mercoledì 31 dicembre 2008

GAZA? NO, GAZZA!

Fastidio di fine anno. Fastidio per questa informazione ufficiale che dopo aver toccato il fondo ha cominciato a scavare e non la smette più.
C'è la guerra, in Israele. Ci riempiamo la bocca con la parola democrazia, ma quando le prime libere elezioni della storia della Palestina hanno consegnato il paese in mano agli estremisti di Hamas, non ci è andata più bene. Eppure, non è che avevamo fatto tanto per conferire all'Olp quella solidità di consenso che solo dei risultati concreti nel processo di pace e soprattutto sviluppo economico della regione gli avrebbero potuto dare. Dico noi per dire occidentali, per dire israeliani per mezzo dei governi che si sono dati, a partire dall'inaudita elezione (la prima diretta della storia di Israele) del conservatore Netanyahu dopo l'uccisione per mano ebrea stessa del "progressista" Rabin, reo di stare davvero tentando di costruire la pace con Arafat.
I telegiornali italiani, tutti, la raccontano come se tutta la responsabilità di quanto accade oggi sia nella "rottura unilaterale della tregua" perpetrata da Hamas negli ultimi tempi. Nessuno che ricordi chi ha voluto costruire un muro a segregare Gaza e costringere gli affamati palestinesi a scavare delle gallerie per farsi arrivare cibo medicine eccetera, oggi crollate sotto i bombardamenti. Un muro che ricorda tristemente quello di Berlino, come dimostra bene il filmato annesso a questo articolo di Marco Cedolin su Luogocomune. Nessuno che ricordi che le pietre o anche i razzi Kassam sono nulla a confronto dei carri armati e dei bombardamenti aerei. Evidentemente, i "nostri" morti pesano di più. Ma risulta particolarmente sinistro, a proposito di Germania, quanto questo ricordi i rastrellamenti nazisti per le rappresaglie con il famoso rapporto di dieci a uno. Nessuno che conti i morti di questa guerra, altrimenti si vedrebbe bene come la sproporzione che non vediamo nella reazione degli israeliani, magari anche quella totale delle vittime dal 1948 ad oggi, sia forse peggiore di quella che i nazisti ritenevano giusta per ogni "soltato tetesco" vittima dei partigiani.
No, i tanti morti (centinaia e centinaia, quasi tutti innocenti) costringono i nostri telegiornali a riservare (e non sempre) al teatro di guerra il servizio di apertura, ma il punto di vista mostrato è sempre lo stesso, qualcosa come "se lo sono voluto loro...". Qualche minuto, poi meglio passare ad altre amenità come la vergognosa "nota politica" che rende ormai inguardabile il tg1, i servizi sul cenone di capodanno, gli incidenti stradali e la cronaca nera, e magari un approfondimento sulla vicenda di un bolso ex calciatore della Lazio vittima di se stesso e di un basso impero che strapaga e uccide i suoi gladiatori. In fondo, da Gaza a Gazza c'è solo una zeta: l'ultima lettera, poi l'alfabeto è finito.

lunedì 29 dicembre 2008

BASTAVA DIRLO!

Rifuggiamo da sempre il qualunquismo, per cui non vorremmo mai dire che "so tutti uguali"...
L'ultima dichiarazione ad effetto del Premier Indiscutibile è davvero da riportare testualmente: "Non è una vera democrazia quella di un Paese in cui c'è tanto timore di essere intercettati. Io continuo a telefonare, se viene fuori una mia telefonata di un certo tipo cambio Paese. Non accetto di vivere in un Paese in cui non sia rispettata la privacy".
Visto? era facile, bastava dirlo! Andiamo su un qualsiasi motore di ricerca, e scegliamo tra le tante volte che l'ineffabile è stato tanato questa che ci ha pure l'audio. E' fatta! Se è di parola dovrà espatriare...
Non lo fa? Perchè? Forse si riferiva alla prossima intercettazione pubblicata, le passate non valgono? Oppure la chiave sta in quel "di un certo tipo" non meglio definito: così ogni volta per non ottemperare basta dire che il tipo era un altro...
Non è adesso il caso di capire come e perchè le intercettazioni telefoniche, o l'avvocato dell'accusa, siano delle priorità in un Paese che sta attraversando la peggiore crisi economica dagli anni settanta. Restiamo in argomento. Chi è che aveva detto "finisco il secondo mandato di sindaco di Roma e poi vado in Africa"? Detto? scritto in un libro, addirittura! E invece, eccolo lì che ha accelerato l'unificazione di DS e Margherita anzichè prima aspettare se e quando la maggioranza di centrosinistra fosse riuscita a ridarci una legge elettorale maggioritaria, ha offerto una mano all'affondante Berlusconi appena cascato dal predellino, ha praticamente fatto cadere il governo Prodi, ha rimediato la peggiore sconfitta elettorale della storia della sinistra in Italia, ed anzichè andarsene in Africa è ancora là, pronto a negoziare la fine della democrazia in Italia sotto forma di riforma della Giustizia e bavaglio alla Rete in cambio, forse, di un occhio di riguardo per i suoi amici recentemente casualmente inquisiti.
Non vorremmo mai dire che "so tutti uguali". Ma questi due "mancati emigranti" si somigliano davvero troppo...

