere e infatti avevamo previsto, parlare di vaccini, grazie alla nuova stagione influenzale e nonostante il cambio di maggioranza al governo. E lo fa grazie alla attesa sentenza della Corte Costituzionale che ha rigettato l'eccezione di incostituzionalità sollevata sui provvedimenti che avevano imposto l'obbligo vaccinale nei confronti di categorie professionali e anagrafiche di soggetti. Bisogna parlarne, per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco che le posizioni di partenza interiori di ciascuno possono portargli nell'interpretare la sentenza, o perlomeno quello che ne è stato riportato dalla stampa in attesa della pubblicazione delle motivazioni.

Non è strettamente consequenziale, infatti, né dedurre che ora poveri noi saremo sicuramente bersagliati da una serie di nuovi obblighi, né considerare la partita chiusa per i soggetti danneggiati economicamente e fisicamente dalla improvvida campagna "vaccinale": la pronuncia, infatti, si limita a mettere a riparo l'azione politica di un biennio sciagurato da una bomba atomica che sarebbe scoppiata travolgendo tutti i protagonisti in caso di pronuncia opposta. Aveva dunque ragione chi dalla stessa non si aspettava granché, soprattutto conoscendo i meccanismi di selezione dell'organismo, in un modo o nell'altro diventati nel tempo sempre più soggetti al potere politico, per di più con uno sfrido temporale che in caso di cambio di maggioranza approfitta dello sfasamento. In altri termini, anche se avessero vinte le elezioni i novax e i noeuro, e i molti che hanno votato Meloni credendo fosse così stanno già scoprendo che non è vero, e anzi a maggior ragione, la sentenza sarebbe stata questa. Forse ha ragione anche chi critica la linea di attacco tenuta da chi ha presentato il ricorso, adducendo a dimostrazione che altrove, con un approccio più semplice e diretto, ha avuto successo, ma in Italia non siamo altrove e si fatica a credere che anche così sarebbe andata diversamente.

Resta il fatto che, adesso, come in politichese tra le righe sembra persino dichiarare il responsabile di dicastero, non è che il governo sia obbligato a fare partire le sanzioni e ricominciare con le angherie, solo perché una sentenza ha detto che per quelle commesse dai predecessori non ci sono profili di incostituzionalità. Quindi, quello che succederà a breve resterà subordinato a una decisione politica, e come tale andrà giudicato dall'elettorato. Ciò, però, se da un lato apre uno spiraglio di speranza (con la s minuscola), dall'altro non è che consoli poi troppo, sia perché appunto questo governo sta già dando prova (vedi l'approccio di continuità con l'UE) di essere discontinuo col precedente solo per vuoti aspetti ideologici buoni solo per far azzuffare i capponi, sia perché il vero problema è proprio appunto l'elettorato, cioè quello che è successo in questi tre anni nella testa delle persone, scegliete voi se per merito di una operazione di propaganda di straordinaria efficacia o invece perché dentro erano già tutti pronti, di loro o per via di una azione di lungo termine, a subirla. L'unico dubbio è, cioè, se sia stata la pandemia a rimbambire le persone o se invece siano state rimbambite nei decenni  da una lungimirante azione concentrica partita dalla TV per arrivare agli smartphone, ma che il modo di dire "adulti e vaccinati" non valga più è oramai pacifico.

