sabato 30 dicembre 2023

ZIBALDONCINO DI CAPODANNO

Qualche tempo fa che i lettori li contavo a centinaia ero uso ricorrentemente chiudere i miei post con alcuni "consigli" di lettura: d'altronde, la linea editoriale originaria di questo blog è proprio "mediare nel mare magno della controinformazione" per agevolare chi avesse meno voglia e tempo di me di spulciare il web per distinguere il grano dal loglio, e si fidasse di me come cernitore. Adesso che, forse essendo passato nella percezione dei più nella categoria dei "complottisti" per non aver aderito alla narrazione dominante di quel crimine mediatico e politico per cui se il tempo è galantuomo passerà alla storia l'operazione terroristica chiamata "pandemia", i lettori li conto a decine, mi accorgo che quell'abitudine l'ho diciamo così piuttosto allascata.

Siccome però siamo sotto feste, e magari qualcuno in questi giorni ha più tempo del solito, intendo salutare la fine del 2023 e l'inizio del nuovo anno, occasione come tutti sanno solo simbolica di un passaggio di consegne che nella realtà non esiste (esatto, come le costellazioni, nient'altro che proiezioni qui e ora di luce proveniente da oggetti enormemente distanti tra loro nello spazio e nel tempo), proprio con un piccolo zibaldone (come tutti gli adolescenti, adoravo Leopardi).

  • Markus su Comedonchisciotte traduce da Protect the harvest un articolo molto istruttivo sull'ambientalismo peloso che ci assedia, che inoltre dimostra un assunto che io ad esempio istintivamente avevo fatto mio al liceo, quando per meglio farmi i cavoli miei in classe mi piazzai al primo banco davanti alla cattedra: non esiste modo migliore di nascondersi che sotto gli occhi di tutti. Per cui il manipolo di autocrati che tira le fila della politica mondiale in questi decenni si riunisce in associazioni alla luce del sole, tanto se poi qualcuno li addita come covi antidemocratici c'è già pronto il fuoco di fila del mainstream, e il suo introiettamento nella mente dei più, ad iscriverlo al club dei complottisti...
  • Mattei su Marx21 ci ricorda tra l'altro che "l'economia è politica", che nel mondo ci sarebbero abbastanza risorse per sfamare tutti, e che l'austerità viene imposta per le ragioni opposte a quelle dichiarate. Considerare l'economia come una scienza esatta che pertanto sta al di sopra della politica ed è giusto venga sottratta al controllo democratico, invece, è esattamente la causa di tutti i nostri problemi da cinquanta anni per alcuni, e da trentacinque per tutti. Oltre che essere il fondamento logico di una costruzione antidemocratica come l'Unione Europea.
  • A proposito, Bagnai sul suo blog è sempre un piacere leggerlo, e qui dimostra quanto sopra partendo dall'occorrenza della quasi contemporanea dipartita di Delors e Schauble, due "padri fondatori" dell'UE che storicamente vengono ascritti a due concezioni opposte della stessa, mentre invece non sono che due facce della stessa medaglia, o meglio sarebbe dire patacca. Quasi ci si scorda che con la Lega è al governo da anni, con vari incarichi di una certa importanza, e che né la partnership con gli antieuristi cinquestelle, né quella con gli antieuristi meloniani sono stati sufficienti ad una netta presa di distanza da Bruxelles. Anche se in questi giorni, con la mancata ratifica del nefasto MES, qualcosina si è fatto (è poco, e temo sarà tutto, ma quel che è giusto concedere è giusto).
  • E a proposito di democrazia, Blondet riporta, nel silenzio del mainstream, le parole di Fukuyama, che per chi non se lo ricorda è quel filosofo neoconservatore che con la caduta del muro di Berlino e dell'impero sovietico teorizzò la "fine della Storia", con un'espressione che ebbe tanto successo da diventare modo di dire. Anche se poi si estrinsecò in tutt'altra direzione rispetto agli auspici, perché il mondo unipolare si rivelò ben peggiore di quello fondato sull'equilibrio delle superpotenze, anche proprio nel proliferare anzichenò di guerre e simili. Ragion per cui quando l'ineffabile oggi si azzarda a teorizzare la necessarietà della censura, qualche brividino lungo la schiena bisogna provarlo, e anche ascoltarlo.
  • Vi lascio con Cammerinesi e le sue "cronache dalla Pandemenza", pezzone che unisce i trattini tra le tematiche succitate e anche altre e che vi invito a leggere tutto e con attenzione, unendomi al suo augurio di tenere, a dispetto di tutto quello che stanno facendo per mettercelo in "off", il cervello in modalità "on", unico rimedio possibile alla deriva verso cui ci hanno imboccato.

