domenica 27 dicembre 2020

I TERRAPIATTISTI SIETE VOI - VERSETTI COVIDICI 33-35

Questo screenshot, preso da Fusaro dal sito
dell'AIFA, è la dimostrazione scientifica di
quanto vi pigliano per il kulo in TV quando
vi agitano davanti al muso la carota vaccini.
Il bugiardino, già uscito in rete ma di certo
non al TG, dice esplicitamente che non sono
state fatte verifiche di interazione con farmaci
o altri vaccini. Quindi, anche senza considerare
il problema delle nuove varianti di covid uscite
dopo la sua realizzazione, questo vaccino come
minimo è una sòla, e comunque è sperimentato
direttamente sugli uomini e pertanto renderlo
obbligatorio sarebbe un crimine
. Intanto, tutte
le possibili cure empiriche ai per fortuna rari
casi in cui questo virus dà sintomi importanti
sono rimaste patrimonio di quelle strutture e
quei medici e che hanno avuto il coraggio di
praticarle anche senza il placet delle autorità.
Allora, chi è il terrapiattista, covidioti?
Come in ogni dittatura, in questo regime covidiota non è ammesso il dissenso. L'ipotesi che tu sia una persona razionale, che si è documentata come meglio può, e ti sia formata una opinione diversa da quella imposta da una narrazione dominante e pervasiva come non mai, non passa nemmeno per l'anticamera del cervello neanche al migliore dei "convinti". Se non ti allinei, devi avere qualche problema. Se chi ti accusa è di indole autoritaria, tu sei un negazionista da vaccinare a forza. Se invece si sente desinistra e razionale, pensa che sei fuorviato dalle bugie del web e ti invita a redimerti (ascoltando solo il vangelo dei tigì, immagino - ah, erano gli stessi che osannavano l'informazione libera contro il bavaglio berlusconiano e il suo dominio televisivo) sennò ti dà del terrapiattista. I fascisti ti dicevano disfattista e poi se ti andava bene ti incarceravano, come fece capitare l'immenso Massimo Troisi al suo Camillo, reo di inventare lozioni contro la caduta dei capelli e antidolorifiche sotto un regime guidato da un calvo che predicava un Impero forgiato col dolore e preparava una guerra disastrosa.

Ma il terrapiattista è l'opposto di chi si fa domande sulla realtà, per dedurne una spiegazione razionale. A chi abusa del termine per sminuire gli altri, gioverebbe ricordare che i terrapiattisti hanno dominato il pianeta per secoli, forti del fatto che i poteri dominanti non ammettevano che la loro dottrina potesse essere messa in discussione, e quando dovettero arrendersi alla rotondità del pianeta si arroccarono comunque sul geocentrismo, ugualmente dottrinale, al punto di perseguitare torturare uccidere tutti coloro che, non riuscendo a fare a meno di pensare liberamente, hanno consentito a certe idee di giungere dalla Grecia antica a noi conservandole ben nascoste anche quando era pericolosissimo tenerle in vita. O almeno quasi, a tutte, se crediamo al destino che Umberto Eco suppose per il libro di Aristotele sulla commedia.

Dunque non è la prima volta nella storia dell'umanità che abbiamo da una parte una sedicente scienza ufficiale, o comunque un credo ortodosso, che piega la realtà ai suoi dogmi, e convince quasi tutti, con le buone o con le cattive, con la propaganda o con la forza, con le litanie delle sue falsità o con la paura, e dall'altra una serie di sparuti individui che coltivano il dubbio e cercano con pazienza la realtà attraverso la nebbia dei dogmi, e certo che molti di loro sbagliano, ma loro non cercherebbero di imporre i propri errori come verità assoluta neanche se ne avessero il potere, e comunque è attraverso loro che alla fine in qualche modo l'oscurità si squarcia e possono venire alla luce i frammenti sepolti di verità che loro sono riusciti a preservare dall'oblio, attraverso i quali chi verrà potrà ricostruire una verità diversa alla luce della quale apparirà in tutta la sua mostruosità il castello di menzogne a cui fino a un attimo prima tutti avevano creduto. Succede sempre così, succederà anche stavolta. E sarà altrettanto difficile trovare un covidiota quanto lo era trovare un fascista nel 45, giù da noi nel 43, quando fino al giorno prima lo erano tutti.

Questo sono i pensieri covidici che sto raccogliendo in questa rubrica: squarci di possibile verità alternativa. Alcuni giusti, alcuni sbagliati. Ma tutti sacrosanti nella loro funzione, perché senza confronto non c'è democrazia. Per questo dovreste leggerli tutti, perché Internet è un mare di cazzate, si, ma il mare è pieno di tesori, a saperli cercare. Questo filtro è la funzione di cui si arroga fin dall'inizio questo blog, e certo che è il filtro arbitrario di chi vi scrive, ma l'unica alternativa degna al rifiutarsi almeno di leggere i tesori che vi seleziono io è andare anche voi nel mare a cercare i vostri. Restare ad abbeverarsi all'ortodossia, invece, è indegno di esseri pensanti e invece degno di un gregge. Infatti loro vi trattano così, e ve lo dicono pure in faccia.

