lunedì 25 maggio 2015

TERMINATOR HERE AND NOW

Sarah Connor, I suppose...
Ora lo so, qualcuno penserà e dirà che vale adesso quello che vale sempre per ogni innovazione tecnologica, quello che conta è come si usa, ovvero se l'utilizzo è inquadrato in una griglia di regole scritte bene e fatte rispettare efficacemente, perchè niente è buono o cattivo in sè, vedi ad esempio l'energia nucleare eccetera eccetera.
Ma ora che avete saputo che un prigioniero italiano è stato ucciso per errore da un drone militare americano, ora che leggete anche voi le pubblicità delle fiere del drone e delle scuole di pilotaggio, ora che uno bello bianco lo hanno regalato pure al Papa, ora, guardatemi nelle palle degli occhi, vi chiedo: siete tranquilli?
Si, è vero che ci siamo assuefatti all'idea che in ogni momento siamo fotografabili da chiunque, e la foto postabile istantaneamente all'intero universo, senza contare i movimenti tracciabili e tracciati da cellulare carta di credito telepass e quant'altro, ma sapere che in aria circolano più o meno liberamente (c'è una regolamentazione? si, ed è in fase di sviluppo, ma quanto è probabile che si possa farla rispettare rigorosamente?) aggeggi sempre più piccoli e meno costosi, con qualcuno seduto comodamente da qualche parte che attraverso loro vi guarda, vi lascia tranquilli?
E non sto parlando solo di privacy, e nemmeno dell'abbassamento delle soglie (di pelo sullo stomaco e quindi anche tariffarie) del killeraggio, che pure di suo sarebbe inquietante (rimpiangeremo i sicari di una volta, che - se non eri un infame - prima di spararti ti chiamavano in dialetto siciliano per farti voltare?): a me basta il rischio che un coso di questi per sbaglio mi finisca in testa, o mi si spiaccichi sul parabrezza o affacci alla finestra, per farmi inorridire quasi come il pensiero di un grosso ragno peloso nel guardaroba, a voi?
Si dirà, ripeto, che non si può fermare il progresso e che le stesse obiezioni sono state sempre fatte a tutte le innovazioni che poi sono diventate invece tranquilli annessi della quotidianità. Ma qui siamo di fronte forse a un salto di qualità: la terza dimensione che alle elementari sognavamo di cavalcare su astroscooter come i Pronipoti adesso la cavalcano insetti telecomandati e anzi in prospettiva sempre più autonomi. Un incubo, ottimo per uno spunto cinematografico (com'è che non ci hanno pensato? o lo hanno fatto?).
A proposito, è in arrivo il nuovo film della saga Terminator, primo (pare) di una nuova trilogia. Siamo nella serie "sfrutta il filone finchè ce n'è, anche a distanza di anni dall'ultimo scavo hai visto mai un'altra venuzza...", ma il primo, anzi direi in questo caso (un'eccezione) i primi due film della serie sono autentici capolavori del genere. E il genere è "fantascienza" solo per chi si ferma alla superficie delle cose: qui come per Blade runner (che è inarrivabile, ok) siamo abbondantemente nel filosofico.
Ora, a parte che secondo me un film sui droni che prendono coscienza e tentano di impadronirsi del mondo sarebbe tanto più spaventoso di Terminator quanto Uccelli lo è di Godzilla, la realtà, che non è altrettanto orrifica solo perchè è meno avvertita (e fanno in modo che lo sia, meno avvertita....), è che stringi stringi la vera causa della crisi è che oramai le macchine fanno quasi tutto il lavoro "pesante" (e molto di quello leggero). La qual cosa, pensate un po', negli anni settanta vagheggiavamo come un utopia, che magari avrebbe agevolato la trasposizione a realtà dello slogan "lavorare meno lavorare tutti", altro che la distopia che sta invece realizzando. Come sempre in questi casi, allora, è possibile ne derivi luddismo, ma non è questo la risposta giusta, bensì cavalcare la cosa per rigirarla a nostro favore. Come?
