sabato 30 giugno 2012

UNO!

Niente foto, non uso, né qui né su faccialibro. Anzi, giudico male chi usa i social network come vetrina per i propri figli, e sopporto poco persino la caterva di pensieri saggi del cavolo che girano veicolati da foto di bambini. E anzi, pur essendo un blog tutto sommato una pagina personale, un diario web, non ci metto praticamente mai i cavoli miei.
Ma oggi mia figlia Viola compie un anno e sarebbe un delitto non usare questo spazio, che è mio, per un qualcosa di pubblico ed a suo modo eterno. Si lo so che ogni scarrafone eccetera, ma allora diciamo pure come tutti gli scarrafoni, Viola è una meraviglia: solare, gioiosa, intelligentissima, tenera ma con forte personalità, simpatica, affettuosa, e ogni tanto pure giustamente incacchiata. Sorride, ti manda i baci, batte le manine, distrugge, usa lo smartphone meglio di me, strappa, gattona, si alza, fa le pernacchie, dice solo mamma ma si fa capire sempre e capisce letteralmente tutto. Ho sempre pensato, e con lei ne ho solo avuto conferma, che i bambini sono piccoli adulti consci dei loro limiti e ad essi insofferenti, e di questa rabbia fanno il motore della loro crescita fisica e intellettiva: voglio fare tutto, eccheccazzo!
Viola dice col ditino che compie un anno. Papà arriva da te, amore mio, chiudo sto post del cavolo e arrivo. Tanti auguri di buon compleanno.

lunedì 25 giugno 2012

DI ANGELI CADUTI

La curva sale nei primi anni della legge, che resistette a un referendum abrogativo
che costituì una formidabile palestra di partecipazione politica a tutta una generazione,
ma solo per l'effetto "emersione", dopo è in calo prima drastico poi costante, nonostante
le enormi difficoltà pratiche in cui ha operato, obiezione di coscienza dei medici in testa
La notizia è che la Consulta ha fortunatamente respinto l'ennesimo attacco alla Legge 194 e per suo tramite alla laicità dello Stato (per quanto incompiuta essa sia da sempre, ai confessionalisti non basta mai). Per i distratti, si tratta della legge che disciplinò per la prima volta in Italia il fenomeno delle interruzioni di gravidanza, descritta in malafede come "legge per l'aborto" quando se si deve necessariamente ricorrere a una sintesi così estrema si dovrebbe dire "legge contro l'aborto". Le statistiche parlano chiaro: chi è proattivo se ne cerchi di più aggiornate, io ho trovato queste fino al 2005 molto eloquenti, per i pigri riporto i due grafici in foto, che dimostrano inoppugnabilmente come la legge abbia funzionato egregiamente, riducendo gli aborti in una maniera significativa, che risulta ancora più netta depurando il dato da quello relativo alle madri straniere purtroppo in controtendenza. E lo ha fatto nonostante sia rimasta costantemente sotto attacco sia in punta di diritto, da parte degli ultracattolici di ogni parte politica, che in via di fatto, tramite un ricorso all'obiezione di coscienza talmente in crescita da far necessariamente pensare a male, viste la reale consistenza percentuale dei cattolici praticanti e osservanti nel Paese e d'altro canto il peso della Chiesa nella sanità nazionale, ben debordante il fenomeno già di per se abnorme di cliniche e ospedali vaticanodiretti. E senza contare i vari dottor Dobermann, che fanno a pagamento in privato quello che la coscienza gli vieta di fare gratis in pubblico, contro cui siccome noi atei e agnostici siamo gente mite facciamo satira ma se ci comportassimo come i religiosi li manderemmo a un meritato rogo.
La figura precedente mostra un calo costante ma non ripido, questa figura ne dà la spiegazione, disaggregando il dato tra donne nate in Italia e non, dimostrando inoltre "a contrario" l'utilità di strutture come i consultori e l'incidenza di grado di istruzione e condizione sociale: depurato dal dato relativo alle immigrate, il calo degli aborti in Italia è netto e significativo. Chiunque si dica contrario all'aborto deve difendere la L. 194, non attaccarla!
Ragionare sui dati reali è però esercizio inutile contro chi ragiona per dogmi. Per chi equipara l'aborto all'omicidio a nulla serve considerare che la cosa è quantomeno scientificamente in discussione, e che comunque la legge 194 non agevola ma semmai aiuta a controllare il fenomeno, che se la normativa fosse attuata in pieno, consultori e tutto, unitamente a un'educazione diffusa alla sessualità consapevole (che manca sempre per colpa della mancanza di laicità), sarebbe virtualmente azzerato. A nulla serve, contro chi non ragiona, argomentare con i giudici costituzionali che il diritto dell'embrione non è pari al diritto della persona umana compiuta, o con gli scienziati ancora in disaccordo su quando si possa dire nasca la vita autonoma, o tra credenti e non credenti se sia o meno un dio a possedere la vita o siamo noi stessi, o con gli psicologi se mai una donna potrebbe prendere a cuor leggero una decisione così drammatica. E pertanto lasciare alla donna stessa il diritto di decidere, nel quadro di una legislazione illuminata ed efficace che la aiuti e la accompagni, è l'unica soluzione degna di questo nome.
Forse l'unica soluzione contro chi ragiona per dogmi è rivoltargli contro la sua stessa mentalità. Per secoli le migliori menti dell'occidente, imbrigliate dentro la ragnatela della fede, hanno partorito teorie su teorie che poi la Chiesa ufficiale con fatica sfrondava bollandole come eresie e mandando al rogo chi le aveva ideate. Sul libero arbitrio più di ogni altro argomento, eccezion fatta forse per la verginità di Maria e la sua immacolata concezione (questione "risolta" nell'ottocento, e riguarda la sua nascita non quella di suo figlio Gesù), o il rapporto tra Dio e Satana e l'esistenza fisica stessa del Diavolo (questione "risolta" da Paolo VI, quindi molto  più recentemente di quanto si creda). Provateci: al vostro interlocutore sedicente credente gli si incroceranno i neuroni, e si rifugerà nel catechismo. Se resiste, portatevi appresso questa frase del compianto Giancarlo Fornari, che racconta un'antica eresia: a chiunque abbia abbastanza esperienza del mondo e delle sofferenze della vita, non può che sembrare vera, e un orizzonte senza dio magari comincerà a fargli un po' meno paura...
Quello che ci hanno sempre raccontato circa la lotta tra il Bene e il Male, tra Dio e Satana, angeli e demoni, è vero, ma non è vero il finale. Chi ha vinto non è il Dio buono ma quello malvagio. Al potere non ci sono gli angeli ma i Demoni, altrimenti il mondo non sarebbe tanto malvagio e l'umanità tanto crudele, i disastri tanto frequenti. E nell'inferno è relegato il Dio buono con i suoi angeli, che lotta per liberarsi e un giorno, forse, riuscirà a riprendere il dominio del mondo. Prima che sia troppo tardi, e che l'umanità spronata dal dio malvagio (e dai suoi sacerdoti in terra) riesca a distruggerlo.
Geniale. E' tutto vero, ma ha vinto Satana. Pensateci bene, ripassatevi la storia dell'umanità, e guardatevi attorno: se esiste un dio, dev'essere per forza andata così.

