domenica 25 giugno 2017

CHI C’È, C’È

Ah, se potessi raccontare tutto quello che vedo e sento
dall'orizzonte di questo cielo
che picchia giù nel mare,
in questa notte cieca di luna, e tu
che stai ad ascoltare!

(Ivano Fossati, da La barca di legno di rosa)
Come ho raccontato nella pagina apposita, sono un lettore vorace e solo molto dopo uno scrittore stitico: finora (ma - Camilleri docet - non è detto che da domani...) ho pubblicato solo una raccolta di racconti brevi, oltre che il libro di ricette di nonna Carmela. Adesso, finito di pubblicare quest'ultimo a pezzi su questo blog, e per la stessa ragione (esaurimento della tiratura e introvabilità assoluta) aggravata dal fattore tempo (il libro uscì nel 1999, diciott'anni fa, minchia!), ho deciso per la vostra gioia (non vedevate l'ora, ammettetelo...) di propinarvi anche Chi c'è c'è a puntate. Con una piccola spiega iniziale necessaria a mettere le mani avanti.
Come tanti, forse troppi, a un certo punto avevo una serie di racconti nel cassetto. Alcuni di essi, peraltro, nascevano dalla voglia di non abbandonare al loro destino dei testi di canzoni che non avrei più cantato, perché il sogno di una band, anche questo peraltro non esattamente originale, era tramontato per via della consapevolezza che le corde vocali (stressate dalla mancanza di tecnica, prima che da tre interventi per noduli) erano "passate" assieme al tempo giusto per fare quel genere di cose. Un amico che ci capisce ne lesse qualcuno, e un giorno mi fece notare che su un notissimo quotidiano nazionale era uscito un concorso letterario per un romanzo inedito. Ma io non avevo un romanzo, avevo alcuni racconti. E mancavano pochi giorni alla scadenza dei termini. Non ho trovato di meglio, in così poco tempo, che cercare un "cappello" che potesse legarli fittiziamente, e in questi casi per le leggi della termodinamica a un insieme disordinato si può dare ordine solo a un livello maggiore, con un "grado di libertà" in più: come appassionato di fantascienza d'autore, avevo la soluzione a portata di mano (ah, chi si chiedeva perché mai tutti scrivono sci-fi o fantasy, ora lo sa: è più facile - anche se non è semplice, e infatti le boiate non si contano...).
Vergognarsi, o quanto meno non riconoscersi, in quello che si scrive, specie se lo si rilegge dopo del tempo, è abbastanza tipico. Nella fattispecie, dal racconto di cui ho avuto bisogno per racchiudere tutti gli altri in un insieme abbastanza coerente da poter essere accettato come "romanzo" dall'editore ho "preso le distanze" quasi subito. Per tutta la serie di motivi per cui sembrerà ingenuo e scontato anche a voi adesso. Ma siccome il libro inizia con questo, è con questo che mi tocca iniziare a pubblicarlo sul blog, e che vi tocca iniziare a leggerlo, se vi va.
D'altronde, come suggerisce il titolo, non è mica obbligatorio. Chi non c'è, non c'è.
...
INTRO 1 - SIRENA
La strana macchina che ci aveva spinto fino a questo punto non dava segni di attività. Non c'era vita là dentro secondo gli strumenti, per questo hanno mandato al recupero un ferrovecchio come il mio, con due soli uomini di equipaggio: io, il capitano Fulvio, e il mio secondo, che sulla nave fa tutto il resto. D'altra parte su questo schifo non avevamo nessuna delle apparecchiature che poi scoprimmo sarebbero servite, ed io me ne ero accorto appena possibile che non era quello che sembrava, ma loro hanno detto "è troppo tardi, ormai, vai avanti tu, tanto più che gli strumenti ti dicono che non dà segni di vita, perciò aggancia quella roba e portacela qui che ci pensiamo noi", ed io "ma se ci sono dei morti, che so io, per qualche epidemia?", e loro "allora sali a bordo e verifica!", ed io "ma che cazzo verifico senza strumenti? e se mi ammalo e muo..."
Avevo capito: certo non l'avevano fatto apposta a mandare me, se avessero sospettato di cosa si trattava sarebbero venuti con le migliori squadre scientifiche, figurati, solo per la pubblicità!...ma visto che c'ero, visto che ad agganciare un'astronave aliena, con dentro chissà che virus letale, c'ero io col mio cargo per la spazzatura, che almeno facessi da cavia, in mancanza di altri indicatori diagnostici. Vacca boia!
E ora come faccio? Come faccio a sfangarla? Mi hanno proprio incastrato! Calma calma calma devi sforzarti di pensare devo pensare pensa pensa pensa...sì: "scusate, signori, e se il virus ammazza lentamente, e io sembro sano come un pesce e invece ve lo porto a casina e tra cinque anni il pianeta è sterminato?". "Ottima osservazione - mi hanno risposto prontamente le carogne - vorrà dire che tu salirai a bordo e poi ci aspetterai lì per qualche mesetto, dopodiché arriveremo con una missione scientifica e ci accerteremo che tutto sia in ordine prima di riportare a casa te, il tuo mozzo, il tuo raccattaferrovecchio e la nave aliena col suo contenuto!".
