lunedì 29 febbraio 2016

POTENDO PERMETTERSELO

Alla fin fine l'unica cosa che conta è nascere da genitori ricchi...
Avete presente quando qualcosa vi gira in testa rimbalzando per giorni senza che riusciate a trovare il bandolo, e poi all'improvviso qualcuno vi dice una parola che vi accende una luce e tutto si fa chiaro?
E' quello che è capitato a me (il qualcuno mi legge: eccola ringraziata, Signora) con la faccenda delle unioni civili e tutta la baraonda che ci è girata attorno, perché anche se dal punto di vista valoriale credo di avere nel merito una opinione ben strutturata (occorre assumere come stella polare il benessere dei piccoli, quello materiale non quello ipotetico dedotto dal proprio credo - i meno pigri prego rileggere qui), mi era rimasta a lungo una sensazione simile a quella che a Montalbano fa esclamare "Mimì, non mi quatra!".
Provo a spiegarmi meglio.
Queste le domande che mi tormentavano: perché il principio che una legge non perfetta sia sempre meglio di nessuna legge, che altre volte ho adottato, stavolta non mi soddisfa? perché il mio essere "progressista" non esulta a questa nuova conquista? è la miglior battuta mai scritta su Silvio (non temo Berlusconi in sè, temo Berlusconi in me) ad agire, o semplicemente il fascista reazionario che è in ciascuno di noi a farsi sentire?
Le ragioni per cui non lo fanno più, si possono sommariamente ricondurre a questo: che mi ero scordato il criterio principe che da Marx in poi serve a discriminare tra questioni di diritto e questioni di fatto, quello economico. E dire che la nostra amatissima e delenda Costituzione lo fa bene, al famigerato articolo 3, separato in due commi appunto dal discrimine di cui sopra:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
La morale è questa, detta in volgare: occorre si fare buone leggi, che realizzino l'uguaglianza eccetera eccetera, ma senza rimuovere gli ostacoli di fatto a quell'uguaglianza, le leggi libertarie restano sulla carta e anzi suonano beffarde.
Occorre distinguere, dunque, tra teorica enunciazione dei diritti e fattivo impegno a che questi diritti si possano estrinsecare. E se qualcuno insiste sulla prima mentre fa di tutto salvo che il secondo, ecco, questo qualcuno ci sta prendendo in giro.
Ad esempio, oggi è pieno di news sulla figliolanza del compagno Vendola, di suo già uno che ha sbarcato il lunario grazie al costrutto imperante di "carriera politica" (l'azzeramento del quale è uno dei cardini della proposta grillina, si ricordi). Ebbene, quanti di voi, gay o non gay, potrebbero permettersi di andarsi ad affittare un utero in america?
Generalizzando, mi chiedo: non è che si fa una bandiera della concessione teorica di diritti proprio per nascondere la loro vanificazione pratica? Proprio a rispondere a questa domanda, è arrivato negli stessi giorni del dibattito parlamentare e mediatico sulle unioni civili l'attacco inaudito alle pensioni di reversibilità. Che segue ad altre amenità come la sussunzione del precariato a forma normale di lavoro (se credete ai proclami ufficiali sul jobs act, o siete tra i pochi privilegiati o fatevi curare), l'abolizione occulta dei servizi "a maggior tutela" sulle utenze domestiche a mandare in pasto agli squali vecchi e famiglie in difficoltà, i tagli alla sanità pubblica (definitivamente abolito il concetto stesso di prevenzione, ormai la mutua ti passa un esame solo se e quando sei fritto, pare il comma 22 - non ci credete? chiedete a un amico medico, se lo avete...), la brillante idea del prestito vitalizio (non vi potete permettere la badante e non ve la sentite di vendere la nuda proprietà? ecco lo strumento per fottere la casa ai vostri eredi senza farvi sentire in colpa, che si affianca a nuovi strumenti per fottervela a voi), eccetera eccetera: la lista potrebbe essere infinita, il succo è che l'euro è nato per, e ci sta riuscendo benissimo, azzerare il welfare state (Maggie, che abbiamo fatto al sogno del dopoguerra?) - e d'altronde perché mai dovevano permetterselo solo sti viziatacci degli europei? non potendo/volendo estenderlo a tutti gli altri, glielo togliamo a loro e giustizia è fatta....
Tornando ai bambini, i conti tornerebbero se prima, o almeno mentre, si enunciano espansioni dei diritti teorici, si facesse qualcosa per favorire l'esercizio pratico di tutti. Che so, qualcosa tipo asili nido gratis, adozioni semplificate, gravidanza assistita passata dalla mutua, sostegno economico alle giovani coppie che intendano sposarsi, eccetera. Così invece, mentre si ostenta il risanamento di una frattura per cui bastava molta meno enfasi, si fa velo a fratture ben più profonde ad essa trasversali. Classiste, di censo, economiche, chiamatele come volete.
Perché alla fine sono i soldi, quello che conta. Persino dove è possibile prendere più mogli, lo fa solo chi se lo può permettere. Figurarsi cose più "normali". A seconda del reddito, tutto può diventare un lusso: dalla adozione (stepchild o meno, dall'estero non ne parliamo) alla fecondazione assistita (in crescendo verso l'eterologa e la maternità surrogata), dal matrimonio in se (debiti e crowdfunding stanno diventando la regola) alla separazione (figurarsi il divorzio). Senza dimenticare che anche il solo avere la possibilità teorica di pensare, a una organizzazione sociale diversa da quella che ci ha cresciuti, quindi non solo di avere diritto a tutele giuridiche indifferenti alle proprie preferenze sessuali ma anche di pensare di poterne avere accettazione sociale o addirittura di averne consapevolezza e accettazione intima propria, è funzione del reddito e infatti è apparsa con il welfare state. E la stessa cosa dicasi della parità uomo/donna, che in una società che si fonda su famiglie monoreddito semplicemente non è funzionale.
Attenzione: non sto esprimendo le mie opinioni personali, che sono aperte al massimo riconoscimento del massimo dei diritti per tutti, come ho già più volte manifestato. Sto sforzandomi di guardare tutte le opinioni da un punto di vista il più possibile obiettivo, da dove si vede bene che anche le mie stesse sono un lusso. Che meno male che me lo posso permettere, ancora. E che vorrei si potessero permettere tutti. Invece questi mentre fanno finta di concedervi un diritto ve ne tolgono altri dieci.