venerdì 22 giugno 2012

CICCIOBELLO 2

Trova le sette piccole differenze tra il vecchio e il nuovo modello della Giochi Preziosi...
La fonte della notizia è l'Espresso, che allega il documento originale: c'è una strategia di Berlusconi per tornare in sella e vincere le prossime elezioni politiche, e prevede nero su bianco la sostituzione del PdL con una rete di movimenti a imitazione di quella grillina che vada al governo con Renzi premier (e faccia salire il nano più alto del mondo al colle più alto d'Italia). Il fatto che l'interessato abbia smentito sdegnatamente non significa nulla, e la replica del magazine lo spiega bene: non si tratta di indiscrezioni ma di un documento fisico, e non vi si parla di accordo preelettorale ma di coinvolgimento post-voto.
Il bambolotto con la DC nel DNA, peraltro, è dai tempi del suo pellegrinaggio ad Arcore che spiazza molti commentatori, quindi non stupirebbe che ciò che smentisce oggi non trovi gli argomenti domani per giustificare di averlo accettato. E sinceramente se davvero si presentasse con una sua lista civica e poi si spostasse verso la sua collocazione politica naturale, che non è certo a sinistra, da questa parte non saremmo in tanti a piangere. Non sarebbe il primo piacione a fare il percorso, anzi per il suo predecessore Cicciobello 1 c'era forse meno da attenderselo, vista la formazione di stampo ecologista, ma insomma si tratta di elementi che è meglio perderli che trovarli, e meglio perderli prima che dopo che hanno fatto troppi danni, come appunto Rutelli in sede prima nazionale poi comunale (Alemanno dovrebbe fargli una statua, a lui e ai geni della politica che glielo hanno messo contro...).
Il problema grosso, il problema grosso dell'Italia degli ultimi 20 anni almeno, è l'altro soggetto. Che nonostante l'età che avanza, fedele al motto di Jim Morrison "pensa come se non morissi mai agisci come se dovessi morire domani" come deve essere una vera rockstar quale egli infatti è, agisce oggi con la stessa motivazione (se non mi do da fare questi mi uccidono economicamente politicamente e fisicamente) e la stessa sintassi (vado a destra solo perché a sinistra i posti sono tutti occupati) del 1993. E' inutile argomentare sulla logica di un'affermazione come quella sull'uscita dall'Euro (come Giannulli qui che distingue tra gli argomenti legittimi contro questa politica monetaria e la probabile dirompenza di un'azione immediata di un Berlusconi preso alla lettera): essa è assolutamente e squisitamente strumentale alla riconquista del consenso là dove si può. Se c'è una maggioranza di italiani contrari alla moneta unica, e gran parte di quelli oggi non vota e non voterebbe, quelli bisogna intercettare, e meglio ancora se basta riprendere una vecchia campagna, peraltro sostenuta dall'appoggio logico del proprio supporter storico. Basta studiare un po', spulciare qualche sito web, ed il gioco è fatto: altro che aggiotaggio, caro Barnard, qui lo potresti addirittura citare per plagio. Riporto il virgolettato dal Corrierone, per non sbagliare:
"Non credo sia una bestemmia l'ipotesi di uscire dall'euro, così da poter pensare a procedere con una svalutazione competitiva. La soluzione principale è che la Germania si convinca che la Bce deve fare la banca di garanzia, pagare i titoli ed emettere moneta. Se così non fosse, cosa può accadere? C'è chi si aspetta che la Germania si ritiri dall'euro. Ho parlato con alcuni esperti della finanza tedesca per i quali il ritiro dall'euro non è poi un'idea così balzana. Dunque, se la Germania insiste sulle sue posizioni negative, può accadere o che gli Stati singoli ritornino alle monete nazionali, o che la Germania esca dall'euro."
Più che una dichiarazione di Berlusconi, sembra quella di uno degli ospiti al summit della Modern Money Theory. In altri termini, è una posizione ben articolata, non un semplice "no all'euro": questo slogan è solo la sintesi per i poveri di spirito, il parco buoi che ancora lo può far tornare in sella. Con o senza Cicciobello a fargli da mosca cocchiera.
Intanto al PD dormono, ma più che sonno è coma irreversibile: prima si stacca la spina meglio è.