Com'è che non mi rifiuto? In fondo potrei, sul contratto c'è scritto "recupero di un rottame non meglio identificato nel settore 1123H782, e non "aggancio di una fottuta forma di vita diversa”, che magari fosse vita e invece sono morti e non si sa di che, e inoltre io non sono esattamente un eroe...
Ma sono uno stramaledetto raccoglirottami e ci campo con questo mestiere, e voglio vedere se non mi pagano più che bene stavolta, stavolta mi aggiusto per sempre: mi compro una nave nuova, una di quelle con cui si portano i turisti a vedere le tempeste stellari, tutte luccicanti, le navi, e tutti pieni di soldi, i turisti. E poi, devo ammetterlo, sono curioso. E ambizioso: in fondo potrei finire sui libri di storia, "il primo geestre ad essere entrato in contatto con esseri di altri mondi", seppure schiattati; già me lo vedo con tanto di foto, e i figli dei miei figli che diranno ai loro compagni di scuola "lo vedi quello? è un mio antenato!".
  • Ma quello non è un rottame!
  • Ah, te ne sei accorto, finalmente! Se tu non stessi tutto il tempo a giocare alla consolle e venissi più spesso ad aiutarmi in plancia sapresti che ho già chiamato la base, e mi hanno detto che pur essendo quella una nave aliena fantasma io sono più che qualificato per affrontarla, e ancora di più per tentare una negoziazione pacifica con gli invasori... Ah, ah, ah, guarda che cazzo di faccia terrorizzata che hai, scemo, ho detto "fantasma" nel senso che lì dentro sono tutti morti! Non c'è nulla da temere, ora ci andiamo in esplorazione... anzi, a pensarci meglio, tu andrai a bordo, e mi riferirai in subfrequenza!
  • Ma perché proprio io? potrei non essere in grado di interfacciarmi con le apparecchiature aliene, e comunque lei resterebbe solo sulla nave e se ci fosse bisogno...
  • Se ci fosse bisogno, torni subito su. E comunque sarà affare da poco, gli scienziati stanno arrivando per rotte subspaziali, saranno qui prestissimo. Non vorrai che si prendano tutti i meriti, spero!
  • Loro, eh?
  • Sospetti di me! tu sospetti che io....andiamo, non dici sempre di essere sprecato come "mozzo" quando ti chiamo così? non dici di intenderti di elettronica, di essere laureato in scienze sociali? Bene, è il momento di far vedere ciò che vali, io adesso programmo il diario di bordo sulla tua frequenza così da registrare i rapporti che mi manderai, diciamo, ...ogni tre ore: così va bene, malfidato?
  • Va bene, ma le posso fare una domanda?
  • Come se fosse una novità, tu fai sempre domande, da quando ti sei presentato in servizio non hai fatto altro che fare domande! che vuoi?
  • Com'è che lei rinuncia così volentieri a tutti questi onori che mi attenderebbero?
  • Ingrato di un mozzo, vai a prepararti, sbrigati, togliti dai piedi! ah, e vaffanculo...
Se ne è andato. A volte quel ragazzo mi sorprende, sembra quasi intelligente... A volte: intanto ci è andato, però. Mah..., cominciamo la registrazione del diario di bordo, che è tardi. Si, “tardi”...! come se avesse qualche importanza l'ora, qui! Stanco per esserlo lo sono, ma sono anche eccitato, e se quel deficiente non schiatta di qui a qualche giorno mi sa che lo raggiungo, specie se trova qualcosa di interessante. Tanto qui per due o tre mesi non arriva nessuno, e poi quella nave pare così vecchia, vedrai che sono morti proprio di vecchiaia là dentro. Se l'allocco mi conferma che è così mi sa che lo raggiungo. Forse.
Diario di bordo del comandante Fulvio, nave raccoglirifiuti Sirena, coordinate spazio-temporali 1123H782*542929*58,58. Siamo entrati in contatto diretto con la nave aliena. Il contatto visivo pare confermare le impressioni avute col primo contatto strumentale: si tratta certamente di un mezzo di proporzioni sufficienti da trasportare esseri viventi, dall'aspetto molto malridotto, si direbbe di fattura molto antica o almeno di molte vicissitudini. Sull'esterno è visibile un'iscrizione in caratteri sconosciuti, sei caratteri grandi poi dodici piccoli poi tre grandi, per la precisione. E' indubbio si tratti del primo contatto con un mondo intelligente diverso dal nostro. Gli strumenti di bordo, peraltro notoriamente non numerosi né avanzati, hanno escluso ripetutamente, tuttavia, qualsiasi tipo di attività biologica o meccanica, salvo il movimento inerziale dell'intera struttura. Ho inviato a bordo il mio secondo, che provvederà ad aggiornare il presente diario direttamente dal suo trasmettitore, in subfrequenza, ogni tre ore, e fino a quando io non riterrò di dover intervenire in prima persona, cosa che farò senza incertezze in caso di bisogno. In tal caso sarà opportuno lasciare a bordo il mio trasmettitore, ed eventualmente trasmettere dal suo, non senza ovviamente aver registrato sul diario tale cambiamento. Chiusura momentanea.

