venerdì 29 ottobre 2010

DIZIONARIO AGGIORNATO DELLA LINGUA ITALIANA

Si sa che la lingua è cosa viva, in perenne evoluzione. I termini politica e democrazia, ad esempio, nati come tradisce l'etimologia nella Grecia classica ad indicare letteralmente e rispettivamente l'occuparsi della propria città-Stato (dice bene questo contributo serio da Strill.it) e il governo del popolo, si sono via via trasformati in:
  1. politica: quella cosa brutta e sporca che se sei tagliato ad occupartene hai svoltato sennò sei un poveraccio che a quelli tagliati ad occuparsene può al massimo chiedere dei favori ma in ogni caso a te non interessa minimamente tanto sono tutti uguali;
  2. democrazia: forma di governo per cui formalmente il potere è del popolo ma poiché per esercitarlo bisogna conoscere le questioni in cui si estrinseca, cioè la politica (vedi sopra), e siccome conoscere è faticoso richiede studio e crescita personale e a te invece piace stare davanti alla tv a vedere le partite o i reality allora se ne andassero a fanculo tanto è tutto un magna magna, allora sostanzialmente il potere è dei politicanti e di quelli che li pagano e tu ti limiti ogni tot anni a dare il voto a quello che ti pare o meglio a quello che ti ha promesso o meglio ancora fatto quel favore, sempre che quel giorno non hai di meglio da fare (e capita sempre più spesso...).
Se gli esempi sono chiari, possiamo dare adesso gli ultimi aggiornamenti al dizionario italiano, suggeriti dalla cronaca:
  • abiezione morale: comportamento che fa guadagnare voti, tramite il processo di identificazione (se fossi al posto suo farei lo stesso, lui lo fa, viva la faccia!), specie se riguarda tanti soldi o sesso con minorenni o comunque ragazze giovani e carine;
  • cena privata: festino con vari personaggi di livello sociale elevato, tra cui direttori di telegiornali, in cui manutengoli di agenzie di spettacolo et similia introducono alcune ragazze dall'età indefinita ma dal fisico invidiabile, tenute a ricambiare eseguendo un antico rituale africano segreto (di cosa si tratti ce lo dice la De Gregorio in un bellissimo quanto incazzato editoriale, di vederlo per noi comuni mortali non se ne parla: dobbiamo accontentarci della versione di Elio e le storie tese);

  • regalino: falso diminuitivo, nella nuova accezione può arrivare a 30 mila euro in contanti e un'autovettura Audi, della vecchia definizione resta l'assenza di corrispettivo, almeno a sentire le dichiarazioni dell'interessata, a meno che "niente" non sia utilizzato nella nuova accezione (vedi sotto);
  • niente: forse per traslazione dalla locuzione "tubino nero con niente sotto", indica, nell'espressione "ricevere un regalino dando niente in cambio", un luogo fisico preciso, situato sotto il tubino o altro indumento adeguato, caratterizzato appunto da una cavità, un vuoto da riempire, ammesso che si sia (ancora) in grado di farlo;
  • igienista dentale: sinonimo già di molti termini, come ex-soubrette e consigliere regionale, oggi sta anche per persona disponibile all'affidamento di altra persona (la citazione integrale è "Ho solo fatto una telefonata per trovare qualcuno che potesse rendersi disponibile all'affidamento per una persona che ci aveva fatto a tutti molta pena e ci aveva raccontato una storia drammatica a cui noi avevamo dato credito");
  • riforma della giustizia: riforma dei giudici, in modo che non rompano le scatole al Capo, della giustizia e di quanto sia lunga e iniqua nei confronti dei semplici cittadini, la penale si ma la civile ancora di più, non ce ne frega un emerito tubo (da non confondere col tubino);
  • bestemmia: espressione da contestualizzare, se l'autore mantiene l'esenzione dell'ICI a tutti i beni della Chiesa e il timone del suo governo sulla rotta del confessionalismo (la cosiddetta famiglia tradizionale, gli aumenti ai soli insegnanti di religione, la truffa dell'otto per mille, eccetera); in tutti gli altri casi è peccato mortale con la pena accessoria dell'espulsione da tutte le televisioni del Regno (Leopoldo Mastelloni e Stella Pende, chi erano costoro?);
  • cugina disperata: assassina e/o occultatrice di cadaveri; la nuova accezione suggerisce a chiunque gli sparisca un parente o un amico di non fare appelli o rilasciare interviste addolorate, pena il ritrovarsi - e giustamente - nei panni del principale indagato.
Si registrano infine alcune singolari inversioni di significato, come nel caso di emergenza / ordinarietà o meglio ancora pace / guerra. Per quest'ultima abbiamo un filmato (da Wikileaks, a metà di questo articolo di Grimaldi) ma occhio che vedere i nostri eroi che sparano alle ambulanze e ai nemici già a terra feriti ripetendo espressioni come "annichiliamolo" potrebbe causare pericolosi risvegli di coscienza, cui si potrebbe non essere preparati: magari viene voglia di vomitare, o di rioccuparsi di politica...

