venerdì 28 ottobre 2011

NON SONO IO

Il post di ieri è uno di quelli che ti girano dentro anche dopo il loro travagliato parto. Anche perché la cronaca è veloce e i commenti si accavallano, di e su questa china pericolosissima che abbiamo intrapreso. Integro dunque per i volenterosi l'approfondimento di alcuni spunti che si dipartono dal ragionamento sul debito e sulla moneta che facevo ieri:
  • Nando Dalla Chiesa esprime con parole migliori delle mie il concetto che secondo me costituiva il punto debole dei ragionamenti di Barnard, che per guardare alla trave dei Poteri forti che ci hanno imposto l'Euro togliendoci la sovranità non vede l'intelaiatura di travi di illegalità corruzione e disastro etico (infittita dalle pagliuzze costituite dalle microillegalità e an-eticità diffuse in tutti noi italiani) senza cui oggi non staremmo a parlare di debito fuori controllo, e con cui staremmo a parlarne anche se avessimo ancora la Lira sovrana;
  • la questione Ponte sullo Stretto è un ottimo esempio di quanto sopra: se anche fosse stato un inaccettabile diktat del Vero Potere Plutocratico ad imporre finalmente lo stop a uno dei disastri economici e ambientali più grandi della storia dell'umanità, che prima ancora del progetto definitivo è già costato uno sproposito di soldi pubblici finiti esclusivamente in magnamagna, sarebbe comunque un risultato da consegnare agli annali della Storia brindando - figurarsi poi se davvero si riesce a dirottare quei fondi al recupero del martoriato territorio calabrese e siciliano, e imporre lo stesso paradigma agli ancora maggiori stanziamenti previsti (22 miliardi di euro contro 8,5 - e ripeto previsti, il che secondo esperienza significa cifre almeno doppie a consuntivo) per la inutile e dannosa TAV in Val di Susa;
  • Debora Billi parte anche lei dalla lettera alla Malafemmena per ricordare anche, però, che il vero problema resta sempre che la famosa crescita che dicono a parole bisognerebbe stimolare (contraddicendosi nei fatti con provvedimenti depressivi come quelli su statali e pensioni), e lo dicono essenzialmente perché il deficit si calcola col PIL al denominatore non perchè gli interessi realmente, è oramai praticamente letteralmente impossibile punto e basta;
  • Fabrizio Tringali nel discorrere anche lui del furto di democrazia implicito nell'operazione Euro, aggiunge una considerazione importante, che non avevo visto finora: che se la sinistra non si sbriga ad accogliere il tema della critica all'Euro nel seno del suo programma, o aggiungo io rilancia con un programma di rifondazione europeistica che superi la questione, finirà per lasciarlo nelle mani della Lega che lo ha sempre covato ed è pronta a rinfocolarlo non appena torni ad essere forza di opposizione;
  • Massimo Mazzucco entra invece nella questione del debito con un excursus storico che va dalla guerra ispanoamericana all'aggressione alla Libia passando dal Trattato di Versailles, per ricordarci che in fondo pagare o non pagare è una questione di forza militare;
  • più centrate sulla fase tra le due guerre mondiali e su come allora fu proprio la questione debito-moneta-crisi a  dare linfa ai nazifascismi sono le analisi di Bifo su Micromega e Orso su Pauperclass,  il primo parlando di diritto all'insolvenza con tono meno cupo del secondo, che molto più pessimisticamente non vede possibile per l'uscita dall'Euro che un percorso osticissimo e cruento;
  • l'analisi di Piero Pagliani, per finire, è così lunga e complessa che è difficile riassumerla: non vi resta che leggerla tutta, come spero abbiate fatto con la pubblicazione di Barnard che consigliavo ieri mentre rimarcavo i miei distinguo, rispetto alla quale ha uno spettro molto più ampio e restituisce in qualche modo un primato alla politica, nel bene e nel male, nelle cause e nelle ancora possibili soluzioni.
Si lo so, sono noioso. Ma è che la mia formazione culturale è avvenuta nell'era antebiscione, quando occuparsi di politica era non solo giusto ma perfino figo, qualunque fosse la tua scelta di campo (ricordo due amici, uno del PCI l'altro dell'MSI che andavano a volantinare con lo stesso Ciao, smezzando i soldi della miscela): una delle cose cui bisognerà che i nostri figli pian piano tornino, se vogliono sottrarsi al destino di schiavi che altri hanno progettato per loro. Ed è nostro dovere educarli a ciò, se non vogliamo ridurci come il protagonista della canzone di Gaber che ho postato ieri.

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