domenica 1 luglio 2018

SOMMA INGIUSTIZIA

Quando si dice due pesi e due misure: ecco a voi l'ingiustizia sportiva!
Se capite di fisco o conoscete qualcuno che ci capisce, capite meglio il mio esempio. Esiste un principio, tra quelli che hanno guidato le riforme tributarie degli ultimi 20 anni, che dice sostanzialmente che un controllo fiscale non deve mai produrre complessivamente effetti sproporzionati rispetto al danno sociale del comportamento scorretto del contribuente. Prima dell'adozione di questo principio, se c'era un vizio formale in 200 bolle ti veniva applicata 200 volte la sanzione prevista, dopo le sanzioni meramente formali (senza "danno fiscale") non ci sono proprio. Ma anche in caso di violazioni sostanziali, tutto il complesso normativo e di prassi è volto a cercare quanto più possibile di evitare che il soggetto controllato sia costretto magari a chiudere baracca, anche solo per via della considerazione banale che se chiude di tasse non te paga più, né passate né future. Certo, la legge è legge e il controllo si fa, ma sempre la legge fornisce all'amministrazione finanziaria una serie di strumenti per far partecipare il controllato al contraddittorio, arrivare a una pretesa fiscale ragionevole, agevolarne l'adempimento in ogni modo rateazioni comprese, e sempre rispettando anche un altro sacro principio giuridico, per cui ogni legge che prevede una sanzione deve indicarne la misura minima e quella massima.
Il ragionamento non cambia se ci si sposta dal diritto tributario a quello amministrativo, civile, o penale. Cambia solo nel diritto sportivo, ma sarebbe ora di dire che quando questo succede la cosa costituisce una violazione di principi generali dell'ordinamento giuridico che è francamente inaccettabile. E non perché stavolta, per una volta di troppo direi, ne ha fatto le spese la mia, di squadra del cuore.
La vicenda la riassumo molto in breve per evitarmi ulteriori sofferenze: il proprietario della squadra ha presentato fidejussioni false da 100mila euro per due anni di seguito, ma il primo anno dapprima non aveva proprio trovato in tempo utile una fidejussione e in cambio aveva depositato i previsti 100mila in contanti, poi aveva presentato il documento poi risultato falso ottenendo i 100mila indietro, l'anno dopo aveva presentato la seconda fidejussione per l'iscrizione al campionato, e scoperto il falso si era dichiarato truffato e aveva denunciato l'intermediario alla magistratura ordinaria e ridepositato i 100mila, che però gli sono stati restituiti e la squadra penalizzata, non essendoci pene edittali previste nella norma, giusto di tutti i punti necessari a retrocederla, in tutti e tre i gradi di giudizio. Durante questo biennio, il proprietario aveva allestito e mantenuto due squadre per due campionati, il primo quasi fallimentare e pertanto più costoso (se cambi mezza squadra in corsa pur di salvarti...) del secondo invece trionfale (terzi in classifica, primi nel girone di ritorno, favoriti o quasi per la vittoria ai playoff per la A1), spendendo in totale cifre stimabili come un centinaio di volte superiori a quelle che avrebbe risparmiato per avere scelto scientemente di optare per le fidejussioni false, secondo la tesi accusatoria sancita oramai definitivamente. In altre parole, sarebbe un deficiente. Uno che per risparmiare circa 10mila euro mette a rischio investimenti per 500mila se non ancora molto oltre. Ma la cosa peggiore è che, a una follia del genere, i sedicenti tifosi della squadra, in parte rilevante e comunque troppo consistente.... credono! Mi viene da impazzire. Da che mondo e mondo, i tifosi di tutte le squadre di qualsiasi sport, prima di dare addosso a uno che ha preso la loro amata bandiera dal fango e l'ha riportata fin quasi alle stelle, certo sbagliando tanto ma reggendo sostanzialmente tutto il peso economico sulle spalle, lo avrebbero difeso anche oltre la logica, sennò che tifosi sarebbero: il tifoso ama, è il semplice simpatizzante semmai che riesce a razionalizzare. Ma qui è peggio: sono sei mesi che in troppi danno addosso al reo, reputando giusta la inopinata sanzione.
Oggi, dopo una lunga eclissi consigliatagli dai legali finché in pendenza di giudizio, l'accusato, che ricordiamo in tutto questo frangente si è reputato truffato e dichiarato colpevole solo di aver delegato una questione ritenuta marginale (ed economicamente, lo abbiamo già rimarcato, lo era eccome), e però si era anche detto pronto a combattere ripartendo se serve dalla B, si è finalmente fatto sentire, dichiarando di voler rinunciare al titolo sportivo (se qualcuno da Reggio si facesse avanti, glielo regalerebbe, altrimenti lo vende) per ripartire con i ragazzi (in questi anni ha fra l'altro ricostruito un invidiabile settore giovanile, magari in prospettiva degno di una grandissima tradizione) dalla serie C, avendo così le mani libere di denunciare in sede ordinaria Lega e Federazione. I sedicenti tifosi urlano al tradimento, ma io francamente visto il veleno che gli sputano addosso da mesi (anzi, già negli anni scorsi al minimo errore di programmazione, solo quest'anno si erano placati di fronte alla squadra migliore allestita dai tempi di Silipo e Lardo) credo che è già tanto che non smonti baracca e burattini e mandi a fanculo tutti (e forse non lo fa solo nella speranza di recuperare qualcosa dei tanti soldi spesi fin qui nel progetto)!!! Il giudice ordinario, tra l'altro, potrebbe anche riconoscere che è stato truffato, ripetendo a distanza di anni il paradosso, già subìto da Reggio ad esempio ai tempi di Scambia, di una riparazione quando il danno sportivo era cosa fatta e irreparabile. Quindi la denuncia agli organi della pallacanestro italiana è direi a questo punto sacrosanta, almeno se e quando il giudice ci darà ragione riavremo il maltolto e magari anche un grosso risarcimento (pare abbia intenzione di chiedere 2 milioni di euro, a occhio e croce ci stanno tutti) per farci forse lo squadrone, e nel frattempo meglio continuare coi giovani, si, piuttosto che magari perdere i derby di B con Lamezia e Catanzaro, che già sono più avanti di noi nella costruzione della squadra.
Si perché il comportamento degli organi dello sport non è discutibile soltanto nell'aspetto giuridico: in quello sostanziale è ancora molto peggio. Non solo la sanzione è stata "inventata", non avendola prefissata, ma anche la tempistica della sua irrogazione e della stessa calendarizzazione dei giudizi è stata a dir poco vergognosa. Da gennaio che iniziano i rumors sul web, tra deferimento e prima sentenza si arriva al 9 aprile, ma se l'appello è stato fatto di prescia (c'erano i playoff in ballo...) perché allora fissare il giudizio CONI al 26 giugno, con i termini per l'iscrizione a qualunque campionato pochi giorni dopo? Come fanno a non aver pensato che questo avrebbe portato all'annientamento della società, innescato dall'azzeramento dell'avviamento, anche in caso di ribaltamento della sentenza? Infatti, quasi tutti i giocatori hanno a quel punto cominciato a firmare altrove, capitano compreso: due soltanto sono stati così corretti da aspettare, accasandosi dopo. A questo punto, l'alternativa è tra una serie B raffazzonata, con gli under e qualche acquisto, e una C coi ragazzi e le mani libere per denunciare i carnefici; in ogni caso, la A2 sarebbe stato impossibile programmarla anche se assolti dal CONI. Ancora qualcuno ha il coraggio di chiamarla "giustizia sportiva"?
Altri tifosi sostengono che Muscolino a questo punto, anzi già da un po', avrebbe dovuto consegnare la società alla città, nelle mani del sindaco. Sai che affare! Come se dalla ingrata Reggio qualcuno in questi 8 anni si fosse mai fatto avanti per entrare in società o comunque sostenerla. Comunque, se c'è e si fa avanti in questi giorni lui ha detto che gliela regala. Vedrete che fila!
I club storici qualche giorno fa avevano annunciato il loro sostegno alla squadra qualunque categoria si trovasse a giocare. Ecco subito che sono messi alla prova, andassero a tifare i nostri ragazzi in serie C, a me dispiace solo che sia in ambito regionale sennò le trasferte a me più prossime cercherei di non perdermele, come da trent'anni in qua a qualunque latitudine in qualunque categoria. Ora e sempre, forza Viola!

