sabato 29 ottobre 2016

MILLE BALLE BLU

Non so se prima di essere precipitosamente ritirata, una delle più ignobili
campagne della storia della pubblicità è comunque riuscita a incidere sul
numero dei nati. Ma di sicuro ha il record dei morti, o meglio dei mortacci
sua
ricevuti da parte di chi un figlio non può permettersi manco di pensarlo.
Ogni tanto capita, di essere costretti a una schematizzazione forse magari eccessiva per mettere ordine a un flusso di pensieri altrimenti incontrollato. Di recente le cose sono parecchio peggiorate: col referendum costituzionale incombente, si tocca con mano quanto sciagurate e in malafede siano state le ripetute riforme dell'informazione, che con la scusa di toglierla al controllo della politica l'hanno invece sottratta solo al pluralismo, lasciandola in mano al governo anche quando questo è espressione di una piccola minoranza dell'elettorato grazie a una legge elettorale incostituzionale e allo sfruttamento truffaldino, complice la sedicente sinistra-sinistra, delle deformazioni che essa comporta. Prima ancora di dibattere sul si e sul no (e torneremo a farlo anche qui, perché ne va della libertà), bisognerebbe fermarsi al come: ignoranti arrivisti hanno preso una Costituzione scritta da colti notabili eletti allo scopo con criteri assolutamente proporzionali, e l'hanno brutalizzata a colpi di una maggioranza illegittima, grazie alla quale poi controllano anche il mainstream e manipolano la realtà, per ottenere il necessario (per l'ultima volta, si noti: se passa la schiforma poi qualunque governo potrà proseguire lo scempio a piacimento) avallo popolare al loro misfatto.
Raccontano balle. Balle su balle. Bugie continue, che come diceva Goebbels a forza di ripeterle diventano verità. Sono esseri immondi, ed agiscono in malafede. Nessun rispetto, solo vederli alla sbarra come a Norimberga potrebbe placare chi ha ancora un briciolo di animo democratico dentro. Sono pagati, la loro carriera è giustificata solo da questa missione, per liberare il capitalismo dai legacci della democrazia. Sono tanti, dal 1990 ad oggi, i sicari della democrazia e dello Stato sociale: Renzi è solo l'ultimo della serie, il peggiore (finora) ma non certo l'unico. Non c'è limite allo schifo, e non c'è odio che basti. Il senso di vomito che ispirano è continuo e insopportabile, le fantasie che alimentano inconfessabili, potrebbe che so capitare di sognarli protagonisti di un video dell'Isis, per poi svegliarsi ricordando che l'Isis è una loro creatura e capendo che era tutto un sogno.
Finito lo sfogo, passiamo a elencare, per i volenterosi, alcuni esempi di scientifico ribaltamento della realtà. L'elenco è necessariamente parziale, e si allunga giorno per giorno. Ma forse basta a dare l'idea. A capire come e perché non bisogna credergli. Mai. Mai più.
narrazione
realtà
"Il prestito vitalizio ipotecario [...] è un aiuto per tutti quegli anziani che prendono pensioni basse, sono proprietari di case e hanno bisogno di un po' di liquidità per vivere meglio." Alessia Morani (PD) Ora che le pensioni dei vecchi sono l'ultima fonte di reddito certo di una famiglia, e spesso servono a campare i figli dei figli disoccupati, a quelli che hanno la casa di proprietà col mutuo estinto, hanno trovato il modo di fargliela regalare alle banche.
"È stato fatto un errore, la risoluzione [dell'UNESCO su Palestina e Israele] è allucinante” Matteo Renzi La mozione è perfettamente coerente col diritto internazionale e coi compiti dell'Unesco. Gerusalemme è città sacra di tutti e tre i monoteismi, ma gli israeliani la trattano come roba loro. Ma Renzi ha bisogno del loro sostegno e di quello USA, e quindi...
