venerdì 1 giugno 2012

ANZICHÉ IL 2 GIUGNO...

Dopo la visione del film di Ricky Cunningham (è inutile che tenti di affermarti
come Ron Howard, pivello!
) il Corvo del Vaticano ha dichiarato: "dilettanti!"
La maggior parte delle scoperte o invenzioni umane non sono buone o cattive intrinsecamente, ma a seconda dell'uso che se ne fa. I social network non fanno eccezione: sostanziandosi in pratica in uno specchio iperrealistico, amplificano semplicemente le doti e i difetti della gente che ci gioca. Per cui ad esempio vi trova eco sia la montagna di idiozie relativa all'impossibile dirottamento dei (già spesi) soldi del 2 giugno ai terremotati, sia la giusta indignazione per l'ennesima carissima pagliacciata dell'uomo dalle babucce rosse che sarebbe l'erede al trono di uno di cui tradisce continuamente il pensiero.
Solo per quanto riguarda i soldi pubblici, cioè nostri, e cioè momentaneamente dimenticandoci che anche i soldi del Vaticano in un modo o nell'altro vengono dalle nostre tasche, pare che il Family Day di Milano costerà qualcosa come 6 milioni di euro. Blogzero propone il boicottaggio sia dell'una che dell'altra manifestazione, anche se con realistico scetticismo, ma le differenze nel merito tra le due ci sono, eccome.
Come bene ricorda Mello, infatti, il 2 giugno non è una festa nazionalista, la parata delle forze armate rappresentando la loro sottomissione alla Repubblica, della cui vittoria al referendum sulla monarchia è appunto la celebrazione. Basterebbe pertanto che si organizzasse la sfilata in modo da evidenziare il significato originario della festa, via via stravolto fino a farla somigliare agli sfoggi di muscoli militareschi fascisti o comunisti, per rilegittimarla anche agli occhi del più sfegatato dei pacifisti, magari in parallelo soddisfatto dal ritiro immediato delle truppe da Iraq e Afghanistan (quello si foriero di risparmi rilevantissimi) con destinazione delle risorse economiche e materiali alle zone terremotate. Riguardo alle quali è ben più grave, e passata sotto colpevole silenzio di tutto il mainstream, l'incredibilmente profetica approvazione pochi giorni prima dell'evento emiliano di una norma che esonera lo Stato dall'obbligo di risarcire le vittime degli eventi naturali, e spalanca la porta alle assicurazioni private. Tra questo e il fiscal compact il cittadino sappia che da ora in poi se incappa in un disastro naturale sono uccelli per diabetici tutti suoi, i governi al massimo potranno cavar fuori un'elemosina da un aumentino - tanto per cambiare - delle accise sui carburanti. Certo, la storia patria ha dimostrato proprio in questi casi la distanza tra l'italianità e l'onestà, misurata dall'enorme montagna di sprechi e dirottamenti di risorse seguita alla maggior parte degli eventi passati, che così hanno visto sempre lo Stato spendere incontrollatamente per ricostruzioni lente e parziali con arricchimenti di pochi e rovina di tanti, ma questa è l'ennesima toppa peggiore del buco di questi sedicenti tecnici.
Il Family Day, invece, è quanto di più becero incostituzionale e assurdo si può vedere in giro. Una cosa da vomitare, il vero discrimine (altro che destra e sinistra) che dovrebbe dividere la società civile e la scena politica, impedendo anche la più semplice amicizia tra chi ci va e chi lo aborrisce. Ecco un incompleto elenco delle ragioni:
  • il Vaticano tra 8x1000 e indirettamente 5x1000 prende milioni di euro dall’Italia ogni anno, cui si aggiungono i milioni di esenzioni fiscali (si, dopo l'ICI si è riusciti in qualche modo a non fargli pagare nemmeno l'IMU);
  • la sua banca, lo IOR, torna da decenni ricorrentemente in cronaca distinguendosi per trame scandali e scarsa trasparenza, l'ultimo papa che ricordò che avrebbe dovuto occuparsi solo di opere religiose morì misteriosamente prima che potesse tentare di riformarlo, e la storia vera degli impicci che ci stanno dietro, con tanto di morti ammazzati sette segrete eccetera, rende a confronto i thriller di Dan Brown delle letture per scolarette;
  • più in dettaglio, forse non tutti sanno che: versiamo più di trentamila euro a sacerdote che però ne riceve dalla Chiesa circa diecimila, l'8x1000 è distribuito secondo un criterio per cui va alla Chiesa cattolica una quota molto maggiore di quella decisa dai contribuenti, e dell'ammontare raccolto (con buona pace degli spot televisivi) meno dell'8 per cento va al terzo mondo;
  • senza voler andare dietro nel tempo, che ci sarebbe materiale per alcune incriminazioni di genocidio, l'ultimo papa è responsabile diretto prima e indiretto dopo di tutti i casi di pedofilia insabbiati, per tacere della colpevolissima gestione della questione AIDS esplosa sotto il suo predecessore;
  • il modello di famiglia glorificato in manifestazioni come il family day è oramai nettamente minoritario anche tra i credenti più o meno praticanti: senza parlare dei rapporti prematrimoniali, prassi menomale oramai praticamente di tutti, le percentuali con cui la gente si separa divorzia si risposa ha l'amante o usa i servizi sessuali di professioniste di entrambi i sessi è tale che per un semplice calcolo statistico non può non riguardare anche la maggior parte degli stessi partecipanti alla kermesse, che a questo punto definire ipocriti è mera constatazione;
  • nonostante ciò, se la Chiesa cattolica si limitasse a manifestazioni come questa, specie se tutte le spese connesse andassero a carico suo ma essendo generosi anche no, andrebbe ancora bene, invece tiene in piedi una continua e pressante attività di lobbying tesa a far si che le Leggi dello Stato si uniformino ai suoi dettami (peraltro ribadisco disattesi diffusamente dai suoi stessi fedeli) - è per questo che noi italiani non possiamo: ricorrere alla fecondazione assistita con la diagnosi preimpianto, esprimere in un testamento biologico le nostre volontà rispetto alle cure terminali (ricordate il caso Englaro? ora c'è un documentario...) e alla fine della nostra stessa vita (e la parola eutanasia non si può nemmeno pronunciare, anche se magari di fatto tanti credenti negli ospedali poi...), convivere senza sposarsi avendo un pacchetto base di diritti, oppure sposarsi tra persone dello stesso sesso, eccetera; o dove non riesce sul piano legislativo a imporre la propria etica di fatto (come nel caso dell'aborto, tramite una sempre più pervasiva - grazie al dominio nel settore della sanità - obiezione di coscienza).
E' per tutte queste ragioni che un articolo come questo, tratto da un sito cattolico "illuminato" che propugna già nel nome il dialogo interreligioso (e già che ci siamo, gli atei dovrebbero avere gli stessi diritti dei credenti, anche se non si organizzano in "chiesa"), che ribalta il tavolo chiedendo l'annessione dell'Italia allo Stato della Città del Vaticano, sfora la dimensione satirica cui pure era informato, e fa ridere si, ma molto amaro.

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