Detto questo, dimenticatevelo: è solo una canzone che parla della guerra, di tutte le guerre, e in quanto tale è e purtroppo sarà sempre attuale, se volete il testo (come per gli altri) basta chiedermelo e poi potete anche musicarlo come vi pare, ad eventuale domanda potete sempre rispondere che il riferimento è a Roger Waters che alla disavventura del padre proprio ad Anzio deve non solo alcuni testi di canzoni (ovviamente molto più belli di questo) ma anche album o blocchi interi di carriera se non tutta l'ossessione che è alla base della sua follia benedetta, almeno per chi ama i Pink Floyd (perché senza di essa non ci sarebbero stati i 3/4 della loro migliore produzione), nonché la cittadinanza onoraria del comune laziale.
Il Natale, ormai lo sanno anche i bambini, o almeno quelli svegli coi genitori giusti o che almeno ci provano a esserlo, è in realtà la prosecuzione sotto mentite spoglie della festa del Sol invictus, tre giorni dopo il solstizio d'inverno, per secoli celebrata a Roma ma con radici ancora più antiche, alla Persia di Mitra e all'Egitto di Ra: quando gli imperatori capirono che adottare il cristianesimo come religione ufficiale tutto sommato sarebbe convenuto all'Impero, non fecero che giustapporre le feste cristiane su quelle pagane preesistenti, così tutti avrebbero partecipato senza nemmeno quasi badarci. Ma da noi, prima che tornasse pagana diventando la festa principale tra tante (e sempre nuove, nel patetico tentativo di raschiare il fondo del barile del plusvalore concesso agli schiavi per fare girare l'economia, mica per pian pianino tentare di affrancarsi) del consumismo, era diventata la festa della famiglia e della bontà. La qual cosa, fino a che non sfocia nell'ipocrisia (e troppo spesso lo fa) a me, anche da non credente, va benissimo. Perciò mi sembra giusto usare un vecchio testo che parla dell'atrocità della guerra, e una canzone di un genio che invoca il suo papà morto in quello stesso teatro, per augurare a tutti voi Buon Natale.
UNA MANO
Ciao, protagonista di una nuova storia,
quante sigarette hai buttato via?
Sposta il pacco e cerca nella memoria,
lascia il buco aperto alla fantasia.
Quella guerra è stata un’atrocità,
i tuoi spettri ora ti seguono e nessuno lo sa:
lontano,
qualcuno,
una mano.
Dormi la tua vita come meglio nessuno,
ma gli altri sono meglio: non si sbagliano mai,
tu hai il difetto di voltarti indietro, e in un mondo
dove non si ama ma si prende non va.
Quella mano a terra è rossa per il sangue,
quella voce è dentro ma ti sembra venga da
lontano.
Raccogli
la mano.
E quando scopri che le sigarette non fanno male,Ciao, protagonista di quest'altra storia,
quando vedi che tua moglie non ha voglia d’amore,
quando l’unico tuo figlio muore di un’overdose,
quando la tua mano trema e fa cadere le cose,
quando il mondo gira attorno e la tua testa capisce
che è vissuta in un’America che tra poco finisce,
quando il vecchio con le carte ti racconta una storia
che vorresti fosse tua, fosse, nella tua memoria,
lontano,
raccogli
la mano.
io non ti conosco, son diverso da te,
ma ti ho raccontato perché è giusto sapere
che anche tu hai vissuto, coi tuoi qualche caffè.
Ma quella guerra è stata un’atrocità,
quanto ti ha cambiato ormai nessuno lo sa
la vita.
Uno spettro:
una mano.
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