martedì 23 febbraio 2016

TAUTONATOS


Ognuno di noi burattini deve scegliere se strapparsi
i fili o tenerseli. Benigni non li aveva e se li è messi.
Sanremo. Successo sorride Stadio, song scartata scorsa stagione, stupenda, sentimentale senza sentimentalismi, sconfitti stuoli scontati songwriter scriventi solite strappalacrime stupidaggini. Scommettitori sorpresi.
Psichedelici fantastici, pippavano fitenzie per fare pezzi fighissimi, più flesciati possibile, favolosi, proibitivo fischiettarli: Pink Floyd.
Dirò subito di sostenere di stare davvero sentendo, digitante senza dimenarsi, supremo divino suonatore dello strumento di Segovia: Dire Straits.
Bene Berlinguer brancavi, Bibbia buggeravi, Berlusconi bertucciavi. Bolso blateri borghesissime burlette baciapile. Basta baggianate, Benigni!
Ecco, con tutte le cose che avrete letto su Umberto Eco (questa sulla morte più di tutte), non si poteva scrivere niente che non rischiasse la ridondanza. Ma in questi giorni stavo leggendo Baudolino (ora per un po', non si sa mai, eviterò di leggere Camilleri...), ai tempi lessi Il nome della Rosa e Il pendolo di Foucault in spiaggia (guardato come un marziano), capolavori assoluti che se non li avete affrontati sappiate che se li iniziate è impossibile staccarsi, ma mediamente preferisco il semiologo al romanziere, forse perché è nella prima veste che l'ho conosciuto e apprezzato ai tempi dell'università, e la seconda è arrivata dopo.
Al liceo, coi miei amici, ogni tanto giocavamo a raccontare una storia, o a dialogare, usando solo una iniziale, in preferenza la "p". Solo qualche anno dopo scoprii che la cosa si chiamava tautogramma, e c'era chi ne aveva fatto materia di esercizio accademico con tanto di pubblicazione. Ecco perché mi sembra appropriato salutare Eco parlando di altri campioni di qualità, attuali o passate, usando (mediocremente, lo so) questo particolare gioco linguistico.
Con caduta celebre cattedratico che cantò certi certosini collassanti cianotici contattando carta cianurica, Connery colpevoli cercando, cultura cede cospicuo coprotagonista.