Gorino. Nel ricco nordest si rifiutano di ospitare persino un numero esiguo di profughi, donne e bambini, sono razzisti dimentichi del loro recente passato di emigrati e vanno condannati. Il ricco nordest non esiste più: l'operazione Euro, con missione di cancellare la PMI italiana, ha avuto successo. In un piccolo centro nel mezzo del nulla hanno un ostello, sperano ancora di raccattare qualche turista. Glielo vogliono requisire. Protestano. Fanno bene? male? qualcuno tra loro ha toni razzisti? forse. Anzi, si. Ma di certo la storia è diversa da quella che ci hanno raccontato tutti i TG.
La perfida Albione che ha votato la brexit, e la pagherà cara (non vedete che ogni giorno c'è una notizia che dimostra che si sono fatti male i conti e tra un po' verranno a chiederci l'elemosina?), ha già messo in moto il suo peggiore razzismo schedando gli italiani non solo in quanto tali, ma anche in ragione della loro provenienza geografica. La Gran Bretagna, dopo aver dimostrato per anni che nella UE stava meglio chi era fuori dall'Euro, adesso dimostrerà che si sta ancora meglio fuori dalla UE. Quindi è da screditare con ogni mezzo. Compreso strumentalizzare maldestramente un questionario studentesco che distingue i napoletani e i siciliani dagli italiani tout-court. Peccato si sia scoperto che il questionario è del 2006, e che la distinzione serviva a specificare il ceppo linguistico, per meglio capire la didattica necessaria. Sentito qualche TG smontare il caso montato pochi giorni prima?
In Russia c'è un regime che affama i cittadini e minaccia i Paesi confinanti. La Russia stava per morire di fame sotto il tallone filoamericano del sicario Eltsin. Putin l'ha risollevata. E la Nato ammassa truppe ai confini, con l'anticostituzionalissimo contributo italiano.
Grazie a questo miracoloso governo si ripuò andare in pensione in anticipo: basta aderire all'APE, e accettare una minima decurtazione dell'assegno. C'erano una volta le pensioni di anzianità. Le hanno abolite. Poi si sono resi conto che si rischiava di farci continuare a lavorare anche da zombie, ma non hanno i soldi per rimetterle. I soldi, ricordate, finché si resta nell'Euro non ci saranno mai (salvo che per le banche e le grandi opere per grandi tangenti). Allora si rinuncia? No, si pigliano i soldi ai pensionandi stessi, con un meccanismo che in pratica li induce a consegnarsi ai cravattari e a sperare di morire presto. Meglio buttarla a ridere, vah, che c'è proprio da piangere...
I vaccini fanno tutti bene, nessuno ha effetti collaterali pericolosi (addirittura l'autismo pensate che assurdità!), e chi sostiene il contrario è non solo un complottista, ma anche un pericoloso retrogrado che mette in pericolo la salute propria dei propri cari e della società tutta. Lo dice addirittura anche il Presidente della Repubblica.Alcuni vaccini hanno efficacia provata, e effetti collaterali statisticamente trascurabili. Sono quelli che, infatti, hanno ottenuto la patente di "obbligatori". Se altri sono solo "facoltativi", nonostante la potenza economica delle lobby farmaceutiche (su dove possono arrivare sorvoliamo...), vuol dire che lo Stato non se la sente di renderli obbligatori, sussistendo una certa probabilità di dover pagare caro chi si ammala o peggio. Di quelli "consigliati" o ancora meno non parlo proprio, basta l'esempio di quelli dell'influenza a dimostrare che l'efficacia di questa pratica in casi in cui si può avere a che fare con tanti virus o anche solo varianti dello stesso è decisamente discutibile. Per cui o mi obblighi e ti prendi la responsabilità se mi succede qualcosa di male o te li fai tu, così se io e i miei figli ci ammaliamo comunque non possiamo attaccarvi niente, giusto? o la logica la buttiamo nel cesso?
P.S. L'autismo come effetto collaterale è nel bugiardino. Avete letto bene: E' NEL BUGIARDINO!