33. MMT e il Mito del deficit. Due mesi prima non era possibile sforare i Sacri Parametri di uno 0,2. Due mesi dopo si ferma l'economia producendo una contrazione del denominatore, il reddito (vi bastano 420 miliardi di crollo del fatturato delle PMI italiane?), tale da farli sforare di decine di volte tanto. Con la scusa dei suddetti parametri, per decenni si è tagliato il tagliabile e oltre, ad esempio per decine di miliardi di Euro nella sanità. Arrivata la cosiddetta pandemia, si scopre che la sanità non è attrezzata a farvi fronte. E stiamo parlando di ricoveri e morti superiori al consueto solo contando con meticolosità, il che statisticamente si dice "dello stesso ordine di grandezza" di una influenza stagionale forte. Se non conoscete o ricordate la matematica, direte di nuovo che sto negando il covid, quando invece sto solo ripetendo un concetto elementare: il problema, certo esistente, era di un ordine di grandezza tale che uno Stato moderno doveva essere in grado di affrontarlo col proprio sistema sanitario. Se lo aveva reso incapace di farlo, si doveva immediatamente spendere a deficit tutto quello che sarebbe stato necessario per affrontare una seconda ondata senza lockdown neanche parziali. Invece non solo non lo si è fatto, ma quando finalmente si decidono esborsi comunitari, lo si fa non emettendo moneta a deficit europeo, ma in pratica restituendo parte dei contributi versati dagli Stati e prestando loro altri soldi, e stabilendo che queste somme siano destinate a tutto (ad esempio, si riparla del Ponte sullo Stretto: sic!...) fuorché a risarcire chi si è fermato e soprattutto a rinsaldare la sanità. Cosicché si possa usare la stessa come arma di ricatto per accedere ad altri prestiti vincolati (il MES). Il risultato (di questo vero e proprio strozzinaggio) sarà che quando saremo fuori dalla pandemia, ammesso che lo saremo, i parametri saranno talmente fuori scala da obbligarci alla definitiva cessione di ogni forma di sovranità, quindi di ogni leva di politica economica e finanziaria (in pratica, votare diventa definitivamente inutile). Un piano diabolico per affermare una dittatura tecnocratica, che se non ha creato il covid ne ha approfittato e non so cosa è peggio. Tra tutte le scienze, l'economia è la più umana, cioè la meno deterministica, cioè quella che più di tutte necessita di più di una campana. E invece da decenni ne suona solo una. Continuare a studiarne un'altra non è terrapiattismo, è incarnare Galilei costretto all'abiura e Giordano Bruno al rogo. Vi basta come metafora per andarvi a leggere con attenzione il versetto proposto?

34. Fine del virus o fine del mondo? E' lungo, ma è pieno zeppo di dati. Fulvio Grimaldi va sempre letto, è uno dei vecchi capi della Resistenza. Ma leggetevi pure Lameduck, che anche oggi sui vaccini ha detto la sua meglio di me.

35. Gli artisti si risvegliano? Il segno peggiore che ci si trova in un regime è quando gli intellettuali e gli artisti si uniformano. Col fascio, solo un professore universitario in tutta Italia ebbe il coraggio di non prendere la tessera del partito (mio nonno, vecchio socialista non interventista, perse il posto in ferrovia per questo). E anche i giornali più gloriosi si ridussero a passaveline, proprio come sta constatando oggi chi ha ancora gli occhi per vedere e un cervello per pensare. Per cui, non ridite ancora "com'è possibile che tutti mentano?": non solo è possibile, ma in questi frangenti è sempre stato così. Consigliare oggi a qualcuno di non informarsi sulla Rete è come allora consigliargli di lasciar perdere i volantini sovversivi: un consiglio di impecoronirsi per quieto vivere fatto da uno che ti vuole bene, nel migliore dei casi, altrimenti il primo passo verso la delazione. Fino ad oggi, solo Bob Dylan aveva osato, dall'alto della sua statura, schierarsi contro la propaganda, ma lo aveva fatto a modo suo, sotto metafora (kennediana) e con cripticità, dando modo a chi non voleva capire di non capire. Oggi scopro finalmente un pezzo esplicito: è scritto da un altro vecchio, Van Morrison, e cantato da un altro vecchio, nientemeno che Eric Clapton. Ma ho scovato anche dei giovani che satireggiano, finalmente: quelli che satireggiavano contro Berlusconi oggi sono tutti anziani e allineati...

