domenica 24 gennaio 2021

NON CI RESTA CHE...

Ci sono tanti modi per dire una cosa, se poi questa è la dicotomia tra istinto e ragione poi tantissimi. Dobbiamo ricorrervi perché i due termini hanno assunto nei secoli una connotazione tale da dividerci in tifoserie, tanto è cresciuto l'alone semantico (l'insieme di possibili significati diretti e indiretti) di entrambi: il primo arrivando a racchiudere la libertà il secondo la scienza. A seconda di quale approccio di studio volete seguire, dunque, possiamo sostituire i due termini con emisfero destro ed emisfero sinistro, mente profonda e mente logica, matematica dei sistemi infiniti e matematica dei sistemi finiti, pensiero veloce e pensiero lento: giuro, per ciascuna di queste coppie e per molte altre potete trovare un pacco di libri alto così, non sto inventando niente (va beh, mi sento buono: vi faccio aiutare in video da una studiosa di mia conoscenza..).

Qualunque sia la vostra scelta, però, resta una costante, per rendere idea della quale uso la mia, di metafora preferita. Avete presente il pianeta Terra? Visto da fuori, o da sopra visto che ci vivete, come vi sembra? Esatto, una cosa integralmente ricoperta di roccia dura, per due terzi a sua volta ricoperta di acqua. Ragion per cui quasi tutti noi passa quasi tutto il tempo calpestando l'altro terzo, che peraltro nella nostra esperienza quotidiana è piatta, tanto che per millenni pensavamo che lo fosse davvero (alcuni lo pensano ancora, in realtà, contribuendo a screditare il complottismo in toto), ma fateci caso, tutt'ora fa comodo non solo alla vita quotidiana, ma anche a tutta una serie di scienze, considerarla tale: mica serve calcolare la curvatura dell'area in cui scavi le fondamenta di un palazzo, o quella di un campo di calcio (Holly e Benji a parte, s'intende). Comincia a servire per costruire un ponte sospeso da record, oltre che ovviamente per tracciare rotte marittime e aeree se non vogliamo ricorrere ai satelliti artificiali. Ma anche qui, siamo ancora alla superficie, o appena attorno. La verità, è che il pianeta Terra è per la quasi totalità della sua massa una palla di metalli e rocce variamente viscosi (se volete dati precisi andate su Wikipedia, la mia ripeto è una metafora), la crosta essendo uno strato molto ma molto più sottile della buccia rispetto alla mela. E se non fosse così la vita non sarebbe stata neanche possibile, perché è da questa essenza metallara che deriva il campo magnetico che proteggendola ha reso possibile la formazione di una atmosfera relativamente stabile. Ebbene, la buccia è la nostra mente logica (o pensiero lento, o qualunque delle altre metafore suindicate), il resto della nostra mente è quasi tutto, governa tutto, ha reso possibile tutto, e però noi ce ne scordiamo, perché tendiamo sempre a ricoprire col raziocinio tutto, fino a vedere solo quello, o perlomeno a sovrastimarlo pesantemente, nel nostro agire quotidiano.

Mi tornano in mente queste cose, che chi mi conosce sa essere uno dei cavalli di battaglia del mio mestiere, perché la cronaca di ha suggerito, anzi a me personalmente fatto sperare, che presto si potrebbe tornare a votare. Oddio, sperare o temere? diciamo che mi ci ha fatto pensare.. Il fatto è che i filosofi padri della democrazia moderna erano anch'essi, come tutti noi, vittime del "pregiudizio di logicità", architrave senza il quale la costruzione non regge. La quasi totalità dell'elettorato, infatti, non vota "di testa", ma "di pancia" (ecco, ho aggiunto un'altra metafora all'elenco iniziale), e i primi a capirlo furono proprio i grandi dittatori del secolo scorso, che per primi hanno applicato i dettami di un'altra scienza neonata (come tale, non come pratica, vecchia invece quanto l'uomo): la propaganda. Attenti, il fenomeno include anche tutti coloro, come me e magari come voi (se siete arrivati a leggere fin qui), che sono convinti di decidere secondo logica, e magari addirittura lo fanno, in politica, proprio perché conoscono la struttura della mente umana e quindi per questa cosa, che ritengono cruciale per la vita di tutti, fanno un enorme sforzo di concentrazione, e facciamo pure che ci riescono. Non cambia molto, nel totale: per quanti possono essere costoro (è indifferente se io o voi ci chiamiamo fuori, peraltro non sto nemmeno dicendo che sia meglio o peggio: spesso la pancia anzi è più "intelligente"..), al governo si va con la maggioranza, e i "logici" se tutti deducono la stessa cosa e votano per lo stesso partito al massimo lo portano al 3%, o se vogliamo allargarci a superare appena le previste soglie di esclusione. E infatti la sinistra-sinistra, cocciutamente convinta di trovarsi ancora davanti al pubblico dei dibbattiti dei cineforum anni 70, al massimo a quella cifra arriva, da decenni, mentre la partita se la giocano altri, che considerano l'elettore come "un bambino di 11 anni nemmeno troppo intelligente" (cit.), oppure lo fregano con prospettive ingannevoli come il "fogno" europeo di pace e prosperità.

