venerdì 30 ottobre 2009

DUE PESI E DUE MISURE


Avevo promesso che non sarei tornato sulla questione Marrazzo, ma gli ultimi sviluppi mi danno occasione di parlare di valori, che è cosa diversa dal ravanare negli affaracci privati altrui, di fronte ai quali amici di destra asseriscono noi di sinistra avremmo un atteggiamento diverso a seconda di chi siano. E' bene dunque fare chiarezza, a partire, appunto, dai valori.
...
Chi è che fà della Famiglia una bandiera da sventolare in manifestazioni presunte di massa per raccattare voti cattolici? La destra, e una certa area di centro che occupa lo scenario fino a parte del PD. Ecco, lasciamo da parte per un attimo l'etica: questi soggetti, è per coerenza politica che non dovrebbero essere pluridivorziati, avere amanti e andare a trans o a puttane. La stessa violazione (grazie Gloria, ti rubo l'esempio) la commette ad esempio uno di sinistra che manda i figli a studiare dalle suore: in contrasto politico con la difesa della scuola pubblica che dovrebbe essere una sua, di bandiera. Pertanto, il Nostro ha sì sbagliato nel perseguire i propri istinti (peraltro, così ingenuamente - o forse spavaldamente - senza precauzioni in una società senza ormai riparo dalle telecamere, come dimostra il raccapricciante filmato trasmesso ieri prima sulla rete e poi in tv) essendo un uomo pubblico, ma di più ha sbagliato nel rendersi ricattabile, cosa - questa sì - inaccettabile politicamente, perchè getta ombre sull'agire politico del politico. Doveva, da uomo di sinistra, confessare bellamente il suo "vizietto", non incompatibile col suo essere di sinistra, affrontare serenamente l'eventuale separazione e a valle gestire in maniera adulta con la moglie la gestione della figlia, da vero uomo di sinistra, e il ricattatore a questo punto il filmatino poteva goderselo in privato, perchè chiunque l'avesse pubblicato avrebbe subito la sua denuncia per violazione della privacy. Perchè non l'ha fatto? Perchè anche nel cosiddetto centrosinistra ci sono persone che hanno un concetto di Famiglia che chiamerei per semplicità di centrodestra, come dimostrano gli accadimenti successivi: pentimento, esaurimento nervoso, ritiro spirituale, immediato perdono della moglie plaudito da tutti (a me è sembrato enormemente più dignitoso il comportamento di Veronica Lario, invece, che sia pur tardivamente ha affrontato il pubblico denunciando la "malattia" del marito, chiedendo la separazione, e ricevendo in cambio l'attacco corale della  macchina da guerra mediatica da lui posseduta, e l'oblio successivo). E anche perchè persiste nel senso comune un razzismo sessuale becero: fosse andato a donne, sarebbe stato solo un Berlusconi in minore (nel senso di quantità e qualità delle stesse, oltre che di "modalità di contatto": auto blù o meno verso l'appartamento altrui e pagamento personale contro aereo di stato verso la propria residenza sontuosa e protetta dalla forza pubblica e "mera utilizzazione finale", vuoi mettere?), e lui stesso si sarebbe vergognato meno o per niente.
Facendo leva su questo senso comune, che è solo apparentemente in contrasto con l'evidentemente enorme richiesta di mercato che c'è per i transgender (sarebbe meglio dire "le" transgender, e ricordare che spesso fanno il mestiere per mancanza di alternative, come ha fatto il gruppo Facebook "Laicità dello Stato"), adesso si scatenerà il gossip intorno ai VIP, politici e non, pizzicati nell'ambiente, vicino all'affaire Marrazzo o meno. C'è già chi si difende con scuse più o meno comiche: figliolo, verrebbe da dirgli, fatti comunista, così non hai più bisogno di giustificarti... Ma su questo terreno non ci scendo, tanto i nomi saranno pubblicati, anzi meglio sputtanati, dappertutto, all'insegna del "così fan tutti" che ieri fu sbandierato in Parlamento - per altri reati - da Craxi e oggi fa tanto comodo a suo compare.
Il cui comportamento, di nuovo, tornando sul piano etico-politico che è l'unico rilevante, è decisamente il peggiore. Anzi no, il peggiore è quello dei suoi fan che giudicano la sua telefonatina come una prova di correttezza istituzionale e solidarietà umana. E invece si è trattato di un vero "avvertimento" con immaginabile goduria: caro mio, vedi un po' se riesci a ricomprarti il filmato, che se non ci riesci sei politicamente finito, se ci riesci resti in sella ma d'ora in poi attento a quello che dici e fai che ti tengo per le palle. Fra l'altro, l'invito a trattare - pubblicamente ammesso per vanità - con tanto di fornitura del telefono del detentore del filmato, costituisce reato, e vedremo stavolta come se la cava.
Tant'è, per ora abbiamo due puttanieri, molto diversi tra loro più che per gusti sessuali per quantità di potere e grado di furbizia, con destini opposti: l'uno giustamente restituito alla sua vità privata (ammesso che riesca a riprendersela) per colpe proprie da laicamente pagare più che per peccati di cui cristianamente pentirsi, l'altro che ora parte all'attacco finale all'indipendenza della magistratura. Quando si dice "due pesi e due misure"....