In questo periodo il movimento 5 stelle sta riguadagnando voti e popolarità, oltre che guadagnando attenzioni inedite, spostando il focus tra due obiettivi della sua battaglia, dal referendum anti-euro al "reddito di cittadinanza". Chi segue queste pagine sa quanto convinto è perdurante sia il sostegno che vi si da alla causa grillina, come unica vera speranza di redenzione per la democrazia italiana a dispetto di errori tattici e di linea, e questa opinione di fondo e sostanza non cambia con l'espressione di critiche ragionate. Una di queste, appunto, riguarda il reddito di cittadinanza. Già l'etichetta è usata in modo improprio: se è condizionato a una serie di fattori, e nella proposta grillina lo è eccome, non è un reddito di cittadinanza ma un "reddito minimo". La differenza è enorme, anche nei soldi necessari; Grillo lo sa, e forse per questo rinuncia all'ipotesi massimalista in favore di questa minimalista (che già sarebbe tanto, e ci avvicinerebbe al resto d'Europa dove esiste da tempo, Grecia esclusa) ma forse realizzabile, anche perchè su di essa potrebbero convergere altre forze politiche: l'avete accusato per anni di idealismo e avversione ai compromessi, ora che li fa che vi lamentate? Il problema è che per farlo (o se volete grazie al fatto che lo fa, è lo stesso) Grillo abbandona o almeno accantona il fondamentale passaggio del superamento dell'Euro, senza il quale, come purtroppo ha confermato la cronaca greca dal giorno dopo le elezioni fino al redde rationem odierno, ogni promessa di discostamento dalle politiche di austerity è vana (se inconsapevole del problema monetario) o peggio ancora truffaldina (se consapevole). In questo Podemos, trionfatore in Spagna alle amministrative e prossima incognita alle politiche, non è diverso da Syriza. Il moVimento 5 stelle si, anche se 1) non abbastanza decisamente e 2) finora.
Ma l'aspetto più paradossale della faccenda è che l'esigenza di un reddito minimo universale, una sorta di "Diritto di base a nutrizione abitazione e sostentamento" da porre ad articolo uno di ogni Costituzione a partire di quelle "fondate sul lavoro" e anzi di una nuova "Carta dei Diritti dell'Uomo", non è un portato logico di chissà quale neocomunismo, è invece l'ultima ratio del capitalismo per sopravvivere a se stesso e alla rivoluzione tecnologica ad esso connessa. Se le classi dirigenti che governano (davvero, quindi non parlo dei politici) il capitalismo mondiale non capiscono questa cosa, e continuano invece ad assecondare (per avidità, miopia, ignavia o incapacità non importa) le tendenze sistemiche alla concentrazione della ricchezza che lasciate libere di operare dal prevalere del neoliberismo hanno ridotto il mondo allo stato in cui è (mille volte, a occhio e croce, peggio di quello in cui era trent'anni fa), il capitalismo crolla, e vince chi si preoccupa del sostentamento minimo degli ultimi tramite l'annientamento di tutto il sistema di valori che lo ha trascurato, culto della Civiltà compreso. Avete capito bene di chi parlo, e ora anche 1) perchè abbattono i monumenti e tagliano le teste, e 2) l'unica strategia che può fermarli: visto che la globalizzazione nel capitalismo è irreversibile, cavalcarla per, imbrigliando il neoliberismo, garantire a tutti la libertà dal bisogno. Una sorta di versione monstre dell'intervento statale in economia, è il capitalismo è salvo, e con esso tutta la complessa costruzione del nostro sistema di valori e "libertà"; meno di questo, e siamo fritti. Fatevene una ragione, e passate parola.