martedì 26 ottobre 2010

SALVE



Sto leggendo Terroni di Pino Aprile, dice cose che sapevo ma tutte assieme non avevo mai letto, e con tanta abbondanza di dati; ne riparlerò a mente fredda, perché a caldo provoca tanta di quella rabbia che ne sconsiglio la lettura ai cerini. Oggi mi serve riportare una tesi che dimostra ampiamente: il Sud Italia è stato scientemente invaso depredato portato alla rovina economica e solo così è stato possibile lo sviluppo del Nord, e i suoi abitanti sono stati ingannati massacrati deportati rovinati e infine costretti a emigrare a milioni. Facendo la ricchezza dei posti dove sono emigrati, America poi Europa poi triangolo industriale italiano.
Oggi è stato presentato il consueto rapporto annuale sulla migrazione della Caritas Italiana. Se non vi accontentate di un riassunto, potete leggervi il dossier per intero. Vi si dimostra inoppugnabilmente che gli immigrati sono una risorsa ormai imprescindibile per il nostro Paese, che come facemmo noi altrove loro qui danno molto più di quanto prendono, persino che la loro presunta maggiore tendenza a delinquere è un'invenzione dei media ad uso di un padrone politico che fonda il consenso sulla paura.
Su un problema particolare della condizione degli immigrati si sofferma invece un recente libro di Alessandra Sanella: Salute transculturale, percorsi socio-sanitari. Parla appunto della multiculturalità all'interno delle strutture sanitarie, e della tutela e promozione della salute presso le popolazioni migranti, ragionando in termini sia di teorie sociologiche che di ricerche empiriche. Da acquistare e leggere, perché è esattamente di questo che c'è bisogno, oggi: studiare e capire le cose. Tutti.
Altrimenti vincono i luoghi comuni: del Sud ladro ed ozioso ai danni del Nord ricco e operoso, dell'immigrato invasore e delinquente che ci ruba il lavoro e mina i sacri valori cristiani. Su questi stereotipi si basano alcune fortune politiche e tanta tanta falsa coscienza di troppi di noi. Slogan urlati così da farli introiettare senza capire, nel quadro di una strategia mediatica da decenni mirante all'istupidimento collettivo e individuale di tutti noi sudditi, per farci allontanare dalla politica, quando invece la democrazia può esistere davvero solo dove noi cittadini ci interessiamo e ci informiamo analiticamente sulle questioni, per prima cosa, e poi, votiamo.
Senza questa falsa coscienza, non si può acconsentire di uccidere innocenti chiamando la cosa missione di pace, di depredare nove milioni di persone chiamando la cosa unità, di respingere disperati chiamando la cosa sicurezza. Una sapienza antica dice che quando uno si presenta alla tua porta per prima cosa devi salutarlo, sugli zerbini c'è scritto SALVE, e non è un caso che il verbo e la formula derivino da salus, la salute, la prima cosa che si augura e che conta per tutti. Come diceva pure Massimo Troisi...

