martedì 28 giugno 2016

DI DESTRA SARA' LEI!

Daccordo sul superamento storico di certe distinzioni nominate in base al posizionamento nelle assemblee (che peraltro a Roma oggi è quello che è), ma se un caro amico mi dice più o meno "hai visto? ci siamo conosciuti che tu eri di sinistra e io di destra e oggi ci ritroviamo a gioire per la vittoria dello stesso partito!" una vocina dentro mi spinge a puntualizzare. A lui ho risposto che io sono sempre di sinistra, non è colpa mia se i partiti di sinistra si sono spostati. A voi, o meglio a chi ancora mi sopporta, sottopongo una riflessione analitica, che per maggior chiarezza utilizza una tabella:
questione risposta "di sinistra" risposta "di destra"
scuola e istruzione scuola pubblica gratuita e destinataria di massicci investimenti per formazione e retribuzione dei docenti e per le strutture - scuole private a pagamento senza oneri per lo Stato, come da dettato costituzionale finanziamenti pubblici alla scuola privata, di modo che uno possa scegliere dove mandare i propri figli - scuola pubblica su modello manageriale, aperta a finanziamenti privati
cultura leggere libri è figo, come pure andare a teatro o vedere il cinema di qualità al cinema tutta la Gultura è da sfigati, meglio il calcio, la tv (specie i talent show), i filmoni ammericani o quelli per ridere
musica la libera circolazione della musica, finchè c'è stata, ha consentito l'enorme crescita del mercato che ha in pratica creato l'industria musicale, che poi miopamente per difendersi ha strozzato se stessa (leggi: la lotta alla pirateria non è giusta o sbagliata, è stupida) - la musica è un'arte e chi vuole campare d'arte deve sudarsela, peraltro producendo arte cioè aggiungendo il suo quid personale la musica è solo intrattenimento, se è diventata un'industria come tale va difesa (se oggi vengono fuori dai talent solo novità fatte con lo stampino, pazienza, non è che fossero poi tanto originali i cantautori) tanto io comunque la ascolto poco e mentre penso ad altro - la musica colta è un'altra cosa...
mobilità sociale deve essere garantito che chiunque possa scalare la società fino ad assumere la posizione che gli compete secondo le sue qualità, a prescindere delle condizioni economico/sociali della famiglia da cui proviene è ovvio che uno cerchi di passare ai propri figli i privilegi che si è conquistato o a sua volta ha ricevuto, e la società deve difendere questo diritto altrimenti si disincentiverebbe l'iniziativa privata
(inter)nazionalismo siamo tutti appartenenti alla nazione umana, gli Stati/Nazione sono un portato storico per fortuna sul viale del tramonto occorre difendere innanzitutto i valori e le conquiste sociali all'interno del proprio Stato/Nazione, agli altri ci si pensa dopo e nella misura in cu ciò non intacchi questa difesa
migrazioni bisogna accogliere tutti, anche i cd. "migranti economici", e magari rimuovere le ragioni storiche e geopolitiche che innescano le migrazioni - viva il multiculturalismo! bisogna respingere tutti i migranti economici, e accogliere solo i pochi che hanno diritto allo status di rifugiati, salvo la prima accoglienza umanitaria, e anzi manco quella - aiutiamoli a casa loro, e comunque chi viene qui deve rispettare la nostra cultura
religione ogni credo ha pari dignità (anche nessun credo), e nessuno in uno Stato laico dovrebbe essere privilegiato  in modo da averne vantaggi economici e/o influenze sulla legislazione la religione è fondamentale sia per gli individui che per i popoli, per cui lo Stato fa bene a tutelare la nostra e a informare ad essa le sue leggi
guerre e militarismo l'articolo 11 parla chiaro, ogni guerra intrapresa sotto falso nome dal 1991 ad oggi è illegittima, e parlamentari ministri e presidenti che le hanno permesse sarebbero da processare per alto tradimento della costituzione - la produzione e la vendita di armi dovrebbe essere vietata bisogna fare la propria parte nella difesa dei nostri valori cristiani e dell'occidente democratico, costi quel che costi - l'industria bellica è uno dei settori trainanti della nostra economia, e se a chi le cerca le armi non le vendiamo noi le vende qualcun altro
sicurezza non sono disposto a cedere un millimetro delle mie libertà personali in cambio di una maggior sicurezza, trovo peraltro siano solo una ridicola ammuina i controlli in aeroporti stazioni strade lo Stato deve garantire la sicurezza dei cittadini, a costo di militarizzare le strade, impedire concerti e altre riunioni di massa, bloccare Internet, chiudere i campi Rom, eccetera
