domenica 27 gennaio 2019

UN GOLPE, MA MORBIDO

Ma voi lo avete capito, poi, perché hanno fatto fuori Gheddafi?
Non solo sono anni che ci propinano la loro visione del mondo, che poi è quella del capitalismo sovranazionale, come se fosse l'unica possibile e comunque l'unica "scientifica", a dispetto dell'assioma che la scienza è la patria del dubbio e ciò che lo esclude non è scienza. No, ecco che quando la gente comune dimostra (col voto) che ha smesso di credere alla loro narrazione della realtà, per quanto insistente e dominante, e poi dimostra (mantenendo il consenso al sia pur rabberciato e contraddittorio governo nonostante gli attacchi concentrici a cui lo hanno sottoposto) che proprio non ci vuole credere più, approfitta del fatto che quest'ultimo non ha la forza politica o forse solo l'habitus di bandirli da tutti i gangli del mainstream (cosa che loro invece hanno sempre fatto, qualunque posizione avesse il loro governo nel simulato continuum destra/sinistra) per continuare a disinformare in tutte le direzioni. Peggio, quando finalmente la nuova situazione politica consente che una voce discordante da quella narrazione si affacci, senza pretendere di dominare a sua volta ma semplicemente di democraticamente fare sentire un'altra campana, eccoli che subito partono in quarta blaterando di disinformazione antiscientifica: il classico bue che dice cornuto all'asino.
I fatti. L'altra sera (grazie a Freccero, si noti) finalmente una trasmissione TV parlando di signoraggio raccontava diversamente da come ve l'hanno sempre raccontata loro la politica economica e le congiunture degli ultimi decenni. Sacrilegio! Come si premettono? Ignoranti! Ecco il dominio grillo-leghista sui media! eccetera eccetera... Inutile obiettare che la suddetta gente comune lo sa benissimo, perché se lo sente nel culo e nel portafogli, chi ha ragione. E inutile rammentare che prima del dominio del monopensiero liberista e monetarista esisteva almeno un'altra scuola di pensiero economico, e visto gli sfaceli compiuti da quella dominante sarebbe proprio il caso di riaprire un confronto democratico con l'altra, nel merito. No, hanno ragione loro e gli altri sono ignoranti e in malafede, questo è il loro paradigma, e stiamo parlando di gente che si considera democratica e aperta.
Un altro esempio ce lo da la cronaca. Voi siete mai stati in Venezuela? Io no. Io non ho idea diretta di cosa vi succeda, quindi cerco di farmi un'opinione cernendo i fatti dalle opinioni altrui. C'è un presidente eletto, con maggioranza netta anche se meno del predecessore, il quale non solo aveva larghissimo consenso in patria, ma era stato ispiratore di un movimento che aveva portato la sinistra al governo in quasi tutto il sudamerica, cosa del tutto inedita e inusitata rispetto alle logiche geopolitiche imperanti, nel plauso anche di molti di quelli che oggi via social fanno eco a chi da addosso al successore. C'è un Paese ricchissimo di petrolio, al punto di poter far campare da signori tutti i suoi abitanti, ma il dominio delle multinazionali ha sempre impedito a quote significative di ricchezza di fermarsi li: il consenso popolare a Chavez deriva proprio dall'aver promesso, e poi iniziato ad attuare, di inceppare questo meccanismo. Ci sono gli USA, che da sempre appunto dominano il continente in varie modalità, tra cui spiccano quelle neocoloniali e il sostegno neanche troppo occulto a dittatori sanguinari di ogni genere: quando vai a vedere l'ultimo film di Moretti, caro il mio piddino, ricordatene, e cerca di immaginare con chi starebbe Allende oggi, e di capire che gli americani non sono cambiati, fanno sempre le stesse cose, sei solo tu che hai cambiato campo senza manco accorgertene. Quindi io non so esattamente cosa succeda laggiù, ma ho il forte sospetto che abbia ragione uno come Minà, che il sudamerica lo conosce e una volta era uno dei miti della sinistra: c'è in corso il tentativo di riappropriarsi del petrolio mettendo al governo un fantoccio. Tentativo che mira a completare la riconquista del subcontinente da parte della destra liberale, altrove, a iniziare da Argentina e Brasile, dimostratasi più semplice.
Invece, a voi raccontano che siccome Maduro (che avrà fatto i suoi errori, ma nel contesto di una strategia di strangolamento) non avrebbe più il sostegno della maggioranza della popolazione, e siccome invece c'è un altro che questo sostegno ce l'ha, bisogna indire subito nuove elezioni o riconosceremo il secondo come legittimo Presidente (praticamente un golpe che scatenerà una guerra civile, ma questo non ve lo dicono). Bene fa chi rileva allora che sarebbe da fare la stessa identica cosa in Francia, dove peraltro sono ben più accertati sia il calo dei consensi di Macron sia l'ampiezza e la profondità della protesta. E male, malissimo, fa chi dimentica che il paradigma è esattamente quello con cui si detronizzarono Saddam e Gheddafi, causando centinaia di volte più problemi di quanti si pretendeva di risolvere - a parole, perché nei fatti l'obiettivo era esattamente destabilizzare, e quindi è stato centrato, e i cazzoni siete voi che gli facevate eco nel "dalle al dittatore".
Di questo, e altro, dobbiamo dire grazie ancora una volta a chi ha confezionato una legge elettorale avvelenata dopo l'altra, con l'obiettivo riuscito di arginare il trionfo democratico che è l'affermazione del movimento 5 stelle - la prima volta incassando con una finta alleanza un premio di maggioranza che ha estromesso dal governo il partito di maggioranza relativa, la seconda costringendo quest'ultimo a contrattare ogni singola questione con un partner di governo che fino a ieri aveva condiviso la maggior parte delle storture precedenti, dalle trivelle alla TAV passando per la politica estera e il pareggio di bilancio in Costituzione.
A proposito, la vostra cara Unione Europea sta implodendo: avete sentito dell'alleanza bilaterale francotedesca? e soprattutto, avete capito cosa comporta? Le parole di Conte a Davos sono state giustamente paragonate a quelle di Wilson tra le due guerre mondiali, speriamo che il premier stia preparando, oltre ai discorsi, anche quel famoso piano B. L'Euro è al capolinea, bisogna prepararsi.

