domenica 31 agosto 2014

QUEI SIMPATICI SICARI

Che poi manco li leggete, gli approfondimenti con tanto di statistiche e dimostrazioni logiche e scientifiche inoppugnabili che spesso porto a suffragio dei miei ragionamenti. Per cui ogni tanto forse è meglio puntare al cuore, con post brevi e iperbolici.
Forse però prima serve spiegare che col capoverso qui sopra ho risposto alla domanda retorica con cui avevo chiuso il post precedente: il blog è vivo perché sarà già difficile vivere col rimorso di non aver fatto abbastanza per impedire il piano di impoverimento generale che sta dietro la cosiddetta crisi e la narrazione che ne fanno i media complici (con l'attenuante che per fare la rivoluzione bisogna essere ventenni, non avere niente da perdere, e avere almeno - intendo: anche se è infondata -  la convinzione che la maggior parte degli altri o è già con noi o è pronta a seguirci), impossibile sarebbe con quello di non avere almeno usato l'unico straccio di dote ricevuta dagli dei, lo scilinguagnolo, per dirlo e ridirlo fino a che ho fiato o dita per la tastiera e libertà di usarli.
D'altronde non c'era - pochi cazzi: non c'era e non c'è - nessuna ragione per avere diritto a tutta una serie di benefit materiali e immateriali per il fatto di essere nati nella periferia del cosiddetto Occidente democratico rispetto ad altre terre meno fortunate di questo pianeta. L'ho sempre pensato, anche prima che i primi marocchini sbarcassero con gli orologetti al quarzo: si aveva diritto a dichiararsi comunisti solo schierandosi dalla parte dei veri proletari di tutto il mondo o se no o si era disposti a combattere per difendere i propri privilegi o si era solo degli snob decerebrati. Per cui l'Europa unita io l'avevo vista come una chance di difendere il nostro modello di vita dalla globalizzazione per almeno qualche decennio, hai visto mai nel frattempo una nuova scoperta scientifica in campo energetico ci dava dell'altro respiro. Non era così: era, è, il braccio esecutivo della globalizzazione per accelerare la sua realizzazione prendendo per il culo gli impoverendi per il tempo necessario a impedire loro di prendere coscienza ed organizzarsi.
Non ci credete? guardatevi in tasca, pensate al futuro vostro e dei vostri figli. Vostro nonno, vostro padre, voi fino a venti anni fa, vedevano speranze. Voi no. Voi cambiavate macchina ogni tre anni, oggi ne avete una di otto e sapete che dovete farvela bastare altrettanti, ammesso che possiate mantenerla. Andavate in vacanza due o tre volte l'anno, una in montagna una al mare l'altra boh, ora è lusso se avete ancora un parente al sud che vi ospita qualche giorno. Scioperavate se gli aumenti concessi dal governo non vi sembravano sufficienti, ora sfogliate con terrore i quotidiani online sperando che anche oggi non tocchi alla vostra categoria (perché sapete che prima o poi gli toccherà). Sapevate che i vostri avevano fatto sacrifici per farvi partire da un gradino più su, ora sapete che vi dice bene se i vostri figli non partiranno da dieci più giù, e se siete saggi gli consigliate di imparare a fare una cosa, una qualsiasi, che sia indispensabile agli altri in qualunque mondo gli toccherà vivere, e siano in pochi a sapere fare extracomunitari esclusi.
Quello che non sapete, o forse vi rifiutate di vedere perchè, vi ripetete, non si può essere così stronzi, un film con cattivi così non andreste neanche a vederlo, è che lo hanno fatto apposta. Lo stanno facendo apposta. Sono pagati, con vite migliori delle nostre. Lo fareste anche voi, al loro posto, ma non vi è toccata questa fortuna. Sono sicari. Anche quelli simpatici cicciottelli e piacioni, anzi specialmente loro. Svegliatevi. Sono sicari.

venerdì 29 agosto 2014

SE STASERA SONO QUI

Non so perché mi hanno fatto più effetto i 51 del 50, forse perché casco sempre nell'equivoco di confondere numero e periodo (no no, in questo caso i miei primi 50 anni li ho finiti un anno fa, e oggi inizia il secondo anno dei miei secondi 50: non è come per il millennio che tutti hanno festeggiato un anno prima del giusto), forse perché mi hanno sempre appassionato di più i numeri primi delle cifre tonde, ma so che è il mio compleanno da pochi minuti e se sono qui è per commozione: avevo voluto e potuto staccare la spina (quella di rete, letteralmente) negli ultimi 15 giorni che ero cinquantenne, e però poco fa rientro e vedo che in quaranta il 28 agosto avete letto un blog senza nuovi post dal 13. Vi dovevo un saluto.
Il blog è ancora vivo, chissà perché...