Considerate che per uno che lo ammette mille lo
pensano. E se pensate "a me che mi frega, ho lo
stipendio fisso e lavoro in smart working
", beh,
qualcun altro ha già detto che sarebbe giusto che
anche i lavoratori pubblici pagassero per la crisi, e
quando vi colpiranno sarà nell'ovazione generale.
Tutto questo per dirvi una volta per tutte perché su questo blog per anni avete letto di un convinto sostegno ai cinquestelle. Mi aveva persuaso fin da subito (decisi di votarli esattamente quando Bersani dichiarò "con Monti senza se e senza ma") il loro contenere alcune proposte razionalmente auspicabili (ad esempio, la messa in discussione dell'eurozona, vero motore dell'impoverimento progressivo che stavamo vivendo, peraltro avviato apposta, e il connesso ritorno della spesa in deficit ma non per grandi opere tangentogene bensì per una miriade di piccole opere sul territorio con conseguente garanzia di innesco del moltiplicatore keynesiano, e conseguente riassorbimento del deficit iniziale, e così via in un circolo virtuoso) in mezzo a una narrazione propagandistica che mi lasciava perplesso (l'ho scritto troppe volte, cercatevele da voi se non vi fidate) ma era potenzialmente in grado di portarli alla maggioranza relativa (onestà, taglio dei costi della casta, democrazia diretta, selezione dal basso della classe politica). Un miracolo: poteva finalmente vincere uno schieramento che in mezzo a tante fesserie (i politici devono essere pagati bene sennò la politica resta un affare per ricchi e maneggioni, i risparmi peraltro di abbattere numero e paga dei politici essendo al massimo simbolici, le piattaforme per votare online in un modo o nell'altro favoriscono gli imbrogli, e dei parvenu che devono lasciare al massimo dopo due mandati verso la fine del secondo diventano facile preda di altri schieramenti che li lascerebbero continuare), portava avanti le uniche idee che potevano salvare questo Paese: il ritorno a una piena sovranità monetaria, e il suo utilizzo per pratiche sempre più indispensabili di una politica economica e finanziaria opposta rispetto a quella dominante. Quando il movimento si alleò con Salvini e i suoi, pensai che fosse per colpa di una legge elettorale modificata apposta per impedire loro di governare da soli, e che fosse comunque meno peggio Salvini (uno che nel parlare alla pancia non è secondo a nessuno, ma intanto aveva imbarcato due economisti, Borghi e Bagnai, da anni sostenitori della teoria e pratica "giusta") dei traditori (della sinistra e dell'Italia) del PD, contro il quale mi ero schierato fin da quando Veltroni ne accelerò la formazione facendo in pratica cadere Prodi.

Quando è arrivato il coronavirus, era da poco cambiato l'alleato di governo. Forse, fosse rimasto in carica, il precedente esecutivo avrebbe avuto il coraggio di fare l'unica cosa che si doveva e poteva fare di fronte all'emergenza: stimare in fretta e furia, per poi ovviamente aggiustare in corsa, cosa serviva per attrezzare il SSN ad affrontare l'onda per galleggiarci sopra, lasciando quanto più possibile il Paese produttivo a produrre, chiedere il conquibus alla BCE cash, e di fronte al probabile rifiuto denunciare i trattati e uscire dall'eurozona nottetempo, "stampando" tutti i soldi che servivano ad attrezzare terapie intensive, ospedali da campo, attrezzare il personale sanitario ed incrementarlo alla bisogna. Il programma grillino, quello per cui gli elettori li avevano portati da zero a 33% in pochissimo tempo, sarebbe stato attuato nel plauso generale, e nulla dei provvedimenti allucinanti (e controproducenti, perché abbassano l'onda ma la allungano, oltre che inutili, come fermare il maremoto chiudendo le finestre: se ve lo dice Stanford ci credete?) che abbiamo visto in quest'anno avrebbe mai visto la luce. Forse. Perché invece forse a Conte, Di Maio e anche Salvini il telefono, o quello che è, sarebbe squillato lo stesso per trasmettere l'ordine dei padroni del vapore: il mondo è sovraffollato e a questi livelli di consumo non regge più, prima di doverlo sfollare (ma prima o poi saremo costretti) tentiamo con le cattive quello che con le buone non ci è riuscito, abbassare drasticamente quei livelli.

Ma non è questo di cui stiamo parlando. Invece è: se ora si vota, per chi cavolo votiamo? Il m5s per restare in sella, e i suoi esponenti per raccattare qualcosa prima di tornare nell'anonimato e nella povertà, ha tradito proprio quelle parti di programma per cui si doveva votarlo: ora, all'unisono con i nuovi alleati (al punto da attirarsi le simpatie, adesso, degli intellettuali sinistrorsi) si dice europeista, e ha sostituito il keynesismo con le elemosine, e per parlare alla pancia l'onestà con la paura. Ci sono in giro forze politiche che propugnano idee economiche e sociali alternative? Forse si, ma vanno ad aggiungersi alla sinistra-sinistra (in seno alla quale l'adesione alla narrazione covidiota peraltro è imbarazzante, e lascia colpevolmente e per l'ennesima volta consenso alle destre) tra quelli che al massimo raggiungeranno i pochi punti percentuali. Salvini e la Lega, anche volendo vincere la repulsione, si stanno progressivamente smarcando dai loro economisti eretici sia emarginandoli che mostrandosi sempre più uniti col restante centrodestra europeista (assieme a cui hanno a suo tempo approvato il pareggio di bilancio in Costituzione: non dimentichiamolo mai). Finirà che, a dispetto del motto "libertà è partecipazione", non resterà che astenersi. E piangere.

mercoledì 20 gennaio 2021

YOSS 4: TROPPO TARDI?