lunedì 21 gennaio 2019

VEDI LE NAVI

Anche la copertina non era male...
Quando scrissi questa ballata non avevo letto i fumetti di Black Panther, e il film era ben lungi da uscire. Ad un esame di coscienza approfondito, se proprio devo rintracciare la suggestione che ha seminato in me il lavorio da cui è uscita questa canzone, è in un vecchio pezzo... (che faccio, mi sputtano o no? massì, chi se ne importa!...) ...dei Pooh, Inca, uno dei pochi dello storico complesso ad essermi mai piaciuti oltre il magnifico Parsifal.
Con questa, mi sto avviando ad avervi proposto ormai quasi tutte le mie vecchie canzoni ancora possibilmente attuali, e nessuno mi ha ancora chiesto un testo, manco vi avessi chiesto soldi, maledetti! Devo dedurre, ormai, che sono troppo indietro, o forse troppo avanti, comunque non sono sincroni con la contemporaneità musicale (sto citando Battiato...), osservando la quale posso sempre consolarmi pensando che è fatta di testi banali e superficiali per questo i miei non sono adatti - mentre chi come me questi ultimi li detesta, in genere si scrive i propri, quindi cosa andavo cercando?
Pazienza, resteranno per i posteri, se mai tutta questa immensa memoria elettronica di ognuno di noi dimostrerà un minimo di capacità di permanenza (ma dispero, vista la relazione inversa tra, ad esempio, l'importanza che diamo alle foto rispetto alla facilità di scattarle, o in genere la possibilità di memorizzazione su supporti esterni e la capacità di mandare a mente - o a voi non capita di ricordare più i numeri fissi non più esistenti dei compagni del liceo che i numeri di cellulare degli amici di oggi?). Anche quando, come questa, sarebbero una hit di estrema attualità, a voler guardare la luna del neocolonialismo anziché il dito delle migrazioni.
VEDI LE NAVI
Vedi, figlio mio, le navi?
Ficcatele bene in mente:
non averci mai a che fare
con certa gente!
Quand'ero piccolo passarono con le navi di ferro
e andarono a uccidere le donne dalla parte del sole,
ma non è solo colpa loro, ovvero
loro non possono diversamente:
il loro sangue è putrido e maligno, il loro cuore mente.
Quand'ero piccolo passarono con le api di ferro
e impollinarono la terra con un duro seme,
e chi morì non può più raccontarlo
quando sentì la voce del metallo
urlargli dentro il ventre e l’aria perfida dentro la gola.
Vedi, figlio mio, le navi?
Ficcatele bene in mente:
non averci mai a che fare
con certa gente!
Ma io ricordo quando vennero per la prima volta
con armi sputafuoco sulle navi di legno,
allora io dissi “non facciamoli entrare,
il loro Dio promette fiamme e pene,
io vedo i nostri figli con a mani e piedi le catene,
io vedo che di ferro avranno le navi,
di ferro muoiono e ci uccideranno,
di ferro uccideranno il cuore del mondo, di ferro e d’inganno,
io vedo dai loro usi strani
che non sapranno mai cos'è la vita,
confonderanno morte e pulizia, benessere e vita,
e vi daranno morte per pulirvi,
poco denaro per farvi felici,
ma finché non sarete come loro sarete nemici.”
Vedi, figlio mio, le navi?
Ficcatele bene in mente:
non averci mai a che fare
con certa gente!
E neanche noi ci salveremo dalla loro follia:
ormai sono i padroni del mondo, con la loro bugia,
perché per essere padroni di niente
di niente bisogna essere nel male
e loro che sono padroni del mondo, loro che sanno volare,
risparmieranno questo pezzo di terra
solo se non lo scopriranno mai,
per questo figlio ti ripeto sempre quello che oramai sai:
vedi, figlio mio, le navi?
Ficcatele bene in mente:
non averci mai a che fare
con certa gente!