mercoledì 13 agosto 2014

RIFORMATTI DA LEGARE

Una celebre istantanea del tentativo di colpo di Stato militare in Spagna
nel 1981. Guardando il video non si può non ammirare l'atteggiamento
(isolato...) dell'anziano Ministro della difesa, né d'altronde non percepire
il clima farsesco da film grottesco con un Ugo Tognazzi d'epoca. Insomma,
questi di oggi in Italia  hanno capito la lezione: niente farse, fingersi
democratici, e sotto sotto fare stramaledettamente sul serio...
Nel peggior stile democristiano, il governo più infame della storia della Repubblica sta procedendo a tappe forzate allo stravolgimento della Costituzione in pieno agosto, facendo affidamento che l'effetto distrazione estiva si sommi al già di suo abbondante pecoronismo italico, con i media di regime a fare la spola tra l'ultimo gossip e le "assolutamente improcrastinabili riforme" del premier ggiovane che fa i fatti finalmente.
Siccome non tutti riescono superando la barriera di antipatia a leggere Travaglio, è dovere civico di ciascuno di noi, quindi anche di voi quattro gatti che mi leggete, di raccontare a tutti con ogni mezzo, cioè se non avete un blog su tutti i vostri social network e soprattutto a voce anche uno a uno, cosa stanno combinando questi inqualificabili personaggi.
Chi non condivide questa posizione e non aderisce a questa per quanto blanda forma di resistenza, oltre a non avere scampo dal disprezzo di se stesso il giorno che dovesse incappare nelle conseguenze dell'azione politica che ha lasciato proseguire indisturbata (non capendo, o credendo/sperando che il padulo tocchi sempre agli altri), è ufficialmente avvisato che perderà ogni forma di amicizia e frequenza non appena quanto ciò da cui si tenta di metterlo in guardia si inizierà ad avverare. Occorre essere inflessibili, o finisce come nel 45 che si imbarcarono torme di fascisti rinnegati infestando con tare a orologeria la democrazia nascente. E, prima, occorre capire una buona volta una cosa: vi saranno antipatici Grillo e Casaleggio, che magari staranno facendo tutto questo solo per guadagnare di più con le loro attività primarie, vi scoccerà l'inesperienza dei grillini o i toni che usano, avrete la più sana e legittima diffidenza per la "democrazia del web" e Internet in genere, ma questa è una guerra civile e purtroppo per voi ci sono solo loro dalla parte giusta, se i vostri nonni fossero stati così schizzinosi la resistenza avrebbe perso (e si lo so, forse l'unica differenza sarebbe stata divenire dominio americano anche di diritto e non solo di fatto). Insomma, o vi unite al moVimento nella difesa della democrazia o poi non vi lamentate di ciò che sta per succedervi, prima di quanto crediate.
...
Ma andiamo con ordine. C'è il terzo governo consecutivo espressione non dell'esito delle urne ma della deliberata azione politica al limite (al limite?) dell'alto tradimento di colui che dovrebbe essere il supremo garante della Costituzione. Questo governo sta seguendo esattamente la stessa linea politica degli altri due, cioè quella dettata dal direttorio finanziario che governa senza mandato democratico l'Europa, cioè il monetarismo più becero ed estremo, anche quando oramai è palese che ciò ha drammaticamente amplificato gli effetti peggiori della crisi, fallendo clamorosamente (e ovviamente) persino negli stessi obiettivi dichiarati. In altre parole, ci sono sempre più disoccupati, sempre meno ricchezza, sempre meno produzione, sempre più debiti privati, sempre meno garanzie e diritti, e tutto questo anziché salvare i conti pubblici li ha notevolmente peggiorati. Roba da corte marziale, e invece ancora li lasciamo pontificare su giornali e telegiornali. Questo governo/regime, in questo quadro, ritiene la cosa fondamentale sia manomettere in modo dilettantesco in poche