martedì 27 ottobre 2009

NUOVA MUSICA A SINISTRA


Del caso M'arrazzo si sta occupando tutta l'informazione generalista, ma così approfonditamente che alla controinformazione non resta che ignorarlo. Del resto, chi segue questo blog sa che pur essendo Berlusconi il primo tag ne ho ignorato le vicende prudereccie il più possibile, e le avrei volentieri evitate del tutto non fosse che questi - a differenza del Presidente della Regione Lazio, almeno stando ai fatti fin qui emersi - ha mischiato (as usual) i piani privato e politico: ha fatto cioè l'unica cosa che ci dà diritto di stigmatizzarlo in quanto premier (il giudizio sull'uomo restando libero ma politicamente irrilevante).
Solo qualche noticina, allora:
  • come già detto, qui nessun direttore di telegiornale ha sposato la linea Minzolini sulle escort, restare fuori dalla sfera privata, pur essendo appunto in questo caso semmai più applicabile che meno;
  • a parte i gusti sessuali, che si spera non incidano se non sulla popolarità presso ggente maschilista, non si vede in cosa differiscano le due vicende, cosa comporti cioè pagarsi l'extra di tasca piuttosto che lasciare che siano altri a pagare il bene essendone solo l'utilizzatore finale, se non nell'epilogo ben più dignitoso per l'ex giornalista, già sospesosi (magari lo avesse fatto immediatamente, a luglio...) e di imminenti dimissioni (con questi che hanno pure la faccia tosta di reclamarle immediate...);
  • le elezioni regionali prossime venture saranno il primo banco di prova del Partito Democratico di Bersani, che se riuscisse in questo marasma prima a partorire un candidato presentabile (puntiamo sulle donne, suggerisce Laura Costantini, che non ragionando con l'inguine forse non ci farebbero correre certi rischi...) e poi a vincerle sarebbe un vero miracolo.
Infatti la vera notizia a sinistra è proprio la fine di questo lungo calvario politico che ha condotto da Walter perdotutto Veltroni a Pierluigi unsensoaquestastoria Bersani. La cui elezione significa e comporta due cose ottime, rispettivamente che il popolo pidiessino è ancora molto più vivo delle altre anime del PD, e che Rutelli finalmente compirà la sua parabola politica partita dai radicali per finire all'Udc, quasi sulle orme dei suo allievo, l'inarrivabile e ineffabile Capezzone. Due segnali che forse in questa vita ce la faremo, a vedere smembrato questo Frankenstein e risorta una sinistra credibile, che si prepari per quando (prestissimo) sarà evidente la totale mancanza di alternative alla decrescita felice.
Le Regionali si avvicinano anche in Calabria, dove l'esperienza Loiero rischia di essere il paradigma perfetto dell'infausta parabola del PD. Le vincerà Scopelliti facilmente, penso, e lascerà la sua Reggio sicuramente senza acqua potabile, con un inutile e carissimo tapis-roulant e con lo zombie di una squadra di basket, e forse, ma speriamo di no, con questo obbrobbrio a rovinare per sempre il più bel chilometro d'Italia. Reggini, fermate quelli del waterfront, se avete ancora un pizzico di amor proprio. Le due lire che ciascuno di voi spera di guadagnarci passeranno tra le vostre dita, questa orrenda colata di cemento postmoderna attirerà sulle vostre anime le maledizioni dei posteri nei secoli dei secoli.
...
La colonna sonora di tutto questo bailamme? Ci pensa Battiato, che ha partorito una nuova Povera patria (capolavoro del '91, prima di Mani pulite): si chiama Inneres auge, qui sia il brano che il testo, anche questo profetico.