martedì 15 gennaio 2019

MANCULICAN... DE TRIESTE

Quando si dice 2 pesi e 2 misure...
La cronaca dice che la Mood Project Viola Reggio Calabria ha battuto nettamente anche Matera, lasciando presagire un girone di ritorno ancora più vincente dell'andata. Ma questo non deve far dimenticare (anche perché sennò magari succede qualcosa che ci mette un attimo a ricordarcelo) che la storia recente della compagine neroarancio è senza alcun dubbio una vera e propria telenovela (quella meno recente essendo invece, almeno per noi che la tifiamo da mezzo secolo, un poema epico), le quali si sa per capirci qualcosa occorre sempre il riassunto delle puntate precedenti (chi le vuole in integrale, ecco i link alla prima alla seconda e alla terza). Cosa che faccio per punti numerati per meglio in caso citarli in seguito:
  1. qualche anno fa un imprenditore gioiese rileva la gloriosa società di basket, per l'ennesima volta risorta dalle sue ceneri un paio d'anni prima, e ne programma il ritorno alle categorie che gli competono;
  2. nel farlo, in un contesto economico talmente depresso da non perdonarne nessuno, commette alcuni errori, il più grande dei quali fidarsi di un management che tenta una forte accelerazione delle ambizioni (più volte definita "alzare l'asticella") che si rivelerà presto fallimentare nel rapporto costi/benefici, nel duplice aspetto economico e sportivo;
  3. gli strascichi di quella esperienza, una volta voltata pagina, sono difficoltà economiche aumentate, rispetto a quelle già alte di base, per gli anni a venire;
  4. tra queste, o forse a causa di queste, la difficoltà a reperire dagli istituti di credito del territorio la fideiussione di 100mila euro necessaria a perfezionare l'iscrizione, e prevista a tutela dei tesserati della società stessa che possono escuterla in caso di mancati pagamenti;
  5. in mancanza della stessa, l'imprenditore di cui sopra versa di tasca i 100mila, poi a stagione avviata trova la fideiussione, la presenta a chi di competenza, che gli restituisce il danaro;
  6. l'anno successivo l'anticipo non serve: lo stesso intermediario gli procura il rinnovo della fideiussione;
  7. intanto, una più oculata gestione dell'aspetto sportivo porta alla costruzione di una squadra di vertice spendendo una frazione dei soldi sprecati negli anni precedenti;
  8. durante il trionfante campionato di quella squadra, emerge che tutte e due le fideiussioni presentate sono false;
  9. l'imprenditore si dichiara truffato, denuncia l'intermediario presso il giudice ordinario, e intanto riversa i 100mila che si era ripreso l'anno prima: in questo modo, i tesserati, che pure sono sempre stati più o meno puntualmente pagati tanto che non hanno mai escusso la fideiussione (reclamata invece impropriamente da terzi creditori, altrimenti il caso non sarebbe mai venuto fuori), non avrebbero mai avuto un solo giorno di "scopertura";
  10. gli organi del basket italiano, già colpevoli di non aver controllato la regolarità del documento al momento della presentazione né la prima (punto 5) né la seconda volta (punto 6 - e attenzione che se al punto 6 hanno la scusa, sia pur fragile, che in quei giorni devono controllare i documenti presentati da tutte le squadre, al punto 5 avrebbero potuto facilmente respingere il documento e tenersi i 100mila), a questo punto scelgono di restituire i soldi all'imprenditore e deferire lui e la società - si, così espongono i tesserati proprio al rischio da cui avrebbero dovuto proteggerli, ma la circostanza non viene rilevata da nessun illuminato osservatore;
  11. non potendo chiedere l'esclusione della squadra dal campionato (prevista in sede di presentazione dei documenti e non adesso, e comunque foriera di ricorsi a cascata di quelle squadre che avevano sconfitto sul campo la compagine reggina), decidono per una super-penalizzazione equivalente in pratica a una retrocessione, illegittima in quanto non prevista dalla norma, ma in spregio a ciò confermata in tutti i gradi di giudizio;
