sabato 30 dicembre 2023

ZIBALDONCINO DI CAPODANNO

Qualche tempo fa che i lettori li contavo a centinaia ero uso ricorrentemente chiudere i miei post con alcuni "consigli" di lettura: d'altronde, la linea editoriale originaria di questo blog è proprio "mediare nel mare magno della controinformazione" per agevolare chi avesse meno voglia e tempo di me di spulciare il web per distinguere il grano dal loglio, e si fidasse di me come cernitore. Adesso che, forse essendo passato nella percezione dei più nella categoria dei "complottisti" per non aver aderito alla narrazione dominante di quel crimine mediatico e politico per cui se il tempo è galantuomo passerà alla storia l'operazione terroristica chiamata "pandemia", i lettori li conto a decine, mi accorgo che quell'abitudine l'ho diciamo così piuttosto allascata.

Siccome però siamo sotto feste, e magari qualcuno in questi giorni ha più tempo del solito, intendo salutare la fine del 2023 e l'inizio del nuovo anno, occasione come tutti sanno solo simbolica di un passaggio di consegne che nella realtà non esiste (esatto, come le costellazioni, nient'altro che proiezioni qui e ora di luce proveniente da oggetti enormemente distanti tra loro nello spazio e nel tempo), proprio con un piccolo zibaldone (come tutti gli adolescenti, adoravo Leopardi).

  • Markus su Comedonchisciotte traduce da Protect the harvest un articolo molto istruttivo sull'ambientalismo peloso che ci assedia, che inoltre dimostra un assunto che io ad esempio istintivamente avevo fatto mio al liceo, quando per meglio farmi i cavoli miei in classe mi piazzai al primo banco davanti alla cattedra: non esiste modo migliore di nascondersi che sotto gli occhi di tutti. Per cui il manipolo di autocrati che tira le fila della politica mondiale in questi decenni si riunisce in associazioni alla luce del sole, tanto se poi qualcuno li addita come covi antidemocratici c'è già pronto il fuoco di fila del mainstream, e il suo introiettamento nella mente dei più, ad iscriverlo al club dei complottisti...
  • Mattei su Marx21 ci ricorda tra l'altro che "l'economia è politica", che nel mondo ci sarebbero abbastanza risorse per sfamare tutti, e che l'austerità viene imposta per le ragioni opposte a quelle dichiarate. Considerare l'economia come una scienza esatta che pertanto sta al di sopra della politica ed è giusto venga sottratta al controllo democratico, invece, è esattamente la causa di tutti i nostri problemi da cinquanta anni per alcuni, e da trentacinque per tutti. Oltre che essere il fondamento logico di una costruzione antidemocratica come l'Unione Europea.
  • A proposito, Bagnai sul suo blog è sempre un piacere leggerlo, e qui dimostra quanto sopra partendo dall'occorrenza della quasi contemporanea dipartita di Delors e Schauble, due "padri fondatori" dell'UE che storicamente vengono ascritti a due concezioni opposte della stessa, mentre invece non sono che due facce della stessa medaglia, o meglio sarebbe dire patacca. Quasi ci si scorda che con la Lega è al governo da anni, con vari incarichi di una certa importanza, e che né la partnership con gli antieuristi cinquestelle, né quella con gli antieuristi meloniani sono stati sufficienti ad una netta presa di distanza da Bruxelles. Anche se in questi giorni, con la mancata ratifica del nefasto MES, qualcosina si è fatto (è poco, e temo sarà tutto, ma quel che è giusto concedere è giusto).
  • E a proposito di democrazia, Blondet riporta, nel silenzio del mainstream, le parole di Fukuyama, che per chi non se lo ricorda è quel filosofo neoconservatore che con la caduta del muro di Berlino e dell'impero sovietico teorizzò la "fine della Storia", con un'espressione che ebbe tanto successo da diventare modo di dire. Anche se poi si estrinsecò in tutt'altra direzione rispetto agli auspici, perché il mondo unipolare si rivelò ben peggiore di quello fondato sull'equilibrio delle superpotenze, anche proprio nel proliferare anzichenò di guerre e simili. Ragion per cui quando l'ineffabile oggi si azzarda a teorizzare la necessarietà della censura, qualche brividino lungo la schiena bisogna provarlo, e anche ascoltarlo.
  • Vi lascio con Cammerinesi e le sue "cronache dalla Pandemenza", pezzone che unisce i trattini tra le tematiche succitate e anche altre e che vi invito a leggere tutto e con attenzione, unendomi al suo augurio di tenere, a dispetto di tutto quello che stanno facendo per mettercelo in "off", il cervello in modalità "on", unico rimedio possibile alla deriva verso cui ci hanno imboccato.

Buon 2024 a tutti dal vostro affezionatissimo vicino di casa (anche se non tiro le ragnatele).

sabato 23 dicembre 2023

TANTI AUGURI DA NONNA CARMELA

Questo post parla delle dinamiche della comunicazione via social. Tutti avrete sentito parlare di gente, magari senza talento, che diventa "virale" su youtube o qualunque altra piattaforma a livello tale che si arricchisce e ne fa un mestiere, ma quasi nessuno ha potuto sperimentare come davvero funzionano questi meccanismi. Io adesso posso offrirvi un piccolo esempio.

Come vi ho già raccontato all'inizio del fenomeno, nel 2011 ho scritto (in doppia lingua, italiano e riggitano) un libro con le ricette di mia nonna, morta nel 2003 a 95 anni (sic!), devolvendo l'intero guadagno per costruire una scuola in Guinea Conakry, e creando un gruppo Facebook per sostenere l'iniziativa, che ha raggiunto qualche decina di iscritti e si è fermato lì. Nel 2017, a libro fuori catalogo, ho pubblicato su questo blog le ricette una a una e postando i link nel gruppo Facebook suddetto, senza quasi nessun riscontro. Poi, inspiegabilmente, qualche mese fa ho cominciato a ricevere richieste di iscrizione al gruppo, prima qualcuna, poi decine, poi centinaia ogni giorno. Mi sono subito stupito e ve l'ho raccontato, ma quando l'ho fatto il gruppo aveva raggiunto 264 membri, e mi sembravano tanti. Ora guardate bene l'immagine a sinistra, cliccate che si espande. Sono oltre 11mila. Senza che io abbia mai fatto niente di niente a livello di promozione. E senza che io ci guadagni nemmeno un centesimo (volutamente, sia su FB che su questo blog, evito accuratamente ogni strumento che dia un seppur minimo rientro monetario).

Forse proprio anche grazie a questa mia inattività (mi sono limitato a ripostare qualche ricetta in evidenza, aderendo a numerose richieste di nuovi membri che, essendo le stesse sepolte indietro negli anni, non le trovavano), la curva da iperbolica che era divenuta si è ora attenuata, e quella delle richieste di iscrizione è divenuta decisamente parabolica: da centinaia di nuovi membri al giorno, a decine, a unità. Al punto che forse possiamo ricavarne un teorema: chiunque può avere subitaneo successo in questo mondo "virtuale", ma se non lo cavalca con sapienza e determinazione quello scema. Ma gli undicimila e rotti restano, qualcuno di loro ha cominciato a pubblicare le sue, di ricette, e va benissimo (sto invece bannando chi è entrato con scopi commerciali di qualsiasi natura, specie extraculinaria). Pertanto si meritano un saluto speciale.

Non sono certo originale nel dire che il Natale era un'altra cosa quando c'erano le famiglie allargate (e lo è ancora dove ancora ci sono). Per me bambino, il fischio d'inizio era quando nonno Luigi si presentava a casa (poi, nella casa più grande di zio Angelino) il 24 mattina con il lievito per fare i crispeddhi (pastella fritta che ha un nome diverso in tutta Italia, che da noi si mangiano a Natale e si fanno ripiene di alici o ricoperte di zucchero). La festa durava tre giorni, gli ultimi eroi si facevano anche il pranzo del 26, con una formazione variabile che aveva come membri fissi gli zii padroni di casa, noi bambini, e appunto i nonni, ma a rotazione ospitava alcune decine di persone. Ogni donna preparava qualcosa che sarebbe bastata per tutti, ragion per cui la quantità di cibarie a disposizione era impressionante. E tra di esse, non mancavano mai i carcioffuli chini, una prelibatezza di preparazione così difficile che non ho mai tentato di affrontare, su cui si svolgeva una piccola guerra a chi li faceva più buoni. E senza offesa per nessuno, vinceva sempre nonna Carmela.

Ecco, il Natale era quello, è quello. Per cui celebro il piccolo miracolo per cui una vecchina morta da vent'anni può raccogliere 11mila followers, per fare a ciascuno di loro, a ciascuno di voi che ha letto fin qui, tanti auguri da parte sua. Bon Natali, figghioli! E mbuccativi n'atra carcioffula, chi non mangiastuvu nenti!....

sabato 16 dicembre 2023

LE BUFALE DEL PADRONE 2 - I FEMMINICIDI

Viviamo un'epoca in cui l''attenzione formale a certi fenomeni è inversamente proporzionale alla concreta attuazione di misure che magari potrebbero davvero attenuarli. Un clamoroso esempio è tutta la manfrina sull'identità di genere e il linguaggio politicamente corretto, e il suo di cui chiamato femminicidio. Se n'è accorto persino un blogger ("de sinistra") molto più seguito di me, che è in atto una smaccata operazione mediatica che ha altri obiettivi rispetto alla soluzione del problema di cui sembra occuparsi, e stiamo parlando di uno che la stessissima cosa non solo per la pandemia non l'ha rilevata, ma ha contribuito ad affermarla perculando i dissidenti.

