mercoledì 19 ottobre 2011

15 OTTOBRE SEMPRE

Un uomo che pagò per le sue scelte, un 15 ottobre...
I tre giorni di lutto sono passati, torniamo a mente più fredda sugli accadimenti del 15 ottobre, per una serie di considerazioni come al solito un po' autogenerate un po' innescate dalla navigazione "nel mare magno della controinformazione", la prima delle quali però stavolta generata da una serie di commenti nel gruppo Facebook di questo blog al post precedente, soprattutto in merito all'uscita di Di Pietro sulla legge Reale.
Più volte ho ragionato in passato sul fatto che una delle più gravi conseguenze dell'ingresso di Berlusconi in politica è la confusione dei piani: dal dicembre 1993, infatti, ci si divide tra pro e anti berlusconiani, con qualcuno che si diverte a saltabeccare, e non tra destra e sinistra. Eppure la tradizionale contrapposizione una sua utilità pratica continua ad averla, e a dispiegarla in tutto il mondo tranne che da noi, anche quando a livello ideologico è di difficile codificazione. Il vulnus iniziale, l'ineleggibilità di un concessionario di pubblico servizio che doveva essere sancita in virtù delle leggi vigenti dal parlamento uscente nel 1994, ci ha regalato un soggetto che dichiaratamente si è schierato a destra solo perché a sinistra i posti erano tutti occupati, automaticamente spostando a sinistra personaggi in vario modo di destra come Montanelli, Dini e appunto Di Pietro, e nello stesso tempo attraendo soggetti in vario modo di sinistra come gli ex socialisti e talvolta i radicali. Il recente terzo polo esiste solo perché i soggetti che lo popolano a sinistra proprio non ci possono andare, anche se qualche genio del PD preferirebbe imbarcare loro in una coalizione piuttosto che sudarsi la conquista del consenso di quei milioni di italiani di sinistra che non votano più, solo parzialmente intercettati da Vendola e purtroppo Grillo ma che hanno manifestato di esistere eccome ad esempio negli ultimi referendum. A valle di tutto questo, risulta ovvia la considerazione di puro realismo politico che non abbiamo alternative serie ad una coalizione PD-IDV-SEL, e quindi anche che a livello di leadership della coalizione (ammesso che esista) qualcuno deve spingere l'ex magistrato a un rapido e convincente dietrofront riguardo alla fascistissima affermazione sull'opportunità di ripristinare l'inutile e perniciosa legge Reale (che ad esempio avrebbe reso legale il massacro della Diaz), non lasciando che sia la lettera aperta di un blogger ad occuparsene.
L'uscita di Tonino nostro, tra l'altro, ha avuto il demerito di offrire sponda al Ministro dell'Interno per una serie di proposte geniali (su Byoblu giustamente satireggiate) per annullare di fatto il diritto a manifestare pacificamente la propria opinione sancito dalla Costituzione, come quella sulla copertura fideiussoria obbligatoria per chi organizza una manifestazione che tanto è piaciuta al Sindaco di Roma. Stiamo parlando, provo a parafrasare, di uno che è stato condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni di reclusione per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale durante una manifestazione che propone che da ora in poi le manifestazioni le possano organizzare solo grandi partiti o sindacati o ricchi o mecenati applaudito da un ex giovane turbolento ("black block" non si usava ai tempi, ma quanto gli sarebbe piaciuta come etichetta...!) che tra l'altro è stato condannato ad otto mesi di carcere per lancio di molotov. Il tutto sotto lo sguardo bonario del loro mentore, uno che è contento se i magistrati rinviano a giudizio suo figlio e il suo braccio destro al posto suo (ma non ci faceva più figura a condividerne la responsabilità?), e che briga di impedire le intercettazioni anche mentre ne esce una in cui meditava di organizzare un'insurrezione armata contro la magistratura e la stampa (può ancora farlo: ha i soldi per pagare sia la fideiussione sia uno per uno due milioni di partecipanti, un centone a testa è meno di quanto deve a Mondadori...). E il peggio è che, come forse dimostra questa vomitevolmente pilotata intervista a un fantomatico blackblock apparsa su Repubblica, alcuni settori del cosiddetto centrosinistra non sarebbero affatto dispiaciuti di un giro di vite che lasciasse mano libera alle forze "dell'ordine" nella gestione dei NO-TAV, dato che dell'inutile carissima e devastante opera sono i primi paladini.
Tra le riflessioni migliori sulla Rete, segnalo allora:
  • il comunicato di Alternativa su Megachip, che promuove sia l'autocritica che la necessità di elaborare strategie nuove per un movimento che non è stato sconfitto e le cui ragioni storiche permangono e sono destinate ad approfondirsi;
  • la quasi-satira di Carotenuto, che ci invita a riflettere su quali siano davvero i delinquenti da denunciare, altro che il balordo con l'estintore...;
  • la profonda riflessione di Bifo, che affronta di faccia, senza aderire al teorema Cossiga (che però non presuppone necessariamente che le BR o i blackblock siano agenti infiltrati, basta che non abbiano l'intelligenza politica, o quella senza aggettivi, di capire fino a che punto sono eterodiretti e fanno l'interesse del nemico...), il problema della violenza, e non come troppi altri con mantra buonistici, ma entrandoci dentro per capirne le ragioni e tentare di orientarne le energie: è l'unica strategia che ha un senso, quindi purtroppo l'ultima che possiamo attenderci dal PD;
  • le amare riflessioni del BuonPeppe, che su Mentecritica dice senza giri di parole che la cosa è stata organizzata così com'è avvenuta, altro che incidenti questo è un fascismo mascherato, e del grande Stefano Benni, che dalle pagine di Beppe Grillo - senza temere di prendere ripetutamente le distanze dal suo qualunquismo - ci ricorda dove sia la radice del male e come lui l'aveva previsto 25 anni fa (leggere o rileggere La compagnia dei Celestini, please...).
Chiudo invece con una coincidenza amara: il 15 ottobre 1967 Fidel annunciò che era stato ucciso uno che alla violenza un senso l'aveva dato, pagando personalmente anche quando poteva starsene in panciolle, e mostrando la strada una volta per sempre, come sottolinea Calvino in questo scritto di quel giorno. Lo saluto con un'altra data, quella dell'ultima sua lettera ai genitori, messa in musica da Angelo Branduardi un po' di tempo fa.

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