venerdì 24 luglio 2015

FORZA BERME'

I pochi che seguono questo blog non saranno sorpresi di trovarvi, ogni tanto, ad alleggerire dai temi politici, qualcosa che ha a che fare col basket in genere e con la Viola Reggio Calabria in particolare.
La cosa di adesso è purtroppo, stante la cronica latitanza di marchi sulla maglietta di una società che pure ha con la prossima di A2 26 stagioni in serie A su 50 anni di vita, una vera e propria notizia, un colpo ancora più importante dei pur rilevanti acquisti di giocatori di questi giorni: abbiamo un main sponsor, la squadra quest'anno si chiamerà Bermè.
Come si può vedere dal sito, il prodotto è una scommessa (di ciò che resta) dell'imprenditorialità italiana, visto che rappresenta una sorta di joint-venture trentino/reggina (cosa che per me, peraltro, rappresenta una singolare coincidenza, avendo io reggino vissuto quattro anni a Trento): unire le proprietà benefiche del bergamotto, che notoriamente trova in una stretta fascia del reggino il suo habitat ottimale, alle ben note qualità organolettiche delle mele della Val di Non.
Sto spudoratamente e maldestramente facendo pubblicita a gratis, anche se non ho ancora assaggiato il succo, perchè, a parte che mia mamma è da una vita che magnifica inascoltata le qualità del quasi immangiabile frutto (la cui essenza è però fondamentale nell'industria profumiera mondiale), ovviamente, mi auguro che l'accordo con la Viola renda e quindi regga abbastanza da garantire alla società per cui tifo quella solidità che sola consente una tranquilla progettazione pluriennale. E debbo dire che tutta la dirigenza neroarancio negli ultimi tempi si è mossa così bene che proprio lo sponsor era il tassello mancante, e che d'altra parte vorrei dire non poteva non arrivare.
Così, visti anche i guai che sta passando la Reggina calcio, che se va bene ripartirà dalla serie D, per l'ennesima volta negli ultimi 35 anni i reggini di tutto il mondo avranno la Viola basket a cui aggrapparsi, ome simbolo positivo della propria terra. Non è molto, lo so, ma è sempre qualcosa.