settimane gli equilibri di ingegneria costituzionale messi su in anni di lavoro dalle migliori menti tra i nostri nonni. Niente è intoccabile, ma in ogni sistema complesso se tocchi una cosa devi calcolare gli effetti sulle altre, e qui delle due l'una: o non sanno cosa stanno facendo e allora sono pericolosi dilettanti da fermare al più presto, o più probabilmente lo sanno e allora definirli sicari della democrazia è poco. In poche parole, se riescono a compiere il loro misfatto avremo: una sola camera con potere legislativo (il Senato senza poteri e non elettivo resta non si sa per cosa), eletta con una legge a liste bloccate (quindi i deputati stanno lì solo in quanto graditi ai segretari nazionali di partito) che può consegnare il 55% dei seggi a un partito col 20% dei voti (avete letto bene, in teoria è possibile, ma anche lo scenario più probabile, consegnargli il 55% dei seggi con un 35%-40% dei voti, coi votanti scesi ormai sotto il 60%, significa mettere le mani tutto il Paese a chi ha si e no il 20% dei consensi: siete in ascensore in 5, uno solo è daccordo, ammesso che lo abbia capito, con ciò che vuole fare il governo, e grazie a queste riforme il governo ha il potere di fare tutto quello che c... gli pare), che elegge il Presidente della Repubblica, e che quindi direttamente e indirettamente controlla la maggioranza anche di CSM (intanto che si attua il programma della P2 per la magistratura) e Corte Costituzionale. Una follia pura: nessun contrappeso al potere divenuto immenso dell'esecutivo.
Ora io voglio dire anche a quell'uno su cinque, su quattro se improbabilmente avesse davvero valore politico il voto europeo, dei miei concittadini:
oh grullo, ammesso (e non concesso: è vero il contrario) che io non abbia capito niente e il tuo partito-bestemmia (? P.D.!) voglia davvero fare il bene della Nazione e con queste riforme potrà farlo in fretta e bene, ma te tu ti sei fatto bene i conti? e se quest'altra volta non vinci tu? se mi vince il Grillo? o se nel frattempo (che potrebbe pure essere presto...) siete riusciti a mettere fuori gioco i grillini e mi vince un bel partito di destra-destra razzista e xenofoba? o se nel frattempo avete pure dato il voto agli immigrati (a proposito: quale strategia c'è dietro gli scafisti? e chi ha tra le forze politiche l'unica posizione sensata?) e mi vincono i Fratelli mussulmani? ma benedettindìo voi bambinetti bischeri vi mettete a giocare con le regole del Gioco che è una cosa da grandi? Se poi vi mettete a frignare e vi si dice "te lo sei voluto tu", canzonandovi pure, ve lo sarete meritato, o no?
Io, io ho più di 50 anni e la coscienza a posto di essere stato sempre dalla parte del giusto, quella de "l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro", siete voi che siete passati dal lato sbagliato della storia, quello che il lavoro lo chiama job (in calabrese giobba significa tranello, per dire) e nega sia un diritto. Mia figlia probabilmente non saprà mai che lo è stato. Io intanto se giocando casca  le intimo di non piangere mentre solo di sottecchio verifico eventuali danni e se non ce n'è aspetto che si rialzi da se, anche da prima che Lameduck scrivesse questo imperdibile post: deve crescere forte, non si sa mai.
...
P.S. Se anche passano le riforme renziane ci sarà sempre, a meno di non perderlo stavolta, il referendum confermativo previsto dai lungimiranti Padri costituenti (che pochi anni fa ci ha salvato da un progetto analogo, ma molto meno devastante, di Silvio - allora il PD chissà perché la Costituzione la difendeva), altrimenti potremmo rivolgere le nostre energie al referendum "stop austerità", abrogativo delle norme con cui è stato approvato il Fiscal compact e inserito il pareggio di bilancio in Costituzione, qui le ragioni dei promotori.