giovedì 18 febbraio 2016

MILLE LIRE AL MESE

Avendo ormai una certa età, tra quando penso certe cose e se e quando mi decido a dirle agisce il filtro del pudore, giacché mi pare di vedermi dal di fuori come uno di quei vecchi brontoloni che io da giovane non sopportavo perchè vedevano in ogni cosa segni della fine dei tempi. Per questo mi sforzo di parlare di musica, presunti santi, cinema e amicizia. Nel frattempo, però, la potenziale esplosività delle contraddizioni del presente continua a covare sotto la cenere, e mi pare si moltiplichino oggettivamente i segnali di pericolosità del tempo che viviamo, per cui dopo un po' non riesco a sottrarmi a quello che percepisco come un dovere civico, e mi scappa un post come questo. In cui lascio alla pratica della scrittura il compito di raccordare i pensieri raccolti dagli spunti di cronaca e approfondimento, il filo logico alla fine verrà fuori da sè.
  • L'Europa aveva senso di esistere in quanto massa critica minima per difendere due portati storici interdipendenti come "ceto medio" e "welfare", l'orientamento opposto a questi obiettivi delle scelte politiche fatte da un certo punto in poi, Euro in primis, le ha tolto ogni significato, al punto che con la crisi odierna, alla fase in cui è arrivata, c'è un futuro solo al di fuori di essa, e quei popoli che non se rendono conto a tempo sono spacciati.
  • Per evitare che i popoli se ne rendano conto a tempo e si salvino dal destino di proletarizzazione globale cui sono avviati (da chi o da cosa poco cambia), essi vengono sottoposti a un bombardamento di menzogne di proporzioni inaudite. In altre parole, non che prima i politici e i media loro servi non mentissero, ma due fattori (la non compattezza del loro fronte, e l'analfabetismo di ritorno non ancora compiuto via smartphone e social network) rendevano l'accerchiamento non completo; oggi tra informazione monocorde (altro che Pravda!) e perfezionamento delle strategie di rincoglionimento di massa (altro che Mediaset!), è assolutamente improbabile che una quota significativa di cittadini capisca che deve assolutamente ribellarsi alla lettura ufficiale della realtà - in tal senso, è già un miracolo che esista, e che resista in queste proporzioni, il moVimento 5 stelle.
  • Ad esempio, a sentire i media la crescita è sempre dietro l'angolo e l'occupazione grazie al Jobs act è in netta ripresa. Che parlare di "tutele crescenti" per dire che quelli che una volta erano diritti per tutti ora te li sogni fino a chissà quando e fino ad allora le tutele sono zero, o di contratti "a tempo indeterminato" per lavori malpagati che possono essere tolti a capriccio del datore in qualsiasi momento, sia un volgare artifizio linguistico, non lo avete sentito da nessun giornalista televisivo, forse lo avete letto su un sito di controinformazione ma allora siete parte di una esigua minoranza che si attiva per informarsi e non si scoccia di leggere oltre la normale dimensione di un tweet, quindi siete politicamente irrilevanti.