mercoledì 20 maggio 2015

PORNOLEGISLAZIONE E COPERCHI

Comunque e quando si voti, il Nemico alle prossime
elezioni è chiaro: occorre votare per chiunque lo può
battere, e sperare -tutti- che sia il Movimento 5 Stelle
A molti è venuto in mente un gioco di parole, a proposito della nuova legge elettorale, che confesso a me era sfuggito, forse perchè oscurato nella mia mappa mentale dall'assonanza a un treno protagonista di una strage nella mia adolescenza. Eppure scrivere italicum con la y al posto della seconda i e un trattino o uno spazio subito appresso, di modo da ottenere un plausibile tag da siti porno, anzichè semplicemente spostarsi dall'accusativo all'indicativo, è una metafora ancora più efficace per definire le legge approvata con modalità fascistissime pochi giorni fa, se è vero come è vero che più ancora che a una tragedia può essere azzeccatamente accostata a una oscena zozzeria.
Sono tali e tanti i profili di incostituzionalità della nuova disciplina, peraltro non diversi da quelli per cui era stata emendata dalla Corte Costituzionale la legge precedente (più onestamente denominata porcellum dallo stesso autore), che in molti hanno sperato che il Presidente Mattarella, sia in quanto padre dell'ultima legge elettorale "valida" sia in quanto membro della Consulta proprio quando sanzionò la porcata di Calderoli, non firmasse (e ne avrebbe avuto sia facoltà che piene ragioni, essendo proprio una delle prerogative del "Garante della Costituzione" rinviare alle Camere una legge che tenta palesemente di reiterare una appena bocciata sotto quel profilo). Dimenticavano, anime candide, che non solo il neopresidente è stato eletto con un colpo di mano proprio di quella illegittima maggioranza di parlamentari (illegittima in quanto frutto di un meccanismo appunto sanzionato dalla Consulta) e non poteva mostrare tanta immediata ingratitudine, ma anche che concepì il suo Mattarellum proprio allo scopo di aggirare le indicazioni del Popolo sovrano, che in un referendum si era espresso plebiscitariamente per un maggioritario che la sua legge annacquava fino a neutralizzarne gli effetti più pericolosi per la partitocrazia (il meccanismo di recupero proporzionale concepito a fungere da salvacondotto per i big della politica, tanto per cominciare).
Eppure una legge perfettamente legittima c'era, anzi dovremmo dire c'è, visto che inauditamente l'italicum entra in vigore solo tra un anno (al palese intento di tenere sulla graticola eventuali potenziali ribelli, si potrebbe malpensare...): il proporzionale puro che restava dopo gli stralci del porcellum conseguenti alla pronuncia della Corte. Io continuo a pensare che il sistema migliore per il nostro Paese sia il doppio turno alla francese, come dimostrano le elezioni per i sindaci, e che anche il maggioritario uninominale potrebbe funzionare se applicato senza correttivi furbastri, ma la realtà è che quello che conta perchè si possa dire di essere in democrazia è che le regole del gioco, di cui la legge elettorale è tra le più importanti, siano condivise, come affermava lo stesso Renzi mentre sotto sotto in perfetto stile italiota brigava per fare il contrario. Ogni meccanismo elettorale infatti porta con se delle storture sue tipiche, la partita si gioca sul fatto che queste siano conosciute e accettate dai contendenti (e dall'arbitro), punto. Lo schifo di questa legge è riproporre delle storture, che al tempo furono imposte al volo poco prima di votare solo perchè erano