martedì 20 ottobre 2009

ARTICOLO UNO

In una vecchia edizione del Club Tenco a un certo punto si sente Guccini che, dopo aver cantato la sua irriverente Gli amici in coppia - come spesso si usa in quella riunione di vecchi amici avvinazzati - con Vecchioni, introducendo il pezzo di quest'ultimo che avrebbe completato il duetto (la vecchissima e bellissima Luci a San Siro) dice: "questa è una di quelle canzoni che uno pensa: maledizione, perchè non l'ho scritta io!"
Questa cosa a me capita talvolta con gli articoli di altri blogger, e spesso con Carlo Bertani, uno (e qui viene in mente lo Jannacci di Quelli che..., ma a contrario) di quelli che ti spiegano le tue idee e finalmente le capisci, e riesci a tua volta a spiegarle meglio di come avresti mai potuto fare.
Ecco, l'uscita tremontiana di oggi mi ha fatto subito prudere le dita, ma poi navigando sono incappato nell'articolo di Bertani, ed ecco che mi limito a raccomandarvelo. Condivido ogni virgola, dall'analisi del voltafaccia del ministro (a cui in giornata si è accodato Berlusconi) alla stigmatizzazione dell'ignavia del centrosinistra, passando per le vera causa della crisi e poi del crollo del socialismo reale (la corsa agli armamenti). Perfino la chiosa sul signoraggio (provo a sintetizzarla: la sovranità monetaria dovrebbe tornare allo Stato si, ma a uno Stato finalmente democratico però, e le due azioni devono procedere di pari passo sennò il rimedio è peggio del male) l'avevo sempre pensata e non sapevo come dirla.
Sull'uscita di Brunetta non faccio commenti. Prima o poi mi decido a parlare, di questo ennesimo socialista pololibertàtosi: mi frena il fatto che nello sfascio della Pubblica Amministrazione arriva da buon ultimo, dopo una fila di demolitori spesso di centrosinistra che hanno adottato il modello aziendalista a metà, la metà sbagliata.
Certo è che la cosa rischia di spaccare il centrodestra peggio delle zoccole, pardon escort: guardate cosa è successo oggi stesso in aula, per votare il decreto Gelmini (scritto proprio da Tremonti, alla faccia della coerenza) che affossa definitivamente le speranze di migliaia di precari della scuola.
In ogni caso, votiamo Bersani alle primarie del 25 ottobre prossimo: sfascerà il PD e tenterà di rifondare il centrosinistra. Oggi Tremonti gli ha suggerito da dove partire: l'articolo uno della Costituzione. Una testa un lavoro, una famiglia una casa: questo è la strada per risalire una volta toccato il fondo. Dopo il default, la sciagura, se non si è capaci di azione politica, altrimenti forse prima. Sicuro, invece, che con gli alfieri - fuori tempo massimo - del neoliberismo si comincerebbe a scavare: questo Monsieur de la Palisse ha sussurrato nel sonno a Giulio ieri notte...