  • La crescita invece come l'abbiamo conosciuta semplicemente non è più possibile. Si può soltanto, ammesso che prima si acquisisca consapevolezza della cosa, stabilire un minimo garantito di condizioni di vita da cui si consideri non etico che nessuno all'interno di un Paese sedicente democratico e sviluppato receda, fare tutto ma proprio tutto quello che è necessario (si, anche regalare i soldi, lo ammette persino Padoan) per assicurare questo minimo a tutti nel nostro sistema, e poi tutto ma proprio tutto quello che è necessario per esportare questo modello a chiunque voglia avere a che fare con noi. In realtà, questo andava fatto 30 anni fa, e non so se siamo ancora a tempo per realizzarlo adesso, ma è un dovere provarci: l'alternativa è l'azzeramento del welfare e del concetto stesso di classe media, con tutto quello che comporta anche dal punto di vista culturale e valoriale.
  • Se va bene il sussidio di disoccupazione, o meglio ancora il reddito di cittadinanza, allora cosa c'è che non va nello stipendiare un assenteista o un fannullone? Solo che se io ti pago per dare un servizio e tu non lo dai quel servizio non viene svolto. Ma se io ti do comunque di che vivere ti faccio un favore a licenziarti, e assumere uno che per qualcosina in più del sussidio il servizio lo svolge. In ogni caso, da Roosevelt in poi, per uscire dalla crisi non c'è che da fare girare i soldi nelle tasche della povera gente, che li spende tutti o quasi, laddove invece la politica monetaria restrittiva imposta dall'Euro non fa che esattamente il contrario, drenare i soldi dalle tasche dei poveri (ora tocca alle vedove) e concentrarli in quelle dei ricchi, che in gran parte e in vari modi li tolgono dal circuito. E in ogni caso, per punire i fannulloni andava bene la legge quadro del pubblico impiego del 57, nessuna delle riforme susseguitesi negli anni, ripeto nessuna e men che meno la prossima con tutta l'enfasi antifannulloni che la auspica sui massmedia, era necessaria. Licenziamo i fannulloni, senza però ucciderli o farli morire di fame, e però assumiamo due o tre milioni di giovani (ormai i dipendenti pubblici in Italia sono in ogni livello e settore pochi e vecchi), pagandoli in nuove lire, per la salvaguardia del territorio, il recupero del patrimonio artistico paesaggistico e archeologico, l'assistenza dei bimbi e degli anziani, e qualunque altra cosa non sia conveniente per l'impresa privata ma sia utile per la collettività - non si diventa comunisti, tranquilli, anzi coi soldi che girano riparte pure l'impresa privata, ad esempio per le ristrutturazioni edilizie e la microproduzione energetica. Si può fare e si deve fare, ora. Annullando nel contempo ogni Grande Opera concepita invece proprio per rapinare le ultime risorse pubbliche, dalla TAV a Roma 2024 passando per l'acquisto di costosissimi caccia e la partecipazione incostituzionale a guerre varie (che finirà per portarci i terroristi in casa, dopo averli creati).
  • Per fare tutto questo, la prima cosa da fare è demolire l'Euro: questa è una consapevolezza ormai diffusa ovunque (dagli Usa alla Gran Bretagna, ma ormai anche in Germania) tranne che nell'universo parallelo piddino. Sovranità monetaria in mano a una classe politica radicalmente mondata dalla corruzione: è la sola speranza di salvezza, che sia guardacaso anche stringi stringi il programma dei 5 stelle è solo una fortunata coincidenza. Altrove, in Francia ad esempio, sono stati meno fortunati, per non parlare della Grecia.

