Dicevo, la questione migranti l'ho già affrontata più volte, e non potevo da buon meridionale non farlo, all'inizio non discostandomi dalla mera adesione empatica alla tragedia personale di ciascuno di questi poveri cristi costretti a rischiare la pelle, e comunque a espiantarsi a enorme distanza, pur di avere una possibilità di futuro. Ora, non è che invecchiando uno perde la capacità di immedesimarsi, è che a un certo punto capisci che se non ci si assume l'onere di risolvere con il massimo di razionalità possibile un problema, e per poterlo fare quindi anche di analizzarlo allo stesso modo, quello semplicemente continua a sussistere, che tu riesca ad emozionarti ogni giorno delle tragedie che i media ti fanno vedere o che tu invece smetta di farlo anche fosse solo per intercorsa insensibilità funzionale percettiva (una cosa umana, senza la quale non si potrebbe vivere). Quindi non è da oggi, che il partito con cui ho scelto di schierarmi è stato costretto (da meccanismi scelti da altri) a cercare di lavorare con un partner di governo improbabile, che ho assunto una posizione diversa, su due piani: fermo restando quello umanitario, cercare di capire le cause del fenomeno e quindi la direzione in cui muoversi per rimuoverlo, cosicché non ci siano più vittime di cui impietosirsi, che dovrebbe essere l'obiettivo di tutti (o qualcuno preferisce l'interpretazione cristiana più integralista, alla Madre Teresa per intenderci, per cui se ci sono più sofferenze è meglio perché così ci sono più candidati al paradiso?).
Certo, a questo punto potrei cavarmela invitandovi a rileggere questo post di gennaio scorso, o magari questo spiccatamente marxiano di quasi tre anni fa che il governo gialloverde era fuori dall'orizzonte degli eventi. Ma un paio di amici hanno lanciato, sempre su FB, una provocazione intelligente, una sfida a rispondere argomentando come fa uno con una sensibilità di sinistra finito magari per sfinimento a sostenere i cinquestelle a gestire se non a giustificare gli sfoghi beceri e razzisti di Salvini. Risponderò con un link a questo post, nel quale però faccio un riassunto della mia posizione (chi la vuole per esteso si rilegga i sullinkati post dove la esplicitavo), per punti:
- l'obiettivo di una persona veramente umanitaria dovrebbe essere far si che venga interrotta per sempre questa sorta di tratta degli schiavi 2.0;
- per raggiungerlo, continuare come si è fatto negli ultimi anni è tutto fuorché una soluzione, semmai un incentivo a proseguire;
- se uno con slogan razzisti può puntare alla maggioranza dei consensi in un Paese civile, è perché il comune sentire ha avvertito, prima ancora che capito, un pericolo nascosto da qualche parte, e lo attribuisce dove gli è più facile, alla figura del diverso, anziché dove sarebbe corretto, a chi muove le fila del teatrino - ora, non è che la maggioranza ha ragione solo quando ragiona come piace a voi, forse una qualche ragione ce l'ha anche nel caso opposto (leggete qui i commenti), e magari sarebbe il caso di indirizzare meglio i vostri sforzi pedagogici, che so: contro il vero nemico?
- chi muove le fila ha deciso che il mondo deve essere globalizzato e composto da un 1% scarso di ricchi e potenti che decidono le cose, un 5% scarso a far loro da supporto e cuscinetto (politici e giornalisti, essenzialmente) in cambio di una vita relativamente agiata, e il restante di schiavi - si noti che non è necessario attribuire nomi e cognomi ai burattinai: si tratta di una tendenza sistemica innata nel capitalismo da sempre, che non ha potuto esplodere prima solo grazie al socialismo e alla socialdemocrazia, peraltro sussistenti solo finché esisteva l'URSS;
- se quello con gli slogan razzisti sta al governo con chi fa in modo che i suoi restino slogan, mentre l'azione politica complessiva viene indirizzata per il verso giusto, a me va bene: gli slogan sono tutti slogan, cioè fuffa, anche quelli che propagandano l'accoglienza indiscriminata assieme a tutti gli altri diritti civili dimenticandosi dei diritti economici senza i quali i diritti civili sono solo roba per ricchi;
- il verso giusto in estrema sintesi è questo: siamo l'Unione Europea? i migranti che entrano in qualunque punto dell'Unione Europea sono entrati in Unione Europea. Qui nessuno dice di non accogliere, si sta questionando sul chi è che accoglie. E si stanno già avendo alcuni segnali positivi dal resto d'Europa: se si è chiari a spiegare che l'Italia non ci sta, lo capiscono, e qualcosa faranno pur di non perderci, perché persa l'Italia l'UE muore;
- tutto questo è stato ottenuto utilizzando come leva, tra mille natanti di fortuna stracolmi, una imbarcazione decisamente in buona salute e relativamente comoda, peraltro scortata per far fronte ad ogni eventuale emergenza: slogan a parte, una mossa niente male;
- il paradigma peraltro è lo stesso anche per altre questioni, come spero sia presto dimostrato: ci servono i soldi per rilanciare il Paese, tu BCE me li dai? no? trovo il modo di stamparmeli, chiamali minibot, certificati di credito fiscale, qualcosa faremo, e ne beneficerete anche voi che oggi vi cacate sotto perché Draghi vuole interrompere il QE, dimenticando che proprio il QE dimostra che la BCE se vuole i soldi li stampa in quantità, basterebbe solo che lo facesse per darli in un modo o nell'altro ai cittadini anziché alle banche per speculare;
- il promesso provvedimento di ri-divisione tra banche d'affari e istituti di credito, se varato, sarebbe da solo sufficiente a giustificare davanti alla Storia la scelta coraggiosa di un governo così eterogeneo.
E ragionate: voi avete buoni sentimenti, loro se ne approfittano per manipolarvi.
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