mercoledì 27 marzo 2013

CARI AMICI VI SCRIVO

La grafica fornisce un'idea abbastanza shockante della disgustosa deriva autoritaria
di stampo monetarista che domina da anni l'Europa: se ci fai lingua in bocca per anni,
e non ti discosti nemmeno quando ha mostrato senza pudore la sua vera natura (che
prima della crisi riusciva a mascherare), poi non ti lamentare se perdi 3 milioni e mezzo
di voti. Gli italiani vogliono un'Europa diversa, lo avete capito o no? O per averla
dobbiamo aspettare che la vogliano gli altri europei? Tanto non manca molto, solo
magari una volta il cambiamento lo guidiamo anziché subirlo...
Questo post solo incidentalmente parla di politica, in realtà è un bieco espediente per risparmiare tempo altrove: da ora in poi, mi basterà incollare il link relativo in una email, o in un messaggio su facebook, per rispondere ai miei amici perplessi per il mio recente e convinto cambiamento di campo. Che, tanto per cominciare, a me non pare tale.
Sono di sinistra forse da prima di rendermene conto (come racconto in questo vecchio post), e se non mi sono mai detto "comunista" è un po' perché molto prima di studiarlo all'università intuivo molto ma molto subliminalmente che il socialismo reale e la democrazia capitalista erano solo due forme ideologiche di copertura della vera struttura reale del potere, e due forme sorelle, entrambe figlie della rivoluzione industriale, e un po' perché sono naturalmente allergico a qualsiasi forma di appartenenza esclusiva, insomma non dico che "non mi iscriverei mai a un club che mi accettasse tra i suoi soci" ma i comunisti dei miei tempi somigliavano troppo ai parrocchiani, e "io no che non mi arruolo" si può dire sulle note di Jovanotti. Ma feci campagna coi radicali per il referendum sulla 194 quando ancora non votavo e non conoscevo donna, e sono antiberlusconiano della primissima ora, tanto da abbandonare persino il tifo calcistico per il Milan (contratto da bambino per via di Rivera e di un papà ferroviere a Milano), convinto che quel modo di intendere il calcio lo avrebbe distrutto, e già sospetto (poi convinto da La compagnia dei celestini di Benni, 1992) che quello fosse solo il prorogo di una devastazione politico/sociale ben più vasta. Per cui chi mette in discussione la mia appartenenza politica o non mi conosce o mi fa un torto gravissimo. Un amico dovrebbe chiedersi, prima di cedere all'idea che io sia un "compagno che sbaglia" tra i tanti ad aver ceduto alle sirene neoautoritarie del grillismo, quali ragioni profonde possono aver portato uno (tanti) come me ad abbandonare il sostegno al centrosinistra dopo averlo mantenuto in mezzo a mille peripezie negli ultimi vent'anni.
Insomma, se ho votato Grillo e sostengo apertamente la rivoluzione civile che il suo MoVimento potrebbe portare avanti è proprio perché sono di sinistra da sempre, e il mio desiderio è che in Italia ci sia un forte schieramento di sinistra che porti avanti idee di sinistra. Dal PCI al PDS, dall'Ulivo all'Unione, dai DS al PD, da Prodi a Monti, sono sempre rimasto "nel solco" sperando che la caterva di errori commessi (dall'aver concesso contra legem l'eleggibilità a Berlusconi nel 1994, alla Bicamerale, alla stessa creazione del PD nel momento e nel modo sbagliato, all'appoggio troppo convinto alle teorie monetariste dominanti in Europa e ai loro epigoni) fossero solo episodi di un percorso alla cui fine ci sarebbe stato il trionfo di una sinistra moderna e responsabile si, ma che mai avrebbe perso di vista la ragione stessa della sua esistenza: il benessere delle classi subalterne alle dominanti. Ancora alle assurde primarie di fine 2012, avevo apertamente tifato Bersani nella consapevolezza che consegnare il partito a Renzi era come sancire il definitivo annacquamento