martedì 21 luglio 2015

...SE L'ACQUA SCARSEGGIA

Almeno quando è ripugnante uno in qualche modo lo riconosce...
Ancora su moneta e debito.
Visto che è con le analogie col privato che vi fregano, ne adotto (non è mia, gira...) una con cui vi potete difendere quando vi attaccano con la tiritera del "chi ha un debito pubblico alto è come una famiglia che ha vissuto a lungo al di sopra delle sue possibilità", che calza come un guanto al caso greco ma funziona abbastanza anche nel nostro.
C'era una volta una famiglia di pooracci, trattenuta per decenni ai margini dell'economia cittadina con la forza, perchè proprio non gli avrebbero mai consentito di andarsene nella città affianco, nemica, che quando finalmente quest'ultima fu sconfitta venne avvicinata da uno strozzino. Il tipo si presentava vestito elegante e con bei modi e belle parole convinse il capofamiglia che erano iniziati tempi nuovi per la città, che oramai le cose giravano per tutti, e che anche per loro le vacche magre erano finite: bastava indebitarsi un po', che sarà mai ormai lo fanno tutti, e con quei soldi alimentare un giro che poi una volta che ci sei dentro si autoalimenta e tu paghi i debiti e il giro ricomincia. E tu intanto ti sei fatto la macchina nuova, si va beh costruita in un altro Paese ma appunto finalmente puoi permetterti questa qualità, e poi un po' di armi per difendere la roba tua, e poi magari per farti conoscere e piazzare la tua merce organizzi una bella fiera a casa tua, si ti prestiamo pure i soldi per ristrutturarla tanto dai visitatori rientri dalle spese e oltre, eccetera eccetera. Infine, siccome il capofamiglia ancora un po' titubava, da un lato gli truccano un po' i conti, così i debiti sembrano meno di quanto sono, e dall'altro se avesse accettato ci sarebbe stato pure il margine per una bustarella extra tutta per lui.
Quella famiglia, finchè era stata povera, tutto sommato riusciva a campare del proprio. Aveva resistito ai tempi bui, e questo si sa tempra i caratteri. All'improvviso benessere, invece, non era abituata, anzi non ci era proprio strutturata: aveva bisogno di troppe cose che venivano da fuori, il debito crebbe, anche perchè quelle bustarelle erano belle grosse, ma vuoi perchè quelle le tenevano tutti ben nascoste, vuoi perchè all'inizio del nuovo sodalizio tutti prestavano volentieri soldi a basso costo a tutti, il giochino sembrava funzionare. Ma un bel giorno, molto lontano da li, i capi dello strozzino ebbero dei problemi con dei debitori molto ma molto grossi che avevano fatto degli impicci ancora più grandi. Per riprendersi, cominciarono a preoccuparsi anche dei prestiti molto lontani, e a chi pensavano avesse maggiori difficoltà a restituirli cominciarono a chiedere interessi più alti. Ma come, disse il capofamiglia al suo strozzino, non avevi detto che eravamo come una grande famiglia, ora? perchè a me i tuoi capi applicano interessi più alti? perchè c'è un "come" di troppo, rispose lo strozzino, e anche se abbiamo il borsellino in comune voi siete una cosa e noi un'altra, per cui è la legge del mercato a dire che voi dovete pagare di più per il vostro debito, perchè siete meno affidabili.
Il fatto è che, come sempre con gli strozzini, ben presto l'ammontare degli interessi impedisce che esista in natura un piano di ammortamento del debito realisticamente capace di un qualunque rientro. E gli strozzini lo sanno da prima, per questo all'inizio sono così generosi: vogliono la tua casa, la tua attività, la tua vita, è quello il loro vero obiettivo. E quando la vittima se ne accorge, è sempre troppo tardi. Infatti la nostra famiglia, quando a un certo punto si è accorta che nessun sacrificio sarebbe stato sufficiente, ma proprio aritmeticamente, a invertire la spirale di quel debito, ha commesso l'errore di chiedere aiuto, credendolo ancora un galantuomo e credendo ancora ai patti sottoscritti, proprio allo strozzino. Il quale, approfittando del tempo che ha apparentemente concesso ai debitori, realmente prendendoselo per fare questa cosa, non ha fatto altro che cambiare i creditori, liberando gli amici suoi dai rischi che spostava su altre famiglie del suo giro, che costringeva all'accollo forte della morsa del suo ricatto. Quando questa operazione fu completata, la nostra famiglia era pronta a finire nelle mani di "giggino o zozzuso", che si piglia a forza gioielli mobili tv e se gli gira pure le femmine...