mercoledì 21 giugno 2017

LO IUS SÒLA

Lo ius soli comporta controlli ferrei alle frontiere, lo sapevate?
Ero certo di non essere originale, nello scegliere per il titolo il gioco di parole tra il termine latino per "suolo" e quello romanesco per "fregatura", anche prima di avere scoperto di essere stato battuto sul tempo proprio dal blog di Grillo, ma mi piace troppo, ci azzecca troppo, e lo tengo.
Sono certo anche di non trovarmi, nei confronti di tutti gli altri italiani che ad oggi voterebbero m5s in caso di elezioni politiche (ancora il 30% circa, a dare retta ai sondaggi), nella stessa posizione ideologica: al di là delle boutade (poi nemmeno tali, ma risultanti da manipolazioni di una stampa che si ricorda di fare il proprio mestiere solo quando ha a che fare coi grillini), è inevitabile che all'interno di una forza politica che miri a vincere le elezioni in Italia convivano opinioni eterogenee salvo che sugli aspetti strutturali del programma (cioè il recupero della sovranità monetaria ed economica e la ristrutturazione del concetto stesso di carriera politica, che fino a che restano io resto convinto sostenitore, e non solo io a quanto pare). In altre parole, se gli amici di sinistra pur di vincere appoggiano un partito ormai di destra, o peggio ancora partiti che si posizionano alla sua sinistra per raccogliere consensi per scopi funzionali al governo di destra, non trovo niente di strano a continuare a sostenere l'unico movimento che dice di voler fare quello che penso sia necessario adesso (i due punti suddetti), anche se esso raccoglie consensi anche presso gente che prima votava a destra. Parlo di destra e sinistra, accettando di riesumare queste categorie più che sorpassate sputtanate e stuprate da chi ne abusa strumentalmente, perché purtroppo in questi giorni mi girano ad elica a sentirmi accomunato ai razzisti per il fatto di riconoscere corretta la posizione grillina (quella vera, non quella storpiata dalla stampa) sulla cittadinanza. Quindi sto al gioco e vengo e mi spiego.
Lo ius soli quello vero significherebbe che se tu arrivi incinta in Italia e partorisci tuo figlio è italiano. Negli Stati Uniti è praticamente così. Ma negli Stati Uniti se provi ad attraversare clandestinamente l'unica relativamente piccola frontiera di terra che hanno (col Messico) ti sparano a vista (da sempre, anche sotto Obama, altro che muro di Trump), mentre l'unica piccola frontiera di mare (con Cuba) è da sempre aperta solo nella misura in cui serve a screditarne il regime. D'altronde, anche solo andarci per turismo è molto più complicato che altrove. E' poi vero, il Paese è estremamente multietnico ed è da sempre fondato sull'apporto economico degli immigrati, ma in un sistema che non si preoccupa affatto dell'integrazione (infatti, le comunità di origine vi restano compatte) come della protezione sociale ed economica di nessuno: opportunità per tutti, protezione per nessuno, sacche di povertà ed emarginazione di ogni tipo e profondità. Può non piacere, noi nostalgici del welfare europeo ad esempio lo detestiamo, ma ha una sua coerenza interna. L'unica cosa che non si può fare, è prenderne un pezzo solo e impiantarlo in un altro sistema. A meno che... Alt. Lo dico dopo.
Immaginate di applicare il suddetto ius soli "vero" in Italia: cosa impedirebbe una invasione di africane incinte? Niente. Verrebbero sicuramente razziate dai loro villaggi in tutto il continente e imbarcate a forza, le poche che non si convincono intuendo l'opportunità. Se ne muore qualcuna nella traversata, meglio: diventa più facile piegare l'opinione pubblica umanamente dispiaciuta. Insomma, una ulteriore accelerazione a quello che già fanno, le organizzazioni criminali di qui e di la del Mediterraneo, nell'interesse di sappiamo chi e con la collaborazione di sappiamo chi. Ora, io l'ho capito che la legge proposta dal PD contempla uno ius soli contemperato limato condizionato eccetera, ma allora non c'è nessuna ragione per continuare a chiamarlo così. Però lo fanno. Perché? Beh, da un lato perché sicuramente devono solleticare il velopendulo dell'elettorato di sinistra prima che diventi tutto grillino (tranne i pochi che abboccheranno al suddetto giochino degli schieramenti a-sinistra-del-PD). Dall'altro perché sono convinti (erroneamente, ovviamente, perché i neoitaliani così ottenuti non saranno così scemi da votarli) di averne prima o poi un ritorno in termini elettorali. Ma soprattutto perché il loro scopo è esattamente giocare con l'equivoco. Lo chiamano ius soli perché così chi non ha la capacità o la voglia di capire i distinguo (cioè, quasi tutti, specie al di là del mare), pensa che sia quello che non è, e può iniziare la fase due delle "invasioni barbariche", per usare un termine caro a una delle radical chic più famose.
