giovedì 28 giugno 2018

IL CONTRASTO

Immagine reperita tra quelle "contrassegnate
per il riutilizzo non commerciale": coi chiari di
luna in arrivo
, meglio precisarlo non si sa mai
Nell'ultimo post facevo tra l'altro riferimento ad uno dei film fondamentali della cinematografia mondiale, almeno secondo me, con tanto di link a un post che gli avevo dedicato tempo fa. Avere delle tematiche ricorrenti evidentemente non è esclusiva dei veri artisti, se posso avercele anch'io, e io non posso prescindere ad esempio appunto da quella del rapporto tra il vero motore delle decisioni umane e il velo di razionalità di cui le ammantiamo. Come disse la meravigliosa Margherita Hack in una intervista televisiva, rispondendo alla domanda se si sentisse più un angelo caduto o una scimmia evoluta, non siamo che scimmie evolute, "e nemmen tanto evolute". La tematica è così ricorrente che la troviamo anche in questo testo dei primi anni 80 (che vi invito, come per tutti gli altri, a chiedermi in uso per musicarlo), pensato come una veloce ballata acustica blues-rock dominata da passaggi talking, pertanto facilmente adattabili a registri rap.
L'accenno alle "scale viste dalla tromba" non è solo vagamente beatlesiano; fa riferimento, invece, a un'altra tematica su cui torno ogni tanto: l'esprit d'escalier, in italiano "spirito delle scale", ossia quel fenomeno per cui la cosa giusta da dire in una situazione ti viene in mente invariabilmente sempre dopo che sei uscito da casa, hai sceso una rampa, se anche torni su non ti riaprono, e se anche ti riaprissero e la dicessi sarebbe inutile perché non avrebbe lo stesso effetto che se l'avessi detta a tempo. So che in molti mi potete capire... 
IL CONTRASTO

Scena: tavolo adibito a scrivania.
“Ma non è vero, non è vero, non è vero,
lo sai!”;
riscrive, strappa tutto, non gli piace
neanche questa,
si riscopre nero e giusto come di mattina,
raccoglie un bel mattone e rompe la vetrina,
ma l’oro gli fa schifo e prende solo i guai;
maneggia la pistola come un pistolero,
“ma la roulette russa è proprio russa davvero”,
sembra sia stato questo il suo ultimo pensiero.
“Nell’iperspazio si sta bene, l’aria è fresca
lassù”,
ma neanche questa è buona, certo
non comunicherà.
E il buco dentro il pavimento è pieno di acqua pura,
tanto vale andarci dentro incontro all’avventura:
non può cantarsi addosso solo la paura.
Forse ora butta la pistola nella spazzatura;
no, per adesso la conserva dentro la cintura:
con i cavalli non si scherza, ma col fuoco si.
….

Scena: scale viste dalla tromba.
“Il topo fugge dalla porta, ma se è chiusa
non può”;
è stato due minuti calmo ma tra poco
esploderà;
si sfoga con la penna e con un foglio bianco,
ma ho poco fiato ed ogni volta torna stanco
e forse tra due mesi l’oro prenderà;
una scelta invece si può prendere anche in due minuti,
ma se scopre che i suoi figli intanto sono cresciuti
capirà che la pistola non gli serve più.
“E la missione è ormai compiuta, ritorniamo
alla base”,
la terra gli ha risposto una sera d’autunno
e perciò
ora ha deciso che i viaggi con l’apollo trentuno
li ha fatti solo lui, e dopo di lui più nessuno
“dove finisce il mare” così bene dirà.
E la maglietta colorata gli sta proprio bene:
il bianco della tuta forse non conviene
perché contrasta troppo con il nero del pene.

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