Se ancora non lo avete capito, vi ho raccontato la storia del debito greco (e senza ragionare sui possibili retroscena). Ma attenzione che la storia di quello italiano non è molto, ahinoi, diversa. Le differenze ci sono, ma non tutte a nostro favore, e quasi nessuna di sintassi, spesso solo di quantità. Ad esempio, nemmeno a noi era possibile "trasferirci nella città nemica", ma a noi bastò metterci paura, con ondate di stragi ben calibrate, e la dittatura formale fu solo sfiorata (quella sostanziale è un altro discorso...). D'altronde, e in parallelo, essendo molto più grossi e più importanti, a noi è stato consentito di "vivere al di sopra delle nostre possibilità" per molto più tempo. Infine, per la stessa ragione, noi siamo ancora in grado (per poco, perchè il nostro tessuto produttivo è stato scientemente distrutto, anche grazie alla trappola-Euro) di minacciare credibilmente la nostra uscita, la quale peraltro è ancora in grado di mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell'Unione. Queste differenze spiegano perchè non siamo (ancora) a una situazione greca, ma non sono sufficienti, proprio perchè dissimulate e ignorate da una classe politica e imprenditorial/finanziaria complice dello strozzino nonchè corresponsabile diretta e indiretta di una quota del debito talmente rilevante da spiegarne da sola la dinamica esponenziale, a metterci al riparo. Il nostro debito è ormai fuori controllo, ogni ulteriore politica restrittiva non può che peggiorarlo, anche perchè avviene in costanza di ruberie e sprechi ma a prescindere da ciò, che peraltro vanificherebbe anche un eventuale recupero di sovranità monetaria. Serve assolutamente azzerare la classe politica, e meccanismi di reclutamento di quella nuova tali da impedire il riprodursi delle dinamiche corruttive, che dia ai partner europei un ultimatum: o riscriviamo i trattati per fare dell'UE uno Stato sovrano con una banca centrale prestatrice di ultima istanza avente l'obiettivo statutario di garantire con qualunque mezzo la piena occupazione e comunque una vita dignitosa a tutti i cittadini europei (in pratica, una rivoluzione di 180° - peraltro impossibile, perchè la maggior parte dei cittadini dell'Europa del centro-nord non la vuole affatto) o noi ne usciamo, subito. Oggi, questo progetto pare volerlo seguire ed essere in grado di attuarlo solo il moVimento di Grillo, ma noi italiani dobbiamo essere pronti come nel 43/45 ad appoggiare chiunque dimostri seriamente e credibilmente di starci, a prescindere del fatto se ci riconosciamo o meno nell'ideologia, esattamente come in un nuovo CLN (paradossi della Storia a parte; ma seriamente, compagni: vogliamo di nuovo lasciare alla peggiore destra gli argomenti giusti?). Chi non capisce questo, merita la rovina che ci attende.
Perchè "vivere al di sopra delle nostre possibilità" è stato nè più nè meno quello che ha consentito, per la prima volta nella storia dell'umanità, a intere popolazioni di vincere sulla legge entropica generale della concentrazione del potere e della ricchezza, che in questi ultimi decenni ha invece ripreso a regnare incontrastata. Se io e voi siamo in grado di scrivere e leggere, e viaggiare e progettare, e curarsi e filosofare, come per millenni solo i sovrani avevano potuto, è per questo miracolo. Solo le lottiamo alla morte per tenercelo stretto, possiamo poi anche avere speranza di tramandarlo nel tempo e trasmetterlo nello spazio. Se invece crediamo alle favole che ci raccontano per fregarci, tipo quella del capofamiglia eccetera, ecco che ci hanno già fregato...