mercoledì 24 dicembre 2008

IL CAPPELLO DEL PAPA

Benvenuti signori e signore alla puntata di oggi di INDOVINA CHI. Come al solito, vi elencherò gli indizi per risalire al nostro personaggio, in palio un milione di euro, che si dimezzano ad ogni tentativo sbagliato, il cui autore ovviamente va a casa. Via con gli indizi:
  1. nacque da una vergine
  2. nacque il 25 dicembre
  3. nacque in una grotta, davanti alla quale dei pastori portarono doni
  4. era una sorta di maestro itinerante
  5. nel suo peregrinare ebbe 12 compagni
  6. ai suoi seguaci è promessa immortalità
  7. fece miracoli
  8. si sacrificò per il bene di tutti
  9. fu sepolto in una tomba chiusa da una pietra e risorse dopo tre giorni (era primavera)
  10. era chiamato “il Buon Pastore”
  11. venne identificato sia con l’Agnello che col Leone
  12. è stato detto “la Via, la Verità e la Luce”, il “Logos”, il “Redentore”, il “Salvatore”, e il “Messia”
  13. il suo giorno sacro è la Domenica
  14. durante una cena disse: “Colui che non mangerà il mio corpo né berrà del mio sangue in modo che egli possa diventare una sola cosa con me ed Io con lui, non sarà salvato”
Ahi ahi ahi! Tutti i concorrenti, ciascuno non sentendo la risposta dell'altro, hanno risposto Gesù Cristo! Il montepremi è sceso praticamente a zero e comunque nessuno ha vinto. Peccato: la risposta era Mitra.
Divinità persiana molto seguita nella Roma imperiale, Mitra è noto anche agli appassionati di fumetti per essere il dio più invocato dal terribile Conan, protagonista dei bellissimi fumetti tratti dalle storie di Robert Howard da cui fu anche tratto un film col giovane Schwarzenegger.
Il suo culto era così diffuso che lo stesso Vaticano è costruito sopra una grotta fino al 376 d.C. consacrata a Mitra, e lo stesso primo sacerdote del culto mitraico era detto Papa o Pontifex maximus; pare addirittura che il modello gerarchico fu traslato direttamente da una chiesa all'altra, e il rito dell'ostia e il tipo di altare.
Ah, indovinate come si chiama il cappello del Papa...
Poi, se volete ancora credere alle favole, e non vi basta nemmeno sapere che Babbo Natale è stato praticamente inventato dalla Coca Cola per la sua réclame, allora Buon Natale a tutti. E mi raccomando, ancora i negozi sono aperti: andate a sprecare l'ultimo spicchio di tredicesima, che il Capo ha detto che bisogna far ripartire l'economia, e viziate un altro po' i vostri pargoli, che così nel nuovo mondo della decrescita del Pil si troveranno benissimo! praticamente, una pasqua!