martedì 12 agosto 2014

NANONANO A TUTTI

Non ho trovato le "prove" sul web, ma mi gioco i cabbasisi che Robin Williams
inventò (perché è stato lui, non gli sceneggiatori, questo è notorio) il gesto di
nano nano per citare, e appropriatamente trattandosi di un extraterrestre, il saluto
di Spock in Star Trek. In Italia al tempo non ce ne accorgemmo perché Mork e
Mindy, che in USA seguiva di dieci anni la serie classica del telefilm di fantascienza,
era già trasmesso da un po' quando arrivarono finalmente il capitano Kirk e soci...
Il mestiere dell'attore nello showbiz moderno ha questa particolarità: che può capitarti di entrare nel vissuto dei tuoi spettatori a tal punto che questi ti portano nel cuore come un vecchio amico, un fratello maggiore ormai lontano, specie se li hai fatti ridere piangere o comunque emozionare davvero. Entri nel loro universo come se ti avessero conosciuto davvero, contribuisci come una persona (termine che non a caso viene dal teatro greco ed etrusco) reale alla costruzione del loro background e della loro personalità, e lo fai proprio nella misura in cui li hai emozionati. Se questo è vero, Robin Williams è nell'anima di un paio di miliardi di uomini e donne. Chissà se da qualche parte della sua mente dicono bipolare si rendeva conto di questo privilegio, o se dall'altro estremo non sia stata questa consapevolezza tra le altre una parte del suo problema.
Oggi i coccodrilli riferiscono della sua depressione e parlano di probabile suicidio, ma il punto non è questo. Il punto è che quelli come lui hanno nel fondo dell'anima, e devono il loro enorme successo al fatto che la cosa gli si legge negli occhi e rende particolarmente "vera" la loro recitazione, almeno un briciolo di quello che comunemente chiamiamo follia, ed è invece (ed invero) la capacità di "vedere la luce", di intuire il fondo di tragica e totale mancanza di senso di ciò che chiamiamo vita, e di non essere in grado di insabbiare questa consapevolezza come uno struzzo la testa (capacità questa che volgarmente è detta "normalità"). Moriremo, lo sappiamo, e da quando lo sappiamo cerchiamo un modo di venire a patti con questo peso insostenibile: religioni, identificazioni in gruppi (politici sociali o sportivi è lo stesso), figli, vene artistiche di ogni tipo, beneficenza, divertimenti, eccetera, non sono che espedienti per proiettare la propria esistenza oltre la morte e/o dimenticare il più possibile la sua incombenza (divertirsi significa letteralmente "girarsi dall'altra parte"). Non è facile farcela, e infatti qualcuno non ce la fa: i più deboli, e/o quelli che in un modo o nell'altro riescono a vedere meglio la Verità.
Robin Williams era uno di questi, evidentemente, ma noi lo abbiamo sempre saputo. Fin da quando ci sbellicavamo alle stralunatezze del suo Mork. Lo sapevamo di lui come di John Belushi, cui Robin pare fosse accanto quando morì di overdose, o di "Man on the moon" Andy Kaufman (morto di cancro, forse - nel senso che tutta la sua vita/carriera è stata così spiazzante che ancora c'è chi è convinto che sia ancora vivo), di cui fu occasionalmente complice sul palco. C'è chi l'artista lo fa e chi lo è, e questi ultimi sono i più credibili, quindi i più amati, ma anche quelli (splendenti) che hanno più probabilità di lasciarci prima (a noi opachi). Grati per aver grattato al posto nostro briciole di verità alla vita, li piangiamo per tornare meglio alla nostra normalità, cioè al modo che ciascuno di noi ha trovato di entrare a patti con l'idea della morte. Nano nano, oggi diciamo tutti a Robin. Lunga vita e prosperità, ci risponde lui dal suo uovo spaziale, che si è già lasciato alle spalle la Luna.

martedì 5 agosto 2014

TOC TOC

Ricordate i primi tempi dell'Euro? Ci fu una prima fase, possibile per una colpevole disattenzione se vogliamo essere buoni, programmata per favorire una parte precisa dell'elettorato se vogliamo malignare, in cui venne attuato un travaso di ricchezza enorme da una parte della popolazione, quella cui venne applicato il tasso di cambio ufficiale di un euro ogni 1936.27 lire, a un'altra parte, quella che poté di fatto applicare il tasso di cambio più pratico di uno a mille. Il tutto fu possibile innanzitutto chiudendo la commissione di controllo appositamente aperta dal governo precedente, poi dimenticandosi di fare un piano dettagliato di controlli sui prezzi prima e dopo lo switch, infine varando contemporaneamente una serie di provvedimenti fiscali di natura condonatoria che di fatto sospese o quasi le attività di verifica fiscale. Il governo che fece tutto questo era stato liberamente votato dalla maggioranza degli italiani, o meglio da una minoranza che però poté votare per una coalizione coesa mentre l'altra aveva pezzi mancanti ed era guidata da un ex sindaco con la faccia da cicciobello ugualmente vuoto ma meno furbo di questo di oggi. Quindi si può dire in qualche modo che fu la volontà popolare a indicare di approfittare del passaggio alla moneta unica per favorire evasori e lavoratori autonomi a danno di lavoratori dipendenti pubblici e privati. Chiameremo questo "A) gestione criminale del passaggio Lira-Euro".