lunedì 19 ottobre 2009

LA GOMMA DEL PONTE

Il procuratore nazionale antimafia Grasso ha rilasciato al tg3 un'intervista inquietante, di cui si parla troppo poco in giro (qui su Repubblica) in rapporto alla gravità di ciò che sottintende: quello che per anni si è considerato voce fuori controllo, il "contratto" tra Stato e Mafia a cavallo della stagione delle stragi 1992/1993, è probabilmente verità storica.
Piero Grasso non è Giovanni Falcone e nemmeno Gian Carlo Caselli, forse per questo è lì da tempo: nessun sospetto, per carità, forse riesce a muoversi facendo il suo dovere ma senza che magari eccessi comportamentali lo rendano sgradito a questo o quel soggetto politico. E' solo per dire che se lo dice lui, che le trattative ci sono state, c'è da crederci senza riserve: non è mica Travaglio, insomma...
Allora, posto che ci siano state, e fino a che la Storia non ce ne darà ragione totale come dell'appoggio di Lucky Luciano allo sbarco alleato in Sicilia, ripassiamoci a grandi linee la cronologia, poi ognuno si faccia la sua idea di cosa si sia pattuito: uccisione di Salvo Lima a sancire lo sganciamento della mafia dal quarantennale appoggio andreottiano > strage di Capaci > varie interviste a Borsellino (una l'avevo postata qui) in cui il giudice presagisce cosa sta per accadergli e solleva sospetti su un allora imprenditore e futuro politico > strage di via D'Amelio > graduale abbandono del nascente progetto di entrata diretta in politica della mafia con un partito proprio in favore dell'aggancio del nascendo progetto di quell'imprenditore con gli uffizi del suo braccio destro > stragi di Roma e di Firenze per "aiutare" a chiudere la trattativa > vittoria del nuovo partito in tutti i collegi uninominali siciliani. Questo il plot, la sceneggiatura ognuno se la scriva da sè.
Se volete il prequel, leggetevi attentamente questo articolo su Micromega, e magari il libro di cui parla: trattano del banchiere siciliano Sindona, protagonista della finanza internazionale degli anni 70 morto in carcere per un caffè al cianuro, vero crocevia della storia patria se pensiamo che ebbe a che fare con Andreotti, Nixon, Banco Ambrosiano, Ior, Banca Rasini, loggia P2. Altro che seconda o terza repubblica, stiamo vivendo dal 1994 il film "Prima Repubblica 2 - Il ritorno", e "Mani pulite" è stato solo un cortometraggio proiettato nell'intervallo...
Lo Ior, tra parentesi, è la Banca del Vaticano, sempre e comunque immune a qualsiasi regola di trasparenza bancaria e non, e dunque al centro di infiniti misteri e assassinii: ricordatevene, specie se vi dichiarate cattolici praticanti, quando il Papa straparla di solidarietà e povertà. Prima faccia luce dentro casa sua, poi può pontificare sperando che le sue parole abbiano un qualche valore; Papa Luciani, misteriosamente morto nel sonno essendo andato a letto sanissimo, guardacaso aveva appena annunciato che avrebbe scoperchiato questo calderone. Questo, tra parentesi, è il personaggino appena assurto alla presidenza dell'istituto.
Proprio in questi giorni che si parla di papello di Riina e rivelazioni di Ciancimino jr, il Governo dà l'annuncio dell'avvio dei lavori del Ponte sullo stretto: sarà il 23 dicembre, e saranno finiti tra sei anni, dichiara Sacconi senza una piega a gente (che non fa una piega) cui era stato detto negli anni 80 che la Salerno/Reggio sarebbe stata rifatta a tempo di record, e poi i lavori furono avviati solo nel 96 dichiarando che sarebbero stati ultimati nel 2001, e oggi saranno si e no al 30% mancando tutti i tratti difficili. Si tratta di una follia, come dicono da tempo il geologo Tozzi e un forte movimento di resistenza civile (retenoponte, ad esempio), mentre solo ora se ne accorge parte della stampa generalista. E' uno spreco di dimensioni colossali, uno scempio che colpirà i nostri discendenti per generazioni per gli irrimediabili danni sia all'ambiente che al bilancio pubblico: vi dicono che non sarà fatto con soldi pubblici, ma non credeteci, e tra sei anni non saranno finite nemmeno le più elementari opere propedeutiche, che poi sono quelle che partiranno a dicembre. Di una cosa si può star certi: se mai partiranno i lavori veri, lo scenario che dominerà l'area dello Stretto per decenni sarà quello di un enorme cantiere, nella migliore delle ipotesi - nella peggiore, arriva l'atteso big one in corso d'opera e le rovine resteranno a imperitura memoria.
Ora, che il discorso ponte con la mafia ci azzecchi non è solo intuitivo, è anche acclarato da risultanze testimoniate ad esempio da "Fratelli di sangue", un libro di Antonio Nicaso e Nicola Gratteri, giudice di prima linea: come riporta questo articolo su Strill, alla prima accelerata sul ponte, autore il compare (in italiano, "padrino") dell'attuale protagonista, si scatenò una delle guerre di mafia più sanguinose della storia, di cui la mia generazione ha memoria diretta avendo schivato per puro caso qualcuna delle centinaia di ammazzatine che costellarono il territorio.
L'obiezione che a questo punto si sente, anche da parte di brava gente animata da buone intenzioni, è: ma allora, se pensiamo alla mafia, non possiamo fare più niente, al sud! Errore: non possiamo fare altre opere ciclopiche, perchè sono quelle che ofrono da un lato il minore effetto moltiplicatore keynesiano e dall'altro il maggiore margine per diversi livelli di corruzione. Gli stessi soldi, impiegati ad esempio nella messa a norma antisismica e geologica di ogni zona critica e di ogni singola casa nel reggino e nel messinese, farebbero fiorire una vera industria edilizia locale con spazi ridotti, anche se non annullati, per il malaffare.
Il problema di questa e altre opere che servono davvero è che non danno visibilità al Principe, di cui noi italiani siamo sempre orfani: come dimostra nel suo piccolo il consenso di massa che gode l'attuale Sindaco della novella Città metropolitana, nonostante la sua azione sia orientata a cose visibili costose ed inutili più che a rendere facile e civile la quotidianità. Se glielo toccate, ai reggini, ad esempio sostenendo l'elementare verità che con i soldi spesi per costruire e mantenere il tapis roulant avrebbe potuto garantire trasporti pubblici elettrici e gratuiti alla cittadinanza per generazioni, o magari finalmente acqua corrente potabile, può capitare che vi buttino fuori da un forum dove si parla di basket, la cui storica società lo stesso da anni strumentalizza essendo così stato tra gli artefici della sua scomparsa ed oggi farsesca riapparizione.
Ecco, io credo che per quanto una minoranza agguerrita di menti illuminate lo combatta, se si facesse un referendum a Reggio e Messina oggi il Ponte vincerebbe. Perchè la schiavitù moderna è volontaria, come l'acquiescenza freudiana a un genitore possessivo. Gli argomenti logici si abbattono contro le menti di chi si lascia affascinare dalle "promesse di papà" come contro un muro di gomma. E la mafia vive e prospera nell'intercapedine tra questo muro e la realtà.

