giovedì 14 ottobre 2010

UNO SU MILLE?

Come in uno dei tanti giri di mail, ho sottoscritto un appello online e invito tutti a fare altrettanto, QUI. Lo so che la speranza di impatto concreto di queste cose è minima, ma quello che conta in chi come noi, blogger e lettori di controinformazione (e la "e" è associativa degli attributi più che elencativa), cerca di realizzare le potenzialità informative della Rete facendo circolare viralmente concetti, idee, notizie e tesi che non passano per l'informazione ufficiale, è conoscere e condividere i contenuti dell'appello.
L'argomento è la cosiddetta missione di pace in Afghanistan, di strettissima attualità viste le quattro recentissime vittime ("di un vile attacco dei talebani" recitava Mazzocchi mentre nel prepartita di Italia/Serbia si osservava il classico minuto di raccoglimento, tutti tranne i nazionalisti serbi che esponevano espliciti striscioni in italiano a ricordarci che loro ricordavano benissimo i bombardieri di chi avevano fatto forse migliaia di vittime innocenti a Belgrado un decennio fa - governo D'Alema, maledizione!) che portano il bilancio dei caduti italiani su quel fronte a 34 unità. Il rispetto di ogni vita umana è dovuto, siamo daccordo, e infatti tutti volentieri ci uniamo al cordoglio delle famiglie per questi ragazzi che tentano solo di sbarcare il lunario - pagare un mutuo o anche solo tenersi stretto l'ormai introvabile posto fisso - credendo forse di andare davvero a dare un aiuto a qualcuno. Almeno, all'inizio: pare infatti che i commenti su Facebook dei militari stessi tradiscano spesso tutt'altra consapevolezza... Ma se ogni vita vale uno, perchè non moltiplichiamo per mille il nostro cordoglio quando pensiamo alle vittime afgane di questa guerra senza senso, visto che almeno di tale ordine di grandezza è la sproporzione?
Il Ministro della Difesa non ha perso l'occasione per tirare il sasso e nascondere la mano, sostenendo di essere disponibile a rivedere la propria decisione di non dotare di bombe i nostri aerei se il Parlamento glielo chiede, e Fassino dal canto suo non ha perso l'occasione per dimostrare che finchè una provvidenziale epidemia selettiva non ci porta via tutta la nostra classe dirigente noi anime di sinistra non abbiamo più speranze, mostrandosi equivocamente disponibile all'ipotesi anzichè - come avrebbe dovuto - mandare affanculo in diretta TV La Russa, recuperando tra l'altro così in un attimo a occhio e croce un 5% di consensi.
Al telespettatore era evidente tutta la differenza di statura politica dei due, inversa a quella fisica. E sto parlando di La Russa, non di Churchill. Di più: spero proprio che la sua proposta venga discussa e approvata, così finalmente qualcuno potrà, volendo, un giorno, incriminare tutti i votanti per attentato alla Costituzione: è vero che gli estremi ci sarebbero già stati almeno un paio di volte (con la Serbia la più eclatante), ma non si sa mai. Certo è che più bombe si sganciano meno è facile sostenere che non si tratti di missione di guerra, in violazione dell'articolo 11 della Costituzione. Che è bene ripetere a ogni occasione recita che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"; è vero che subito dopo aggiunge che "consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo", ma è appunto l'interpretazione stiracchiata di questa seconda parte che regge sempre meno col procedere e l'escalation del conflitto.
Giova a tal fine ricordare in breve (chi ha più tempo si legga qui Massimo Fini) cosa è successo e succede in Afghanistan:
  • i talebani erano il tentativo degli afghani di uscire da due decenni di morte e distruzioni infiltte sia dagli invasori sovietici che dai cosiddetti "signori della guerra" che gli americani hanno finanziato armato addestrato in funzione anti-URSS;
  • la condizione delle donne afghane, che cominciò ad essere oggetto dell'attenzione maniacale dei media occidentali ben prima dell'11 settembre, non era peggiore che in tanti altri Paesi musulmani (ad esempio il Kuwait o l'Arabia Saudita), e comunque non è che noi italiani abbiamo tutto questo titolo a pontificare sull'argomento;
  • l'attentato alle torri gemelle, ammesso e non concesso che la versione ufficiale sia vera, non fu compiuto da afghani, tuttavia pochi giorni dopo Bush dichiarò che Bin Laden si nascondeva in Afghanistan e ne ordinò la consegna pena l'aggressione militare;
  • gli Usa possono - e spesso e volentieri usano -  risolvere le controversie internazionali militarmente, noi no: per questo siamo intervenuti solo dopo i bombardamenti a tappeto e l'invasione militare, per poter dire - con molta faccia di tolla bipartisan - che la nostra fosse una missione di pace;
  • i talebani avevano bloccato la produzione di oppio e si opponevano al transito di un oleodotto, quello che è successo dopo dimostra che erano queste le vere ragioni per cui bisognava attaccarli;
  • oggi, i talebani controllano nuovamente i 2/3 del territorio e hanno l'appoggio della popolazione, donne comprese che sono forse più contente di portare un velo che di morire o veder morire sotto le bombe i loro figli, o comunque non è certo uccidendo loro e i loro cari che le emancipiamo.
Gli argomenti non sono esauriti, ma quelli esposti bastano per delineare un contesto in cui i nostri sono i morti di un esercito invasore, i loro - mille volte tanto numerosi - i morti di un Paese invaso: ascolto e condivido il cordoglio per i nostri soldati solo quando è espresso da persone che tengono ben presente questa realtà, degli altri penso che siano ipocriti opportunisti o ingenui.
Ritiro immediato ed incondizionato con munifica riparazione dei danni di guerra. Ogni altra soluzione di uscita dall'Aghanistan (e dall'Iraq) per gli USA e i loro complici tra cui l'Italia è inaccettabile e giustifica la rabbia di quei popoli e la selezione al loro interno delle persone più capaci di incanalarla. Un po' come quel tipaccio che mostrava i muscoli e i tatuaggi in diretta TV l'altra sera: senza l'attacco concentrico alla Serbia perpetrato per tutti gli anni 90 e culminato con i bombardamenti Nato, credete che avrebbe fatto strada tra i suoi compatrioti? Sono cent'anni di politica coloniale e postcoloniale dell'Occidente, siamo noi, ad avere consegnato il medio oriente ai fondamentalisti, noi che appoggiamo gli Stati a base confessionale quando ci fa comodo e li stigmatizziamo in caso contrario: ricordiamocelo, prima di parlare di terrorismo e integralismo islamico.

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