Buon 2024 a tutti dal vostro affezionatissimo vicino di casa (anche se non tiro le ragnatele).

sabato 23 dicembre 2023

TANTI AUGURI DA NONNA CARMELA

Questo post parla delle dinamiche della comunicazione via social. Tutti avrete sentito parlare di gente, magari senza talento, che diventa "virale" su youtube o qualunque altra piattaforma a livello tale che si arricchisce e ne fa un mestiere, ma quasi nessuno ha potuto sperimentare come davvero funzionano questi meccanismi. Io adesso posso offrirvi un piccolo esempio.

Come vi ho già raccontato all'inizio del fenomeno, nel 2011 ho scritto (in doppia lingua, italiano e riggitano) un libro con le ricette di mia nonna, morta nel 2003 a 95 anni (sic!), devolvendo l'intero guadagno per costruire una scuola in Guinea Conakry, e creando un gruppo Facebook per sostenere l'iniziativa, che ha raggiunto qualche decina di iscritti e si è fermato lì. Nel 2017, a libro fuori catalogo, ho pubblicato su questo blog le ricette una a una e postando i link nel gruppo Facebook suddetto, senza quasi nessun riscontro. Poi, inspiegabilmente, qualche mese fa ho cominciato a ricevere richieste di iscrizione al gruppo, prima qualcuna, poi decine, poi centinaia ogni giorno. Mi sono subito stupito e ve l'ho raccontato, ma quando l'ho fatto il gruppo aveva raggiunto 264 membri, e mi sembravano tanti. Ora guardate bene l'immagine a sinistra, cliccate che si espande. Sono oltre 11mila. Senza che io abbia mai fatto niente di niente a livello di promozione. E senza che io ci guadagni nemmeno un centesimo (volutamente, sia su FB che su questo blog, evito accuratamente ogni strumento che dia un seppur minimo rientro monetario).

Forse proprio anche grazie a questa mia inattività (mi sono limitato a ripostare qualche ricetta in evidenza, aderendo a numerose richieste di nuovi membri che, essendo le stesse sepolte indietro negli anni, non le trovavano), la curva da iperbolica che era divenuta si è ora attenuata, e quella delle richieste di iscrizione è divenuta decisamente parabolica: da centinaia di nuovi membri al giorno, a decine, a unità. Al punto che forse possiamo ricavarne un teorema: chiunque può avere subitaneo successo in questo mondo "virtuale", ma se non lo cavalca con sapienza e determinazione quello scema. Ma gli undicimila e rotti restano, qualcuno di loro ha cominciato a pubblicare le sue, di ricette, e va benissimo (sto invece bannando chi è entrato con scopi commerciali di qualsiasi natura, specie extraculinaria). Pertanto si meritano un saluto speciale.

Non sono certo originale nel dire che il Natale era un'altra cosa quando c'erano le famiglie allargate (e lo è ancora dove ancora ci sono). Per me bambino, il fischio d'inizio era quando nonno Luigi si presentava a casa (poi, nella casa più grande di zio Angelino) il 24 mattina con il lievito per fare i crispeddhi (pastella fritta che ha un nome diverso in tutta Italia, che da noi si mangiano a Natale e si fanno ripiene di alici o ricoperte di zucchero). La festa durava tre giorni, gli ultimi eroi si facevano anche il pranzo del 26, con una formazione variabile che aveva come membri fissi gli zii padroni di casa, noi bambini, e appunto i nonni, ma a rotazione ospitava alcune decine di persone. Ogni donna preparava qualcosa che sarebbe bastata per tutti, ragion per cui la quantità di cibarie a disposizione era impressionante. E tra di esse, non mancavano mai i carcioffuli chini, una prelibatezza di preparazione così difficile che non ho mai tentato di affrontare, su cui si svolgeva una piccola guerra a chi li faceva più buoni. E senza offesa per nessuno, vinceva sempre nonna Carmela.