politica economica e monetaria l'obiettivo è la piena occupazione, o comunque che tutti abbiano di che vivere e magari elevarsi dallo stato di bisogno; gli altri fattori dell'economia, in particolare quelli monetari, devono essere trattati come variabili dipendenti e variare in funzione di questo obiettivo l'obiettivo è la stabilità dei prezzi e il conseguente equilibrio del sistema economico, dal quale prima o poi necessariamente conseguirà una crescita in grado di farci tendere alla piena occupazione, e fino ad allora pazienza per chi non ce la fa, che è stimolato ad industriarsi
politica fiscale la tassazione è progressiva, devono essere favoriti l'adempimento spontaneo e la compliance, la funzione sociale del fisco è di garantire il funzionamento del moltiplicatore keynesiano, per cui bisogna combattere evasione ed elusione la tassazione ottimale è proporzionale, o meglio ancora regressiva, di modo da incentivare la competitività - la funzione sociale del fisco è di reperire le risorse per il welfare, per cui sarebbe meglio lasciare i soldi in tasca alle gente che poi decide se e come provvedere ai propri bisogni sociali
intervento dello Stato nell'economia dato che l'obiettivo è la piena occupazione, lo Stato deve supplire laddove l'iniziativa privata non riesce; inoltre, deve regolare quest'ultima in modo che la sua azione sia orientata nello stesso senso il mercato è in grado di raggiungere sempre una condizione di equilibrio, per cui lo Stato deve assolutamente evitare di intervenire sul mercato, e anche limitare al massimo di mitigarne l'azione con regole
iniziativa privata l'iniziativa economica è libera ma la legge deve garantirne la funzione sociale, consentendo l'arricchimento dell'individuo solo fino alla soglia in cui questo è funzionale all'arricchimento della società occorre liberare l'iniziativa privata da ogni laccio e lacciuolo, solo così può svolgere davvero la propria funzione di volano della crescita, e prima o poi favorire l'arricchimento di tutti, anche quando quello di pochi sembra eccessivo
energia bisogna orientare con aiuti pubblici la ricerca e lo sviluppo in modo da azzerare al più presto possibile l'utilizzo di petrolio e combustibili fossili, favorendo le energie alternative, solare in primis, in ogni modo, comprese auto e micro produzione basta con ste menate sulle energie alternative - di petrolio ce n'è ancora a ufo, dicono che finisce da decenni ma non è vero, e se vogliamo affrancarci subito basta tornare al nucleare, e puntare al carbone pulito e agli inceneritori
trasporti/reti le reti ferroviaria, stradale, telefonica, telematica, postale, idrica, elettrica, eccetera, sono per uno Stato l'equivalente del sistema neurale, sanguigno, linfatico, osseo, tendineo per un corpo umano, pertanto devono essere demaniali (restarlo/tornarci) e poter essere privatizzati solo i servizi che ci scorrono sopra, quando è conveniente che lo siano, pagando un canone allo Stato tutto deve andare sul mercato, le cui forze naturali decideranno quello che deve restare in piedi e dove e come, e quello che no
privatizzazioni bisogna lasciare (o far tornare) allo Stato tutte quelle attività che tendono a soddisfare bisogni della collettività, specie quando non possono per natura essere immediatamente redditizie, e tutte quelle che lasciate all'iniziativa privata finiscono per soddisfare i bisogni di alcuni a scapito di quelli di altri bisogna privatizzare tutto il possibile, anche a costo di lasciare fuori dalla fruizione di servizi chi non può permetterseli, e anche in caso di beni e servizi primari, figurarsi negli altri casi
beni comuni alcuni beni e servizi devono essere tenuti a disposizione di tutti gratis o a prezzo di costo (in primis l'acqua) ogni bene è economico e va messo sul mercato, acqua compresa - resta fuori, per il momento, solo l'aria, ma ci stiamo organizzando
welfare State da quando nasci a quando muori lo Stato deve prendersi cura di te in ogni bisogno fondamentale, devi essere costretto a ricorrere al mercato solo per il voluttuario o l'effimero tutti i servizi sono sul mercato, lo Stato al massimo supplisce con qualcosa di base-base per gli indigenti
forma della Repubblica parlamentare, con legge elettorale che tiri la coperta corta dal lato della rappresentatività, e grande attenzione all'equilibrio dei poteri democratici presidenziale, con legge elettorale che tiri la coperta corta (tanto da strapparla: ecco la portata della truffa Porcellum>Italicum) dal lato della governabilità, con forte sbilancio dei poteri a favore dell'esecutivo