giovedì 21 ottobre 2010

COL FILTRO

Ho ricevuto un messaggio privato su Facebook che mi contesta beffardamente l'autodefinirmi "controinformatore" quando non farei altro che unirmi al coro antiberlusconiano tenuto da un elenco di soggetti e testate di TV e giornali che non riporto tanto sono prevedibili. Il messaggio non proviene da uno dei miei "amici", il che forse significa che questo blog comincia ad essere relativamente seguituccio (qui le statistiche degli articoli postati anche sulla piattaforma Net1news, niente male davvero...), forse dimostra i problemi di privacy connessi all'utilizzo dei social network, di cui personalmente non m'importa ma di cui dovrebbe essere meglio edotto (e messo in grado di intervenire molto più facilmente di quanto non sia) chi invece ci tenesse. A quel signore ho dato una risposta privata dal tono cortese incrinato soltanto un minimo per rimproverargli di essere scarsamente originale nel ripetere la (falsissima e facilmente dimostrabile tale) giaculatoria berlusconiana sull'informazione (come la giustizia) tutta in mano alla sinistra. Ma evidentemente anche un piccolo blog come questo necessita ogni tanto che il suo estensore torni sulla linea editoriale...
Un vecchio saggio di Giovanni Sartori, uno dei pochi che in Italia capisce davvero di politica e infatti da sempre tenuto fuori dalla stessa, ha descritto agli albori dell'era berlusconiana l'analfabetismo di ritorno costituito dal prevalere della televisione sugli altri mezzi di comunicazione, e i rischi connessi. La televisione privilegia l'immagine alla parola, e per ciò stesso produce una regressione nel, del, o meglio dal pensiero. Un popolo che non legge libri e quotidiani, ma guarda tanta TV, è facilmente manipolabile. L'immagine è autoevidente, quindi stabilire quali immagini devono giungere al telespettatore è eminentemente politico, quindi stabilirsi nella posizione di chi controlla il mezzo è precondizione della presa del potere. Tutto questo avveniva infatti, secondo piani di cui si è rinvenuta copia nella borsa di Licio Gelli e che lo stesso oggi rivendica orgogliosamente, molti anni prima della famosa "discesa in campo". E qui risiede il peccato originale degli ultimi diciott'anni di vita politica nostrana, l'aver consentito a un concessionario di pubblico servizio di essere eletto in Parlamento, da cui derivano tutti gli altri mali.
Qui, caro il mio amico-non-amico-di-Facebook, destra e sinistra non c'entrano nulla, tanto è vero che l'ingresso di Berlusconi in politica è avvenuto a destra dichiaratamente perchè a sinistra i posti erano occupati, e ha spinto dall'altra parte, che da allora è improprio chiamare sinistra, tutta una serie di personaggi a lui incompatibili per motivi vari, dall'amor proprio all'opportunismo, altrimenti ascrivibili alla destra: da Montanelli a Travaglio a Fini (Massimo, di Gianfranco ancora dobbiamo vedere), passando per Dini, Letta jr e Di Pietro. E non c'entrano nulla nemmeno le trasmissioni "avversarie" del premier, Anno zero, Ballarò, Report, Crozza Italia, Parla con me: lì è ancora il linguaggio verbale a dominare, dunque il loro target è poca cosa rispetto al grosso del pubblico televisivo; se vengono attaccate non è perchè siano realmente pericolose ma per voglia di stravincere, e soprattutto per dire a nuora perchè suocera intenda. La politica berlusconiana, infatti, passa per i telegiornali infarciti oltremisura di cronaca nera, i rotocalchi di finto approfondimento mattutino e pomeridiano, i fustigatori superficiali di Striscia e Le iene, il sistema di valori introiettato nei giovani generazione dopo generazione da talent show, reality, finti processi e finte liti familiari, insomma tutto l'ambaradam messo su fin dagli anni 80 per spingere gli italiani a disinteressarsi della politica, cioè dei loro stessi interessi materiali. I programmi di approfondimento verbale possono incidere ben poco, in tutto ciò, e infatti per attrarre spettatori la buttano sul comico o sulla rissa, o rimestano nel torbido come Vespa (il vero "servitore" pubblico: dovesse emergere un nuovo padrone di sinistra, lo vedremmo saltare verso di lui meglio di Ferruccio Soleri). Dire a nuora perchè suocera intenda: queste trasmissioni vengono attaccate non perchè si teme che possano convincere un berlusconiano a diventare anti o perchè zittendole si speri che diminuiscano gli antiberlusconiani, ma con la stessa logica per cui venivano sterminati gli indiani in riserve sempre più piccole, la stessa per cui è sempre colpa dei Rom: accreditare ulteriormente presso i berlusconiani l'immagine fasulla del loro beniamino come salvatore della Patria accerchiato. La manutenzione della maschera sul volto del tiranno.
A proposito Beppe Grillo proclama che la televisione è morta, ma il suo è un annuncio in stile televisivo, con annessa speranza di autoadempiersi, a favore della Rete. Ma ancora Sartori nello stesso vecchio libro avvertiva non c'è differenza di sintassi tra la Tv e il web, e infatti anche qui chi privilegia la logica razionale del linguaggio verbale già si trova in minoranza, disperso in un flusso troppo grande di informazioni scritte in linguaggio visivo o paravisivo. E anche riuscendo ad evitare queste ultime, orientarsi nel flusso informativo nel mare magno di Internet può essere davvero troppo dispendioso per una persona mediamente impegnata. E' dalla percezione di questa esigenza, dal faticoso apprendimento ad assolverla, che nasce la voglia di condividere attraverso un blog gli strumenti appresi. Come aver scoperto un filtro che rende l'aria un pochino più respirabile, e volerlo condividere con amici e conoscenti intanto, e poi non si sa mai. Ci sarà anche dell'esibizionismo, ma senza introiti monetari, e chi non condivide il criterio di questo filtraggio può semplicemente allontanarsi. Invece il criterio secondo cui è stato scientemente riplasmato questo Paese, e che c'entra molto meno con sinistra e destra che con gli interessi personali di un soggetto senza scrupoli, informa la vita di tutti noi in maniera sempre più pervasiva e imprescindibile: dopo la "riforma" della scuola, arrivano quella della giustizia e quella del fisco, e visto quanto si è già potuto capire del federalismo fiscale saremo sempre gli stessi a piangere.

