giovedì 27 ottobre 2011

VUOI VEDERE CHE SONO IO?

da Il fatto quotidiano di oggi
E' vero che probabilmente l'operazione Euro così com'è stata condotta non poteva che risolversi in un clamoroso fallimento, e forse è vero pure che condurla così non è stato un errore e l'impoverimento della classe media e lo svuotamento di significato della democrazia erano il vero obiettivo dei plutocrati, quindi anche che al punto in cui siamo meglio che al governo ci sia un Berlusconi che risponde ai diktat con la lettera alla Malafemmena piuttosto che un Amato che cala le braghe (nostre) alla BCE. Ma lo stesso a me nessuno mi toglie dalla testa che se al governo non dico negli ultimi 18 anni, ma dal 2001 al 2006 o forse anche solo negli ultimi 3 anni ci fosse stato qualcun'altro, anche un malfattore della stessa portata ma con un minimo di pudore e voglia di salvare almeno la faccia se non senso di responsabilità, oggi noi non ci troveremmo a dover affrontare lo scenario che ci aspetta nei prossimi mesi.
Barnard mi sono letto tutti i tuoi articoli dai più tecnici a più divulgativi, li trovo corretti dal punto di vista teorico e a tratti decisamente convincenti. Ma non riesco a dimenticare cosa avevano fatto i governi del pentapartito all'Italia quando aveva una moneta sovrana, che poi è quello che avrebbe continuato a fare Berlusconi se l'avvento dell'Euro non glielo avesse impedito: continuare a stamparne, per tutte le vie praticabili compreso il debito pubblico, e non certo, se non incidentalmente, per distribuire ricchezza al popolo, bensì per arricchire se stessi, i loro amici, gli amici degli amici, e i clienti (questo il criterio di selezione tra il popolo), creando ciò che tu chiami "spesa a deficit negativa", che se ti ricordi era proprio quella che ci portò al quasi-crack del 1991 e a Tangentopoli. In altri termini, un conto è spendere a deficit per generare occupazione, investimenti, entrate fiscali e così via in una spirale positiva non inflazionistica, un conto è farlo per mantenere una casta, che incassa 9 spendendo 10 dove si potrebbe spendere 1, e lasciare le briciole al popolino in cambio del voto. Ecco, cosa aveva sperato quella maggioranza di italiani (tu mi dirai raggirati, ma non è questo il punto) che ha sostenuto l'ingresso nell'Europa di Maastricht: che confluendo sotto un padrone più forte, più grande e più attento alle regole, non sarebbe stato possibile al malcostume italico di continuare a manifestarsi nella sua forma più virulenta e sfacciata, il craxismo.
Successe invece, e dovresti ricordarlo benissimo, che dopo le monetine e due anni passati a tirare la cinghia e maledire il ceto politico autore del disastro, gli italiani abbiano visto in Berlusconi il modo di riprendere gattopardescamente l'andazzo precedente, secondo il paradigma "io mi sistemo gli affari miei, faccio sbafare abbondantemente tutta la corte che mi serve a mantenere il potere, politici imprenditori o affaristi che siano, e però concedo a chi mi vota di mangiucchiare anch'egli, e si fottano gli altri". Se agevolare gli evasori tramite condoni, scudi fiscali e bastoni tra le ruote (beninteso, mentre si dichiara il contrario) a chi per mestiere deve dargli la caccia, o agevolare i commercianti con un travaso di ricchezza netto in pochi mesi approfittando del passaggio all'Euro (è bastato omettere la vigilanza per avere in pratica due tassi di conversione diversi, uno per i dipendenti l'altro per gli autonomi, uno per gli elettori altrui l'altro per i propri, uno il doppio dell'altro), sia ancora "spesa a deficit positiva", e se lo sia in che misura e a che prezzo, dimmelo tu. Io se devo essere schiavo preferisco un padrone che un po' si vergogna e si contiene, anche se anziché stare a Roma o ad Arcore sta a Bruxelles. E poi per il resto sottoscrivo tutte le tue tesi, giuro. Ma deduco che dobbiamo lottare perché l'Euro diventi una moneta sovrana, l'Europa diventi un soggetto politico democratico con una sua politica fiscale e una sua politica economica volta al raggiungimento della piena occupazione, non vagheggiare un ritorno alla Lira che ci rimetta nelle mani di noi stessi e dei furfanti che forse per transfert mettiamo regolarmente a governarci.