L'elenco potrebbe continuare, ad esempio con le agiografie a reti unificate: ad esempio quelle in articulo mortis di Ciampi (il primo alienatore della sovranità italiana) o Peres (guerrafondaio con fama di pacifista), o quella in occasione della santificazione di Madre Teresa di Calcutta, sulla cui presunta santità bisognerebbe almeno ascoltare le tante voci discordanti (questa e questa, ad esempio), di segno diverso ma non meno sconvolgenti di quelle che smontano il tanto venerato Padre Pio (pensate un po', interne al Vaticano, che sotto Papa Giovanni lo aveva bollato come pericoloso ciarlatano).
Escludo dalla tabella il Fertility day perché sarebbe come sparare sulla croce rossa: una campagna di comunicazione talmente scentrata, talmente mistificante una realtà opposta toccata con mano da tutti, che il dietrofront è stato immediato, ma non totale quindi poi trasformatosi in una disastrosa ritirata. Lo cito solo perché è esattamente così che dovrebbe essere per ciascuno degli altri argomenti elencati: coi bugiardi sputtanati dalla quasi totalità dell'uditorio, che vomita loro in faccia la verità e li costringe all'umiliazione e magari all'esilio o almeno al ritiro con consegna di silenzio.

sabato 22 ottobre 2016

L'ABITO E IL MONACO

E' da tempo in cantiere un (altro) quadro sinottico che traduce in linguaggio comune le bugie di regime, solo che queste crescono a un ritmo superiore alle mie (ridotte) disponibilità del tempo materiale di elaborarle decentemente, e il cantiere è ancora lì, come quello di una tipica Grande Opera. Quando mi imbatto in certi post, magari di persone che stimo e amo, che ripetono senza forse nemmeno accorgersi di farlo i vuoti slogan renziani, che sono l'esatto opposto del maturo e adulto elaborare idee e confrontarle con quelle altrui, mi viene lo sconforto. Stavolta, mi è venuta in testa una scena, derivata dritta dritta dai manuali di scienza della comunicazione. Leggetevela, può esservi utile se magari anche voi tra i vostri amici e conoscenti avete un piddino da salvare, o comunque uno sciagurato che ha intenzione di votare si al referendum del 4 dicembre (sciagurato, si, perché non si rende conto di stare letteralmente rubando il futuro ai propri stessi figli, mettendo  - non esagero! - una pietra tombale su quel sistema che ha dato il suo presente - e prima ancora il suo futuro - a lui...).
...
Immaginate di passare di notte in un vicolo buio (avete parcheggiato lontano, è tardi, non avete alternative e siete stanchi), non ci sono macchine e vi tenete al centro della carreggiata. L'unica luce è un vecchio lampione davanti a voi, cosicché le due sagome che vi vengono incontro, camminando una sul marciapiede alla vostra destra una su quello alla vostra sinistra, non riuscite a distinguerle bene finché non sono che a pochi passi. Quando ci riuscite, vedete che uno è un signore non elegante ma casual-chic, giacca di velluto a coste su jeans e scarpe di marca, faccia tranquillizzante, in discreta forma ma non pompato, l'altro uno secco che cammina tanto ingobbito che non distinguendogli il viso non sapete dire se ha 25 o 50 anni, anche perché è vestito stracciato come un vecchio tossicomane ex autonomista  ma anche come uno spacciatore o un giovane picchiatore fascistoide. Prima che possiate avere il tempo di ragionare, i vostri piedi vi avranno già fatto deviare dal centro della strada verso il marciapiede col tipo rassicurante, potete scommetterci.
Ora, immaginate di essere Dio, o lo scrittore di questa sceneggiatura fa lo stesso, e quindi di avere le informazioni di contesto che il viandante nei cui panni eravate prima non aveva. Queste dicono che: il signore in giacca e jeans è un pericoloso killer di professione, talmente bravo da vestirsi e conzarsi apposta da ispirare fiducia e quindi procurarsi facilmente vittime (d'altronde, come si vestono quelli che vanno a casa dei vecchietti per truffarli e rapinarli?) , l'altro un poliziotto onesto e coraggioso infiltrato in chissà quale giro di criminali. Voi avete queste informazioni e il viandante è un vostro amico, uno a cui volete bene, e voi lo vedete, da una finestra sul vicolo, avvicinarsi al killer. Che fate?
Io lo so che fate: gli urlate qualcosa, se non sente gli tirate qualcosa, se non è alto vi fiondate dalla finestra sennò giù per le scale dopo aver chiamato il 113. E' vostro amico e volete salvarlo a ogni costo. E quel killer va fermato, inoltre, per il bene di tutti.
...
Oggi, c'è un partito vestito a quel modo, portatore apparente di una serie di valori e reale della serie di valori opposta. Nel vicolo, a salvarci da lui, da questo killer prezzolato di democrazia che camuffa il suo sicariato con slogan tanto vuoti quanto efficaci (tipo "non mettiamo l'Italia in mano a questi signori che sanno dire solo no"), c'è solo quel movimento che a guardarlo non si sa bene se sia di destra o di sinistra, e parla troppo di onestà senza nemmeno averci ancora fatto capire se sia davvero sappia da dove cominciare, a salvarci. Vorremmo ci fosse superman vestito da superman, un vero partito di sinistra con possibilità di maggioranza almeno relativa. Ma non c'è. C'è il killer finto perbene, e quell'altro. Che magari non ci salverà. Forse ci proverà, o forse semplicemente non interverrà per non bruciarsi la copertura, chissà. Forse non è capace, E noi anziché dargli e darci una possibilità ci arrendiamo all'altro. Ma l'altro è un killer, ed è stato pagato per ucciderci. Sapevàtelo, amici miei.
...
P.S.: meglio quelli che sanno dire solo no, che quelli che sanno dire solo si. Ad esempio, a uno tanto bravo a fingere che mentre faceva le guerre gli hanno dato pure un premio per la pace, che ti chiede soldati da mandare nel nuovo fronte che vuole aprire non essendogli bastati tutti gli altri, e in cambio ti endorsa la schiforma che cancellerà quel poco di democrazia rimasta in Italia.