venerdì 16 ottobre 2009

MERIDIUNALE VERAMENTE

Il titolo riprende il personaggio rubato a Porcaro con cui Abatantuono è diventato famoso, variato con in mente una vecchia misconosciuta canzone del suo amico Jannacci, Songo venuto, in cui il grande Enzo impersona un improbabile terrone con la solita sconclusionata efficacia: il personaggio esce da non si capisce bene quale disavventura di stampo razzista chiudendo con "una cosa sola ti devi ricordare, di non nominare la parola meridiunale".
Jannacci, come moltissimi milanesi, ha avi meridionali. Eppure pochi come lui rappresentano e hanno rappresentato la milanesità, l'amore per i luoghi e per le persone di una Milano che non c'è più, della "vera" Milano, a partire da tantissime canzoni in dialetto meneghino, tra cui due interi album ad inizio (con Milly, cantante magnifica d'altri tempi) e fine carriera. I leghisti sono solo una caricatura, dell'essere veri milanesi o brianzoli o veneti, ed essendo ottusi non se ne rendono nemmeno conto. Eppure contano, in questa Italia di oggi, grazie all'alleanza ferrea con un tipo che quando gli ha fatto comodo hanno accusato apertamente e molto documentatamente di essere mafioso, e la colpevole distrazione di una destra dimentica per (malcalcolata) convenienza di avere innalzato a vessillo in passato la retorica della Patria sacra e indivisibile. E contano tanto da aver fatto passare una serie di odiosi provvedimenti di stampo razzista, con cui chiunque abbia non dico una coscienza umana e sociale, ma una religiosità di stampo cattolico un po' meno che di facciata, non può che inorridire e provare uno schifo profondo quasi fisico.
Un paese civile fatto di gente che merita ancora di stare a questo mondo non avrebbe l'ipocrisia di alimentare sottobanco una domanda crescente di manodopera a basso costo e soprabanco lasciare il suo trasporto ai mercanti di schiavi, salvo poi propugnare i respingimenti e i lager di "permanenza temporanea", non avrebbe la facciatosta di temere e combattere la microdelinquenza che sempre si genera nelle sacche di sottosviluppo dopo aver creato quelle stesse sacche.
Ho una notizia: l'Italia ha abbondantemente le risorse per garantire un lavoro e una casa dignitosi per tutti i cittadini vecchi e nuovi, basterebbe fosse questa l'unica grande opera da finanziare, altro che ponte TAV e tutti gli altri pozzi senza fondo dove i nostri "rappresentanti" fanno sparire i nostri soldi.
Domani c'è una manifestazione da non perdere. Ma non dev'essere un'occasione per placare la coscienza di ciascuno di noi, semmai l'inizio di un definitivo risveglio. Senza gli immigrati, siamo un Paese finito. Senza una strategia di accoglienza e integrazione, non abbiamo futuro. Dimenticando l'elementare considerazione dell'unicità della razza umana, non meritiamo di averlo.

mercoledì 14 ottobre 2009

ACCOPPIAMOLE

Sti giorni le notizie si combinano tra loro in modo strano.
Ad esempio, leggo l'incredibile candidatura di Palermo ad ospitare i giochi olimpici del 2020, grottesca per una serie infinita di motivi, dalla situazione socioeconomica al limite del sottosviluppo che suggerirebbe una diversa priorità di intervento alla contemporanea candidatura già sovrabbondante di Venezia e addirittura Roma per la stessa edizione. Accoppiamola alle rivelazioni della vedova Borsellino che seguono quelle del figlio di Ciancimino relativamente alla stagione delle stragi 1992/1993, madre gravida del regime in cui viviamo. Brivido rosso sangue.
Poi leggo che Berlusconi, livido per le due legnate consecutive ricevute dal tribunale civile e dalla Corte costituzionale, nel suo stile rilancia accelerando sulla sua riforma della giustizia copiata dalle carte di Gelli. Accoppiamo la notizia alle frenate dei finiani e soprattutto alle inaudite rassicurazioni di Giulia Bongiorno. Brivido nero camicia.
Poi leggo che lo Scudo fiscale, diventato legge grazie alle incredibili defezioni del PD al momento del voto, che non ci fossero state avrebbero addirittura fatto cadere il governo (avevano chiesto la fiducia... Ora che ci penso, ecco il perchè delle defezioni: il PD non è ancora pronto a correre alle elezioni, ammesso che lo sarà mai...), è talmente il cardine del poco di politica fiscale che svolge questo governo che addirittura dal suo gettito dipende la conferma o meno del 5xmille alle associazioni di volontariato eccetera. Accoppiamo la notizia alle statistiche di bankitalia sul debito pubblico e l'ennesimo calo delle entrate fiscali durante un governo di centrodestra. Brivido verde tasca vuota.
Infine leggo due notizie ancora più in sintono. Quella dell'ennesima aggressione ad omosessuali nella capitale, e quella della bocciatura della legge sull'omofobia al voto parlamentare (col contributo dell'ineffabile Binetti, il volto fisico dell'assurdità dell'esistenza del PD). Facciamo così, accoppiamole. Ste brutte checche. Brivido rosa shocking. Scioccante.

giovedì 8 ottobre 2009

ANCHE PER TE

La notizia di oggi è che la legge è uguale per tutti. Anche per il primus super pares. La legge è uguale per tutti. Anche per l'unto dal Signore. La legge è uguale per tutti. Anche per la tessera 1816, erede designato dal Gran Maestro per l'attuazione del piano della P2. La legge è uguale per tutti. Anche per il detentore del conflitto d'interessi più grande del mondo. La legge è uguale per tutti. Anche per l'uomo più indebitato d'Italia che scendendo in campo è diventato l'uomo più ricco d'Italia. La legge è uguale per tutti. Anche per chi la legalità è l'altra parallela della rotta della sua vita. La legge è uguale per tutti. Anche per uno che legalmente si è comprato casa profittando di un'orfanella. La legge è uguale per tutti. Anche per chi è recordman mondiale in carica di leggi ad personam. La legge è uguale per tutti. Anche per chi vorrebbe i giudici sottoposti al controllo dell'esecutivo. La legge è uguale per tutti. Anche per chi ha ottenuto la Mondadori grazie a corruzione e ora in base a una sentenza civile se la cava con 750 milioni euro di risarcimento e si lamenta pure, anzi chiama la piazza a soccorrerlo. La legge è uguale per tutti. Anche per chi fa dire dai suoi giornali che il 70% degli italiani è con lui, anche se fatti bene i conti saranno si e no il 30%. La legge è uguale per tutti. Anche per chi con la sua squadra di calcio ha vinto tutto. La legge è uguale per tutti. Anche per chi si sente e si dichiara al di sopra della legge e anche della moralità. La legge è uguale per tutti. Anche per i Papi. La legge è uguale per tutti. Anche per chi dà del comunista a chiunque non sia d'accordo con lui, compresi i giudici della Corte Costituzionale.
I quali per la seconda volta in pochi anni hanno ribadito, menomale, che almeno fino a che formalmente l'Italia sarà definita una democrazia, vi vigono i principi basilari dell'ideologia democratica. Come la divisione dei poteri e l'autonomia della magistratura, ad esempio. Oppure, quello che ancora è scritto in tutte le aule di tribunale:
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti.
Silvio, come te lo devono dire? La legge è uguale per tutti, eccheccazzo! Quindi anche per te, che vorresti morire ma morir non sai....