Provo a metterla in piano. Il concetto di "maschile" è "femminile" si è formato in milioni di anni di evoluzione, a partire da differenze fisiche per finire in categorie sociali passando per caratteristiche neurologiche e psicologiche. Negarlo significa negare l'esistenza del nero e del bianco. Ma ammettere il nero e il bianco non significa dimenticare che nella realtà è difficile trovarli, dato che essa non è che una variegatissima scala di grigi, significa non privarsi della possibilità stessa di indagare sui grigi quindi sulla realtà. Ognuno di noi è un mix di maschio e femmina, e nemmeno lo stesso mix in tutta la vita e in tutte le situazioni, e questo basterebbe ad esaurire ogni discussione oziosa su LGBTQ+ e chissà quante altre belle letterine: ognuno è quello che è, è libero di sceglierlo, e non deve essere discriminato per quello che è. Ma nemmeno deve pretendere di imporre la propria ideologia a chi, ad esempio, vuole ancora mettere il nastro rosa davanti alla porta quando gli nasce una femminuccia. No, non è una battuta: hanno già vietato l'utilizzo del rosa e del celeste nelle immagini sui siti istituzionali.

Ma torniamo in tema. Non sto certo dicendo che non abbiamo il diritto e il dovere di mitigare con la cultura quelle pulsioni che ci vengono da milioni di anni di evoluzione: infatti, ben venga lo sport invece della guerra, urlare ai concerti invece che attorno al palo dove stiamo torturando il prigioniero, il gioco dell'amore e del sesso invece che l'appropriazione brutale della donna per essere certi di perpetuare il proprio patrimonio genetico dopo l'affermazione (sempre per ragioni oggettive: la scarsità di territorio e risorse che trasformano gli umani da cacciatori/raccoglitori/nomadi in allevatori/agricoltori/stanziali) del patriarcato. Sto dicendo che quando i cambiamenti culturali accelerano troppo, è da attendersi che siano in molti i singoli per cui si attiva un conflitto interiore difficile da gestire, con conseguenze imprevedibili. In questi casi, pretendere di imporre quei cambiamenti per legge (fino alla ridicola e inutile declinazione linguistica della cosa) non può che peggiorare le cose. Ignorare o dimenticare ciò, fa si che rinunciamo ad agire sull'unico piano che può dare risultati: l'educazione del singolo alla fortezza e all'equilibrio, l'introiezione del concetto filosofico (basilare in una società individualista) che ciascuno di noi è solo e nessuno di noi possiede nessuno mai, al massimo ci percorre un tratto di strada più o meno lungo assieme. Il pensiero "senza di te non posso vivere, la vita non ha senso" è il padre di ogni violenza, non il "patriarcato" che non solo non c'è più, ma che è proprio per non esserci più che disorienta i più deboli e meno strutturati eticamente di noi.

L'immagine simbolo della rubrica "Le bufale del padrone"

E allora perché si blatera di patriarcato e altre categorie sociologiche a due lire, perché si legifera sulla lingua (una cosa che non ha mai funzionato nella storia: la lingua ha la sua evoluzione i suoi tempi e i suoi meccanismi, e l'imposizione per legge non è tra questi), perché si propone di nuove miracolose lezioni scolastiche apposite (e magari nemmeno tanto): perché costa poco o nulla, ed è tanto facile quanto impossibile da misurare per efficacia. Molto più difficile e costoso attivare meccanismi per cui gli individui con problemi vengano identificati per tempo e aiutati ad impedirgli di fare del male a se stessi e agli altri. Bisognerebbe, infatti, andare ad intaccare un sistema di valori diffuso, fabbricato appositamente per neutralizzare il suffragio popolare rimbecillendo gli elettori, in decenni di azione comunicativa concentrica, prima eminentemente televisiva poi ancora televisiva (non c'è programma in cui tali valori non siano propagati, dai talent ai reality passando per Uomini e donne e affini) ma ulteriormente potenziata tramite gli smartphone. Di questo sistema, le donne sono complici dal momento in cui iniziano ad aderire al modello, e sono ancora preadolescenti purtroppo. Gli islamici si accorgono, di questa nostra contraddizione, ma a noi fa comodo rilevare in cosa è il loro sistema di valori ad essere sessista, non in cosa lo è il nostro.

Così, anziché cominciare a demolire questo sistema di valori aberrante, col tempo e la fatica che ci vuole, si individuano (uso ironicamente il femminile dispregiativo) "soluzionesse" a due lire, e si pompano "statistichesse" da nemmeno 18 all'esame di Statistica all'università. No, non ci sono più femminicidi oggi che nel passato, semmai ce ne sono di meno. E no, non c'è più violenza sulle donne rispetto a decenni o secoli fa, ce n'è molto di meno. Certo, si può e si deve ancora migliorare, ma partendo dalla realtà non dalla sua mistificazione strumentale a chissà quale obiettivo di medio-lungo termine del Potere, e agendo sulla realtà non imbellettandola di fuffa.

venerdì 8 dicembre 2023

LE BUFALE DEL "PADRONE" 1 - L'AUTO ELETTRICA

Per comprendere questa nuova rubrica e i suoi post, e più in genere le posizioni espresse su questo blog, capendo tra l'altro che le incoerenze sono solo apparenti essendo la linea di coerenza attestata a un livello più profondo, occorre rammentare sempre una premessa generale, che non è un pregiudizio in quanto invece è una posizione raggiunta negli anni anche dialetticamente, e solo negli ultimi 10 anni circa ha raggiunto lo status di presupposto consolidato: l'UE non è una istituzione democratica che mira a emendare il continente da una tradizione millenaria di conflitti anche tendendo a integrare le economie e le società col fine di preservare il modello socioeconomico europeo occidentale del dopoguerra dalle conseguenze della globalizzazione; è una istituzione non democratica (il nostro voto non può niente sulla sua linea politica) a guida finanziaria quindi globale che mira a demolire quel modello socioeconomico proprio anche tenendo buoni i cittadini con la menzogna opposta, costituendo tra l'altro una continuazione dei suddetti conflitti con altri mezzi fino a risolverli a favore di una parte d'Europa e a danno del resto. Insomma, un Trojan-horse che permette a una parte del vostro PC di impossessarsi del resto, allo scopo di consegnarlo all'hacker che lo ha implementato.

Solo se si tiene presente quanto sopra, infatti, si può comprendere perché mai abbiano deciso di mandarci tutti a piedi (al massimo in monopattino) tranne i ricchi, e di prendere le case di proprietà a tutti tranne che ai ricchi. Senza farlo, vince l'incredulità ("non possono essere così cattivi, e perché mai dovrebbero esserlo?"), primo passo per l'accusa di "complottismo" a chi vede la verità e osa dire cosa vede, da una parte, e per l'adesione di massa alla narrazione necessaria all'accettazione del piano da parte delle vittime. Ecco, in questa rubrica faccio alcuni esempi concreti.

Il primo è l'auto elettrica. Finalmente qualche giorno fa una trasmissione mainstream ha ospitato l'altra campana, incrinando un fronte compatto e monocorde che ha rimpiazzato il coro pandemico. E ovviamente è stata subito bersagliata da un coro unanime come retrograda e complottista.

In realtà queste macchine, trattandosi di aggeggi cari ammazzati e a rilevante difficoltà d'uso, sono un mezzo flop nonostante l'enorme battage, perché la gente è manipolabile solo fino a un certo punto e quando c'è di mezzo pesantemente la tasca quel punto è bello e superato. Tuttavia, solo un ingenuo può credere che indurre gli automobilisti in possesso di un mezzo perfettamente funzionante divenuto obsoleto solo per via di normative sedicenti ecologiste a disfarsene (non a distruggerlo: il mezzo continuerà a girare per il pianeta finché funziona, magari in provincia o all'estero, quindi nessun vantaggio ambientale lordo per la Terra) in favore di altre 2 o 3 (molte sono SUV enormi, ingiustificatamente dal momento che in teoria il loro unico vantaggio è di non emettere gas di scarico quindi è davvero tale solo in città) tonnellate di metallo plastica e vetro tra cui alcuni quintali di batterie zeppe di metalli talmente rari che probabilmente finiranno prima del petrolio (estratti in modo ecologico? qualcuno ci crede?), a formare un fighissimo giocattolo nuovo che costa un occhio (alcuni, quanto una casa) e si ricarica comodamente solo se hai come farlo di notte sotto casa, sia un'operazione che costituisce un vantaggio ambientale netto per l'ambiente.


L'operazione, invece, è smaccatamente mirante a imporre un nuovo modello di mobilità, quello per cui a muoversi autonomamente saranno in pochi privilegiati. Se l'intenzione fosse davvero ambientalista, invece, tutto dovrebbe avere un segno diametralmente opposto: le città dovrebbero essere dotate, tutte, di mezzi pubblici sovrabbondanti e gratuiti, poi magari anche elettrici ma a sto punto non importerebbe, e ai privilegiati residenti dei centri storici più grandi dovrebbe essere vietato possedere un'automobile, al massimo un quadriciclo elettrico. In quelli piccoli, tutti a piedi (salvo esigenze di salute, s'intende). E chi si muove fuori dal centro dovrebbe essere incentivato, anzichenò, a tenersi la propria macchina a combustione interna (meglio se diesel: dura di più e rende di più) quanto più a lungo possibile, riparandola finché si può perché la scelta più ecologica è l'utilizzo di lungo termine, di qualsiasi oggetto.