Quando la nostra Costituzione era ancora fresca, quasi quasi veniva da crederci, che l'Italia era impegnata a rimuovere tutti gli ostacoli all'uguaglianza di fatto tra i suoi cittadini, come prescriveva l'articolo 3. Anche perché poteva capitare di accendere la TV e trovarvi un tipo bonario e originale che, in un programma dal titolo che non si sa più bene se era già un proverbio o lo è diventato grazie ad esso, cercava di alfabetizzare una platea di cittadini che l'italiano lo parlavano al massimo come lingua straniera, quella natìa restando i dialetti. Se sia stato più merito suo oppure di Mike Bongiorno poco importa, più interessante è ricordare che con l'era televisiva berlusconiana il processo si invertì, avviando il Paese verso quell'analfabetismo di ritorno il cui completamento è stato compito degli smartphone e della comunicazione via social: giusto in tempo per poter instaurare una dittatura con la scusa di un virus, se si pensa che senza il 4G sarebbe stato impossibile tenere la gente reclusa in casa (d'altronde senza reclusione forse non si spalancherebbero le porte al 5G liquidando come complottismo le perplessità senza nemmeno un minimo approfondire) e senza semplificazione del pensiero non sarebbe facile imporre narrazioni propagandistiche. La storia di questa rimpianta trasmissione televisiva e del suo straordinario conduttore ce la racconta Pasbas in soggettiva, con un taglio così evidentemente letterario che d'autorità la rubrico come "short story", iscrivendola all'apposita e un po' dimenticata rubrica YOSS. Buona lettura. E poi buon ascolto, perché l'argomento mi da l'occasione per riproporvi un'altra perla dimenticata di Claudio Lolli, che trovate in fondo.


Non è mai troppo tardi

di Pasbas

Dovete credermi, mamma mi diceva sempre “Alberto c’è la guerra e vuoi prendere due diplomi? Ma pensa a salvarti la vita piuttosto." Certo tutto sano di mente non ero né sono mai stato, tant’è che entro in marina nel ’43 e intanto ero iscritto a scienze naturali alla Sapienza. Faccio parte prima dei sommergibilisti e poi del Battaglione S. Marco, insieme con gli alleati.

In Rai pensate ci sono entrato per puro caso: “Direttore perché mi manda a fare questo inutile provino?” e lui “vai vai caro Alberto che qui di gatte da pelare ne ho già abbastanza”. Dopo una lunga attesa mi chiama il regista e mi chiede “vorrebbe fare un programma Rai nella qualità di maestro?”. Ci penso su e rispondo che si lo farei ma utilizzando il mio metodo d’insegnamento e null’altro, e tranquillamente mi avvio all’uscita; ma una voce quasi gridata esclama “fermatelo: è lui il prescelto, mandate a casa gli altri candidati!". E fu così che la Rai mi assunse, era il 1960, bei tempi.

Cavolo, e pensare che avevo iniziato la mia carriera all'Istituto di Rieducazione e Pena per minori ”Aristide Gabelli“ di Roma. E lì, appena arrivato, i ragazzi detenuti mi sfidano ad uno strano gioco: il capo mi dice “se vinci provi a insegnarci qualcosina, se vinco io ti siedi all’ultimo banco e per quattr’ore leggi ogni giorno il giornale”. E quale era la gara lo volete sapere? prenderci a cazzotti finché uno dei due cadeva a terra; ovviamente, ben preparato dalla attività militare, lo stesi in poco tempo e divenni così il loro capo, riconosciuto anche dal povero malcapitato.

Viaggiai in Sudamerica per insegnare ai nativi; negli anni ’50 avevo preso due lauree, una in pedagogia e l’altra in psicologia; mia madre sempre più preoccupata “figlio mio pensa a farti una posizione, cosa ci fai con questi pezzi di carta?”. Nell’ambiente della scuola molti mi ricordano per la frase detta al giudice che mi chiedeva di scrivere questi benedetti giudizi, altrimenti mi sarebbero capitati guai seri. La mia risposta? “D’accordo darò valutazione riepilogativa uguale per tutti tramite un timbro; il giudizio sarà 'fa quel che può, quel che non può non fa'. Lo darò usando un timbro apposito” e lui di rimando “ma non può dare giudizi agli alunni usando un timbro, non è accettabile!”. “Bene allora non c'è problema, posso scriverlo anche a penna”. Che volete, nessuno può stravolgere la propria natura. Chi sono? Scusate se non mi sono presentato, il mio nome è Alberto Manzi, il maestro Manzi.

sabato 16 gennaio 2021

CASSANDRA CROSSING - VERSETTI COVIDICI 36-39

Morale della favola: anche se sei un dipendente pubblico,
o comunque fai parte di una categoria finora colpita
 relativamente, fatti un favore: sii solidale coi ristoratori,
i gestori di palestre, gli operatori turistici ecc, rovinati
senza ragione e senza ristoro che tenga, perché se non lo
 fai te ne ricorderai quando, e ho detto quando perché
invece il se è certo, verranno a rovinare te.
Il titolo è di un vecchio bellissimo film con tra gli altri la Loren, che forse avete visto ma magari non ricordate bene: ci azzecca un virus, e un treno lanciato verso il baratro dai potenti che decidono di ignorare la sua curabilità e sacrificare gli occupanti, leggete qua.

Ma me ne sono ricordato quando già avevo deciso di riferirmi a Cassandra nell'introdurre questa nuova raccolta di Versetti covidici, la prima del 2021, coincidente con la ricolorazione in peggio delle "zone" italiane, ma non perché le cose vadano oggettivamente peggio, no: cambiando in peggio i parametri (non so se l'avevate capito, se vi informate solo con la TV magari no). A furia di pensare "l'avevo detto io", infatti, si finisce per sentirsi un po' come la sventurata figlia di Priamo, che ricevette in dono da Apollo la chiaroveggenza e però siccome non gli aveva dimostrato riconoscenza dandogliela (gli dei greci erano fatti così, zozzoni, "a immagine e somiglianza" eccetera eccetera) anche la maledizione di non essere mai creduta. Così, appena visto il piccolo Paride aveva detto che era meglio farlo fuori subito, e più in là comunque di non mandarlo a Sparta, che sennò Troia sarebbe stata distrutta, ma ovviamente non le credettero, e d'altronde dov'era il nesso logico tra i due eventi? ce lo vedeva solo lei, come biasimare chi non le credeva?