E si, e ora può continuare il paragrafo precedente. A meno che... lo scopo non sia esattamente accelerare il già abbondantemente avviato cambio di sistema: abbandono definitivo del welfare state, e adesione totale ai protocolli del capitalismo globalizzato, che prevedono la quasi totale proletarizzazione della classe media. L'esercito industriale di riserva, uso categorie marxiane così si capisce chi è di sinistra e chi no, è già qui, ma fatica a scardinare quel che resta delle socialdemocrazie, bisogna spalancargli le porte. Ora voi, brutti c***oni sedicenti di sinistra che ancora credete alle minchiate che vi raccontano questi venditori di fumo, compratevi il pacco, accogliete pure col plauso questa nuova legge "umana e umanizzante". Sappiate, però, che essa è parte di una strategia di destra economica maltusiana e ultracapitalistica. Io continuo a pensare che sia molto più "di sinistra" resistere alla globalizzazione, pretendere che gli standard di vita che i nostri nonni e padri hanno faticosamente conquistato siano da mantenere a ogni costo nel nostro sistema, sia esso (come erroneamente ho creduto nel passato) l'Europa o se no l'Italia, e poi proprio grazie a questo mantenimento far si che si affermino anche altrove (vuoi venire da me per avere i miei standard? no caro, pretendili dal tuo governo, così vediamo quanto costano le merci cinesi dopo che i lavoratori cinesi avranno ottenuto le 36 ore le ferie pagate eccetera). Ma io sono solo un vecchio nostalgico, non abbastanza vecchio da avere la certezza di una pensione dignitosa in un tempo accettabile, ma insomma qualche speranza ce l'ho. Il problema non è mio, non direttamente.
Il problema è che se solo vi nascondete ad ascoltare i discorsi che i ragazzi fanno tra loro oggigiorno, quando non sono le cavolate che tutti i ragazzi di ogni epoca hanno il sacrosanto diritto di frequentare, vi si raggela la pelle. Provateci. Sono rassegnati. E nemmeno sanno di esserlo. Considerano "normale", a ragione perché statisticamente appunto lo è, misurare in ore mensili gli sporadici impieghi occasionali che ottengono. Non sanno nulla di ciò che gli era stato in teoria consegnato come un diritto costituzionalmente sancito. Solo "i figli di papà" ancora ambiscono, e manco sempre ci riusciranno, a calcare le orme dei genitori: una situazione peggiore dei tempi che descriveva Don Milani, tanto per citare l'attualità di un papa che gli strizza l'occhio non trovando contraddittorio intanto sponsorizzare il pauperismo internazionale. I migliori, se sono fortunati e determinati, andranno all'estero, magari a morire in un ghetto verticale. E noi parliamo di ius soli? Qua non è questione di razzismo, di prima o dopo pensare agli italiani, è questione che parla di ius soli lo stesso partito che ha creato la situazione opposta a quella in cui si potrebbe serenamente parlare di ius soli, quella in cui ci fosse la sovranità monetaria gestita da una classe politica mediamente onesta in modo da assicurare la piena occupazione degli indigeni nella miriade di cose che bisognerebbe fare per risanare il nostro territorio e fornire servizi accettabili alla collettività, tante che avremmo si bisogno di immigrati in misura da quantificare e chiedere ai governi di provenienza organizzando espatri dignitosi (che poi è quello che facevano gli americani), e a quel punto sarebbe quasi consequenziale considerare italiani i loro figli nati qui, non ci sarebbe neanche da discuterne. Così, non è altro che una presa per il culo, dei nostri figli e dei disgraziati che attratti dalla nuova etichetta verranno a morire in numero ancora maggiore nei nostri mari.
E - attenzione! - non sto neanche più parlando di reddito di cittadinanza. Sto parlando di alcuni MILIONI di persone che potrebbero essere assunte dallo Stato e dagli Enti locali a fare qualcosa di utile per il futuro dell'Italia. Milioni. In culo al credo delle privatizzazioni che ha fatto più danni della peste bubbonica e della spagnola messe assieme. Giardinieri. Insegnanti, di sostegno e non. Operai edili per la ristrutturazione in funzione antisismica e di efficienza energetica di ogni singolo borgo. Archeologi. Addetti alla manutenzione del territorio, di ogni genere. Eccetera eccetera, la lista sarebbe lunghissima, e mi scorderei qualcosa di sicuro. Alla fine, per chi non sapesse o potesse fare nulla ci sarebbe il reddito minimo, perché da noi tutti devono campare. Ma, vedrete, è talmente tanto il da fare che ci sarebbe da azzerare la disoccupazione interna e appunto aprirsi all'immigrazione come si deve. E col moltiplicatore keynesiano tutto ciò non solo rilancerebbe l'economia davvero (non lo zero virgola zero qualcosa) rivitalizzando la piccola e media impresa e quindi l'occupazione privata, ma sarebbe a costo zero per il bilancio dello Stato, per via dell'aumento almeno corrispondente delle entrate fiscali. Certo, se nessuno ruba niente, o meglio se la percentuale dei ladri diviene fisiologica come altrove: per questo i punti fondamentali del progetto politico sono due, dicevo.
Ora, datemi pure ancora del razzista inumano, boccaloni che non siete altro.

