martedì 22 dicembre 2015

MIRACOLATA

Uslia Arecus in una delle sue recenti uscite mondane
Questo post è "a richiesta", come la musica della prima trasmissione radiofonica che mi affidarono a 16 anni perché la gavetta del dj cominciava da li, richiesta di cui rispetto alla lettera il titolo perché so già che nel testo invece scantonerò sempre di più man mano che scrivo. La richiedente, in foto, non me lo perdonerà, lo so è persona che conosco piuttosto bene, ma non può reagire su questo terreno e il potere è così: quando e dove ce l'hai te ne approfitti.
Se pensate di avere esperienza di persone contraddittorie dovreste conoscere lei, per avere un nuovo parametro: è assieme arcaica e ultramoderna, anaffettiva e capace di donarsi senza risparmio, sensuale e castrante/bacchettona, impermeabile a ogni logica e di intelligenza intuitiva mostruosa, infaticabile e fragilissima, generosa fino all'autolesionismo e ossessionata dalla "roba" peggio di Mazzarò, "fuori" come un balcone e lucida come nessuno. Se leggiamo nel libro della sua vita, infatti, apprendiamo che:
  • separatasi a 50 anni che ne dimostrava 40 ha stroncato sul nascere ogni ipotesi di "rifarsi una vita" perché "il marito davanti a Dio è uno" solo lui l'ha avuta e solo lui l'avrà - ma si era sposata a 31 anni in un'epoca in cui quell'età era già considerata fuori tempo massimo, e solo perché sua madre ha insistito tanto di accettare le avance di quel ragazzo "tanto a posto", fosse per lei sarebbe rimasta single tanto più che, altra cosa rara per una donna a quei tempi, lavorava ed era autonoma da anni;
  • cresciuta in un epoca in cui le coccole in famiglia non si usavano, ha rispettato e riprodotto la tradizione - ma alla bisogna è stata ad assistere per mesi in ospedale e magari in città lontane parenti ben oltre il grado di figli o genitori che li sono capaci tutti, e con un polso e una competenza capaci di aiutare il malato fattivamente;
  • mancata partecipante a Miss Italia per gelosia fraterna, non ha mai smesso di essere alquanto esibizionista e civettuola quando l'occasione lo richiede (anche a 85 anni, come nella foto da cui peraltro si intuisce cosa dovesse essere da giovane) - e però non è dato sapere cosa ha mai sperimentato e concesso di sperimentare delle gioie del sesso, di cui peraltro ha sempre parlato come di una "porcheria" col non verbale coerente;
  • è sempre stato letteralmente impossibile persuaderla assertivamente, anche se col conforto di un ragionamento oggettivamente inoppugnabile, di qualunque cosa contraria ai suoi dogmi - ma se si tratta di comprendere le cose, e magari farle comprendere a chi si relaziona con lei, ti fa capire anche quello che tu ancora non avevi capito di dover capire;
  • capace fino a ieri (e magari da domani) di fare il lavoro di due braccianti maschi adulti, da giovane poteva fare tre lavori e poi avere ancora energie per badare alla vecchia madre - e questo nonostante una serie di problemi fisici e non, cui via via si sommano alcuni di quelli tipici dell'età, in grado di fermare persone di trent'anni più giovani di lei;
  • quando serve per non negarti il suo aiuto magari non mangia o vive quasi come una barbona - ma le piccole proprietà che ha accumulato grazie sia alla succitata capacità lavorativa che a una propensione al consumo da calvinista integralista, quelle non si toccano, manco dopo morta pena maledizioni fantasmatiche che tu normalmente non ci crederesti ma quando vengono da lei quasi si;
  • insomma è come se convivessero due persone in lei, e non nella misura in cui questo è vero per chiunque, ma letteralmente anzi clinicamente parlando - e però certi atti comunemente detti "di follia" se li leggi nel suo contesto dal suo punto di vista e con il suo codice sono perfettamente consequenziali.
Venuta fuori faticosamente ma tenacemente da una discesa negli inferi di questa natura, Uslia ha ripreso le sue abitudini totalmente incongrue con l'età, per incorrere appena un anno dopo in un incidente per certi versi più grave anche se per altri meno, molto più attribuibile al puro caso e assieme parimenti non fatale solo per fortuna. Eppure, come il ragazzo che sogna di vecchioniana memoria, è ancora li che pianta un ulivo convinta di vederlo fiorire, per volontà espressa prima ancora di uscirne ed essere in grado di attuarla. E ce la farà anche stavolta, e non perché "miracolata", come si dice lei con quel suo cristianesimo pagano che (a proposito di contraddizioni) tanto somiglia ai riti ancestrali di addirittura prima della Magna Grecia, ma ancora essenzialmente per merito suo e della sua forza d'animo. Siamo sotto feste, quest'anno non ci vedremo: questa mia promessa forse in qualche modo mantenuta è il mio modo di farle gli auguri...

1 commento:

Marcello ha detto...

Meravigliosamemte commovente. TVB

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