  12. la squadra, sul campo terza in classifica e con un rendimento recente tale da far presupporre che nei playoff avrebbe lottato almeno fino in fondo per la promozione in A, si ritrova così ultima in classifica e retrocede;
  13. il terzo grado di giudizio viene programmato per una data per cui i giocatori, se avessero voluto restare nel progetto per l'anno successivo in caso di verdetto favorevole, sarebbero stati fortemente penalizzati nel trovare una nuova squadra - ciononostante, in molti lo aspettano prima di andar via;
  14. in tutto questo i tifosi, specie quelli del tifo organizzato, anziché fare quadrato attorno alla dirigenza che li aveva bene o male condotti dalla B2 alle soglie della A, si sono distinti da subito e continuativamente per darle addosso, sia pur restando accanto ai giocatori fino alla fine, al punto che non sorprende (almeno non a me) che l'imprenditore gioiese alla fine decida di mollare cedendo il titolo sportivo di B a un soggetto che si presenta da Barcellona Pozzo di Gotto;
  15. quest'ultimo soggetto, fallito per motivi peraltro prevedibili il progetto di portare la squadra al di là dello stretto, decide, avendo già sotto contratto alcuni giocatori, di tentare di attuarlo al di qua, rinominandolo di nuovo con le insegne e i colori della mitica Viola;
  16. per farlo, chiede il sostegno del tessuto imprenditoriale e politico reggino, raccogliendo la consueta latitanza del primo e il tipico ostentato appoggio (che presto scoprirà solo apparente) del secondo;
  17. in tutto questo, riesce a formare un organico di primo livello, in grado di riportare subito la squadra in serie A2, come si vede subito dalle prime partite di campionato;
  18. solo a questo punto, misteriosamente, emergono degli ingentissimi crediti delle amministrazioni pubbliche nei confronti della vecchia società, di ammontare tale che il budget previsto per una B di vertice (e a dire il vero, ancora non reperito dal soggetto in questione, tanto da far emergere dei sospetti di legame con la vecchia proprietà che spingono al boicottaggio il tifo organizzato di cui sopra) viene più che triplicato dai debiti con Comune e Città metropolitana relativi rispettivamente al Palasport e al "pianeta Viola" (struttura che storicamente ospita foresteria campi di allenamento e management);
  19. il soggetto, nonostante i proclami (una volta in più dimostrando che un'ottima comunicazione di una realtà non corrispondente mostra presto la corda e allora ha l'effetto opposto), a questo punto mette la società in mano al Sindaco e taglia la corda;
  20. i giocatori e il tecnico, mai pagati, restano a Reggio solo grazie a una colletta dei tifosi, mentre in parallelo alcuni imprenditori reggini formano un comitato con l'obiettivo di traghettare la società verso una possibile nuova proprietà;
  21. intanto, viene nominato un commissario liquidatore che possa consegnare la società agli eventuali nuovi proprietari oppure accompagnarla al fallimento definitivo;
  22. il comitato, intanto, trova le risorse per concludere la stagione tra cui un inatteso main sponsor biennale;
  23. la squadra nel frattempo continua ad andare bene, nonostante i 3 punti di penalizzazione rimediati per alcuni pagamenti tardivi (tra cui dei 30mila necessari in mancanza di fideiussione - siamo in B, sono di meno), nonostante un paio di sconfitte imputabili al clima non certo serenissimo, e nonostante un giocatore (per ora, uno solo) abbia deciso di accettare le offerte di un club dal futuro meno incerto e soprattutto nel presente pagante stipendi.
Il punto 24 potrebbe essere che nei prossimi mesi una nuova proprietà trovi una transazione per i debiti e rilevi il pacco dal liquidatore, o invece che finalmente, detto col sollievo di quando un tuo caro malato terminale "smette di soffrire", si chiuda baracca e burattini. Tanto è già nata nei mesi scorsi, e ora forse si capisce perché, una nuova Cestistica Piero Viola che volendo può ripartire dalle serie minori senza la zavorra dei debiti delle società precedenti.
Ma qualunque cosa ci riservi il futuro, la vicenda lascia pesanti interrogativi. Vediamone alcuni:
