sabato 28 novembre 2015

RUSSIANS

ooops...
"In Europa and America there's a growing feeling of hysteria..." cantava Sting nei primi anni 80 nel più famoso singolo del suo primo e insuperato album solista, The dream of the blue turtles. L'ho imparata a memoria, come molta della musica che ascoltavo a vent'anni (e, come molti, senza farlo apposta), ma si tratta di uno di quei casi in cui il senso delle parole passa meglio ascoltando il brano (l'attacco, memorabile, è preso da Prokofev), per cui vi posto il video in fondo. Se avete meno di 40 anni, però, per apprezzarla appieno vi serve qualche informazione di contesto: per noi ragazzi di fine anni 70 inizio anni 80 la guerra fredda fu davvero un incubo. La corsa agli armamenti innescata da Reagan (con l'intento preciso di sfiancare l'economia sovietica, si sarebbe capito presto - perché riuscì perfettamente - ma allora ancora non si vedeva) con l'escalation degli Euromissili fece si che in poco tempo l'Europa fosse sede di una tale quantità di testate atomiche da poter distruggere, in caso di conflitto, il pianeta decine di volte. La drammaticità del momento (bastava una disattenzione per scatenare la fine del mondo, ci aveva già avvisati Kubrick) non poteva non sollecitare gli animi artistici, ed oltre al citato brano di Gordon Sumner non possiamo non ricordare almeno il bellissimo cartoon When the wind blows (con colonna sonora di Roger Waters appena uscito dai Pink Floyd, Genesis, David Bowie e Paul Hardcastle - ho il vinile!!!), il video di Dancing with tears in my eyes degli Ultravox (anche se il loro brano più bello era Vienna), e il film War games ingenuo quanto volete visto oggi ma visto allora mica tanto... Persino il Vostro blogger ai tempi sentì l'urgenza di partorire il testo de L'equilibrio, una canzone (che poi, abbandonato definitivamente il sogno di una carriera musicale, diventò un racconto della sua prima e finora ultima opera di narrativa) in cui prima raffiguravo tutta la faccenda come un gioco delle parti, una recita in cui i protagonisti Giorgio Albertazzi e Carmelo Bene lasciavano che le tensioni derivanti dal modo diverso di concepire il teatro deflagrassero davanti al pubblico, e poi mi immaginavo a conflitto nucleare esploso rifugiarmi in Aspromonte, inutilmente visto che la vicina Comiso era un obiettivo primario e la stessa montagna ospita una base americana, ammesso che ci sia differenza tra morire subito sotto un'esplosione atomica o dopo per uno dei suoi numerosi "effetti secondari".
Questo il quadro, sempre che io sia riuscito a dipingervelo decentemente. L'Unione Sovietica non poteva sostenere lo sforzo economico di un riarmo così esponenziale (che invece alle economie capitalistiche fa sempre bene, e infatti praticamente ogni grande crisi si è risolta solo con una grande guerra - capito l'antifona? preoccupatevi...), e infatti crollò di li a poco, col tentativo Gorbaciov di salvare il salvabile del socialismo sabotato dagli interlocutori occidentali fingendo di discuterne mentre già si accordavano con quelli che già parlavano la loro lingua (la mafia e i suoi pupi, a cominciare da Eltsin). Caduti il Patto di Varsavia e ciò che visivamente lo rappresentava, il Muro di Berlino, sembrò a molti fosse finita la Storia e potesse iniziare una nuova età dell'oro, di nuovo solo gli artisti si accorsero subito che invece era iniziata, per citare il più grande di tutti, "una pace terrificante" con il Quarto Reich come scenario incipiente.
Un altro genovese, infinitamente più in basso per statura artistica (e di ciò consapevole) ma non così tanto se ha potuto addirittura invitare Faber a cantare insieme in un suo brano, ebbe una visione profetica pochi anni dopo: il pezzo è Rifacciamo il Muro di Berlino e ai tempi lo sottovalutammo in tanti. Ma è da sentire e leggere e pertanto vi linko sia il video sia il testo commentato dal sito antiwarsong (non so se mi spiego), riporto solo un passo:
Non ritengo che il Muro di Berlino sia stata una bella cosa. Tutt'altro. Però ho anche sotto gli occhi quel che è venuto dopo la sua caduta, e neppure questa è una bella cosa. Uno dei primi atti della “Grande Germania” riunificata di Helmut Kohl è stato quello di soffiare un bel po’ sul fuoco per crearsi un orticello economico; e sono state le guerre jugoslave...
Si lo so che ora "si porta" l'Isis e le guerre qui dietro casa (con D'Alema che forniva i caccia) ce le siamo scordati. Ma non riesco a dare torto a chi vede dietro il progetto Euro proprio "la scimmia del Quarto Reich", e se è vera quella storia del pelo e del vizio, e fa ancora ridere la battuta di Woody Allen (auguri Maestro!) su Wagner (non posso ascoltarlo, mi viene subito voglia di invadere la Polonia), questi ci hanno conquistato stavolta senza bisogno di usare la forza, avendo capito che senza è più efficace quanto meno riconoscibile. E una volta che ci si trova coi "corsi e ricorsi storici", sarebbe bene non dimenticare che invece i Russi, questi dannatissimi Russi, se salvano anche stavolta il mondo dalla tirannia (e non ho in mente solo il Califfato, penso alla ricostruzione di un nuovo equilibrio basato sulla multipolarità, che il dominio statunitense degli ultimi 25 anni ha fatto troppi danni persino anche agli USA stessi), dopo essere stati il vero "motore immobile" della socialdemocrazia e delle conquiste del Welfare State in occidente, ed essere stati decisivi nel fermare Hitler e prima di lui Napoleone, è la quarta in due secoli, la terza in uno. Poi Putin può anche essere antipatico, ma intanto forse sarà per quello che ci raccontano di lui sul nostro mainstream, e poi meno male che c'è: nella situazione attuale, coi turchi nel ruolo dei sicari maldestri e chissà fornitori del prossimo capro espiatorio, siamo ridotti a dover fare il tifo per lui.