venerdì 17 luglio 2015

LA PAPERA NON GALLEGGIA

Si, non era quello della papera il tormentone più famoso dei Trettrè...
(Gino Cogliandro è quello con la barba...)
Chi non coglie la citazione del titolo, può andarsi a vedere qui un vecchio video dei Trettrè, trio (ma và!) di comici napoletani (tra cui un mio quasi omonimo, che ho avuto anche l'occasione di conoscere di persona qualche anno dopo quella stagione di notorietà televisiva, pensaumpò) che andò per la maggiore due o tre decenni or sono. Il video attacca esattamente al momento in cui parte uno dei tormentoni di maggior successo del sodalizio, che poi altro non è che un vecchio proverbio; il titolo di questo post ne riporta la seconda strofa. La prima è il tema del post.
Quando si parla di deficit, debito pubblico, moneta, eccetera, il pericolo maggiore che si corre è applicare per analogia allo Stato le categorie mentali con cui si ha a che fare maneggiando il bilancio familiare. Che la microeconomia e la macroeconomia funzionino con meccanismi talvolta lontanissimi è uno dei primi principi che si studiano all'università, ma ora è meglio restare sul pratico. Anche perchè l'erronea analogia di cui sopra affligge non solo tanti "privati cittadini", ma anche molti, troppi, addetti alla comunicazione di massa, che vuoi per ignoranza propagano, vuoi per malafede instillano e propugnano, questa vera e propria falsa coscienza.
Uno Stato sovrano, infatti, è tale proprio perchè è un sistema al cui interno "gira" tanta moneta quanta ne può e vuole emettere, mentre un padre di famiglia non ha questa facoltà e deve fare i conti con quanti soldi riesce a guadagnare, cioè a far entrare nel suo, di sistema. La partita è proprio nella differenza tra quel "ne può" e quel "ne vuole", perchè se immaginiamo uno Stato come un sistema chiuso, quel ne vuole può estendersi fino al punto di "finchè tutti abbiano di che campare" definendo come gli pare anche quel "campare". Il problema è che se il sistema non è chiuso, come nessuno del tutto lo è stato mai, e come nessuno ormai lo è per niente, quel "ne può" spesso è un limite inferiore, commensurato alla "ricchezza reale" (terra fertile, materie prime, industrie con cui si trasformano, conoscenza e organizzazione a moltiplicare i fattori precedenti), che se viene spinto fuori dalla porta (emettendo moneta fino al "ne vuole") rientra dalla finestra (diminuendone il valore relativo sui mercati internazionali).
Adesso vi è evidente perchè e per come con l'Euro di fatto noi non siamo più uno Stato sovrano: non possiamo, con libere elezioni, mandare al governo chi vuole far girare abbastanza soldi da farci campare tutti (Visto i Greci? Hanno creduto a un tizio che gli diceva, per ignoranza o malafede, che si può, e ci hanno subito sbattuto il grugno. Il tizio doveva essere capace di dire, invece, chiaramente, cosa comportava il tentativo di riprendersi la sovranità: ri-stamparsi i propri soldi, anche se sul mercato mondiale valgono poco, per campare magari poveri ma tutti).  Nulla di male, se l'Europa fosse a sua volta uno Stato sovrano con la possibilità reale, per i suoi cittadini, di eventualmente eleggere dei rappresentanti con l'obiettivo di garantire lavoro (o reddito) e diritti minimi per tutti. Ma non lo è e non lo sarà mai, semplicemente perchè le realtà economiche al suo interno sono così diverse che sono gli elettori stessi a volere, ancor più degli eletti, cose diverse: ad esempio, la Merkel non fa che il suo mestiere, l'hanno eletta e rieletta per farlo, cioè l'interesse della maggioranza dei tedeschi. Che è mantenere il "si vuole" al livello di un "si può" compatibile con la competizione tra l'Euro e le altre grandi monete mondiali, anche se questo comporta che alla periferia sud dell'UE c'è gente che non campa più. Non avremo mai, mai, quell'Europa che sognavamo, che garantiva il suo modello di vita centrato sul welfare come esempio per il mondo. Non è strutturalmente possibile. Chi a sinistra continua ad aleggiare questo sogno davanti al naso dei suoi elettori è, se vogliamo, molto più colpevole dei banchieri, nei confronti delle vittime (noi tutti). Perchè inganna sapendo di ingannare, e se non lo sa è peggio ancora.
