venerdì 1 agosto 2014

ALCUNI AUDACI

Dal 1° agosto 2014 non è più in edicola, né viene aggiornato on-line, il quotidiano L'Unità.
Da ragazzo non ero comunista, e comunque erano già passati i tempi in cui per portarla in tasca a scuola o al lavoro bisognava essere "audaci" (e solo un poeta come Guccini poteva usare con efficacia un aggettivo così di destra per definire una cosa come coraggiosamente di sinistra). Ero marxiano, e lo sono ancora nel senso di considerare ancora molto utili alcune categorie del pensiero introdotte dal filosofo tedesco, ma più ancora ero e resto allergico a qualsiasi parrocchia, e l'Unità allora stava al PCI come l'Avvenire alla Chiesa: ci trovavi "quella" interpretazione della realtà, e se era la tua portandolo in tasca esibivi la tua appartenenza. Certo, confrontandoli alla stampa odierna sembrerebbero modelli di obiettività e libero confronto, ma questa è un'altra storia.
La mia storia è che ho sempre avuto difficoltà a stare dentro un'accolita qualsiasi, anche se per avventura tutte le idee che vi circolavano fossero state identiche alle mie: sia mai anche una avesse avuto la sorte di cambiare, la mia o la loro, dovevo essere libero di dirlo. Quindi ai tempi non "ero radicale" ma facevo compagna convinta per i referendum radicali, perché allora era la cosa giusta da fare, come oggi argomentare con anche troppa insistenza sulla necessarietà di far realizzare il progetto del m5s senza per questo "essere grillino". E leggevo Repubblica, quando il giornale si impose per "laicità" dell'approccio pur soffrendo da subito il carattere "vescovile" del suo barbuto fondatore.
Oggi che Repubblica si segnala come quintessenza di malafede, peggio degli osceni spot televisivi filo-UE che almeno non pretendono obiettività, c'è, o meglio c'era, solo un giornale peggiore per servilismo a Sua Maestà Cicciobello II, avete indovinato quale. Entrambi i quotidiani danno per scontato il sistema di valori del PD e la narrazione che esprime: questa UE e questo Euro sono scelte irreversibili e chi dice il contrario è folle, questa politica monetaria non ha alternative e se stiamo alla canna del gas la colpa è del debito pubblico che sta là perché abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, le privatizzazioni sono una cosa buona e giusta, le riforme tese a sbilanciare enormemente il potere verso l'esecutivo un progresso della democrazia, i grillini sono populisti bislacchi e sanno solo demolire, eccetera eccetera. Ma c'è una differenza tra i due: Repubblica agisce sotto mandato del suo padrone, la cosa rientra quindi nel normale rapporto con l'editore pagante e se a me non sta bene non la compro più però se il giornale ancora vende tanto allora vuol dire che la cosa sta bene a molti e rende quindi ha una sua logica; l'Unità ha svolto negli ultimi anni questa opera di disinformazione e servilismo a gratis, nella speranza di compiacere il suo editore di riferimento e tradendo il suo pubblico di riferimento, che infatti (come dimostrano i dati di vendita) l'ha abbandonata costringendo il suo editore reale alla chiusura. Insomma, come dice qui benissimo Bagnai, è finita vittima proprio delle logiche cui ha fatto da cassa di risonanza acritica, e volontariamente.
Vedremo se è morta o se si tratta solo di un coma temporaneo da cui risorgerà anche stavolta, magari con l'aiuto del suo partito di riferimento e di governo. Ma, come bene rappresenta Staino nella vignetta qui sopra, con questi chiari di luna ci sono tante vittime che anche un'azione di governo meno miope e sciagurata di questa avrebbe problemi a soccorrerle tutte, e salvare un giornale che porta il tuo verbo a 20mila anime non può essere una priorità per chi le ordina in base a criteri oggettivi figurarsi per chi si lascia guidare ormai quasi solo dall'affarismo.
A pensarci bene, però, c'è una soluzione che consentirebbe da un lato al giornale di recuperare centinaia di migliaia lettori rifocalizzandosi sulle persone che sarebbero il suo target originario (i lavoratori, gli ultimi, le vittime della crisi e della politica monetaria europea, eccetera) a maggior ragione in quanto abbandonate dal partito nato per difenderle che a suo tempo fondò il giornale, e dall'altro al nuovo editore di aumentare la ridondanza del proprio messaggio uscendo su un canale fin qui trascurato magari con risultati migliori di quelli ottenuti aprendo a quello televisivo. Si si, avete capito, faccio un appello:
ti compete, ti serve, e - parlo al genovese - ora come ora viene via a poco: Grillo, sìi audace, comprati l'Unità. 

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