venerdì 16 giugno 2017

E CHI SONO IO?

L'ho detto e ripetuto: Occam ci sconsiglia di postulare l'esistenza di un Grande Vecchio, persona fisica singola o consorteria tipo Bilderbergh, per spiegare la direzione presa dal mondo negli ultimi decenni. Non serve, bastano e avanzano le tendenze sistemiche del capitalismo: non a caso quando abbiamo visto un soldo di bene è stato perché la coesistenza di un sistema alternativo lo ha costretto ad agire all'interno di regole e limiti, in quella sua contemperazione ibrida che abbiamo chiamato socialdemocrazia o se preferite Welfare State. Dunque metto le mani avanti e lo riaffermo: il Grande Vecchio non esiste, come Babbo Natale.
Ma bisogna ammettere, specie se avete figli piccoli o nipotini non potete negarlo, che come espediente retorico Babbo Natale funziona... Allora hai visto mai che il Grande Vecchio non aiuti a comprendere con efficace sintesi cose che ad analizzarle sono sempre troppo lunghe e faticose sia da spiegare che da recepire? Usiamolo, per una volta, come dichiarata finzione, e vediamo se funziona.
Immaginiamolo come ci pare, ma immaginiamocelo buono. Anzi, facciamo che sia proprio l'eroe del nostro romanzo a fare la scalata al vertice, un po' come nel capolavoro hessiano Il gioco delle perle di vetro, o meglio ancora facciamo che quel libro sia autobiografico, che a "vincere il concorso" a Grande Vecchio siamo noi, io, tu, e noi siamo buoni, si sa.
Il nostro pre-predecessore ha pensato, dopo una guerra costata milioni di morti, che era proprio il caso di risarcire i popoli di quanto avevano subìto, applicando un modello di sviluppo che assicurasse loro orizzonti che nel passato non avevano mai avuto e condizioni materiali che nel passato spettavano solo ai regnanti e relative cerchie, anzi pure migliori. Ma il suo successore e nostro predecessore si è reso conto intanto che (per una mera ragione di risorse disponibili nel pianeta) la cosa era possibile solo per una relativamente piccola parte dell'umanità a danno di tutta la parte restante, poi che questa stortura era mantenibile solo per via (direttamente o meno) militare, infine che emendarla comportava (per ragioni demografiche, peraltro destinate a peggiorare nel tempo) un forte livellamento verso il basso di quelli relativamente privilegiati a fronte di un leggerissimo miglioramento degli altri (medio, quindi mediamente inavvertibile e, per la proprietà delle medie, in pratica consistente in un ulteriore peggioramento per molti).
Noi con lo scettro di GV riceviamo dunque questo pesantissimo fardello: trovare il modo di accompagnare l'umanità alla decrescita nel modo meno peggiore possibile. Escluso convincerla per logica: quella funziona solo per ristrette élite di intellettuali, quelli in grado di capire i discorsi di Latouche e di agire di conseguenza (e non solo fare finta di farlo, per tacitarsi un po' la coscienza), e solo apparentemente; la gente deve sentirlo nella pancia (nella mente profonda, nell'emisfero destro, d'istinto, nel buco del culo, usate la metafora che preferite). Ecco che ci consigliamo, ci documentiamo, e alla fine non può che venire fuori il seguente piano (i punti non sono in ordine cronologico stretto, si intrecciano di continuo):