Il partito che guidava quella maggioranza era già cosa risaputa, prima che lo acclarasse definitivamente la magistratura, fosse stato fondato da un bibliofilo molto vicino alla mafia per conto di un imprenditore milanese che un giudice siciliano, poco prima di essere ammazzato dalla mafia, aveva dichiarato in un'intervista fosse degno di approfondimenti, e non solo per essersi tenuto in casa per anni un boss mafioso patentato. Anche qui, si può dedurre che esistesse una volontà popolare se non maggioritaria almeno sufficiente a legittimare il fatto che al governo ci fosse un partito contiguo alla mafia, come peraltro era stato per decenni fino a poco prima con la DC di Andreotti. Chissà, forse era una strategia consapevole per stroncare sul nascere la stagione della guerra tra Stato e Mafia che chissà quanti altri morti poteva portare: hai visto mai, le masse hanno una intelligenza inconsapevole insospettabile, a volte... Insomma, la trattativa Stato-Mafia (non avendo più il mio partito di riferimento me ne faccio uno mio e intanto faccio capire a forza di attentati che non scherzo, loro mi fanno un partito di riferimento nuovo e io smetto) non solo ci fu, e non è "presunta" come ancora si affrettano a precisare i mass media ogni volta che sono costretti a citarla, ma si può affermare abbia goduto del mandato, o almeno del consenso più o meno implicito, della maggioranza degli elettori. Che sono pertanto da considerarsi complici in tutto e per tutto, e non solo perché hanno accettato senza assaltare il palazzo che delle intercettazioni sul tema coinvolgenti il capo dello Stato venissero distrutte anziché divulgate apertamente. Chiameremo questo "B) mafiosità intrinseca".

Spiegare a un cittadino di qualunque altra democrazia formale perché un popolo possa aver appoggiato e anzi largamente voluto tutto questo è francamente impresa difficile, ma tra noi guardandoci allo specchio o al massimo (fossimo tra la minoranza di onesti) guardando nel nostro giro di parenti o amici la risposta si trova facile: anche quando ci preoccupa l'interesse pubblico è nella quota in cui ricade in un nostro interesse privato, per cui è sufficiente esista un'alternativa qualunque che abbia una ricaduta maggiore su quest'ultimo perché ci disinteressiamo completamente del primo. Ovviamente, omettendo di considerare, per mancanza di cultura specifica temo, tutte quelle ricadute nel medio e lungo termine che altrimenti fanno si che non ci sia partita, e a favore dell'interesse pubblico (e il fatto che si debba precisarlo e magari bisognerebbe pure spiegarlo dice tutto). Chiameremo questo "C) teorema dell'italianità degli interessi".

Quello che non si può spiegare, perché ormai non viene insegnato nemmeno all'università e tutta la narrazione vulgata dell'economia lo esclude proprio dall'orizzonte del possibile, è che non è affatto vero che un'eccessiva spesa pubblica causa il debito pubblico e le tasse servono a raccogliere i soldi per poi fornire i servizi. La verità è che la spesa a deficit in un circuito sano torna TUTTA all'erario dopo aver fatto girare l'economia, e quindi il prelievo fiscale ha solo lo scopo di chiudere il cerchio e consentirne il perpetuarsi, ma il livello di servizi e di ricchezza in un sistema dipende solo ed esclusivamente dalla volontà politica di chi lo governa e decide la quantità di moneta necessaria a farlo funzionare a quel livello di servizi e ricchezza, predisponendo in parallelo tutti i meccanismi fiscali e repressivi necessari al suo funzionamento. In altri termini, il problema non è l'ammontare della spesa, ma la sua qualità, e i controlli ad evitare "perdite dal circuito". Se consento un tot di evasione devo aumentare il prelievo ai virtuosi oltre la misura ottimale e quindi danneggiando il sistema, se consento un tot di ruberie idem, se consento commistioni con l'economia criminale e/o sommersa idem. Insomma, un Paese che selezioni il proprio ceto politico in modo da tenere la corruzione ad un livello fisiologico, e che abbia sovranità monetaria, può anche non preoccuparsi del proprio debito pubblico, e attrarre investitori (leggi: tenere lo spread a zero) anche col 300%, come dimostra il Giappone. Chiameremo questo "D) teoria monetaria moderna", preparandoci a venire isolati se la professiamo anche meno convintamente di altri.