Tornando, per pura facilità di esempio, al caso di studio di prima, uno Stato sovrano che è sistema chiuso può arrivare dove vuole con quel "si vuole", purchè sappia usare come si deve la leva fiscale. Le tasse, infatti, e qui abbiamo un secondo elemento decisamente controintuitivo (anche perchè i mass-media anche qui contribuiscono pesantemente a diffondere falsa coscienza), NON servono al Re per reperire le risorse per fare girare lo Stato, perchè questo già le ha, ma servono allo Stato per garantire la funzionalità del meccanismo con cui le risorse girano. Infatti, come è facilmente dimostrabile, con la giusta tassazione, che è inferiore al livello attuale in Italia e non di poco, nel giro di pochi passaggi tutto il deficit rientra nelle casse dello Stato, e poi è tutto guadagno da reinvestire. A meno che non si attivino meccanismi perversi per cui rivoli più o meno grossi fuoriescano da questo circuito: è quello che succede con la corruzione, il nero, la criminalità organizzata. Allora, nemmeno livelli di tassazione abnormi possono bastare, anzi costituiscono un aggravio di iniquità, in quanto di fatto effettuano una redistribuzione tra chi deve pagare le tasse per forza e chi può non farlo. Ecco perchè senza una lotta alla corruzione "di livello giapponese", anche una piena sovranità monetaria sarebbe inutile.
Dai due capoversi precedenti si può solo dedurre che è dovere civico preciso di ogni cittadino di buona volontà sostenere, fino a portare alla vittoria totale e duratura, l'unico movimento politico che si propone assieme di ridare la sovranità piena al nostro Paese, e di modificare le regole stesse di selezione della classe politica di modo da disinnescare la corruzione. A prescindere dalle etichette che si possano affibiargli per la sua collocazione nel continuum destra/sinistra, o per il suo livello di democraticità interna, il moVimento 5 stelle rappresenta ormai l'unica speranza, con concrete possibilità di attuazione, di salvezza per l'Italia. O (stra)vince Grillo, o facciamo la fine della Grecia: ficcatevelo in testa, o non vi lamentate più della scuola pubblica che viene smantellata, della privatizzazione persino dell'acqua (nonostante un referendum stravinto), del lavoro che non trovate, eccetera: non sono incidenti dovuti alla crisi che sta finendo, sono precisi obiettivi di questa Unione Europea. Voi, secondo loro, non avete nessun diritto a guadagnare di più, ad avere più cose e più diritti, di un indiano o di un cinese: se siete daccordo con questo, continuate a votare per chi votate, tanto da Sel alla Lega passando per il PD e il centrodestra (più o meno ex) berlusconiano non cambia niente di niente. Ah, e se credete che questo possa avvenire attraverso l'innalzamento delle condizioni altrui piuttosto che l'abbassamento delle vostre, allora siete proprio dei deficienti boccaloni e per voi non c'è nessuna speranza.
In realtà, se un meccanismo del genere aveva una qualche speranza di innescarsi, questa passava per la difesa a oltranza del modello di vita degli europei da parte di una Unione che a questo doveva servire, porca miseria, per questo abbiamo votato si a un referendum consultivo, non per quello che è stato fatto che invece è l'opposto, ragion per cui ora noi facciamo un altro referendum analogo (si, proprio come quello, con buona pace di chi taccia di impraticabilità la strada proposta da Grillo), lo vinciamo, e poi il nostro nuovo premier Di Battista (o chi per lui, tanto anche lui non avrà che dieci anni al massimo di carriera politica) si siede al tavolo con la Troika per il taglio del debito con in tasca un piano B, una vera e concreta minaccia di DEMOLIRE questa Europa uscendone: una pistola vera non la scacciacani di Tsipras.
Torniamo alla metafora acqua/moneta, dunque, e pochi cazzi: siamo in un pianeta che si desertifica, e il mondo migliore sarebbe quello in cui l'acqua che c'è fosse innanzitutto distribuita perchè nessuno muoia di sete, ma non siamo in potere di realizzare questo mondo; possiamo però almeno costituire un esempio, a cui gli altri tentino di uniformarsi: da noi l'acqua si distribuisce perchè tutti possano almeno avere una esistenza dignitosa, e il di più, ma solo il di più, si concentra nelle mani dei più capaci secondo dinamiche capitalistiche. Oramai è dimostrato al limone: il capitalismo o viene ingabbiato con regole ferree, o agisce secondo sue proprie logiche che sono per natura incuranti di quanti restano senza sussistenza, anzi addirittura della sopravvivenza stessa del sistema, proprio come un batterio che senza antibiotici continua a moltiplicarsi secondo le sue regole riproduttive del tutto incapace di comprendere che uccidendo l'animale che lo ospita finirà per estinguersi esso stesso. A furia di pompare con le sue potenti idrovore le risorse per concentrarle secondo la sua logica, nelle mani dell'uno per cento, nel resto del pianeta l'acqua scarseggia.... Eccetera eccetera.