Si tratta chiaramente di uno schema grossolano, che potrebbe e dovrebbe essere ampliato e dettagliato, spiegato meglio e analizzato, ma è già troppo grosso e complicato così, ai nostri fini di oggi, sintetizzabili col romanesco "famo a capisse". Tanto per intenderci, cioè, lo schema serve a dimostrare facilmente, per chi voglia testarsi o testare, la posizione di una persona o di un gruppo di persone, ad esempio un partito o um movimento politico, nel continuum destra/sinistra. Chi voglia giocarci, scoprirà di se che forse non è esattamente dove si aspettava di essere (e magari dirà che è lo schema che è sbagliato), ed avrà contezza del fatto che, se proprio ci si tiene ancora a utilizzare quel continuum, è il movimento 5 stelle a posizionarsi a sinistra per quasi tutte le dimensioni, mentre il PD lo troviamo quasi sempre a destra. La tanto decantata Unione Europea, in questi giorni "minacciata dagli inglesacci vecchi brutti e cattivi" secondo la narrazione del mainstream (francamente ogni giorno meno sopportabile, la Pravda a confronto di qualunque TG di oggi era un modello di imparzialità), risulta un filino più a destra del nazionalsocialismo. Ma più subdola.
Per cui piano con le etichette, amici, sennò vi faccio rispondere da Mario Brega: io sto coi 5stelle non "anche se" ma "proprio perchè"...


sabato 25 giugno 2016

YOU CAN LEAVE...

Non ce la ricordavamo quasi più, la differenza tra un popolo e un gregge
E adesso può davvero cambiare tutto.
Per loro fortuna, ma anche di tutti gli altri cittadini europei, gli inglesi si sono dimostrati molto meno boccaloni di noi, che ogni volta che abbiamo avuto una qualche possibilità di cambiare il corso della storia è bastato qualche attentato speso bene per spingerci a rifugiarci sotto le gonne della conservazione, e invece più simili agli spagnoli, che agli attentati terroristici alla vigilia delle elezioni 2004 risposero ribaltando i sondaggi favorevoli Aznar mandandolo a casa.
Come la giri la giri, la brexit è una cosa buona. Lo è per gli inglesi, anche per quelli che hanno votato Remain e ora gli rode, perché presto potrebbero apprezzare cosa vuol dire poter avere una propria politica economica e monetaria (e dire che erano fuori dell'area-Euro, quindi i vincoli da questo punto di vista erano già relativi, seppure non nulli) come leva democratica, raggiungendo risultati che dentro l'UE si sognavano. E lo è per tutti gli altri, sia per chi da un lato mal sopportava di avere nell'Unione (e con una serie di eccezioni a favore, sennò manco ci entravano) "gente che guida a sinistra", sia per chi dall'altro lato ha capito che è questa Unione, antidemocratica e illiberale, disegnata apposta per trasformare i Paesi del sud Europa in colonie della Germania e satelliti, e perciò improntata a un credo monetarista stretto (il culto della stabilità, e si fottano i popoli e il loro benessere, comprese le conquiste economico-sociali dei primi decenni dopo la Guerra), è questa Unione ripeto ad essere IL problema. Non l'Europa in quanto tale, ma questa Unione Europea. E se c'è una speranza di emendarla, passa per l'aver affermato coi fatti, visto che di diritto specie per l'eurozona hanno reso la cosa praticamente impossibile (visto la Grecia?), che si può uscirne. Non saremo mai abbastanza grati ai britannici (gente che fino all'altro ieri aveva un impero, a volte uno se lo scorda...) per avercelo mostrato.
Per loro oggi (prima e dopo il voto) gli economisti (scenziati per modo di dire, come dimostrano le barzellette che girano sul loro conto) e tutti quelli che sono riusciti a ingannare complici i politici e i giornalisti, su mandato dei padroni del vapore, preconizzano sciagure bibliche. Ma quando si vedrà che non solo non ci sarà l'invasione delle cavallette, ma se ne arriva qualcuna si può sempre mangiarsela (pare siano gustose e nutrienti...), la strada verso l'uscita sarà bella che asfaltata. E l'Unione Europea, se non vorrà perdere tanti altri pezzi pregiati da dissolversi, dovrà cambiare. E non sto parlando di un futuro remoto. Credetemi, forse il voto del 23 giugno l'ha salvata, l'Europa.