Così: più avanti, quando invece il nesso logico era ormai davanti agli occhi di tutti quelli che volevano vederlo, sotto forma di dieci anni di assedio che improvvisamente si concludevano addirittura con un regalo da parte degli assedianti che avevano desistito, un altro osò avvisare i troiani del pericolo, ma non fu ascoltato manco lui. La scena, immortalata in un celebre gruppo scultoreo, vide il sacerdote Laocoonte ammonire i suoi concittadini a lasciare lì e magari distruggere il dono dei greci, due serpenti marini mandati dagli dei amici degli achei avventarsi sui suoi figli, lui accorrere in loro aiuto e soccombere a sua volta, e i troiani portare il famigerato cavallo dentro le loro mura, addirittura abbattendo le porte Scee perché sotto non ci passava.

Ora, se volete sentirvi anche voi un pochino Cassandra o almeno Laocoonte, non dovete fare altro che intromettervi in una qualunque discussione su facebook e simili osando mettere in discussione la narrazione ufficiale del covid. Le statistiche ufficiali dicono che l'indice di mortalità è basso, nella media di tutte le epidemie influenzali, salvo che per gli ultraottantenni, quindi non si capisce perché fare 400 miliardi di danni all'economia anziché spenderne subito e in deficit 40 per un piano di emergenza sanitaria a favore di anziani e soggetti deboli? voi se lo dite siete un insensibile mostro che ce l'ha coi vecchi (anche se vostra madre è morta esattamente così, di complicazioni polmonari di un'influenza e mancanza di posti in terapia intensiva, solo nel 2019), e poi "non è vero io conosco (più o meno direttamente) due persone più giovani morte di covid". Chiudere i ristoranti e i bar e le palestre e praticamente rovinare il turismo è una fesseria col botto da cui non ci riprenderemo più, e oltretutto serve a arginare un virus come chiudere le finestre a fermare uno tsunami o un'alluvione, e voi lo dite, nonostante avete uno stipendio sicuro e lavorate comodamente a casa vostra da quasi un anno, perché è giusto e anche perché magari avete capito che la vostra categoria non sarà risparmiata ma solo colpita per ultima? per i vostri colleghi siete un paranoico complottista, e non sapete cogliere le opportunità del futuro, e già da un po' vi evitano o se attaccate il pippone cambiano argomento; per gli altri siete un parassita e già da un po' dicono che sarebbe ora che venisse colpita la tua categoria e pagasse anche lei la crisi.

Così, quando il grande Reset (occhio che la Bifarini ci ha fatto un libro) sarà compiuto, Troia sarà caduta e arsa al suolo (colonna sonora di Capossela, da non perdere in fondo al post), l'Italia non avrà più né la sua rete di piccole e medie imprese né il salvagente dell'economia turistica a cui affidarsi, e il pubblico impiego subirà la sua "riforma" definitiva (tutti a casa e lavoro a cottimo sottopagato per i più fortunati, nel plauso generale), voi come Cassandra non gioirete del male di chi non vi ha creduto, anche perché ne sarete anche voi vittima, o come Laocoonte non sarete nemmeno più li a farvi beffe dei vostri detrattori. Gli altri, se non sono gli dei avversi o i loro ministri, o almeno i loro serpenti, saranno vittime prima di potersi accorgere o almeno senza poter avere neanche il tempo di ammetterlo, che voi avevate maledettamente ragione: non bisognava consentire nemmeno a una epidemia dieci volte più grave di costituire una ragione sufficiente per togliervi le vostre libertà fondamentali, per principio, punto e basta, perché non bisogna fidarsi dei nemici al punto da abbattere le porte della città per fare entrare il cavallo di Troia (non bisogna aprire quel link della mail che ti promette quel premio, sennò il pc si piglia un "trojan horse" e potresti anche doverlo buttare: si chiamano così apposta). Perché una volta che l'avete fatto, non c'è rimedio. La città è distrutta, il treno è avviato verso il ponte che crollerà, la democrazia e la libertà sono morte, ed è anche colpa vostra.

Per quanto mi riguarda, io è da febbraio scorso che da questa minuscola tribuna racconto una storia diversa. Si, lo so che non basta per autoassolversi, ma se qualcuno li avesse ascoltati, quei due li, Troia sarebbe ancora in piedi, o perlomeno sarebbe durata qualche secolo in più. Se non volete imitarmi andandovi a cercare le informazioni dove ci sono, comunque smettendo di assumere la pastura pronta che vi propinano in televisione, almeno leggetevi quelle che seleziono per voi:

36. La farsa e l’inferno: cosa ci stanno facendo, e perché. Dove Giannini svolge per esteso e meglio il concetto che ho cercato di riassumervi prima: la strategia di lotta al coronavirus doveva essere diametralmente opposta, se l'obiettivo fosse stato realmente sconfiggerlo.

37. Requiem per il darwinismo culturale.  - 38. Asocialismo, futura disumanità. Un uno-due di Lameduck da leggere tutto d'un fiato, per comprendere da dove arriva la strategia di distruzione della libertà mascherata da provvedimenti di salute pubblica, e a quali conseguenze sociali e culturali porta. Due belle secchiate di acqua gelida in faccia, che farebbero bene a tutti.