martedì 14 luglio 2015

IL RE E' NUDO. APPROFITTIAMONE....

Sulle prime ero tentato di fare un ampio copia e incolla del mio post del 26 gennaio scorso, di commento alla vittoria elettorale di Tsipras. Poi ha prevalso la mia vocazione donchisciottesca nel volervi attivi, nella fruizione del mezzo: se volete andatevelo a leggere, quando ci avevo azzeccato su tutta la linea.
In verità, non ho ancora capito manco oggi se il leader di Syriza è un ignorante, un mentitore o un bluff, ma avevo perfettamente individuato già allora l'irrisolubile groviglio in cui si era infilato: non si può cambiare di verso alla politica economica senza uscire dall'Euro, se non lo sai sei un pericoloso ignorante, se lo sai e lo prometti lo stesso un pericoloso bugiardo, e se stai giocando a bluffare su un tavolo dove gli altri giocatori hanno molti più soldi di te un pericoloso cretino destinato a vedere smascherato il tuo bluff. Sta a voi, amici sedicenti "di sinistra ma quella vera" che avete salutato il giovane ingegnere greco come un profeta mentre in Italia chi prometteva le stesse cose in un quadro teorico più solido e coerente (sovranità monetaria + stradicamento della corruzione attraverso un cambiamento radicale del concetto stesso di "carriera politica") lo smerdavate perchè osava farlo senza mettervi sotto le vostre insegne, decidere quale delle tre ipotesi, come già vi dissi sei mesi fa.
Ma oggi, c'è una pesantissima aggravante: il vostro eroe ha calcato il bluff (o se preferite, vi ha mentito ancora, o ha dimostrato una volta in più la sua ignoranza in economia) con un colpo di teatro, il referendum, che  purtroppo per lui (a questo punto forse ha ragione chi aveva subito azzardato l'ipotesi volesse perderlo) ha stravinto, dimostrando, come voi trionfalmente e tronfiamente affermate, che mostro sia questa UE che ci governa, o per usare una vostra azzeccata e storica metafora (che è di Andersen, quello della Sirenetta, per la precisione), che "il Re è nudo".
Peccato che subito dopo, è facile rispondervi, ha approfittato della nudità dell'Imperatore per gentilmente offrirgli le terga abbassando i calzoni. In questo, peraltro, avverando un altro detto becero ma spesso azzeccato, quello secondo cui purtroppo è facile giocare... col fuoco, quando il ... pagliericcio che si mette a rischio è altrui....
Per cui mi rimangio la tentazione di dirvi "ve l'avevo detto io". Quello che vi meritate, ve lo faccio cantare da Sinead O'Connor:
Tutti possono vedere che cosa sta succedendo
[...]
Qualunque cosa comporti,
io vivrò con le mie idee politiche,
dormirò con la coscienza pulita,
dormirò in pace.
[...]
Mi hai chiesto la verità e io te la ho detta.
Loro, proprio attraverso le loro parole,
saranno esposti al pubblico ludibrio:
hanno un grave caso de
"I vestiti nuovi dell'imperatore"