domenica 14 febbraio 2016

FETICCI IN ALTO!

Probabilmente che il merchandising di san Pio sia arrivato a questo
è davvero una bufala, ma nessuna bufala è efficace se non è verosimile.
Comunque, io preferisco le minne di Sant'Agata: le cassate siciliane...
Diciamo che a Roma siamo tanto abituati al casino e ai disservizi che di questo patetico baraccone messo su a tentare di risollevare la ditta chiamato Giubileo straordinario ce ne stiamo accorgendo a stento, come pure riusciamo a distinguere a stento i lavori in corso per quelle poche opere ad esso connesse, che come sempre saranno ultimate a cose fatte, da quelli avviati in occasioni di chissà quali altre "urgenze", dai mondiali di calcio del 90 a quelli di nuoto del 2009 e verso le olimpiadi venture. Tra cui porta la palma, e record dopo record di costi disservizi e magnamagna chissà quando finirà di farlo, quel mostro dell'assurdo che chiamano metro C. Non entro nei dettagli solo perché questo non è l'argomento del post, ma soltanto l'ennesima introduzione fuorviante, un vizio che si può permettere solo chi non ci campa, dello scrivere articoli, perdonerete.
L'argomento è invece uno degli eventi che è stato incastonato nell'anno santo di cui sopra, chissà forse proprio per tentare di metterci una pezza e risollevarne l'audience: l'esposizione delle spoglie di padrepio e di quell'altro che manco nello staff del papa si ricordano comecavolosichiama. E, ripeto, non è per lamentarmi del peraltro poco rilevante aumento di casino. E' che ogni volta che hanno luogo questi eventi, giuro, mi verrebbe da prendere faccia a faccia ciascuno dei non pochi credenti che stimo come persone intelligenti e degne, e chiedergli palle nelle palle degli occhi: "che ne pensi?"
Vedete, è che da ateo dichiarato (poi sono cresciuto e ho cominciato a dirmi al massimo agnostico, che anche dirsi atei è una professione di fede) al liceo avevo ottimo in religione, perché il prete, che era persona talmente speciale che ha lasciato in tutta Italia schiere di ragazzi che si ricordano ancora di lui e oggi che si muove a fatica lo seguono su facebook, ha ritenuto premiare questo ragazzino che, mentre gli altri sedicenti credenti nella sua ora uscivano dall'aula se non da scuola, si fermava con lui a disquisire di teologia, per carità per quanto può riuscire a un liceale come tale più saccente che sapiente.
Ebbene, da osservatore esterno interessato comunque alle dinamiche della spiritualità umana, se c'è una cosa per cui il cristianesimo mi è sempre parso più avanti rispetto alle altre religioni, è proprio per questo suo modo direi filosofico di elevarsi dalla materialità. Quindi ho sempre pensato che se fossi credente avrei aborrito, senza mezzi termini, ogni manifestazione di religiosità primordiale, non sottoposta cioè a questo indispensabile processo di maturazione, a cui si fossero abbandonati i miei correligionari.
E invece il cattolicesimo ne è pieno, di scorie di praticamente tutte le religioni "inferiori", dal politeismo pagano al culto di Mitra, dai Lari allo sciamanesimo più profondo. Forse, anzi, deve proprio a questo il suo successo letteralmente ecumenico. Ma che sono in folta compagnia a rilevare queste contraddizioni lo dimostrano già i culti cristiani non cattolici, fiumi che partono dallo stesso lago proprio sulla base di ragionamenti come il mio (no alle icone, no ai Santi, no all'illogico binomio confessione/perdono), per non parlare di quelli che si sono prosciugati o interrati e hanno chiamato eresie (no all'assurdo logico chiamato Trinità, alla transustanziazione, alla verginità o peggio all'immacolata concezione di Maria). Non voglio entrare in questi temi, anche se mi divertirebbe un mondo (con Mitra l'ho già fatto) descrivere un parallelo tra il variopinto pantheon cattolico e gli dei dell'Olimpo o gli Asi, o tra il Marianesimo e una delle tante Dee Madri venerate da sempre, o tra l'eucarestia e il cannibalismo rituale, o ancora tra i millanta Santi (Leonardo ci tiene un gustosissimo filone) e gli universi Marvel e DC Comics dei supereroi. Voglio solo chiedere a un cattolico maturo e intelligente a caso, come si concilia con la sua fede, che crede nell'anima immortale che torna al Padre, farsi ore e ore di fila con qualunque clima per poter toccare una teca con dentro il cadavere di un papa, o anche solo guardarla da lontano, e che differenza c'è non dico con la Kaaba della Mecca ma con qualsiasi altra manifestazione di divismo in cronaca?
Questo parlando di uno che magari è troppo farlo santo, visto che il suo superpotere era solo un enorme istinto comunicazionale e di marketing messo al servizio di una mission politica (la dissoluzione del socialismo reale) - insomma forse a lui era dovuto, visto che nel suo papato ha nominato più santi che tutti gli altri papi messi assieme (e questa non è un'iperbole), ma almeno non era un ciarlatano. Quest'ultima era invece proprio l'opinione su padre Pio da Pietralcina della Chiesa cattolica romana nel suo momento più illuminato, il pontificato di Giovanni XXIII e il suo Concilio Vaticano II, dopo aver indagato sui metodi e l'operato del tomo. La cosa non impedì la crescita della devozione popolare, ma si dovette aspettare il papageniodelmarketing per vedere mutare radicalmente questo giudizio: di questi tempi non si butta via né un euro né un fedele, figurarsi milioni... Ora, magari era antipatico, ma potete giurare che il teologo tedesco non avrebbe allestito il teatrino di oggi, che invece il simpatico argentino cavalca... forse oggi abbiamo qualche elemento in più per capire certe inaudite dimissioni....
Ora, Bergoglio piace a tutti, tranne appunto a chi riesce a vedere la sua maschera (come qui Odifreddi, ad esempio); chissà se qualcuno riuscirà a cavalcare il suo desiderio di piacere a tutti fino a fargli accettare quella revisione profonda del concordato Stato/Chiesa che sola può salvare l'uno e l'altra.

