lunedì 16 giugno 2014

MANU E MARCO

Si lo so che è una cavolata di quelle che si possono perdonare, e a stento, solo a un liceale: ho preso una canzone di Dalla e ci ho cambiato qualche parola di modo da farla suonare come un tributo alla vittoria del quinto anello NBA dei San Antonio Spurs (il quarto per Manu Ginobili, il primo per Marco Belinelli e per un italiano), e non è venuta nemmeno tanto bene.
Ma ci sono alcune ragioni per vincere la vergogna e pubblicarla lo stesso:
  • ho visto davvero un ragazzino magro e dinoccolato sbarcare a Reggio Calabria dall'Argentina, e ho pensato davvero subito (e l'ho detto, ho i testimoni!), notando il suo sguardo, che sarebbe presto arrivato in NBA e non per fare da comparsa, quindi oggi che a 37 anni è quasi alla fine di una carriera stellare posso pure azzardare che lo aspetta una carriera da head coach forse altrettanto titolata, se ne ha voglia;
  • sono certo che nella maturazione di questo ragazzo italiano (che magari non ha avuto tutto l'anno un gran minutaggio ma in questo titolo c'è anche la sua firma, e d'altronde senza personalità non si può vincere la gara da tre all'All Star Game), e forse persino nel suo arrivo a San Antonio, c'è lo zampino del suo compagno argentino, che lui ragazzino ammirava stella della Virtus, prima che le traversie societarie delle V nere lo portassero a sfondare sponda Fortitudo;
  • quindi i due prima che in Texas hanno giocato assieme proprio nella squadra di cui il "pivot" Dalla (a un concerto fuori dal Botteghelle nel 1985, poco prima della prima stagione di A1 della Viola, noi giovani tifosi neroarancio lo abbiamo stuzzicato fino a fargli parlare della sua passionaccia per la palla a spicchi, e dire che "forza Viola sono d'accordo anch'io" - ho la cassetta registrata, posso provarlo! - pochi giorni prima che Reggio battesse proprio Bologna all'esordio in campionato...) era il primo supporter, per cui sono certo che Lucio mi perdonerebbe lo scempio.
Manu come sono tanti
ragazzi emigrati
ma con quello sguardo
sguardo che a vederlo capisci qualcosa:
gli guardi gli occhi e già lo sai
stella di periferia
che è tra noi per qualche tempo
ma presto lo vedremo andar via...
Marco grosse scarpe e poca carne
Marco cuore in allarme
padre madre e due fratelli
a Persiceto, sempre quella,
Se chiude gli occhi lui lo sa
lupo di periferia
giocherà con le vu nere
ma presto lo vedremo andar via...
E la terra è una palla ed il cielo è un canestro
quanti anelli a saturno ma solo uno nel cesto
Marco è lì a provar
non sa cosa farà
poi c'è qualcuno che crede al ragazzo
si può andare in Texas...
Manu grande sguardo conduce il ballo
Marco che a giocare sembra un cavallo
in un caldo che è uno schifo
tanta gente che li guarda
tutti i cowboys fanno il tifo
Ma dimmi tu dove sarà
dov'è la strada per le stelle
mentre giocano si guardano e si scambiano la pelle...
E cominciano a volare
con tre salti sono fuori dal normale
con un aria da commedia americana
sta finendo anche questa partitona...
Ma l'America è lontana
dall'altra parte del pianeta
che li guarda e intanto ride,
così forti da far quasi paura...
E l'anello in tripudio ora si avvicina
con un mucchio di stelle cade per strada
in fondo all'Argentina
e a Bologna giù in città:
a San Giovanni non dorme nessuno
se prima festa non si fa...
Manu avrebbe dovuto mollare
Marco voleva andarsene lontano
Qualcuno li ha visti esultare
tendendosi la mano...
 

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