martedì 22 dicembre 2020

SCETATEVE GUAGLIUNE - VERSETTI COVIDICI 28-32

Finirà solo quando il popolo dirà basta. Dico "popolo" e non "gente" perché le parole contano, e non è un caso se il primo termine è stato via via soppiantato nell'uso dal secondo. Sono dieci mesi che vi esorto a svegliarvi, cioè a tornare l'uno e non essere più l'altra, sono anche un po' stufo, e voi di me, ma siamo sotto Natale e non trovo miglior augurio di questo.
Avrete anche voi sentito al TG di una "variante inglese" del Covid, no? e subito dopo, hanno pure avuto la faccia tosta di dirvi che a breve parte la campagna di vaccinazioni, giusto? ora: quanto fa due più due? avete sentito uno solo dei cosiddetti giornalisti avere il coraggio di fare al politico o al solone scientista di turno la domanda facile-facile "ma se il virus cambia, che cavolo vaccinate a fare?", oppure "che cavolo c'è dentro a quello che per tranquillizzarci continuate impropriamente a chiamare vaccino?"? Non è che tutto l'obiettivo di questa gigantesca campagna di disinformazione è inoculare chissà cosa in miliardi di esseri umani, sicuramente per ottenere enormi guadagni ma forse anche, se pensate anche voi che ciò non sarebbe un movente sufficiente, per avere in mano (si, esatto: come Thanos le Gemme) un potentissimo interruttore?
Non ci fate caso, sono solo chiacchiere da complottista, e se le ascoltate vi vengono in testa pericolosi dubbi che poi vi fanno svegliare di notte tutti sudati. Oops, le avete lette, Vi basta rubricarle come tali per cancellarle dal vostro subconscio? Se vi basta, beati voi. Se anche voi avete gli incubi, allora non vi basta. E per interrompere un incubo c'è un solo sistema: svegliarsi.
D'altronde, il Natale cristiano è stato fissato il 25 dicembre per una delle tante paraculaggini del nostro monoteismo: festeggiare in un giorno in cui era già festa per le religioni da soppiantare. E non c'è festa più radicata con la razza umana e con tutte le sue religioni di quella del giorno in cui, tre giorni dopo il solstizio d'inverno, si comincia a notare che le giornate hanno ripreso ad allungarsi, il Sole invitto inizia la riconquista del cielo, e già si intravvede in lontananza la primavera e la nuova stagione agricola. Buon Natale, allora, leggetevi questi versetti covidici, mi raccomando seguite i link (leggete tutto, non avete altro che il vostro cervello), e col sole scetatevi pure voi.
Ogni virus influenzale è una variante di un altro. Ogni stagione influenzale contata da novembre ad aprile nel nostro emisfero, e da maggio a ottobre nell'altro, fa un numero di morti dello stesso ordine di grandezza del covid-19, distribuiti per fasce d'età allo stesso modo, e ogni tanto una stagione è più dura delle altre, e nessuno nega che questa lo sia. Ma con un decimo dei soldi bruciati sull'altare dei lockdown (termine carcerario, non dimenticate), tutti i sistemi sanitari potevano essere resi in grado di sostenere una stagione dieci volte più dura di questa, senza terrorizzare nessuno e senza rovinare nessuno. E la sorpresa invocata a febbraio non può essere reinvocata oggi: si è preferito dissanguare le economie anziché attrezzare la sanità, e lo si è fatto per un preciso disegno politico. Per attuare il quale. adesso che gli avete fatto capire che per paura accettate i soprusi, non si esita a continuare a terrorizzarvi: sciorinando numeri di positivi a un tampone che intercetta quasi sempre gente sanissima (e quando gli serve lo ammettono), sbandierando numeri di morti quotidiani perfettamente all'interno di quanto accade ogni anno, sommando per far lievitare i totali due stagioni influenzali diverse (e quando è evidente che sono diverse, dicendo che è una variante della stessa per poter continuare a farlo). Così, correrete a vaccinarvi anche se il cosiddetto vaccino non può proteggervi dal nuovo virus, esattamente come gli inutili vaccini antinfluenzali di ogni anno che sono sempre contro i virus dell'anno prima, e però rendono più vulnerabili a quello dell'anno dopo come dimostra la percentuale di anziani vaccinati morti nella prima ondata nel nord Italia. E se continuate a leggere queste mie parole è solo per la mia insignificanza mediatica, perché chi le dice avendo più lettori è già intercettato e neutralizzato su tutti i social, e non solo li. Alla faccia della democrazia. E ora si spiega anche perché tutto questa cattiveria contro Assange, proprio alla vigilia del "livello successivo" di Schiavitù 2.0, che è il gioco che stanno giocando.
No, non finirà. Ce lo dicono in faccia. La variante inglese è solo la prima di cui si parla, di tante esistenti. Qualcuno già si è fatto scappare che questo virus è solo il primo di una lunga serie. Altri, che più inside non si può, che il vaccino è tutt'altro che risolutivo e di covid ne avremo per dieci anni, quindi tocca imparare a conviverci, che poi è quello che facevamo prima con i virus di ogni anno e che questo fesso con pochi altri vi sta ripetendo fin dall'inizio avremmo dovuto fare anche stavolta. Ma quando la belva ha assaggiato il sangue è difficile fermarla: andremo da una misura assurda a un'altra, se non ci ricordiamo di essere il popolo sovrano, ci svegliamo, e glielo impediamo. Il grande Reset, sia il coronavirus una parte della sua strategia che solo un'evenienza di cui hanno approfittato per lanciarla, glielo dobbiamo far rimangiare noi. E possiamo solo noi, il Popolo. Ma se mi guardo attorno vedo solo Gente: non abbiamo molte speranze.
Ed ecco i preziosissimi versetti di oggi.
29. Trattamento Scientocratico Obbligatorio. Una dei pochi altri è Lameduck. E qui spiega meglio di me come la questione vaccino obbligatorio (di diritto o di fatto che sia) è uno spartiacque per la storia dell'umanità. Passato il Rubicone, sarà sancita la Dittatura. Sapevàtelo.
30. Al passo dell'oca. Tra gli altri pregi, il contributo di un altro dei pochi, Blondet, ha quello di tentare di elencare i danni del lockdown oltre a quelli economici. Un conto che prima o poi qualcuno dovrà pagare, altrimenti saremo noi.
30.  Anno zero. Ma se avete risorse di tempo e mentali per seguirne uno solo, dei miei link, seguite questo. E' illuminante e fondamentale: spiega convincentemente qual è il vero obiettivo dei GloboCap (la cricca di miliardari che pensa di salvare il pianeta a spese nostre). Il loro gioco si chiama “Guarda Cosa Possiamo Farti Quando Cazzo Ci Pare”, è il vecchio gioco del Potere. Ma non è l'unica rivelazione che avrete leggendo con attenzione il post.
31. Senza digitalizzazione non ci sarebbe il lockdown. Lettura a portata di mano, ma come spesso capita proprio per questo sfuggita a tutti. Non è una coincidenza, quindi, che tutto questo sia accaduto adesso, e non in una delle tante stagioni influenzale dai numeri paragonabili a questa. Il rimbecillimento umano via smartphone era un atto prodromico: le articolesse desinistra che scrivevamo e leggevamo sull'eccessivo uso della socialità telematica a scapito di quella reale avevano ragione, ma in un senso che non immaginavano (e infatti molti sinistroidi che le trovavano sensate, in successione alle tirate antiberlusconiane sulla strapotenza televisiva, oggi invece sono dei pasdaran della covidiozia).
32. Cosa dice la scienza a proposito del Covid? Questo utile vademecum è come dice il termine non solo da leggere attentamente, anche da stampare e portare con se, per sfoderarlo quando (spesso) i covidioti trincerano le loro fesserie dietro "LaScienza". La scienza vera intanto non è mai dogmatica, e quando lo è stata non era vera scienza (chiedete ad Einstein, e alla miriade di scienziati veri schiacciati da quelli a cui il potere aveva dato alla testa). Deducete da soli OMS e soci a che parrocchia appartengono, dal momento che non ammettono nemmeno le voci dissenzienti. Poi rileggetevi il vademecum, che smonta scientificamente uno per uno tutti i pilastri della propaganda, che invece è l'unica scienza praticata dai covidioti.

