mercoledì 1 luglio 2015

BASTA POLITICOCRAZIA!

E' sempre meglio che lavorare, vero compagno Presidente?
Il concetto stesso di democrazia nasce nelle poleis greche, non a caso: fu quella civiltà a dotarsi per prima, partendo da quello dei fenici (e con lo stesso scopo commerciale) e migliorandolo, di un "alfabeto" semplice, e la diffusione della scrittura ad ampie fasce della popolazione è condizione essenziale perchè in questa si possa diffondere l'esigenza stessa di discutere dell'organizzazione della casa comune e del suo possibile cambiamento (fino a che la trasmissione della cultura era orale, infatti, essa veniva tramandata "come se" fosse immutabile da sempre, e quindi veniva appresa "come se" lo fosse per sempre).
Vista con gli occhiali ideologici di oggi, la democrazia delle poleis non sembrerebbe poi così "democratica", visto che oltre agli "analfabeti" escludeva i tanti schiavi e le donne, ma a parte ciò la dimensione della politica consentiva daltronde che tutti quelli che avessero la capacità di ragionarci sopra ed esprimere quindi una scelta consapevole venissero chiamati a dire la propria.
Le democrazie moderne, applicandosi a entità molto più grandi e complesse delle poleis, non consentono invece che la rappresentanza indiretta, almeno fino a che (se mai ciò avverrà: negli anni 80 noi ragazzi ancora favoleggiavamo dell'avvento dell'era dell'alfabetizzazione informatica, ma come ben sapete è risultato più semplice e conveniente commercialmente far diventare più stupidi computer e affini che più intelligenti noi...) la tecnologia non consentirà diversamente.
Dopodichè, qualunque sia il tipo di rappresentanza indiretta che scegli, esso creerà dei problemi, che è come dire che non puoi non avere problemi, puoi solo scegliere che tipo di problemi avere scegliendo il tipo di rappresentanza indiretta che secondo te crea quei problemi e non altri. Il che pone due questioni: se ti sai scegliere i problemi "migliori" per te, e se sei in grado di capire quale scelta crea proprio quelli e non altri.
In queste due questioni, noi italiani abbiamo ampiamente dimostrato di non saperci fare. Non so se siamo proprio ultimi, in questa speciale classifica, ma in zona retrocessione permanente si, se è vero come è vero che non siamo mai stati una democrazia compiuta e quando abbiamo cercato di rimediare abbiamo peggiorato e di molto.
...
Forse non ha fatto niente, forse invece fin dall'inizio non
aveva in mente che di arricchirsi in ogni modo. O forse è
proprio fare carriera politica, che prima o poi ti corrompe.
Questo tipo di considerazioni "filosofiche" mi (ri)assalgono quando leggo in cronaca che hanno "pizzicato" Nino De Gaetano con le mani nella marmellata. Probabilmente, se non siete reggini il nome non vi dirà molto, e penserete sia solo uno dell'interminabile lista dei politici corrotti italiani. Per cui, ecco perchè la cosa in quanto reggino mi colpisce.
Il ragazzo (perchè di ragazzo si parla ormai per gli under40, perchè come politico è relativamente giovane, e perchè si è fatto strada in politica appunto fin da ragazzo ed è ancora legato a quella immagine lì) fu eletto consigliere di circoscrizione a 19 anni, nel 1996, tra le fila di Rifondazione comunista. Non lo conosco personalmente, perchè troppo più giovane di me, ma anche se ai tempi ero via già da parecchi anni, ricordo la stima bipartisan di "ragazzo pulito" che lo circondava, attirandogli parecchi consensi persino in un quartiere destrorso di una città già destrorsa di suo, e va bene che stiamo parlando degli anni della Primavera reggina del sindaco professore Falcomatà, comunista eletto e rieletto plebiscitariamente in una città di fascisti, ma il ragazzo sembrava aggiungere qualcosa di suo all'effetto trascinamento del rimpianto Italo, almeno così si captava in giro. Dopo dieci anni, "naturalmente", lo ritroviamo alla Regione, sempre in quota PRC, poi seguendo la corrente migratoria approda al PD, e le gesta per cui dopo altri nove anni è oggi incriminato (la rassegna stampa locale è in appendice...) le compie da Assessore regionale a Lavori Pubblici Infrastrutture e Trasporti.
Ora, intanto bisogna dire che, a differenza di troppi altri, De Gaetano si è subito dimesso, e in questi rari casi è doveroso rimarcare che si è innocenti fino a condanna definitiva, proprio perchè intanto è l'interessato stesso a togliersi dal gioco politico consapevole del fatto che non si può giocarlo nemmeno da semplici incriminati.
Che cominceremmo a salvarci nel momento che questa norma di semplice etica fosse legge dello Stato, è importante ma non è dove volevo arrivare. Ci arrivo invece passando per Roma: avete visto che in mezzo a una bufera di inquisiti e condannati, questi hanno il coraggio di mandare avanti la candidatura per le Olimpiadi? O anche, senza andare nel penale, la faccia della Serracchiani oggi, mentre difende la miriade di provvedimenti di destra-destra del suo governo, in confronto a quella di ieri, quando prese la parola facendo la pasionaria contro Franceschini? O la faccia di tolla di Orfini, uno che con lo stesso look da "zecca" (per i non romani, il nomignolo dispregiativo dei comunisti presso la destra capitolina) con cui girava le sezioni e gli eventi romani oggi da Presidente del Partito e Commissario straordinario per Roma difende porcherie di Renzi che se le avesse fatte Berlusconi lo avrebbero visto organizzare manifestazioni di piazza per fermarle? Sono tre esempi, diversi ma ugualmente significativi, di una realtà che è il vero Nemico da abbattere: l'idea stessa di "carriera politica".
Io voglio credere che Nino fosse davvero un ragazzo pulito, Deborah solo una ragazza che non ne poteva più degli errori dei vertici del suo partito, Matteo un militante convinto e sincero. Ma il primo grazie a consensi crescenti, magari anche di chi forse a bocce ferme non avrebbe mai voluto, la seconda grazie a una botta di culo, il terzo grazie al tradizionale nepotismo romano, per cui conta solo di chi sei figlio e/o figlioccio, hanno tutti e tre fatto di mestiere il Politico. Invece che lavorare.
Il moVimento 5 stelle dice che i suoi non possono fare vita politica per più di dieci anni, a qualunque livello. Vedremo se mantiene la parola, non ne sono passati che un paio, dai primi eletti. E non so nemmeno quante speranze abbia davvero di vincere le prossime elezioni politiche, anche se grazie proprio alla legge elettorale renziana ora può davvero farcela. Ma se solo, in qualunque modo ciò accadesse, riuscisse ad affermare le proprie regole di selezione della classe politica come Legge dello Stato, avrebbe (ok, forse) salvato l'Italia.
Nessuno a nessun titolo deve poter vivere di politica per più di dieci anni. E chiunque entri in politica, deve rinunciare ad ogni privacy ed essere totalmente trasparente in quanto a patrimonio e redditi, dando modo a un audit pubblico di controllare periodicamente e soprattutto a fine carriera, e dovendo spiegare ogni centesimo di arricchimento, con inversione dell'onere della prova. A prescidere da eventuali reati. Chiunque. Se poi così la cosa resta poco appetibile, meglio. Altro che Legge Severino e tentativi di scapolarla...

Appendice: rassegna stampa De Gaetano

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