domenica 17 ottobre 2010

IL MALE DELL'ITALIA: IL FAMILISMO AMORALE

L'ho sentito nominare da una psicologa intervistata alla radio a proposito del caso Scazzi, con la cuginetta fermata prima per occultamento di cadavere (e su Facebook comincia a girare una esilarante battuta di un lettore di Daniele Luttazzi, tale Eddie Settembrini: indagati Piersilvio Berlusconi e Sabrina Misseri, tempi duri per chi aiuta suo padre a occultare le cose) poi addirittura per omicidio: ancora manca qualcosa, ma l'ultima ricostruzione fa meno acqua della prima, secondo cui il padre aveva fatto tutto da solo e la cugina disperata per un ritardo di minuti telefonava a Sarah non sentendo il telefono che squillava a pochi metri. Quel tanto che è mancato, quel qualcosa che manca, e in fondo tutta la vicenda, si può dire figlia del Male Primo di noi italiche genti: il Familismo Amorale.
L'ho studiato, mi ricordo che è una validissima categoria sociologica, aiuto la memoria (manco a dirlo) con Internet, e manco a dirlo il primo risultato è da Wikipedia. Che però è da evitare solo quando tenta di sintetizzare questioni controverse e complesse, invece quando riporta voci che richiedono documentazione da poche univoche fonti va benissimo. Copio e incollo l'elenco delle implicazioni logiche del familismo amorale, redatto da Banfield, lo studioso che per primo introdusse il concetto nel 1976:
  • nessuno perseguirà l'interesse comune, salvo quando ne trarrà un vantaggio proprio; 
  • chiunque, persona o istituzione, affermerà di agire nell'interesse pubblico sarà ritenuto un truffatore; 
  • solo i pubblici ufficiali si occuperanno degli affari pubblici, perché pagati per farlo, i cittadini non se ne occuperanno e se lo facessero verrebbero mal visti; 
  • i pubblici ufficiali saranno poco controllati, perché farlo è affare di altri pubblici ufficiali soltanto; 
  • i pubblici ufficiali non si identificheranno con gli scopi dell'organizzazione che servono, e i professionisti mostreranno una carenza di vocazione o senso della missione; entrambi useranno le proprie posizioni e le loro particolari competenze come strumenti da usare contro il prossimo per perseguire il proprio vantaggio personale; 
  • il pubblico ufficiale tenderà a farsi corrompere, e se anche non lo farà sarà comunque ritenuto corrotto; 
  • non ci sarà alcun collegamento tra i principi astratti, politici o ideologici, ed il concreto comportamento quotidiano; 
  • la legge sarà trasgredita ogni qual volta sembrerà possibile evitarne le conseguenze; 
  • il debole vedrà con favore un regime autoritario che mantenga l'ordine con mano ferma; 
  • sarà difficile creare e mantenere una qualsiasi organizzazione, perché ciò richiede una certa dose di disinteresse personale ed identificazione e lealtà verso l'interesse dell'organizzazione; 
  • non vi saranno né leader né seguaci, poiché nessuno sarà interessato a sostenere l'impresa, tranne se motivato da interesse personale; 
  • il voto verrà usato per assicurarsi vantaggi materiali di breve termine, più precisamente per ripagare vantaggi già ottenuti, non quelli semplicemente promessi; 
  • oppure il voto verrà usato per punire coloro da cui ci si sente danneggiati nei propri interessi, anche se quelli hanno agito per favorire l'interesse pubblico; 
  • gli iscritti ai partiti tenderanno a rivendersi a partiti più favoriti, determinando l'instabilità della forze politiche.
Ditemi se non vi quadra. Se siete meridionali come me, avete sicuramente fatto delle esperienze che vi confermano questo quadro: avere a che fare con famiglie che fino a che sei dei loro fanno di tutto per aiutarti a risolvere anche seri problemi, ma dal momento che diventi uno degli "altri" praticamente non esisti, se ti va bene. Ma il virus, probabilmente causato da secoli di caos politico e sociale, in cui appunto la famiglia è l'unica istituzione su cui contare, e favorito nell'attecchire dall'etica cattolica (ancora oggi pesantemente schierata per la "famiglia tradizionale" al punto da avversare ferocemente ogni altra forma di aggregazione sociale, vedi vicenda Pacs o Dico o come cavolo volete chiamare le unioni di fatto) con la sua specialissima concezione della responsabilità personale, il virus dicevo ha avuto buon gioco ad infettare tutto il Paese, che è stato unito da un processo coloniale e posticcio con la retorica patria di stampo fascista a costituire l'unica fragile identità nazionale. Non sto quindi facendo un discorso antimeridionalista, ci mancherebbe; d'altronde, è la Lega Nord il campione di familismo amorale della politica italiana di oggi, e non parlo solo della Trota eletta Delfino ovvero del figlio di Bossi: basta pensare a come difende Berlusconi contro l'evidenza quando sta al governo con lui, e a come lo attaccava senza peli sulla lingua quando ci aveva litigato.
Insomma, perché l'Italia abbia qualche speranza, occorre che ciascuno di noi si affranchi dal familismo, e passi valori diversi alle persone sulla cui educazione incide, figli allievi eccetera. Altrimenti anche quando il mondo della decrescita si affermerà, e lo farà senz'altro, per motivi fisici, come ho detto più volte possiamo solo scegliere se e come governare il processo o rinunciare e subirlo, ricadremo senza dubbio tra le grinfie dell'unico modello sociale con radici profonde che abbiamo. Una famiglia nel cui seno accade tutto e il contrario di tutto, dalla consolazione alla costrizione, dalla salvezza alla abiezione.

giovedì 14 ottobre 2010

UNO SU MILLE?

