Lo dice meglio Agamben in questo post del 2024, io siccome so che siete pigri tento qui un riassunto:
- l'Ucraina è indipendente solo dal 1990, prima era solo una provincia dell'impero russo prima e uno Stato dell'URSS dopo, entità all'interno delle quali era indifferente quali fossero i confini, tanto che non si contano letterati e intellettuali che si consideravano russi e tali venivano e vengono considerati, nati in Ucraina;
- se la sua indipendenza fosse maturata da un processo meno traumatico del crollo sovietico, ricordiamo pilotato da occidente con la complicità prezzolata di Eltsin e soci, dai suoi confini sarebbero rimaste fuori le regioni in ballo nel conflitto odierno;
- queste ultime sono state oggetto di attacchi e discriminazioni da quando un colpo di Stato ha rovesciato il legittimo governo filorusso, nel 2014: chi lo dimentica e parla di aggressione russa del 2022 commette un grave errore che impedisce la ricerca di una pace;
- quest'ultima quindi comporta la cessione alla Russia delle regioni che chiede per fermare la guerra (una guerra peraltro appositamente non distruttiva come potrebbe essere eccome, basta confrontare con Gaza per capire) chi non lo comprende è lui l'ostacolo alla pace.
Ora, finché queste cose dimostra di capirle solo Trump, è un problema in più per l'Europa. Per questa ragione, la notizia di oggi, che mi ha indotto a titolare questo post come ho fatto, è particolarmente rincuorante. Pare stia emergendo, infatti, un centro di aggregazione in seno all'Europa "altro" rispetto all'ortodossia che ci porta all'Eurosuicidio: Cechia, Slovacchia e Ungheria hanno infatti costituito un "blocco scettico" rispetto alle tre tematiche portanti: la questione Ucraina, appunto, le politiche "green" e la sovranità dei singoli Stati dell'Unione. Leggete qui: si dovesse allargare, sarebbe forse l'alba di una nuova era. Se lo spiraglio si chiude, invece, è di nuovo buio fitto, e poveri noi.

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