martedì 6 ottobre 2009

PAGHERA' CARO PAGHERA' TUTTO

Devo chiedere scusa ai messinesi. Se non a tutti, almeno a quelli che c'erano qui (non solo i NO PONTE...).
I pomodori non li avevano, ma anche se li avessero avuti non avrebbero avuto il bersaglio: certa gente fa i bagni di folla solo quando qualcuno per lui ha assaggiato l'acqua, o ha riempito la jacuzzi con l'acqua giusta. Come al prossimo evento plebiscitario, in cui il caudillo chiamerà la piazza a sollevarsi per salvargli pure il portafoglio, dopo che il culo glielo ha salvato la prescrizione. Stiamo parlando del Lodo Mondadori, per il quale una sentenza penale definitiva in tutti i gradi di giudizio ha accertato l'acquisizione tramite corruzione, che pertanto è verita giuridica. Anche se l'informazione di regime continua a dire il falso, che cioè il Capo sarebbe estraneo mentre invece lui è uscito per prescrizione da un processo in cui il suo avvocato è stato condannato per avere corrotto un giudice. A questo punto, cosa doveva fare il giudice civile? Poteva togliergli il maltolto, cioè la Mondadori acquisita illegalmente, e si è limitato a infliggergli un multone. Ma a Lui non basta. Sente di avere ancora il carisma per chiamare la folla a sovvertire persino un giudizio civile. L'evento sarà trasmesso a reti unificate. Invece le contestazioni di Messina, come quelle dell'Aquila, o le vedete su Internet oppure non le vedete.
P.s.: oggi ha assicurato che le voci di elezioni anticipate, il tentativo di incassare cioè adesso che ancora può la rendita plebiscitaria per avere il definitivo via libera a fare tutto ma proprio tutto quello che gli pare, dalla magistratura asservita all'esecutivo al parlamento esautorato con voto dei soli capigruppo, dal lodo Alfano (la Corte Costituzionale è riunita per deliberare) a vita e magari ereditario allo ius primae noctis, sono infondate. Nel suo linguaggio, significa che ha già fissato la data.

lunedì 5 ottobre 2009

SOLID ROCK?