adatte a sabotare nella portata una probabile vittoria altrui, appena bocciate, sottoponendole a un maquillage che se possibile le peggiora: col porcellum è stato possibile che conquistasse un premio di maggioranza enorme una coalizione tra un partito che da solo sarebbe finito secondo e un altro che da solo non avrebbe raggiunto il quorum (quando si dice il mutuo interesse), con l'italy-cum un partito solo ne può conquistare uno osceno al primo turno oppure uno stratosferico al secondo. Ma (com'era il proverbio del diavolo e le pentole?), ma...
Ma quando la legge non è approvata "di sorpresa", ogni contendente ha il tempo di studiarne i meccanismi e adattarvi le proprie strategie, se vuole e se ne è capace. Sto dicendo una cosa meno scontata di quello che sembra: proprio il serpentone multiforme PCI-PDS-DS-PD è il partito che si è dimostrato negli anni il meno brillante da questo punto di vista. Il maggioritario, sia pure con i deleteri correttivi di cui sopra, richiedeva l'organizzazione preventiva di una coalizione compatta e nel centrosinistra o le hanno fatte posticce (vincendo, ma senza poi essere capaci di tenere) o non le hanno fatte per niente (perdendo anche quando erano maggioranza nel Paese). E la cosa si è ripetuta col porcellum, causando una vittoria di Pirro e una sconfitta sonora, prima di un pareggio che solo un Capo dello Stato connivente e tutta una serie di congiunzioni astrali e forzature della democrazia ha potuto portarli fin qui nonostante la coalizione si sia sfasciata subito dopo il voto.
Quindi io non so quando e quindi con quale legge elettorale si voterà la prossima volta. So però che il PD sta in piedi nonostante un'evidente erosione a sinistra solo sfruttando l'erosione a destra. E che spesso quelli che sembrano più furbi sono invece i più coglioni, come si impara leggendo da piccoli un grande scrittore proprio toscano... Quindi alle prossime elezioni il dittatorucolo da strapazzo potrebbe finire vittima proprio della trappola da lui ideata. E finire nella spazzatura della Storia prima del tempo, molto prima del classico italico ventennio, lui e tutto il suo inglesume, i tweet del cazzo, i proclami vuoti e le etichette da pubblicitario da quattro soldi ("la buona scuola" tra tutte) che sono tutta la sua politica: un vuoto pneumatico ben truccato che ancora inspiegabilmente (o fin troppo spiegabilmente purtroppo) convince una fetta degli italiani, quelli che "fino a che il culo non è il mio allora tuttapposto".
Le europee sono alle spalle e i fattori di incertezza enormi: sarà secondo turno, e sarà un referendum. E ai non ancora grillini conviene che sia proprio il movimento 5 stelle l'alternativa, perchè chiunque altro sia, non dico Salvini o inopinatamente Berlusconi dico financo un Magneto, ci sarà da lottare fino all'ultima goccia di saliva e di inchiostro (ne riparliamo, amici, oh se ne riparliamo!) perchè noi si trombi il partito-bestemmia salvando la democrazia da lui e dai suoi mandanti. Che stanno eseguendo alla perfezione il piano per cui sono stati messi lì (ma dimme te se tocca perfino rileggere Craxi!...) e sono pagati profumatamente: impoverire la classe media, annullare tutte le conquiste di decenni di lotte politiche e sindacali, compiere per la loro parte di competenza la mission della globalizzazione, cioè livellare in basso il 99% della popolazione mondiale per consentire il massimo arricchimento possibile al restante 1%. Che siano maledetti nei secoli dei secoli.