  • punto 18 - i crediti sono reali? se si, non si poteva e forse doveva cedere a titolo gratuito l'uso delle strutture al vanto sportivo della città, anziché racimolare crediti da far valere però solo al momento che avessero ritenuto più propizio? non è così? e allora perché per anni e anni non si è preteso riscuoterli dall'imprenditore gioiese? non è reato, per un amministratore pubblico, non farlo? e perché dopo accogliere il compratore siciliano alla festa del Partito, in Comune, eccetera, lasciargli fare i proclami che ha fatto, senza comunicargli subito l'esistenza dei crediti stessi? e ora che c'è un liquidatore, come si pensa di aggredire il patrimonio societario per avere soddisfazione di somme così ingenti? o si aspetta una cordata amica per sostanzialmente abbuonarglieli (punto 24) e fare finire tutto a tarallucci e vino? qual'è, in definitiva, il ruolo che la politica ha avuto e ha nella vicenda?
  • punto 2 - osservando le peripezie della Reggina di questi ultimi mesi, risolte solo in extremis, c'è da credere o alle coincidenze o da iniziare a essere superstiziosi?
  • punti 4/14 - non è possibile che un imprenditore rischi, per una somma relativamente modesta che peraltro ha versato sia subito prima che subito dopo quindi poteva benissimo lasciare lì durante invece di presentare fideiussioni false, di vanificare investimenti pluriannuali decine di volte più ingenti: questa è secondo me una prova logica inoppugnabile che sia stato davvero truffato (tra l'altro, il giudice ordinario non si è ancora pronunciato: e se si pronunciasse in tal senso?). Ma se anche fosse stato costretto dalle circostanze a rischiare di perdere tutto facendo l'impiccio, perché altrimenti la squadra veniva radiata a luglio 2016, com'è possibile che i reggini siano gli unici tifosi italiani a dare addosso a chi mantiene la loro squadra, mentre il mondo dello sport italiano è zeppo così di esempi di proprietari molto più scorretti e molto meno dediti al futuro societario che però vengono difesi all'estremo e spalleggiati oltre il lecito dai tifosi e dai cittadini tutti?
Ad aiutarci a rispondere, c'è una notizia del mese scorso che chiude il cerchio: la Triestina Calcio a luglio ha presentato fideiussione falsa, subendo un deferimento analogo in tutto e per tutto a quello della Viola basket, ivi compreso il ricorso da parte della proprietà alla subita truffa per spiegare la faccenda. Leggete gli atti se non ci credete: paiono copiati da quelli che hanno avuto per protagonista la compagine reggina. Salvo che per gli esiti: Viola penalizzata di "soli" 34 punti e di fatto annichilita dalla tempistica dei gradi di giudizio e dal comportamento dei suoi stessi tifosi, per non parlare del tessuto imprenditoriale cittadino sempre latitante e delle ambiguità interessate (vedrete, vedrete...) dei politici; alla Triestina invece "ben" 5mila euro di multa (si ma "con diffida"...), nel tripudio dei tifosi e della cittadinanza tutta.
Anche questo è Reggio Calabria, città un tempo capace di fare le barricate e fronteggiare i carri armati, oggi al massimo di racimolare un mese di stipendio ai giocatori con una colletta (punto 20) senza nemmeno capire di stare facendo da spalla alle manovre tutt'altro che chiare di non si sa chi. L'argomento, se non credete a me, è riportato anche dal bollettino odierno degli ex-ultras, a supporto della propria decisione di rimanere ancora aventiniani. Se la diagnosi in parte ci accomuna, però, ci divide nettamente la terapia: io al posto loro avrei difeso a spada tratta Muscolino, semmai inscenando proteste clamorose presso FIP e Lega, e se anche la cosa non avesse avuto risultati lui forse non avrebbe lasciato, e se poi nonostante il mio sostegno avesse lo stesso venduto allora avrei aiutato il compratore Coppolino, almeno ad aprire gli occhi. E oggi starei, e infatti sto, a sperare che arrivi anche per noi un Gallo, ma va bene qualunque altro volatile, a chiudere le pendenze e investire sul Mito. Perché ci sia sempre in campo una Viola per cui, magari tenendosi nel cuore il disprezzo per quelli che hanno giocato e giocano col suo destino, soffrire ed esultare.