Ecco, il Natale era quello, è quello. Per cui celebro il piccolo miracolo per cui una vecchina morta da vent'anni può raccogliere 11mila followers, per fare a ciascuno di loro, a ciascuno di voi che ha letto fin qui, tanti auguri da parte sua. Bon Natali, figghioli! E mbuccativi n'atra carcioffula, chi non mangiastuvu nenti!....

sabato 16 dicembre 2023

LE BUFALE DEL PADRONE 2 - I FEMMINICIDI

Viviamo un'epoca in cui l''attenzione formale a certi fenomeni è inversamente proporzionale alla concreta attuazione di misure che magari potrebbero davvero attenuarli. Un clamoroso esempio è tutta la manfrina sull'identità di genere e il linguaggio politicamente corretto, e il suo di cui chiamato femminicidio. Se n'è accorto persino un blogger ("de sinistra") molto più seguito di me, che è in atto una smaccata operazione mediatica che ha altri obiettivi rispetto alla soluzione del problema di cui sembra occuparsi, e stiamo parlando di uno che la stessissima cosa non solo per la pandemia non l'ha rilevata, ma ha contribuito ad affermarla perculando i dissidenti.

Provo a metterla in piano. Il concetto di "maschile" è "femminile" si è formato in milioni di anni di evoluzione, a partire da differenze fisiche per finire in categorie sociali passando per caratteristiche neurologiche e psicologiche. Negarlo significa negare l'esistenza del nero e del bianco. Ma ammettere il nero e il bianco non significa dimenticare che nella realtà è difficile trovarli, dato che essa non è che una variegatissima scala di grigi, significa non privarsi della possibilità stessa di indagare sui grigi quindi sulla realtà. Ognuno di noi è un mix di maschio e femmina, e nemmeno lo stesso mix in tutta la vita e in tutte le situazioni, e questo basterebbe ad esaurire ogni discussione oziosa su LGBTQ+ e chissà quante altre belle letterine: ognuno è quello che è, è libero di sceglierlo, e non deve essere discriminato per quello che è. Ma nemmeno deve pretendere di imporre la propria ideologia a chi, ad esempio, vuole ancora mettere il nastro rosa davanti alla porta quando gli nasce una femminuccia. No, non è una battuta: hanno già vietato l'utilizzo del rosa e del celeste nelle immagini sui siti istituzionali.

Ma torniamo in tema. Non sto certo dicendo che non abbiamo il diritto e il dovere di mitigare con la cultura quelle pulsioni che ci vengono da milioni di anni di evoluzione: infatti, ben venga lo sport invece della guerra, urlare ai concerti invece che attorno al palo dove stiamo torturando il prigioniero, il gioco dell'amore e del sesso invece che l'appropriazione brutale della donna per essere certi di perpetuare il proprio patrimonio genetico dopo l'affermazione (sempre per ragioni oggettive: la scarsità di territorio e risorse che trasformano gli umani da cacciatori/raccoglitori/nomadi in allevatori/agricoltori/stanziali) del patriarcato. Sto dicendo che quando i cambiamenti culturali accelerano troppo, è da attendersi che siano in molti i singoli per cui si attiva un conflitto interiore difficile da gestire, con conseguenze imprevedibili. In questi casi, pretendere di imporre quei cambiamenti per legge (fino alla ridicola e inutile declinazione linguistica della cosa) non può che peggiorare le cose. Ignorare o dimenticare ciò, fa si che rinunciamo ad agire sull'unico piano che può dare risultati: l'educazione del singolo alla fortezza e all'equilibrio, l'introiezione del concetto filosofico (basilare in una società individualista) che ciascuno di noi è solo e nessuno di noi possiede nessuno mai, al massimo ci percorre un tratto di strada più o meno lungo assieme. Il pensiero "senza di te non posso vivere, la vita non ha senso" è il padre di ogni violenza, non il "patriarcato" che non solo non c'è più, ma che è proprio per non esserci più che disorienta i più deboli e meno strutturati eticamente di noi.

