mercoledì 6 marzo 2013

VIVA LA LIBERTA'!

Le parole che non ti ho detto...
Se nei prossimi giorni accomodandovi al cinema trovate la spalliera della sedia davanti rosicchiata, non preoccupatevi, non sono topi: guardando bene troverete il chiaro segno di morsi umani. Allora potrete essere certi di due cose: a quel cinema è stato proiettato Viva la libertà di Roberto Andò, e sulla vostra poltrona stava seduto un elettore del PD, che man mano che andava avanti la proiezione è passato dalla sorpresa alla rivelazione per finire alla rabbia più cieca, che dimenticando il politically correct tipico del suo partito sfogava contro velluto e imbottiture per non mangiarsi le mani fino al gomito e finire la serata al pronto soccorso. Sarebbe bastato infatti - è questo il pensiero che presto si impadronisce dello spettatore - che Bersani fosse stato, se non sostituito da un gemello filosofo e un po' matto, costretto alla visione di questo film per giorni e notti, con tanto di spilli alle palpebre (a proposito di citazioni cinefile, stile Dario Argento), fino ad assumere subliminalmente quel tanto dei contenuti della pellicola sufficiente a stravincere le elezioni "senza se e senza ma". Il Bersani "ricondizionato", infatti, anziché insistere sull'alleanza con Monti (in quanto necessaria in caso la vittoria piena al Senato fosse mancata ma opportuna anche se fosse venuta) per tentare pateticamente di pescare tra quei tre o quattro indecisi di centro, avrebbe trovato le parole per gettare le reti nel banco di acciughe che erano i milioni di elettori di sinistra che un partito come il suo avevano già deciso di non votarlo più, ed erano pronti al non voto quando le reti le ha buttate Grillo, indisturbato se non da Berlusconi.
C'è una scena tra tutte capace di far sprofondare nella sedia anche il piddino più convinto, la riporto in foto: è quando il gemello "pazzo" catapultato sul palco allestito dai creativi del partito indica le parole accozzate a far  da sfondo per dire con certezza, senza averle lette, che lì ne mancava una: Passione.
Dopo il film, anche il piddino più estremista (scusate l'ossimoro) non dico che capisce gli elettori di Grillo, ma almeno smette di incolparli, riconoscendo che se si perdono quasi 4 milioni di elettori poi non si può dare la colpa agli altri. E magari ammette che intanto è merito di Grillo se il suo partito ha ricominciato a dire cose di sinistra, perché a Bersani evidentemente serviva proprio una scoppola di questa portata. Con un po' di buona volontà, può anche capire che non è vero che ora si spalancano le fauci del populismo a ingoiare la democrazia e quelle della speculazione finanziaria a punirci per l'ingovernabilità, anzi, potrebbe succedere persino che il peso dell'Italia nelle decisioni europee ricresca, e si arrivi davvero paradossalmente a salvare l'Euro e tutto di quello di buono che potrebbe portare se fosse una moneta sovrana gestita con l'obiettivo primario di garantire che tutti i cittadini dell'Unione Europea abbiano un lavoro e quelli che non ci riescano abbiano un reddito di sostentamento.
Ma questa è materia di analisi politiche, che bisogna lasciare a quando le cose si saranno un minimo sedimentate. Ora è tempo, dopo aver pianto un eroe della democrazia che passerà alla Storia per aver innescato il risorgimento sudamericano, di andare al cinema.

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