Ma immaginiamo che esista uno schieramento politico che si faccia portavoce di questa corretta linea d'azione. E immaginiamo che gli italiani capiscano e lo votino in massa. Ebbene, neanche una solida maggioranza potrebbe far nulla in tal senso: per l'ineffabile Europa i servizi (ancora) pubblici vanno privatizzati e comunque nessuna spesa a deficit è possibile fuori dal tracciato imposto dal combinato disposto di trattati capestro di stabilità e piani di ripresa e resilienza, che in parole povere sta a significare che non decidiamo noi, decidono loro. E ora se volete potete rileggere l'inizio, si capisce meglio.

venerdì 1 dicembre 2023

(AUDIO)CRONACHE DA UN MASSACRO 2

Come promesso, continuano le clip di Pasbas che ci raccontano la guerra attingendo alla stampa internazionale: viste le condizioni in cui versa quella nazionale, ci pare un lavoro necessario, quasi un dovere civico, per quanto pochi possiate essere voi che ci leggete, ormai, e in questo caso addirittura ascoltate.

Se fossi alla caccia di click, basterebbe ripubblicare le ricette di Nonna Carmela (nel frattempo il gruppo Facebook relativo ha superato 11mila iscritti, senza nessunissima attività di promozione da parte mia, e ovviamente senza nessun guadagno), o anche solo accodarsi al coro italico di osanna a Sinner e soci a seguito del trionfo in coppa Davis (eppure qui scrivo ricorrentemente di tennis, ma quando mi pare e non quando ne scrivono tutti, pure quelli che non distinguono una racchetta da un retino per le farfalle).

Quindi, qui si parla di Gaza, almeno fin quando continua lo scontro impari in cronaca. Buon ascolto.

Scova la notizia (prima che la notizia scovi te!) - seconda parte

di Pasbas

clipargomenti
  • Cessate il fuoco e scambio prigionieri.
  • Il governo Netaniauh ad un bivio: dimettersi o riprendere la guerra.
  • Parte del popolo israeliano è per lo scambio tutti con tutti.
  • Quale il prossimo governo di Israele?
  • Annullamento di una intera generazione. 
  • Bimbi feriti e cure possibili.
  • Devastati gli ospedali pediatrici. 
  • Orfani, feriti nel corpo e nello spirito.

Leggiamo, invece, su Sinistrainrete, il perché dello sterminio in atto, e cosa si muove dietro le quinte.

giovedì 23 novembre 2023

(AUDIO)CRONACHE DA UN MASSACRO

Come promesso, Pasbas ci ha mandato il materiale a fare da seguito al suo resoconto del 1° novembre scorso. Solo che ce l'ha mandato in audio, la qual cosa è sicuramente sia più veloce da realizzare che più semplice da fruire. Vediamo come va, potremmo decidere di utilizzare più spesso questa modalità.

Si tratta di quattro "comunicati", registrati tra il 18 e il 22 novembre. E no, non sono superati dalla cronaca perché nemmeno pretendono di scendere su quel terreno. Poi, siccome la cronaca parla di tregua e rilascio ostaggi, speriamo che queste siano le ultime, cronache dal massacro dei palestinesi. Altrimenti, vorrà dire che gli israeliani hanno optato per completarne il genocidio

D'altronde, è proprio la ratio ad essere diversa: Pasbas, come peraltro per il post testuale, essendo la nostra stampa patentemente inaffidabile, consulta fonti diverse, arabe come Al-Jazeera ma anche statunitensi come CNN (perché gli USA hanno i loro problemi ma nel loro mainstream è possibile ancora rintracciare informazione autentica, mentre il nostro è oramai solo veline), e ce le racconta in italiano. Ed è in ragione delle sue modalità di operare, che ha scelto il titolo che ha scelto. Buon ascolto

Scova la notizia (prima che la notizia scovi te!)

di Pasbas

clip argomenti
  • Al Shifa, l'ospedale policlinico più importante di Gaza sotto attacco
  • Carburante ed epidemie
  • Su un mezzo corazzato IDF alla ricerca della pistola fumante
  • Sotto l'ospedale Al Shifa: nascosti e nascondigli
  • Bimbi e bombe
  • Si uccidono i bimbi, perché futuri terroristi?
  • Nascere prematuri a Gaza
  • Cina e la pace possibile
  • Ci si può ammalare a Gaza (dopo il 7/10)?
  • Oriente Occidente e l'infanzia negata
  • Cina, paesi musulmani e Security Council
  • I bimbi di Gaza e l'autodifesa di Israele
  • Donne in gravidanza
  • Intervista di Aljazeera a Marwan Bishara sulla situazione al momento dell'accordo di tregua


sabato 18 novembre 2023

PRIVATI DI TUTTO

Ho già fatto altre volte questo ragionamento, ma in questi casi repetita juvant - anche perché il Nemico usa ordinariamente ripetere le sue bugie ridondantemente e incessantemente fino a che non diventano luogo comune. Ad esempio, la metafora "Stato=famiglia", su cui si basa la narrazione che ci impone l'austerità, è falsa. Lo Stato è proprietario a titolo gratuito (a guerre di conquista chiuse) del territorio di cui è Sovrano e delle sue risorse. La famiglia no: deve pagarsi l'affitto o il mutuo della casa in cui vive, a meno che non l'abbia ricevuta in eredità da qualcuno che però se l'è pagata prima, nonché il sostentamento vitale (almeno, poi anche il "superfluo", in cui però sono incluse tutte quelle attività che noi consideriamo "superiori" come studiare, fare sport e frequentare nel tempo libero luoghi di divertimento e/o di cultura - Blondet la chiama "meravigliosa utilità dell'inutile"). Ciò comporta che se una famiglia riesce a fare tutto quello che vuole con i mezzi di sostentamento che ha, va in pari, sennò o risparmia o deve fare debiti. Per uno Stato sovrano non è così. Lo Stato ha da un lato le sue risorse proprie, dall'altro la sua potestà tributaria. Se gestito correttamente, va in pari o in avanzo. L'Italia, ad esempio, è in avanzo "primario" (al netto degli interessi sui debiti precedenti) quasi ininterrottamente da trent'anni.

Facciamo un esercizio logico. Da una parte abbiamo uno Stato retto bene, dall'altra una famiglia retta bene, per anni, senza sgarrare mai. Ma accade qualcosa: una calamità, un evento esterno imprevedibile, che colpisce tutto il territorio nazionale o una sua parte. O lo Stato si accolla le spese impreviste, o se le devono accollare le famiglie di quel territorio. Uno Stato sovrano, può emettere moneta sovrana quanta ne vuole, finché questa si spende sul suo territorio e va in tasca ai suoi sudditi che a loro volta spendono sul territorio, perché l'aumento di reddito generato dal moltiplicatore keynesiano è enne volte l'uscita e da questo maggior reddito derivano a giro abbastanza maggiori entrate fiscali da compensare la spesa. Quindi è possibile (e il contrario è un'altra menzogna bella e buona) ricostruire dopo un sisma, realizzare un piano dettagliato di messa in sicurezza del territorio dalle calamità naturali (ordinarie, checché ne dicano i terroristi del cambiamento climatico), finanziare la ristrutturazione di tutti gli immobili che lo necessitino (per l'efficienza energetica, o per divenire antisismici - no, il 110% non è stato un salasso per i conti pubblici, altra falsa narrazione, è stata creazione di base monetaria non autorizzata dai padroni di Bruxelles, che le case ce le vogliono far perdere, non ristrutturare), rifare tutte le strade e rinnovare i mezzi pubblici rendendoli gratuiti o quasi (di modo da rendere antieconomico, andare in giro con la propria auto, non illegale come sarà a breve). Perché allora non lo si fa (nemmeno i grillini, che lo avevano messo nero su bianco nel loro programma)?

Perché l'ideologia dominante, anche sui pensieri dei sudditi danneggiati ormai, ha fatto prevalere il luogo comune di cui sopra, e ha inoltre legato mani e piedi i cittadini elettori attraverso la cessione di sovranità monetaria a un ente privato sovranazionale controllato dal grande capitale. Per cui, lo Stato italiano non può più creare moneta, può al massimo prenderla a prestito, pagando interessi. Da noi, iniziò nel 1981, col divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia, e il debito schizzò dal 30 al 130 per cento del PIL nel giro di pochi anni (lo avrebbe fatto anche senza la collaborazione di un ceto politico corrotto, ma questo di certo gli ha dato una bella mano). E prese una dinamica tale che nemmeno 30 anni di bilanci virtuosi, tra i più virtuosi al mondo, ha potuto fermarla. Ad ogni necessità, i governanti del nostro Stato-non-sovrano dal 1982 possono solo ricorrere al debito, potendo solo scegliere tra debito pubblico e debito privato. E qui arriva la seconda parte del problema.

Non so se è chiaro, schematizzo:

  1. la scellerata adesione al progetto sovranazionale antidemocratico chiamato Unione Europea impedisce allo Stato di praticare una politica economica e finanziaria diversa da quella imposta dall'estero, anche se fortemente voluta dalla stragrande maggioranza degli elettori;
  2. il monopensiero monetarista spadroneggiante fa si che negli ultimi decenni ogni qual volta (in conseguenza del punto 1) sia stato necessario indebitarsi la scelta sia stata imporre l'indebitamento privato.

Peggio, nel tentativo impossibile di rientrare dal debito pubblico, non solo si è deciso che da un certo punto in poi dovevano essere i cittadini ad impoverirsi e se serve indebitarsi, si è anche deciso di vendere (meglio sarebbe dire "svendere") uno a uno tutti i "gioielli di famiglia" dello Stato. Le cosiddette privatizzazioni, accompagnate dall'altra balla ideologica secondo cui "privato uguale efficienza e risparmio, pubblico uguale spreco", hanno così "privato" lo Stato una a una di tutte le sue ricchezze, che garantivano la sua possibilità di creare base monetaria o comunque debito sovrano. In pratica, volendo tornare un attimo dentro la loro metafora, hanno fatto comportare lo Stato come un padre di famiglia scellerato che mano mano svende le sue proprietà fino al punto che non avendo più garanzie non trova nemmeno più una banca disposta a fargli un prestito.