P.S. Nella immagine in alto, il dettaglio del dispositivo della sentenza di un caso molto simile al nostro, di un paio di anni fa nel volley. Il "falsario", che nemmeno si era dichiarato truffato, sospeso per mesi e non per anni, alla società 300 euro di multa. Questa la sentenza completa, tanto per apprezzare bene a che punto si può arrivare quando non si prefissano le sanzioni. Come se, per tornare all'esempio iniziale, in campo fiscale si potesse decidere di volta in volta, per fattispecie identiche o perlomeno molto simili e comunque ripeto non impattanti sul piano sostanziale (la fidejussione non è stata escussa, i giocatori non correvano il rischio di non essere pagati e invece dopo si, e in ogni caso erano stati ridepositati i 100mila a garanzia), se fare un buffetto al contribuente o fargli chiudere la ditta mandando a spasso tutti i dipendenti.
P.S.2. Non conosco il signor Muscolino, non sono il suo avvocato difensore né un tifoso accecato dalla partigianeria. Sono solo uno che cerca di seguire una logica, e mi sembra che se si deduce che se fosse stato mafioso o vicino a quegli ambienti non avrebbe avuto nessuna difficoltà a reperire una fidejussione autentica, forse non si sbaglia. Mi sembra che nemmeno Mimmetto avrebbe rischiato di mettere a repentaglio otto anni di investimenti cercando di truffare le istituzioni per risparmiare qualche spicciolo. Quel Mimmetto che ci tolse il sonno 17 anni fa, si, e che però nella sua follia se lo avessero lasciato fare forse magari ci riusciva, a farci fare il botto, la storia è piena di folli fortunati in mezzo a mille volte tanto folli sfortunati. Qualcuno glielo dica, non si sa mai, che c'è un fesso che regala la Viola in B a chi se la piglia...
P.S.3. Non vedrò la mia Viola in campo, l'anno prossimo, quasi sicuramente. Allora me la riguarderò, e voi con me, ogni giorno sullo sfondo del blog, dalla prossima annuale ristrutturazione grafica, in occasione del decimo compleanno del sito.

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