martedì 19 giugno 2012

TELEFONINI E MERCEDES

A chi non è capitato, di avere a che fare con un cameriere senza testa?!
Capita anche questo, nell'Italia del 2012: di essere infastiditi da un cameriere di una pizzeria, che forse ha sentito dai discorsi che fate che siete antiberlusconiani sfegatati, con un discorso del tipo "tenetevi Monti mo' che l'avete voluto, se non era per vent'anni de Berlusconi col cavolo che ci avevate il telefonino, mo' co' questo non me posso permètte de compramme manco 'na mercedes che subito me parte l'accertamento del reddito". Ovviamente resti basito per l'intrinseco ridicolo delle assurde affermazioni: i telefonini ce ne hanno due a testa pure in Egitto (forse pure gli aborigeni della Papuasia), e l'acquisto della mercedes non è un diritto primario di ogni cameriere o evasore fiscale come il pane agli affamati o il latte ai neonati. Ma l'indecisione è sufficiente perché l'intraprendente servitore entri a gamba tesa magnificando le bonifiche nel meridione e le proverbiali ferrovie del Duce, e come alla fine di quest'altro ventennio non resti a un onesto lavoratore come lui che emigrare in America dove "sono tutti comunisti" (sic!) ma almeno c'è la libertà di lavorare. Attendendo che il soggetto prenda la proverbiale vacca per le palle e finisca com'è giusto la sua esistenza da mendicante negli slums newyorkesi, resta lo spazio per una serie di riflessioni, che partono da un assunto fondamentale: in tutta la sua ignoranza, e mancanza di professionalità specifica, il gretto waiter ha ragione.
Siamo alle solite: gli argomenti pro-Euro sono sofisticati e difficili da spiegare, se poi non si fa nessuno sforzo per bonificare la politica sostanziale da tutti quegli elementi che li svalutano e li nascondono, e poi nessuno sforzo di spiegarli, contro gli argomenti opposti, semplici fino all'elementarità, non hanno nessuna speranza. E Berlusconi vincerà le prossime elezioni politiche dopo una campagna elettorale sotto l'insegna del "no all'euro" lunga un annetto, che sta per cominciare. A meno che non le vinca Grillo, dopo una campagna elettorale di segno opposto ma sotto la stessa insegna. E, diciamolo subito, se le alternative sono queste, saremo in molti che piuttosto che il quarto ritorno al governo del mafioso di Arcore andremo a votare per il M5S.
Fino a che il Partito Democratico è incapace di decidere che pesce è, fino a che cioè in lui coesistono anime inconciliabili, dunque forse si dovrebbe dire "fino a che il PD esiste", in Italia una sinistra che vince nettamente al grido di riformiamo l'Europa (e come prima cosa abbassa l'età pensionabile!) non ce l'avremo mai. Eppure le idee a sinistra non mancano, neppure in Italia: persino Micromega, pur essendo una costola di Repubblica (giornale ora filogovernativo), parla già da un po' di piano Marshall intraeuropeo, crisi etico/politica prima che economica, nuovo new-deal e bisogno di un nuovo Keynes. Che l'Europa si salvi solo accelerandone la trasformazione in Unione Politica non è un'idea della Merkel, anzi la cancelliera ci arriva tardi e col malcelato intento di disinnescare l'idea stessa nella sua dirompenza. E si badi bene: dire che l'unica via per la salvezza della UE è l'accelerazione dell'unione politica non è dire che che se si fa subito un'unione politica purchessia l'UE è salva: bisogna vedere quale unione politica si riesce a realizzare, e in che tempi.
Di sicuro c'è, e occorre ripeterlo fino allo sfinimento, che la via d'uscita è da quella parte, dalla messa in discussione di questa Ue e di questo Euro: o la sinistra italiana fa di questa tematica la sua bandiera, spinge per votare a ottobre e stravince le elezioni, oppure la lascia ad altri, e allora le prossime politiche saranno un referendum Berlusconi/Grillo con nessun dubbio per chiunque sia di sinistra per chi votare.
Ah, se vi dovesse capitare di incontrare un "senza testa", cameriere o altro che sia, ecco una risposta breve e incisiva (una lunga e articolata richiede una testa ad ascoltarvi, pertanto è inutile alla bisogna): senza 20 anni di Berlusconi non avremmo avuto bisogno di nessun Monti. Se è tramortito e avete tempo di aggiungere qualcosa, eccola: i conti con Prodi erano a posto, Berlusconi da una parte si è disinteressato della cosa per farsi i cacchi sua, dall'altra ha usato l'Euro per trasferire un pacco di soldi ai suoi amici commercianti, prima e dopo aiutandoli in tutti i modi ad evadere, senza contare il magnamagna delle cricche varie Bertolaso in testa. Se passa alle offese, cambiate discorso o datevi alla fuga. Contro certa gente, non è disonorevole. E non lasciate la mancia, ci si comprano certi macchinoni!....
...
Per i proattivi e i curiosi, ecco il solito elenco di approfondimenti:
  • Giacchè, ovvero i tedeschi si stanno facendo male ma molto male i conti;
  • SollevAzione, ovvero il 52% degli italiani sono contro l'Euro, e il mainstream li terrorizza infondatamente;
  • Pax, ovvero Barnard Chiesa Grillo e tutti gli altri veri oppositori dovrebbero agire in sinergia anziché fare come i capponi di Renzo;
  • Pisanò, ovvero il misfatto di salvare le banche con tanti di quei soldi che avrebbero salvato gli Stati e i cittadini e ne sarebbero rimasti;
  • Mentecritica 1, ovvero i Buoni Infruttiferi del Tesoro e altre cose che Monti dovrebbe fare, e Mentecritica 2, ovvero perché è invece incapace di fare niente di davvero risolutivo;
  • Sbilanciamoci, ovvero il problema non è il debito ma il consolidamento non è una buona soluzione - e Bertani, ovvero invece un consolidamento parziale è l'unica soluzione che ci rimane;
  • Giannulli, ovvero meglio l'acquisto del debito dei singoli Stati eccedente il 70% del PIL da parte della "nuova UE";
  • Cobraf, ovvero solo un Euro moneta sovrana potrebbe salvarci;
  • Benettazzo, ovvero invece non c'è proprio nessuna soluzione, e Mentecritica 3, che purtroppo concorda;
  • Pasquinelli, ovvero dopo la Spagna tocca proprio a noi.