mercoledì 19 ottobre 2016

PASTA C'A SARSA

Normalmente, lo so, si usa soffriggere, anche magari appena, un po' di cipolla o un aglio, poi si aggiunge il pomodoro, e se non si vuole stracuocerlo, o anche solo se si ha fretta, ci si butta dentro la pasta scolata che nel frattempo si era messa a cuocere.
Per me, grazie a mia nonna, la salsa di pomodoro, anzi "La Salsa" senza altri attributi, è un'altra cosa. Deve essere ben ristretta, tingere il piatto oltre che prendere bene la pasta (anche le penne lisce, per dire), ma anche sana, salutare, estremamente digeribile. Cosa che si ottiene solo mettendo l'olio per ultimo, praticamente a crudo, come leggerete tra poco (o già lo sapete?). A questo punto la differenza la fa soltanto la qualità degli ingredienti: con i pelati imbottigliati in casa da mia madre, finché li ha fatti, e l'olio extravergine delle sue olive (e di quello ancora ne ho...), ad esempio (ma in Italia volendo le cose genuine ancora si trovano), il risultato è assicurato. Nei tempi di cottura della pasta. E con tempi di digestione da sportivi.
Salsa di pomodoro
Passa i pelati, se non usi il passato, mettili in padella con sale e uno spicchio d’aglio intero, e falli tirare a fuoco lento.
Evaporata tutta l’acqua aggiungi il basilico e un cucchiaio d’olio a testa, completa la cottura mescolando e togli l’aglio.
La pasta si cuoce a parte. Volendo, aggiungi al piatto delle melanzane fritte a parte.
...
Ingredienti
  • 350 grammi circa di pomodori pelati o passato di pomodoro x 2 persone
  • sale
  • olio extravergine d’oliva
  • 1 spicchio d’aglio
  • basilico fresco
Passa i pelati a setacciu, e mentili supra nta na pareddha c’u sali e n’agghiu sanu.
Quandu è quasi fattu, menti na fogghia ‘i basilicò, na cucchiara r’ogghiu ll’unu, caccia l’agghiu, e fallu finiri i cunsumari miscitandu non mi si ‘mpigghia.
A pasta si faci a parti e poi si cundi c’a sarsa.
Si vvoi, è cchiù bella cu ddu mulingiani fritti ‘i supra.