domenica 22 novembre 2015

E' COSA LOGICA E GIUSTA

Devo tornare sull'argomento "guerra al terrorismo", per due ragioni:
  1. mi ero ripromesso di dirla "in piano" e invece come al solito mi sono compiaciuto nell'arrovogliarmi;
  2. non capita spesso di scegliere un titolo e dopo due giorni un Papa usa parole talmente simili che sembra quasi rubartelo.
Non che io abbia mai badato troppo alle parole di un qualsiasi esponente religioso, anzi: sono fermamente convinto che l'umanità avrebbe bisogno proprio esattamente di affrancarsi da questa necessità infantile di trascendenza per accettare la consapevolezza della caducità della vita, necessità di cui si alimentano da sempre le istituzioni religiose di ogni tipo e misura. Ma resta il fatto che sapere che la propria analisi è sostanzialmente condivisa da personaggi influenti, nella fattispecie da uno così ascoltato da tanti come emanazione diretta della divinità, è in qualche modo comunque incoraggiante.
E allora ri-scriviamola, questa analisi. Chi oggi in reazione agli attacchi terroristici reclama guerra commette un imperdonabile errore: lo fa come se non l'avessimo mai usata, questa risposta, come se quelli che spregevolmente chiama "buonisti" avessero spadroneggiato negli ultimi decenni impedendo qualunque risposta dura e qualunque ingerenza armata negli affari altrui. Invece (la Storia puoi anche ignorarla ma lei quella è), la risposta "guerra" è esattamente quella che abbiamo sempre usato. Sempre, per miopia o interesse, dal 1991 ad oggi. E ogni volta il problema terrorismo anzichè diminuire è aumentato. Vogliamo rispondere con le bombe anche stavolta (domanda retorica, lo stanno già facendo)? Aumenterà ancora. E questa spirale si arresterà solo quando una delle parti in causa (che potremmo benissimo essere noi, non vi illudete, anche perchè le radici del male che rappresentiamo affondano ben prima del 1991: leggetevi attentamente, qui, Massimo Fini...), se non entrambe, sarà totalmente rasa al suolo. E' davvero questo, quello che volete? Si? Ebbene, non siete amici miei. E neanche buoni cristiani, a sentire il vostro Capo in terra.
E non si tratta di "porgere l'altra guancia". Si tratta semplicemente della banale considerazione logica che per risolvere un problema bisogna colpirne le cause, e per farlo bisogna saperle individuare (qui Leonardo ci riesce benissimo, in una tirata retorica: l'assurda guerra all'Afghanistan dopo l’11 settembre, una serie di Paesi islamici disastrati dalle fallimentari strategie geopolitche dell'Occidente, la corruzione postcoloniale della classe dirigente di tutto il terzo mondo, l'industria bellica  - continuiamo a vendere armi a tutti, approfittando di innumerevoli guerre fraticide e in molti casi provocandole, "la fragilità del benessere di Paesi basati sull’esportazione di idrocarburi, praticamente privi di una classe media che possa creare le premesse per una democratizzazione e laicizzazione della società", "la questione israelo-palestinese", "il malessere delle banlieues", la rinuncia a qualsiasi governo "emerso" dei flussi migratori funzionale alla colpevole incentivazione della clandestinità con relativa compartecipazione della criminalità organizzata), e soprattutto non confonderle con gli effetti. Dare l'altra risposta, ritirarsi dal medio oriente Palestina compresa, costi quel che costi rinunciare al petrolio, o perlomeno qualcosa che gli somigli, sarebbe ancora più che giusto: sarebbe logico.