Un'altra cosa però la cominciano a capire pure i sassi: qualunque sia la causa della crisi, il monetarismo imperante (o volgarmente "l'Euro") costringe ad adottare misure che la crisi anziché risolverla l'hanno aggravata, e notevolmente. Quando una cosa "di sinistra" arriva sul Corriere della Sera, allora vuol dire che è ormai di dominio pubblico: siamo di gran lunga il Paese più virtuoso del mondo, al netto degli interessi. Ma nonostante ciò, come dimostrano gli ultimi tre anni, il rapporto debito/PIL non può che aumentare, qualunque misura di spending review possiamo adottare, anzi più efficace è la misura più peggiora la situazione. Chiameremo questo "evidenza dei limiti del monetarismo" o "E) crisi autoalimentantesi dell'Euro", e notiamo con piacere quanto ogni giorno si allarghino le fila di chi propone di uscire da questa perversa spirale.
...
Abbiamo adesso tutti i fattori per scrivere l'espressione algebrica della storia d'Italia recente.
Conoscendo quanto i fattori B e C pesavano sull'allora imponente dinamica inflattiva, quando i capitalisti avviarono la reazione al keynesismo per prima cosa imponendo lo sganciamento della banca emittente dal potere esecutivo, molti videro più le ricadute positive in termini di tenuta dei conti che quella negativa che da quel momento in poi lo Stato se voleva immettere moneta nel circuito doveva prestarla a interessi. E che questo comportava o una radicale moralizzazione della classe politica e della sua azione o l'esplosione del debito pubblico che infatti c'è stata, scaricando B e C anziché sui prezzi sul bilancio. Stiamo parlando di una classe politica così corrotta e spendacciona che se avesse avuto D sarebbe stato molto peggio, per cui quando esplose il bubbone e come soluzione furono proposte lacrime e sangue per entrare in un sistema eterodiretto di controlli in molti aderimmo. Un intero partito, storicamente difensore dei lavoratori, mutò il suo dna per perseguire questo progetto, aiutato dal fatto che il suo principale avversario lo avversava, e non certo per i motivi giusti: avrebbe rivoluto D per dare libero sfogo a B e C e non potendo averlo mise in atto il sabotaggio A, creando i presupposti perché all'arrivo della crisi il nostro Paese fosse il meno adatto di tutti ad affrontarla. Oggi quel partito è al governo con l'appoggio interno di ex alleati dell'ex nemico e quello esterno di quest'ultimo, assieme al quale sta stuprando la Costituzione mentre un Presidente e una stampa compiacenti la tengono ferma. Con l'unica opposizione, attaccata da tutti, a cercare di inventarsi qualunque cosa per difenderla. Questo misfatto viene compiuto continuando a raccontare la favola del debito e proponendo la solita ricetta deleteria E, che tra un po' travolgerà tutti (forse anche quelli che per ora ne beneficiano massicciamente) ma qualcuno tra cui loro un po' dopo così intanto continuano a darci dentro con B e C finché possono. E magari così ci preparano ad accettare una nuova e più ampia cessione di sovranità ovvero abbandono per sfinimento e disperazione agli esecutori stavolta stranieri del piano E, che comporta il ritorno alle condizioni di vita degli anni 50 però senza le speranze e con una politica monetaria che comunque le stroncherebbe.
Potrei chiudere ridicendo che il moVimento 5 stelle ha in sé tutti i progetti giusti per fermare questa spirale ed invertirla, ma se non lo capite da soli, come diceva il compagno di loggia coi baffi del premier emerito, buona camicia a tutti. Si potesse limitare gli effetti di una catastrofe sociale a chi almeno ha contribuito a crearla o l'ha consentita, già sarebbe una cosa, ma purtroppo la legge di Murphy ha uno dei suoi corollari nel fatto che a pagare per primi e più caro per un misfatto sono quelli che non ne hanno avuto alcun beneficio, anzi. E' la Storia, baby, e sta per bussare alla porta...