39. Riconquista sociale. Protesta dei ristoratori in cronaca a parte, sono tante ormai in tutta Italia (qui ad esempio i negozianti di Modica) le iniziative di cittadini che intendono utilizzare gli spazi di libertà ancora ufficialmente disponibili per organizzarsi al fine di mantenerli tali. Questa viene dalla mia città natale, me l'ha fatta conoscere un vecchio amico, e da oggi in poi sarà in spalla sinistra coi feed che vi avviseranno sulle novità, e parliamo di iniziative concrete e strumenti di ausilio fattuale, non di chiacchiere come le mie.

domenica 10 gennaio 2021

T'RUMP 'U CU...

Ora, immaginate quei pollici in su....
Ho seguito le vicende attorno al Campidoglio USA con relativo disinteresse, dovuto al disincanto che ti prende quando guardando un film di cui fin dall'inizio ti era parso di poter prevedere ogni sviluppo della trama in effetti scopri che avevi ragione: al cinema ti addormentavi, a casa ti distrai e ti metti a fare altro.

Ad elezioni in corso, ho apertamente sostenuto che sarebbe stato meno peggio che vincesse Trump, nonostante la mia formazione politica e culturale decisamente di sinistra. Quest'ultima però doveva spingere chi mi conosce o mi segue ad andare oltre, la superficiale conclusione di una mia deriva o origine destrorsa. La ragione era, ed è, che non si da il caso che tra le forze in grado di vincere una elezione presidenziale americana ce n'è una autenticamente e sinceramente progressista: in realtà (da loro da tempo, da noi da meno tempo ma oramai anche da noi) si scontrano due schieramenti diversamente di destra, ragion per cui per decidere chi sia da preferirsi da un punto di vista di sinistra bisogna assolutamente spogliarsi dalle illusorie apparenze ideologiche e andare a verificare dove vogliono andare a parare dal punto di vista della posta in gioco. Infatti, è proprio non avere fatto ciò, che mi fece toppare la valutazione su Obama, il premio Nobel per la pace che tra guerre mantenute a dispetto delle promesse e guerre cominciate ha superato a destra e di molto i suoi predecessori repubblicani e bianchi. Ora, la posta in gioco oggi, come dimostra la farsa chiamata Covid19, è la transizione verso un mondo in cui una cricca ristrettissima di miliardari esercita il potere assoluto senza nemmeno più aver bisogno di mascherarsi dietro istituzioni democratiche. E a questa cricca Biden è funzionale, Trump è disfunzionale: è un destrorso del mondo vecchio. Ma per chi ha idee di sinistra, è molto meno peggio, nonostante la caratura del personaggio sia imbarazzante.

Oggi che la recita ha visto il suo atto probabilmente finale, con tanto di vittime, è andato a posto un altro tassello del piano di instaurazione di un regime distopico universale chiamato dichiaratamente Big Reset. Il mondo che hanno in mente somiglierà a una grande Cina, coi redditi e i diritti livellati verso il basso, e questo peraltro solo se avremo fortuna e i grandi filantropi non calcoleranno che nemmeno quello ci potremo permettere, per quanti ne siamo, e passeranno alla fase due del loro incubo malthusiano. Ci romperanno il culo, insomma, per usare volutamente una espressione bandita nella neolingua politicamente corretta. L'unico lato positivo della faccenda è che lo faranno pure a quelli (tanti, troppi, specie a sinistra) che ancora abbagliati dalle etichette gli stanno fornendo il consenso che (ancora per poco) gli è necessario: "viva i Democratici", in America come in Italia, anche se sono di fatto i più spietati killer della democrazia.

Se non sono abbagliati fino quasi alla cecità, infatti, come si spiega il loro evidente strabismo? Sono trent'anni, dalla sedicente "fine della Storia" in poi, infatti, che si contano a decine i casi nel mondo in cui ci sono elezioni dall'esito contestato con gente che protesta più o meno violentemente, in piazza o nei luoghi simbolo del potere, maggioritaria o meno, violentemente repressa o meno: Cina, Venezuela, Ucraina, Georgia, tutti i Paesi del nord Africa a cominciare dall'Algeria per finire all'Egitto, la lista è lunghissima e non c'è modo di completarla a memoria come sto tentando di fare adesso. Ma non importa, la sintassi è sempre la stessa: ogni santa volta che chi ha vinto le elezioni e viene contestato è sgradito alla cricca, i popoli sono paladini della libertà (rivoluzioni colorate, primavere africane, liberali anticomunisti, solo l'etichetta cambia) e i repressori dittatori sanguinari anche quando hanno vinto elezioni regolari ed hanno ampio consenso nel Paese (e in Algeria o in Egitto, ad esempio, sono stati rovesciati, mentre altrove, come in Venezuela, ancora resistono); viceversa, ogni volta che chi ha vinto è gradito alla stessa cricca, i popoli sono burattini fascistoidi manipolati e i repressori campioni della democrazia anche quando si sospetta che abbiano vinto imbrogliando. In piccolo, questo fenomeno lo abbiamo già visto a casa nostra, basta confrontare i fatti di Genova con un qualsiasi evento simile in un contesto politico diverso, ad esempio nella vicina val di Susa. Ecco, bisognerebbe non dimenticare come si è giudicato un rappresentante delle forze dell'ordine che ha sparato in faccia a un ragazzo con un estintore in mano, quando si guardano scene come questa in cronaca. 