venerdì 18 dicembre 2020

RADIOCIXD 32 - SOTTO IL SEGNO DEI PESCI

RadioControinformoXDiletto è la rubrica meno gradita del blog, le statistiche me lo dicono; non che gli altri post siate in migliaia a leggerli, e nemmeno in centinaia, ma questi interessano mediamente solo a qualche decina, e infatti, anche se la ricerca di lettori non è certo il primo obiettivo di questo diario, la sto via via diradando, perché manco è bello cantarsela e suonarsela da soli o quasi.

Siccome però scrivere di musica mi piace, e uno a casa sua fa quello che gli piace, provo adesso a cambiare qualcosa: finora RadioCIxD ha recensito solo album, brano per brano, qui l'album lo prendo solo per pretesto per parlare più in generale di un artista. E nessuno è più adatto di Antonello "corederoma" per un ragionamento del genere: intanto perché i miei concittadini se si parla di Venditti un'occhiata la vengono a dare, e poi perché è molto difficile, volendone parlare, trovare un album tutto bello-bello. Sotto il segno dei pesci è però forse tutto sommato il miglior punto di partenza per ragionare sulla sua parabola artistica, e forse in qualche modo ne è pure il vertice, e lo spartiacque tra il Venditti di prima e quello di dopo. Prima, solo lavori che una volta si dicevano "impegnati"; poi, una volta trovato il successo commerciale, quasi solo una astuta riproposizione per decenni del proprio canone a mo' di marchio di fabbrica. Con rare (ma presenti) puntate di qualità.

E dire che il ragazzo era partito col botto: il primo album Theorius campus, che i discografici gli fecero realizzare assieme all'amico De Gregori (entrambi erano "ragazzi del Folkstudio"), è un mirabile esempio per chi vuole comprendere immediatamente il concetto di "maturità artistica", tanto acerbo è Francesco nella sua metà di pezzi che contagia l'altro anche nei pezzi comuni, tanto già "pronto" è Antonello che i suoi brani sono già perfetti, da Ciao uomo a Sora Rosa, ma anche L'amore è come il tempo e le altre, per non parlare di Roma capoccia che la conoscete tutti (ma sapevate che era una "opera prima"? secondo me non in tanti...).

Era inevitabile il suo successo immediato, e solo il suo, e non che l'altro dovette aspettare troppo, ma la disparità non deve essergli andata giù tanto che glielo rimproverò in Piano bar (a cui Antonello rispose con Francesco, che sentirete nel tube qui sotto, chiedendogli letteralmente scusa), avendo allora però torto, o forse conoscendolo talmente bene che sarebbe stato facile profeta. Ancora per qualche anno Venditti avrebbe scritto parecchie cose di valore assoluto: E li ponti so' soli, Le cose della vita e Mio padre ha un buco in gola nel 1973, A Cristo, Marta, Campo de' fiori e Quando verrà Natale nel 1974, Lilly, L'amore non ha padroni e Compagno di scuola nel 1975, Maria Maddalena (la mia preferita in assoluto, ci sono tutti quegli anni lì) e Una stupida e lurida storia d'amore nel 1976, tutte queste canzoni vi consiglio di cliccare sui link a ascoltarle con attenzione. Di Sotto il segno dei pesci, che è del 1978, vi embeddo invece il full album, anche se la title track, Bomba o non bomba e Sara si staccano da una qualità media già elevata e infatti le conoscono tutti ma proprio tutti.

Sono 18 capolavori in sei anni, niente male. Nei successivi quarantadue, fatichiamo a trovarne altri cinque, e abbassando le pretese: Modena nel 1979, Notte prima degli esami (quella del pianoforte sulla spalla, che l'autore ha poi precisato che lo portava Pino Daniele, davvero...) nel 1983, Peppino e Giulio Cesare (quella che Paolorossi era un ragazzo come noi) nel 1986, Dolce Enrico nel 1991. Le altre famosissime che vi vengono in mente proprio no: a parte i testi, la scrittura musicale è talmente standardizzata da consentire a Francesco Baccini nel suo Nomi e cognomi una presa in giro azzeccatissima (che vi invito ad ascoltare perché è davvero gustosa, oltre che tecnicamente illuminante, ma vi giuro che non sono riuscito a trovare il tube, chissà perché, provate da voi con Spotify e simili...), e forse pure affettuosa. Lo stesso potreste dire di questa mia recensione critica, che entra nel merito di alcune tracce per trovare il pretesto di farvele (ri)scoprire senza però avere intenzione di scalfire il monumento. E chi ve lo tocca, amici romani (specie se romanisti, poi)!