L'ultima perla è la rete TIM, ma la lista è lunghissima. Lo Stato italiano aveva le sue ferrovie, le sue poste, la sua compagnia aerea, la sua rete elettrica, la sua rete telefonica poi telematica, il suo patrimonio immobiliare, eccetera eccetera. Tutta roba passata per quattro soldi nelle mani di privati, senza che peraltro quasi mai si avverasse la promessa di maggiore efficienza e risparmi per gli utenti finali. La sanità, già disastrata con la regionalizzazione, è nella lista delle prossime ruberie (la sanità privata: si cura solo chi ha i soldi). La scuola, con edilizia fatiscente e pericolosa come regola quasi senza eccezioni, è intanto aziendalizzata nella filosofia, in attesa del passo successivo. Gli rimangono, ancora chissà per quanto, i beni culturali, che sarebbero il nostro petrolio, il nostro oro: quella base "reale" sulla quale potrebbe fondarsi qualunque politica monetaria espansiva - senza rischio inflazione, se adottata in parallelo a un'azione politica volta a ridurre e mantenere a livello endemico la corruzione. Anche se quella che l'Italia possiede il 75% dei beni culturali del pianeta fosse una sparata, resterebbe comunque il primo posto al mondo, con enorme distacco, per concentrazione degli stessi rispetto al territorio, una proporzione tale che noi italiani dovremmo viverci tutti, direttamente e indirettamente, di attività connesse al loro sfruttamento recupero restauro valorizzazione, a beneficio del resto del pianeta pagante. Invece facciamo ponti e altre opere ciclopiche, con la quasi totalità dei mostruosi investimenti che finiscono in mani straniere e in maxitangenti, e quindi nessun effetto moltiplicatore a ricadere sugli italiani.

Nessun complottismo, solo voler tenere conto delle lezioni della Storia. Che è piena zeppa così di situazioni che si sono dimostrate nel tempo anche peggio di quanto i cosiddetti "complottisti" temevano e denunciavano, tanto: abbastanza da legittimare ogni sospetto in cronaca. Oggi è Draghi che confessa che l'Euro ha fatto perdere competitività all'Europa, ieri era Prodi che ammetteva che si forse si era accettato un tasso di cambio un tantino penalizzante per la nostra autonomia, domani, per chi campa, la truffa UE sarà studiata come un caso da manuale di inganno collettivo e conquista disarmata, proprio come oggi si fa finalmente con la truffa chiamata Unità d'Italia (e a prescindere se si voglia o meno smontare l'unione). Allo stesso modo, domani sarà lampante che l'11 settembre 2001 è stato un autoattentato, che lo stesso giorno del 1973 sono stati gli ultraliberisti americani a pilotare l'instaurazione di una delle più lunghe e sanguinose dittature del secolo scorso, che l'Intelligenza Artificiale è il colpo definitivo del piano di renderci tutti schiavi (perché "il lavoro rende liberi" è una verità elementare, anche se viene affissa nei cancelli dei campi di prigionia), di cui fanno parte l'identità digitale, la moneta digitale, e l'analfabetismo di ritorno, anche digitale, dovuto all'abuso del digitale a cui siamo indotti, e che la cosiddetta Pandemia è stata la prova generale di questo scellerato piano.

sabato 11 novembre 2023

ANTISEMITA SARÀ LEI

La Bibbia, il primo libro stampato a caratteri mobili e il più letto nella storia dell'umanità, è anche probabilmente il libro per cui la distanza tra chi dice di conoscerlo e chi ne ha letto davvero almeno qualche pagina è maggiore. Al punto che credo sia probabile (e in caso contrario mi piacerebbe essere smentito in un commento) che nessuno di voi abbia davvero provato a leggerne qualche passaggio. Chi lo avesse fatto, visti i contenuti, mi confermerà che non è priva di fondamento l'asserzione secondo cui non è possibile oggi restare credenti leggendola, tante sono le posizioni incompatibili con l'etica contemporanea (ad esempio sulle donne, gli schiavi, le punizioni) o gli sciorinamenti illeggibili e inutili di genealogie peraltro improbabili (con tizi che campano per secoli e/o figliano da centenari). Provare per credere.

Ma siccome è in teoria il fondamento (anche) delle tre grandi religioni monoteiste che hanno infestato il pianeta, anche se due delle tre con diciamo così importanti integrazioni (il Nuovo Testamento e il Corano), e anche se appunto la maggior parte dei credenti la conosce solo indirettamente, attraverso riduzioni didattiche adattate ai tempi (e dove non è così, e i fedeli leggono direttamente e prendono alla lettera, le conseguenze si vedono), va presa terribilmente sul serio. Anche perché in cronaca c'è l'ennesima fase calda di una guerra ultrasettantennale che vede tra i suoi presupposti il presunto diritto di un popolo a costruire il proprio Stato (peraltro, rigidamente confessionale) su un territorio abitato per millenni da un altro popolo, diritto che si fonda appunto prevalentemente sui racconti del "libro dei libri". Il perché altre storielle, come la creazione del mondo in sei giorni o la sua età calcolata in millenni anziché in milioni e milioni, vengano ormai pacificamente ritenute false o al massimo metaforiche, invece i diritti dello Stato di Israele sulla Palestina siano ritenuti sacrosanti e dimostrati, è facile da dedurre: agli Europei (categoria in cui a questi fini occorre accorpare gli statunitensi) un po' lavava la coscienza (la persecuzione agli ebrei Hitler non la inventò, la perfezionò soltanto) risarcire l'Olocausto con la Terra promessa, e un po' faceva comodo creare mantenere e iper-armare un avamposto in terra nemica. Se ci si scorda di questo vulnus iniziale, diventa più facile aderire alla narrazione dominante per cui quelli di Hamas (il governo legittimo di Gaza, cosa di cui ci si scorda...) sono dei terroristi la cui azione del 7 ottobre scorso è la causa prima della guerra in cronaca, e più difficile inquadrare quell'azione nel contesto storico in cui è maturata, ultimo e non primo atto di una catena di eventi in cui la vittima maggiore, anche fosse solo per contabilità di perdite (fonte: CNN...), è il popolo palestinese.

Se quelli appena fatti fossero ragionamenti, con cui si può o meno essere d'accordo, già sarebbe qualcosa. Invece, ci potete giurare, questo blog non viene chiuso solo grazie alla sua irrilevanza. Se io fossi un insegnante e osassi far ragionare i miei allievi secondo questo schema, ad esempio, sarei senz'altro sospeso dal servizio, forse licenziato. Come coi vaccini, nelle nostre sedicenti democrazie l'opinione è libera solo fino a un certo punto. Oltre, sei marchiato come "antisemita" (leggete qui Grimaldi, da seguire sempre). Ed ecco perché ho iniziato dalla Bibbia: nel linguaggio comune antisemita e antiisraeliano sono sinonimi, ma per la Bibbia Sem Cam e Jafet erano i tre figli di Noè sopravvissuti con lui al Diluvio universale da cui discenderebbe tutta l'umanità. Ebbene, vi risparmio i dettagli, ma i semiti non sono solo gli ebrei, ma anche gli asiatici in genere e i mediorientali in particolare. Quindi anche i palestinesi. Ora, stando ai conti spicci della cronaca pubblicati qui da Pasbas qualche giorno fa, o a quelli della storia degli ultimi settant'anni, sapete chi sono gli antisemiti più convinti e con più tacche sulla carlinga? Esatto, gli israeliani.

Non approvo nessuna iniziativa bellica di nessuno, ma riconoscere il diritto di un popolo all'autodifesa (o alla cosiddetta "guerra giusta") è un espediente che non può essere utilizzato a piacimento. Se ce l'hanno gli israeliani, ce l'hanno a maggior ragione i palestinesi. E quando sento che quelli di Hamas (anzi, tutti quelli che agiscono contro Israele) sono come i nazisti, non posso fare a meno di ricordare che i nazisti erano quelli che per ogni tedesco vittima di un'azione della Resistenza (autodifesa per noi, terrorismo per i nazisti) uccidevano per rappresaglia cento innocenti, e che i nazisti erano maestri nel negare retoricamente la natura umana alle loro vittime: come fanno oggi autorevoli esponenti israeliani per accompagnare la rappresaglia a Gaza. Davvero nazista e davvero antisemita, e anche terribilmente rassomigliante alla distruzione del Ghetto di Varsavia del 1943: prima vi chiudo dentro, poi se vi ribellate vi massacro.

Chiudendo, a quei quattro che sono arrivati fin qui, e allora magari hanno voglia di approfondire, consiglio di farlo con Franco Cardini:

  1. Il peloso concetto di "guerra asimmetrica"
  2. La perpetuazione del dominio occidentale...
  3. Un viaggio di tre millenni per capire il mondo arabo

domenica 5 novembre 2023

BELLEZZA MIA

Dopo aver vinto il terzo torneo degli ultimi sei a cui aveva partecipato, Jannik Sinner a Parigi-Bercy si è ritirato dopo il primo turno, che aveva finito di disputare quasi alle tre di notte, perché i menefreghisti e un po' autolesionisti organizzatori francesi gli avevano fissato l'incontro successivo nel primo pomeriggio seguente, cioè senza dargli nemmeno il tempo materiale di dormire qualche ora tra la indispensabile routine di defaticamento di fine partita e quella di preparazione alla successiva: molto peggio che fissare due incontri in un giorno, come fanno talvolta in alcuni tornei all'aperto magari dopo un paio di giorni di pioggia. Nel dire che ha fatto benissimo, mi unisco al coro stavolta unanime di tutti gli osservatori e tutti i suoi colleghi, che al posto suo, potendo, avrebbero fatto lo stesso. Sì perché, lui, poteva: con la vittoria al primo turno si era garantito il quarto posto e quindi la testa di serie al Master, e il terzo, tutto sommato non così diverso, non l'avrebbe raggiungo neanche vincendo il torneo. Inoltre, la rinuncia significa, letteralmente, che vuole vincere il Master e magari anche subito dopo la coppa Davis; magari non ci riesce, ma ci proverà.