lunedì 20 giugno 2016

SBALLOTTAGGI

Come tanti, di Raggi ero certo, mentre Appendino mi ha sorpreso. E, battutacce divertenti a parte (ma i 5stelle non tenevano fuori chi ruba? quella è scuola juventina!...), l'exploit, di cui le due sindache sono solo il vertice, cambia, e di molto, le carte in tavola: Roma è una trappola, ma Torino no, quindi le probabilità di dare complessivamente una immagine di capacità di buon governo si alza parecchio. Renzi e tutti quanti coloro che vorrebbero mantenere in piedi il carrozzone della vecchia politica devono augurarsi di perderlo, il referendum di ottobre, altrimenti ad approfittare del nuovo complesso normativo ultramaggioritario saranno proprio quei grillini contro il quale era stato concepito, e quelli magari glielo smantellano davvero, il giocattolo...
Ma queste sono cose che vedremo col tempo, adesso ci limitiamo a gioire (noi che abbiamo abbandonato le iniziali diffidenze e capito da un po' dov'era che si poteva ancora restituire dignità e senso alla politica), e a fare alcune notazioni:
  • questi risultati dimostrano sul piano geopolitico il compimento della metamorfosi del serpentone PCI-PDS-DS-PD, già palese sul piano valoriale (un partito che privatizza la qualunque, ruba ovunque, e sposa alla morte una politica economico-monetaria ultraconservatrice imposta da istituzioni non democratiche, è un partito di destra, anche se approva le unioni gay e se tra chi lo vota c'è ancora troppa gente convinta di essere di sinistra): le uniche zone dove tiene sono quelle ad alta concentrazione di persone abbienti (che magari si commuovono per l'immigrato e spendono pure in beneficenza - come le nobildonne dickensiane - ma sempre meno che per i loro cani);
  • la lettura della realtà che vuole il movimento fondato da Grillo e Casaleggio capace solo di demolire e non di costruire si dimostra per quello che era: frutto di fantasia quando non di malafede - e chi ancora insiste con elucubrazioni sinistre dimostra solo la propria inadeguatezza culturale, purtroppo: ad esempio qui Fuccillo, oppure Fassino che mentre l'avversaria gli dava con stile atto di buongoverno non trovava di meglio che rinfacciarle di essere stata eletta con voti di destra (ma com'è? elettori di destra che non hanno il proprio candidato al ballottaggio e votano per te ti sporcano, invece eletti di destra che entrano nel tuo governo e/o ti danno i voti in Parlamento ti lasciano immacolato?);
  • con buona pace dei fuorusciti malmostosi, sul blog di Grillo si continua a parlare del reddito di cittadinanza e di tutte le altre cifre programmatiche che rendono l'offerta politica pentastellata unica nel panorama italiano e non solo, e ne fanno l'unica capace di farci ancora sperare un poco nel futuro.
Adesso vediamo se gli inglesi sono boccaloni come gli italiani, che ogni volta è bastato qualche attentato a tempo e luogo giusto per rifarli rifugiare nella conservazione, o sapienti come gli spagnoli, che hanno fatto ritorcere l'arma terroristica in mano a "cui prodest" mandandolo a casa alle immediatamente successive elezioni. Sperando di non aver dato un suggerimento ai soliti noti, ché di strategia della tensione ne abbiamo vista abbastanza.