venerdì 15 giugno 2012

SAN NICOLA

Il giudice Gratteri e la sua scorta
davanti al Tribunale di Reggio
Il concentramento per la promozione in Adil della Viola Basket non è l'unico appuntamento che conta di questo finesettimana per i reggini. Domenica 17 giugno alle ore 18 parte da piazza Castello, infatti, una sfilata  "in fila indiana" che si concluderà al CEDIR, sede tra l'altro del Tribunale: la manifestazione, organizzata dall'associazione Reggio Non Tace, intende dimostrare il sostegno della società civile reggina ad uno dei suoi figli più coraggiosi, il giudice Nicola Gratteri, da una vita in prima linea contro la ndrangheta, che si è scoperto avere in fase avanzata un progetto di attentato contro il magistrato.
Se la solidarietà di piazza potesse fare davvero da scudo agli "eroi della società civile" Beppe Grillo non avrebbe la lista dei "santi laici" a cui attingere per i suoi calendari, ma d'altronde fare il vuoto attorno a un personaggio scomodo è il primo step del metodo mafioso verso la sua eliminazione dalla scena e se non basta fisica, e questo lo sanno prima di tutto i personaggi scomodi stessi: è questa la ragione per cui l'abbraccio a Gratteri per chi vive a Reggio ed ha a cuore le sorti della sua disgraziata città è un obbligo morale e civico, che per chi vive fuori si traduce in "fai quello che puoi, anche solo un po' di passaparola...". Eccolo.
...
Sulla storia di Reggio negli ultimi decenni vi rimando a questo post di qualche tempo fa; questi gli "aggiornamenti".
Lasciato il Comune, dove era stato eletto e rieletto con un consenso bulgaro (inspiegabile visto il precedente largo consenso dello scomparso predecessore, della fazione opposta, se non ricorrendo a categorie sociopolitiche tipicamente italiche che al sud si esprimono al meglio), per la Regione, pian pianino trapela una cosa che già ai suoi tempi i reggini sapevano, specie i creditori: le casse comunali sono vuote. In perfetto stile italico, Peppe scarica tutta la responsabilità su un suo alto funzionario, che si suicida in circostanze perlomeno strane (la sera prima di un appuntamento che lei stessa aveva dato alla stampa, ingerendo dell'acido che non le brucia le labbra e non le impedisce di telefonare chiedendo aiuto). L'archiviazione del caso non impedisce che il giornalismo d'inchiesta continui ad analizzarlo, e che i giudici contabili continuino ad indagare, scoprendo che in pratica Reggio è in bancarotta. Per chi ha pazienza qui c'è l'inchiesta de L'espresso, da integrare con la notizia della richiesta di rinvio a giudizio per Scopelliti, per un buco che ammonterebbe a 87 milioni di euro, per chi non ne ha ricordo soltanto che in città si pagavano profumatamente celebrità per passeggiare sul lungomare e si spendevano milioni per opere di facciata (e alto sfrido) mentre la gestione dell'ordinario già a due passi dal centro restava abbandonata. A crisi conclamata, il nuovo sindaco erede designato ha dovuto smettere anche di curare la "facciata", abbandonando anche i circenses estivi e la promozione turistica (leggi qui il caso-Bronzi). La ndrangheta intanto, orfana (spera momentaneamente) del Ponte, prospera nei soliti traffici, grandi appalti in testa.
E' o non è in fondo la quintessenza dell'Italia? Non per nulla furono proprio le sponde reggine ad avere per primo questo nome...
La battuta di Grillo sulla politica peggio della mafia, infatti, non è da giudicare pessima per la ragione per cui tutti l'hanno stigmatizzata, che potremmo sintetizzare con "non si scherza con certe cose ragazzo", bensì per quella opposta: introduce una distinzione che troppo spesso nella pratica è inesistente, sia a livello sintattico dei comportamenti che purtroppo anche a livello materiale. In altre parole: a livello sintattico la classe politica si comporta spesso come una mafia, a livello materiale la classe politica coincide in parte significativa con la mafia. Non è necessario lanciare nuove ipotesi da verificare, per averne conferma: basta leggersi gli atti giudiziari, senza fidarsi dei mass-media. Si scopre così che è verità giudiziaria la contiguità e l'organicità di Giulio Andreotti con la mafia fino a una certa data, mentre da quella data in poi le prove sono state giudicate insufficienti: chi vi ha detto che è stato assolto, vi ha mentito. Stessa cosa, più recente, per il caso Dell'Utri: è vero che la sentenza della cassazione ha annullato la sentenza di appello che aveva confermato la condanna di primo grado per associazione mafiosa, ma la sentenza di rinvio non mette in discussione la verità giudiziaria di contiguità e organicità del senatore bibliofilo con Cosa nostra. E stiamo citando solo due casi macroscopici, tra millanta esempi minori e un sottofondo di mentalità diffuse. Se e quando si potrà scrivere la storia italiana per come è davvero stata, in estrema sintesi si potrà dire che il sistema dei partiti della cosiddetta Prima Repubblica aveva uno dei suoi più forti canali di consenso nel sostegno della criminalità organizzata, e la cosiddetta Seconda Repubblica è nata proprio per ripristinare quel canale che evidentemente per la mafia è un cordone ombelicale, con la stagione delle stragi in mezzo a testimoniarne la temporanea interruzione.
Questa estrema sintesi, per quanto grossolana e rozza, è sufficiente per spiegarci perché finora ci sono state resistenze all'unione politica europea: siamo portatori di un cancro (che fra l'altro spiega da solo - con tutto il giro di tangenti e sprechi che comporta - tutto il nostro debito pubblico, anche due o tre volte) così potente da attecchire in altri Stati sovrani, figurarsi all'interno dello stesso. E i tedeschi lo sanno: credono mica a Babbo Natale, lo sanno che è San Nicola in tedesco...