  1. sperando che basti, gli esseri umani devono essere indotti ad accontentarsi di vivere si e no al livello di mera sussistenza, tutti, anche gli europei e gli statunitensi;
  2. "sperando che basti", significa che se non basta bisogna fare qualcosa per sfoltire pesantemente le fronde - dimezzare non serve a niente se il tasso di raddoppio resta quello sperimentato di recente, meglio tornare sotto il miliardo di viventi o giù di li;
  3. "bisogna fare qualcosa" significa essere disposti a tutto, e cominciare da dove a quel tutto sono già abituati;
  4. essendo infatti l'abitudine il fattore che rende difficile l'applicazione del piano dappertutto contemporaneamente, laddove le persone si sono abituate a standard superiori (in ogni dimensione, e principalmente in quella culturale, che però è figlia più che madre di quelle materiali) si deve usare la strategia della "rana bollita", assieme a quella della tensione ed altre simili, per indurre pian piano tutti ad accettare quello che imposto dall'oggi al domani non accetterebbero mai - e per il resto opera il fattore tempo: gli abituati invecchiano e muoiono, basta non fare prendere ai loro figli quelle abitudini, anzi meglio non fargliele proprio conoscere;
  5. ovviamente, per "tutti" si intende il 95% della popolazione, perché l'1% che serve a mandare avanti la baracca va invece trattato in modo diametralmente opposto (il modello regnanti/sudditi funzionava meglio di quello democratico, ammettiamolo una buona volta), e il 4% che serve a fare da cuscinetto (almeno finché sarà necessario conservare le parvenze democratiche) per gestire e canalizzare il consenso (leggi: i politici) e manipolarlo (leggi: giornalisti e simili) va tenuto al livello della sparita classe medio/alta ma mantenendone altissimi i livelli di ricattabilità (per via giuridica ed economica, s'intende), non si può rischiare qualcuno che creda davvero alle minchiate che dice.
Non so se sono stato abbastanza semplice (si, magari, sarebbe una novità!), ma con questi 5 punti è spiegabile tutta la Storia degli ultimi decenni e preconizzabile quella dei prossimi. Ad esempio: le migrazioni sono al punto 4, il cosiddetto terrorismo pure, le guerre in mediooriente e nordafrica al punto 3, l'Euro e il neoliberismo privatizzatore al punto 1, lo spalancarsi della forbice delle diseguaglianze al punto 5, come pure la corruzione diffusa, eccetera eccetera (il giochino può continuare all'infinito). Serve precisare che si salverà solo chi riesce a "scollegarsi" dalla globalizzazione avendo a disposizione le risorse (economiche, ma anche di forza e/o astuzia) per difendere i propri cittadini da queste tendenze entropiche? L'Italia le avrebbe (si concentra nel proprio territorio la maggioranza assoluta delle bellezze artistiche della Terra, basterebbe esprimere una classe politica onesta e intelligente per fare del Paese una enclave che il resto del mondo troverebbe giusto mantenere) ma proprio per questo è tra gli obiettivi primari del piano di cui sopra, che vi si sta realizzando alla perfezione, nella crescente incoscienza della gente comune, anche grazie alla preziosissima collaborazione del blocco di potere di sedicente centrosinistra. Un "delitto perfetto", di quelli che di solito passano pure impuniti, ma di cui ogni tanto, magari fosse stavolta, gli autori vengono chiamati a rispondere in una Norimberga qualsiasi.