Intanto i commentatori dopo ogni suo trionfo hanno smesso di intervistare Pietrangeli, che rosica talmente che francamente non si sopporta più, qualcuno ironicamente sottolineando che Sinner è il più grande tennista italiano "dell'era Open", mentre Pietrangeli resta e resterà per sempre il più grande dell'era precedente. Ma con Panatta hanno continuato, ricevendo immancabile in risposta qualcosa come "non vedo l'ora che vinca l'undicesimo così mi supera e non mi rompete più le scatole", aggiungendo che dal canto suo si sente già superato, essendo l'altoatesino talmente giovane che chissà quanto vincerà ancora prima dei ventisette anni, età in cui un italiano medio raggiunge la piena maturità agonistica e infatti in cui egli stesso visse il suo periodo d'oro.

Panatta, oltre che sinceramente felice di vedere finalmente un italiano in grado di superare i suoi risultati, è così intelligente da capire tutto ciò, e da sottrarsi all'ulteriore approfondimento che viene naturale e qualcuno infatti ha già fatto: tra lui e Jannik ogni paragone è decisamente impossibile, e non tanto per via delle epoche, quanto perché come persone sono evidentemente agli antipodi, ai poli opposti di un continuum dimensionale filosofico su cui potrebbe collocarsi ciascuno di noi, dentro e fuori dal campo da tennis: si gioca tutti per vincere, così come nessuno vuole morire, ma detto questo come giochi? come vivi? Avendo come punto fermo il risultato, o la bellezza?

Cerco di dirla meglio. Atteso che tutti quanti dobbiamo morire, è meglio sopravvivere più a lungo possibile ad ogni costo, compreso quello di deliberatamente impedirsi di godere delle cose belle della vita, o è meglio vivere meglio che si può? Se ci si pensa, ognuno di noi si è dato una risposta, e talvolta l'ha persino cambiata nel tempo. Nella vita in genere come nella carriera. O magari nella vita amorosa come nella carriera sportiva. E non c'è una risposta giusta o una sbagliata: ognuno è fatto a modo suo, ed è libero di scegliere della propria vita, e persino di essere incoerente.

Pietrangeli giocava con scarpette che oggi noi a stento ci cammineremmo, a farci un'ora di tennis poi ricorreremmo al podologo, e per premi che non si possono nemmeno paragonare agli attuali, diciamo simbolici vah. Ma era sempre meglio che lavorare, e poi qualcuno un circuito professionistico lo creò e lui decise di non andarci, restando tra i "dilettanti" fino al loro ritorno, o meglio al passaggio al professionismo del circuito mondiale, quando lui era oramai alle soglie del ritiro.

Ai tempi di Panatta già soldi ne giravano di più, abbastanza per garantire ai più forti al mondo la cosiddetta bella vita. Era un mondo già in crisi, se ti trovavi tra i privilegiati e non te la godevi in qualche modo offendevi tutti quelli che non avevano avuto la tua possibilità. I tennisti di vertice, allora, se la godevano tutti, o quasi. Di Adriano, si vedeva (anche in campo: quando gli andava di allenarsi, batteva chiunque, quando non gli andava, perdeva con chiunque, a Budapest contro l'Ungheria in Davis perse dal barista dell'aeroporto, secondo giocatore nazionale dopo l'unico professionista, tale Taróczy che poi ebbe una buona carriera di allenatore) e si sapeva, anche se in fondo bastava guardarlo, bello com'era. Ma di Borg, a vederlo giocare nessuno lo avrebbe mai detto, invece era proprio così e a noi lo ha raccontato proprio Panatta, che gli passava le ragazze e una di queste se lo è pure sposato (si, la conoscete tutti). Gerulaitis, Noah, persino Wilander, il decennio dopo. Ma il più bello e amato restava sempre lui, fuori e dentro il campo, e questo record nessuno glielo toglierà.

E Jannik Sinner lo sa. E non gli importa. Lui è uno che vuole vincere. Ma ha capito che introdurre "bellezza" nel gioco, se padroneggi la cosa (cioè non fai come Bublik, e fino a ora Musetti), alla fine ti consente pure di aumentare le probabilità di vincere. Quindi ha "studiato", ha aggiunto frecce al suo arco, e, come dimostrano le due ultime vittorie, opposte per impostazione, in finale sul russo Medvedev, praticamente un muro, sa quando tirarle e sa anche quando riporle e accettare lo scambio. Per i soldi è tutta un'altra epoca, uno come lui è già apposto fino alla settima generazione anche se smette domani, anche se fosse uno che sciala che a occhio non sembra proprio. Il problema del tennis è un altro: a fronte degli iperguadagni dei top player, maschi e femmine ormai apprezzabilmente simili (e se non uguali si protesta, ma non c'è niente di più odioso delle proteste sindacali dei ricchi), la dura realtà è che dati i costi riescono a camparsi al massimo un paio di centinaia di giocatori al mondo, e gli altri ci rimettono finché possono e poi rinunciano. Niente a che vedere con gli sport veramente ricchi, per intenderci. Ma questa cosa ad usare la sua eco mediatica per dirla è, ancora un volta, il solo Djokovic, e quel paio di accoliti della sua PTPA un minimo conosciuti, come Pospisil e la tunisina Jabeur. La quale ha avuto persino il coraggio di spendere qualche parola per i palestinesi.

Tornando al tema iniziale, Panatta ha vinto forse un decimo di quello che avrebbe potuto facendo un'altra vita, ma se lo avesse fatto forse avrebbe perso il gusto di spargere per il mondo tutta quella bellezza che ancora oggi possiamo apprezzare guardando Una squadra e altri filmati di repertorio. Chi pratica "lo sport del diavolo", anche a livello di circolo senza nessuna classifica federale, lo sa, che nel nostro piccolo anche noi ci dividiamo tra coloro che cercano (quasi mai filmati, per fortuna) la giocata per vincere il punto e quelli che cercano di farlo non facendoti giocare. Ai nostri livelli, vincono quasi sempre questi ultimi, ma tu stai li te li guardi e pensi: "ma che gusto c'è? ti pagassero qualcosa se vinci, ancora ancora, ma così! hai pagato per giocare, cerca di divertirti". Ma è inutile: loro, si divertono, così...


mercoledì 1 novembre 2023

CRONACHE DA UN MASSACRO

Un vecchio adagio recita che in ogni guerra la prima vittima è la verità. Per scampare agli effetti di questo assioma ci sono due strategie, diametralmente opposte, di rendersi immuni alla propaganda di regime (quella per cui i terroristi di Hamas un bel giorno hanno deciso di attaccare e Israele ha tutto il diritto di difendersi in ogni modo che intenda): mettersi a una distanza abbastanza grande dai fatti di cronaca da consentire al proprio giudizio di restare libero (magari ripassando la storia, che a saperla leggere spiega molto di più), oppure piazzarsi abbastanza vicino da sentire sibilare sulla testa le balle dei TG e intanto andarsi a guardare la cronaca nuda. La prima strategia è la mia, e il mio recente post è un esempio, la seconda, che rispetto talmente da pubblicargli questo lungo articolo, è quella di Pasbas. In tabella, trovate giorno per giorno gli accadimenti i commenti e gli approfondimenti, un lavorone davvero da ringraziare e onorare leggendoselo con calma. Ho aggiunto solo l'inquadramento in tabella, per rendere il testo più fruibile. Forse seguirà una seconda parte, anche se speriamo proprio che non sia necessaria...

CRONACA DI UN MASSACRO

di Pasbas

16 ottobre

Il corrispondente da Gerusalemme ha detto quanto sia triste l'uccisione del giornalista in Libano e che anche lui con la troupe fu oggetto di attacco delle forze israeliane ed è salvo per miracolo, uno di loro è però perito; la Knesset ha votato l'offensiva di terra contro Hamas con l'obiettivo di annientare e far scomparire Hamas da Gaza. La situazione al confine egiziano è confusa e insostenibile. La difficoltà più grande è sgomberare gli ospedali del nord. Il tentativo di Blinken non è solo umanitario ma serve a separare le responsabilità USA nel caso di un eventuale massacro di grandi proporzioni a Gaza; l'ospedale di Al-Aqsa in Central Gaza riceve ambulanze con morti e feriti provenienti dalla zona ''sicura'' di Gaza, molti bambini tra questi.
Aggiornamento dal reporter a Gaza. Fonte CGTN: da Sigonella partiti due cargo pieni di armi per Israele, i palestinesi considerano l’Italia in guerra a fianco d’Israele; scontri anche nei territori occupati, 59 i palestinesi morti e alcune centinaia gli arrestati.
PS i bimbi uccisi a Gaza sono più di 1000 (fonte: Al-Jazeera)