L'immagine simbolo della rubrica "Le bufale del padrone"

E allora perché si blatera di patriarcato e altre categorie sociologiche a due lire, perché si legifera sulla lingua (una cosa che non ha mai funzionato nella storia: la lingua ha la sua evoluzione i suoi tempi e i suoi meccanismi, e l'imposizione per legge non è tra questi), perché si propone di nuove miracolose lezioni scolastiche apposite (e magari nemmeno tanto): perché costa poco o nulla, ed è tanto facile quanto impossibile da misurare per efficacia. Molto più difficile e costoso attivare meccanismi per cui gli individui con problemi vengano identificati per tempo e aiutati ad impedirgli di fare del male a se stessi e agli altri. Bisognerebbe, infatti, andare ad intaccare un sistema di valori diffuso, fabbricato appositamente per neutralizzare il suffragio popolare rimbecillendo gli elettori, in decenni di azione comunicativa concentrica, prima eminentemente televisiva poi ancora televisiva (non c'è programma in cui tali valori non siano propagati, dai talent ai reality passando per Uomini e donne e affini) ma ulteriormente potenziata tramite gli smartphone. Di questo sistema, le donne sono complici dal momento in cui iniziano ad aderire al modello, e sono ancora preadolescenti purtroppo. Gli islamici si accorgono, di questa nostra contraddizione, ma a noi fa comodo rilevare in cosa è il loro sistema di valori ad essere sessista, non in cosa lo è il nostro.

Così, anziché cominciare a demolire questo sistema di valori aberrante, col tempo e la fatica che ci vuole, si individuano (uso ironicamente il femminile dispregiativo) "soluzionesse" a due lire, e si pompano "statistichesse" da nemmeno 18 all'esame di Statistica all'università. No, non ci sono più femminicidi oggi che nel passato, semmai ce ne sono di meno. E no, non c'è più violenza sulle donne rispetto a decenni o secoli fa, ce n'è molto di meno. Certo, si può e si deve ancora migliorare, ma partendo dalla realtà non dalla sua mistificazione strumentale a chissà quale obiettivo di medio-lungo termine del Potere, e agendo sulla realtà non imbellettandola di fuffa.

venerdì 8 dicembre 2023

LE BUFALE DEL "PADRONE" 1 - L'AUTO ELETTRICA

Per comprendere questa nuova rubrica e i suoi post, e più in genere le posizioni espresse su questo blog, capendo tra l'altro che le incoerenze sono solo apparenti essendo la linea di coerenza attestata a un livello più profondo, occorre rammentare sempre una premessa generale, che non è un pregiudizio in quanto invece è una posizione raggiunta negli anni anche dialetticamente, e solo negli ultimi 10 anni circa ha raggiunto lo status di presupposto consolidato: l'UE non è una istituzione democratica che mira a emendare il continente da una tradizione millenaria di conflitti anche tendendo a integrare le economie e le società col fine di preservare il modello socioeconomico europeo occidentale del dopoguerra dalle conseguenze della globalizzazione; è una istituzione non democratica (il nostro voto non può niente sulla sua linea politica) a guida finanziaria quindi globale che mira a demolire quel modello socioeconomico proprio anche tenendo buoni i cittadini con la menzogna opposta, costituendo tra l'altro una continuazione dei suddetti conflitti con altri mezzi fino a risolverli a favore di una parte d'Europa e a danno del resto. Insomma, un Trojan-horse che permette a una parte del vostro PC di impossessarsi del resto, allo scopo di consegnarlo all'hacker che lo ha implementato.

Solo se si tiene presente quanto sopra, infatti, si può comprendere perché mai abbiano deciso di mandarci tutti a piedi (al massimo in monopattino) tranne i ricchi, e di prendere le case di proprietà a tutti tranne che ai ricchi. Senza farlo, vince l'incredulità ("non possono essere così cattivi, e perché mai dovrebbero esserlo?"), primo passo per l'accusa di "complottismo" a chi vede la verità e osa dire cosa vede, da una parte, e per l'adesione di massa alla narrazione necessaria all'accettazione del piano da parte delle vittime. Ecco, in questa rubrica faccio alcuni esempi concreti.

Il primo è l'auto elettrica. Finalmente qualche giorno fa una trasmissione mainstream ha ospitato l'altra campana, incrinando un fronte compatto e monocorde che ha rimpiazzato il coro pandemico. E ovviamente è stata subito bersagliata da un coro unanime come retrograda e complottista.