giovedì 13 ottobre 2016

DI NOBEL IN NOBEL

A novanta anni suonati non è che uno non se lo possa aspettare. Quello che magari non ci si aspettava era invece magari di vederlo ancora pimpante, relativamente rispetto a se stesso ma in assoluto ancora molto di più della maggior parte dei cosiddetti giovani, sul palco di una manifestazione politica o a sbrigarsi di finire il suo ultimo libro. Ma questo era, tra le altre millanta cose, Dario Fo: l'incarnazione del principio che dovrebbe informare la vita di ciascuno di noi, quello secondo cui bisogna che la morte quando arriva (perché sul se non ci sono dubbi) ci trovi vivi.
Tra i come sempre troppi coccodrilli che stanno affollando in queste ore il web e la TV ("miracoloso" il TG1, sia nel dedicargli ben 20 minuti che in senso opposto nel riuscire a nominare Grillo solo al diciannovesimo e per pochi secondi), quasi nessuno ha potuto esimersi dal notare la singolare coincidenza della scomparsa del più inatteso dei premi Nobel per la letteratura nel giorno in cui si assegnava lo stesso premio, per giunta a uno atipico forse quanto lui, sebbene in modo molto diverso.
Ma più che l'atipicità del Nobel, a legare Dario Fo e Robert Zimmerman ci sono alcune caratteristiche delle rispettive produzioni artistiche: le dimensioni tali da renderle inesplorabili a fondo per intero a qualsiasi persona fisica, l'impossibilità di ogni irreggimentazione e classificazione, l'irrefrenabile esigenza di smarcarsi restando fedeli (ma graniticamente, però) solo alla propria anima profonda.
Bob Dylan non lo sa, ma una volta ha scritto una canzone per Dario. Si chiama Il giullare, ho trovato il video sottotitolato in inglese (tra l'altro, ci suona Mark Knopfler, scusate se è poco) e, anziché la solita incomprensibile traduzione automatica, questa splendida esegesi, che spiega la mia asserzione di tre righe fa:
Jokerman è un buffone, ma è anche molto di più. Nell'universo poetico di Dylan, Jokerman è la temporanea incarnazione di un personaggio che era già apparso nelle sue canzoni sotto altre forme e con altri nomi: Mr. Tambourine Man, Quinn the Eskimo, Señor, Lenny Bruce, a partire dal primo che le anticipa tutte: Woody Guthrie. Sono tutte figure del “trickster”, del dio burlone e amorale che nelle varie mitologie prende il nome di Thot, Hermes, Mercurio, Loge, Duende o Coyote (quest’ultimo nelle cosmogonie amerindie). In un certo senso Jokerman è anche Gesù Cristo, soprattutto nel suo senso “umoristico” (Gesù come sovvertitore ironico di costumi). In poesia, una simile figura è garanzia di comunicazione con il mondo dell’ispirazione. Jokerman è il “doppio” mitico del poeta, la figura, più potente della coscienza, che mette in comunicazione l’inconscio del poeta con il repertorio di simboli elaborato dall'umanità (o dagli dèi) a partire dall'inizio dei tempi. Le buffonate di Jokerman sono buffonate molto serie. Hanno certamente a che fare con la legge della giungla e con il mare (ricettacoli di archetipi), così come con i primi libri della Bibbia, perché questi sono depositi di saggezza antica, enciclopedie del “diritto comune delle genti”, come avrebbe detto Giovanni Battista Vico. È da lì che nascono i temi delle ballate popolari, che per Dylan raccolgono, molto vichianamente, direi, l’unica vera saggezza elaborata dai popoli.