di tutta la tradizione di sinistra italiana in un'entità più simile alla vecchia DC che altro. Ho sperato fino alla fine, insomma, che chi guidava il partito erede del PCI si ricordasse di dire una parola, anche una sola, per il suo vecchio elettorato di riferimento. Ora Bersani se ne ricorda, quando per lui è troppo tardi, e quello a cui stiamo assistendo (tu quoque Fiorella!) è un patetico, per quanto possa persino riuscire, tentativo di affibbiare ad altri colpe proprie tramite una sorta di patente di irresponsabilità. Leggetevi Scanzi qui, con molta attenzione: non si può chiedere a Grillo quello che non può dare, si potevano però fare tante cose per non dargli tanto potere. Tante cose di sinistra, che non si sono dette o fatte.
Quindi, il mio sostegno al M5S è strumentale e temporaneo, a che l'Italia faccia finalmente quello scarto in avanti che dovrebbe vederla dotata di un centrosinistra vero, magari contro un centrodestra vero, che dicano cose diverse riguardo ad esempio la politica monetaria e il rigore, ma le stesse cose riguardo le regole del gioco e la corruzione. D'altronde, il ruolo del MoVimento è questo per la stessa ripetuta ammissione dei suoi fondatori, non dimenticate che Grillo chiese di partecipare alle primarie del PD prima di creare un movimento che senza vent'anni di errori non avrebbe avuto nemmeno le precondizioni alla sua nascita, e senza gli ultimi vergognosi e rovinosi mesi non avrebbe preso certo queste percentuali. Il M5S nasce per riportare alla "normalità" il sistema-Paese, ridurre ad una percentuale accettabile la corruzione e i costi della politica, ridare il giusto equilibrio ai poteri dello Stato, riscrivere un patto sociale con dei punti fermi DI SINISTRA enormi come la natura pubblica di alcuni beni fondamentali per ciascun cittadino.
Se io fossi amico di Bersani, gli metterei una mano sulla spalla e gli direi:
coraggio, non sei stato nemmeno il peggiore dei segretari del maggior partito di centrosinistra in Italia, ma è finita. Per te, per una serie di eventi dei quali in parte nemmeno sei il responsabile, è finita in ogni caso: se accetti di fare il Presidente del Consiglio con i voti di Monti e Berlusconi ti frega Grillo, se tieni duro nel rifiutarti e sei costretto a mollare ti frega Renzi. E' finita, ma se ti arrendi a questa idea scoprirai che una cosa la puoi fare, per l'Italia, per la gloriosa storia di cui sei l'esponente ultimo, in fondo anche per te stesso che lo so che ogni tanto a casa davanti allo specchio fai ancora il pugno, timidamente: se non è scemo Napolitano a giorni chiederà a Grillo (pubblicamente o meno) di fare il nome di un candidato premier, tu rubagli il tempo, accordati con Beppe, digli che i tuoi gli daranno la fiducia sui punti che gli avevi copiato giorni fa, vedrai che il giorno dopo Renzi si fa il suo partito di centro e si porta via un po' di zavorra, e tu sarai libero di rimettere una S in fondo al nome e rifondare la sinistra in Italia: c'è tutto il tempo di prepararsi a vincere mentre il governo di scopo applica il suo programma a termine. Se lo fai, tra un anno o due il grillismo perderà ragione di essere. Se lo fai, avremo ancora una sinistra in Italia. E se tutto ciò succede, cari amici miei, la storia dirà che il merito sarà stato di chi a un certo punto si è rotto i cosiddetti e ha avuto il coraggio di darti lo schiaffo che hai preso a queste elezioni, e un po' anche tuo che hai saputo trarne le dovute lezioni.
Vedremo a giorni se questo mio è solo un pio desiderio.
...
P.S.
Franco Battiato è stato aggredito a 360° per aver detto la verità, passi per le Mussolini e le interessate, ma una donna di sinistra dovrebbe capirlo da sola che il suo attacco alle "troie" in realtà è proprio una difesa per tutte le altre.