mercoledì 18 novembre 2015

BUONO, IL BAGNETTO CALDO?

Ho già citato la favoletta della rana bollita, voglio accorciare la metafora.
In questi giorni va in onda, interrotta dalle varie edizioni straordinarie da Parigi, la nuova puntata della soap opera dal titolo "La Buona Scuola", serie di provvedimenti con cui si prepara sotto mentite il definitivo smantellamento della scuola pubblica, "soap" anche nel senso "metaforico" (le virgolette indicano un terzo livello di gioco di parole che però mi vergogno di esplicitare) del prodotto che potrebbe rendere meno doloroso l'atto "contronatura" di cui sono vittima gli italiani odierni.
In questa puntata si assiste al "consolidamento" di alcune migliaia di precari della scuola, spesso (anche se non sempre - ma il 10% circa dei casi, a cui bisognerebbe aggiungere tutti coloro che per paura di questa eventualità la domanda non l'hanno presentata proprio, è spesso eccome) a grande o enorme distanza dalla residenza attuale. Costringere persone di 50 o anche 60 anni a emigrare per "passare di ruolo", anticipando così il momento (che comunque sarebbe arrivato con le pensioni da fame che li attendono) in cui dovranno imparare a vivere in povertà, dopo che per decenni di supplenze di vario genere e varia pendolarità non è che avessero fatto pochi sacrifici, è già di per se crudele. Farlo passare per una coraggiosa riforma, grazie a una ridondante campagna di comunicazione svolta con la collaborazione compiacente della stampa di regime e condita da una prolissa mail autocelebrativa, è un vero capolavoro di arte del raggiro. E, come avrete appreso studiando, o anche solo guardando uno dei tanti film ispirati dall'arte della truffa, nessun raggiro è mai possibile se non in presenza di una potente pulsione del raggirando ad essere raggirato: il raggiratore è come spegnesse una sete, è un "benefattore" occasionale come un altro...
Fuori metafora, se è vero che il PD raccoglie ancora la maggioranza relativa dei consensi (anche se il m5s è in tale rimonta nei sondaggi che ora la legge elettorale truffa che hanno appena approvato siccome potrebbe farli vincere forse la ricambiano...), è probabile che - manifestazioni a parte - la "buona scuola" riscuota ampi consensi non solo tra i maggiori beneficiati ma anche tra quel dieci per cento di espiantati tardivi con ricatto, mandati a rifarsi una vita in tarda età con uno stipendio da fame, perchè è sempre meglio che niente.
Si badi bene che questa è una tecnica, e pure consolidata, che fa leva sulla natura umana per ottenere che persino lo schiavo arrivi ad amare le proprie catene. Abbiamo una vita, tutti, e chi non vuole impazzire deve trovare il modo di farsi piacere quella che gli è toccato vivere, magari dopo aver sfruttato tutte le oggettive possibilità di miglioramento che gli si offrono e aver realizzato di non averne altre: questo principio vale a qualsiasi livello assoluto, mentre quello che conta è il livello relativo a quelli accanto. In virtù di questo assunto, ad esempio:
  • i dipendenti pubblici sono senza contratto da anni ma non fiatano, visto che ciascuno di loro è circondato da gente che ha perso il posto o non ha mai trovato lavoro - e peraltro sono da questi ultimi guardati con livore e invidia crescenti, in quanto la loro condizione di pieno diritto è vista come ingiusto privilegio;
  • i ragazzi non sanno nemmeno che esiste un "diritto al lavoro", figurarsi del suo rango costituzionale, e crescono e invecchiano arrabbattandosi e cercando di sfruttare, nella misura in cui chi ce l'ha ce l'ha, la rendita di posizione dei genitori;
  • i sottoccupati, i precari, e simili, si tengono stretto finchè possono il loro lavoretto, magari credendo pure alla favola del "tempo indeterminato" raccontata dal "jobs act" (che fosse in realtà "determinato a capriccio del datore di lavoro" si poteva immaginare sulla carta da subito, non servivano i riscontri sperimentali), e sono troppo impegnati a difendersi da chi (i disoccupati) li invidia e guarda in cagnesco, mentre l'unica cosa logica sarebbe che "ultimi e penultimi" uniti se la prendessero con chi rinunciando al governo politico dell'economia ha causato l'attuale situazione di tutti.
Ciò a cui stiamo assistendo, inermi e spesso inconsapevoli, è nientemeno che la cancellazione di fatto di uno dei diritti fondamentali del nostro ordinamento. E il paradigma vale anche per tutti gli altri: quanti di voi sono disposti, dopo i recenti fatti in cronaca, a farsi ridurre "per la sicurezza" la libertà di espressione, di privacy nelle comunicazioni interpersonali, di movimento? In quanti avete fatto eco ai proclami di guerra (tra parentesi, eccovi una lezione), prendendovela coi "buonisti" e con gli immigrati, come se negli ultimi 25 anni noi fossimo stati sempre colombe e solo ora che questi esagerano tocca finalmente lasciar fare ai falchi, quando invece la guerra è stata finora l'unica opzione praticata dall'Occidente (ah, indovinate chi tra i partiti che potrebbero vincere le prossime elezioni è l'unico a proporre qualcosa di diverso?) ed è stata questa la causa della nascita e della crescita di tutti i vari terrorismi islamici?
Aprite gli occhi: c'è un progetto preciso, di annullamento di tutte le conquiste di cittadini e lavoratori. Hanno in mente un mondo in cui una ristretta élite di superricchi governerà senza alcun controllo su una massa di "nuovi schiavi". E vi stanno facendo abituare pian piano all'idea, senza nemmeno farvene rendere conto. Nessun complotto, nessun "grande vecchio": il capitalismo funziona così, è intrinseco alla sua natura creare strumenti o usare quelli che trova (terrorismo compreso) per realizzare le proprie tendenze sistemiche, senza alcuno scrupolo etico. Tutto quello di "civile" che abbiamo conquistato è stato nella misura in cui abbiamo voluto e potuto "irregimentare" questa sua natura. Ed è esattamente da quando ci hanno "convinti" che invece "privato" è buono (a proposito, l'ultima rapina è alle Poste) e tutto il male viene dal "pubblico" (indovinate chi è rimasto solo a difendere la sanità pubblica?) che è iniziata la nostra progressiva rischiavizzazione.
Svegliamoci subito, ammesso che siamo ancora a tempo, o siamo cotti.

