venerdì 6 giugno 2014

ONCOLOGIA DEL POTERE

Ma una bella paratia mobile sui denti, a certa gente, no?
Non so se l'arretramento del Movimento 5 Stelle sia momentaneo o definitivo, o se sia più effetto di carenze strutturali del progetto o strategiche dei leader oppure del massiccio attacco mediatico sferratogli a 360° (Berlusconi nei periodi peggiori rispondeva dalle sue trincee televisive ad attacchi a 180°), ma sono cose che vedremo, in questo momento non importano. Adesso conta solo tener fermo e chiaro un punto: le istanze intercettate dalla proposta grillina restano valide, e se la cronaca non mente minacciano di restarlo a lungo. Ragion per cui, se non sarà lo stesso moVimento, magari cambiando modi, a portarle avanti, ne approfitterà qualcun altro, e potrebbe essere molto peggio di Farage o della Le Pen. Certo non sarà la sinistra, che dimostra sia nei vertici che nell'elettorato di non avere ancora la minima idea di dove sia il problema, se è vero come è vero (a meno che non mentano) che pensano ancora sia possibile "un'altra Europa" senza mettere in discussione la costruzione-Euro e la politica monetaria di destra che ne è portato inscindibile.
Come ho detto troppe volte, i capisaldi del grillo-pensiero, le architravi strutturali di un sistema di valori per il resto sovrastrutturale e quindi prescindibile, sono due: la necessità di riprendere in mano la leva monetaria per gestire democraticamente le strategie economiche fondamentali (a livello nazionale, dopo aver fatto un serio tentativo a livello europeo che è tanto meno di probabile riuscita quanto più sono divergenti gli interessi in ballo) e una lotta senza quartiere alla corruzione che parta dalla riforma radicale del concetto stesso di carriera politica.
E' la cronaca che ce lo ricorda, arrivando a riportare le conseguenze giudiziarie di cose la cui sintassi era nota a chi voleva vederlo già da quando se ne cominciò a parlare: del Mose decenni fa, della Expo milanese da qualche anno. Il moVimento non c'era ancora, ma il blog di Grillo c'era già, a gridare nel deserto che le cosiddette Grandi Opere, tutte, ognuna di esse e quindi anche la TAV e ora l'Expo, non avevano altra utilità che creare le condizioni per riempire il pozzo senza fondo della corruzione. Il Mose non fa eccezione: è nato solo per mangiarci su, perché per la laguna e Venezia sarebbero state molto ma molto meglio strategie meno costose e con ricadute maggiori sull'economia locale, di manutenzione e cura.
Apro una parente. Proprio per dare una mano ad un "compagno" (oggi antigrillino sfegatato) in uno studio sul debito pubblico, venti anni fa mi studiai i dati bankitalia in materia, scoprendo con stupore che il salto gigantesco (cito a memoria, tanto oggi chi vuole può riscontrare su Internet) dal 40 al 130 per cento del PIL avvenne negli anni, successivi al divorzio tra Governo e Banca d'Italia, in cui si affermò ed espanse il craxismo, il sistema di potere che portò la corruzione dallo status naturale di effetto collaterale inevitabile in ogni democrazia a quello da allora sistemico in Italia di cancro metastatizzato. La metafora è, mi rendo conto, cruda, ma purtroppo è estremamente precisa: Mani pulite fu come un intervento di asportazione chirurgica della parte principale del morbo, ma la sua diffusione era tale che manco due anni dopo il Male riprese vigore incarnato nel berlusconismo. Oggi, come vedete, dopo anni che viene praticato, si scopre che il rigore di stampo monetarista vale per tutti tranne che per loro, come una radioterapia potente che uccide tutte le cellule ma definitivamente solo quelle buone, perché quelle tumorali non smetteranno di crescere se non dopo che avranno ucciso definitivamente il corpo che le ospita. Mentre grazie al potere e al denaro gli oncologi demonizzano e screditano con successo quella cura olistica che non è che ci renderà immortali, tutto muore e anche la nostra società occidentale morirà, ma potrebbe consentirci ancora di campare a lungo e godendo parecchi dei piaceri della vita.
La cura, sarebbe trasformare in legge dello Stato quelle regole di selezione e ricambio della classe politica che sole possono, se applicate con rigore per decenni, cambiare faccia a questo disgraziato Paese: nessuno può fare politica per più di dieci anni, e chi entra in politica deve accettare che per lui non valgano la maggior parte delle norme della privacy, in particolare quelle patrimoniali. Deve essere reso pubblico il suo patrimonio personale e familiare e alla fine deve rendere conto, con inversione dell'onere della prova, di ogni centesimo di arricchimento nel decennio in cui ha fatto il politico. Se riesce, può sfruttare il giro delle conoscenze acquisito per trovarsi dopo un lavoro migliore di quello che aveva prima, un po' come gli anglosassoni che dopo la politica campano e bene di conferenze e consulenze. Ma la politica deve diventare, per legge, un mestiere così controllato da perdere la maggior parte dell'appeal nei confronti di chi la vede oggi come occasione di arricchirsi smisuratamente, sistemarsi per sette generazioni, o anche solo sbarcare il lunario. Solo così potremmo fare buon uso di una riacquistata sovranità monetaria, scegliere di fare politiche roosveltiane di lavori pubblici diffusi (recupero del patrimonio edilizio paesaggistico ed archeologico, ripristino dei collegamenti ferroviari capillari e della rete viaria periferica, riconversione energetica verso la microproduzione eolica e solare, ad esempio, ma l'elenco di occupazioni utili che potrebbero affiancare il reddito di cittadinanza è lunghissimo) a costo zero per lo Stato (perché con le "piccole opere" il margine per le tangenti è nullo e il moltiplicatore keynesiano funziona a meraviglia, e ogni euro di spesa pubblica dopo pochi passaggi di mano origina cinque euro di reddito e un euro e rotti di entrate fiscali), guarda caso un altro dei punti del programma a cinque stelle.
E' una cosa semplice semplice, la capisce pure la vostra vecchia zia. Non c'entrano niente destra e sinistra, anzi: gli sviluppi recenti hanno dimostrato al limone che la contrapposizione oramai non era che una commedia per abbindolare i gonzi. Lo siamo stati tutti, l'unica attenuante è che con un personaggio impresentabile e affascinante come Berlusconi era facile cascarci. Ora nessuno ha più scuse. Renzi, che mente praticamente sempre, oggi ha detto che il problema non sono le regole ma i ladri. E' vero il contrario. I ladri prosperano quando le regole sono cattive e non efficaci, e permanendo nel tempo questa situazione vengono selezionati darwinianamente come "razza dominante": guardate cosa è successo della Lega, da "Roma ladrona" a Mister Milione Galan passando per gli affari di famiglia di Celavevoduro Bossi. Convincetevi, questo sistema porta avanti i ladri, e se i 5 stelle abdicassero alle loro regole ferree presto ne emergerebbero anche tra loro. Menomale che hanno ancora qualcuno che quelli che vogliono fare carriera li caccia via, si si antidemocraticamente. E la somma che fa il totale di tutto questo è che siamo in avanzo primario da vent'anni (i più "virtuosi" d'Europa) e non basta, perché è sempre maggiore la spesa per interessi su un debito pregresso, in una spirale che spannometricamente si può calcolare che con una corruzione di misura giapponese o anche solo tedesca non si sarebbe nemmeno avviata o sarebbe stata stroncata sul nascere.
Se e quando una maggioranza di cittadini sarà convinta di questo, forse le cose cambieranno, sempre se famo a tempo. Se tu che leggi sei convinto, passa parola: se non altro ti farà bene alla coscienza...

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