venerdì 22 marzo 2013

CI SONO NOVITA'

Non dovreste più vedere schermate come questa navigando in questo blog,
se vi capita e mi usate la cortesia di avvertirmi via email ve ne sono grato.
In ogni caso questo sito è pulito, era un link esterno che ospitavo in home
che aveva dei problemi, e anche li assicurano ormai che è tutto a posto.
Ogni tanto un post autoreferenziale ci può stare. Ci sono novità nella banda laterale che contiene i link ai siti che seguo, che sono solo alcuni tra quelli presso i quali raccolgo le informazioni che mi incarico di "mediare" per i miei (pochi) lettori:
  • dopo una lunga resistenza, ho dovuto togliere il link a bielle.org, il sito della Brigata Lolli, perché è sotto attacco malware e il browser blocca con degli alert la navigazione sua e di tutti i siti che lo richiamano, questo compreso. Ho provato ad avvertire i gestori tramite il loro gruppo Facebook, mi hanno tranquillizzato che si trattava di problemi transitori già risolti ma google non è così veloce a registrare questi cambiamenti e quindi avrebbe continuato a segnalare il pericolo per qualche giorno, solo che è passato più di qualche giorno, in cui probabilmente anche alcuni di voi avranno registrato difficoltà ad accedere a questo blog, e mi sono dovuto arrendere: da ora in avanti e fino a quando non farò una serie di navigazioni lisce lisce su bielle se volete leggere di musica italiana sul sito forse migliore del settore dovrete andarci per conto vostro;
  • ho tolto anche i link ai blog della Guzzanti e di Monteleone, ma solo perché è da troppo tempo che non li aggiornano, la prima forse perché come a suo tempo Luttazzi preferiscono twitter al web, il secondo forse perché finalmente ha trovato dove scrivere dietro una giusta e meritata retribuzione, in ogni caso sono cavoli loro ma io link "dormienti" in home non ne tengo;
  • a parziale compensazione, aggiungo un link permanente a un nuovo sito, che ho scoperto tra i miei (pochi) follower e ad un primo esame trovo estremamente interessante: è Africa News, e ci rende un punto di vista "interno" "al continente africano e ai popoli che lo abitano", come dichiara nella sua pagina info. La testata è registrata al Tribunale della mia città natale, e forse non è un caso visti i profondi contatti etnici e culturali tra il meridione d'Italia e il nord Africa, troppo spesso dimenticati. Tra tutti gli episodi citati nei vari coccodrilli su Mennea, il più significativo riporta di quando Mohammed Alì lo volle conoscere, e vedendolo esclamò stupito "ma sei bianco!", ricevendo in risposta "si ma dentro sono più nero di te: vengo dal sud Italia!"... E qui ci sta bene come colonna sonora Figli di Annibale degli Almamegretta d'annata...
Ci sono novità anche nel quadro politico nazionale, e ci faccio solo rapidi cenni, perché mi rendo conto che negli ultimi tempi sono stato troppo monotematico: chiedo venia ma si trattava di dare il proprio modestissimo contributo a che un movimento che prometteva una rivoluzione culturale al mondo politico italiano passasse da zero a primo partito nel giro di tre mesi, scusate se è poco. Adesso prometto di mollare un po', specie se i miei amici la smettono di darmi il tormento (Lameduck con la consueta efficacia pubblica una specie di lettera aperta ai piddini che sottoscrivo quasi integralmente, l'eccezione essendo costituita dalla conclusione: sono meno drastico riguardo all'uscita dall'Euro, come più volte ho articolato e Grillo stesso ritiene) come se fossi io il responsabile della sconfitta dell'Invincibile Coalizione e poi non mi lamentassi quando i grillini mi toglieranno la democrazia e lo stipendio: ragazzi, mi spiace deludervi ma alla fin fine non credo questo blog abbia spostato un solo voto oltre il mio, le elezioni le avete perse da soli...  Ma dicevo, un paio di rapidi cenni:
  • Grillo chiede o di governare o di avere in quanto opposizione la presidenza delle commissioni di vigilanza sulla Rai e sui Servizi Segreti, tertium non datur, e francamente non capisco cosa ci sia da eccepire a questa posizione, sia formalmente che come opportunità politica. Il PD, che le elezioni le ha perse, non ha che da ammetterlo e dare la fiducia al candidato premier indicato dal Movimento 5 stelle, oppure acconciarsi a governicchiare con Berlusconi in un abbraccio mortale che alle prossime elezioni sancirà la sparizione di entrambi gli schieramenti. In ogni caso ci sarà da divertirsi, perché tra i venti punti del programma grillino mi "perplimono" solo il 18 e il 20, e se se ne attuassero un terzo o un quarto sarebbe già una rivoluzione (e di sinistra, e di respiro europeo, con buona pace di chi tenta di "fascistizzare" o "qualunquizzare" il "grillopensiero"), mentre il solo pensiero di quello che potrebbe venir fuori dai cassetti segreti una volta che ci sia davvero chi ci vuole scavare fa venire l'acquolina in bocca a chiunque abbia a cuore la democrazia in Italia;
  • il governo Monti conclude il suo crescendo peggiorativo con una malaviruta internazionale di proporzioni galattiche: come spiega benissimo Carotenuto, tenendo un profilo più basso dall'inizio la questione poteva essere risolta con una condanna mite per un incidente, se i due (sfortunati o sventati) marò avranno guai più seri dovranno ringraziare chi ha pensato di cavalcare la cosa su un livello al quale non potevamo che perdere.