venerdì 17 giugno 2016

IL PIANO 1-9-90 %

Più il piano è importante, con meno scrupoli si fa tutto quello
che serve per attuarlo. Vero, Bertani? E tu che dici, Lameduck?
Quando Orwell scrisse La fattoria degli animali pare avesse in mente l'Unione Sovietica di Stalin, ai tempi peraltro alleata della Gran Bretagna in funzione antinazista. La stessa "vulgata ufficiale", anche se con in mente l'ormai sconfitto totalitarismo hitleriano e con l'URSS ormai diventata il Nemico, vale anche per il suo romanzo più famoso, 1984. Eppure la cosa, come direbbe Montalbano, a mia non mi quatra. E non solo perché la stessa biografia di Orwell lascia intuire un profilo culturale troppo complesso per allegorie così lineari, ma anche perché quand'anche nel suo mirino ci fosse stata un'organizzazione della società che conosceva da lontano e mediatamente, nel suo vissuto ce n'era una che conosceva benissimo e sulla sua pelle, per cui è ragionevole dedurre che per illustrare quella avesse inconsciamente (come minimo, ma io penso di no) usato modelli appartenenti a questa, almeno in nuce.
Se non fosse così, non si sarebbero trovati, a partire dal fatidico 1984, la cui occorrenza scatenò l'industria culturale (tra gli altri, due film uno bellissimo e uno con la colonna sonora bellissima) e una marea di riflessioni, proprio sul fatto che fosse proprio l'Occidente capitalistico alla fin fine ad avere incarnato il modello distopico orwelliano. E ciò proprio alle porte del momento storico in cui l'Est comunista si sarebbe dissolto su se stesso, vittima dell'opposta funzione economica delle spese militari (lì, risorse sottratte ad altro, qui, volano di sviluppo) e quindi in definitiva della escalation reaganiana degli euromissili. E ben prima che la proliferazione delle microcamere portasse alla citazione ironica nel titolo della ben nota trasmissione televisiva, e oggi a dover temere anche gli elicotteri radiocomandati dei bambini (droni a tutti gli effetti, e quelli sotto una certa taglia sfuggono ai comunque patetici tentativi di regolamentazione...).
E' quindi diventato pacifico che con nineteen-eighty-four Orwell intendesse mostrare con la sua metafora ben oltre che i rischi di un totalitarismo, ma quelli di tutti, specie di quelli mascherati, se è vero come è vero che il mestiere del protagonista è quello di ri-scrivere la cronaca e quindi la storia, procedimento che chiunque voglia può notare sia diffusissimo nelle democrazie capitalistiche odierne. Faccio solo un esempio, giusto perché è in cronaca, poi sta a ognuno e alla sua testa e alla sua coscienza trovarne altri tra i millanta disponibili. C'erano una volta le pensioni, mirabile istituto di welfare che per la prima volta nella storia dell'umanità consegnò ad alcune generazioni di vivere un'età avanzata dignitosa in cui anzi potevano aiutare i discendenti. Il sistema previdenziale si è sempre retto benissimo da solo, ma tenendolo mischiato con quello assistenziale si è potuto dire che non reggeva e smantellarlo pezzo a pezzo, fino a che in pratica non è sparita la possibilità di andare in pensione prima della vecchiaia nemmeno avendo già versato magari 40 anni di contributi. Oggi, ti dicono che puoi farlo, accettando una piccola decurtazione o prendendo strani prestiti. E te lo presentano come una innovazione positiva, avendo cancellato i novelli Winston Smith la storiellina che ancora pochi anziani sono in grado di raccontarvi, come infatti ho fatto io adesso. Applicate la sintassi al lavoro (qui ho un altro link da proporvi, ma troppi ce ne sarebbero...), alla democrazia rappresentativa, o a qualunque altra cosa, e buon divertimento.
Ma la cosa non si comprende appieno ("perché tanto odio?", infatti, a uno viene da chiedersi ingenuamente, e d'altra parte non se ne più del Grande vecchio e retropensieri simili...) se non la si inquadra in un ragionamento più ampio, che è proprio Orwell a fornirci. Anche per La fattoria infatti vale il ragionamento appena fatto per 1984 (parla degli altri per parlare di noi, e comunque avendo in mente noi), ma in modo meno intuitivo, e infatti c'è voluto l'enorme intuito artistico (con tanto di aiutini) di Roger Waters e soci per mostrarcelo, già dalla copertina: è tutto l'industrialesimo (qualunque sia la sua traduzione in regimi politici) a sottintendere, e quindi tendere tenacemente (resistendo elasticamente a correzioni di segno opposto, e quindi rendendole prima o poi effimere) a una struttura sociale che riproduce sistemicamente (e quindi oggi, che la tecnologia lo consente, globalmente) la formula del Potere vecchia come l'uomo (o almeno databile alla cacciata dall'Eden, cioè alla fine dell'era matrilineare dei cacciatori/raccoglitori, o se preferite alla condanna di Caino): una piccolissima percentuale di soggetti "più uguali degli altri" (i Pigs, facciamo l'uno per cento), una quota minima indispensabile di soggetti ad essi affluenti, utili in vario modo a fare da cuscinetto (quindi non solo "forza pubblica" ma anche politici, giornalisti, burocrati, banchieri, eccetera: i Dogs, nella lettura orwelliana-pinkfloydiana), e il resto a pascolare e fare da base della piramide ("harmlessly passing your time in the grassland away": Sheep), di cui facciamo parte io e voi e chi non ci sta peggio per lui si troverà il modo per farcelo stare.