Ed ecco, io non sono un americanista, per cui fatico ad avere una opinione precisa sui fatti che avvengono negli USA non vivendovi. Ma sono circondato da soloni che si trovano nella mia stessa posizione di osservazione e invece credono di sapere benissimo cos'è successo, aderendo forse per senso di appartenenza forse per pigrizia alla narrazione che si impone sul mainstream, senza accorgersi di quanto strabici li fa diventare. E non li sopporto. Quindi se sarò fortunato di esserci, vedrò compiaciuto la loro rovina, uguale alla mia si, ma che loro avranno contribuito a causare. Un buffone truzzo che ancora credeva di poter davvero incidere sulla Storia senza disporre delle leve del vero Potere, sta per essere rimpiazzato sul trono dell'Impero da un vecchio rincoglionito burattino di una cricca di miliardari senza scrupoli. Sono ..zzi vostri!...

mercoledì 6 gennaio 2021

RADIOCIXD 33 - NON C'E'

Mi capita di rado di recensire un album recente, e vabbè sarà che ho una certa età e per quanto mi sforzi di restare aggiornato (ho sorpreso mio nipote 28enne, che peraltro lavora - o forse dovrei dire lavorava, speriamo di no - nell'ambiente, per la mia conoscenza di alcune realtà musicali emergenti) le mie preferenze gira gira risalgono ad alcuni decenni fa, ma questo è un disco che merita l'eccezione. Che poi lo è fino a un certo punto, visto che non stiamo certo parlando di un ragazzino, ma la cosa, come vedremo, non è colpa sua.

Edoardo Bennato è un signore che quest'anno ne compie 75, a tutti gli effetti un vecchietto. Col brutto vezzo, a meno di miracoli, di tingersi ancora i capelli, se pensiamo che Ligabue ha smesso intorno ai 50 come, se proprio doveva iniziare, è giusto che sia. E con una carriera tutt'altro che lineare: come tanti altri, nei 70 sforna un capolavoro dietro l'altro, alcuni di notorietà assoluta grazie anche all'utilizzo di alcune notissime fiabe come chiave metaforica, poi negli 80 perde la bussola e la vena, restando sulla cresta con alcuni successi clamorosi ma non certo ascrivibili alle tematiche precedenti. Ma dai 90 in poi, ecco che ogni tanto affiora un segnale che sotto la cenere cova ancora il sacro fuoco dell'arte: Joe Sarnataro, i concerti col quartetto d'archi, alcuni brani in cui rispolvera la vecchia verve antisistema. Il vizio di parlare ai concerti, con quella lingua terribile che si usava negli anni 70 e che alla fin fine tanto danno ha fatto all'impegno politico in musica, non l'ha mai perso. Ma evidentemente, nemmeno la voglia di ragionare.

Uno dei segni peggiori del fatto che la cosiddetta pandemia ha fatto molti più danni dal lato sociale ed economico per come è stata gestita che non dal lato strettamente sanitario (se pensiamo che dopo immani sforzi di stiraggio e manipolazione dei dati il meglio che riescono a fare è un peggioramento di qualche punto percentuale dei decessi annui, con nessuno che abbia il coraggio di chiedere ai responsabili "e allora perché hai causato danni economici pari ad alcune centinaia di volte tanto?" - e se tu lo fai notare su Facebook c'è sempre un cazzone che si sente qualificato a bollarti subito come negazionista, sfotterti, denigrarti, ovviamente guardandosi bene dal risponderti nel merito), è che di voci critiche in giro non ce n'è, intendo di gente nota del mainstream, non dei siti web che devi andarteli a cercare e al massimo raggiungono qualche migliaia di lettori peraltro già di suo scetàti, figurati di paria come il sottoscritto che i lettori li conta a decine, talvolta a centinaia al massimo. In particolare, come ho già avuto modo di evidenziare, quasi nessuno nel mondo dell'arte, della cultura, della musica (manco del rap, che pure nasce come sottocultura antisistema, o del trap figlio suo), si è sentito in dovere di esercitare quel ruolo critico senza il quale nessun progresso sul piano dei diritti civili, economici e sociali probabilmente ci sarebbe mai stato. Tutti a cantare nel coro del regime, anche quando salgono su palchi senza pubblico a raccattare qualche soldo in trasmissioni televisive apposite, e non importa se davvero convinti della giustezza delle misure liberticide e articide, o semplicemente impauriti che se gli scappa anche solo un refolo critico la prossima volta non li chiamano.

Invece Edoardo ad aprile, in pieno lockdown duro, se ne esce assieme al fratello Eugenio con un pezzo, La realtà non può essere questa, che hanno pure passato in tanti: perché non lo hanno capito. Ok, non era esplicitissimo, ma in fondo allora si poteva anche pensare che il tutto fosse un esperimento sociale one shot, è solo oggi che si deve purtroppo dedurre che si tratta di un'operazione destinata a durare e a incidere in profondo, se non la si ferma in qualche modo. E chi allora se non un vecchio militante, uno che con la satira contro il Potere aveva raggiunto la notorietà, deve esporsi, peraltro non avendo niente da perdere, per avvisare le persone, destare gli animi, agitare i popoli? Questo deve aver pensato Bennato nel confezionare questo album: un misto (appositamente alternato, a sottolineare l'attualità dei testi vecchi) di brani inediti e classici ricantati e risuonati, alcuni dei quali con un testo così perfetto a decenni di distanza da costituire una raffica di schiaffoni in faccia a chi usasse ancora di sentire la musica anche col cervello oltre che con le orecchie. Peccato non si sia più in tanti.

Allora eccovela, la tracklist, coi link ai tube ma senza gli embed, che appesantiscono la pagina, e accanto (anziché come al solito i miei commenti) soltanto alcuni passaggi del testo di ciascuna canzone, che talvolta non c'entrano, talaltra sembrano scritti apposta per questa situazione (pur avendo magari 40 anni), altri lo sono proprio: chapeau, vecchio rocchettaro!