giovedì 21 marzo 2013

C'E' UNA CURVA VELOCE A SINISTRA

Per consentire al pilota di rally di restare concentrato sulla strada,
accanto a lui c'è uno che gli dice - in un codice rapido quanto
efficiente - cosa sta via via per affrontare: è 
il navigatore.
Più è pericolosa un'attività umana, più la paura è un problema quando la si svolge. Non prima, prima la paura è sana, perché spinge a controllare e ricontrollare tutto, e magari a decidere se farla o no, quella cosa, ma una volta partito, a guidare in un rally, a sciare, in un'immersione, in una partita a poker, in qualunque cosa comporti un rischio, chi permette alla paura di presentarsi aumenta in proporzione a ciò la probabilità che le cose vadano male. Se guidi guarda il punto dove vuoi andare con l'auto, se guardi il muro all'esterno della curva ci vai contro. Se scii, butta le spalle tanto più a valle quanto più è ripida la discesa, se arretri cadi e se è ripido non ti fermi più. Se sei in apnea, la paura ti fa respirare male e il fiato non ti basterà per risalire. E se hai paura di perdere, magari perché hai contato i soldi e non ne hai più tanti, i tuoi avversari lo sapranno e ti sconfiggeranno anche con carte peggiori delle tue.
La situazione politico-economica mondiale in questi anni è pericolosa, quella italiana in modo particolare. Se lasciamo che sia la paura a decidere, non ne usciamo vivi. I potenti, quelli che hanno di più e quindi hanno interesse a mantenere la loro posizione di privilegio, lo sanno, per questo instillare la paura è una delle loro tecniche preferite. Negli anni 70 e 80, con questo sistema hanno blindato il consenso attorno alla DC e ai suoi satelliti, con la strategia della tensione e il terrorismo. Berlusconi ha costruito il suo attorno alla paura del comunismo, e poco importa che questo non ci fosse più: si è visto se ha funzionato... Oggi molti italiani, e tra essi alcuni dei miei migliori amici, sono condizionati nelle loro scelte dalla paura del default, della bancarotta con conseguente insolvenza dello Stato e panico nelle strade e fame diffusa. A cosa credete servano le crisi di Grecia prima e Cipro oggi? La Grecia è meno ricca della Lombardia, Cipro di moltissimi comuni italiani, se la BCE volesse risolverebbe i loro problemi in un fiat, ma allora la gente in Italia e Spagna e ormai anche Francia si tranquillizzerebbe, e non si può... E' successo che gli italiani, che storicamente tirano fuori il meglio di sé solo nelle situazioni di emergenza, abbiano votato in modo da portare da zero al 25% una forza politica fortemente critica nei confronti di questa costruzione europea, così da condizionare anche la linea di altre forze che fino ad ora erano state colpevolmente acquiescenti alla stessa. Cipro sembra proprio un messaggio a nuora perché suocera intenda...
La conseguenza di questa paura è che dobbiamo accettare i diktat di questa UE, se non vogliamo finire sul lastrico, per cui chi ha votato Grillo anziché PD o SEL è un pericoloso avventuriero o uno stupido, e ben gli sta se domani non ci saranno più soldi per pagargli lo stipendio. A questi avvertimenti io rispondo che restando nella spirale di rigore e depressione innestata da questa dissennata politica monetarista europea presto non ci saranno più soldi per niente, e che invece serve proprio un atto di coraggio ORA. Svariati milioni di italiani hanno deciso di spostare il loro consenso da entrambi i lati del vecchio (e illusorio) continuum destra/sinistra a un soggetto che può avere questo coraggio. Non è detto, ma potrebbe riuscirvi, quando gli altri non avevano nemmeno la lontana intenzione di provarci. Già si vedono i primi effetti positivi di questa clamorosa novità nel quadro politico: il PD ha ripreso a dire cose di sinistra, e tra i famigerati otto punti si affaccia timidamente la ridiscussione degli accordi europei. E' questa la svolta, è come una curva, guardare i pericoli accanto alla strada adesso è controproducente, la strada, l'unica che ad imboccarla ci porta fuori da questa crisi, passa per la demolizione di queste istituzioni monetarie fallimentari: se per tornare alle monete nazionali, per creare un Euro2 per i PIIGS più la Francia svalutato del 30-40% rispetto all'Euro1 in cui resterebbero Germania e satelliti, o riformare tutta l'area Euro dotandola di una Banca Centrale sottoposta al Parlamento europeo che governi la politica monetaria con l'obiettivo keynesiano della piena occupazione di tutti i cittadini dell'Unione (con unico bilancio, quindi unico debito e niente spread), è indifferente (io eviterei la prima strada, lasciandola come possibilità residuale, perché col livello di corruzione italiana è impraticabile, almeno prima di un repulisti decennale, mentre già con la seconda assisteremmo a una formidabile ripresa della piccola e media impresa, e la terza sarebbe la soluzione Ideale), ma bisogna fare qualcosa SUBITO. La decisione ovviamente dovrà essere presa a livello europeo, ma solo un governo alternativo in un paese decisivo come l'Italia può ottenere che si apra questo tavolo di trattativa: se crolla l'Italia crolla l'Euro e tutta l'UE appresso, bisogna avere solo il coraggio di usare questa arma, l'unica capace di salvare l'Unione Europea dei popoli da quella della moneta. Il coraggio di imboccare questa curva guardando la strada, senza farsi condizionare dalla paura.
Come fece questo omino del Sud nel 1979, che oggi ci ha fatto piangere.



Pietro Mennea era persona di eccezionale levatura culturale oltre che sportiva. Se Grillo propone un candidato premier come lui a Napolitano, ripassa la patata bollente nelle mani di Bersani: li abbiamo noi i pochi punti che servono a salvare il Paese, e siete voi gli irresponsabili se non ci votate la fiducia. Intanto che noi governiamo, voi pensate a riorganizzarvi in un partito di sinistra vero, magari tra questo e aver contribuito a salvare l'Italia e l'Europa alle prossime elezioni vincete voi, è da sempre che Grillo dice che il MoVimento è di natura transitoria. Su, ragazzi del PD, abbiate coraggio, che anche in politica a lasciarsi guidare dalla paura capita di perdere elezioni già vinte, come nello sport a sbagliare una curva veloce, come in amore a distruggere i propri stessi sogni.
E ora i consueti spunti di approfondimento per i meno pigri:
  • Bertani, ovvero cosa c'è dietro la vicenda Cipro;
  • Scanzi, ovvero un bell'approccio "laico" su Grillo e il M5S;
  • Travaglio, ovvero uno dei pochi a difendere ancora i grillini dal fuoco incrociato dei media, che magari avessero riservato la stessa intransigenza a tutti i politici negli ultimi vent'anni...

