Per questa ragione, siccome mia nonna diceva "'na vota si futti 'a vecchia", stavolta non ci casco: la favoletta del primo presidente USA donna se la beva chi vuole, intanto perché quella è donna meno di me (e giuro che sono etero, almeno mi pare...), e poi perché la parabola di Obama ha dimostrato una volta di più che gli aspetti esteriori sono sempre i più illusori. Partito con proclami di pace tali da meritargli un Nobel "sulla parola", infatti, Barack si è rivelato guerrafondaio peggiore dei Bush, perfetto continuatore della strategia neocon di destabilizzazione politica a scopo di controllo delle aree del pianeta cruciali dal punto di vista energetico, a costo di avvalersi della collaborazione esterna dei terroristi più efferati e di minacciare in vari modi più o meno diretti la tranquillità e il modello di vita dei cosiddetti alleati europei. Una strategia folle e crudele, che ha brutalmente strappato dopo l'Iraq la Libia al novero delle nazioni che garantivano un certo livello di laicità e benessere ai propri popoli, rivolgendo quindi le proprie attenzioni alla Siria, non senza farsi aiutare dalla falsa coscienza indotta dal mainstream a cominciare dalle "primavere arabe" il tutto non può non spingere chi ragiona con la sua testa alla rivalutazione sul piano internazionale della Russia e del suo capo Putin, uno che, per quanto discutibile possa essere il suo passato, a confronto dei suoi omologhi occidentali rischia di sembrare un gigante e un simbolo di onestà e dedizione agli interessi del proprio popolo, pensate un po' (e infatti Renzi ci manda i soldati al confine, in cambio di un endorsement sul si al referendum).
Tutto ciò ha radici antiche, come ben sa chi ricorda bene la vicenda di Enrico Mattei, e come si scopre se si scava persino alle radici dell'unità d'Italia. E rischia di perpetuarsi se alla Casa Bianca ci va la naturale continuatrice della suddetta strategia, colei che l'ha ispirata negli anni di segretariato di Stato, ma già prima appresso al maritino giocherellone, che tra una stagista e l'altra ha fatto approvare la legge che, sapevàtelo, annullando la separazione tra banche d'affari e banche di credito ha precipitato il mondo nella crisi da cui non esce da nove anni. Ebbene, Donald Trump è un personaggio grottesco e a tratti impresentabile, e probabilmente perderà le elezioni proprio per l'eccessivo svantaggio che ha nei confronti della rivale nel bacino dei fissati con il politically correct. Ma come Berlusconi, per quanto l'ho odiato e criticato, era meglio di Renzi tanto quanto un nemico riconoscibile è meglio di un amico fasullo, così è meglio augurarsi che sfatando i pronostici vinca il sincero cafone e non la vipera falsa progressista. Se non altro, con quest'ultima è certo che la terza guerra mondiale strisciante, iniziata da Bush padre e proseguita da suo marito poi da Bush figlio e infine dal finto negro, continuerà e anzi conoscerà escalation dalle implicazioni tragicamente imprevedibili, laddove il miliardario cialtrone sembra (e probabilmente è) più propenso a mettersi d'accordo con russi e cinesi e accontentarsi, di fronte all'inarrestabile declino dell'impero globale, di guidare un impero d'Occidente che cerchi di convivere con quelli d'Oriente, piuttosto che trascinare il mondo alla rovina nel tentativo (peraltro vano, come la Storia insegna) di mantenere il dominio assoluto, cosa che di certo farà la Clinton.
Se non basta, Trump ha già dichiarato che ripristinerà il Glass-Steagal Act, cioè la legge bancaria abrogata da Bill Clinton, forse perché i capitalisti sono tutti parassiti, si, ma alcuni tra loro si rendono conto che se uccidono l'animale che sfruttano muoiono anche loro.
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