Una cosa ancora. Altre volte abbiamo fatto il gioco di indovinare "cosa sentiva da giovane" quell'artista, partendo dalla sua cifra stilistica. Stavolta facciamo il gioco al contrario, ed è facilissimo, anche se a qualcuno potrà sembrare sacrilego. Ultimo. Ultimo da piccolo è cresciuto a pane e Venditti, è il suo erede naturale e lo sanno tutti e due. Facessero una tournée assieme, sarebbe un vero e proprio passaggio di testimone. Con tanto di consegna al giovane sambasiliano del repertorio vendittiano, che gli calza a pennello. Non per abusarne (non è scemo non lo farebbe), ma perché ci sono certe canzoni che devono essere cantate al pianoforte da un romano vero con la voce piena davanti al Circo Massimo pieno che fa il coro.

domenica 13 dicembre 2020

DIECI PER DUE

Per chi ha meno di trent'anni questa precisazione serve: una volta i numeri dei giocatori in campo andavano da 1 a 11, 12 era il secondo portiere e poi le altre riserve. Il 10 era il fantasista, e questo l'avete sentito dire per via di Maradona. Il 9 il centravanti. La numerazione è libera e fissa solo dal 1995, prima lo era solo per i tornei brevi tipo i mondiali, ma anche li di solito i titolari avevano le maglie fino all'11. Non nel 1982, che già da un po' per l'Italia si era deciso per altri criteri. Quindi Paolo Rossi non aveva il 20 perché era riserva, mi spiace anche un po': il post sarebbe stato più romantico.

Anche perché a quei mondiali Paolo non era scontato non dico che partisse titolare, ma proprio che andasse. Fu solo per la cocciutaggine del ct Bearzot (che ricordava ancora bene le sue prestazioni accanto a Bettega nel mondiale buttato quattro anni prima in Argentina, ed era un uomo davvero di altri tempi, di una tempra capace di farsi rimbalzare addosso qualsiasi campagna mediatica) che ci andò e poi partì titolare, e poi restò in campo anche se nelle prime tre partite, in cui furono opachi un po' tutti, di certo non brillò, e poi nemmeno nella quarta quando gli altri si svegliarono battendo l'Argentina del giovane Maradona.

E qui vi tocca una doppia digressione. A causa della scomparsa ravvicinata dei due, è credo la prima volta in dodici anni che in questo blog si parla di calcio per due volte in un mese. Io il calcio non lo seguo da parecchio, non mi piace quello che è diventato diciamo da Berlusconi/Sacchi in poi, ma appunto qui si parla del calcio di un tempo. Inoltre, come per Maradona, e come per altre volte, coccodrilli o no che siano, che mi prendo la briga di dire la mia su un qualsiasi argomento che trovate già disaminato abbondantemente sul mainstream, è solo per dare un punto di vista personalissimo, non certo per fare da inutile eco a cose già sentite. E questa era la prima.

La seconda è proprio a proposito di Italia-Argentina. Anni dopo, il mitico Gianni Brera (un vero letterato che restava tale anche quando scriveva di sport, con una invenzione linguistica dietro l'altra, che peccato che i ragazzi di oggi non abbiano il suo punto di vista, e non solo nel calcio) ebbe a rivelare che il giovane Maradona in quella partita non toccò palla perché marcato a uomo da Gentile in un modo che oggi non si potrebbe raccontare, e forse nemmeno fare: lo rese furente e quindi poco lucido perché a ogni occasione, e senza mai fare fallo, gli si appoggiava contro con le parti intime, che essendo Claudio mezzo africano erano rilevanti anche diciamo così a riposo. Brera per dirlo meglio le chiamò "negritudini": immaginatelo oggi, che la dittatura del politically correct consente di sospendere una partita perché un assistente rumeno (ma dire "rumeno" non è discriminatorio?) per spiegare all'arbitro chi in un nugolo di persone avesse commesso non so quale irregolarità ha detto in romeno "quello negro", che non so nemmeno se in romeno esistono due parole diverse per dire nero e negro, ad esempio in riggitano non esistono, si dice niru se si ha intento sia discriminatorio sia meramente descrittivo. Un giorno o l'altro vi propino un pistolotto tutto dedicato a questa insopportabile isteria linguistica, che pensa di cambiare la sostanza cambiando la forma e di cambiare la lingua per legge, due cose che sono sempre fallite e sempre falliranno, ora torniamo a Pablito e a quando lo diventò.

Mio papà era tifoso di calcio, sfegatato. Ed era uno dei tanti tifosi italiani che allora come adesso non perdonavano ad un allenatore risultati negativi, e pensavano di poter fare la formazione meglio di lui. Quell'Italia aveva pareggiato pure le amichevoli premondiali, e ora le prime tre, passando il turno di culo. E Rossi era stato convocato pur non giocando da due anni, e non stava certo brillando. Quando mio padre lo vide in campo anche contro il Brasile, sbottò. E io, che amavo fin dai tempi del Vicenza quel ragazzo gentile e furbo, capace di sbucare dal nulla quando c'era da metterla dentro, un po' per scaramanzia un po' per sfotterlo gli dissi, letteralmente: "statti zittu, chi oggi Rossi ndi signa tri". Proprio così: tre gol. E ovviamente mio padre fu felice di essersi sbagliato ed esultò con me tutte e tre le volte, rompemmo pure un lampadario saltando a braccia alzate.