17 ottobre Dibattito tv su diritto internazionale e crimini di guerra: bombardare civili senza autodifesa è un crimine di guerra, impedire l'arrivo di aiuti umanitari va considerato atto di guerra (ICC). Le forze di occupazione non possono deportare popolazione civile. ICC non è riconosciuta da Israele, USA e Russia; ICC ha in corso la procedura di verifica degli eventuali crimini di guerra russi in Ucraina, niente è invece stato fatto nei confronti di Hamas e Israele. Conflitto esteso anche nel West Bank e al confine con il Libano. Deportati dal nord di Gaza 1 milione ca.; ospedale Al-Aqsa affollato di bambini e adulti provenienti dal nord di Gaza e stanziati nel sud.
Hamas dice che l'azione del 7 ottobre è la giusta strategia contro un nemico che ha occupato la Palestina, detiene in modo illegale e senza capi di accusa migliaia di palestinesi e usa delle carceri speciali nelle quali tratta i prigionieri politici in modo inumano.
Portavoce cinese: preoccupazione per i civili di Gaza e Israele, impegno per la cessazione immediata delle ostilità, cosa per la quale si trova d'accordo con la Russia. Israele ha preso di mira con attacchi specifici trenta sanitari di Gaza City. Nel frattempo a Pechino si sta svolgendo la terza edizione del summit della Belt and Road Initiative, programma di realizzazione delle infrastrutture necessarie per i paesi in via di sviluppo, da implementare attraverso la tecnologia ed i capitali cinesi. Le due cose apparentemente scollegate sono in effetti il confronto sul campo di due diverse tipologie di capitalismo: uno indebitato fino al collo e guerrafondaio e l'altro ricco ed impegnato ad espandere il proprio peso economico (fonte: CGTN).
18 ottobre Raid aereo israeliano, colpito ospedale di Gaza, 500 i morti. Ci sono stati molti interventi di occidentali e mediorientali che richiedono che la mozione brasiliana di pausa dei combattimenti e apertura dei collegamenti di supporto per Gaza, sia domattina votata dal consiglio di sicurezza dell’ONU. Servirà? Israele accusa Hamas di aver causato la strage dell'ospedale di Gaza.
Hamas dice di avere 250 ostaggi. Israele dichiara di aver ucciso 4 hezbollah infiltrati dal Libano. La Russia chiede una riunione urgente del consiglio di sicurezza dell'Onu. Biden in Israele sostiene la versione dell'errore palestinese. Hamas continua a lanciare missili. Il rappresentante della Palestina all'Onu chiede una riunione per un immediato stop alle operazioni militari. Gli israeliani continuano i bombardamenti nel sud di Gaza. Diversi commentatori indipendenti sostengono che il vero obiettivo di queste operazioni è di espellere i palestinesi da Gaza; a Ramallah l'autorità palestinese viene accusata di essere corresponsabile di quello che succede. Nel West Bank l'Autorità Palestinese pesantemente contestata con manifestazioni varie, il suo peso politico e consenso è ulteriormente diminuito (fonte: Al-Jazeera).
Attacchi aerei nel sud del Libano contro Hezbollah, un transatlantico pronto ad Haifa per sgombrare gli statunitensi da Israele.
Alcune delle armi usate da Hamas vengono dalla Russia e sono AK 47, mitragliatrici calibro 50, mentre dei razzi non dicono la provenienza; molte armi sono ritenute rudimentali dagli specialisti. Si accusa inoltre anche la Cina di fornire armi ad Hamas: a tale proposito il colonnello Conricus di Israele dice “non sappiamo quanto sia grande l'arsenale di Hamas”; dice anche che c'è un intensificarsi dei raid delle forze speciali a Gaza e che i servizi israeliani stanno mettendo insieme tutte le informazioni necessarie su Hamas. Dichiara che nel mondo le proteste dovrebbero essere contro Hamas, e che questi ultimi giocano sulla propaganda le loro carte, sono macellai degli israeliani e trattano ancora peggio i palestinesi. La giornalista inglese lo incalza ma lui sostiene che i bombardamenti di strutture civili, case e ospedali e altro non sono tra i loro obiettivi da colpire, è tutta propaganda di Hamas (fonte: CNN).
È la dimostrazione che giornalisti onesti esistono e sanno aggredire chi mente spudoratamente sul massacro dei civili.
Nel frattempo in Cina va avanti il summit tra 140 paesi. Si discute di cooperazione.
Sultan Bakat dell'università di Kalifa: più di 3.8 mld di dollari da Usa a Israele. Gli Hezbollah invocano la giornata dell'odio contro Israele. In contemporanea i manifestanti ad Amman assediano le assemblee di Usa e Israele.
Il tentativo del Brasile al Consiglio di Sicurezza ONU (proposta di sospendere il conflitto per consentire l'ingresso degli aiuti umanitari per Gaza) ha subito il veto USA. In contemporanea, dichiarazione ufficiale di Biden in Israele: “siamo dispiaciuti per i morti nell'ospedale di Gaza causati da un attacco dei terroristi di Hamas, faremo il possibile per aiutare i civili”. La risoluzione ONU ha visto 12 voti a favore Cina inclusa, il veto USA e astenuti GB e Russia. Gli usa hanno posto il veto perché non compariva la frase ''Israele ha il diritto di difendersi''. Durante questo teatrino vengono uccisi centinaia di palestinesi inermi (fonte: Al-Jazeera)!
2000 marines delle truppe speciali sbarcano sulle coste di Israele attrezzati con strumenti specifici di analisi del suolo per individuare i tunnel di Hamas (fonte: The Military).
Catturato il capo dei servizi di Hamas, lo stanno interrogando; uccisi 4 ufficiali di Hamas. Il capo dei servizi è stato eliminato. Prossimo obiettivo i confini del Libano (fonte: TV israeliana).
19 ottobre

Una notizia inattesa: gruppi di pacifisti statunitensi insieme a pacifisti ebrei e rabbini stanno manifestando pacificamente all'interno del parlamento di Washington per un immediato cessate il fuoco. Ne vengono arrestati 400.
3 ospedali senza carburante né medicine e un’altra ventina danneggiati, a Gaza. Il ministro della sanità dice che non sanno più dove sistemare i feriti. Molti, troppi bimbi tra le vittime. Netanyahu definisce gli appartenenti ad Hamas i nuovi nazisti e dice al premier britannico “voi avete combattuto i nazi del passato. e adesso combatteremo insieme i nuovi nazi”. Il primo ministro britannico risponde “saremo al vostro fianco in questa guerra. Siamo altresì contenti che lei abbia autorizzato l'ingresso di aiuti per Gaza”.
Ma va ricordato che la convenzione di Ginevra classifica l'assedio come atto di guerra contro i civili.
A Pechino, in contemporanea, nel Belt & Road summit la Cina annuncia 1000 mld di investimenti in infrastrutture per i paesi che aderiscono al programma. Sembrerebbero eventi scorrelati, ma lo sono davvero?
Il cancelliere Olaf Scholz a Nethaniau: "siamo al fianco di Israele, i palestinesi sono vittime di Hamas" (la stessa versione imposta a tutti da Israele – fonte: DW).
Qui l’articolo di Paolo Ferrero su Il Fatto Quotidiano.
Intervista di un giornalista britannico alla sindaca di Gerusalemme:

  • Visti i bimbi morti da ambedue le parti lei pensa che i bimbi palestinesi abbiano meno valore di quelli israeliani? Ci sono state centinaia di vittime civili nell'ospedale bombardato e vittime civili nell'intera Gaza, lei cosa pensa in proposito?” Lei risponde che l'ospedale è stato colpito da un missile di Hamas, che Israele sta cercando in tutti modi di evitare le morti dei civili e che le morti dei civili israeliani sono state perpetrate scientemente dai miliziani di Hamas, quelle palestinesi sono effetti collaterali.
  • Questa vostra è un'operazione di pulizia etnica?” Nessuna risposta tranne il tentativo di coprire la voce del giornalista.
  • Amnesty International denuncia l'assedio di Gaza come un crimine di guerra lei cosa dice?” Risposta: “Amnesty International è un covo di corrotti menzogneri”.

20 ottobre 

Una grande novità: i morti israeliani non sono come i morti palestinesi. I primi sono vittime, i secondi no: così si sente su Radio24 da Mieli. Biden parla al popolo americano: “Siamo a un punto di svolta nella Storia”.
Una donna ebrea americana del gruppo ''ebrei per la pace'': “chiediamo un immediato cessate il fuoco e l'invio di aiuti a Gaza. Noi ebrei conosciamo cosa è il genocidio e sappiamo riconoscere anche come inizia(fonte: Aljazeera).
Generale di brigata US: “abbiamo bloccato e eliminato 3 missili e alcuni droni lanciati contro di noi. Useremo il nostro sistema ‘scudo protettivo’ e la nostra forza per difenderci e difendere i nostri alleati e i nostri interessi in M.O.”.
La responsabile di World Food Program racconta la difficoltà dei convogli umanitari nel percorrere i 50 km che separano Rafah da Gaza city causa i continui bombardamenti israeliani. Inoltre la mancanza di acqua cibo e medicine oltre alla morte per fame e sete provoca la morte per epidemie varie.
2 mila persone dimostrano a Washington per un immediato cessate il fuoco. Negli USA molte le proteste. Hamas offre il rilascio di 2 statunitensi senza condizioni. Israele rifiuta. Un giornalista israeliano spiega che ci sono due posizioni in Israele, una vuole a tutti i costi la liberazione dei prigionieri mentre l'estrema destra, a qualsiasi costo, compreso l'uccisione degli ostaggi e la morte di centinaia di soldati, vuole ''cancellare'' Hamas da Gaza (fonte: Al-Jazeera). I militari israeliani vogliono continuare in ogni caso gli attacchi su Gaza e lanciare l'invasione di terra. Israele viene pressata dai governi occidentali per fermare gli attacchi così da consentire la liberazione degli ostaggi. I civili israeliani accusano il loro governo di avere illegittimamente iniziato la guerra con Hamas senza il consenso del popolo.
Biden vuole che Israele rinvii l'invasione di terra fintanto che gli ostaggi non siano liberati. Il 57% degli israeliani sono per trattare il rilascio degli ostaggi e per la creazione di un corridoio umanitario a Gaza.
Il 54% sostiene che Israele non debba attenersi alle leggi internazionali neanche per quanto riguarda la salvaguardia dei bambini. Il 54% è d'accordo sullo scambio di ostaggi contro bambini palestinesi detenuti in Israele e sono d'accordo su un attacco di terra a Gaza.

