Nella scala di priorità che spuntiamo a rovescio rinunciando a qualcosa per colpa della crisi, l'ultimo rigo è necessariamente mangiare e bere. Ecco un'altra ragione per cui, dovendo trovare un argomento per una grossa fiera strapaesana organizzare la quale li avrebbe fatto arricchire (legalmente e soprattutto meno) un altro po', si sono buttati sul cibo: stringi stringi, all'Italia non è rimasto quasi altro che il settore alimentare, con i piccoli e i medi che si industriano a grattare il fondo del barile puntando sulla qualità e il territorio, mentre l'industria è ormai quasi tutta in mano alle multinazionali (resiste Ferrero, forse Barilla, e pochi altri marchi tra quelli che tutti crediamo italiani).
Ma ce n'è un'altra ancora, più grossa e incombente, che chi non scava nella controinformazione via Internet non ha nemmeno sentito nominare, tanta è l'omertà del mainstream - d'altra parte, giornali e TV sono nelle mani o sotto dipendenza economica più o meno diretta delle stesse multinazionali, stupirebbe il contrario... Mentre da una parte (grazie all'arma letale Euro, ormai l'ha capito chiunque voleva capirlo avendo il QI sufficiente per farlo) la strategia è impoverire la classe media anche facendosi pian piano restituire ogni conquista economica e sociale dei decenni successivi alla seconda guerra mondiale, dall'altra siccome i "di nuovo sudditi" devono pur ancora mangiare e bere si punta a controllare in esclusiva quel mercato. Della serie: non era scritto da nessuna parte che tu avessi diritto per sempre a qualcosa di più che la sussistenza, e per quella inoltre le cose te le vendiamo noi. Il tuo Paese ha votato democraticamente per l'acqua pubblica e contro gli OGM? chissenefrega, la democrazia è roba superata, una favola buona a tenere buoni i bambini: riusciranno a farti bere la loro acqua pagandola cara, e farti mangiare le loro schifezze anche geneticamente modificate, con ogni mezzo.
Il mezzo di cui parlo, il cavallo di Troia di cui appunto è enormemente probabile che non ne avete sentito parlare, si chiama TTIP: sta per Transatlantic Trade and Investment Partnership, e Greenpeace lo definisce "l’accordo transatlantico su commercio, investimenti e servizi che rischia di mandare all’aria qualche decennio di conquiste di cittadini e consumatori, italiani ed europei", con eccesso di diplomazia essendo il trattato concepito come arma finale esattamente per quello scopo.
Tra l'altro, infatti, il trattato prevede che a risolvere le controversie tra gli Stati e le multinazionali siano non ben definiti "tribunali" internazionali in cui il peso politico di queste ultime è preponderante: in pratica, anche ammesso che nel tuo Paese sia rimasto un briciolo di democrazia sostanziale, e in base ad esso tu sia riuscito coi tuoi concittadini a imporre per legge uno standard in materia di salute pubblica o diritti dei lavoratori o umani tout-court, come per il referendum per l'acqua pubblica insomma, è sufficiente che la Monsanto, per dire, se ne ritenga danneggiata perchè il trattato le dia il diritto di adire a questi mostri giuridici per vanificare quel brandello di democrazia.
La cosa è così grave che persino l'ONU ha ritenuto prendere una posizione contraria. Chiunque abbia a cuore il futuro proprio e dei propri figli non esiterebbe a opporsi. Ma in Italia ne avete sentito parlare solo se in qualche modo avete la pazienza di ascoltare quei savonarola qualunquisti del movimento 5 stelle...
Ora io non pretendo che tutti abbiate la pazienza di seguire link come questo per leggervi una analisi dettagliata dei rischi a cui porta l'approvazione prossima ventura del TTIP. Ma una visita al sito stop-ttip-italia, e una firma sulla apposita petizione on-line vi sciacquetta la coscienza aggratis. Per ribellarsi sul serio bisogna prenderle, le sveglie sui denti, capisco. Ma per iniziare a prendere coscienza non è mai troppo tardi...
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