lunedì 16 novembre 2015

SIA MALEDETTO CHI DICE "GUERRA!"

Ogni tanto questi sciagurati vignettisti francesi una la azzeccano...
Ogni tanto un post scritto di getto senza troppi link o approfondimenti ci vuole. Oggi, volendo evitare di intervenire nel chiacchiericcio, che poi quando lo fai sei giocoforza obbligato a giocare con le loro regole, quindi impedito a esprimere un giudizio argomentato completo, non ho alternative: scrivo qui come la penso e ad ogni occasione critica me la squaglio invitando a leggere questo post. Al massimo, per capire meglio i miei ragionamenti, vi posto il risultato della query "Isis" sul mio blog: sono quattro pezzi, abbastanza per scoraggiare i più volenterosi ma soddisfare i più seri.
Sono ovviamente spaventato inorridito e adirato, come tutti, per gli attentati di Parigi. Ma ciò non mi impedisce di rammentare di chi sono le responsabilità prime degli accadimenti odierni: chi è cioè che ha voluto, premeditato, organizzato, creato, l'humus in cui è cresciuta la malapianta Isis. Non dimenticando che la piantina è stata amorevolmente seminata innaffiata e fertilizzata appositamente.
L'unica soluzione radicale sarebbe che l'Occidente decidesse per il suo ritiro immediato da tutto il mondo arabo, compreso da quel vero e proprio avamposto costruito appositamente dopo l'ultima guerra mondiale che è Israele, e destinasse tutte le immani risorse che da decenni impiega per mantenervi (in varia maniera, da 25 anni con guerre e bombardamenti) il presidio militare ad imprimere un'accelerazione definitiva verso l'affrancamento dal petrolio. Costi quel che costi, anche in termini di decrescita, cioè di smantellamento della società dei consumi (si lo so è dura, ma pensate che invece la guerra in cui vi stanno trascinando sarà una passeggiata? non l'avete ancora capito che è il colpo di grazia al vostro tenore di vita e alle vostre libertà personali? ve ne accorgerete, marionette che parlate di "guerra in nome della superiore civiltà occidentale", eccome se ve ne accorgerete...).
Siccome uno scenario del genere è altamente improbabile, avrei un piano B, un filino più realistico: eleggiamo un governo nazionale che ci porti fuori dall'Euro, dall'UE e dalla Nato, ritiri tutte le truppe da tutti gli scenari di guerra, stampi tutti i soldi necessari per dare a tutti gli italiani la sussistenza anche attraverso una decisa virata verso il risparmio energetico e le energie alternative al petrolio (come dite? è proprio il programma del movimento 5 stelle? risposta esatta!), e ci renda neutrali rispetto alla guerra mondiale in atto. Di cui non riusciremmo ad evitare tutti gli effetti ma i più drammatici senz'altro si (se non ci credete, chiedetevi come mai gli attentati islamici finora ci hanno risparmiato - Spagna Inghilterra Francia si noi no, e no gli Usa non li ho scordati quello è stato un autoattentato e chi non lo ancora capito è da ricovero - e capirete che è proprio in virtù del nostro impegno ancora per fortuna relativo e ambiguo, interveniamo decisamente e saremo serviti anche noi...), e forse magari saremmo il modello da seguire per eventuali altri Stati occidentali di buona volontà.