domenica 12 luglio 2015

L'OTTAVO ANNO

La grafica dei dodici mesi scorsi....
Centomila pagine visitate circa in sette anni esatti significa circa 14mila l'anno, cioè circa 40 al giorno. Tradotto in termini di comunicazione di massa, questo blog è quasi invisibile, come tanti seguito solo da qualche amico e amico di amici, e pochi sconosciuti che prima o poi sono diventati amici. Ma nell'era precedente, te lo sognavi che in media ogni giorno 25 persone, considerato il rapporto tra visite e pagine visitate che ha questo blog come si può evincere dal riquadro Histats a destra (che non è presente dall'inizio, ecco perchè i numeri totali sono diversi), vengono a sentire le cacchiate che hai scritto appena appena o di recente. E' abbastanza per solleticare quella vanità senza la quale nessuno scriverebbe niente (quelli che dicono che non è vero, che scrivono per se stessi, sono i più vanitosi di tutti), o reciterebbe, ballerebbe, eccetera. Quindi continuo, e domani è l'ottavo tredici luglio che vede Controinformoperdiletto on-line.
Come ogni anno, al compleanno regalo al blog una nuova grafica. Quella di quest'anno è ancora più semplice di quella dell'anno scorso, e Federer dallo sfondo lo tolgo per scaramanzia, visto che l'anno scorso dopo che l'avevo messo ha perso la finale di Wimbledon con Djokovic, e oggi gioca la stessa partita.
Insomma, proprio come il campione svizzero, io e voi continuiamo a giocare finchè ci diletta.

martedì 7 luglio 2015

OXI-GENE

Tutti sanno come l'ossigeno sia essenziale alla vita così come la conosciamo, molti che è un gas anche altamente pericoloso, qualcuno che queste due facce, la respirazione e la combustione, stanno sulla stessa medaglia. Cosa che in realtà per primo intuì il suo stesso scopritore e battezzante (dal greco antico "generatore di acidi"), lo scienziato francese Lavoisier, considerato il padre della chimica moderna.
Antoine-Laurent de Lavoisier era un aristocratico colto e ricco, (anche perchè) esattore fiscale (la carica si appaltava), simpatizzante per la Révolution e comunque non timoroso di essa e dei suoi giudici - per un calcolo sbagliato però, dato che questi, incuranti della sua fama legata tra l'altro all'affermazione del sistema metrico decimale, lo mandarono alla ghigliottina nel 1794, a cinquantun anni (gulp!).
Ma in questi giorni abbiamo imparato il significato di un altro OXI, il NO con cui i cittadini greci, democraticamente, hanno respinto l'ultimatum della troika, che suonava più o meno così: "se volete ancora liquidità dovete proseguire e anzi approfondire le politiche restrittive che diciamo noi, magari con un governo di nostro gradimento". Se parli con un greco prima o poi ti dirà che tu e lui siete "una faccia una razza", specie se sei magnogreco, ma invece questo loro coraggio (peraltro in parte dovuto al livello di malessere decisamente più serio del nostro) non è l'unica cosa a differenziarli da noi: lì il colpo di stato militare a fermare le aperture elettorali a sinistra è andato oltre il nostro patetico tentativo, e a tenerli da questa parte della cortina di ferro è bastato il pugno di ferro della dittatura non è servito drogarli di consumismo come a noi - quello glielo hanno fatto negli ultimissimi anni per "vendergli" il pacco-Euro, con le Olimpiadi a fiocchetto. Quindi la narrazione per cui se hai un alto debito pubblico è perchè hai vissuto al di sopra dei tuoi mezzi, lì, è ancora più stiracchiata che da noi: pochi anni di boom, peraltro condito da un livello di corruzione questo si "italico", e poi anni e anni di avanzo primario per rientrare.
Avanzo primario è un'espressione ingannevole, sembra una bella cosa. In realtà significa che complessivamente lo Stato toglie più ai cittadini di quanto gli dà. Toglie posti di lavoro pubblici, stipendi, pensioni, sanità, investimenti, istruzione, e intanto aumenta le tasse: se questo trattamento arriva al punto che non sai come curarti o scaldarti, prima che arrivi a quello che non sai come mangiare fai quello che puoi per interromperlo. Ebbene, l'Italia è in avanzo primario non dal 2010 o 11 come la Grecia, ma (con qualche piccola interruzione sotto Berlusconi, e per soli scopi di foraggiamento della classe politica e imprenditoriale) dal 1992: evidentemente eravamo tanto più ricchi, o è la lentezza del trattamento a renderlo meno intellegibile, o forse siamo tanto più coglioni a sopportare tutto ciò magari ciascuno sperando di ottenere per se tramite le amicizie politiche quello che quindi non lotta per avere per la collettività. Non lo so. So che dopo ventitreanni di impoverimento (a meno che non vi lasciate ingannare dagli smartphone, è una precisa strategia), materiale e dei diritti, ce ne sarebbe abbastanza per una rivoluzione. E, anche a leggere i dati sulla frattura generazionale tra i si e i no al referendum greco, toccherebbe ai giovani farla. Ve lo dice una sottospecie di intellettuale (manco uno scenziato) di cinquantun anni (gulp!).
...
Svolto il temino per chi ama le letture brevi, da qui in poi gli approfondimenti riservati ai secchioni, i chiumbini si diceva dalle mie parti ai miei tempi, o comunque a quelli che non si bevono la favoletta dei greci spendaccioni e dell'Europa buona che li vuole riportare sulla retta via:
  • se volete vedere con tanto di grafici come quello che vi dice il telegiornale sulla grecia è un mucchio di menzogne, il solito beppegrillo qui fa un riassunto di dati pubblici da sempre disponibili, che dimostrano inoppugnabilmente che la spirale del rapporto debito/PIL si è impennata DOPO e A CAUSA delle politiche di cosiddetto risanamento;
  • se non vi basta l'elenchino e volete un quadro teorico coerente, Bagnai sul Fatto vi ricorda come e perchè è proprio l'Euro la causa dei mali del Sud Europa, e lo è non per sbaglio, ma perchè è stato disegnato apposta così: se in un mercato comune di merci inibisci, a riequilibrare gli squilibri tra le sue varie aree, la leva monetaria, non resta che il mercato del lavoro;
  • se siete ancora convinti che il "referendum" anti-euro di Grillo sia una fesseria (dimenticando che sarebbe analogo a quello propositivo con cui ci ingannarono negli anni 90), provate a smontare la logica matematica con cui Odifreddi invoca addirittura un referendum europeo sulla linea di politica economica da far prendere all'Unione (che o la cambia o muore, ormai è lampante);
  • se tutto questo balletto di trattative referendum e penultimatum non vi convince, e cominciate a intuire che chi decenni di neocolonialismo hanno portato a non avere più niente da perdere si sta organizzando attorno a valori che non capiamo neanche lontanamente e probabilmente costituisce il futuro dell'umanità (non il progresso o regresso, non si dice se i barbari fossero meglio o peggio dei romani, erano semplicemente DOPO, non distruttori di civiltà, ma necessari costruttori di una nuova civiltà sulle ceneri di una vecchia che si era andata autodistruggendo), allora leggetevi qui comandante Nebbia, e sentite che brividino...