sabato 6 febbraio 2016

FAMIGLIA E FAVOLE

Ma ci avete mai pensato? Un padre e una madre che siccome non
ce la fanno a mantenerli abbandonano i figli nel bosco a una morte
certamente da incubo. Ma non era più umano soffocarli nel sonno?
Quando c'era la satira, fu un gioco da ragazzi colpire il primo Family day: sul palco, in qualità di leader dei partiti che lo organizzavano, c'erano un fedifrago seriale e due occasionali, nessun monogamo, tutti o separati o divorziati. Oggi c'è solo una incinta prima del matrimonio, cosa che qualche tempo fa (o ancora oggi se la sua parte politica avesse governato negli ultimi decenni) l'avrebbe portata al ritiro dalle scene con tanto di frettoloso matrimonio riparatore, altro che dichiarazione pubblica. Le interviste alla gente comune, ai partecipanti, invece erano e restano semplicemente rivoltanti (non quanto quelli che vanno a venerare la mummia di un ciarlatano, non trovando nessuna contraddizione tra i dettami del cristianesimo e il totemismo ancestrale che di fatto praticano, ma insomma è una bella lotta...).
Qualunque argomento voi possiate avere a favore o contro le unioni gay o la famiglia "tradizionale" (sul termine ci torno), il toro perde la testa con un semplicissimo principio liberale, attenzione liberale non socialista, quello per cui la mia libertà finisce e finisce solo (cioè non prima) nel momento in cui intacca la tua, e viceversa. Ora, vorrei chiedere a ciascuno di quelli che "difendono" la famiglia tradizionale, magari scuotendolo per il bavero, sempre con gentilezza s'intende: a te e alla tua famiglia cosa cavolo viene toccato se due dello stesso sesso vivono assieme e vogliono per ciò avere un minimo di tutele reciproche, ad esempio in caso di morte o malattia? Sulle adozioni, poi, non ne parliamo: vi risulta che ci sia una tale sovrabbondanza di coppie etero disposte ad affrontare i costi economici e no di un gesto che toglie a un destino gramo una persona su questo pianeta, che se apri la stessa possibilità a coppie non "normali" o single queste la toglieranno a quelle? Non parliamo della stepchild adoption, che quella ci arriva persino Renzi (anche se come sempre con fini strumentali) che è una cosa normalissima: muore mio padre, mia madre non l'ho mai conosciuta, è meglio che io vada per strada o da sconosciuti o che continui a vivere in pienezza di diritti col suo partner che mi ha cresciuto e mi ama riamato? Parliamo proprio delle adozioni: se il vostro negarle a tutte le coppie non ortodosse come è probabile vince, e così lascia anche solo un bambino al mondo in un orfanotrofio, ma dico un minimo di senso di colpa (scuotendo il bavero) brutto testadiminchia di un cattolico integralista, ma non ti viene?
Non è difficile, orientarsi, se il benessere cui si tiene è davvero quello dei minori. Il problema è che non è affatto così, i bambini sono troppo spesso solo il pretesto per i grandi per fare quello che gli pare, altrimenti ci si preoccuperebbe di stargli lasciando un deserto al posto del terreno fertile che è stato dato a noi. Se si guardasse al benessere dei bambini, sarebbe facile dedurre che, al di là di quello che secondo ciascuno di noi in teoria è meglio per loro, conta quello che è meglio in pratica. Quindi, conta più che la struttura sociale, il modo in cui la si gestisce. Perché la storia dell'umanità è piena di famiglie tradizionali che sono veri incubi per i bambini, mentre addirittura le statistiche oggi dicono che i figli delle coppie omo sono mediamente più felici. E attenzione questo non significa che le coppie omo sono meglio per crescere i figli, ma probabilmente che al momento quelle che riescono a crescere figli al loro interno sono economicamente messe meglio della media, e sicuramente più motivate e attente.