lunedì 22 dicembre 2008

L'AVVOCATO DELL'ACCUSA

Chi abbia un amico iraniano può togliersi la curiosità di chiedere conferma: esiste da quelle parti una sorta di doppia morale, per cui una cosa è quello che si vede in pubblico un'altra quello che succede nelle case private. Una forbice etica e di costume ben più ampia di quanto si possa immaginare. Allora ci si chiede: com'è possibile che nessuno si ribelli a un regime teocratico tra i più oscurantisti? Com'è che ci si "accontenta" di poter fare le maialate di nascosto, mentre si consente senza batter ciglio che venga perseguitata una paladina dei diritti umani come Shirin Ebadi?
Un tasso demografico altissimo e una lunga guerra conclusasi da poco fanno si che la grande maggioranza della popolazione non abbia ricordi di prima della rivoluzione khomeinista del 1979. Da allora, un controllo sociale pervasivo impedisce l'accesso a idee diverse dalle "ufficiali". Solo Internet riesce a scalfire da qualche anno, ma solo molto parzialmente, il blocco mediatico. Quand'è così, trent'anni sono più che sufficienti per togliere a un popolo la misura minima di autocoscienza necessaria per ribellarsi, ed è naturale che lo sfogo della pressione avvenga nella forma della trasgressione privata e nascosta.
Non ci si crede ancora? Guardiamo all'Italia. Il blocco non è ancora così pervasivo. Ma i mass media sono sempre più asserviti al gioco del Signore e Padrone, dopo essere stati ampiamente trasformati secondo il suo sistema valoriale già da un paio di decenni. Da noi di persone che si ricordano del mondo B.B. (Before Berlusca) sono ancora tante ma sempre meno, e insomma non c'è niente di strano che in questo quadro uno che al governo ha sempre e solo fatto gli affaracci suoi goda di una popolarità e di un consenso crescenti.
Sostando dieci minuti ad un banchetto per la firma al referendum abrogativo del lodo Alfano, può capitare di vedere che non si ferma nessuno, e qualcuno fermato dai volontari reagisca con un "no, grazie, sono favorevole al lodo"; a chiedergli cos'è, per dirla con Rockerduck "mi mangio il cappello" se lo sa. Una norma che nientemeno inficia l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, ma non importa niente a nessuno.
Adesso a reti unificate il Caudillo si fa scudo dei problemi della giustizia civile (la peggiore del mondo) per mettere mano a quella penale, cercando di infilare la cosa nello stesso calderone di federalismo e presidenzialismo. Caso strano, in questi ultimi tempi il maggior (se continua così ancora per poco...) partito dell'opposizione è oggetto di attenzioni speciali da parte di varie procure. Al Capo serve di approvare la sua riforma con i due terzi dei parlamentari, altrimenti va di nuovo sotto referendum confermativo e magari lo riperde. I voti del PD gli servono. Li avrà? Veltroni, dillo chiaramente: LI AVRA'?
Intanto, finchè ce lo lasciano fare (la legge che vuole imbavagliare i blog porta tra le firme proprio quella dell'ineffabile Uolli), tentiamo almeno sulla Rete di fare da eco alla verità. La separazione delle carriere così come delineata dal boss è la fine dello Stato di diritto in Italia. L'espressione "avvocato dell'accusa" usata impunemente da egli stesso, tanto la ggente non capisce, fa rabbrividire: il Pubblico Ministero oggi è un magistrato, sottoposto solo alla Legge, e mira alla verità giudiziaria e non alla condanna di nessuno. Il suo è un ruolo di garanzia, svolto senza padroni. Se vengo inquisito, è perchè la magistratura è venuta a conoscenza del fatto che io posso aver commesso un reato, ma se non l'ho commesso sto tranquillo perchè si è attivata perchè è obbligata a farlo e il suo scopo è stabilire se è vero o meno. Tranquillo in teoria, perchè invece già oggi nella pratica se sono ricco e potente ho più speranze di farla franca. Ma domani, a riforma approvata, la pubblica accusa sarà affidata a un esercito sotto il comando dell'esecutivo, cioè del governo che quindi deciderà in pratica chi fare inquisire e chi no, e avrà fatto il suo dovere se sarà riuscita a farmi condannare. Non vedremo più politici intercettati e accusati, specie della maggioranza, ma in compenso ad esempio un articolo come questo potrebbe ingolosire un avvocato dell'accusa, specie se gli danno uno strumento legislativo idoneo. Questo blog chiuderà, assieme a molti altri ben più importanti. La democrazia sarà morta anche formalmente, dopo che sostanzialmente già oggi non è che stia tanto bene... Ma il padrone è buono e ci dà la social card, e allora ai pochi ancora autocoscienti non resterà che emigrare in Iran, almeno lì in privato si tromba che è una bellezza....