sabato 16 maggio 2015

M.M. QUEEN

Chi bella faccia i calabrisa... (il disco d'oro allora era 1 milione di copie)
Condivido con molti maschi italici la riluttanza a mostrare commozione, beninteso non che pensi sia giusto, tuttaltro credo sia un retaggio da combattere sia in quanto stereotipo sia perchè trattenere le emozioni fa male alla salute, ma tant'è, specialmente da giovane era molto difficile sorprendermi a piangere. Una delle rare volte fu giusto venti anni fa, alla notizia del suicidio di Mia Martini, e oggi a me il fatto che mentre tutti i siti e i giornali approfittano della ricorrenza a cifra tonda per commemorarla abbia staccato la spina, perdonate l'eufemismo ma ci sta tutto, uno dei più grandi musicisti blues di sempre, ecco mi sembra quasi significativo, una coincidenza che sa di omaggio, un accostamento tutt'altro che sacrilego.
Certo B.B. King è morto a novant'anni di quella che una volta si chiamava "morte naturale" (chissà perchè oggi ci si affanna invece a cercare la causa specifica anche per i vecchi...), mentre Mimì ha voluto (Loredana Bertè sembra tanto sincera quanto poco credibile, e non è un ossimoro...) lasciarci a quarantasette, ma se la corona di re del blues il primo ce l'aveva già nel cognome (vero), quella di regina della musica italiana la nostra se l'era abbondantemente conquistata sul campo, da viva: il premio della critica di Sanremo oggi si chiama "Mia Martini" ma di postumo ha solo il nome, poichè fu creato invece appositamente per lei dai giornalisti quando vi cantò "E non finisce mica il cielo" del suo ex compagno Ivano Fossati. E si può dire, anche perchè lo ammette anche la diretta interessata, che è lei l'unica cantante di cui Mina ha fatto una cover senza riuscire non dico a superarla, ma neanche ad avvicinarne l'interpretazione (per "Almeno tu nell'universo", e non parliamo della versione di Elisa, che però ha l'intelligenza di approcciarla minimalisticamente, con un filo di voce...).
E certo la commozione fu aiutata anche dall'empatia innescata dalla corregionalità, dall'avere sempre visto nel volto di Domenica Bertè quel velo di tristezza tipico delle donne calabresi allontanatesi da una terra che amavano per scappare da un qualche dramma sociale e/o familiare e tentare la fortuna, per cui guardarla in visto era sempre un po' guardarsi allo specchio, e chissà che le era passato per la testa sdraiata su quel letto con le cuffiette, chissà se era ancora qualcosa di quella brutta e stupida diceria che ne aveva accompagnato la pur strepitosa carriera (prego consultare il canale youtube, una forte selezione è quasi impossibile) togliendole continuità prima di stroncarla. Sai ora i sensi di colpa di quegli stronzi, pensavo a parziale consolazione...
Di sicuro entrambi hanno praticamente suonato e cantato con tutti, basta scorrere le lunghe e incomplete liste su wikipedia (qui e qui, per i pigri) per riscontrarlo, e anche per notare che no, assieme no, quindi se ci credi magari ora....
No, non lo dico, è troppo scontato. Noi siamo qui sulla terra e in cielo non c'è nessuno che canta e suona, il cielo non esiste, non è mai esistito, e se anche fosse mai esistito, è finito.


lunedì 11 maggio 2015

TTIP, SENTITO NOMINARE?