venerdì 11 gennaio 2019

VACCHE, BUFALE E SCIMMIE

Quelli che la fanno semplice (col pensiero altrui, perché col proprio la complicano proprio per camuffarne la reale inconsistenza) hanno sempre bollato Grillo e i grillini come no-vax, e ora che Beppe si arruola tra gli "anti-terrapiattisti" ne denunciano la presunta clamorosa incoerenza. Il bello è questa viene rilevata sia da chi coi no-vax ci è stato sempre, e magari pure coi terrapiattisti, e pazienza non si può pretendere da tutti un ragionamento articolato, sia da chi, ancora sostenitore di un partito che dopo aver distrutto (e venduto allo Straniero) l'Italia ha iniziato a dissolversi, passa ormai il tempo ad attaccare chi oggi tenta di ripararne i danni, accusandolo di tutto e del contrario di tutto: ad esempio, se non prende le distanze da quelli che vedono complotti dovunque (e ridicolizzano così, alla fin fine, chi denuncia i veri complotti seriamente e scientificamente) è anch'egli un complottista, se le distanze le prende invece è incoerente. Fare pace col cervello, se non col proprio destino di estinzione politica, no?
I fatti. La posizione del movimento 5 stelle sui vaccini è sempre stata più o meno questa: non contestiamo che il principio sia valido, e che molti di essi siano utili e consigliabili, ma siamo contrari alla loro imposizione massiccia per legge. Oggi Grillo, costretto a rispondere a chi lo attacca, ribadisce essenzialmente la stessa identica posizione. Ora, io al suo posto non avrei comunque messo la mia firma accanto a quella di personaggi discutibili, ma queste sono valutazioni di opportunità personale e politica e ognuno si fa le sue, avrà calcolato che il vantaggio di togliere agli avversari l'arma retorica di arruolarlo tra chi nega l'evidenza scientifica è superiore allo svantaggio di poter risultare un traditore agli occhi dei più semplici, diciamo così, dei sostenitori del movimento da lui creato. Se ha sbagliato il calcolo ne pagherà le conseguenze. Ma a chi lo segue da anni con l'attenzione critica e analitica che merita non sfugge quanto da me poc'anzi affermato, arruolandomi nella schiera dei suoi difensori senza che lui ne abbia bisogno: l'incoerenza non sussiste.
D'altronde, approcciandosi ai miei post sull'argomento con la stessa superficialità con cui si è stabilità l'identità "critica all'obbligatorietà dei vaccini = no-vax", non si fatica ad appiccicare anche al sottoscritto quest'ultima etichetta. Ma invece leggendomi con attenzione si scopre che mentre i no-vax sono anche fautori di bufale patentate come l'omeopatia, io da sempre trovo perfettamente conciliabile criticare sia chi pretende obbligare tutti a vaccinarsi per tutto sia chi pretende che il SSN paghi dei prodotti che ad un'analisi chimica non contengono che eccipienti. Guidato dal metodo scientifico, infatti, pretendo che siano delle sperimentazioni a doppio cieco, che siano libere da condizionamenti e pressioni economiche, a decidere se e quanto una cura è efficace e se e quanto invece è dannosa. Finché le autorità sanitarie sono libere da condizionamenti politici ed economici, e dove nel mondo in qualche misura lo sono ancora, cioè da noi fino a ieri e quasi dappertutto altrove ancora oggi, i vaccini obbligatori sono 3 o 4: quelli che sicuramente non fanno male, e sicuramente sono efficaci contro malattie sicuramente pericolose e a sicuro rischio di epidemia (non il morbillo, per capirci). E finché i produttori di preparati omeopatici non dimostrano che questi sono efficaci più del placebo, e per farlo accettano di