In parole povere, servirebbe l'esatto contrario di quello che faranno. Poveri noi, e poveri voi che gli prestate il vostro consenso, in nome della "salvaguardia della superiore civiltà occidentale". Superiorità tanto presunta quanto è vero che prima che iniziassimo a tentare di imporla con la guerra l'estremismo islamico praticamente non esisteva. E, ci potete scommettere, se non interrompiamo questa spirale di guerra, ogni islamico attorno a noi (altro che chiudere le frontiere, i terroristi sono spesso e volentieri nati qui) potrebbe trasformarsi in un estremista , e allora intanto la vostra vita quotidiana diverrà un infermo, e poi o siete disposti a supportare chi è intenzionato a fare un miliardo di morti (ammesso che sia in grado di farlo) o siete morti. E la civiltà occidentale sarà morta prima di voi: morirà il giorno esatto in cui proclamerà ufficialmente questa guerra che di fatto combatte illegittimamente dal 1991, sputtanandosi agli occhi di chiunque non li abbia foderati di prosciutto. Si perché se anche la vincessimo, cosa peraltro molto poco probabile, potrebbe essere solo al prezzo di perdere definitivamente la legittimità degli attributi "superiore" e "civiltà", ci avevate pensato?
E ora vi lascio con un semplice autotest. Leggete ciascuna delle seguenti affermazioni, e datevi un punto se siete d accordo con ciascuna di esse.
  1. 1991, Saddam invade il Kuwait. Una coalizione internazionale lo libera e invade l'Iraq, l'Italia partecipa con dei cacciabombardieri. E' stata una guerra giusta del mondo libero contro un dittatore aggressivo, e l'Italia ha fatto bene a fare la propria parte.
  2. 2001. Un commando di terroristi quasi tutti sauditi abbatte le torri gemelle. Il mandante è il saudita Bin Laden, che si rifugia in Afghanistan. Il mondo libero reagiste invadendo e bombardando l'Afghanistan, in una guerra d'occupazione ancora non conclusa in cui l'Italia ha il suo contingente. Sostengo le ragioni del mondo libero e dell'Italia, anche perché i Talebani hanno una visione della donna oscurantista e devono essere scacciati.
  3. 2006. Saddam ha le armi chimiche. E' dovere del mondo libero rimuovere questa minaccia, e dovere dell'Italia di partecipare a questa missione. Che ancora continua.
  4. 2011. Una parte della Libia si ribella al dittatore Gheddafi. Il mondo libero deve intervenire per aiutare i ribelli a liberarsi del tiranno. L'Italia deve fare la sua parte.
E' un elenco non esaustivo, e non rende conto dei milioni di morti innocenti che ha provocato, né di quanto e come abbia favorito armato prezzolato i nemici pubblici di comodo, Al Qaida e Isis. Se avete totalizzato quattro punti, siete voi i colpevoli dei fatti di Parigi, ma anche con due o tre vi serve un bell'esame di coscienza. Se avete fatto zero, avete ugualmente diritto di combattere la guerra dalla parte dei valori occidentali. Ma anche di maledire chi è il vero colpevole di averli calpestati: gli stessi che oggi approfittano degli attentati per reclamare guerra, cioè un nuovo giro verso l'abisso della spirale da essi stessi innescata (come era prevedibile e infatti è stato previsto). Maledetti bastardi, vi odio, e se esistesse davvero quel dio che invocate dovrebbe essere così misericordioso da fare in modo che voi e i vostri figli, anzi questi per primi così voi forse capite, foste le prime se non le uniche vittime della guerra che invocate e preparate. E' davvero un peccato, in questo caso, il fatto che dio non esista.