mercoledì 17 dicembre 2008

TRENO DESTINAZIONE PIOVAROLO DERAGLIA A ROCCASECCA

La notizia di cronaca è autentica, è di oggi: un treno locale è deragliato alle 6.30 vicino Roccasecca a causa di un masso sui binari. Nessun ferito grave, per fortuna, quindi l'animo leggero consente si chiuda il cortocircuito mentale che porta al mitico Totò in uno dei suoi film migliori: Destinazione Piovarolo. Lì il principe della risata interpreta uno dei suoi primi ruoli "alti", non solo burleschi: quello di un capostazione assegnato in una stazioncina dimenticata, con una strepitosa Tina Pica come vice, che non riesce ad andarsene nonostante tenti di ingraziarsi i potenti di turno nei numerosi cambi di regime tra prima del fascismo e dopo la guerra. Satira politica antelitteram: portentoso. Uno dei tentativi che il poveretto fa per ingraziarsi le grazie di un politico è approfittare di una "frana" per fermare nella sua stazione il treno e salvare e ospitare il potente in questione, salvo che la frana si rivelò una pietra ingranditasi nel passaparola e in un boomerang per il capostazione. Il circuito si chiude con l'incredibile coincidenza che Roccasecca è il comune di cui era Sindaco Felice Sciosciammocca (la maschera di Scarpetta interpretata numerose volte da Totò) ne Il medico dei pazzi.
Finito di ridere, torniamo alla cronaca. L'incidente è avvenuto nella tratta Roccasecca-Avezzano, una delle più antiche d'Italia, a binario unico. Nel Sud Italia è ancora pieno di tratte così, molte abbandonate, molte non elettrificate. Però ci riempiono di spot sul nuovo supertreno che porterebbe da Roma a Milano in tre ore e mezza, cosa peraltro ancora mai riuscita se non nel viaggio inaugurale coi giornalisti e i politici, quando il Pendolino vent'anni fa ci impiegava quattro ore e si scordano di dirci che questa mezz'ora (teorica) in meno l'abbiamo pagata milioni e milioni di euro. Soldi di noi contribuenti per consentire a cosiddetti imprenditori privati di farsi i belli con la TAV sulle linee già buone e continuare nell'abbandono progressivo di quelle meno redditizie.
Persino il Governatore della Lombardia Formigoni si è messo di traverso a questa oscena operazione di marketing effettuata a scapito delle linee dei pendolari. E non esiste un partito politico, nemmeno a sinistra, che abbia il coraggio di dire a chiare lettere RIVOGLIAMO LE FERROVIE DELLO STATO: non è scritto da nessuna parte che le inefficienze non si possano combattere nel settore pubblico e che non permangano con le privatizzazioni. E infatti...

lunedì 15 dicembre 2008

CHI DI SCARPA FERISCE...

La colonna sonora è un vecchio pezzo di Natalino Otto, uno di quelli così immortali che li conoscono anche quelli che credono di non conoscerli, anche perchè ce ne sono infinite versioni, giù fino a Petra Magoni (è la moglie di Stefano Bollani, il suo progetto musicale con Ferruccio Spinetti, chiamato Musicanuda, è uno dei più interessanti degli ultimi anni...) passando per Mina. Il senso del titolo è quello di una cosa insopportabile, di cui non si vede l'ora di liberarsene.
La storia delle incursioni delle scarpe in politica inizia con un episodio memorabile: all'Onu, durante la discussione per la crisi della Baia dei Porci (tentativo di invasione Usa di Cuba allo scopo di fermare la Rivoluzione che portò il mondo alle soglie della guerra mondiale), il premier sovietico Nikita Kruscev richiamò l'attenzione togliendosi una spartanissima scarpa e sbattendola sul banco. Il forzitaliota Sacconi tentò di emularlo nel 2007 nel corso di una discussione sulla class action al Senato; poveraccio, se ne ritrova traccia solo grazie ai moderni motori di ricerca, senza ce ne saremmo tutti dimenticati.
La cronaca dice invece di un giornalista che durante la conferenza stampa tenuta a Baghdad dal presidente americano uscente George Bush nel corso di un improvvida visita-lampo, mentre l'ineffabile Giorgino dichiarava - parlando alla nuora perchè la suocera Obama intenda - che "la guerra non è finita", si toglie entrambe le scarpe e le lancia addosso all'oratore. Il quale, rivelando insospettabili doti di agilità e ironia, le schiva dichiarando di averne persino visto il numero. Non gli va proprio giù che il suo successore abbia vinto le elezioni mettendo in cima al proprio programma il ritiro dall'avventura più fallimentare della storia della politica estera americana (si, peggio del Vietnam...): ha organizzato un velenoso colpo di coda del suo mandato per togliersi il sassolino dalla scarpa. Ma evidentemente chi di scarpa ferisce....