Sono sicuro che ciascuno di quelli che c'era avrà da raccontare una sua, di storia, attorno a quell'evento. A me basta di avervela fatta ricordare, raccontandovi la mia. L'Italia campione del mondo si avviava a diventare la quarta potenza economica mondiale, ci sarebbe voluto l'uno-due eurozona-covid per ripiombarci straccioni. Non sapevamo, allora, che la polpetta avvelenata era già in pancia, era lo sgancio della Banca d'Italia dal ruolo di sottoscrittore di prima istanza, e i craxiani che hanno pompato quella crescita con la spesa pubblica dimenticando quel piccolo particolare, forse anche perché troppo concentrati sul proprio tornaconto immediato, avrebbero portato il famigerato debito pubblico dal 30 al 130 per cento in pochi anni. Oggi nemmeno lo dicono più, a quanto è arrivato, nonostante 30 anni di lacrime e sangue e avanzi primari, e a causa delle mazzate sul denominatore fatte in nome dell'emergenza sanitaria. Ma state sicuri che appena alziamo la testa, vaccinati o no, ce lo ricorderanno, MES o non MES. Ebbene quegli straccioni che eravamo negli anni 70, quando un paio di epidemie influenzali superarono i 50mila morti a stagione senza che nessun politico osasse pensare di toccare di un'unghia le nostre libertà, anche perché se l'avesse fatto povero lui, forse sono davvero il nostro futuro. Magari lo fossero in tutto e per tutto, speranze e fierezza compresi. Non serve il fisico, servono coraggio e astuzia, senso della posizione e resilienza per passare le nottate chiamate infortuni e squalifiche, cuore puro e occhi che sembrano tristi e mezzi chiusi ma in realtà sono vispi e vedono spazi che gli altri non vedono, per essere decisivi. Questo ci insegnò Paolo Rossi, ecco perché allora diventò un simbolo, ed oggi lo piangono tutti. 

mercoledì 9 dicembre 2020

E VENNE IL GIORNO - VERSETTI COVIDICI 26-27

Al TG c'è stata un'altra "confessione", ovviamente non rilevata dal cosiddetto giornalista che ha letto la notizia come al solito distorcendone il senso e reprimendo, forse, l'unica domanda legittima che la logica suggeriva. La notizia è che secondo le statistiche ufficiali l'età media dei morti "di" covid è superiore agli 80 anni, che i morti al di sotto dei 40 sono attorno all'1%, e che oltre il 95% degli stessi aveva anche altre patologie. Quindi sarebbe più giusto parlare di morti "col" covid, se non fosse che l'etichetta viene da un tampone che intercetta qualunque segmento di DNA che somiglia al covid. Ecco perché tutti questi "positivi", in grandissima parte asintomatici: se escludessero questi ultimi dal conto, i numeri renderebbero implausibile l'emergenza a tutti i non ipocondriaci. 

Ma non è l'unica scorrettezza ormai inveterata: la peggiore è la giaculatoria dei decessi quotidiani per fare impressione. A chi si trincera dietro i morti (le autorità in mala fede, si, ma ad esempio i giorno dei 900 morti ho letto sui social messaggi raccapriccianti di persone in buona fede, per cui ho solo sincera compassione) dico brutalmente: certo che ci sono centinaia  morti quasi tutti ultraottantenni al giorno in un Paese di 60 milioni di persone tra i più "anziani" del mondo. La media degli ultimi anni dice 650mila morti all'anno, il covid non ha cambiato significativamente né il totale né la distribuzione per fasce d'età. E fanno quasi 2mila al giorno, sempre con la stessa distribuzione. Attribuirne grazie ai suddetti test farlocchi qualche centinaio al giorno a questo virus può fare impressione, ma non cambia le statistiche suddette, che loro stessi recitano. Ma per capirlo bisogna tenere il cervello acceso, e lo avete quasi tutti paralizzato dalla paura e intontito dalle cazzate.

A sapere leggere i numeri (e non solo da noi: qui quelli USA), dunque, non sta succedendo niente di diverso in misura statisticamente significativa di quello che succede ogni anno, e quindi i centinaia di miliardi di euro di danni all'economia e quelli incalcolabili al tessuto sociale dovrebbero essere oggetto di una class action senza precedenti, per non dire di moti di piazza che col distanziamento e la militarizzazione delle strade ce li hanno tolti, da parte di cittadini che fossero tali e non pecore impaurite. Se non vi basta leggerlo, guardatelo: in questo video i titoli dei giornali degli anni scorsi, in cui le stesse identiche situazioni non venivano però strumentalizzate per rovinarvi.

C'è poi una ulteriore scorrettezza manipolatoria, in questi giorni. Le serie storiche delle influenze registrano i dati per stagione invernale, diciamo da novembre ad aprile. Il dato parla chiaramente di qualche decina di migliaia di morti a brutta stagione, con oscillazioni che ricorrentemente hanno sforato i 50mila. Stavolta, per poter dire numeri più grossi, stanno sommando i morti di questo autunno con quelli della scorsa primavera. Vedrete che sommeranno anche quelli della prossima primavera, di quella che stanno già chiamando la probabile terza ondata per mettere le mani avanti. Ma per quanto grosso sarà il totale, se confrontato in maniera corretta con periodi analoghi lo scostamento se ci sarà non sarà certo tale da giustificare la distruzione che è già a buon punto e hanno in mente di completare. Ragion per cui, se uno postula che lo stanno facendo apposta, che è stato deciso "dove si puote" un cambio di paradigma e la mai dichiarata pandemia non è che uno strumento per attuarlo, è solo perché almeno così sarebbe logico, da stronzi ma logico, invece quello che stanno facendo se non è da sicari è da deficienti.