lunedì 9 novembre 2015

MICROPIPETTA

Con una micropipetta si fa una microtirata di microtabacco microtagliato. Il numero di molecole ottenuto, moltiplicato per 6,022 x 10 alla 23esima, fa il numero di scaglie di mattoni necessario ad assemblare il primo assorbente interno da parte del fautore della Riforma protestante (contro l'oscurantismo della Chiesa del tempo, che discriminava le donne al punto di chiuderle "in quei giorni" dentro casa alle prese con panni ottenuti da lenzuoli vecchi), un frate tedesco da allora chiamato appunto Martin L'utero.
In realtà questo post parla del numero di Avogadro non
del triangolo di Tartaglia, ma quest'ultimo è molto più bello
come immagine... anche della micropipetta, peraltro...
Era il 1980 e coi miei compagni di liceo avevamo trovato questa splendida, lasciatemelo dire, sintesi satirica tra chimica e storia, in particolare tra il calcolo del numero di Avogadro e l'inizio del protestantesimo. Per entrambe le questioni, c'era il suo bel motivo per cui dovessero attrarre l'attenzione di studenti anche quando poco studiosi come noi. Il numero di Avogadro, ad esempio, tocca i vertici di genialità del triangolo di Tartaglia, e scusate se è poco. Lo scienziato piemontese, infatti, prima teorizzò e poi quantificò, in pratica, la relazione tra il mondo micro e il mondo macro: moltiplicando per la sua costante una qualsiasi microparticella di qualsiasi elemento o sostanza, infatti, si ottiene la sua "mole", una quantità macroscopica in grado di darci immediatamente un'idea della consistenza di quell'elemento o di quella sostanza, in sé e in rapporto a qualsiasi altro. E, quel che è più importante, evincere "a contrario", data una dose qualsiasi di un elemento o sostanza e confrontandola a una "mole" di atomi o molecole, si può calcolare con esattezza di quanti atomi o molecole consista quella dose.
Lo so che state pensando: è roba che ho trovato su Internet. Si e no: su Internet ho trovato le conferme e i dettagli di una reminiscenza del quarto liceo scientifico. E in ogni caso non è roba accessibile solo agli scienziati, la qual cosa vi toglie ogni alibi: per capire che l'omeopatia è una bufala, vi basta aver fatto le superiori, e tenere il cervello acceso anche di fronte alla paura delle malattie (ok, scongiuri ammessi).
Va bene vi dò una mano (semplifico tanto, se non siete soddisfatti studiate qui). L'omeopatia nasce nell'ottocento, in tempi in cui i medici prescrivevano ancora i salassi con le sanguisughe ed era normale avere otto figli di cui due ti morivano piccoli di cose che oggi basta una puntura. L'idea viene da Mitridate, re del Ponto che si fece immunizzare da tutti i veleni conosciuti a forza di dosi non letali (tanto che poi per potersi suicidare dovette farsi pugnalare), e da qui nasce anche il concetto stesso di vaccinazione (di cui parliamo dopo): la differenza sta nelle dosi della "stessa sostanza che causa il male" (il termine omeopatia significa questo) che si assume, rispettivamente - appunto - micro e macro per farmaci omeopatici e vaccini. Il punto è proprio questo: quanto "micro"? I procedimenti dichiarati di produzione dei farmaci omeopatici comprendono una serie di diluizioni successive della sostanza che dovrebbe attivare il sistema immunitario, fino a decine e decine di volte, sulla base dell'assunto (pubblicato negli anni 80 in un articolo su Nature, come si usa per le scoperte sperimentali perchè sia possibile per gli altri scenziati ripeterle, cosa che nella fattispecie non successe e finì con la ritrattazione dell'autore - insomma una favola più o meno come questa) per cui l'acqua continua a mantenere memoria degli elementi in essa disciolti qualunque sia il grado di soluzione. Risultato: ogni farmaco omeopatico in commercio, se tolto dalla confezione e mandato ad analizzare sarebbe del tutto indistinguibile da una dose simile composta solo dagli stessi eccipienti. Perchè con quel numero di diluizioni quella quantità divisa per il numero di Avogadro dà come risultato NESSUNA molecola di quella sostanza. Nessuna, capito? Quindi, tanto varrebbe, e nessuno ci potrà mai dire che non sia proprio così, che le case farmaceutiche omeopatiche le famose diluizioni successive non le facessero per niente: in ogni caso vi vendono mettiamo a trenta euro cinquanta capsule di zucchero. Se contiamo