giovedì 21 ottobre 2010

COL FILTRO

Ho ricevuto un messaggio privato su Facebook che mi contesta beffardamente l'autodefinirmi "controinformatore" quando non farei altro che unirmi al coro antiberlusconiano tenuto da un elenco di soggetti e testate di TV e giornali che non riporto tanto sono prevedibili. Il messaggio non proviene da uno dei miei "amici", il che forse significa che questo blog comincia ad essere relativamente seguituccio (qui le statistiche degli articoli postati anche sulla piattaforma Net1news, niente male davvero...), forse dimostra i problemi di privacy connessi all'utilizzo dei social network, di cui personalmente non m'importa ma di cui dovrebbe essere meglio edotto (e messo in grado di intervenire molto più facilmente di quanto non sia) chi invece ci tenesse. A quel signore ho dato una risposta privata dal tono cortese incrinato soltanto un minimo per rimproverargli di essere scarsamente originale nel ripetere la (falsissima e facilmente dimostrabile tale) giaculatoria berlusconiana sull'informazione (come la giustizia) tutta in mano alla sinistra. Ma evidentemente anche un piccolo blog come questo necessita ogni tanto che il suo estensore torni sulla linea editoriale...
Un vecchio saggio di Giovanni Sartori, uno dei pochi che in Italia capisce davvero di politica e infatti da sempre tenuto fuori dalla stessa, ha descritto agli albori dell'era berlusconiana l'analfabetismo di ritorno costituito dal prevalere della televisione sugli altri mezzi di comunicazione, e i rischi connessi. La televisione privilegia l'immagine alla parola, e per ciò stesso produce una regressione nel, del, o meglio dal pensiero. Un popolo che non legge libri e quotidiani, ma guarda tanta TV, è facilmente manipolabile. L'immagine è autoevidente, quindi stabilire quali immagini devono giungere al telespettatore è eminentemente politico, quindi stabilirsi nella posizione di chi controlla il mezzo è precondizione della presa del potere. Tutto questo avveniva infatti, secondo piani di cui si è rinvenuta copia nella borsa di Licio Gelli e che lo stesso oggi rivendica orgogliosamente, molti anni prima della famosa "discesa in campo". E qui risiede il peccato originale degli ultimi diciott'anni di vita politica nostrana, l'aver consentito a un concessionario di pubblico servizio di essere eletto in Parlamento, da cui derivano tutti gli altri mali.
Qui, caro il mio amico-non-amico-di-Facebook, destra e sinistra non c'entrano nulla, tanto è vero che l'ingresso di Berlusconi in politica è avvenuto a destra dichiaratamente perchè a sinistra i posti erano occupati, e ha spinto dall'altra parte, che da allora è improprio chiamare sinistra, tutta una serie di personaggi a lui incompatibili per motivi vari, dall'amor proprio all'opportunismo, altrimenti ascrivibili alla destra: da Montanelli a Travaglio a Fini (Massimo, di Gianfranco ancora dobbiamo vedere), passando per Dini, Letta jr e Di Pietro. E non c'entrano nulla nemmeno le trasmissioni "avversarie" del premier, Anno zero, Ballarò, Report, Crozza Italia, Parla con me: lì è ancora il linguaggio verbale a dominare, dunque il loro target è poca cosa rispetto al grosso del pubblico televisivo; se vengono attaccate non è perchè siano realmente pericolose ma per voglia di stravincere, e soprattutto per dire a nuora perchè suocera intenda. La politica berlusconiana, infatti, passa per i telegiornali infarciti oltremisura di cronaca nera, i rotocalchi di finto approfondimento mattutino e pomeridiano, i fustigatori superficiali di Striscia e Le iene, il sistema di valori introiettato nei giovani generazione dopo generazione da talent show, reality, finti processi e finte liti familiari, insomma tutto l'ambaradam messo su fin dagli anni 80 per spingere gli italiani a disinteressarsi della politica, cioè dei loro stessi interessi materiali. I programmi di approfondimento verbale possono incidere ben poco, in tutto ciò, e infatti per attrarre spettatori la buttano sul comico o sulla rissa, o rimestano nel torbido come Vespa (il vero "servitore" pubblico: dovesse emergere un nuovo padrone di sinistra, lo vedremmo saltare verso di lui meglio di Ferruccio Soleri). Dire a nuora perchè suocera intenda: queste trasmissioni vengono attaccate non perchè si teme che possano convincere un berlusconiano a diventare anti o perchè zittendole si speri che diminuiscano gli antiberlusconiani, ma con la stessa logica per cui venivano sterminati gli indiani in riserve sempre più piccole, la stessa per cui è sempre colpa dei Rom: accreditare ulteriormente presso i berlusconiani l'immagine fasulla del loro beniamino come salvatore della Patria accerchiato. La manutenzione della maschera sul volto del tiranno.
A proposito Beppe Grillo proclama che la televisione è morta, ma il suo è un annuncio in stile televisivo, con annessa speranza di autoadempiersi, a favore della Rete. Ma ancora Sartori nello stesso vecchio libro avvertiva non c'è differenza di sintassi tra la Tv e il web, e infatti anche qui chi privilegia la logica razionale del linguaggio verbale già si trova in minoranza, disperso in un flusso troppo grande di informazioni scritte in linguaggio visivo o paravisivo. E anche riuscendo ad evitare queste ultime, orientarsi nel flusso informativo nel mare magno di Internet può essere davvero troppo dispendioso per una persona mediamente impegnata. E' dalla percezione di questa esigenza, dal faticoso apprendimento ad assolverla, che nasce la voglia di condividere attraverso un blog gli strumenti appresi. Come aver scoperto un filtro che rende l'aria un pochino più respirabile, e volerlo condividere con amici e conoscenti intanto, e poi non si sa mai. Ci sarà anche dell'esibizionismo, ma senza introiti monetari, e chi non condivide il criterio di questo filtraggio può semplicemente allontanarsi. Invece il criterio secondo cui è stato scientemente riplasmato questo Paese, e che c'entra molto meno con sinistra e destra che con gli interessi personali di un soggetto senza scrupoli, informa la vita di tutti noi in maniera sempre più pervasiva e imprescindibile: dopo la "riforma" della scuola, arrivano quella della giustizia e quella del fisco, e visto quanto si è già potuto capire del federalismo fiscale saremo sempre gli stessi a piangere.

1 commento:

idealista ha detto...

grande cu-gino condivido tutto quello che hai scritto hai la mente sgombra da ogni condizionamento politico-culturale

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