Nella scala di priorità che spuntiamo a rovescio rinunciando a qualcosa per colpa della crisi, l'ultimo rigo è necessariamente mangiare e bere. Ecco un'altra ragione per cui, dovendo trovare un argomento per una grossa fiera strapaesana organizzare la quale li avrebbe fatto arricchire (legalmente e soprattutto meno) un altro po', si sono buttati sul cibo: stringi stringi, all'Italia non è rimasto quasi altro che il settore alimentare, con i piccoli e i medi che si industriano a grattare il fondo del barile puntando sulla qualità e il territorio, mentre l'industria è ormai quasi tutta in mano alle multinazionali (resiste Ferrero, forse Barilla, e pochi altri marchi tra quelli che tutti crediamo italiani).
Ma ce n'è un'altra ancora, più grossa e incombente, che chi non scava nella controinformazione via Internet non ha nemmeno sentito nominare, tanta è l'omertà del mainstream - d'altra parte, giornali e TV sono nelle mani o sotto dipendenza economica più o meno diretta delle stesse multinazionali, stupirebbe il contrario... Mentre da una parte (grazie all'arma letale Euro, ormai l'ha capito chiunque voleva capirlo avendo il QI sufficiente per farlo) la strategia è impoverire la classe media anche facendosi pian piano restituire ogni conquista economica e sociale dei decenni successivi alla seconda guerra mondiale, dall'altra siccome i "di nuovo sudditi" devono pur ancora mangiare e bere si punta a controllare in esclusiva quel mercato. Della serie: non era scritto da nessuna parte che tu avessi diritto per sempre a qualcosa di più che la sussistenza, e per quella inoltre le cose te le vendiamo noi. Il tuo Paese ha votato democraticamente per l'acqua pubblica e contro gli OGM? chissenefrega, la democrazia è roba superata, una favola buona a tenere buoni i bambini: riusciranno a farti bere la loro acqua pagandola cara, e farti mangiare le loro schifezze anche geneticamente modificate, con ogni mezzo.
Il mezzo di cui parlo, il cavallo di Troia di cui appunto è enormemente probabile che non ne avete sentito parlare, si chiama TTIP: sta per Transatlantic Trade and Investment Partnership, e Greenpeace lo definisce "l’accordo transatlantico su commercio, investimenti e servizi che rischia di mandare all’aria qualche decennio di conquiste di cittadini e consumatori, italiani ed europei", con eccesso di diplomazia essendo il trattato concepito come arma finale esattamente per quello scopo.
Tra l'altro, infatti, il trattato prevede che a risolvere le controversie tra gli Stati e le multinazionali siano non ben definiti "tribunali" internazionali in cui il peso politico di queste ultime è preponderante: in pratica, anche ammesso che nel tuo Paese sia rimasto un briciolo di democrazia sostanziale, e in base ad esso tu sia riuscito coi tuoi concittadini a imporre per legge uno standard in materia di salute pubblica o diritti dei lavoratori o umani tout-court, come per il referendum per l'acqua pubblica insomma, è sufficiente che la Monsanto, per dire, se ne ritenga danneggiata perchè il trattato le dia il diritto di adire a questi mostri giuridici per vanificare quel brandello di democrazia.
La cosa è così grave che persino l'ONU ha ritenuto prendere una posizione contraria. Chiunque abbia a cuore il futuro proprio e dei propri figli non esiterebbe a opporsi. Ma in Italia ne avete sentito parlare solo se in qualche modo avete la pazienza di ascoltare quei savonarola qualunquisti del movimento 5 stelle...
Ora io non pretendo che tutti abbiate la pazienza di seguire link come questo per leggervi una analisi dettagliata dei rischi a cui porta l'approvazione prossima ventura del TTIP. Ma una visita al sito stop-ttip-italia, e una firma sulla apposita petizione on-line vi sciacquetta la coscienza aggratis. Per ribellarsi sul serio bisogna prenderle, le sveglie sui denti, capisco. Ma per iniziare a prendere coscienza non è mai troppo tardi...