Lo so, l'ho già detto. Ma un amico mi ha chiesto, per stuzzicarmi, cosa pensavo del fatto che alla fine la Cina ha avuto un decimo dei morti della Lombardia, e sembra esserne fuori. Gli ho risposto che penso che sia semplicemente perché ha deciso quasi subito di smettere di contarli. E non è perché non è una democrazia che il governo decide cosa devono dire i media, perché anche da noi è così e allora o noi siamo una democrazia e allora pure loro, o non lo siamo nemmeno noi e allora la differenza è solo che noi abbiamo padroni che hanno meno a cuore il nostro destino di sudditi, forse perché quelli veri sono stranieri. In altre parole, essendo assodato che non c'è niente di atipico nei numeri dell'epidemia se non come vengono contati, ecco che basta decidere di contarli diversamente, di leggerli diversamente, e le cose cambiano. Se la gente cadesse morta per strada come in un film di Shamalayan, non si potrebbe. Ma non è così, e si può. E la Cina lo fa, perché è il nostro paradigma che deve cambiare, e per adeguarsi al loro. Quindi saranno una dittatura comunista, ma in qualche modo mirano ancora al bene del loro popolo. Se Trump riuscisse nel miracolo di far valere le proprie ragioni in merito di brogli elettorali e si confermasse Presidente, cosa che ormai è praticamente da escludere ma non si sa mai, potrebbe davvero far si che non si parli più di covid, come ha (tardivamente) promesso. Sarà un cafardo miliardario razzista, ma in qualche modo ancora mira, magari per interesse, al benessere del suo popolo. Da noi, e in quasi tutto il resto del mondo che si è affrettato ad imitarci (per quanto noi siamo inimitabili quindi da noi è peggio), una classe politica al soldo di interessi sovranazionali e occulti NON mira più, e da decenni, al benessere del suo popolo. Non che quelli di prima fossero dei santi, ma è meglio rubare mentre si consente al popolo di prosperare che strozzarlo mentre si ostenta onestà (tutta da dimostrare, peraltro).

Se ce la fate, anche oggi chiudo con qualche "versetto covidico". Lo so che è dura, specie se, magari dopo una prima lettura integrale, tornate indietro e seguite ogni singolo link di cui è infarcito il testo, come vi consiglio da sempre. Ma per quanto stretta e faticosa, è l'unica via per restare fuori dal gregge. Ammesso che ciò sia salutare....

26. Niente cinema, viaggi, bar e ristoranti per chi non farà il vaccino. Ci sono molti modi per aggirare la Costituzione, si è visto fin troppo spesso in settantadue anni. Ma almeno le dichiarazioni di questo o quel personaggio su cosa farebbe ai renitenti aiutano a orientarsi, a capire chi sono i nuovi nazifascisti. Annunziata. Gassmann. Severgnini. Ovviamente Conte. Annotatevi la lista. E non dimenticate. Ah, c'è il 10% delle probabilità (se crediamo a loro, che dati oggettivi non ce n'è; se non ci crediamo moltiplicatelo pure) che il vaccino non funzioni o faccia male. Invece il covid uccide lo 0,1% della popolazione, lo 0,001% sotto i quarantanni, e vi terrorizza. Il rapporto del Censis sintetizza come la pensate: Meglio sudditi che morti. Complimenti.

27. La nebbia covid si sta dissipando. L'OMS, chiamata in causa dai magistrati di Bergamo sulla gestione dell'epidemia, si è trincerata dietro una implausibile immunità diplomatica. E poi cito "Ormai è palese come annunciato dall'Istituto dei Tumori di Milano e da altri ricercatori privati indipendenti che il nuovo virus era in circolazione già da Agosto/Settembre 2019 e che il Protocollo Imposto dall'OMS (leggete leggete, prima qui e poi qui) a tutte le nazioni ha causato il decesso prematuro di centinaia di migliaia di anziani comorbili che se curati con gli antinfiammatori e gli antibiotici vietati, sarebbero probabilmente in buona parte ancora vivi e vegeti."

giovedì 3 dicembre 2020

MI PROCLAMO DITTATORE

No, non sono impazzito definitivamente, non è una dichiarazione d'intenti. Anche se voi per la maggior parte siete rane bollite cotte a puntino per uno dei regimi più crudeli della Storia, che iniettando dei nanobot in 7 miliardi di persone da quel momento in poi farà di loro quello che vuole: altro che i dittatori del passato contro cui si poteva cospirare e comunque si potevano odiare liberamente.

No, il titolo è quello scelto da Pasbas per uno dei suoi escursus storici tanto ma tanto istruttivi per il presente e il futuro, a saperli leggere. Che il processo che ha unito l'Italia sia stato a svantaggio dei molti e vantaggio dei pochi, e comunque molto ma molto diverso di quello con cui ci hanno indottrinato fin da piccoli, a un secolo e mezzo di distanza comincia a essere considerata una verità in qualche modo di patrimonio comune. Già solo questo ci dovrebbe rendere in guardia contro le narrazioni monocorde in genere, quindi contro quella che propugna il processo di unire l'Europa, che ha una sintassi del tipo suddetto se non ancora peggiore. E non parlo del Covid (perché Pasbas, che mi vuole bene, mi ha mandato il post proprio per cambiare ogni tanto registro), ma ci azzecca eccome pure la sua, di narrazione.

Un'ultima precisazione. Essere critici nei riguardi di un processo di unificazione fatto male, non significa affatto essere nostalgici della situazione preesistente con tutti i suoi problemi, che tutte ne hanno. Significa proprio far si che la Storia sia davvero, come si dice, "maestra di vita", evitando almeno, visto che commettere errori pare sia proprio insito nella condizione umana, di ripetere quelli già commessi. E guardando alla Storia recente e alla cronaca, direi purtroppo che ne avremmo proprio bisogno.

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Mi proclamo dittatore

di Pasbas

Mi proclamo dittatore, il Duca è fuggito con i suoi”. Più o meno queste le parole di Farini, commissario straordinario (vedremo poi perché straordinario) spedito dai boia Savoia con lo scopo di abolire il legittimo governo locale. Nell'assolvere questo sordido compito, il beccaio Farini si avvale del (confesso) criminale Curletti, noto uomo di malaffare che, coadiuvato dai suoi bravi, compie efferati delitti contro i civili nostalgici del legittimo governo.

A questo punto alcuni di voi penseranno: “ecco la solito tirata vittimista di un terrone piagnone e in malafede!” Al che io, pur rivendicando a pieno il titolo di terrone, dico: sei in errore caro lettore e sai perché? Perché sto parlando dell’Emilia e dei suoi Duchi e non del Regno Borbonico come tu probabilmente pensavi.

