Almeno quando è ripugnante uno in qualche modo lo riconosce... |
Visto che è con le analogie col privato che vi fregano, ne adotto (non è mia, gira...) una con cui vi potete difendere quando vi attaccano con la tiritera del "chi ha un debito pubblico alto è come una famiglia che ha vissuto a lungo al di sopra delle sue possibilità", che calza come un guanto al caso greco ma funziona abbastanza anche nel nostro.
C'era una volta una famiglia di pooracci, trattenuta per decenni ai margini dell'economia cittadina con la forza, perchè proprio non gli avrebbero mai consentito di andarsene nella città affianco, nemica, che quando finalmente quest'ultima fu sconfitta venne avvicinata da uno strozzino. Il tipo si presentava vestito elegante e con bei modi e belle parole convinse il capofamiglia che erano iniziati tempi nuovi per la città, che oramai le cose giravano per tutti, e che anche per loro le vacche magre erano finite: bastava indebitarsi un po', che sarà mai ormai lo fanno tutti, e con quei soldi alimentare un giro che poi una volta che ci sei dentro si autoalimenta e tu paghi i debiti e il giro ricomincia. E tu intanto ti sei fatto la macchina nuova, si va beh costruita in un altro Paese ma appunto finalmente puoi permetterti questa qualità, e poi un po' di armi per difendere la roba tua, e poi magari per farti conoscere e piazzare la tua merce organizzi una bella fiera a casa tua, si ti prestiamo pure i soldi per ristrutturarla tanto dai visitatori rientri dalle spese e oltre, eccetera eccetera. Infine, siccome il capofamiglia ancora un po' titubava, da un lato gli truccano un po' i conti, così i debiti sembrano meno di quanto sono, e dall'altro se avesse accettato ci sarebbe stato pure il margine per una bustarella extra tutta per lui.
Quella famiglia, finchè era stata povera, tutto sommato riusciva a campare del proprio. Aveva resistito ai tempi bui, e questo si sa tempra i caratteri. All'improvviso benessere, invece, non era abituata, anzi non ci era proprio strutturata: aveva bisogno di troppe cose che venivano da fuori, il debito crebbe, anche perchè quelle bustarelle erano belle grosse, ma vuoi perchè quelle le tenevano tutti ben nascoste, vuoi perchè all'inizio del nuovo sodalizio tutti prestavano volentieri soldi a basso costo a tutti, il giochino sembrava funzionare. Ma un bel giorno, molto lontano da li, i capi dello strozzino ebbero dei problemi con dei debitori molto ma molto grossi che avevano fatto degli impicci ancora più grandi. Per riprendersi, cominciarono a preoccuparsi anche dei prestiti molto lontani, e a chi pensavano avesse maggiori difficoltà a restituirli cominciarono a chiedere interessi più alti. Ma come, disse il capofamiglia al suo strozzino, non avevi detto che eravamo come una grande famiglia, ora? perchè a me i tuoi capi applicano interessi più alti? perchè c'è un "come" di troppo, rispose lo strozzino, e anche se abbiamo il borsellino in comune voi siete una cosa e noi un'altra, per cui è la legge del mercato a dire che voi dovete pagare di più per il vostro debito, perchè siete meno affidabili.
Il fatto è che, come sempre con gli strozzini, ben presto l'ammontare degli interessi impedisce che esista in natura un piano di ammortamento del debito realisticamente capace di un qualunque rientro. E gli strozzini lo sanno da prima, per questo all'inizio sono così generosi: vogliono la tua casa, la tua attività, la tua vita, è quello il loro vero obiettivo. E quando la vittima se ne accorge, è sempre troppo tardi. Infatti la nostra famiglia, quando a un certo punto si è accorta che nessun sacrificio sarebbe stato sufficiente, ma proprio aritmeticamente, a invertire la spirale di quel debito, ha commesso l'errore di chiedere aiuto, credendolo ancora un galantuomo e credendo ancora ai patti sottoscritti, proprio allo strozzino. Il quale, approfittando del tempo che ha apparentemente concesso ai debitori, realmente prendendoselo per fare questa cosa, non ha fatto altro che cambiare i creditori, liberando gli amici suoi dai rischi che spostava su altre famiglie del suo giro, che costringeva all'accollo forte della morsa del suo ricatto. Quando questa operazione fu completata, la nostra famiglia era pronta a finire nelle mani di "giggino o zozzuso", che si piglia a forza gioielli mobili tv e se gli gira pure le femmine...