Questa tendenza sistemica è talmente potente che appunto ha immediatamente sovrascritto una rivoluzione sedicente comunista, mentre da questa parte del Muro è stata proprio l'esistenza dell'altra parte a consentire alla socialdemocrazia di alzare la voce e scrivere tre o quattro decenni di storia in controtendenza, ma oggi siamo già nel terzo decennio di restaurazione capitalistica, ormai quasi compiuta. Non so se sia inarrestabile in assoluto, ma sicuramente lo risulta se non riconosciuta in quanto tale: tu cerchi di contrastare degli uomini, dei gruppi, delle idee, e invece dovresti puntare alla tendenza sistemica che mentre tu ti affanni sull'obiettivo sbagliato ha già trovato altre strade per affermarsi. Per esempio impadronirsi del partito erede di quello che incarnava l'avversario apparente, e di tutti quelli che votandolo credono ancora di essere progressisti. E poiché la classe media era prevista nel modello sconfitto e non in questo che tende a autorealizzarsi, essa è destinata a sparire con tutto quello che ne deriva, elevazione culturale in primis.
Se teniamo presente, quindi, che di tendenza sistemica si tratta, e qual'è il suo obiettivo (pochi al Vero potere, alcuni a difenderli e a mascherarli, e la massa a dividersi l'erba senza nemmeno essere consapevole della propria pecoraggine), abbiamo lo strumento per leggere gli avvenimenti in cronaca e capire chi sta da che parte. Il sistema Euro e quindi l'UE a guida tedesca sono stati concepiti, e ci stanno riuscendo benissimo, per azzerare il Welfare State, specie nei Paesi subalterni. La brexit lo danneggerebbe, anche se la Gran Bretagna è già fuori dall'Euro? meglio raccogliere ogni occasione per evitarlo, fosse anche fornita da un folle (ma com'è che nella Storia c'è sempre un folle al posto giusto al momento giusto?) da spingere, non fermare, o anche solo strumentalizzare... Il mondo che hanno in mente gli integralisti islamici, invece, se ci pensate bene, a cosa somiglia? A uno con o a uno senza, classe media? E a proposito di Animals, a cosa somigliano le adunate di fedeli in bianco tutti chinati a pregare verso la stessa parte? Indovinato. Ecco perché il terrorismo islamico non solo non è stato fermato, ma è stato fatto tutto quello che si poteva perché crescesse: dal fornirgli le ragioni socioeconomiche (bombardare un popolo e/o distruggerne l'economia non favorisce certo che i suoi giovani superstiti crescano moderati e ragionevoli) al finanziarlo direttamente, passando per la partnership storica con i Paesi che ne hanno già realizzato il modello sociale e non fanno da decenni che favorirlo in ogni modo, tipo Arabia Saudita per capirci.
Rispetto a questo progetto, un certo approccio nei confronti delle migrazioni, cioè non fare niente per rimuovere e anzi fare tutto per aumentare le ragioni per cui sorgono e poi fare leva sulla pietà umana per non arginarle, è ancora perfettamente organico. Per cui è solo in base a un equivoco di fondo che si può essere "per l'Europa, contro il terrorismo, e per l'accoglienza incondizionata degli immigrati", le virgolette sono per la tragica coincidenza in cronaca, equivoco contratto in buona fede, per carità, ma ormai non resta che una chance, per salvare un intero sistema di valori: portare al governo chi si pone come obiettivo di togliere alla radice (ad esempio, ritirandosi dagli scenari di guerra, e aiutando sul serio ogni essere umano a costruirsi la propria felicità senza rischiare la pelle in migrazioni massacranti) le ragioni al terrorismo e all'immigrazione, e disfare questa unione europea.
Per cui speriamo che la tragica uccisione della parlamentare laburista non sia in grado di spostare abbastanza voti, o mobilitare abbastanza astensioni, e quindi che la Gran Bretagna, uscendo dall'UE, ne avvii l'implosione. E questo senza necessariamente sospettare complotti, anche se - come diceva chi di ste cose ne capiva un bel po' - a pensare male si fa peccato ma spesso si indovina, come dimostrano le ultime rivelazioni sul caso Rossi, che chi aveva ancora un cervello tra le orecchie pensò subito fosse un suicidio almeno strano. Perché i Cani non possono farsi venire scrupoli, altrimenti i Porci in un modo o nell'altro gliela fanno pagare....