martedì 12 giugno 2012

NOVANTA

Non ci fosse stato tolto "in tenera età", il "dolce Enrico"
cantato da Venditti (in una delle poche cose decenti
che ha scritto negli ultimi 30 anni - il video è in fondo al pezzo)

avrebbe giusto 90 anni. Come Margherita Hack (Auguri, bimba!)
Oggi compie novant'anni una donna straordinaria, una che se non fossimo italiani l'avremmo già nominata Senatore a vita se non eletta Presidente della Repubblica. Margherita Hack è non solo un'astrofisica di fama mondiale, ma un'eccellente divulgatrice e una "portatrice sana" di valori come la laicità, la dignità della donna e umana in genere, il coraggio e la gioia di vivere e fare progetti come se fossimo immortali (ma ben sapendo che non lo siamo). Chiunque abbia un concetto di "vita" socioculturalmente evoluto, diverso cioè da quello orrendo propugnato dai cattolici (almeno ufficialmente, ché menomale non è più tanto diffuso neanche tra loro) di "dono di Dio a disponibilità esclusiva dello stesso" che tanto danno fa nel nostro Paese anche a livello di legislazione positiva, non vorrebbe vivere oltre la soglia in cui non è più in possesso delle sue facoltà superiori, per cui non si augura in genere di arrivare a un numero di anni del genere, a meno che appunto non ci arrivi come la nostra Margheritona, capace di andare in tournée con una cantante rock e di scrivere quasi ogni giorno su Internet.
Ieri faceva vent'ottanni che è morto uno che altrimenti il 25 maggio scorso avrebbe compiuto novant'anni pure lui, e sarebbe stato tanto ma tanto meglio per l'Italia, magari oggi sarebbe lui l'ex-comunista Presidente della Repubblica non il figuro dall'aspetto savoiardo, e la storia sarebbe tanto ma tanto diversa. Enrico Berlinguer aveva infatti una statura politica e morale inimmaginabile in nessuno dei politici odierni, che vede proprio in quella "e" congiuntiva tra due concetti da Craxi in poi ritenuti sempre irrimediabilmente disgiunti la sua rivoluzionarietà, infatti colta e "tesaurizzata" da uno come Beppe Grillo - che potete scommetterci con Berlinguer alla guida del Paese sarebbe rimasto un comico, e con Berlinguer capo dell'opposizione sarebbe della sua stessa squadra. Il "compromesso storico" che il leader del PCI siglò con quello della DC Aldo Moro (e con quest'ultimo ucciso da sedicenti rivoluzionari in realtà nella migliore delle ipotesi stupidi eterodiretti) era una visione profetica del sogno concretizzatosi nell'incubo chiamato PD, il suo "eurocomunismo" se attuato ci avrebbe salvato da questa Europa: l'azione dei mercati (che sono computer, e fanno solo il loro dovere, semmai il problema è nel quadro legislativo attorno) e gli ultimatum dell'FMI altro non significano, tradotti da chi ne capisce, che il progetto europeo va riscritto immediatamente e proprio secondo il disegno che fu di Berlinguer e altri padri spirituali, o è condannato a una fine rapida e dagli sviluppi imprevedibilmente negativi e luttuosi.
Bisogna urgentemente capovolgere il nesso di causalità tra democrazia e politica economica, tra benessere dei popoli e parametri economici, o anche la carta unione politica ce la bruciamo, se lasciamo che sia disegnata dagli stessi soggetti che ci hanno portato a questo punto. Se non ci riusciamo, se la sinistra non ci riesce, anche se non si dovessero verificare gli scenari apocalittici di collasso sistemico del modello di sviluppo e medioevo prossimo venturo, ci sarà presto davvero di che aver paura. Enrico, se tu ci fossi ancora...

 

