Un vecchio powerpoint, di quelli che intasano le nostre caselle di posta elettronica, raccontava la storia della rana che, se messa viva in acqua bollente, schizza via e si salva, ma se messa in acqua fredda su un fornello, crede di fare un bagno prima fresco poi tiepido poi caldo, poi si assopisce e infine cuoce in un acqua della stessa temperatura di quella dalla quale prima era schizzata via.
Gli italiani dagli anni ottanta ad oggi sono quella rana. La strategia berlusconiana di addormentamento progressivo delle coscienze, così bene descritta nel cosiddetto "piano di rinascita democratica" trovato nel 1982 tra le carte di Licio Gelli ai tempi della P2, ed evidentemente attuata coscenziosamente dal membro tessera numero 1816, è partita ai tempi del decreto approvato (un quarto di secolo fa!) nottetempo sotto feste dal governo Craxi per consentire all'amico Silvio di trasmettere in diretta nazionale. Bambini di allora sono oggi elettori ed eletti, ed anche quelli allora già adulti sono stati via via evidentemente rimbambiti. Altrimenti non si spiegherebbe l'inerzia generale di fronte al progressivo abbandono non solo della democrazia ma anche degli elementari diritti umani.
Il penultimo gradino è stato l'umiliante elemosina della Social Card, un euro e venti al giorno da spendere dove dicono loro e sottoponendosi al rito di riconoscimento pubblico della propria identità di "povero che però mangia grazie alla munificenza del Principe". L'ultimo è l'emendamento proposto dalla Lega Nord (leggete qui le parole edificanti del Senatore Pittoni) che mira ad escludere dalle prestazioni mediche urgenti ed essenziali gratuite gli immigrati non dotati di permesso di soggiorno. Insomma, qualora l'emendamento passasse, se un clandestino con un coccolone si presenta al pronto soccorso, il medico deve fargli pagare le cure, e se non ha i soldi lasciarlo magari morire, e comunque denunciarlo alle forze dell'ordine. Di fatto, i clandestini non si presenteranno più al pronto soccorso, preferendo alimentare il già florido mercato nero delle cure mediche, e magari lanciando in tutto l'Occidente il contagio di chissà quale morbo portato fresco fresco dal Paese di origine: come tutte le leggi immorali, questa sarebbe anche profondamente stupida. Ma, vedrete, le rane italiote digeriranno anche questa, che dal punto di vista etico è peggiore ma da quello logico non è migliore delle classi differenziate per gli immigrati o delle varie norme sulla sicurezza che tanto consenso procurano all'attuale governo. Intanto, per quanto possa servire, noi firmiamo e vi invitiamo a firmare l'appello per il regetto dell'emendamento lanciato da Arcoiris.tv. Quando le rane saranno cotte, e noi non saremo più nemmeno formalmente una democrazia, non ci sarà più rimedio da prendere.
Barlumi di speranza nascono solo da notizie come la proposta di legge della Regione Toscana, che mira ad assicurare non solo le cure urgenti ma anche un letto e un pasto in caso di necessità agli irregolari. Saremo democratici da pochi decenni, ma siamo cattolici da millenni: dovremmo riconoscere in tutto ciò prima che i diritti fondamentali dell'uomo la più elementare carità cristiana.
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