Più che preoccuparsi del nome da dare al sistema di leggi necessario a dare le giuste garanzie alle unioni non convenzionali, o dei limiti da mettere a un istituto come l'adozione che invece andrebbe favorito in ogni modo, bisognerebbe far si che ogni giovane coppia venga messa in condizione di decidere di figliare o meno guardando ai propri sentimenti e al proprio grado di maturità, anziché come ormai è regola al proprio sempre più vuoto portafoglio. E quindi togliere dal governo i tecnocrati dell'euro e i loro servi del PD (finti avversari del centrodestra compresi), riprendersi la sovranità monetaria eccetera eccetera, non mi fate ripetere sempre le stesse cose.
...
Il filo del discorso si è chiuso prima del previsto, e mi restano un po' di cose da dire sulla famiglia; le metto in ordine sparso in fondo per i pochi che avessero voglia di proseguire:
  • i cattolici prima di parlare a vanvera di famiglia tradizionale si rendono conto che proprio la loro Sacra Famiglia seguiva il modello opposto? se ci pensate bene, Gesù è nato da fecondazione artificiale e chiamava papà uno che di fatto lo aveva solo accettato, manco adottato... Inoltre, come si usava, Giuseppe era un vecchio che aveva sposato una bambina (la pedofilia non nasce dal nulla, ma da millenni di tradizione, e già che ci siamo non postate per nessun motivo le foto dei vostri figli sui social network) scelta in un rituale che nulla ha a che vedere con la scelta da innamoramento e amore che a noi pare normale ma è invenzione ottocentesca figlia del benessere, che ha faticato ad affermarsi del tutto e dappertutto fino ad epoche recentissime, destinata a morire se finisce il benessere;
  • la famiglia nucleare, infatti, è un vero e proprio lusso infatti compatibile solo con la società opulenta del welfare, perché prevede che esista lavoro per due adulti pagato abbastanza perché abbiano una casa e di che vivere, un sistema scolastico quasi gratuito che parte dagli asili nido, un sistema sanitario e previdenziale che li mette al riparo dalla miseria in caso di malattia e poi di vecchiaia, dei nonni con una bella pensione e tanto tempo libero, eccetera, e già quando manca qualcuno di questi elementi sono dolori - prima, quando non c'erano, la famiglia era (e oggi nel mondo dove non ci sono la famiglia è) un clan esteso che suppliva quasi del tutto a tutte le esigenze di welfare che poi sarebbero passate allo Stato, e in cambio toglieva ai membri quasi ogni libertà di quelle che oggi pensiamo come irrinunciabili, comprese la privacy e il diritto di scegliersi il coniuge (per approfondire e magari anche guardare avanti, leggi qui Bertani);
  • a chi fa dietrologia psicologia, temendo chissà quali sfaceli per la mente di un povero bimbo che cresce con due mamme o due papà o con genitori etero separati o con un solo genitore, aggiungo all'ovvia risposta che conta solo quanto le persone che lo crescono lo amano e lo rispettano (ad esempio, non mettendolo in mezzo ai loro litigi, magari facendolo arbitro di questioni che non può ancora capire), che una delle cose più pericolose per la psiche dei nostri cuccioli è proprio l'adesione forzata agli stereotipi del maschietto e della femminuccia, che non solo stanno alla radice poi di quelle (troppe) violenze di genere, ma alla fin fine favoriscono anzichenò la rottura degli schemi da parte dei più consapevoli.
Chiudo con un invito, ai più volenterosi: dopo aver ridato un'occhiata a Pollicino o Hansel e Gretel, rileggersi la favola di Pinocchio, un altro cresciuto solo col papà e poi in qualche modo adottato da una sconosciuta, dopo aver letto con attenzione questa doppia analisi scovata dal vostro devoto mediatore su Stampalibera. E... in bocca alla balena!

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