venerdì 8 giugno 2012

A PRESCINDERE

Qui non si canta la gloria del vincitore, ma quella del finalista. A prescindere da come andrà la finale. Quello, chi vuole se lo va a guardare dopo, tra oggi e domenica se ne giocano tre. Qui si gioisce a prescindere.
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Sara Errani, Sarita perché è minuta e si allena da anni in Spagna, ormai lo sanno pure le pietre, pure mia zia che non ha mai visto una partita di tennis, è in finale al Roland Garros, peraltro sia (oggi) in doppio con Roberta Vinci che (domani) in singolo. Il suo esplodere lento e tardivo è una festa per chi ama quello sport per psicopatici che è il tennis, ma anche per chiunque ami lo sport quello vero, perché è frutto non di una dotazione naturale di talento e/o fisico, ma di cosucce come lavoro, intelligenza, tattica, tecnica e tenuta mentale. Contro la Sharapova, così bella e distante da suscitare nelle donne ammirazione più che gelosia, così grande da poter fare da sarcofago alla nostra, magari perderà, ma intanto non è detto, visto che la russa è tanto monocorde quanto la Errani è eclettica, e poi chissenefrega: Sara ha già vinto, viva Sara!
Manu Ginobili con la gloriosa canotta neroarancio
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La Liomatic Team Basket Viola Reggio Calabria, la Viola perché - anche se la gloriosa società Cestistica che portò la Calabria nell'olimpo della pallacanestro per la prima volta nel 1983 e ce la mantenne fino al 2007 è fallita un paio di volte fino a sparire e rinascere partendo dai dilettanti - per i suoi tifosi è sempre solo e semplicemente la Viola, domenica sera invece si gioca la bella per la promozione in A-dil, la terza serie nazionale, sul campo ecosostenibile della Moncada Agrigento. Per una squadra che in passato ha sfiorato un paio di volte di giocarsi lo scudetto, pare sinceramente un po' poco per gioire, ma la prassi degli ultimi anni (anni di austerity per tutto il movimento cestistico nazionale: hanno avuto seri problemi tutte le società più blasonate, tranne Siena per via del Montepaschi, ma ora arriva anche a loro il padulo, per la stessa via), fatta di scelte sciagurate a ripetizione delle passate dirigenze reggine e degli sciacalli politici che le hanno attorniate, è stata finalmente rovesciata da una società seria che fa una politica di piccoli passi e ri-radicamento sul territorio. Ragion per cui, a parte che anche perdendo la bella di domenica la squadra può ancora conquistare sul campo la promozione nel previsto triangolare tra le seconde dei tre gironi di B-dil, e a parte che ormai può anche non essere considerato troppo lungo il passo di eventualmente acquistare un titolo superiore per l'anno venturo, il "bravo" alla società reggina, capace persino quest'anno di ammettere i propri errori in sede di costruzione del roster ridisegnandolo in corsa, e ai ragazzi in canotta neroarancio va fatto adesso, a prescindere: forza Viola!