Vizi con radici antiche. Curletti nello svolgere il suo infame compito ha però un grosso problema da risolvere e cioè reperire la manodopera necessaria per la repressione; la soluzione è però presto trovata, applicare il famoso metodo Savoia: libera dalle carceri un migliaio di delinquenti comuni e li usa per prendere possesso dell’intera regione e mantenervi l’ordine pubblico. Gli stessi liberali si dicono sdegnati dal fatto che i criminali piemontesi fanno man bassa dei tesori dei Duchi D’Este, quadri, oro, denaro e argenteria. Si beh più che l’argenteria meglio dire l’argento: infatti l’argenteria dei Duchi porta inciso lo stemma del casato e rivendendolo ai ricettatori piemontesi si potrebbe dare l’impressione di essere dei ladroni (sic!), invece - Savoia docet - basta fondere tutto! Ovviamente il ricavato viene usato per ripianare il debito e sistemare l’economia del Piemonte, anche stavolta? Beh no, non è andata proprio così perché stavolta il ricavato dei furti viene totalmente intascato dal prode Farini. Si ma così le malelingue dei partigiani dei Duchi e qualche giornalista locale (di Popoli dell’Eco, ad esempio) troppo zelante potrebbero insospettirsi e proditoriamente gridare “al ladro, al ladro!” Come allora evitare le maldicenze? Dai su, ormai tutti lo sappiamo, si ricorre all'infallibile metodo Savoia: Farini intima al capo della polizia Curletti “obbliga i giornalisti a pubblicare la notizia che nella fuga, il Duca di Modena ha portato con sé tutti i tesori del Ducato”, e senza corpo del reato il reato non esiste. E il glorioso parlamento sabaudo? Bene, qui entra in gioco il metodo anglo-massone: “corrompiamo i già corrotti parlamentari e tutto passerà sotto silenzio”. Per completare l’opera serve comunque di non scontentare i politici locali per cui si organizzano feste e banchetti pantagruelici; per questo però serve una sede opportuna di rappresentanza: niente di più facile, “Curletti, requisisci il palazzo ducale, ne voglio fare la mia residenza privata”. Confiscare le proprietà altrui (abitazioni incluse), saccheggiarne i tesori e intascare i relativi proventi è la vera specialità piemontese, più ancora della bagnacauda! Ergendo a sistema le corruttele per mettere preventivamente a tacere qualsiasi pericolosa voce di opposizione si sperimenta quello che diviene da lì in avanti lo standard della politica italiana. Un metodo criminale di gestione della res publica praticamente fino allora quasi sconosciuto nei vari stati (Piemonte a parte) preunitari. Ma i militari estensi ben addestrati che fine hanno fatto nel frattempo? Semplice, per evitare spargimenti di sangue si sono auto-esiliati con il duca di Modena nel Veneto governato dai cugini austriaci. Per chi avesse letto i miei scritti precedenti, hanno esattamente lo stesso responsabile e onorevole comportamento tenuto da Francesco II Borbone che con la regina si chiude nella fortezza di Gaeta, lasciando così via libera al delinquente e assassino Garibardo; le sue orde di stupratori, assassini e razziatori possono così invadere Napoli senza che ci sia una guerra civile. Sarà una pura coincidenza ma ambedue i sovrani si chiamano Francesco (II e V). Tornando alle gaudenti orge fariniane, quella pantagruelica durata otto giorni costerà alla fine all'erario 7000 franchi, cifra esorbitante per l’epoca: Farini ne avrebbe d’avanzo per saldare il debito, ma perché diminuire il proprio patrimonio personale quando si può applicare lo sperimentato metodo Savoia? Presto fatto, in una città di lunga tradizione militare come Modena, basta proporre al creditore una transazione in natura: il giovane cuoco Ferrari si trova così proiettato in una fulminante carriera militare col grado iniziale di colonnello! Il Capo di Stato Maggiore dell’esercito estense, in esilio col duca Francesco V, dopo una carriera durata una vita si trova ad avere lo stesso grado militare di un cuoco, per ironia della sorte suo figlio!

Il metodo Savoia e la Brigata Estense. Il fine giustifica i mezzi e la rapina pretende mano libera: oltre al denaro necessario a corrompere e le baionette necessarie a reprimere, il nemico va anche oltraggiato e messo alla berlina forzando la mano a giornalisti e storici, questo prescrive il metodo Savoia. Ma la verità prima o poi emerge. I circa 3500 militari che seguirono Francesco V Austria-Este in Veneto divennero negli anni a venire circa 4000, in quanto i giovani di Modena e dintorni fuggendo correvano ad arruolarsi nella brigata, con la speranza di poter tornare nell'ex Ducato da vincitori. L’arrivo di questi giovani divenne così imponente da spingere il Duca Francesco V a chiedere ai suoi concittadini di rimanere nell'ex Ducato, avendo la brigata già raggiunto e superato i 4000 uomini. E questo nonostante le minacce di Farini, che col decreto del 27 settembre 1859, priva tutti i militari dei diritti civili; poi nel 1862 il re galantuomo emette un decreto di amnistia per tutti i militari che rientrino nel regno entro 6 mesi; niente da fare, il popolo rimane fedele al Duca. Nel 1863 l’epilogo: l’Austria decide una compressione dei costi e conseguentemente lo scioglimento della Brigata Estense, che da lì in poi scomparirà anche dai libri di storia. 

W il risorgimento, W l’italietta! W la corruzione, la concussione, elementi fondanti dell’Unità (festeggiamenti nel 2021 per i 160 anni). Vi aspetto per il prossimo scritto, contenente altre esilaranti chicche italiote.

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