La notizia di cronaca è autentica, è di oggi: un treno locale è deragliato alle 6.30 vicino Roccasecca a causa di un masso sui binari. Nessun ferito grave, per fortuna, quindi l'animo leggero consente si chiuda il cortocircuito mentale che porta al mitico Totò in uno dei suoi film migliori: Destinazione Piovarolo. Lì il principe della risata interpreta uno dei suoi primi ruoli "alti", non solo burleschi: quello di un capostazione assegnato in una stazioncina dimenticata, con una strepitosa Tina Pica come vice, che non riesce ad andarsene nonostante tenti di ingraziarsi i potenti di turno nei numerosi cambi di regime tra prima del fascismo e dopo la guerra. Satira politica antelitteram: portentoso. Uno dei tentativi che il poveretto fa per ingraziarsi le grazie di un politico è approfittare di una "frana" per fermare nella sua stazione il treno e salvare e ospitare il potente in questione, salvo che la frana si rivelò una pietra ingranditasi nel passaparola e in un boomerang per il capostazione. Il circuito si chiude con l'incredibile coincidenza che Roccasecca è il comune di cui era Sindaco Felice Sciosciammocca (la maschera di Scarpetta interpretata numerose volte da Totò) ne Il medico dei pazzi.
Finito di ridere, torniamo alla cronaca. L'incidente è avvenuto nella tratta Roccasecca-Avezzano, una delle più antiche d'Italia, a binario unico. Nel Sud Italia è ancora pieno di tratte così, molte abbandonate, molte non elettrificate. Però ci riempiono di spot sul nuovo supertreno che porterebbe da Roma a Milano in tre ore e mezza, cosa peraltro ancora mai riuscita se non nel viaggio inaugurale coi giornalisti e i politici, quando il Pendolino vent'anni fa ci impiegava quattro ore e si scordano di dirci che questa mezz'ora (teorica) in meno l'abbiamo pagata milioni e milioni di euro. Soldi di noi contribuenti per consentire a cosiddetti imprenditori privati di farsi i belli con la TAV sulle linee già buone e continuare nell'abbandono progressivo di quelle meno redditizie.
Persino il Governatore della Lombardia Formigoni si è messo di traverso a questa oscena operazione di marketing effettuata a scapito delle linee dei pendolari. E non esiste un partito politico, nemmeno a sinistra, che abbia il coraggio di dire a chiare lettere RIVOGLIAMO LE FERROVIE DELLO STATO: non è scritto da nessuna parte che le inefficienze non si possano combattere nel settore pubblico e che non permangano con le privatizzazioni. E infatti...
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