domenica 12 giugno 2016

DI RE IN RE

Ho visto la luce, ho visto Mohammed Alì combattere...
Non posso avere ricordi diretti, di quella notte di sport, non tanto per l'età, che li ho vaghi per la sconfitta contro il Brasile di Mexico 70 ma netti per la debacle dei vecchietti di Valcareggi in Germania 74, ma perché la Rai al tempo per via dell'austerity chiudeva le trasmissioni a mezzanotte e Telecapodistria a Reggio non arrivava e ne ignoravamo persino l'esistenza.
Ma Mohammed Alì era uno che quando lo incrociavi lo incrociavi ti andavi subito ad informare, presso testi e testimoni, chi fosse mai, anche chi lo avesse visto la prima volta ad Atlanta 96, accendere tremante la fiaccola olimpica.
Così si apprendeva che era oro olimpico a Roma 60 e poco dopo campione del mondo professionisti, corona, anzi cintura, che si riprese altre due volte, unico di sempre mi sa. Avendolo perso sul ring solo una volta, perché la prima glielo hanno tolto in quanto si era rifiutato di andare a combattere in Vietnam, e peraltro già dichiarato mussulmano. Ai tempi, ci bastava per eleggerlo GOAT; oggi, avete Wikipedia, per capire perché il docufilm del 96 che racconta il mitico match di Kinshasa, con tanto di megaevento musicale incorporato (con B.B. King, queen Miriam Makeba, e bishop James Brown, scusate se è poco) si doveva intitolare Quando eravamo re.
Poi certo, vi dovete accontentare di un bischeruccio che ci aspira, a farsi re, stravolgendo la legge fondamentale dello Stato in un modo che spalanca le porte, purtroppo per noi se non lo fermiamo, a gente ancora più pericolosa di lui. Col beneplacito di troppi, persino di chi della santificazione della Costituzione ne aveva fatto un marchio di fabbrica, e vabbé non aver imbroccato più un film dopo l'Oscar ma almeno in queste cose un po' di coerenza non guasterebbe, così è come se domani ci raccontasse Dante come un poetastro dialettale semisconosciuto...
Ma siccome qui qualcuno vi vuole bene, eccovi il filmato integrale in streaming, in cui vedrete il concerto e il contorno, e poi uno che si era fatto un nome, anzi due, sul fatto che, da peso massimo, usava pungere come un ape e volare come una farfalla, stupire il mondo facendosi menare, sfinendo così il suo fortissimo avversario fino a che fosse facile finirlo con una rapidissima sequenza.