venerdì 9 giugno 2017

CUDDHURACI

A differenza di molte altre "nonne" delle tradizione, la mia non usava fare i dolci in casa. Sarà che aveva una predilezione per le delizie nel salato, sarà che veniva da un'epoca di povertà tale che i dolci manco ci si pensava (calcolate che stiamo parlando della Reggio post terremoto del 1908, una sacca di miseria ulteriore rispetto al già povero sud), sarà che già ai tempi della mia infanzia invece Reggio contava una serie di rinomate pasticcerie e gelaterie e quindi pareva da poveri farsi i dolci a casa, non so quale di queste, fattostà che non li faceva, escluso per le crespelle con lo zucchero (ma anche con le alici, preferite dagli adulti) a Natale, e il dolce di Pasqua che vi presento qui ora. Si lo so che siamo fuori tempo, ma è l'ultima ricetta che rimane da pubblicare sul blog del libro che qualche anno fa abbiamo venduto esaurendo la tiratura per la nostra "missione africana" di salseri-con-una-coscienza. Ora che ci ho preso gusto, mi sa che inizio a pubblicare a puntate l'altro mio libro edito e da tempo fuori commercio, a fare da contrappunto tra un post e l'altro di politica e attualità. Ma intanto che sto nell'album dei ricordi, a proposito di Pasqua e di questo dolce di pasta frolla e uova sode che con nomi diversi è diffuso in tutto il sud Italia, c'era mio nonno che il sabato santo andava a cercare i cuddhuraci, sbucciava un uovo sodo a testa per ciascun bambino presente, ci metteva tutti in fila con un uovo in mano davanti a lui e allo scoccare del mezzogiorno, quando per tradizione suonavano le campane a festa per Cristo risorto (si, si, era proprio così, non so perché), al grido di "a Gloria sparàu e l'ovu si mbuccàu" ci imponeva il difficile rito di metterlo in bocca intero masticarlo ed ingerirlo senza ausilio di bevanda alcuna. Riuscirci, era ogni volta una vera e propria resurrezione, ci credo che me lo rammento ancora....
Impasta gli ingredienti.
Stendi la pasta alta un dito nella la forma voluta (tradizionalmente un cesto col manico e al centro incastonato un uovo sodo non sbucciato, ma va bene qualsiasi cosa).
Inforna in forno già caldo per ¼ d’ora, o comunque toglilo prima che scurisca troppo.
...
Ingredienti:
  • 1 kg farina
  • 350 g zucchero
  • 150 g strutto
  • 2 bustine lievito
  • ¾ di bustina vaniglia
  • 3 uova e ½
  • 1 uovo sodo
  • la buccia di un limone grattugiata
  • 10 cl di sambuca o altro liquore dolce
  • 1 bicchiere di latte
‘Mpasta ‘a farina c’u zuccuru, ‘u struttu, ‘u lévitu e ‘a vainiglia, l’ova, ‘a scorcia ‘i limuni, ‘ddu jirita ‘i sambuca, e ‘nu biccheri i latti tepidu. Quandu è bbona ‘a senti ‘nte mani.
Allura ‘a fai iata ‘nu jiritu, e a’ forma c’a voi, ma usanza ri ‘ntichi è a forma ‘i panaru cu n’ovu bbugghiutu nto menzu. Caddhìa ‘u furnu, ‘zzicchalu ‘ddha r’intra, e tenulu un quartu (ma quandu è ffattu ‘u viri r’u culuri).