Come in uno dei tanti giri di mail, ho sottoscritto un appello online e invito tutti a fare altrettanto, QUI. Lo so che la speranza di impatto concreto di queste cose è minima, ma quello che conta in chi come noi, blogger e lettori di controinformazione (e la "e" è associativa degli attributi più che elencativa), cerca di realizzare le potenzialità informative della Rete facendo circolare viralmente concetti, idee, notizie e tesi che non passano per l'informazione ufficiale, è conoscere e condividere i contenuti dell'appello.
L'argomento è la cosiddetta missione di pace in Afghanistan, di strettissima attualità viste le quattro recentissime vittime ("di un vile attacco dei talebani" recitava Mazzocchi mentre nel prepartita di Italia/Serbia si osservava il classico minuto di raccoglimento, tutti tranne i nazionalisti serbi che esponevano espliciti striscioni in italiano a ricordarci che loro ricordavano benissimo i bombardieri di chi avevano fatto forse migliaia di vittime innocenti a Belgrado un decennio fa - governo D'Alema, maledizione!) che portano il bilancio dei caduti italiani su quel fronte a 34 unità. Il rispetto di ogni vita umana è dovuto, siamo daccordo, e infatti tutti volentieri ci uniamo al cordoglio delle famiglie per questi ragazzi che tentano solo di sbarcare il lunario - pagare un mutuo o anche solo tenersi stretto l'ormai introvabile posto fisso - credendo forse di andare davvero a dare un aiuto a qualcuno. Almeno, all'inizio: pare infatti che i commenti su Facebook dei militari stessi tradiscano spesso tutt'altra consapevolezza... Ma se ogni vita vale uno, perchè non moltiplichiamo per mille il nostro cordoglio quando pensiamo alle vittime afgane di questa guerra senza senso, visto che almeno di tale ordine di grandezza è la sproporzione?
Il Ministro della Difesa non ha perso l'occasione per tirare il sasso e nascondere la mano, sostenendo di essere disponibile a rivedere la propria decisione di non dotare di bombe i nostri aerei se il Parlamento glielo chiede, e Fassino dal canto suo non ha perso l'occasione per dimostrare che finchè una provvidenziale epidemia selettiva non ci porta via tutta la nostra classe dirigente noi anime di sinistra non abbiamo più speranze, mostrandosi equivocamente disponibile all'ipotesi anzichè - come avrebbe dovuto - mandare affanculo in diretta TV La Russa, recuperando tra l'altro così in un attimo a occhio e croce un 5% di consensi.
Al telespettatore era evidente tutta la differenza di statura politica dei due, inversa a quella fisica. E sto parlando di La Russa, non di Churchill. Di più: spero proprio che la sua proposta venga discussa e approvata, così finalmente qualcuno potrà, volendo, un giorno, incriminare tutti i votanti per attentato alla Costituzione: è vero che gli estremi ci sarebbero già stati almeno un paio di volte (con la Serbia la più eclatante), ma non si sa mai. Certo è che più bombe si sganciano meno è facile sostenere che non si tratti di missione di guerra, in violazione dell'articolo 11 della Costituzione. Che è bene ripetere a ogni occasione recita che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"; è vero che subito dopo aggiunge che "consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo", ma è appunto l'interpretazione stiracchiata di questa seconda parte che regge sempre meno col procedere e l'escalation del conflitto.
Giova a tal fine ricordare in breve (chi ha più tempo si legga qui Massimo Fini) cosa è successo e succede in Afghanistan:
  • i talebani erano il tentativo degli afghani di uscire da due decenni di morte e distruzioni infiltte sia dagli invasori sovietici che dai cosiddetti "signori della guerra" che gli americani hanno finanziato armato addestrato in funzione anti-URSS;
  • la condizione delle donne afghane, che cominciò ad essere oggetto dell'attenzione maniacale dei media occidentali ben prima dell'11 settembre, non era peggiore che in tanti altri Paesi musulmani (ad esempio il Kuwait o l'Arabia Saudita), e comunque non è che noi italiani abbiamo tutto questo titolo a pontificare sull'argomento;
  • l'attentato alle torri gemelle, ammesso e non concesso che la versione ufficiale sia vera, non fu compiuto da afghani, tuttavia pochi giorni dopo Bush dichiarò che Bin Laden si nascondeva in Afghanistan e ne ordinò la consegna pena l'aggressione militare;
  • gli Usa possono - e spesso e volentieri usano -  risolvere le controversie internazionali militarmente, noi no: per questo siamo intervenuti solo dopo i bombardamenti a tappeto e l'invasione militare, per poter dire - con molta faccia di tolla bipartisan - che la nostra fosse una missione di pace;
  • i talebani avevano bloccato la produzione di oppio e si opponevano al transito di un oleodotto, quello che è successo dopo dimostra che erano queste le vere ragioni per cui bisognava attaccarli;
  • oggi, i talebani controllano nuovamente i 2/3 del territorio e hanno l'appoggio della popolazione, donne comprese che sono forse più contente di portare un velo che di morire o veder morire sotto le bombe i loro figli, o comunque non è certo uccidendo loro e i loro cari che le emancipiamo.
Gli argomenti non sono esauriti, ma quelli esposti bastano per delineare un contesto in cui i nostri sono i morti di un esercito invasore, i loro - mille volte tanto numerosi - i morti di un Paese invaso: ascolto e condivido il cordoglio per i nostri soldati solo quando è espresso da persone che tengono ben presente questa realtà, degli altri penso che siano ipocriti opportunisti o ingenui.
Ritiro immediato ed incondizionato con munifica riparazione dei danni di guerra. Ogni altra soluzione di uscita dall'Aghanistan (e dall'Iraq) per gli USA e i loro complici tra cui l'Italia è inaccettabile e giustifica la rabbia di quei popoli e la selezione al loro interno delle persone più capaci di incanalarla. Un po' come quel tipaccio che mostrava i muscoli e i tatuaggi in diretta TV l'altra sera: senza l'attacco concentrico alla Serbia perpetrato per tutti gli anni 90 e culminato con i bombardamenti Nato, credete che avrebbe fatto strada tra i suoi compatrioti? Sono cent'anni di politica coloniale e postcoloniale dell'Occidente, siamo noi, ad avere consegnato il medio oriente ai fondamentalisti, noi che appoggiamo gli Stati a base confessionale quando ci fa comodo e li stigmatizziamo in caso contrario: ricordiamocelo, prima di parlare di terrorismo e integralismo islamico.