venerdì 7 ottobre 2016

PASTA C'A SEGARA

Non sono riuscito a trovare l'etimologia di sègara (con l'
accento sulla e, si...). Anzi, a dire il vero lontano da Reggio
non sono mai riuscito a trovare la ségara, solo la bieta nella
sua versione più sottile le somiglia un poco. Ma non tanto...
Linguine alla bieta
Lava accuratamente la bieta eliminando le cime e le parti più dure.
Soffriggi uno spicchio d’aglio e aggiungi due pomodori pelati, schiacciandoli e lasciandoli cuocere un po’; aggiungi quindi la bieta, un bicchiere d’acqua e il sale.
A cottura completata, togli l’aglio.
A parte, cuoci delle linguine, e poi saltale nel sugo.
...
Ingredienti
  • un mazzetto di bieta sottile
  • uno spicchio d’aglio
  • sale
  • olio extravergine d’oliva
  • due pomodori pelati 
Lava a segara e mundala.
Suffrìi n’agghiu e fai ‘nu zzuchiceddhu cu ddu pelati: quandu è cunsumatu, ggiungi ‘a segara e nu biccheri r’acqua, e quandu si struri è fatta.
A segara è bella ch’i linguini.

sabato 1 ottobre 2016

BASTA DEMOCRAZIA? SI O NO?