In quasi tutti i matrimoni in chiesa a cui anche a un miscredente come me è toccato di assistere (a 5 amici ho fatto da testimone, non mi potevo nemmeno nascondere...) ho sentito la lettura del brano del vangelo secondo Matteo (7,21.24-29) meglio noto come La casa sulla roccia. Se preferite, potete leggerla canticchiarla o magari riascoltarla nella versione di Mark Knopfler: è Solid rock dei mitici Dire straits, l'album di Tunnel of love e Romeo and Juliet, 1981. Oppure riguardarvela nella versione Disney d'annata: si si, I tre porcellini racconta proprio la stessa storia...
A Reggio Calabria torno sempre meno spesso e volentieri, ma ogni volta, i miei amici lo sanno e forse nemmeno mi sopportano più, non riesco a trattenermi dal vaticinare sciagure. Il fatto è che guardo le colline argillose degradanti rapidamente dall'Aspromonte al mare o ai torrenti, e paragono ciò che vedo al mio ricordo giovanile di brulle formazioni arenarie con fichi d'india e poche altre macchioline verdi, puntellate qua e là da qualche casa colonica ad un piano nascosta da un mandorlo o pochi ulivi: un paesaggio tale che ci girarono alcuni spaghetti western. Ciò che vedo è invece qualcosa che somiglia a Beirut dopo i bombardamenti israeliani: centinaia di palazzi e palazzine abbarbicati alle pendici delle colline, con la facciata a mattoni o al meglio all'intonaco, e talvolta i piani superiori con il solo scheletro, quasi sempre almeno con i ferri pronti per aggiungere piani. Chiunque avesse un pezzo di terra ha edificato. Quasi sempre in economia. Quasi sempre credendo di aver fatto una casa solida per aver messo tanto ferro e fatto profonde fondamenta. Ma quasi sempre senza nessuna seria analisi geologica del terreno (o sistemazione dello stesso in maniera da non avere problemi in caso di forte maltempo). Non ho statistiche precise, ma se dico che il 90 per cento delle costruzioni nel territorio reggino dagli anni 70 sono state fatte abusivamente probabilmente non esagero. Per carità, poi sono state condonate, quindi gli abitanti oggi sono quasi tutti in regola. Ma non ci vuole un genio in scienza tributaria per capire che un condono edilizio nell'85 uno nel 95 uno nel 2003 e uno mascherato per pudore da "piano casa" in arrivo, oltre che fruttare meno soldi all'erario di quanto siano costate le sole opere di urbanizzazione connesse alla regolarizzazione, abbiano costituito un serio e potente incentivo anzichenò alla costruzione in barba a tutte le leggi non solo dello Stato ma anche della fisica e della geologia. E non ci vuole un genio in queste ultime discipline per prevedere che alla prima alluvione o al primo terremoto serio molte di quelle case verranno giù con tutta la terra su cui sono fondate.
E infatti è successo, a Messina perchè è come Reggio, e per tante altre zone del Sud si potrebbe fare il copia-incolla di questo discorsetto.
Io, e tanti altri come me, l'avevamo detto, non Lui. Anche se ora afferma il contrario, tanto è senza contraddittorio e può dire quello che vuole senza che il giornalista di turno gli chieda semplicemente "ah si? e quando?" o meglio "ah si? e perchè non avete previsto un piano di evacuazione? chi doveva pensarci, il Sindaco? e dove le metteva centomila persone? e se non succedeva niente stavolta, doveva ripeterlo ad ogni acquazzone?". Lui, invece, è autore di tre dei quattro condoni succitati, il primo essendo invece di paternità del suo compare ed ex protettore politico, il messinese (Nemesi?) Craxi. E ora vuol far fare ai messinesi la stessa fine degli aquilani, ma il problema è proprio qui: non è grave che lui dica certe cose e faccia gli show sul teatro delle sciagure, è grave che gli "sciagurati" non lo prendono a pomodorate. A lui e a quelli che si affrettano a dire che il Ponte verrà fatto lo stesso, anche se per una volta Napolitano si è segnalato per una dichiarazione coraggiosa.
E visto che le cose dobbiamo dirle prima davvero, parliamo pure di mare. Io ogni volta che torno in Calabria devo notare la sparizione di spiagge su cui giocavo da ragazzo, talvolta con ricomparsa più o meno pilotata altrove, talaltra no perchè il mare (anche senza contare l'innalzamento generale dovuto ai cambiamenti climatici) si è semplicemente ripreso lo spazio che gli hanno sottratto per un nuovo porticciolo, una nuova barriera protettiva, o altri manufatti. E' quindi semplice vaticinare sfaceli alla prossima mareggiata seria, anche non volendo pensare al maremoto che seguì il sisma del 1908 e forse si ripeterà al prossimo - certo - big-one.
Cassandrate a parte, com'è che se ne esce? Facile prendersela, come l'ineffabile Bertolaso, con gli sventurati vittima della loro stessa imprudenza: avevano scelta? O si sono solo industriati per sfruttare le logiche perverse di un'azione politica inveterata allo scopo di dotarsi di una casa con i pochi mezzi a disposizione? Insomma la colpa è di chi avendo due lire da parte e sapendo che lo Stato li lascia fare, si fa casa abusiva sul terreno scosceso di suo padre, o di chi ha abbandonato l'edilizia pubblica, usato le dismissioni di quella esistente per arricchire i soliti noti e drogare il mercato immobiliare gonfiando così ulteriormente la bolla speculativa appena esplosa, e in parole povere tradito il patto sociale implicito nella nostra Carta costituzionale?
L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro, porca miseria! Quand'è che si risentirà anche da noi forte il coro di chi, senza mezzi termini, traccia una linea sulla sabbia e dice "da qui non si passa, l'azione politica di dettaglio deve ruotare attorno al perno fondamentale per cui ciascuno, nel nostro Paese, deve avere un lavoro dignitoso e sicuro, una casa, una istruzione, eccetera?". Dove dobbiamo arrivare per rivedere qualcosa che somigli più al Pasok che ha appena stravinto le elezioni in Grecia grazie proprio a questa linea politica, che al progetto balsano di Veltroni e Rutelli? Ma davvero non ci resta che Grillo?