venerdì 1 agosto 2014

ALCUNI AUDACI

Dal 1° agosto 2014 non è più in edicola, né viene aggiornato on-line, il quotidiano L'Unità.
Da ragazzo non ero comunista, e comunque erano già passati i tempi in cui per portarla in tasca a scuola o al lavoro bisognava essere "audaci" (e solo un poeta come Guccini poteva usare con efficacia un aggettivo così di destra per definire una cosa come coraggiosamente di sinistra). Ero marxiano, e lo sono ancora nel senso di considerare ancora molto utili alcune categorie del pensiero introdotte dal filosofo tedesco, ma più ancora ero e resto allergico a qualsiasi parrocchia, e l'Unità allora stava al PCI come l'Avvenire alla Chiesa: ci trovavi "quella" interpretazione della realtà, e se era la tua portandolo in tasca esibivi la tua appartenenza. Certo, confrontandoli alla stampa odierna sembrerebbero modelli di obiettività e libero confronto, ma questa è un'altra storia.
La mia storia è che ho sempre avuto difficoltà a stare dentro un'accolita qualsiasi, anche se per avventura tutte le idee che vi circolavano fossero state identiche alle mie: sia mai anche una avesse avuto la sorte di cambiare, la mia o la loro, dovevo essere libero di dirlo. Quindi ai tempi non "ero radicale" ma facevo compagna convinta per i referendum radicali, perché allora era la cosa giusta da fare, come oggi argomentare con anche troppa insistenza sulla necessarietà di far realizzare il progetto del m5s senza per questo "essere grillino". E leggevo Repubblica, quando il giornale si impose per "laicità" dell'approccio pur soffrendo da subito il carattere "vescovile" del suo barbuto fondatore.
Oggi che Repubblica si segnala come quintessenza di malafede, peggio degli osceni spot televisivi filo-UE che almeno non pretendono obiettività, c'è, o meglio c'era, solo un giornale peggiore per servilismo a Sua Maestà Cicciobello II, avete indovinato quale. Entrambi i quotidiani danno per scontato il sistema di valori del PD e la narrazione che esprime: questa UE e questo Euro sono scelte irreversibili e chi dice il contrario è folle, questa politica monetaria non ha alternative e se stiamo alla canna del gas la colpa è del debito pubblico che sta là perché abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, le privatizzazioni sono una cosa buona e giusta, le riforme tese a sbilanciare enormemente il potere verso l'esecutivo un progresso della democrazia, i grillini sono populisti bislacchi e sanno solo demolire, eccetera eccetera. Ma c'è una differenza tra i due: Repubblica agisce sotto mandato del suo padrone, la cosa rientra quindi nel normale rapporto con l'editore pagante e se a me non sta bene non la compro più però se il giornale ancora vende tanto allora vuol dire che la cosa sta bene a molti e rende quindi ha una sua logica; l'Unità ha svolto negli ultimi anni questa opera di disinformazione e servilismo a gratis, nella speranza di compiacere il suo editore di riferimento e tradendo il suo pubblico di riferimento, che infatti (come dimostrano i dati di vendita) l'ha abbandonata costringendo il suo editore reale alla chiusura. Insomma, come dice qui benissimo Bagnai, è finita vittima proprio delle logiche cui ha fatto da cassa di risonanza acritica, e volontariamente.
Vedremo se è morta o se si tratta solo di un coma temporaneo da cui risorgerà anche stavolta, magari con l'aiuto del suo partito di riferimento e di governo. Ma, come bene rappresenta Staino nella vignetta qui sopra, con questi chiari di luna ci sono tante vittime che anche un'azione di governo meno miope e sciagurata di questa avrebbe problemi a soccorrerle tutte, e salvare un giornale che porta il tuo verbo a 20mila anime non può essere una priorità per chi le ordina in base a criteri oggettivi figurarsi per chi si lascia guidare ormai quasi solo dall'affarismo.
A pensarci bene, però, c'è una soluzione che consentirebbe da un lato al giornale di recuperare centinaia di migliaia lettori rifocalizzandosi sulle persone che sarebbero il suo target originario (i lavoratori, gli ultimi, le vittime della crisi e della politica monetaria europea, eccetera) a maggior ragione in quanto abbandonate dal partito nato per difenderle che a suo tempo fondò il giornale, e dall'altro al nuovo editore di aumentare la ridondanza del proprio messaggio uscendo su un canale fin qui trascurato magari con risultati migliori di quelli ottenuti aprendo a quello televisivo. Si si, avete capito, faccio un appello:
ti compete, ti serve, e - parlo al genovese - ora come ora viene via a poco: Grillo, sìi audace, comprati l'Unità. 

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