martedì 9 dicembre 2008

COL SEDERE ALTRUI

Insopportabile. La pretesa di chi ritiene che i propri convincimenti etici siano universali, al punto che possano e debbano condizionare le decisioni altrui magari attraverso l'ordinamento giuridico, è letteralmente insopportabile. Specialmente se dalla diminuzione di libertà individuale che deriva dalle proprie imposizioni etiche ne viene sofferenza agli altri, mentre quando si tratta delle proprie pene si trova sempre la formula per farla franca. Navarro Valls, il belloccio già portavoce di Wojtila e ora incredibilmente opinionista del fu ultimo baluardo della laicità quotidicano La Repubblica, dovrebbe ricordare bene cosa decise il suo vecchio capo per se quando capì che non c'era più niente da fare, prima di pontificare in senso opposto quando le conseguenze vanno nel culo degli altri.
Basta. Prima di tracimare, passiamo la parola come altre volte a chi le cose le dice meglio di noi. Stavolta è Giancarlo Fornari da Contrappunti.info...

venerdì 5 dicembre 2008

CLANDESTINO? PENSA ALLA SALUTE!

Un vecchio powerpoint, di quelli che intasano le nostre caselle di posta elettronica, raccontava la storia della rana che, se messa viva in acqua bollente, schizza via e si salva, ma se messa in acqua fredda su un fornello, crede di fare un bagno prima fresco poi tiepido poi caldo, poi si assopisce e infine cuoce in un acqua della stessa temperatura di quella dalla quale prima era schizzata via.
Gli italiani dagli anni ottanta ad oggi sono quella rana. La strategia berlusconiana di addormentamento progressivo delle coscienze, così bene descritta nel cosiddetto "piano di rinascita democratica" trovato nel 1982 tra le carte di Licio Gelli ai tempi della P2, ed evidentemente attuata coscenziosamente dal membro tessera numero 1816, è partita ai tempi del decreto approvato (un quarto di secolo fa!) nottetempo sotto feste dal governo Craxi per consentire all'amico Silvio di trasmettere in diretta nazionale. Bambini di allora sono oggi elettori ed eletti, ed anche quelli allora già adulti sono stati via via evidentemente rimbambiti. Altrimenti non si spiegherebbe l'inerzia generale di fronte al progressivo abbandono non solo della democrazia ma anche degli elementari diritti umani.
Il penultimo gradino è stato l'umiliante elemosina della Social Card, un euro e venti al giorno da spendere dove dicono loro e sottoponendosi al rito di riconoscimento pubblico della propria identità di "povero che però mangia grazie alla munificenza del Principe". L'ultimo è l'emendamento proposto dalla Lega Nord (leggete qui le parole edificanti del Senatore Pittoni) che mira ad escludere dalle prestazioni mediche urgenti ed essenziali gratuite gli immigrati non dotati di permesso di soggiorno. Insomma, qualora l'emendamento passasse, se un clandestino con un coccolone si presenta al pronto soccorso, il medico deve fargli pagare le cure, e se non ha i soldi lasciarlo magari morire, e comunque denunciarlo alle forze dell'ordine. Di fatto, i clandestini non si presenteranno più al pronto soccorso, preferendo alimentare il già florido mercato nero delle cure mediche, e magari lanciando in tutto l'Occidente il contagio di chissà quale morbo portato fresco fresco dal Paese di origine: come tutte le leggi immorali, questa sarebbe anche profondamente stupida. Ma, vedrete, le rane italiote digeriranno anche questa, che dal punto di vista etico è peggiore ma da quello logico non è migliore delle classi differenziate per gli immigrati o delle varie norme sulla sicurezza che tanto consenso procurano all'attuale governo. Intanto, per quanto possa servire, noi firmiamo e vi invitiamo a firmare l'appello per il regetto dell'emendamento lanciato da Arcoiris.tv. Quando le rane saranno cotte, e noi non saremo più nemmeno formalmente una democrazia, non ci sarà più rimedio da prendere.
Barlumi di speranza nascono solo da notizie come la proposta di legge della Regione Toscana, che mira ad assicurare non solo le cure urgenti ma anche un letto e un pasto in caso di necessità agli irregolari. Saremo democratici da pochi decenni, ma siamo cattolici da millenni: dovremmo riconoscere in tutto ciò prima che i diritti fondamentali dell'uomo la più elementare carità cristiana.