venerdì 2 ottobre 2009

LA LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE

Domani 3 ottobre 2009 le persone che hanno a cuore il futuro di questo Paese saranno in piazza a manifestare per la libertà di informazione. Chi può personalmente, chi non può almeno idealmente.
Il momento infatti è cruciale: il tiranno vacilla, i topi più furbi cominciano a scappare dalla sua nave, ma è proprio adesso che diventa più pericoloso. Egli infatti non è minimamente dotato di quel minimo di senso dello Stato che spinse suo compare a scegliere l'esilio, per cui allorquando la ggente - come accadde nel 92, ultima di tante volte - si troverà di fronte al baratro e quindi nella necessità di un capro espiatorio, la sua reazione sarà potenzialmente letale, e le avvisaglie già sono sotto i nostri occhi. E' nervosissimo, infatti, e non gli basta controllare quasi tutta l'informazione, pretende che ogni voce che non canti il suo coro sia taciuta. Neanche il senso del ridicolo ferma i suoi sgherri, se arrivano a bollare come indecente una trasmissione televisiva che ospita una escort che frequentava il premier come se l'indecenza non fosse la frequentazione stessa con tanto di candidatura nel PdL a parziale pagamento.
Ma perchè possono permettersi questo assurdo logico, che non sarebbe perdonato a nessuno in nessun Paese civile e magari nemmeno in molti "incivili"? Perchè l'animo profondo della nostra mai nata nazione è minato - in tutti noi, anche quelli che hanno abbracciato altre fedi o magari nessuna, come un tarlo - dalla mancanza del senso di responsabilità individuale, conseguenza di duemila anni di cattolicesimo e dominio papale. Molte cose serie sono state scritte a proposito, da Max Weber in poi, e certo non è questa la sede per ripeterle. Ma non dovrebbe essere difficile per ciascuno di noi riconoscersi nel bambino che, pizzicato con le labbra sporche di marmellata, indica la sorellina o il cane e dice "è colpa sua". Ragion per cui, come dopo un decennio di sciali condoni megaconcorsi megaaumenti e promozioni ottenute mediante l'aumento del debito pubblico dal 30% al 130% del PIL da un regime che in cambio rubava impunemente ci siamo svegliati tirando le monetine addosso al "solo responsabile", a maggior ragione stavolta, dopo un quindicennio di scudi fiscali condoni cartolarizzazioni megaappalti e sprechi possibili senza fare bancarotta solo grazie ad alcuni brevi interregni di risanamento di governi di centrosinistra ovviamente impopolari, saranno in prima fila con la prima pietra in mano per primi quelli che hanno beneficiato maggiormente della sua nefasta azione di governo.
Siamo insomma i campioni del mondo del predicar bene e razzolar male, del fate come vi dico ma non fate come faccio di zi' prete. Ad esempio, c'è un attempato teologo tedesco che gira vestito da carnevale che ne dice tante che ogni tanto per la legge dei grandi numeri una la deve pure azzeccare. Altrimenti, sarebbe Berlusconi. Peccato però che quelle che azzecca siano proprio quelle contraddette maggiormente dal comportamento suo e dell'istituzione che rappresenta:
  • qui dice che "c'è bisogno di politici credenti e credibili dediti al bene comune", ma in cambio dell'esenzione dell'ICI dei sussidi alla scuola privata dell'8 per mille eccetera eccetera lascia che da anni pasturi nel (e del) suo gregge un tipo che si dice credente e intanto è pluridivorziato, peccatore impenitente, e campione delle leggi ad personam - insomma, non dico una scomunica, ma un vaffanculo potrebbe pure mandarglielo...
  • in questa intervista semisdraiata strumentalizza il laico Havel per filosofeggiare sul concetto di libertà subordinandolo a quello di verità, sottintendendo ovviamente che quest'ultima è quella che afferma lui e il suo amico immaginario per cui conto afferma di parlare...
  • ma anche quando parla di economia etica e responsabile e giustamente stigmatizza chi attraverso la finanza senza scrupoli ha snaturato la funzione sociale del capitalismo, dimentica che se c'è un istituto bancario senza controlli senza trasparenza e al centro di tutte le schifezze degli ultimi trent'anni e passa di storia, compresi omicidi illustri forse financo di un suo predecessore, è proprio lo IOR ed è il suo.
D'altronde, si dicono storicamente cattolici praticanti e difensori della fede tutti quei mafiosi ndranghetisti e camorristi vari che da sempre controllano almeno un terzo del territorio nazionale senza farsi scrupolo non dico di migliaia e migliaia di omicidi, che sarebbe logico per quanto esecrabile, ma financo della sopravvivenza stessa del territorio in cui vivono loro e vivranno i loro eredi. Leggete attentamente questo pezzo (e poi magari anche questo) del solito Carlo Bertani: c'è davvero da rabbrividire: viviamo in un territorio avvelenato dai criminali e dalle industrie del Nord loro mandanti (bisognerà ricordarsene se Bossi osasse spingere ancora sul bluff della secessione, nel presentargli il conto), e continuiamo a temere che lo zingaro o l'extracomunitario ci facciano la bua, grazie alla sempre più fitta impalcatura di menzogne che ci spacciano per informazione.
Senza libera informazione, la democrazia non è che un'etichetta appiccicata alla meno peggio sul regime. Sentite Corrado Guzzanti in questo vecchio filmato, recuperato per il suo blog da Michele Diodati, e non fatevi più prendere in giro.
Il 3 ottobre si manifesta. A Roma in piazza del Popolo alle 15e30 (organizza la FNSI, c'è anche un blog), ma anche su Facebook virtualmente, o se volete anche solo nel vostro cuore, ma non potete mancare: per la democrazia in Italia, è una delle ultime chiamate. Perchè cosa sia la libertà dobbiamo sentirlo dentro di noi, kantianamente, e non lasciarcelo suggerire da una qualsiasi autorità religiosa, anche se siamo credenti. Al limite, ci facciamo aiutare da Gaber:
la libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

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