sabato 9 ottobre 2010

MOSTRO NASCOSTO

Le statistiche parlano chiaro: è la propria famiglia il posto meno sicuro per una donna. E' un argomento su cui torno spesso, basta solo scorrere i post con questo tag, ma la cronaca impone talvolta di ripetersi. Solo questa settimana, prima il tipo che uccide la moglie e quasi la figlia, perchè quest'ultima osava opporsi ad un matrimonio combinato e la madre ha osato difenderla; subito dopo, a tacitare sul nascere i soliti commenti antiislamici, non fosse bastata la coincidenza di due condanne a morte in Iran e Usa tanto simili quanto dagli esiti opposti a danno dei sedicenti democratici, arriva l'esito tragico della scomparsa di Sarah Scazzi. Imprevedibile? E non lo so: io da un po' di tempo in questi casi penso prima all'ipotesi familiare, e forse pure gli inquirenti... Salvo che la "famigghia" è sempre pronta a mettersi di traverso, anche adesso stona davvero sentire la cugina dichiarare di non avere mai sospettato del padre, ed è francamente implausibile che nè lei nè la sua sorella maggiore o sua madre avessero notato qualcosa. Signora moglie, faceva ancora sesso con quell'uomo, e se si quanto spesso e come? Intendiamoci, non cerco di sguazzare nel torbido come certe trasmissione televisive, anzi facciamo così, le domande le faccio a tutti, ciascuno cerchi di rispondere alla propria coscienza e poi se creda le giri ad amici e conoscenti:
  1. quanta consapevolezza hai della tua sessualità e delle tue potenziali perversioni/deviazioni? credi sia normale averne o no?
  2. con quante persone hai fatto sesso prima di decidere di entrare in una relazione stabile con la persona che dici essere l'amore della tua vita e/o che hai sposato?
  3. credi quanto hai risposto alle prime due domande ti sia sufficiente per poter dire di conoscerti e avere stima di te stesso/a, e così essere un buon compagno per la persona al cui fianco aspiri di stare tutta la vita?
  4. se hai risposto positivamente alla domanda 3, riesci ad estrinsecare le tue inclinazioni sessuali di cui alla domanda 1 con il partner di cui alla domanda 2? e se invece te le tieni per te, credi sia corretto considerare quella la persona giusta? non credi sia meglio trovare quella che ti consente di essere te stesso/a fino in fondo, e altrimenti (o fino ad allora) stare da solo/a?
  5. credi che la tua esigenza di un legame stabile sia motivata dalla reale scoperta di affinità sessuale caratteriale e sentimentale con quella persona o piuttosto dal bisogno di sicurezza, di approvazione sociale, dall'adesione a una convenzione ("tutti lo fanno"), dall'incapacità o paura (particolarmente grave se sei giovane e attraente) di non trovare mai più qualcun'altro a cui piaci?
  6. credi che la tua esigenza di fare uno o più figli sia motivata dalla matura volontà di condividere col partner un percorso che inizi con una nuova vita (un adulto momentaneamente piccolo: altro non sono i bambini) che vi accompagnerà sperabilmente fino alla morte, oppure non ci hai mai pensato in questi termini? e in quest'ultimo caso non è che è l'istinto di riproduzione che pensa per te? ti piacciono quei bambolotti così teneri che li mangeresti di baci, eh! e perchè, secondo te?
Da un quiz per la patente di coniuge e genitore fatto di domande come queste, magari migliori perchè formulate da psicologi professionisti, potrebbe venir fuori una società con un numero forse molto minore di matrimoni, ma che in una percentuale significativamente inferiore fallirebbero (durata media oggi: 15 anni! fidatevi, o leggetevi il rapporto Istat) e sarebbero forieri di tragedie. Il modello sociale di famiglia e in genere di rapporti tra uomini e donne che impera, difeso (perché una istituzione che prospera sull'immobilismo sociale sa bene che deve fare leva su altre con la stessa funzione) soprattutto da chi come il clero non ha idea di cosa si parli, e riproposto pari pari anche se in salsa postmoderna dalla imperante sottocultura televisiva, è la causa diretta di mali come questi in cronaca. Episodi che, non date retta, sono sempre esistiti, anche all'interno della famosa "sana" famiglia patriarcale di una volta, solo che non ne uscivano, non si sapevano in giro. I musulmani non hanno l'esclusiva della misoginia: essa accomuna tutte le religioni monoteiste figlie del patriarcato, assume solo forme diverse socialmente e storicamente, solo chi vuole autoassolversi si mette a fare distinguo (come tra lapidazione e iniezione letale...). Tentano di dirvi che le separazioni e i divorzi sono il male, esse invece sono il termometro che rivela la febbre che rivela il male, che invece è l'inconsapevolezza di se stessi in tutte le forme che essa assume, dal decidere a 15 anni che quel brufoloso che ci guarda dal banco accanto è l'uomo della nostra vita all'abusare del corpo di nostra nipote quindicenne dopo averla strangolata. Quell'inconsapevolezza, su cui campano - e benissimo - le religioni costituite. Altra cosa è la religiosità intima di ciascuno di noi, e risiede molto vicino ad altri istinti come quello riproduttivo e quello omicida. Adesso è facile, per il "mostro", invocare la pena di morte su Facebook o auspicarne il suicidio. Quando invece la cosa che dovrebbe farci veramente paura è la normalità di queste cose: non serve a niente rinchiuderlo in una "istituzione" che anzi lo aiuta prima dissimulandolo e talvolta dopo coprendolo più o meno consapevolmente, il mostro è dentro ciascuno di noi. E il primo che dice, o pensa, "parla per te, stronzo!", è il primo che se ha a cuore se stesso e i propri cari dovrebbe andare a farsi vedere - come si dice - da uno bravo.