lunedì 18 marzo 2013

UN SENSO NON CE L'HA

Da sinistra a destra, e non a caso, l'evoluzione di un partito che con Renzi
segretario, e Presidente del Consiglio, potrebbe direttamente adottare per
simbolo uno scudo crociato con la scritta "libertas". La sinistra in Italia può
essere salvata solo da Grillo, e Bersani pare addirittura essersene accorto
prima che sia troppo tardi, solo che non pare ancora disposto a pagare il
prezzo giusto: l'appoggio a un governo Grillo, su punti scelti da quest'ultimo
Avete presente quando una moglie (o un marito se preferite - un esempio vale l'altro), dopo aver trascurato per mesi i propri doveri coniugali, magari intanto flirtando col vicino di casa, quello grigio ma ricco, ma proprio alla luce del sole che quando il marito (o la moglie, è lo stesso, non lo ripeto più) glielo rimprovera risponde "e se fosse? è una persona splendida, mi rispetta, e farebbe di me una regina!", e quando il marito non ne può più e se ne va di casa, anzi nemmeno: quando (dopo mesi che se n'è andato di casa ed è rimasto da solo in un seminterrato senza che lei lo chiamasse nemmeno per dirgli come stai) finalmente si innamora e si mette assieme a una brava ragazza, lo va a trovare nuda sotto il trench e gli promette se torna a casa e  per il resto della vita non solo faville a letto ma anche totale dominio sul telecomando in occasione delle partite di calcio?
Ce l'avete presente? ecco, allora avete un'idea di cos'è il Partito Democratico e sta storia degli 8 punti di Bersani.
Nato dall'idea, corretta in tempi di maggioritario uninominale a turno unico ma assurda con altre leggi elettorali, che si vincono le elezioni conquistando gli elettori indecisi al centro dello schieramento, togliendo la S di Sinistra dal nome ha via via dimenticato ogni richiamo a quella corrente di idee da cui lombi pure esso discende, per finire a flirtare apertamente con un professore di ortodossia monetarista, cioè un economista di destra: un conto è il senso di responsabilità e cortesia istituzionale nel dargli la fiducia (e forse era anche opportuno non accollarsi di governare quando c'era da mettere una pezza ai guai creati dal solito criminale, mettendo le solite mani nelle tasche degli italiani), un conto è avallarne ogni scelta e ogni progetto politico di lunga durata (il fiscal compact significa legarsi mani e piedi al monetarismo per vent'anni), per non dire della ripetuta e ostentata dichiarazione di fedeltà al "professore" e al suo progetto durante tutta la campagna elettorale ("staremo con Monti anche se avessimo la maggioranza anche al Senato", il tocco finale).
Quando tutti o quasi celebravano questo partito-senza-senso come vincitore sicuro delle elezioni a venire, al punto che le primarie sembravano avere in palio direttamente la Presidenza del Consiglio, questo blog era tra le poche voci che disperatamente urlava alla moglie fedifraga che se continuava a lasciare solo quel marito fatto di milioni di elettori potenziali qualcuno se lo sarebbe raccattato. Solo dopo mesi di parole inutili, che come poi si è visto popolavano queste pagine ma anche le teste di milioni di persone sempre più deluse, mi sono deciso ad accantonare le pur espresse perplessità verso il Movimento 5 Stelle e abbandonare il PD al suo destino. La cosa più sorprendente è la prevalenza, oggi, tra chi invece è rimasto fedele (per paura, accecamento o chissà cosa) a quel progetto fallimentare, del rancore nei confronti dei tre milioni e mezzo che lo hanno mollato, piuttosto che nei confronti della classe dirigente che ha causato questa diaspora.
Se i piddini residui, intellettuali o presunti tali in testa, avessero ancora un briciolo di amor proprio, dovrebbero costringere Bersani D'Alema Finocchiaro e compagnia bella (Veltroni non serve, forse finalmente ha trovato lavoro, presso l'editore che non nominava da avversario...) a ritirarsi dalla politica per manifesta incapacità, anziché firmare appelli col malcelato obiettivo di mettere nel sacco e neutralizzare, in nome di un presunto senso di responsabilità, la novità che si manifesta. Gli otto punti dovevate dirli prima, negli ultimi mesi se non negli ultimi anni, adesso il massimo che vi è concesso, per dimostrare voi il senso di responsabilità che dite manchi agli altri, è di votare la fiducia a un governo guidato dai veri vincitori delle elezioni o almeno da qualcuno da loro indicato.
Certo, è già qualcosa che pur di governare questi si spingano a dire cose di sinistra, tipo "ridiscutere gli accordi europei perché mirino più che al rigore alla piena occupazione", ma non basta: bisogna fare qualcosa che dica chiaramente "abbiamo sbagliato, non sappiamo che farcene di un partito che rincorre il voto moderato, rifacciamo il PDS", lasciare che Letta Renzi e tutti i residui ex-democristiani vadano con Monti, e modellare il nuovo soggetto politico sulla falsariga di tutte le novità rilevanti lanciate da Grillo. E certo, è già qualcosa avere eletto presidenti delle camere due facce quasi presentabili anziché gli sputtanatissimi Franceschini e Finocchiaro (entrambi, o uno dei due con Casini o Fini) che avremmo avuto senza il successo di Grillo alle urne, ma non basta: bisogna ammettere che appunto ciò è merito di Grillo e dell'aria nuova che ha portato, non tentare di appropriarsi di meriti non propri e magari di governare accaparrandosi qualche senatore qui e qualcun altro lì, e dunque proporre non dico Grillo ma almeno una personalità da lui indicata come Presidente del Consiglio di un governo di scopo, prima di farsi oggi i belli con punti programmatici che ieri si era lasciato fossero bandiera di altri.