lunedì 4 maggio 2015

300...3MILA...3MILIONI

E' Milano dopo il passaggio dei black bloc o Roma dopo il derby?
Ogni volta ci sono trecento deficienti mascherati che danno l'occasione a chi ha torto marcio di prendersi la ragione, sarà un caso? Non lo so, ma per una volta non voglio credere all'ipotesi peggiore, che siano gente prezzolata appositamente per creare pretesti per prendersela con gli altri. Non ci voglio credere, ancora una volta in ossequio al rasoio di Occam: non ricorrere mai a tutto quello che non è strettamente necessario, per spiegare una cosa. Quindi diciamo che è vero: ci sono trecento deficienti che credono davvero che mascherarsi e spaccare le macchine al centro della città sia un modo efficace di protestare contro una megapagliacciata che si svolge in periferia. A ciascuna delle anime belle che si indignano, guardandola negli occhi, vorrei chiedere: ti stupisce?
Mi spiego meglio.
Ogni domenica o quasi ci sono ben più di trecento deficienti più o meno mascherati che vandalizzano una qualche città col pretesto di una partita di calcio. Anche qui le anime belle alzano i metaforici scudi e condannano giustamente i reprobi, ma subito dopo o anche contemporaneamente ci tengono a distinguere, a precisare che questi non sono i veri tifosi anzi magari a sospettare che non lo siano affatto, e certamente se è il caso di condannare fermamente i singoli idioti non è certo quello di prendersela con tutto il calcio in generale magari fermando i campionati. Come ad esempio chi vi scrive ebbe, tra i pochissimi, il coraggio di chiedere pubblicamente proprio mentre l'Italia vinceva i mondiali del 2006, rammaricandosi del fatto che quel successo sportivo avrebbe sicuramente fatto perdere l'occasione per un repulisti generale, di un ex sport rovinato dagli ultrà dalle scommesse dai politici e dalle mafie. Quando invece la cosa succede fuori dal calcio, i pochi deficienti, tramite la qui ritenuta sacrosanta estensione a tutti gli antagonisti, diventano il pretesto per giustificare ognuna delle schifezze contro cui questi hanno scelto il modo sbagliato di combattere.
Quindi, schematizzando: gli ultras sono da esecrare ma il calcio è un'altra cosa, invece i black bloc sono da esecrare e con essi tutti i no-global no-TAV e oggi no-Expo. Giusto, amici miei del "si-expo perchè no-black-bloc", è questa la vostra logica?
Ma questa dei due pesi e due misure della logica delle anime belle è solo la mezza messa, ed è l'altra mezza la meglio.
Il concetto stesso di "esposizione universale" nasce con la rivoluzione industriale, e ogni edizione è stata assieme la vetrina dello stato dell'arte del capitalismo in una delle sue frontiere più avanzate e un'occasione di lancio o rilancio per quella frontiera; questa di Milano è la prima expo della storia organizzata da un Paese in palese e forte deindustrializzazione con nessuna possibilità di ripresa. L'unica ragione per cui è stata voluta è che costituiva l'ennesima occasione per creare margini per guadagni non esattamente legali, come si vede sia nella cronaca giudiziaria che sapendo leggere tra le righe del coro mediatico della cronaca dell'evento stesso: il claim "nutrire il pianeta" segue la regola d'oro pubblicitaria del cavalcare il difetto per nasconderlo, come per quell'acqua durissima che si vende per leggera giocando (con una simpatica particella) sul fatto che ha poco sodio. Infatti, qui abbiamo schierati tutti i big dell'industria alimentare mondiale, dalle multinazionali responsabili primarie dell'affamamento di interi continenti (e quindi alla fin fine delle migrazioni) al boss italiano del "ti vendo la qualità a poco sfruttando i dipendenti", peraltro amico del premier quindi intoccabile, passando per i giganti dell'acqua che non hanno ancora digerito il referendum di un paio d'anni fa e non avranno pace finchè non ne bypasseranno gli esiti accaparrandosi la gestione dell'acqua pubblica. Il tutto in uno scenario di cartapesta raffazzonato e carissimo (17 miliardi, ci si potrebbe pagare un anno di reddito di cittadinanza...) anche senza tangenti, figuriamoci con, indovinate a spese di chi.
Ora io posso anche capire che una persona di mezza età, col culo al caldo di un lavoro fisso e ben retribuito grazie al fatto che i suoi padri e i suoi nonni hanno sputato sangue per fargli trovare il mondo come lo ha trovato, trovi persino simpatico Renzi o comunque creda davvero che una ripresa economica in queste condizioni di sudditanza monetaria sia possibile per l'Italia e anzi potrebbe avvenire grazie all'Expo. Ma non posso capire che i suoi figli, a cui la sua generazione sta lasciando un mondo dove trovare un lavoro che ti dia un orizzonte minimo per programmarti un qualche futuro è quasi impossibile, la pensino allo stesso modo, a meno che appunto lui sia tra i pochi così messi bene da consentire loro di costituire la rara eccezione che conferma la regola.
Per cui io adesso ripeto: vi stupisce? Vi stupisce che in un'intera generazione, milioni di individui, a cui abbiamo rubato il futuro, ci siano alcune centinaia di persone incapaci di incanalare la propria frustrazione in un modo diverso dal vandalismo? Ebbene, a me non stupisce. Anzi, il contrario: sono molto stupito che gli incazzati al punto da agire sconsideratamente non siano milioni veri, la maggioranza assoluta dei venti/trentenni, altro che centinaia presunti.

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