Se ancora non lo avete capito, vi ho raccontato la storia del debito greco (e senza ragionare sui possibili retroscena). Ma attenzione che la storia di quello italiano non è molto, ahinoi, diversa. Le differenze ci sono, ma non tutte a nostro favore, e quasi nessuna di sintassi, spesso solo di quantità. Ad esempio, nemmeno a noi era possibile "trasferirci nella città nemica", ma a noi bastò metterci paura, con ondate di stragi ben calibrate, e la dittatura formale fu solo sfiorata (quella sostanziale è un altro discorso...). D'altronde, e in parallelo, essendo molto più grossi e più importanti, a noi è stato consentito di "vivere al di sopra delle nostre possibilità" per molto più tempo. Infine, per la stessa ragione, noi siamo ancora in grado (per poco, perchè il nostro tessuto produttivo è stato scientemente distrutto, anche grazie alla trappola-Euro) di minacciare credibilmente la nostra uscita, la quale peraltro è ancora in grado di mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell'Unione. Queste differenze spiegano perchè non siamo (ancora) a una situazione greca, ma non sono sufficienti, proprio perchè dissimulate e ignorate da una classe politica e imprenditorial/finanziaria complice dello strozzino nonchè corresponsabile diretta e indiretta di una quota del debito talmente rilevante da spiegarne da sola la dinamica esponenziale, a metterci al riparo. Il nostro debito è ormai fuori controllo, ogni ulteriore politica restrittiva non può che peggiorarlo, anche perchè avviene in costanza di ruberie e sprechi ma a prescindere da ciò, che peraltro vanificherebbe anche un eventuale recupero di sovranità monetaria. Serve assolutamente azzerare la classe politica, e meccanismi di reclutamento di quella nuova tali da impedire il riprodursi delle dinamiche corruttive, che dia ai partner europei un ultimatum: o riscriviamo i trattati per fare dell'UE uno Stato sovrano con una banca centrale prestatrice di ultima istanza avente l'obiettivo statutario di garantire con qualunque mezzo la piena occupazione e comunque una vita dignitosa a tutti i cittadini europei (in pratica, una rivoluzione di 180° - peraltro impossibile, perchè la maggior parte dei cittadini dell'Europa del centro-nord non la vuole affatto) o noi ne usciamo, subito. Oggi, questo progetto pare volerlo seguire ed essere in grado di attuarlo solo il moVimento di Grillo, ma noi italiani dobbiamo essere pronti come nel 43/45 ad appoggiare chiunque dimostri seriamente e credibilmente di starci, a prescindere del fatto se ci riconosciamo o meno nell'ideologia, esattamente come in un nuovo CLN (paradossi della Storia a parte; ma seriamente, compagni: vogliamo di nuovo lasciare alla peggiore destra gli argomenti giusti?). Chi non capisce questo, merita la rovina che ci attende.
Perchè "vivere al di sopra delle nostre possibilità" è stato nè più nè meno quello che ha consentito, per la prima volta nella storia dell'umanità, a intere popolazioni di vincere sulla legge entropica generale della concentrazione del potere e della ricchezza, che in questi ultimi decenni ha invece ripreso a regnare incontrastata. Se io e voi siamo in grado di scrivere e leggere, e viaggiare e progettare, e curarsi e filosofare, come per millenni solo i sovrani avevano potuto, è per questo miracolo. Solo le lottiamo alla morte per tenercelo stretto, possiamo poi anche avere speranza di tramandarlo nel tempo e trasmetterlo nello spazio. Se invece crediamo alle favole che ci raccontano per fregarci, tipo quella del capofamiglia eccetera, ecco che ci hanno già fregato...
Nessun commento:
Posta un commento