Questo però sarebbe possibile se in casa PD si ragionasse davvero nell'interesse della Nazione come si ostenta di fare. Purtroppo invece il motore è sempre costituito dai soliti interessi di bottega, per cui la cosa più probabile è che si useranno tutti gli escamotage, presentabili o meno, per andare al governo lo stesso, magari coi voti dei montiani e di qualche grillino convinto dalla logica del meno peggio come per Grasso, magari coi voti di qualche berlusconiano in fuga dopo che finalmente avranno messo fuori gioco il boss, ma attenzione! sarà per attuare le politiche recessive monetariste made in Euro(pa) che distruggeranno definitivamente il tessuto economico-sociale italiano, e ciò potrà avere solo due sbocchi, a seconda se nel frattempo il Movimento 5 Stelle terrà serrate le fila o meno:
  1. pochi mesi di navigazione problematica e crisi economica galoppante, al termine dei quali  il M5S prende il 50% (e questo sembra essere anche l'obiettivo della linea politica di chiusura scelta da Grillo, che possiamo pure giudicare un azzardo, ma allora come giudichiamo una scelta del PD che favorirebbe questo sbocco?);
  2. qualche mese in più, ma nel frattempo il M5S si scioglie come neve al sole, e gli spazi aperti al centro dalla fine del berlusconismo spingono Renzi alla spallata finale con presa del controllo del PD e del successivo governo (che sarebbe di destra monetarista, mentre il PD avrebbe completato la sua metaformosi in una novella Democrazia Cristiana, al che io vorrei chiedere ai miei amici di sinistra, che tanto mi criticano per le mie recenti scelte di campo: ma a voi piacerebbe, poter dire di aver vinto, a questo costo?).
In realtà c'è anche un terzo scenario (meno probabile perché il tempo passa per tutti e tra tanti finti impedimenti uno vero prima o poi potrebbe colpire) a metà strada tra i due: i grillini si sfasciano subito, il PD non riesce a combinare niente, e a giugno rivince Berlusconi alla testa di un "no all'Euro" che punta a uno scenario sudamericano, ma non di quelli odierni, di quelli anni 70 in cui si muoveva tanto ma tanto bene il neoeletto pontefice...
Insomma, cari i miei intellettuali del PD, cari i miei amici di sinistra, c'è poco da scherzare col fuoco: se volete ci sia ancora posto in Italia per un grande partito di sinistra dovete cambiare immediatamente obiettivo, smetterla di tirare addosso al grillino che fino ad ora ha salvato l'Italia e il vostro culo e forse può salvare anche l'Europa, e mettere al centro del mirino il vostro stesso gruppo dirigente, che sta lavorando alacremente per rendere impossibile l'unico scenario di salvezza (un incarico a Grillo o a chi per lui, con tutti i "non centristi" del PD a dargli fiducia su una piattaforma a termine), perché la smetta subito, prima che sia troppo tardi per tutti, e in primis per voi.
Poi non dite che non eravate stati avvisati.
...
Ed ora qualche approfondimento.
Se su Micromega, ovvero Repubblica, ovvero il maggior nemico di Grillo, e perciò particolarmente significativi, possiamo leggere commenti del tipo:
allora su Mentecritica non può sorprendere leggere commenti come:
  • l'informazione mainstream che oggi fa le pulci ai grillini fino a ieri da tutti gli altri ha accettato di tutto;
  • ai grillini viene rimproverato tutto e il contrario di tutto, e occhio che qualunque sia l'esito se va qualcosa storto comunque è colpa di chi li ha votati;
  • l'unico modo di mettere alle strette Grillo è di affidargli l'incarico di governo e dargli la fiducia sarebbe anche furbo oltre che opportuno.
Ma è su Cadoinpiedi che bisogna andare a scovare la notizia, che non avete certo ascoltato al tiggì, che il fiscal compact, che lo scorso parlamento italiano approvò in fretta e furia con tanto di legge costituzionale per il pareggio di bilancio in Costituzione, è stato bocciato dalla Germania. Si, avete letto bene. Il PD i centristi e il PDL ci hanno condannati a 20 di recessione, Grillo ha vinto le elezioni anche per questa ragione, e se forse ora in Italia si torna a parlare di politica monetaria di stampo keynesiano sarà solo merito suo, per chi ancora ragiona con la sua testa. Altrove, dove i partiti di centrosinistra esistono ancora, il parlamento sia pure in mano al centrodestra rimanda la ratifica di un patto così impegnativo all'esito delle prossime votazioni. Forse anche dopo aver dato uno sguardo allo tsunami accaduto da noi....