sottoporli ai protocolli previsti per entrare nel prontuario (si sono sempre rifiutati: e ti credo...), chi vuole è libero di spendere quello che vuole per curarsi con acqua fresca e/o zucchero, ma non può pretendere che le sue "cure" gliele paghi la collettività. E' semplice. E Grillo ha sempre più o meno detto queste cose. Invece, chi è un paladino dell'omeopatia passata dalla mutua, secondo me quando scrive che i vaccini sono tutti veleno e sono imposti perché è tutto un magna magna rovina, e non certo aiuta, le posizioni critiche alla loro obbligatorietà indiscriminata espresse con intelligenza.
Per non passare per l'avvocato di sto cavolo, ecco che chiudo invece criticando il governo per una cosa seria: la decisione di rimandare, riportata dai TG ma poi bisogna vedere esattamente di quanto, quota 100 e reddito di cittadinanza. Se alla fine salta tutto, non dite che non l'avevo detto. O si riprende in mano, in un modo o nell'altro, la sovranità monetaria e di conseguenza la possibilità di attuare davvero la politica economica di cui gli elettori hanno dato mandato, o sono finiti il governo gialloverde, l'Italia e la democrazia.
...
P.S. Oggi è vent'anni che siamo senza De André. Lo dico in poche righe perché ovviamente invece sul web e in TV ve l'avranno fatta a pignolata, con citazioni pescate da ciascuno secondo il suo obiettivo. Tra queste, spiccano quelle sugli ultimi e i diversi, strumentalmente usate per criticare l'azione governativa sui migranti. Criticare è cosa buona e giusta, ma abusando di chi non può più fornire interpretazione autentica non è proprio correttissimo... A me piace pensare che Faber oggi sarebbe schierato con Grillo, non solo per la concittadinanza, ma non posso dimostrarlo quindi fate conto che non l'ho detto. Ma quando Faber cantava dei polacchi ai semafori aveva capito e denunciava qual'era il gioco del Capitale, e oggi che il piano di livellamento verso il basso delle retribuzioni è riuscito con l'est europeo forse canterebbe le stesse cose degli africani. Senza perdere la pietà per le persone, ovviamente, ma senza perdere di vista i processi di cui esse sono pedine. Come nel suo verso più tragicamente attuale, che spiega in una riga cos'è l'Unione Europea (perché i poeti, quelli veri, le cose le capiscono prima):
la scimmia del Quarto Reich ballava la polka sopra il muro
e noi che eravamo sotto le abbiamo visto tutti il culo

domenica 6 gennaio 2019

PROSSIMAMENTE A CASA VOSTRA

Evidentemente siete stati buoni, la Befana quest'anno porta qualcosa anche ai meno piccini... Come vi avevo annunciato tempo fa sto per pubblicare il mio terzo libro (il primo è del 1999 il secondo del 2011, e siccome oramai fuori catalogo li ho anche postati qui un po' per volta: tag rispettivamente Chi c'è c'è e Le ricette di nonna Carmela). La casa editrice reggina Leonida, piccola ma autentica, mi dice che finalmente siamo in dirittura d'arrivo e che davvero il romanzo sarà disponibile tra pochi  mesi in libreria oppure on-line, non mancherò di dirvi con maggior precisione. Ma io volendo posso preacquistarne delle copie a prezzo di favore, per cui chi ne volesse una dalle mie mani e con la mia preziosissima (un minimo di autoironia è necessaria) dedica, mi contatti che gliela tengo da parte. Ma subito, che l'offerta vale pochi giorni ancora.
La storia racconta le peripezie di due ragazzi reggini di oggi, ma attraverso i loro parenti vedremo degli squarci anche della Reggio di qualche tempo fa. Potrebbe piacervi...

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