Se così non fosse, non assisteremmo all'autentico capovolgimento di logica che sta dietro alla formazione oramai assodata di un luogo comune tanto infondato quanto oramai solidissimo: i vaccini non hanno avuto alcun effetto nel prevenire i contagi (che, ricordo, nell'estate 2022 sono stati anche mille volte di più che in quella 2021) ma sicuramente i sintomi si, per cui chissà cosa sarebbe successo se non ci fossimo vaccinati. Te lo dicono anche persone decisamente intelligenti, e le migliori si fermano qui, poi giù giù ci sono quelli che ci aggiungono anche la cantilena del dovere civico, poi quelli che capovolgono questo stesso approccio fino a pensare ai non vaccinati come incivili e indegni del consesso civile, infine quelli che si sono fatti tre dosi e magari quattro, si sono beccati lo stesso la febbre a 39 e la tosse con l'influenza che sta girando adesso (esattamente come i pochi non vaccinati), e siccome hanno il tampone negativo sono tutti contenti di andare di antibiotico e cortisone. Non li sfiora il pensiero che se sti giorni siamo tutti malati e negativi allora aveva ragione chi diceva che il tampone non serviva a niente (lo diceva persino chi lo aveva inventato, con tutti altri scopi che non quelli di marchiare il bestiame e subordinare al marchio diritti fondamentali come il lavoro e l'iniziativa economica), e nemmeno quello ben più tragico che nella famosa prima ondata è stato impedito di curare ad antibiotico e cortisone milioni di malati, imponendo quel protocollo "tachipirina e vigile attesa" che forse è responsabile quasi per intero dell'unica fase di reale discostamento statistico dalle normali influenze e che forse è stato invece studiato apposta per creare l'emergenza e poter reagire come programmato, campagna vaccinale compresa. Il forse è pasoliniano: io lo so, ma non posso dimostrarlo, e forse non camperò abbastanza da vedere la verità trionfare. 

E ora vi lascio con un pochino di versetti covidici, che mancano da un po', nella speranza (sempre con la s minuscola, speriamo) che la cosa abbia valore scaramantico, a scongiurare un'altra relativamente facile previsione: che dovesse finire la guerra, riprenderanno in mano l'arma "pandemia" per proseguire nel piano di reductio a sudditi dei cittadini delle cosiddette democrazie occidentali.

136. La Corte salva i vaccini e getta le basi per futuri obblighi. Dietro questo titolo Blondet però comprende riflessioni ulteriori, spiegando meglio di quanto abbiamo accennato nel testo perché la pronuncia non è una "pietra tombale" (lo stesso concetto è in questo post de Il Paragone) e perché invece la partita si gioca nelle coscienze di ciascuno.

137. Il complice e il sovrano. Sullo stesso percorso logico, il filosofo Agamben affonda maggiormente. Vi riporto due passaggi, per intenderci: "se un giorno gli storici indagheranno su quello che è successo sotto la copertura della pandemia, risulterà, io credo, che la nostra società non aveva forse mai raggiunto un grado così estremo di efferatezza, di irresponsabilità e, insieme, di disfacimento" e "una società di complici è più oppressiva e soffocante di qualsiasi dittatura, perché chi non partecipa della complicità - il non-complice - è puramente e semplicemente escluso dal patto sociale".

138. Una Corte senza sorpresa e senza motivazioni. Sulla stessa linea, ma ancora più cupa, è l'analisi di Zhok su Ide&Azione. Sentite qui: "È completamente illusorio pensare che quando la gente se la vedrà davvero brutta, quando le cose andranno davvero male, quando il mondo andrà davvero a rotoli, allora sì che ci sarà una reazione, allora sì che il Potere tremerà. Sono balle consolatorie."

139. Non c'è giustizia senza verità. Affonda chirurgico infine Carraro, che spiega forse ancora meglio lo stesso concetto affidandosi alla nota antica dicotomia. La spiego con parole mie, ma voi leggetevi il suo post. La verità è che li hanno chiamati vaccini senza che lo fossero, solo per poterli imporre con la scusa dell'emergenza (che in parte hanno almeno contribuito ad aggravare, impedendo qualsiasi tentativo di cura empirica) nonché per poterli accompagnare con la retorica dei vaccini (invece inapplicabile) per meglio manipolare l'opinione pubblica, la verità è che non sono serviti affatto a diminuire i contagi, non c'è nessuna evidenza statistica del fatto che siano almeno serviti a diminuire i sintomi (peraltro, avendo forzatamente modificato la popolazione imponendo in un modo o nell'altro la vaccinazione, nessun raffronto serio è nemmeno possibile), e l'unica differenza tra l'influenza di quest'anno e quella del 2021 è che quella la chiamavano variante e questa no (anzi no, c'è un'altra differenza: questa sembra più grave), la verità é che c'è un drammatico incremento di morti inspiegabili in soggetti giovani sani e vaccinati e nessuno analizza seriamente questi dati. La giustizia, come sanno benissimo tutti i professionisti del settore, spesso con la verità non ha niente a che spartire.

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