giovedì 7 ottobre 2010

SUA BASSEZZA

Lui dice di avere il sessanta per cento dei consensi, e non è vero. Ha avuto, col PdL intero e la Lega, la maggioranza dei votanti, quindi se la matematica non è un opinione aveva dalla sua diciamo un terzo (il 45% del 75% fa il 33%) degli italiani adulti, e al momento della sua massima popolarità, cioè quando era all'opposizione di un governo francamente imbarazzante. Alle amministrative i votanti sono scesi al 64%, mi sa il minimo di sempre, e tra bianche e nulle berlusconidi e leghisti totalizzarono appena il 27% degli aventi diritto. Oggi, con i sondaggi calanti a causa di un'azione di governo che si limita agli affari privati del premier mentre la crisi che non c'è miete vittime che ci sono, e con il problema Fini, a occhio e croce meno di un italiano su quattro si può dire berlusconiano, e calcolando le affinità elettive ciò concorda con l'impressione a pelle di noi antiberlusconiani, che da sempre ci chiediamo dove cavolo si nascondano, a parte le vecchie zie. E a parte queste ultime, si può scommettere che, come la Storia di questo Paese insegna, appena il tiranno cadrà, i suoi seguaci più ferventi saranno in prima fila nel calpestarlo e rinnegarlo. Lui lo sa, e infatti resiste in piedi a costo di tutto: alla sua età non ha più niente da perdere, e non risparmia di dar fondo a tutte le carte che può giocare, anche se con crescente nervosismo.
Lameduck la racconta così, e vi invito a leggere tutto il pezzo perchè come al solito è diretto e gustoso. Ma la vicenda è preoccupante per un motivo preciso: nonostante tutto, quel 25% scarso di italiani oggi può ancora consegnare il 100% del potere al boss e ai suoi sgherri. Questo, per una serie di fattori concomitanti, in primis la legge elettorale e la frammentazione delle opposizioni, il cui pezzo più grosso ogni giorno che passa si rimpicciolisce e putrefà, facendo sì che non siano mai abbastanza le maledizioni intime che si possono mandare a chi ha varato cotanto progetto con modi e tempi così sbagliati, e ancora oggi rompe i santissimi anzichè agli africani come aveva promesso ancora a noi suo bacino elettorale. Certo, a una mente logica da primate evoluto sembra quasi impossibile esista ancora qualcuno che crede alle affermazioni di un tizio che (vado a braccio, ed è difficile non perdere il filo):
  • ha iniziato facendo case su terreni comprati come non edificabili e resi edificabili subito dopo da politici compiacenti (chissà in cambio di cosa...);
  • ha truffato una minorenne orfana con la complicita dell'avvocato tutore di lei, praticamente rubandole la villa di famiglia;
  • in quella villa aveva come "stalliere" un boss mafioso poi conclamato (cioè come tale condannato in via definitiva) che sia lui che il suo braccio destro (peraltro già condannato in primo e secondo grado per i suoi rapporti con la mafia) continuano a definire "eroe";
  • ha evaso miliardi di tasse anche tramite la creazione di decine di società off-shore, tramite un avvocato inglese poi corrotto per non testimoniare la cosa, corruzione accertata giudizialmente e di estrema attualità (chi è il corruttore? bravi);
  • non ha mai voluto dire, nè al tribunale che glielo ha chiesto (avvalendosi della facoltà di non rispondere) nè all'elettorato, dove ha preso i soldi per edificare il suo impero, tra l'altro proprio nel periodo in cui aveva il boss in casa e il braccio destro in rapporti con la mafia creava prima la sua agenzia di pubblicità poi il suo partito;
  • con il senatore braccio destro di cui sopra, è sotto inchiesta come mandante delle stragi di mafia del 93, mentre per quelle del 92 siamo solo ai sospetti;
  • ha comprato per due lire i network televisivi concorrenti un attimo prima che il suo politico di riferimento e compare consentisse con decreto legge alle tivù private le trasmissioni in diretta nazionale (lo avesse fatto dopo, ammesso che i concorrenti gliele avessero a quel punto vendute, avrebbe dovuto pagarle molto di più);
  • ha preso il controllo di una storica casa editrice dopo una battaglia legale conclusasi con un lodo, per aver corrotto il giudice che lo ha pronunciato, tramite l'avvocato di cui sopra (il tutore) che per questa vicenda è condannato in via definitiva e non è più in parlamento (prima, lo aveva fatto addirittura ministro) - per questa corruzione, salvatosi penalmente come per l'altra solo per prescrizione, deve ovviamente risarcire civilmente, ma fa di tutto per evitarlo, anche far pedinare dalle sue TV il giudice che ha emesso l'inevitabile verdetto civile per stigmatizzarne in mancanza d'altro il colore dei calzini;
  • nonostante i capitali di dubbia provenienza e i paradisi fiscali e le truffe e i falsi in bilancio (che ha depenalizzato, altrimenti sarebbe in galera) eccetera, per sua stessa ammissione sarebbe fallito se non fosse entrato in politica: nel 93 aveva infatti già il curatore in ditta e non so quante migliaia di miliardi di lire di debiti - e nonostante ciò è riuscito e riesce ad accreditare di sè una immagine di imprenditore di successo anche presso alcuni suoi detrattori (i più "olimpici", quelli che devono per forza riconoscere qualcosa all'avversario, sennò pare brutto).
L'elenco potrebbe continuare (le escort, le carriere politiche concesse per meriti sessuali, ora pure le bestemmie - l'unica cosa per cui le gerarchie ecclesiastiche si sono lamentate, e nemmeno all'unisono) ma non sposterebbe di una virgola le convinzioni ottuse del suo elettorato, per cui anzi la bassezza morale piegata alla conquista dei propri obiettivi è dote cristallina che ne acclara la statura di statista.
Per cui, perdonate l'associazione di idee forse suggeritami dalla corporatura simile, a sto punto gli converrebbe fare come Tiziano Ferro (cui oggi stringerei la mano, ma continuando a non ascoltare la sua musica), fare outing: ebbene sì, sono un malfattore, mafioso truffatore autoritario evasore corruttore laido eccetera, ma nel mio campo sono il migliore, chi meglio di me per la guida politica del Paese in un mondo di lupi? o volete come capo una mammoletta? Chissà, forse è proprio quello che ha sempre fatto...