lunedì 5 giugno 2017

COME DIVENTARE "COMPLOTTISTI" IN 4 MOSSE

Ancora una volta la domanda giusta la fa Roger Waters...
Le virgolette perché debbo forse per l'ennesima volta precisare che, a rigor di grammatica, l'etichetta di "complottista" dovrebbe essere appiccicata addosso a chi ordisce i complotti e non a chi, a ragione o torto, si fa venire dei dubbi e tenta di smascherarli. Ma tant'è, anche parole dall'etimo più sbagliato ancora sono entrate nell'uso comune (penso a tutte quelle con suffisso "poli" che anziché "città" significa "scandalo tangentaro", ad esempio), quindi va bene complottista ad capocchiam e andiamo avanti. Tanto, il tempo è galantuomo, per chi campa abbastanza da passare all'incasso. Ad esempio, non so se sapete che prima che Trump si precipitasse a tappare le bocche a suon di dollari e forniture militari, una fonte ufficiale saudita ha finalmente dichiarato, nel silenzio dei media, anzi forse proprio a causare quel viaggetto,  che l'11 settembre gli americani se lo sono fatto da soli, come nei libri di Storia del futuro sarà probabilmente statuito (come per il genocidio dei pellerossa, tanto chi ci arriva col programma?), mentre i complottisti eravamo noi che alla versione ufficiale non ci abbiamo mai creduto.
Ora, se volete entrare nel club di chi si marcisce il fegato ad ogni telegiornale, aspettando una ragione che forse non gli verrà data mai, ci sono solo pochi passi logici e di crescita interiore da compiere, sotto forma di domande da porvi.  Segnatevele, cercate di applicarle ai fatti di cronaca, e di rispondere con l'aiuto della storia.
  1. Chi si avvantaggia di questo attentato? E del clima di paura che ormai è endemico (tanto che basta un cazzone per scatenare il panico)?
  2. Come mai gli attentati colpiscono solo gente comune, mai potenti?
  3. Ammesso che ci sia una strategia dietro che non riusciamo a capire, cosa può portare una persona a compiere un attentato, spesso restando ucciso? Davvero vi basta il fanatismo religioso, come spiegazione? O non credete che ci siano ragioni storiche e responsabilità precise a concimare un fenomeno che pochi decenni fa era sconosciuto? Avete una qualche idea del rapporto reale tra morti innocenti nostri provocati da loro e morti innocenti loro provocati dai nostri?
Ora, se dopo esservi fatte queste domande, se siete ancora graniticamente convinti delle fesserie che vi racconta il telegiornale, pace all'anima vostra, vi siete meritati il destino che vi hanno assegnato, sheep che non siete altri. Se invece almeno qualche dubbio vi è venuto, c'è un test semplice semplice che vi potete fare: al prossimo attentato, se la vostra rabbia si orienta prevalentemente verso i governanti dell'Occidente e di questa nostra sciagurata colonia, allora benvenuti nel club. Non è un posto comodo, ma l'aria ancora è respirabile. E il cervello vuole ossigeno.

venerdì 2 giugno 2017

LA FESTA ALLA REPUBBLICA

Ma il cielo è seeeeempre più bluuuuu....
C'è di buono che il 2 giugno non si lavora, il tempo è già estivo e si può andare al mare. Così si può evitare accuratamente di subire per tutto il giorno gli attacchi letali di retorica repubblicana e nazionalistica, tanto più stonati quanto in bocca a soggetti che continuano a contribuire giorno dopo giorno a demolire la Repubblica e rovinare la nazione, oltre che azzerare la democrazia.
La novità politica di questi giorni è presentata dai media come una cosa buona e giusta e già questo basterebbe per diffidarne: sembra sia stato raggiunto un accordo tra i maggiori schieramenti politici per una legge elettorale "alla" tedesca, dove però le virgolette stanno a indicare che l'etichetta è più che altro la solita giornalistata per appiccicare con un aggettivo un valore positivo a qualcosa che quindi forse magari di suo non ce l'ha. Sono infatti tante le differenze tra il complicato intreccio che hanno dovuto partorire per potersi accordare e il proporzionale alla tedesca, che peraltro di suo non è che sia così efficace, se è vero come è vero che il suo ultimo esito è stato la grosse koalition o come diavolo si scrive la versione teutonica dell'inciucio che poi da noi ha preso il nome di patto del Nazareno.
Ma non è questo il punto. La nuova legge elettorale, ammesso che alla fine la varino, è sempre molto meglio delle ultime tre con cui abbiamo votato per non parlare di quella che da ultimo hanno tentato di affibbiarci: non ci sarà governabilità, ma almeno non potrà più capitare che un partito che rappresenta si e no il 20% degli italiani si possa arrogare il diritto di cambiare la Costituzione, peraltro a cazzo di cane. In altre parole, non mi piace, ma quella che mi piace, in quanto secondo me (e prima di me un certo Sartori) sarebbe stata l'unica a funzionare, cioè un doppio turno per il premier copiato da quello per i sindaci, non si troverebbe mai un accordo per vararla e peraltro non è gradita neanche alla maggioranza dei grillini o di nessuno degli elettorati degli altri partiti. Per cui va bene questa e si voti prima possibile.
Il punto è che gli stessi che sono anni che scassano la minchia con i grillini che non contribuiscono alla dialettica politica, che o si aderisce alle loro posizioni massimalistiche o non trattano, che sono buoni solo a distruggere e mai a costruire, eccetera eccetera, appena questi si mettono a discutere trattare tentare di costruire subito gridano all'inciucio. E poi gli aprioristi saremmo noi.
Buon 2 giugno passato a tutti, e specialmente agli amici di Trento che hanno fatto fuori Milano nella semifinale scudetto di basket, per loro si che oggi è festa. E buonanotte.

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