martedì 2 dicembre 2008

LA PRIMA PIETRA

Manco a farlo apposta, mentre girava il filmato dell'UAAR sul confessionalismo, all'ONU si votava una risoluzione francese per la depenalizzazione universale dell'omosessualità. Che c'entra? C'entra, c'entra...
Non ci si crede, ma nel mondo ci sono circa ottanta Paesi in cui la cosa è considerata reato: punibile con la morte in Stati confessionali come Arabia Saudita, Emirati Arabi, Yemen, Sudan, Iran, ma anche nel "liberato" Afghanistan e in Mauritania, Nigeria e Somalia, con l'ergastolo in paesi asiatici come Bangladesh, India, Pakistan, Birmania, africani come Sierra Leone, Uganda e Tanzania, e addirittura in Guyana e Barbados, con pene carcerarie pesanti o lavori forzati in altri paesi (Angola, Mozambico, Malawi, Malesia, Maldive...).
Ebbene, tutti i 27 Stati membri dell'UE hanno votato a favore, ma il Vaticano HA VOTATO CONTRO! Con la penosa giustificazione che ciò aprirebbe la strada a una discriminazione contro i Paesi che non equiparano le unioni gay alle unioni tra eterosessuali! Capite? Va beh che le risoluzioni di questo tipo di solito rimbalzano ai Paesi cui sono destinate, come quella contro la pena di morte a Cina e USA, ma intanto una voce unanime di condanna sarebbe una cosa, e al coro si sottrae proprio lo Stato della Chiesa cattolica! una religione che si dice fondata sull'amore e la fratellanza, il cui fondatore pare avesse sempre un occhio di riguardo per i diversi e i discriminati, e che se non fosse resuscitato oggi, a vedere come si comportano quelli che parlano in suo nome, si rivolterebbe nella tomba... Ma soprattutto l'istituzione che negli ultimi 20 secoli ha ospitato nel suo seno più omosessuali che qualsiasi altra, mutuando questa tendenza e la limitrofa pedofilia da quella filosofia greca da cui deriva essenzialmente il suo impianto teorico.
Il modo di dire "da che pulpito viene la predica!" è quantomai azzeccato, e però ancora di più la frase che proprio Cristo, per salvare una prostituta dalla lapidazione, avrebbe rivolto alla folla: "chi è senza peccato scagli la prima pietra". Ora vabbè che il Vaticano ha sede a San Pietro, ma posate quei sampietrini, brutti str...

lunedì 1 dicembre 2008

NO AL CONFESSIONALISMO

Ne abbiamo già parlato (ad esempio qui), ma oggi riceviamo questa bella presentazione con preghiera di diffonderla, e facciamo quel poco che possiamo nel nostro piccolo. Fatevi un giro sul sito dell'UAAR (Unione Atei Agnostici e Razionalisti), che vi trovate. E ricordate: i migliori credenti sanno benissimo che oltre al loro diritto inviolabile a seguire i propri valori c'è il diritto altrui a fare altrettanto, e quindi nessuna confessione deve informare un ordinamento giuridico. Che i migliori credenti oggi siano lontani dalle alte gerarchie ecclesiastiche e ancora di più dai vertici dei partiti (quasi tutti) più papisti del Papa, è altra triste faccenda.

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DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

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