In realtà queste macchine, trattandosi di aggeggi cari ammazzati e a rilevante difficoltà d'uso, sono un mezzo flop nonostante l'enorme battage, perché la gente è manipolabile solo fino a un certo punto e quando c'è di mezzo pesantemente la tasca quel punto è bello e superato. Tuttavia, solo un ingenuo può credere che indurre gli automobilisti in possesso di un mezzo perfettamente funzionante divenuto obsoleto solo per via di normative sedicenti ecologiste a disfarsene (non a distruggerlo: il mezzo continuerà a girare per il pianeta finché funziona, magari in provincia o all'estero, quindi nessun vantaggio ambientale lordo per la Terra) in favore di altre 2 o 3 (molte sono SUV enormi, ingiustificatamente dal momento che in teoria il loro unico vantaggio è di non emettere gas di scarico quindi è davvero tale solo in città) tonnellate di metallo plastica e vetro tra cui alcuni quintali di batterie zeppe di metalli talmente rari che probabilmente finiranno prima del petrolio (estratti in modo ecologico? qualcuno ci crede?), a formare un fighissimo giocattolo nuovo che costa un occhio (alcuni, quanto una casa) e si ricarica comodamente solo se hai come farlo di notte sotto casa, sia un'operazione che costituisce un vantaggio ambientale netto per l'ambiente.


L'operazione, invece, è smaccatamente mirante a imporre un nuovo modello di mobilità, quello per cui a muoversi autonomamente saranno in pochi privilegiati. Se l'intenzione fosse davvero ambientalista, invece, tutto dovrebbe avere un segno diametralmente opposto: le città dovrebbero essere dotate, tutte, di mezzi pubblici sovrabbondanti e gratuiti, poi magari anche elettrici ma a sto punto non importerebbe, e ai privilegiati residenti dei centri storici più grandi dovrebbe essere vietato possedere un'automobile, al massimo un quadriciclo elettrico. In quelli piccoli, tutti a piedi (salvo esigenze di salute, s'intende). E chi si muove fuori dal centro dovrebbe essere incentivato, anzichenò, a tenersi la propria macchina a combustione interna (meglio se diesel: dura di più e rende di più) quanto più a lungo possibile, riparandola finché si può perché la scelta più ecologica è l'utilizzo di lungo termine, di qualsiasi oggetto.

Ma immaginiamo che esista uno schieramento politico che si faccia portavoce di questa corretta linea d'azione. E immaginiamo che gli italiani capiscano e lo votino in massa. Ebbene, neanche una solida maggioranza potrebbe far nulla in tal senso: per l'ineffabile Europa i servizi (ancora) pubblici vanno privatizzati e comunque nessuna spesa a deficit è possibile fuori dal tracciato imposto dal combinato disposto di trattati capestro di stabilità e piani di ripresa e resilienza, che in parole povere sta a significare che non decidiamo noi, decidono loro. E ora se volete potete rileggere l'inizio, si capisce meglio.

venerdì 1 dicembre 2023

(AUDIO)CRONACHE DA UN MASSACRO 2

Come promesso, continuano le clip di Pasbas che ci raccontano la guerra attingendo alla stampa internazionale: viste le condizioni in cui versa quella nazionale, ci pare un lavoro necessario, quasi un dovere civico, per quanto pochi possiate essere voi che ci leggete, ormai, e in questo caso addirittura ascoltate.

Se fossi alla caccia di click, basterebbe ripubblicare le ricette di Nonna Carmela (nel frattempo il gruppo Facebook relativo ha superato 11mila iscritti, senza nessunissima attività di promozione da parte mia, e ovviamente senza nessun guadagno), o anche solo accodarsi al coro italico di osanna a Sinner e soci a seguito del trionfo in coppa Davis (eppure qui scrivo ricorrentemente di tennis, ma quando mi pare e non quando ne scrivono tutti, pure quelli che non distinguono una racchetta da un retino per le farfalle).

Quindi, qui si parla di Gaza, almeno fin quando continua lo scontro impari in cronaca. Buon ascolto.

Scova la notizia (prima che la notizia scovi te!) - seconda parte

di Pasbas

clipargomenti
  • Cessate il fuoco e scambio prigionieri.
  • Il governo Netaniauh ad un bivio: dimettersi o riprendere la guerra.
  • Parte del popolo israeliano è per lo scambio tutti con tutti.
  • Quale il prossimo governo di Israele?
  • Annullamento di una intera generazione. 
  • Bimbi feriti e cure possibili.
  • Devastati gli ospedali pediatrici. 
  • Orfani, feriti nel corpo e nello spirito.

Leggiamo, invece, su Sinistrainrete, il perché dello sterminio in atto, e cosa si muove dietro le quinte.

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DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

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