martedì 5 giugno 2012

IO C'EURO

Parlare di moneta è cosa difficile per i tecnici, figurarsi per noialtri. Quando ci ho provato è stato per:
  • cercare di riordinare le reminiscenze universitarie e tradurle in volgare (gli economisti si comportano più come dei sacerdoti che come degli scienziati, riguardo al linguaggio, e i divulgatori sono spesso "a tesi" quindi in malafede);
  • discutere, includere e setacciare, separando il grano dal loglio, la Modern Money Theory, concludendo che tra le sue premesse e le sue conclusioni passa la distanza che di solito c'è tra i modelli teorici e la realtà umana, distanza che è alla base del misero fallimento di cosucce come il cristianesimo e il comunismo;
  • cercare di capire quale politica monetaria in questo mondo reale dovrebbe avere (perché non ce l'ha) un centrosinistra degno di questo nome.
Chi ha pazienza può rileggersi i post, ad esempio questo questo questo e questo, per gli altri la sintetizzo così: la sovranità monetaria è fondamentale e avervi rinunciato è una sciagura, l'emissione di moneta dovrebbe avere come obiettivo la piena occupazione, ma se supera questo limite perde valore nella misura in cui aumenta la sua quantità in rapporto all'economia reale, pertanto l'agire politico deve avvenire all'interno di queste due colonne d'Ercole, fuori delle quali abbiamo da una parte inflazione fuori controllo e (se si tenta di arginare questa, ad esempio con una politica monetaria fortemente restrittiva e sottratta alla potestà democratica, come ora in Europa) dall'altra debito iperbolico e recessione nera. Una sinistra che si rispetti, dunque, deve trovare la propria rotta tra queste colonne, anche perché se non lo fa e si lega al carro di chi ci passa fuori da destra (leggi: a Monti e compagnia bella) lascerà tutto il campo libero agli altri; in altri termini, avvertivo: o ci si riappropria di alcuni concetti alla base dell'MMT per farne la base di una nuova idea dell'Europa, Stati Uniti con politica fiscale unica debito pubblico unico e moneta unica e sovrana, che poi non è nuova ma è quella originaria dei padri fondatori, o se ne approprierà Berlusconi (o chiunque altro cavalcherà la protesta popolare quando la crisi diverrà ingovernabile) mirando a una nuova lira sovrana per stampare soldi falsi, come già fece suo compare Craxi e soci negli anni 80/90 e rifece egli stesso fino al 2001 (mentre dopo, non potendo più, comunque continuò ad indebitarci - dicendo che la crisi non c'era - per consentire al sistema della ruberia istituzionalizzata di perpetuare se stesso).
Con soggetti del genere, purtroppo, è facile essere buoni profeti, ed infatti ecco il Nostro che tira fuori l'idea degli Euro nuovi di Zecca, per poi ritrattarla in quanto boutade: caro Bersani, tu e tutti i maitre-à-penser del tuo partito-bestemmia, vogliamo aspettare (manca mica tanto...) che le condizioni siano tali perché la possa cavalcare seriamente per sbancare alle elezioni, o muoviamo il culetto prima, facciamo cadere il governo, e puntiamo a governare davvero raggiungendo Hollande sul fronte "nuova UE"? Il piano B, ed era assurdo pensare il contrario, pare davvero ci sia già, sta alla politica se se ne attuerà una "versione-vaccino" mirante a neutralizzarlo e prima o poi riprendere a massacrare l'economia reale tramite quella finanziaria (come faranno i monetaristi se glielo si lascia fare), o una versione "cura da cavallo" capace davvero di rilanciare il Vecchio Continente: secondo chi se ne intende non c'è nemmeno più tempo.
Occorre dunque sedersi attorno a una nuova Conferenza Europea, da cui venga fuori:
  • un parlamento federale europeo eletto a suffragio universale da tutti i cittadini UE;
  • un consiglio dei ministri europeo espresso dalla maggioranza politica di quel parlamento;
  • un regime fiscale unificato per tutta l'Unione, con imposte indirette identiche e aliquote delle imposte dirette progressive (di modo che i cittadini dei Paesi più ricchi paghino mediamente di più di quelli dei Paesi più poveri);
  • una BCE prestatore di ultima istanza, con l'obbligo cioè di attuare la politica monetaria decisa dal parlamento sovrano all'interno della politica economica parimenti decisa democraticamente dallo stesso.
Ovviamente, occorre definire tutta una serie di elementi di transizione, dagli Eurobond al conferimento su un fondo unico di tutti i debiti sovrani eccedenti il 60% del PIL, e di garanzia, nell'architettura di dettaglio del quadro istituzionale dei nascenti U.S.E., elementi che a questo livello è impossibile trattare ma per cui non mancano certo le intelligenze a livello continentale: solo, è una trentina d'anni che non hanno voce.
Questa è la via: teniamoci stretti l'Euro e inseriamolo nel quadro giusto facendogli fare il lavoro giusto. L'alternativa, purtroppo sempre più probabile ogni giorno che passa, è una dissoluzione più o meno totale, che vedrebbe l'Italia in mano se non a Berlusconi stesso (prima o poi mollerà, non è mica Andreotti!) a chiunque altro prenda la palla al balzo per rilanciare il groviglio di sprechi, criminalità organizzata, malversazioni e tangenti, assistenzialismo e irresponsabilità, che può davvero rappresentare il "made in Italy" in politica e da cui solo l'Europa ci può (forse) salvare. E anche se la fine dell'Euro fosse ormai ineluttabile, c'è modo e modo di uscire da questo progetto, in teoria, e se la sinistra non si affretta a presentare il proprio vincerà quello di destra, che è già pronto.
...
E' tanto di quel tempo che raccolgo spunti di riflessione in materia di moneta e debito che l'urgenza dettata dall'uscita berlusconiana mi lascia l'obbligo di un elenco ragionato ad uso e consumo dei volenterosi:
  • Ragozzino, ovvero una breve ma esaustiva storia delle tre fasi dell'attuale costruzione europea, poi sempre da Sbilanciamoci Melloni, ovvero le vere profonde ragioni della sua attuale crisi;
  • Giannulli, ovvero le cause del fallimento dell'Euro e perché l'unione politica europea è l'unica via d'uscita per quanto sempre più improbabile;
  • Scacciavillani, ovvero cos'è la moneta e perché è sembrata un'idea giusta sottrarne il controllo ai politici;
  • Krugman via Corandini e Leon su Micromega, ovvero cos'è davvero il debito e perché le attuali politiche non risolveranno mai il problema;
  • Marissal, ovvero l'economia finanziaria nell'era dei supercomputer, e com'è che è inutile postulare i Poteri Forti - sullo stesso argomento il dossier di Repubblica.it;
  • Sylos Labini, ovvero l'economia non è una scienza, ovvero se lo dice lui...;
  • De Simone, ovvero lo smantellamento teorico/pratico della vulgata della MMT su cui campa Barnard, e per par condicio lo sguardo di Magioncalda sul meeting MMT di Rimini, e Blandino che facendo leva sul "decrescismo" trova una soluzione dialettica nella demonetizzazione;
  • Bertani ovvero un tentativo di analizzare le cose con la teoria del signoraggio, che secondo Carmillaonline invece è un falso obiettivo;
  • Del Vecchio (alias il Signor Luxottica), ovvero il problema sono le banche, e Pilati sull'Espresso ovvero come e perché questa BCE ha salvato (e foraggiato) le banche con risorse talmente ingenti che sarebbero bastate e avanzate per salvare la Grecia la Spagna e tutti noi;
  • Grillo ovvero il prossimo Presidente del Consiglio ovvero "quando deciderò io le banche infatti saranno tutte nazionalizzate";
  • Boccia ovvero nel frattempo qualche idea creativa qualche problema lo potrebbe benissimo risolvere.

venerdì 1 giugno 2012

ANZICHÉ IL 2 GIUGNO...