quanto costa lo zucchero al chilo, e magari ci mettiamo la confezione caruccia, restano 28 euro a confezione di margine con cui si possono tranquillamente comprare le coscienze del medico (per cui se un medico si dice "omeopata" l'unica cosa certa è che piglia dei soldi per questo, e poi magari è il migliore del mondo, perchè spesso è meglio non abusare dei farmaci e perchè magari ha una coscienza e se vostro figlio ha la bronchite l'antibiotico glielo dà, tanto comunque tutti i medici pigliano comunque i soldi dagli informatori scientifici, si sa...) e del farmacista (e qui è più difficile, perchè ormai tutte le farmacie vendono prodotti omeopatici, assieme a tante altre cose che una volta in farmacia non c'erano, e spesso anche prodotti naturali o erboristici con su scritto "omeopatico" perchè è di moda e vende di più ma che col principio dell'estrema diluizione non c'entrano nulla...): ecco perchè siamo circondati da questo fenomeno. Ma fino a che il renzismo non sarà riuscito a infettare anche i protocolli scientifici (dopo aver distrutto la democrazia, gli resta solo questo), nessun farmaco omeopatico potrà superare le sperimentazioni a doppio cieco indispensabili per essere inserito nel prontuario farmaceutico: ecco perchè non li passa ("ancora", tocca vedere come si cura la Boschi...) la mutua. Anche perchè, ragionando a contrario, con tutta la disponibilità che hanno se avessero avuto un minimo di beneficio del dubbio da mò che li avrebbero passati, i test a doppio cieco: se non lo hanno fatto è solo perchè da una parte è proprio impossibile dimostrare scientificamente l'efficacia di un farmaco omeopatico, dall'altra forse gli conviene restare sul mercato dei farmaci a pagamento, e che pagamento (ora che c'è pure la legge del prodotto "senza marca" a prezzo calmierato, figurarsi...)!
Poi, se uno vuole credere all'efficacia di pillole di niente e curarsi con quelle, pagandole pure care, prego accomodarsi. Basta che non mi ammazzi suo figlio (vedi anche qui e qui), che non ha colpe, eppoi anche così, che già la selezione darwiniana l'abbiamo già sabotata abbastanza...
E qui passiamo alla seconda parte del ragionamento, in contraddizione solo apparente con la prima: i vaccini. Come saprete, ce ne sono una serie di obbligatori, un'altra di raccomandati, e tanti altri facoltativi (come quello dell'influenza, per intenderci): come orientarsi, specie avendo figli piccoli? Ovvio che l'ultimo arbitro debba essere la propria coscienza, ma ecco il mio piccolo contributo di ragionamento. Qui la sostanza c'è. E il doppio cieco pure. E però: a voi, se vostro figlio muore o resta danneggiato per sempre, vi consola qualcosa se capita per un evento a priori poco probabile? non credo. Quindi. Visto che qui le case farmaceutiche (non ho mai detto che quelle tradizionali siano per definizione insospettabili...) hanno convenienza a che un vaccino passi i protocolli e divenga obbligatorio, al punto che possono cedere alla tentazione di ungere gli eventuali orifizi attraverso cui "spingere" la faccenda (o non vi ricordate proprio dell'affaire aviaria?), io tenderei a pensare che se un vaccino non è obbligatorio qualche ragione c'è. E non lo userei. Poi voi fate come vi pare. Di certo sono libero di pensare che anche solo proporre di vietare l'entrata a scuola dei bambini non vaccinati sia non solo assurdo e illiberale (i vaccini obbligatori lo sono a prescindere dall'ingresso a scuola, quelli facoltativi con un divieto del genere diventerebbero illegittimamente obbligatori di fatto), ma anche idiota (e pompato dai media di regime con piglio criminale): delle due l'una, o il vaccino è efficace, e allora rischiano di infettarsi a vicenda solo i pochi non vaccinati, o c'è pericolo anche per i vaccinati, e allora non è vero che il vaccino è del tutto efficace (e forse magari è per questo che non hanno avuto il coraggio di dichiararlo obbligatorio?.....) e hanno ragione i cosiddetti "complottisti"...
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P.S. Non parlo da tifoso, e ho spesso criticato alcuni aspetti del personaggio Valentino Rossi, ma se anche diluissimo in acqua ragia 50 volte Marc Marquez, e non fosse possibile più rintracciarne in laboratorio nemmeno una molecola, si sentirebbe comunque una gran puzza di merda. Anche la scienza ha le sue eccezioni.