  1. Non c'è (inedito) - Quello lì che non si vuole adeguare, quello lì che non esiste perché anche nella realtà virtuale non può esserci uno che non c’è, uno che non vuole partecipare al gran ballo delle celebrità, ma, se si rifiuta di cantare la canzone dell’unanimità, non c’è. E anche tu che la stai ad ascoltare puoi convincerti che questa canzone non c’è, ed anche se son fulmini le sue parole, ed anche se questa musica ti spezza il cuore, non c’è.
  2. Salviamo il salvabile - Abbiamo fatto una bella riuscita! a questo punto la mela è avariata, io me la vedo brutta, ma, salviamo il salvabile...
  3. La bella addormentata (inedito) -  ...c'è lei, incatenata a una catena per l'incantesimo di una strega, e anche se la strega è organizzata. e anche se l'impresa è disperata, sarà una lotta senza quartiere, ma vale la pena di tentare
  4. Non farti cadere le braccia - non arrenderti né ora né mai
  5. Mangiafuoco - ..marionette, commedianti, balleranno tutti quanti: tutti i capi di partito, e su in alto Mangiafuoco fa le scelte, muove i fili e si diverte. Ma se scopre che tu i fili non ce l'hai, se si accorge che tu il ballo non lo fai, allora sono guai, e te ne accorgerai! attento a quel che fai, attento, ragazzo, che chiama i suoi gendarmi e ti dichiara pazzo!...
  6. Il mistero della pubblica istruzione (inedito) - La sapienza è un'infezione, il sapiente va aiutato, perché non si rende conto che sei stato contagiato. La sapienza va compresa da chi è privo di sapienza ma è stato fortunato e ne ha fatto sempre senza. La sapienza porta febbre, il sapiente è disperato, ma è un paziente inconsenziente, non vuole essere curato. Mors tua vita mea: lotta di lunga durata, la sapienza non si arrende, è una guerra annunziata.
  7. Bravi ragazzi - Una di notte, c'è il coprifuoco, e pensare che all'inizio sembrava quasi un gioco. Ora non c'è più tempo per pensare: tutti dentro, chiusi ad aspettare. Bravi... su! Bravi ragazzi, ma non è il caso di agitarsi, fate i bravi ragazzi, vedrete che poi sistemeremo tutto. Per fronteggiare la situazione c'è stato un programma alla televisione, hanno parlato tutti gli avvocati di tutte le bandiere, di tutti i partiti, ed è stato proprio commovente vedere tutti quei grandi sacrificare le proprie idee in nome del bene della gente, poi hanno dato severe istruzioni di stare calmi, di stare buoni...
  8. L'isola che non c'è - E a pensarci, che pazzia! è una favola, è solo fantasia, e chi è saggio, chi è maturo lo sa: non può esistere nella realtà. E ti prendono in giro se continui a cercarla, ma non darti per vinto, perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te.
  9. Cantautore - Qui nel grande circo tu ormai sei il re!
  10. Geniale (inedito) - La nostra è diventata terra di confine e tra quest'Africa che si avvicina e quest'Asia che ci avvelena.
  11. Le ragazze fanno grandi sogni - ... e qui dall'altra parte siamo noi, incerti ed affannati, violenti ed impacciati, che non ne veniamo mai a capo.
  12. Un giorno credi - A questo punto non devi lasciare: qui la lotta è più dura, ma tu, se le prendi di santa ragione, insisti di più!
  13. La verità - L'unica regola è non dire mai la verità.
  14. Italiani - Noi maledettamente piemontesi e napoletani, ma semplicemente italiani..
  15. L'uomo nero (con Clementino) (inedito) - Su, bambini, fate i bravi e non dite le bugie, se no arriva l’uomo nero e vi porta via lontano.
  16. Tutti (forse l'unico pezzo esclusivamente romantico dell'album)
  17. Maskerate (inedito) - Maskerate nelle feste, nelle feste comandate, dove tutto fila liscio, dove ogni scherzo vale. Maskerate in grande stile, attenzione a non sgarrare, perciò tutti in fila indiana, tutti pronti a ballare. Maskerate nei convegni, nei discorsi ufficiali, e per dare il buon esempio tutti bene imbavagliati. Maskerate dappertutto, nei commenti in tribunale, in attesa di istruzioni tutti pronti a ballare. Maskerate a più non posso nello spasso generale, da Natale a Ferragosto, da Pasquetta a carnevale, rispettando il protocollo, consultando il manuale: è passata la tempesta, sta arrivando il temporale..
  18. Perché (con Morgan) (live) - Perché tu vuoi giocare con me che son malato?
  19. La realtà non può essere questa (con Eugenio Bennato) (inedito) - La realtà è fuori dal balcone, nella rete che diventa una prigione, la realtà è tutta l'illusione di chitarre che suonano da sole nel silenzio di nessuna festa. La realtà non può essere questa.
  20. Signore e signori (inedito) - Signore e Signori, fidatevi di me, perché io sto parlando nel vostro esclusivo interesse. Sarà la grande novità: in una gara di bontà ognuno si impegnerà a fondo per fare piazza pulita di mendicanti e trafficanti, di protestati e dissidenti, di giovani, saltimbanchi, nullafacenti, e chi più ne ha più ne metta. Un radioso futuro ci aspetta! Questo non è un comizio, non è pubblicità: è l’ultima crociata perché trionfi finalmente la libertà. E in questa gara di bontà vediamo chi la spunterà. Non ci sarà più spazio per detrattori impostori mariuoli ed ognuno dovrà rigare dritto, non ci saranno favoritismi ed eccezioni e nessuno potrà più imbrattare muri e gettare per terra cartacce e mozziconi, ed anche ai cani sarà assolutamente vietato fare cacca per strada! Sarà una grande gara di solidarietà, e con il vostro appoggio al fin trionfi la giustizia della verità.

venerdì 1 gennaio 2021

L'ANNO CHE VERRA'

Caro amico, ti scrivo un po' perché costretto a casa dall'ennesimo decreto liberticida in qualche modo devo impiegare il tempo, un po' perché tra le conseguenze "minori" di quest'anno scellerato c'è che un po' tutti ci siamo allontanati dagli amici, e certo che potevo mandarti un WhatsApp ma ho bisogno di un canale dove posso mettere i pensieri in ordine e farteli arrivare strutturati.