Dopo la visione del film di Ricky Cunningham (è inutile che tenti di affermarti
come Ron Howard, pivello!
) il Corvo del Vaticano ha dichiarato: "dilettanti!"
La maggior parte delle scoperte o invenzioni umane non sono buone o cattive intrinsecamente, ma a seconda dell'uso che se ne fa. I social network non fanno eccezione: sostanziandosi in pratica in uno specchio iperrealistico, amplificano semplicemente le doti e i difetti della gente che ci gioca. Per cui ad esempio vi trova eco sia la montagna di idiozie relativa all'impossibile dirottamento dei (già spesi) soldi del 2 giugno ai terremotati, sia la giusta indignazione per l'ennesima carissima pagliacciata dell'uomo dalle babucce rosse che sarebbe l'erede al trono di uno di cui tradisce continuamente il pensiero.
Solo per quanto riguarda i soldi pubblici, cioè nostri, e cioè momentaneamente dimenticandoci che anche i soldi del Vaticano in un modo o nell'altro vengono dalle nostre tasche, pare che il Family Day di Milano costerà qualcosa come 6 milioni di euro. Blogzero propone il boicottaggio sia dell'una che dell'altra manifestazione, anche se con realistico scetticismo, ma le differenze nel merito tra le due ci sono, eccome.
Come bene ricorda Mello, infatti, il 2 giugno non è una festa nazionalista, la parata delle forze armate rappresentando la loro sottomissione alla Repubblica, della cui vittoria al referendum sulla monarchia è appunto la celebrazione. Basterebbe pertanto che si organizzasse la sfilata in modo da evidenziare il significato originario della festa, via via stravolto fino a farla somigliare agli sfoggi di muscoli militareschi fascisti o comunisti, per rilegittimarla anche agli occhi del più sfegatato dei pacifisti, magari in parallelo soddisfatto dal ritiro immediato delle truppe da Iraq e Afghanistan (quello si foriero di risparmi rilevantissimi) con destinazione delle risorse economiche e materiali alle zone terremotate. Riguardo alle quali è ben più grave, e passata sotto colpevole silenzio di tutto il mainstream, l'incredibilmente profetica approvazione pochi giorni prima dell'evento emiliano di una norma che esonera lo Stato dall'obbligo di risarcire le vittime degli eventi naturali, e spalanca la porta alle assicurazioni private. Tra questo e il fiscal compact il cittadino sappia che da ora in poi se incappa in un disastro naturale sono uccelli per diabetici tutti suoi, i governi al massimo potranno cavar fuori un'elemosina da un aumentino - tanto per cambiare - delle accise sui carburanti. Certo, la storia patria ha dimostrato proprio in questi casi la distanza tra l'italianità e l'onestà, misurata dall'enorme montagna di sprechi e dirottamenti di risorse seguita alla maggior parte degli eventi passati, che così hanno visto sempre lo Stato spendere incontrollatamente per ricostruzioni lente e parziali con arricchimenti di pochi e rovina di tanti, ma questa è l'ennesima toppa peggiore del buco di questi sedicenti tecnici.
Il Family Day, invece, è quanto di più becero incostituzionale e assurdo si può vedere in giro. Una cosa da vomitare, il vero discrimine (altro che destra e sinistra) che dovrebbe dividere la società civile e la scena politica, impedendo anche la più semplice amicizia tra chi ci va e chi lo aborrisce. Ecco un incompleto elenco delle ragioni:
  • il Vaticano tra 8x1000 e indirettamente 5x1000 prende milioni di euro dall’Italia ogni anno, cui si aggiungono i milioni di esenzioni fiscali (si, dopo l'ICI si è riusciti in qualche modo a non fargli pagare nemmeno l'IMU);
  • la sua banca, lo IOR, torna da decenni ricorrentemente in cronaca distinguendosi per trame scandali e scarsa trasparenza, l'ultimo papa che ricordò che avrebbe dovuto occuparsi solo di opere religiose morì misteriosamente prima che potesse tentare di riformarlo, e la storia vera degli impicci che ci stanno dietro, con tanto di morti ammazzati sette segrete eccetera, rende a confronto i thriller di Dan Brown delle letture per scolarette;
  • più in dettaglio, forse non tutti sanno che: versiamo più di trentamila euro a sacerdote che però ne riceve dalla Chiesa circa diecimila, l'8x1000 è distribuito secondo un criterio per cui va alla Chiesa cattolica una quota molto maggiore di quella decisa dai contribuenti, e dell'ammontare raccolto (con buona pace degli spot televisivi) meno dell'8 per cento va al terzo mondo;
  • senza voler andare dietro nel tempo, che ci sarebbe materiale per alcune incriminazioni di genocidio, l'ultimo papa è responsabile diretto prima e indiretto dopo di tutti i casi di pedofilia insabbiati, per tacere della colpevolissima gestione della questione AIDS esplosa sotto il suo predecessore;
  • il modello di famiglia glorificato in manifestazioni come il family day è oramai nettamente minoritario anche tra i credenti più o meno praticanti: senza parlare dei rapporti prematrimoniali, prassi menomale oramai praticamente di tutti, le percentuali con cui la gente si separa divorzia si risposa ha l'amante o usa i servizi sessuali di professioniste di entrambi i sessi è tale che per un semplice calcolo statistico non può non riguardare anche la maggior parte degli stessi partecipanti alla kermesse, che a questo punto definire ipocriti è mera constatazione;
  • nonostante ciò, se la Chiesa cattolica si limitasse a manifestazioni come questa, specie se tutte le spese connesse andassero a carico suo ma essendo generosi anche no, andrebbe ancora bene, invece tiene in piedi una continua e pressante attività di lobbying tesa a far si che le Leggi dello Stato si uniformino ai suoi dettami (peraltro ribadisco disattesi diffusamente dai suoi stessi fedeli) - è per questo che noi italiani non possiamo: ricorrere alla fecondazione assistita con la diagnosi preimpianto, esprimere in un testamento biologico le nostre volontà rispetto alle cure terminali (ricordate il caso Englaro? ora c'è un documentario...) e alla fine della nostra stessa vita (e la parola eutanasia non si può nemmeno pronunciare, anche se magari di fatto tanti credenti negli ospedali poi...), convivere senza sposarsi avendo un pacchetto base di diritti, oppure sposarsi tra persone dello stesso sesso, eccetera; o dove non riesce sul piano legislativo a imporre la propria etica di fatto (come nel caso dell'aborto, tramite una sempre più pervasiva - grazie al dominio nel settore della sanità - obiezione di coscienza).
E' per tutte queste ragioni che un articolo come questo, tratto da un sito cattolico "illuminato" che propugna già nel nome il dialogo interreligioso (e già che ci siamo, gli atei dovrebbero avere gli stessi diritti dei credenti, anche se non si organizzano in "chiesa"), che ribalta il tavolo chiedendo l'annessione dell'Italia allo Stato della Città del Vaticano, sfora la dimensione satirica cui pure era informato, e fa ridere si, ma molto amaro.

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