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giovedì 2 giugno 2016

APPUNTAMENTI ROMANI

Vi abbandono per qualche giorno dando ai "romani" due appuntamenti che più diversi tra loro davvero non si può.
Domenica 5 c'è il primo turno delle amministrative. Devo saltarlo ma tanto la mia candidata al secondo turno ci arriva. E poi lo vince pure, purtroppo: l'ho già spiegato, è una trappola, senza un governo che si riprenda in mano la sovranità monetaria e pratichi una lotta senza quartiere a corruzione e malaffare (una vera come solo il m5s forse può condurre, non quella finta che sbandierano tutti da sempre) amministrare decentemente e senza incappare in incidenti di percorso una città come Roma può risultare difficilissimo, se poi ti sei dato regole interne autolesionistiche riguardo agli avvisi di garanzia (che ti può arrivare anche per un atto meritorio) letteralmente impossibile.
C'è poi una faccenda che può essere citata come esempio sia di quanto appena detto, che di come a certi paradigmi mentali che ti entrano dentro come dogmi è difficile sfuggire in assoluto, e infatti non sfugge nessuno, come la luce da un buco nero: nemmeno pochi Raggi...  Stiamo parlando di trasporti pubblici e mobilità. Nello scorso post parlavo di "pedonalizzazioni a cappella" con in mente praticamente l'unico lascito dell'amministrazione Marino, quella di via dei Fori imperiali. Che, come volevasi dimostrare, per lasciare duecento metri all'esclusiva di camion bar e centurioni, ha triplicato il traffico in tutto il triangolo Termini San Giovanni Campidoglio. Ora, non c'è candidato sindaco che non parli, sia pure in misure diverse, di altre chiusure al traffico (precise) e di potenziamento dei mezzi pubblici (vago). Quando invece l'unica cosa sensata, ma appunto proponibile solo avendo moneta "fiat" per finanziarla e "alzo zero" contro chi tenti di appropriarsi indebitamente anche solo di rivoli, sarebbe prima un piano di trasporti pubblici gratuiti (o quasi) e capillari, e quando i cittadini felici cominciassero a lasciare la macchina a casa per manifesta inutilità chiudere pure tutta la cinta aureliana... Ma comincio a pensare che non vivrò abbastanza a lungo per vederla, una cosa del genere.
...
Vedrò invece con ogni probabilità l'amico Nino Mallamaci presentare giovedi 9 alla libreria Mangiaparole un suo libro di racconti: Breviarium.
Scrivere una raccolta di "short stories", io lo so molto ma molto bene, essendo molto più facile che scrivere un romanzo, è in genere la prova letteraria massima di chi scrittore-scrittore proprio non è, ma ama talmente tanto sia leggere che scrivere, e ha il cassetto talmente pieno di storie più o meno smaccatamente autobiografiche che a un certo punto non sa resistere, e le pubblica. Che risultino piacevoli da leggere, dipende sì da come sono scritte, ma ancora di più da quanta roba c'era da raccontare, e da quanto background comune hai con chi le ha scritte. Io non vedo l'ora, date non solo la conoscenza personale e l'ambientazione reggina, ma anche la fascia d'età, che si evince dalla foto. Ma sono certo che molti potrebbero avere le loro ragioni, quindi chi non può affacciarsi giovedì sera a Roma, lo cerchi sul web (ad esempio qui).
Ma la distanza tra i due appuntamenti non è data solo dalla diversa natura intrinseca. Nino infatti è (anche) un politico di lungo corso, con radici socialiste e un percorso che lo ha portato fino a SEL, se non proprio l'esatto opposto rispetto al movimento con cui ormai da anni mi sono schierato, diciamo quasi. E la politica, tra l'altro, è uno dei tre filoni che dichiaratamente seguono i racconti del libro, tra l'amore e la vita. Che poi, forse, è proprio il posto dove dovrebbe sempre stare...

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