lunedì 11 marzo 2013

CI SONO FOTO E FOTO

In attesa che la situazione politica si sblocchi (e si sbloccherà solo con un incarico di governo a Grillo che riceva la fiducia grazie ai voti di Sel e della componente diessina del PD, con i centristi che andranno con Monti a sancire la fine del partito-Frankenstein, pace all'anima sua: quando si dice il wishful thinking...), il blog lo alimento con due note di Facebook, relative a due eventi in svolgimento a Roma in questi giorni, cui invito a partecipare. Chi ha spazi come questo, per quanto poco seguiti, ha il dovere di tenerli in vita anche quando ha poco tempo di riempirli di commenti originali, a parte che segnalare appuntamenti culturali aderenti alla propria linea è funzione precipua di un blog in genere e in particolare questo ha già fatto la propria modesta eco ad iniziative meritevoli di varia natura.
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Donne viste da donne
Anche quest'anno, l'Associazione Culturale Femminile Plurale è lieta di invitarvi all'inaugurazione della terza edizione della mostra collettiva "Donne viste da donne", che - in armonia con l'attualità che ci circonda - getta uno sguardo al femminile sulla crisi.
La mostra, curata come sempre dalla Associazione Culturale Femminile Plurale, è stata inaugurata il 9 marzo e durerà fino al 24, in via del Verano 27 (angolo via dei Piceni 56) presso il ristorante ZeroZero100.

Pig iron
Giovedì 14 Marzo, alle ore 18.30 presso l’Art Core Gallery, in via dei Marrucini 1/1a a Roma, il fotografo Giulio Di Meo presenterà il libro "Pig Iron". Una pubblicazione sulle gravi ingiustizie sociali e ambientali commesse dalla multinazionale Vale negli stati brasiliani del Pará e del Maranhão, tra i più poveri del paese. Un libro che racconta la quotidianità delle persone che vivono lungo la ferrovia del Carajas e dei loro disagi nell'abitare una regione dove corrono 100 milioni di tonnellate di ferro ogni giorno. Non solo rifiuti e detriti, ma anche aria avvelenata, terreni intossicati ed esausti, pozzi d’acqua prosciugati, caos sociale. Attraverso le fotografie di Di Meo e i testi di Dario Bossi, missionario comboniano impegnato da anni per supportare le comunità locali, il libro documenta queste ingiustizie attraverso la resistenza e la speranza delle comunità. Il progetto editoriale oltre a raccontare la storia di queste persone, vuole essere strumento per contribuire a combattere queste ingiustizie e mezzo di informazione, sensibilizzazione e strumento di coinvolgimento per azioni concrete e solidali. Un libro indipendente e autoprodotto, per cercare di proporlo ad un prezzo accessibile a tutti e per destinare parte del ricavato ad un progetto teatrale portato avanti dai giovani della compagnia “Juventudes pela Paz” di Açailândia nel nordest del Brasile.
Durante la serata organizzata dall'associazione Shoot4Change, Di Meo parlerà del suo modo di intendere il reportage attraverso una fotografia contraria alla spettacolarizzazione delle immagini, che ci ha assuefatto al dolore e alla miseria e che ha omologato le coscienze. Una fotografia che cerca di raccontare la quotidianità, la voglia di vivere e la forza di lottare che possiedono coloro che vivono in contesti sociali difficili. Una fotografia che cerca di risvegliare la nostra indignazione e, al tempo stesso, restituire dignità a chi vive ai margini di questa stessa società. Una fotografia fatta di lotta, rabbia, indignazione ma anche di amore, passione, speranza. Inoltre, l’autore mostrerà alcuni dei sui lavori: da “Riflessi Cubani”, uno spaccato della vita cubana, a “Tra cielo e terra”, sugli abitanti delle favelas brasiliane di Rio de Janeiro; da “Avenida Dandara”, un’occupazione urbana nella periferia di Belo Horizonte, dove vivono 900 famiglie che rischiano di essere sfrattate a causa della speculazione immobiliare, a “Slowly”, un lavoro sul popolo saharawi costretto a vivere in campi profughi da 30 anni.
Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili. (Bertold Brecht)

mercoledì 6 marzo 2013

VIVA LA LIBERTA'!