mercoledì 1 luglio 2015

BASTA POLITICOCRAZIA!

E' sempre meglio che lavorare, vero compagno Presidente?
Il concetto stesso di democrazia nasce nelle poleis greche, non a caso: fu quella civiltà a dotarsi per prima, partendo da quello dei fenici (e con lo stesso scopo commerciale) e migliorandolo, di un "alfabeto" semplice, e la diffusione della scrittura ad ampie fasce della popolazione è condizione essenziale perchè in questa si possa diffondere l'esigenza stessa di discutere dell'organizzazione della casa comune e del suo possibile cambiamento (fino a che la trasmissione della cultura era orale, infatti, essa veniva tramandata "come se" fosse immutabile da sempre, e quindi veniva appresa "come se" lo fosse per sempre).
Vista con gli occhiali ideologici di oggi, la democrazia delle poleis non sembrerebbe poi così "democratica", visto che oltre agli "analfabeti" escludeva i tanti schiavi e le donne, ma a parte ciò la dimensione della politica consentiva daltronde che tutti quelli che avessero la capacità di ragionarci sopra ed esprimere quindi una scelta consapevole venissero chiamati a dire la propria.
Le democrazie moderne, applicandosi a entità molto più grandi e complesse delle poleis, non consentono invece che la rappresentanza indiretta, almeno fino a che (se mai ciò avverrà: negli anni 80 noi ragazzi ancora favoleggiavamo dell'avvento dell'era dell'alfabetizzazione informatica, ma come ben sapete è risultato più semplice e conveniente commercialmente far diventare più stupidi computer e affini che più intelligenti noi...) la tecnologia non consentirà diversamente.
Dopodichè, qualunque sia il tipo di rappresentanza indiretta che scegli, esso creerà dei problemi, che è come dire che non puoi non avere problemi, puoi solo scegliere che tipo di problemi avere scegliendo il tipo di rappresentanza indiretta che secondo te crea quei problemi e non altri. Il che pone due questioni: se ti sai scegliere i problemi "migliori" per te, e se sei in grado di capire quale scelta crea proprio quelli e non altri.
In queste due questioni, noi italiani abbiamo ampiamente dimostrato di non saperci fare. Non so se siamo proprio ultimi, in questa speciale classifica, ma in zona retrocessione permanente si, se è vero come è vero che non siamo mai stati una democrazia compiuta e quando abbiamo cercato di rimediare abbiamo peggiorato e di molto.
...
Forse non ha fatto niente, forse invece fin dall'inizio non
aveva in mente che di arricchirsi in ogni modo. O forse è
proprio fare carriera politica, che prima o poi ti corrompe.
Questo tipo di considerazioni "filosofiche" mi (ri)assalgono quando leggo in cronaca che hanno "pizzicato" Nino De Gaetano con le mani nella marmellata. Probabilmente, se non siete reggini il nome non vi dirà molto, e penserete sia solo uno dell'interminabile lista dei politici corrotti italiani. Per cui, ecco perchè la cosa in quanto reggino mi colpisce.
Il ragazzo (perchè di ragazzo si parla ormai per gli under40, perchè come politico è relativamente giovane, e perchè si è fatto strada in politica appunto fin da ragazzo ed è ancora legato a quella immagine lì) fu eletto consigliere di circoscrizione a 19 anni, nel 1996, tra le fila di Rifondazione comunista. Non lo conosco personalmente, perchè troppo più giovane di me, ma anche se ai tempi ero via già da parecchi anni, ricordo la stima bipartisan di "ragazzo pulito" che lo circondava, attirandogli parecchi consensi persino in un quartiere destrorso di una città già destrorsa di suo, e va bene che stiamo parlando degli anni della Primavera reggina del sindaco professore Falcomatà, comunista eletto e rieletto plebiscitariamente in una città di fascisti, ma il ragazzo sembrava aggiungere qualcosa di suo all'effetto trascinamento del rimpianto Italo, almeno così si captava in giro. Dopo dieci anni, "naturalmente", lo ritroviamo alla Regione, sempre in quota PRC, poi seguendo la corrente migratoria approda al PD, e le gesta per cui dopo altri nove anni è oggi incriminato (la rassegna stampa locale è in appendice...) le compie da Assessore regionale a Lavori Pubblici Infrastrutture e Trasporti.
Ora, intanto bisogna dire che, a differenza di troppi altri, De Gaetano si è subito dimesso, e in questi rari casi è doveroso rimarcare che si è innocenti fino a condanna definitiva, proprio perchè intanto è l'interessato stesso a togliersi dal gioco politico consapevole del fatto che non si può giocarlo nemmeno da semplici incriminati.
Che cominceremmo a salvarci nel momento che questa norma di semplice etica fosse legge dello Stato, è importante ma non è dove volevo arrivare. Ci arrivo invece passando per Roma: avete visto che in mezzo a una bufera di inquisiti e condannati, questi hanno il coraggio di mandare avanti la candidatura per le Olimpiadi? O anche, senza andare nel penale, la faccia della Serracchiani oggi, mentre difende la miriade di provvedimenti di destra-destra del suo governo, in confronto a quella di ieri, quando prese la parola facendo la pasionaria contro Franceschini? O la faccia di tolla di Orfini, uno che con lo stesso look da "zecca" (per i non romani, il nomignolo dispregiativo dei comunisti presso la destra capitolina) con cui girava le sezioni e gli eventi romani oggi da Presidente del Partito e Commissario straordinario per Roma difende porcherie di Renzi che se le avesse fatte Berlusconi lo avrebbero visto organizzare manifestazioni di piazza per fermarle? Sono tre esempi, diversi ma ugualmente significativi, di una realtà che è il vero Nemico da abbattere: l'idea stessa di "carriera politica".
Io voglio credere che Nino fosse davvero un ragazzo pulito, Deborah solo una ragazza che non ne poteva più degli errori dei vertici del suo partito, Matteo un militante convinto e sincero. Ma il primo grazie a consensi crescenti, magari anche di chi forse a bocce ferme non avrebbe mai voluto, la seconda grazie a una botta di culo, il terzo grazie al tradizionale nepotismo romano, per cui conta solo di chi sei figlio e/o figlioccio, hanno tutti e tre fatto di mestiere il Politico. Invece che lavorare.
Il moVimento 5 stelle dice che i suoi non possono fare vita politica per più di dieci anni, a qualunque livello. Vedremo se mantiene la parola, non ne sono passati che un paio, dai primi eletti. E non so nemmeno quante speranze abbia davvero di vincere le prossime elezioni politiche, anche se grazie proprio alla legge elettorale renziana ora può davvero farcela. Ma se solo, in qualunque modo ciò accadesse, riuscisse ad affermare le proprie regole di selezione della classe politica come Legge dello Stato, avrebbe (ok, forse) salvato l'Italia.
Nessuno a nessun titolo deve poter vivere di politica per più di dieci anni. E chiunque entri in politica, deve rinunciare ad ogni privacy ed essere totalmente trasparente in quanto a patrimonio e redditi, dando modo a un audit pubblico di controllare periodicamente e soprattutto a fine carriera, e dovendo spiegare ogni centesimo di arricchimento, con inversione dell'onere della prova. A prescidere da eventuali reati. Chiunque. Se poi così la cosa resta poco appetibile, meglio. Altro che Legge Severino e tentativi di scapolarla...

Appendice: rassegna stampa De Gaetano

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