Il fatto che Berlusconi anche se fossimo rimasti con la nostra moneta sovrana ci avrebbe rovinato lo stesso anzi molto peggio, è dimostrato a fortiori da quello che è riuscito a fare nonostante le mani parzialmente legate. A solo titolo di esempio, il suo governo è capace di continuare, mentre le sue stesse vaghe promesse europee dimostrano che non c'è più un soldo in cassa, a dire che il Ponte sullo Stretto si farà anche se l'Europa ha detto non più, e potete giurarci è solo per arrivare al punto in cui si dovrà almeno pagare la penale al contractor da lui stesso prevista. E, tanto per ricordarci che non abbiamo speranze, per l'altra grande opera inutile e dannosa in fieri è il PD a tenergli bordone: ma la TAV (che poi in Val di Susa è una TAC, quando hanno capito che con la Velocità non attaccava l'hanno rigirata a Capienza, e quando gli si dimostra che il traffico merci è in drammatico calo ti rispondono che sarà proprio la linea a magicamente ritirarlo su) costa talmente tanto che con quei soldi si potrebbe dare il famoso reddito di cittadinanza a tutti i disoccupati italiani, e quello si che sarebbe "spesa a deficit positiva" con enormi ricadute sui consumi ed effetti di moltiplicatore reali e diffusi, non miliardi regalati ai soliti noti che crescono in corso d'opera e hanno un indotto limitatissimo nello spazio e nel tempo.
Per zittire sul nascere chi accusa il reddito minimo garantito (ingiustamente, come si vede nell'esperienza dei tanti Paesi che lo adottano - dove opera in coppia a una maggior libertà di licenziare che da noi si vuole introdurre senza contrappeso) di favorire il lassismo, la soluzione per scrivere il famoso decreto sviluppo ce l'ha data il maltempo di questi giorni: un gigantesco piano di messa in sicurezza di tutto il territorio nazionale, finanziata coi soldi tolti all'Alta velocità e al Ponte (e alla fin fine risparmiandone tanti altri, perché come dimostra alla fine di questo articolo la testimonianza di un geologo siciliano, costa molto di più intervenire dopo che prima, e in più i morti non tornano indietro). La situazione è tale che ci potrebbero lavorare una generazione o due, e il progetto con le sue ricadute a tutti i livelli professionali (dal manovale al geologo passando per i piccoli imprenditori) unito ad un nuovo piano energetico nazionale (altrimenti Rifkin che lo invitiamo a fare?) di logica capovolta rispetto all'attuale, risolverebbe assieme quasi tutti i nostri problemi, e non leggeremmo più storie come questa riportata su Liberareggio. E non dovremmo assistere allo spettacolo deprimente di un premier che reagisce a chi gli ride alle spalle scrivendogli letterine in cui promette di fare il bravo, cioè di colpire le stesse categorie di sempre: una cosa così patetica che riesce ad essere criticata da sinistra persino dal Corriere...
Insomma, è vero che in Europa c'è del marcio e i piani che hanno per noi non saranno per niente piacevoli, e che come al solito sarà qualcuno dei nostri che ce li somministrerà, ma è anche vero che senza il cantante da crociera a spadroneggiare da 17 anni non saremmo a questo punto, e forse siamo ancora a tempo, se si toglie dai piedi, a fare qualcosa per pagare meno dazio. Magari proprio proporre all'Europa, in quanto terza economia e Stato fondatore, una fuga in avanti che passi per le energie rinnovabili, la salvaguardia dell'ambiente e del territorio come risorsa, una politica fiscale ed una economica uniche legate a un nuovo Euro moneta sovrana ed affidate a nuove istituzioni elettive (oggi siamo governati da BCE e Commissione, che non eleggiamo, ed eleggiamo un Parlamento che nemmeno legifera). Certo, se intanto nel centrosinistra, o almeno dentro al PD, si fosse d'accordo almeno su questo, o se gli elettori del centrodestra capissero che cavolata enorme hanno fatto a dare fiducia tutto sto tempo a un imbonitore egoista di quella portata, già sarebbe una cosa: già potremmo pensare che non è tutta colpa nostra, come dice Gaber con questa sottile e delicata metafora.

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