Non ci vediamo da mesi, non so nemmeno dove e con chi hai passato le feste, ma il 2020 è finito e di solito in questi giorni ci si scambia auguri perché il cambio di data si porti con se tutte le cose brutte dell'anno passato e invece riservi per l'anno nuovo solo cose buone, ma hai voglia a dirsi che "andrà tutto bene", oramai anche gli ottimisti patologici si sentono un po' ridicoli quando recitano la loro parte.

Tra un lockdown stretto e le uscite estive stigmatizzate dai covidioti, le fasce colorate e le chiusure a singhiozzo, semplicemente abbiamo perso l'abitudine a uscire la sera. E nessuno, quando siamo stati rinchiusi anche per le feste natalizie, ha ricordato che i provvedimenti autunnali venivano annunciati come quelli che ci avrebbero consentito invece di passarle più o meno normalmente. La gente ormai vive barricata in casa, così che anche i rapporti migliori sono andati deteriorandosi tanto che spesso quasi non ci si parla più: pensare che prima si diceva che i rapporti familiari non si coltivavano per mancanza di tempo..

Per darci almeno l'apparenza di una luce in fondo al tunnel, hanno avviato proprio in questi giorni la campagna vaccinale, come fosse risolutiva per ripristinare una qualche normalità. Sono in molti ad attendere con fiducia questo esito, ignorando che gli stessi promotori avvisano in ogni dove che questa campagna non sarà risolutiva, vuoi per le varianti mutagene già in circolazione contro le quali nessuno ha la minima idea se i vaccini funzioneranno, vuoi perché - anche quando - questo è un tipo di vaccino del tutto nuovo (tanto che non sarebbe neanche il caso di chiamarlo così) che dicono funzioni al 90% ma non possono dire tra sei mesi quanti dei vaccinati saranno ancora immuni, vuoi perché per la prescia (ammesso che sia in buona fede) non è stata fatta alcuna sperimentazione umana (nessuna, non dico l'indispensabile doppio cieco per due tre anni, proprio nessuna: infatti la faranno su di voi) e nel bugiardino lo dicono esplicitamente. Per cui tutte le mirabilie promesse sono soltanto fantasiose fesserie per gonzi: venghino siori, una bella punturina e sarà tre volte Natale, festa ogni giorno, i guai - le "croci" di ciascuno di noi - finiranno e l'ambiente si risanerà, tutti avranno da mangiare, e il sole splenderà tutto l'anno, i malati e gli storpi guariranno e anche le gioie dell'amore non saranno negate a nessuno, certo qualcuno morirà, se no come insegna Saramago sarebbe un guaio, ma magari solo i peggiori (non i migliori, come prima).

Come vedi, finisco per dire e scrivere sempre le stesse cose, d'altronde tenere questo diario on-line è uno dei pochi momenti che sono ancora contento di vivere. Specie se scrivo a un amico, tentando di ironizzare, sperare, e vivere il presente anche quando il presente è talmente monotono da sembrare passare in un istante. Infatti, questo assurdo 2020 è volato, e magari anche il prossimo sarà lo stesso. Meglio prepararsi, hai visto mai.. 

Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po',
e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò.

Da quando sei partito c'è una grande novità:
l'anno vecchio è finito, ormai,
ma qualcosa ancora qui non va.

Si esce poco la sera, compreso quando è festa,
e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra.
E si sta senza parlare per intere settimane,
e a quelli che hanno niente da dire
del tempo ne rimane.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione,
e tutti quanti stiamo già aspettando:
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce,
anche gli uccelli faranno ritorno,
ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno,
anche i muti potranno parlare,
mentre i sordi già lo fanno,
e si farà l'amore, ognuno come gli va,
anche i preti potranno sposarsi,
ma soltanto a una certa età,
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
saranno forse i troppo furbi
e i cretini di ogni età.

Vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico
e come sono contento
di essere qui in questo momento.
Vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico cosa si deve inventare
per poter riderci sopra,
per continuare a sperare.
E se quest'anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in questo istante ci sia anch'io.
L'anno che sta arrivando tra un anno passerà:
io mi sto preparando, è questa la novità..


L'anno che verrà è abusata a capodanno, lo so. Ma riascoltandola per caso in questi giorni mi è risultato ancora una volta evidente il suo potere profetico, tipico solo dell'Arte con la A maiuscola. Non c'è controprova, ma non riesco a immaginarmi Lucio Dalla accodarsi al coro belante, preferisco pensare che sarebbe stato tra le poche voci critiche: Dylan, Clapton e Morrison, Bennato, Zero, e aiutatemi ad allungare la lista. Buon 2021, amici: che vi veda di nuovo popolo e non più gente, di nuovo cittadinanza e non più gregge. In grado di convivere, curando gli infermi, con questo male, con tutte le sue varianti, e anche con uno dieci volte più cattivo, senza smettere di amare, lavorare, ballare, socializzare, acculturarsi e divertirsi. E' una pia illusione, se mi guardo intorno lo so, ma non so immaginare un augurio migliore.

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