Nei decenni scorsi tra Reggio e Messina si sono viste decine di
sfilate come questa con migliaia di piddini dentro. Ciascuno di
essi, se oggi non rinnega Renzi, dovrebbe sputare controvento.
Non era ancora definitivo il no al magnamagna olimpico, che subito il sedicente rottamatore, in realtà ultima spiaggia di ogni tipo di rottame politico, rilancia con il più vecchio ritornello del populismo avido con l'occhiolino alla mafia: il Ponte sullo Stretto (i soldi non ci sono solo quando si tratta di darli in mano alla gente), con retrogusto di minchiata dei centomila posti di lavoro perché un milione è parso esagerato persino a lui.
Così ci toccherà, come per olimpiadi, ripetere (ma non mi va, fate da soli...) ai pochi che ci ascoltano le mille sacrosante ragioni che vogliono che questo scempio si fermi, peraltro le stesse di quando lo voleva fare Berlusconi e il partito che oggi esprime questa caricatura di dittatore allora le usava per opporsi. Come per le olimpiadi, ripeto, che quando le fermò Monti appena insediato al posto del Cavaliere lo fece col plauso dello stesso partito che oggi denigra le stesse identiche ragioni per cui furono bloccate allora e chi le porta.
Per il referendum è la stessa cosa: pochi anni fa, il centrosinistra ci mobilitò per fermare col nostro voto un impianto di riforma costituzionale di cui quello attuale è una copia spudorata con molti elementi di ulteriore peggioramento. Un tradimento che da il voltastomaco solo a pensarci, roba che fa venire voglia di occuparsi d'altro, non fosse che è proprio questo il loro obiettivo: sfinire in un modo o nell'altro chi pensa ancora con la propria testa. E ci riuscirebbero pure, non fosse che per poter pensare ad altro dovresti evitare anche solo di passare davanti a una TV accesa, perché il coro monocorde della propaganda governativa è attivo h24, ben al di fuori dei vomitevoli notiziari. Della serie "si stava meglio quando si stava peggio", visto che quando c'era Silvio almeno potevi mettere Raitre e sentire un'altra campana, o rifugiarti in qualche trasmissione satirica, mentre oggi il monoblocco è compatto e ha arruolato nella crociata anti-Grillo persino i vignettisti. E visto che se passa questa riforma la prossima volta chi prende il potere (e può accadere anche col 25% dei votanti o meno, si noti) potrà ri-riformare la Costituzione senza poi dover ripassare dalle forche caudine del referendum (coi senatori ridotti di numero e di fatto "nominati", tutte le votazioni a maggioranza qualificata saranno un gioco da ragazzi, dal Presidente della Repubblica, cosa che tra l'altro comporta una Corte costituzionale finalmente di fatto allineata totalmente alla maggioranza di governo, appunto alle leggi costituzionali).
Col controllo totale dell'informazione mainstream (escluso forse e solo in parte Il Fatto quotidiano), questi si possono permettere cose che non solo non Silvio, ma nemmeno l'enorme balena bianca ai tempi della legge truffa, e forse nemmeno Hitler e Mussolini poterono permettersi prima di prendere il potere (se le permisero dopo, ma arrivarono al governo con molta più legittimazione democratica di quanto ne abbia Renzi oggi). Ad esempio il quesito che troveremo sulla scheda il 4 dicembre. Anzi, già la scelta del 4 dicembre, per avere più tempo per tentare il lavaggio e/o l'acquisto delle coscienze con promesse napoleoniche come il ponte di cui sopra, una propaganda martellante come manco il Minculpop, e magari qualche al momento inimmaginabile colpo di mano, visto che i sondaggi a oggi lo danno talmente perdente che già si è rimangiato la promessa di togliersi dalle palle in caso di sconfitta. Ma torniamo alla scheda.
Guardatela bene. Approfittando del fatto incontrovertibile che i quesiti referendari sono da sempre quasi incomprensibili, al punto che i fautori del si e del no hanno avuto sempre il loro bel daffare per spiegare ai propri elettori come votare per avere quello che vogliono, questi si inventano un magheggio da manuale: prima scrivono l'abstract della legge (quella serie di parole che seguono l'enumerazione di ogni provvedimento legislativo al fine di identificarne in qualche modo il contenuto) in modo da enumerarne i presunti pregi, sostituendo le descrizioni con giudizi di valore (ovviamente positivi), poi lo citano ampiamente nelle schede. Così, chiunque arrivasse alle urne senza essere sufficientemente informato (e visto come funziona l'informazione, ad esserlo sarà solo chi vuole proprio esserlo, documentandosi su Internet o comunque ragionando con la sua testa), per come è scritto il quesito, se non vota SI si sente una merda retrograda (mentre è esattamente il contrario).
Questo è il quesito come dovrebbe essere, secondo MorraParadossale, lo so, ma
meno di quello che sarà (vedi immagine 
più su, e leggi Gilioli su l'Espresso)
Tutto questo accanirsi con il referendum, però, non si comprende se non ci cerca di capire perché, dal momento che è in vigore una legge elettorale incostituzionale per quanto squilibrata e iniqua, e che ne è stata approvata un'altra (che se non cambia niente la sostituirà dall'anno prossimo) che la supera abbondantemente negli stessi difetti, si ha bisogno di approvare le riforme costituzionali proprio ora. Questo è il link e questo il succo:
  • i presunti pregi della riforma sono appunto sono presunti;
  • i risparmi sui costi e sui tempi della politica se ci sono sono risibili;
  • i riflessi sulla governabilità dipendono solo dalla legge elettorale (che non è nella riforma, e peraltro vogliono cambiare in extremis perché hanno capito che farebbe vincere Grillo);
  • la Costituzione nata dall'antifascismo viene distrutta perché i mandanti hanno ordinato che venga distrutta (se volete capire la cronaca...), e questi non sono che sicari da essi prezzolati;
  • i mandanti hanno deciso così perché la democrazia non è compatibile con il capitalismo, non lo è mai stata e infatti laddove e nella misura in cui si è affermata ne ha causato l'irreggimentazione, ma il contrattacco è partito già a fine anni 70 (in Italia togliendo di mezzo Moro) ed è in piena non dal 2001 delle Torri gemelle ma già dal 1991 della Prima guerra del Golfo, non a caso subito dopo il crollo del Nemico sovietico. E non a caso oggi l'unico possibile argine è russo, che infatti è di nuovo Nemico.
Pensateci. Il 4 dicembre il vero quesito è "volete che venga decretata anche formalmente la fine della democrazia in Italia?" (secondo Cremaschi è più precisamente "volete che la sovranità passi anche formalmente dal popolo alle banche?"). Immaginatevelo scritto sulla scheda al posto delle fregnacce renziane, e poi votate si o no in coscienza. E da qui ad allora cercate in ogni modo di spiegare a chi volete bene, almeno a loro se non vi va di rompere i coglioni alla gente da un blog o dai social, come stanno le cose. Forse non basterà ma per quello che serve avrete almeno la coscienza a posto.
Io personalmente se davvero gli italiani sono così deficienti da far vincere il SI il 4 dicembre devio il blog definitivamente sulla culinaria, o magari stavolta sulla letteratura, che per parlare di politica ci vuole una poleis in piedi, non bastano le sue macerie.

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