No, non ho preso a caso, del Diluvio universale, la versione di un genio del Rinascimento |
E' che ogni tanto capita l'occasione, che so due chiacchiere con un amico che finalmente ha capito la tua posizione o un articolo in cui ti imbatti che finalmente la espone con chiarezza che sembra definitiva, di tornare a ribadire un qualcosa, e allora è tanto più importante ribadirlo quanto più questo qualcosa è importante a capire il quadro dentro cui si muovono tutti gli argomenti di dettaglio in cui ci dibattiamo, dando loro un senso complessivo che senza il quadro non hanno.
Dunque il quadro è questo:
- la popolazione mondiale ha impiegato millenni per arrivare al miliardo, e due secoli per passare da un miliardo a oltre sette, nove tra 25 anni;
- senza la diffusione esplosiva e immediata di un fattore di moltiplicazione tecnologico di drammatica potenza, molto più potente di quanto fu lo sfruttamento dei combustibili fossili a partire dal carbone che è alla base della prima rivoluzione industriale, semplicemente il pianeta non è in grado di sostentarci tutti anche intendendo con ciò solo pane e acqua, ma anche se tale fattore fosse possibile avviarlo domattina, ci farebbe solo guadagnare qualche decennio perché dall'altro lato incentiverebbe la dinamica demografica perlomeno a non rallentare, mentre solo una crisi drammatica con miliardi di vittime darebbe luogo a un reset che a seconda degli scenari darebbe alla specie umana altri secoli, o le darebbe millenni, o liberebbe spazio per altre specie dominanti;
- tutto ciò riguarda principalmente il lungo periodo, e poiché come diceva Keynes "nel lungo periodo saremo tutti morti" non sarebbe serio occuparsene se non fosse che gli effetti già sono evidenti nel medio periodo(tutta la storia contemporanea dalla crisi petrolifera dei primi anni 70 a oggi ne è figlia), e cominciano a farsi sentire anche nel breve, sotto forma della crisi economica in corso dal 2009;
- non è necessario postulare un grande vecchio o un club di cattivoni, i meccanismi di funzionamento del capitalismo si comportano quasi come leggi di natura: la ricchezza tende a concentrarsi in poche mani (come la gravità tende a formare da tanti detriti pochi pianeti) con qualunque mezzo lecito o meno, e quando più realtà economiche si unificano tendono a comportarsi come recipienti contenenti liquidi di diversa temperatura quando si versano in uno più grande;
- per contrastare questi meccanismi, come per qualsiasi tendenza entropica, occorre del "lavoro": contro l'accumulazione del capitale le lotte di chi ha cercato in vario modo di attivare la sua redistribuzione verso il basso, contro la sua globalizzazione le realtà politiche di varia scala che tentano di difendere finché possono le peculiarità del proprio sottosistema rispetto al sistema-pianeta; nel primo lavoro rientrano sia il socialismo e il sindacalismo che il welfare e il consumismo che sono le risposte del capitalismo a quelle istanze, nel secondo sia il nazionalismo e il colonialismo che l'europeismo prima maniera, cui molti di noi hanno aderito proprio nella speranza che potesse costituire quella massa critica in grado di farci reggere alle conseguenze peggiori della globalizzazione;
- lavori di questa portata possono essere innescati solo con grandi quantità di combustibile, a sua volta accendibile solo con una grande scintilla: esaurita la spinta della rivoluzione industriale c'è voluta una guerra mondiale, e questo già ci dice qualcosa del futuro;
- di fatto, detta molto alla grossa, la successione logico/dialettica degli eventi è stata questa: mercantilismo > rivoluzione tecnologica dei trasporti > primo colonialismo > rivoluzione tecnologica fossile > rivoluzione industriale > socialismo > secondo colonialismo e nazionalismo > guerra mondiale > welfare State > consumismo > crisi energetica e palesamento dei limiti del sistema-Terra > monetarismo > globalizzazione > crisi odierna;
- in ognuna di queste tappe, hanno funzionato e funzionano i meccanismi di cui al punto 4, su scala diversa;
- oggi è quindi in moto un meccanismo che tende a concentrare la ricchezza e con essa il potere nelle mani di poche persone al mondo, e a distribuire equamente le briciole a tutti gli altri, incurante del fatto se da questa distribuzione risulterà che i singoli possono almeno sostentarsi o meno;
- anche stavolta, queste tendenze possono essere contrastate solo da una presa di coscienza generale, ma è più probabile che lo siano a scale inferiori, sufficienti forse a salvare per un po' Stati o zone più potenti, ma capaci sicuro a innestare conflitti (ve ne siete accorti, che la terza guerra mondiale è iniziata nel 2001 con prologo dieci anni prima, o vi serve una bomba sulla testa?);
- chi guida il meccanismo di cui al punto 9, avendone le risorse, si serve di tutta una catena di intermediari per farsi "accogliere" dalla popolazione impedendole la presa di coscienza di cui al punto 10, catena che va da una classe dirigente economica di medio livello, ai politici col loro finto contrapporsi, ai giornalisti più o meno direttamente a libro paga degli uni o degli altri, che se e quando arriva una voce fuori dal coro (in grado di scardinare o almeno minacciare questo sistema di schermi) si coalizza contro di essa per farla tacere o neutralizzarla.
Intanto, non resta che sperare che gli argini che saremo capaci di mettere reggano nel breve, e per chi ha figli nel medio, periodo.