martedì 3 novembre 2015

PPP

"Non c'è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia
autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al
mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogan
mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto a un
trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente
in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano: il nuovo
fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione
(specie, appunto, la televisione), non solo l'ha scalfita, ma l'ha
lacerata, violata, bruttata per sempre."
(Pierpaolo Pasolini
"contro la televisione", Corriere della Sera, 9 dicembre 1973)
Alla fine muori. Finisce sempre così. E tutto quello che era la tua visione del mondo, c'è poco da fare, muore con te. Hai voglia a dire che si resta vivi finchè la memoria di quello che eri e della tua visione resta viva in qualcuno, dai tuoi figli che fino a camperanno saranno accompagnati dal tuo ricordo, dalla meno percettibile delle abitudini che gli hai passato al più persistente degli odori (non ce ne rendiamo conto, ma è l'olfatto il senso più tenace) fino a intere generazioni attraverso le tue opere se eri un artista o simili. Questo vale per gli altri. Per te, la fine del mondo può benissimo arrivare un secondo dopo la tua morte, o non arrivare mai: è uguale.
Anche per questa ragione, sono un inutile chiacchiericcio gli intrecci di celebrazioni e ricordi, e citazioni e coccodrilli più o meno postumi, che si accavallano sulla stampa in questi giorni che è quarant'anni che non è più tra noi Pier Paolo Pasolini.
Ricordo che lo scoprìi mio malgrado quando, adolescente in preda agli istinti di quell'età, mi infilai indebitamente in un cinema vietato ai minori, nel cui circuito evidentemente la censura aveva spinto la programmazione del suo capolavoro postumo, Salò o le 120 giornate di Sodoma, che adesso tornerà nelle sale. Il film mi morse le viscere, con la sua rappresentazione allegorica dell'orrore, ed era quello che voleva fare: i veri artisti lo fanno, ci pigliano. Ma ero piccolo, e quasi tutto quel poco che ho imparato di Pasolini e da Pasolini era ancora molto al di là da venire.
Qualcuno ne ha accomunato la vis profetica a quella di un altro immenso artista, Fabrizio De Andrè, e forse non è azzardato, anche vista la clamorosa dedica che gli fece a suo tempo il Faber. Quello che è certo e che l'Italia sarebbe stata un Paese diverso, se ad accompagnarlo in questi quattro decenni ci fosse stata una sentinella come PPP. Magari avremmo tentato di ignorarne gli allarmi e gli avvisi, ma quello sguardo implacabile ci avrebbe impedito lo stesso di addormentarci. Comunque sia andata quella notte, deve essere per questo che lo hanno spento.



Post Scriptum - Il regista oramai hollywoodiano Gabriele Muccino ha scritto questo lungo post su Facebook, in cui in sostanza nega addirittura che Pasolini possa essere considerato un suo collega: tutt'al più, secondo lui, era un "regista amatoriale". Non posso che concordare: se Muccino è un regista, Pasolini non lo era. O viceversa. Di sicuro, dopo che mi ha fregato - perchè veniva dopo il (decente) L'ultimo bacio - con l'inguardabile Ricordati di me, mi sono guardato bene dal guardare più un film di Muccino. Adesso ho una ragione in più per capire quanto ho fatto bene.

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