22 ottobre

4300 morti palestinesi accertati.
La moglie del primo ministro scozzese prega Israele di fermare gli attacchi contro una popolazione stremata. Hagari, parlando per conto di IDF (FF.AA.), sostiene che sia tutto sotto controllo a Gaza per quanto riguarda la situazione umanitaria.
Il re di Giordania afferma che tutte le vite dei civili sono importanti, Ramaphosa dice che la guerra renderà ancora più estremo il conflitto tra palestinesi e israeliani, un giornalista palestinese spiega che anche sotto le bombe il popolo non lascerà Gaza. Il rappresentante ONU Griffiths parla delle trattative con Egitto, Israele e USA per gli aiuti umanitari: “Dobbiamo monitorare i bisogni dei palestinesi continuamente, per capire quali sono le cose da fornire. Ci serve individuare due o tre luoghi sicuri dove i palestinesi e anche il nostro personale possano essere al sicuro dai bombardamenti israeliani ed infine, come il segretario ONU ha chiesto, che ci sia presto un cessate il fuoco”.
Shwaz, rappresentante di un gruppo di salvaguardia del diritti umani in MO: “la scarsità estrema di acqua costringe le persone a bere acqua contaminata e questo può provocare delle epidemie di vario genere, colera compreso(fonte: Deutsche Welle).
Soraya Ali di Save the Children dice che per fare entrare almeno le cose di pura sopravvivenza le parti devono accordarsi su un cessate il fuoco ed una diminuzione delle violenze reciproche.
Qui un altro articolo di Paolo Ferrero sulla situazione attuale e ruolo degli USA.
Definizione di “Genocidio” (da Treccani): “Il termine fu utilizzato per la prima volta dal giurista Raphael Lemkin per designare, in seguito allo sterminio degli Armeni consumato dall’Impero Ottomano nel 1915-16, una situazione nuova e scioccante per l’opinione pubblica; tuttavia, fu solo dopo lo sterminio posto in essere dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale e l’istituzione di un tribunale internazionale per punire tali condotte, che la parola g. iniziò a essere utilizzata nel linguaggio giuridico per indicare un crimine specifico, recepito sia nel diritto internazionale sia nel diritto interno di numerosi paesi. L’accordo, siglato a Londra l’8 agosto 1945 tra Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e URSS, prevede, infatti, la categoria dei ‘crimini contro l’umanità’, che include lo stesso g. e rientra a sua volta nella più ampia categoria dei crimini internazionali. Il 9 dicembre 1948 l’Assemblea generale dell’ONU ha poi adottato una convenzione che stabilisce la punizione del g. commesso sia in tempo di guerra sia nei periodi di pace e qualifica come genocidio l’uccisione di membri di un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso; le lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo, la sottomissione del gruppo a condizioni di esistenza che ne comportino la distruzione fisica, totale o parziale, le misure tese a impedire nuove nascite in seno al gruppo, quali l’aborto obbligatorio, la sterilizzazione, gli impedimenti al matrimonio ecc., il trasferimento forzato di minori da un gruppo all’altro. Tale definizione è stata accolta nell’art. 6 dello Statuto della Corte penale internazionale firmato a Roma il 17 luglio 1998."
Gli USA hanno posto il veto sulla proposta di pause umanitarie. Nel contempo mandano i missili Patriot in Israele! Cina e Russia si tengono fuori dall'intervenire nel conflitto. Gli USA si dichiarano d'accordo con Israele sulla prosecuzione dei bombardamenti, anche se pongono l'accento sulla mancanza di un piano per la ricostruzione. 

25 ottobre 

Karem Rohana, attivista italo-palestinese, pestato da due uomini incappucciati a Roma.
Una piccolissima ma bella notizia: l'Accademia di musica israelo/palestinese fondata da Barenboim ha eseguito a Berlino un concerto per la pace. I giovani musicisti sono palestinesi, libanesi e israeliani.
I primi 8 camion di aiuti umanitari entrano a Gaza dal valico di Rafah, portano acqua e medicine, Israele non consente l'invio di carburante per ospedali e ambulanze.
Un analista di Al-Jazeera spiega il perché alcuni luoghi abitati sono stati rasi al suolo: l'invasione di Gaza non deve rappresentare un rischio per i soldati israeliani e quindi stanno creando con i bombardamenti un corridoio sicuro per carri armati e truppe.
Conferme di Biden e del parlamento di appoggio a Israele e ipocrita richiesta che a Gaza vengano risparmiati i civili. Sul numero di morti palestinesi dice che non ci sono riscontri rispetto a quello che afferma il ministro della sanità di Gaza. I giornalisti sul campo mostrano però le atrocità e intervistano uno dei medici degli ospedali al collasso. Spiegano infine quanto medicine e carburante siano indispensabili per gli ospedali (fonte NBC).
Iniziano i blitz israeliani con carri armati e truppe nel nord di Gaza, Netanyahu annuncia l'imminente invasione (fonte: Byoblu).
Ex generale libanese: “penso che l'invasione israeliana sarà composta da tanti blitz con ritirata protetta, un attacco massiccio provocherebbe molti morti tra gli israeliani".
Qui l’articolo su l’Antidiplomatico di Spallotta.

26 ottobre

Qui l’intervento di Ferrero su C.It.Radio.
NBC ha mostrato un pezzo di un film girato dai miliziani di Hamas mentre massacrano i civili, forse verrà reso pubblico. Blitz israeliani con carri armati e truppe all'interno del nord di Gaza, Nethaniau annuncia l'imminente invasione.
Su comedonchisciotte un articolo di geopolitica sulla situazione generale nel M.O. 

30 ottobre Un abitante di Gaza intervistato da Al-Jazeera dice “non abbiamo vie di fuga possibili a parte il mare. L'ospedale di Al Quda bombardato con dentro 400 pazienti e alcuni neonati in incubatrice, oltre agli operatori sanitari e molti profughi. Al momento si contano 14 mila profughi, oltre 6 mila vittime tra cui 3342 bambini. Negli ospedali di Gaza non c'è modo di spostare pazienti e profughi perché mancano mezzi di trasporto e ambulanze per bimbi in incubatrice e pazienti in terapia intensiva. Mancano le medicine per neonati e malati gravi, nulla per curare i tanti ustionati dalle esplosioni delle bombe israeliane. Sono arrivate solo il 3% delle medicine richieste e diverse di queste sono inutili. I bombardamenti continuano senza sosta, la paura ed il terrore hanno invaso le città, di notte niente luce nelle case. Strade completamente al buio creano grandi difficoltà ai mezzi di soccorso; molte ambulanze operano con i vetri rotti dalle schegge provocate dalle bombe."
Save the Children dice che i bambini sono terrorizzati dal buio completo di notte, mentre la mattina con l'arrivo della luce si sentono più rassicurati. Molti bimbi udendo gli scoppi continui chiedono ai genitori se si tratti di fuochi d'artificio e alla fine i genitori devono spiegare loro che si tratta di bombe: adesso quindi sono coscienti di cosa sta accadendo. I familiari dei rapiti chiedono al governo israeliano di trattare con Hamas per la loro liberazione e di ottenerla a qualsiasi prezzo.
Un responsabile di UN da Ginevra spiega che ad oggi sono entrati a Gaza da Rafah 117 camion e sono in corso trattative con Israele, Egitto, USA e altre nazioni per aumentare il numero dei camion che entrano ogni giorno. I controlli meticolosi di Israele sui camion rallentano molto tutte le operazioni. I rappresentanti di UN vogliono incontrare le persone giuste per accelerare i controlli. Il giornalista: “avete modo di comunicare con le zone più a nord di Gaza, soprattutto cogli ospedali come Al Quda?” Risposta: “abbiamo avuto un lungo blackout della rete di telecomunicazioni (30 ore) e non c'è alcun luogo sicuro per far transitare i camion con gli aiuti”. Dal 7 ottobre UN ha perso 60 volontari, il triplo di quelli uccisi in Sudan da gennaio ad oggi (fonte: Al-Jazeera).
31 ottobre

Un attacco aereo israeliano sul campo profughi Jabaliah ha ucciso 100 persone e ferite centinaia.
Ad oggi il numero delle vittime civili ammonta a oltre 8000 di cui 3542 bambini.


sabato 28 ottobre 2023

SENZA TUTELA

La vicenda del cosiddetto "mercato tutelato" dell'energia è emblematica dell'epoca che ci tocca vivere, dalla "fine della Storia" in poi. Avendo vinto la guerra fredda sul comunismo, il capitalismo è stato libero di realizzarsi in tutte le sue estrinsecazioni senza che gli Stati sedicenti democratici opponessero più tutti quei correttivi, indispensabili fino a che c'era il rischio che altrimenti il popolo votante portasse il socialismo al potere per via elettorale, che ne contemperavano gli eccessi.

Le ultime quattro righe sono sufficienti a spiegare gli ultimi trentaquattro anni di storia, sia nelle grandi linee sia nei dettagli, anche quelli che sembrano insignificanti. Già, perché c'è sempre qualcuno che davanti all'ennesima dimostrazione del fatto che non siamo più uno Stato democratico ed indipendente, che è perfettamente inutile votare tanto la politica economica, cioè quella che conta e da cui dipendono tutte le altre politiche, la decide una non ben definita oligarchia eletta da nessuno e fuori da ogni controllo politico e giuridico, fa spallucce e ti dice "ma di che ti lamenti?", mostrandoti il sempre ineffabilmente presente "lato positivo della cosa", e iscrivendoti d'ufficio ai complottisti. E il bello è che quel qualcuno, se non è tra i beneficiari diretti o indiretti del Nuovo Regime, ne è come te una vittima, solo inconsapevole: l'ennesima rana bollita e contenta.