Le parole che non ti ho detto...
Se nei prossimi giorni accomodandovi al cinema trovate la spalliera della sedia davanti rosicchiata, non preoccupatevi, non sono topi: guardando bene troverete il chiaro segno di morsi umani. Allora potrete essere certi di due cose: a quel cinema è stato proiettato Viva la libertà di Roberto Andò, e sulla vostra poltrona stava seduto un elettore del PD, che man mano che andava avanti la proiezione è passato dalla sorpresa alla rivelazione per finire alla rabbia più cieca, che dimenticando il politically correct tipico del suo partito sfogava contro velluto e imbottiture per non mangiarsi le mani fino al gomito e finire la serata al pronto soccorso. Sarebbe bastato infatti - è questo il pensiero che presto si impadronisce dello spettatore - che Bersani fosse stato, se non sostituito da un gemello filosofo e un po' matto, costretto alla visione di questo film per giorni e notti, con tanto di spilli alle palpebre (a proposito di citazioni cinefile, stile Dario Argento), fino ad assumere subliminalmente quel tanto dei contenuti della pellicola sufficiente a stravincere le elezioni "senza se e senza ma". Il Bersani "ricondizionato", infatti, anziché insistere sull'alleanza con Monti (in quanto necessaria in caso la vittoria piena al Senato fosse mancata ma opportuna anche se fosse venuta) per tentare pateticamente di pescare tra quei tre o quattro indecisi di centro, avrebbe trovato le parole per gettare le reti nel banco di acciughe che erano i milioni di elettori di sinistra che un partito come il suo avevano già deciso di non votarlo più, ed erano pronti al non voto quando le reti le ha buttate Grillo, indisturbato se non da Berlusconi.
C'è una scena tra tutte capace di far sprofondare nella sedia anche il piddino più convinto, la riporto in foto: è quando il gemello "pazzo" catapultato sul palco allestito dai creativi del partito indica le parole accozzate a far  da sfondo per dire con certezza, senza averle lette, che lì ne mancava una: Passione.
Dopo il film, anche il piddino più estremista (scusate l'ossimoro) non dico che capisce gli elettori di Grillo, ma almeno smette di incolparli, riconoscendo che se si perdono quasi 4 milioni di elettori poi non si può dare la colpa agli altri. E magari ammette che intanto è merito di Grillo se il suo partito ha ricominciato a dire cose di sinistra, perché a Bersani evidentemente serviva proprio una scoppola di questa portata. Con un po' di buona volontà, può anche capire che non è vero che ora si spalancano le fauci del populismo a ingoiare la democrazia e quelle della speculazione finanziaria a punirci per l'ingovernabilità, anzi, potrebbe succedere persino che il peso dell'Italia nelle decisioni europee ricresca, e si arrivi davvero paradossalmente a salvare l'Euro e tutto di quello di buono che potrebbe portare se fosse una moneta sovrana gestita con l'obiettivo primario di garantire che tutti i cittadini dell'Unione Europea abbiano un lavoro e quelli che non ci riescano abbiano un reddito di sostentamento.
Ma questa è materia di analisi politiche, che bisogna lasciare a quando le cose si saranno un minimo sedimentate. Ora è tempo, dopo aver pianto un eroe della democrazia che passerà alla Storia per aver innescato il risorgimento sudamericano, di andare al cinema.

domenica 3 marzo 2013

CAMBIO

Il titolo giusto di questo post me lo sono giocato mesi fa: l'anno che è venuto è stato il primo senza Lucio, che domani avrebbe compiuto settant'anni e infatti i suoi amici gli faranno una festa che peccato non esserci anche se la fanno in tivvù.
La vita di Dalla è stato un continuo sottrarsi alle irreggimentazioni, alle etichette di qualsiasi tipo, alla prigione che ciascuno si costruisce con le proprie stesse scelte per paura di contraddirsi o malintesa coerenza. Ma anche di questo ho già parlato, oggi è solo un saluto, un ricordo di quelli che il calendario ti induce a fare. Io il 4 marzo, per dire, mi sono pure laureato, qualcosa come ventisette anni fa.
In realtà, forse, cercavo un pretesto per un rimprovero affettuoso a tutti i compagni, e uso appositamente una parola desueta, diventata tale purtroppo proprio per colpa di chi ha creduto che i proletari non esistessero più e che se la sinistra voleva vincere le elezioni bisognava trasformare il partito fino a farlo diventare di destra, che in questi giorni sono accecati dall'odio per chi non potendone più ha smesso di seguire questi dirigenti politici sciagurati, avendo il coraggio di cambiare. Come Lucio quando lasciò i lustrini sanremesi per scrivere il trittico di capolavori con Roversi a costo di ritrovarsi con le pezze al culo: è da quella antitesi che nacque la sintesi della sua maturazione artistica che gli fruttò tra l'altro anche la ricchezza materiale. Amici, compagni, rilassatevi, che a sentire le parole di Bersani di questi giorni (non vedete come è cambiato? e se non vuole sparire deve cambiare ancora, dire cose di sinistra a costo di fare scappare dal PD gli ultimi due "moderati" che lo votano...) forse Grillo ha salvato la sinistra italiana, e con essa l'Italia e l'Europa. Dico forse, ma questo almeno significa che è meglio aspettare un po' prima di lanciarsi in giudizi di cui ci si potrebbe pentire. Dico forse, anche perché se non approfitta di questa sconfitta per cambiare, e tornare sinistra, la sinistra italiana poi non deve prendersela con gli altri.
E allora ci azzecca e come un saluto ecumenico del duo Dalla/Roversi, ritrovatisi anni dopo per scrivere tra l'altro questo capolavoro dal titolo tabù, tratto da un album dal titolo di estrema attualità, che quindi estendo al post.

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