domenica 3 ottobre 2010

DIVISIONI E COINCIDENZE

Nel giorno del flop del NoBday2, che avevo deciso - a differenza del primo - di non "sponsorizzare" (lo so, per quello che vale...) nauseato dalle divisioni interne al popolo viola evidenti già nelle settimane scorse su Facebook e ieri in piazza, in tivvù si parlava solo del fallito attentato a Belpietro, e così sarebbe stato anche se la manifestazione fosse stata un successo, anzi: in tal caso era bello e pronto il capo d'accusa contro la piazza che agitava l'odio contro il capo del partito dell'amore.
Ci sono tante coincidenze, fortunate o sfortunate, che bisogna elencarle per capirci forse qualcosa:
  • quando il capo è in difficoltà, un attentato arriva sempre a dargli una mano, fortuna, e si tratta di un attentato con poche o senza conseguenze per la vittima designata, fortunissima;
  • qualche volta capita che ci siano riprese che mettono seri dubbi sulla veridicità dell'accaduto, sfortuna, ma altre volte che non ci siano, fortuna;
  • lasciando perdere le malelingue, talvolta capita che l'attentatore abbia una buona mira, sfortuna, anche se è la volta che è armato di un souvenir, fortuna, altre volte l'attentatore ha una pistola, sfortuna, ma gli si inceppa, fortuna;
  • l'eroe che lo mette in fuga è la seconda volta che si trova in un frangente del genere, sfortuna, e se la cava mettendo in fuga l'attentatore, fortuna, senza sparare nemmeno la prima volta, fortuna, sparando tre volte senza colpirlo la seconda, sfortuna - non vogliamo mica metterne in discussione la mira;
  • il fallito attentato capita proprio prima della manifestazione antiberlusconiana, fortuna: il ministro dell'Interno ha già pronte le dichiarazioni contro la piazza mandante morale della violenza, ma la manifestazione va malissimo, sfortuna: Maroni deve ricorrere alla sua animalità da palcoscenico e cavarsela con una vecchia battuta, "la colpa è di Internet", e meno male che feisbuk è pieno di coglionerie così è bersaglio facile, fortuna.
In tutto questo, scopriamo che anche i direttori di giornali hanno la scorta; mi chiedo: tutti? o solo quelli che per il coraggio delle loro campagne di stampa sono considerati a rischio di incolumità personale? e solo i direttori o pure i cronisti? secondo voi da qualche parte sul sito del Ministero degli Interni c'è un elenco? così, tanto per sapere da chi stare alla larga, hai visto mai siano costretti a ingaggiare un conflitto a fuoco, sai com'è, le pallottole vaganti vagano, e la legge di Murphy è sempre in agguato...
L'ultima fortuna è però la nostra, popolo col cuore a sinistra sempre più depresso nell'osservare la scena politica dalla sua parte (cito solo Veltroni con la sua schizofrenia sempre fuori tempo: unire quando non è proprio il caso e dividere quando ci sarebbe da unire): un attentatore maldestro ha distolto la nostra attenzione dal totale disfacimento del nostro fronte, tutti contro tutti, con cui stiamo per consegnare definitivamente il Paese a uno che è ancora indagato come mandante di stragi assieme al suo braccio destro già peraltro condannato per mafia in primo grado e in appello. Verrebbe da tentare di stabilire di quanti morti possa essere ritenuto responsabile un politico che abbia favorito per decenni la criminalità organizzata, ma avrebbe esiti opinabili, e sarebbe faticoso e tutto sommato fuori tema. Meglio ripescare dal web un vecchio elenco dei giornalisti italiani uccisi, cui bisognerebbe aggiungere i feriti come ad esempio Indro Montanelli che fu gambizzato dalle BR, da gente con armi cariche e purtroppo anche buona mira o fortuna.

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