Venendo alla cronaca, la decisione UE che gli Stati non devono più impicciarsi di garantire ai propri cittadini uno "scudo" alle oscillazioni del Dio Mercato, che talvolta possono avere effetti di portata tale da (restando irrilevanti per i pesci grossi) distruggere le famiglie, è annosa, direi fondativa. Ma in alcuni Paesi, come ad esempio il nostro, dove magari un popolo avvezzo storicamente a fronteggiare i soprusi dei potenti si ostina ad eleggere di volta in volta chi promette in qualche modo una qualche forma di resistenza, si nicchia, si rinvia, e così si rimanda il redde rationem. Ebbene, per luce e gas pare non si possa proprio più. Fino a qualche giorno fa pareva che il governo, memore del mandato preciso per cui si trovava ad essere tale, volesse varare l'ennesima proroga. Ma poi deve essere arrivata la solita telefonata da Bruxelles, Meloni è solo l'ultima di una lista lunghissima che partiva almeno da Andreatta e Prodi e arrivava a Di Maio, ed ecco lo stralcio, e quindi la conferma: fine del mercato tutelato del gas dal 10 gennaio e della luce dal 1° aprile 2024.

Il risultato economico della cosa sarà nelle tasche di tutti noi, soprattutto dei tantissimi italiani che fin qui avevano resistito alle sirene (anche pubblicitarie, come sempre fasulle) del "la concorrenza abbatte i prezzi" (ci fosse stato un solo settore dove in Italia la libera concorrenza non si sia trasformata in sotterranei accordi tra oligopolisti a tutto danno degli utenti...), ricavandone ad esempio risparmi cospicui ogni qual volta la speculazione faceva impennare i prezzi approfittando delle notizie di cronaca (ad esempio, di guerra) ben prima che ci fosse il naturale ripercuotersi degli aumenti delle materie prime, e viceversa tenendoli belli alti ben dopo il calo degli stessi costi, con la scusa delle scorte. Assisteremo ad aumenti medi di due cifre percentuali, anche al netto di eventi del genere. Con qualche fortunato e/o abile che riuscirà a ruspare qualcosa, a fronte di molti sciagurati e/o disgraziati che finiranno in rovina.

Il risultato politico, a meno di cambiamenti in extremis al momento molto improbabili, sarà che molti elettori di questa destra si sentiranno traditi e l'abbandoneranno, esattamente come avevamo fatto qualche anno fa coi cinquestelle, e altri prima con Berlusconi e il PD. Tutte cose che al Vero Potere fanno meno che il solletico, dal momento che le scelte politiche dei popoli appunto sono del tutto irrilevanti ormai a decidere dei loro destini, determinati invece altrove

domenica 22 ottobre 2023

MA COME "SUL TETTO"?!

Non ho l'abitudine di commentare a caldo la cronaca, sia perché non ne ho i mezzi (dedico a questo blog solo ritagli di tempo, spesso notturni per definizione: controinformo per-diletto ma anche perdi-letto) sia perché lascio che passi la sbronza mediatica per dire qualcosa di mio, se nel frattempo mi viene. D'altronde, ho sempre diffidato dei best-seller, che di solito ho letto "alla scordatina" (Il nome della rosa e Il pendolo di Foucault in spiaggia, il mio top, parecchi anni dopo il loro enorme successo commerciale, e dire che Eco l'avevo studiato con piacere all'università). La vicenda del bus precipitato dal cavalcavia a Mestre non fa eccezione.

Le immagini le avete viste tutti, da subito era chiaro (come poi è stato confermato) che il mezzo non stesse correndo quindi doveva esserci un'altra ragione per cui il guardrail non ne aveva trattenuto la marcia. Finché si è parlato di barriera vetusta o addirittura interrotta, eravamo nella purtroppo ordinaria amministrazione delle cose italiche: la quasi totalità delle infrastrutture fondamentali per un paese moderno abbandonate per non avere le risorse per l'ordinaria manutenzione, se non colpevolmente dimenticate da chi avrebbe dovuto rinnovarle o almeno controllarle. Qualche anno fa a Genova è caduto un ponte, che vogliamo di più? E basta che ci facciamo un giro in città, o andiamo in vacanza in uno dei tanti bellissimi territori italiani a vocazione turistica, per vedere, in ordine sparso e non esaustivo: cespugli grandi come alberi a intralciare la carreggiata, asfalto pericolosamente sconnesso, protezioni a ciglio strada quasi ovunque approssimative o inesistenti, carreggiate mezze chiuse per manutenzione da decenni, stazioni dei treni abbandonate, sponde marittime lacustri e fluviali non governate, alvei irresponsabilmente urbanizzati e/o variamente ostruiti, eccetera eccetera. Senza contare che le autostrade rischiano di diventare antieconomiche e quindi di essere abbandonate dal definitivo tramonto, programmato e in fase di attuazione (all'interno di un piano preciso, al quale non avremo scampo, e di cui abbiamo numerose prove), della automobilità privata, e che tolte quelle il tracciato delle strade è ancora quasi totalmente quello ereditato dall'era prerepubblicana, quando non preunionista, al massimo rimodernate nel secondo dopoguerra e fino a che l'Italia è stata padrona di spendere i suoi soldi come voleva. Ok, spesso male, ma non sempre; e non è una buona idea rinunciare a ridurre quel "male" al minimo strutturale per invece optare per un "vincolo esterno" che ti leghi le mani impedendoti si di sprecare ma anche di agire secondo legge e buona amministrazione. Invece è questo che è stato fatto, in sintesi, con l'Unione Europea, avendo origini ancora anteriori.

No, la questione infrastrutture ci azzecca ma non può bastare. Il bus infatti non solo ha preso fuoco come sotto una gragnuola di molotov, ma è caduto a tetto in giù. Un'auto che cade da un cavalcavia, normalmente tende ad andar giù di punta, con la parte più pesante, proprio come un essere umano di testa. Ecco che si scopre che il mezzo era alimentato a batterie, e che chi lo ha progettato, probabilmente partendo da un modello preesistente per risparmiare (come la totalità delle auto elettriche che tentano in ogni modo di propinarci: pensateci, che ragione c'è che abbiano ancora un cofano motore?), le ha messe sul tetto, dove c'era più spazio, e non nel pianale tra i due assali, dove erano più protette (visto che in caso di incidente sono altamente infiammabili e comunque impossibili da riparare - chi non ci crede chieda alle compagnie assicurative). Ma cosa succede a un qualunque mezzo di locomozione che tu carichi in maniera troppo sbilanciata nella parte superiore? Esatto, perde in stabilità, e il perché lo sappiamo dalle elementari: si alza il baricentro, quindi ha un equilibrio più precario.

Quando ci dicono che bisogna fidarsi de "la Scienza" perché sarebbe neutrale (anche politicamente), e intendono l'ingegneria, la medicina, l'economia, ricordiamoci bene ma proprio bene due cose, peraltro strettamente interdipendenti:

  1. la scienza è la casa del dubbio e chiunque ti dica che lui ha ragione al 100% non è un vero scienziato;
  2. la storia dell'umanità è piena zeppa di scienziati che hanno sbagliato, anzi diciamo che ogni scienziato prima o poi è stato sbugiardato o dai fatti o da un altro scienziato, sia i buoni scienziati (quelli che si propongono in modo da rispettare il punto 1) sia quelli cattivi (che invece, per molte ragioni in primis di utilità personale, si atteggiano a portatori della Verità e pretendono obbedienza).

Erano scienziati quelli del Vajont. Lo erano quelli che per decenni ci hanno fatto costruire le case con l'amianto, o che ci hanno fatto ingerire cibi o assumere farmaci certificandoli per efficaci e innocui per decenni prima che venissero tolti dal commercio perché cancerogeni. Lo erano quelli che ci hanno imposto un modello di consumo fatto di packaging indistruttibile, perché la plastica era progresso. E quelli che sostenevano impunemente che le sigarette facevano bene. E quelli che hanno costruito la bomba atomica e le centrali nucleari (che ora ci ripropineranno non appena ci avranno venduto abbastanza auto elettriche per rendere insufficiente l'approvvigionamento elettrico da altre fonti). Lo sono quelli (anche se gli danno il Nobel, una roba che l'hanno dato pure per la pace a qualcuno che nel mentre bombardava) che ci hanno imposto sieri sperimentali chiamandoli vaccini, e ora insistono nonostante la sperimentazione forzata e a rischio nostro sia stata a dir poco fallimentare (quasi tutti gli ammalati di questa infornata sono multivaccinati, e nessuna indagine seria è stata mai avviata -nonostante le ammissioni - sui danni collaterali e le morti improvvise schizzate statisticamente). E lo sono quelli che non sono nemmeno all'uno per cento della comprensione delle dinamiche del clima e si atteggiano a soloni che hanno capito tutto: che c'è un cambiamento, che esso ha eminentemente cause antropiche, e che agendo su un paio di fronti (casualmente, quelli che sono un affare per i loro ungitori) il cambiamento rientrerà (e mo' pure "el Papa" gli porta l'acqua con le orecchie, complimentoni). E quelli che il ponte sullo Stretto si può fare e reggerà abbastanza lungo e porterà abbastanza benefici da giustificare la spesa e la distruzione dell'area. E quelli che l'Intelligenza Artificiale può solo che aiutarci, eppoi come ogni invenzione dipende da come si usa. Tutta gente che se la propria impresa ha successo gli cambia la vita, e che tanto muore prima o poi come tutti, spesso prima che altri scienziati dimostrino la loro sciaguratezza, quindi che glie frega.

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