domenica 2 ottobre 2022

GAS-OLIO

L'efficacissima immagine è di Movmag
Per la rubrica "forse non tutti sanno che...", che chi ama l'enigmistica ha capito e gli altri si informino, due spigolature che fanno scopa anche se magari all'inizio non sembra:

  1. il prezzo dei carburanti è solo in parte determinato dal costo industriale più il margine di guadagno di tutta la filiera. Una parte decisamente minoritaria, inferiore al quaranta per cento. Avete capito bene: senza le accise e l'IVA un litro di benza costerebbe 70 centesimi. E anche un litro di gasolio. E vi dirò di più, anche un litro di GPL. Ovviamente, centesimo più centesimo meno.
  2. le tasse non hanno (solo) la funzione di rimpinguare le entrate dell'erario in modo da rendere possibili le uscite (anzi, secondo il dimenticato keynesismo sarebbe il contrario: permettono il funzionamento del moltiplicatore facendo rientrare le spese a deficit che appunto moltiplicano il reddito dei cittadini), hanno anche la funzione sociale di indirizzare i consumi verso prodotti ritenuti più accettabili di altri, tassando gli ultimi in maniera più onerosa dei primi.

Il combinato disposto di questi due fattori potrebbe rendervi ragione dell'imparpagliamento che provate in questo periodo quando vedete il prezzo del gasolio sopravanzare alla pompa di un buon dieci per cento quello della benzina, dopo decenni in cui era vero il contrario, e anzi in misura maggiore. La guerra in Ucraina può influire, infatti, solo sul prezzo industriale, che abbiamo visto pesa molto meno della metà (GPL a parte), e inoltre marginalmente perché non è da li che arriva il petrolio (il metano in parte si, ma questo è un altro discorso: i prezzi volano, anche di quello che non viene da la, perché oggi vengono determinati sui mercati finanziari, come peraltro anche quelli di quasi tutto il resto, prodotti agricoli compresi - è cioè speculazione fin dall'inizio). Ho detto potrebbe perché sarebbe logico, in tempi di in cui l'ambientalismo è di moda (e come tutto ciò che è di moda, è solo esteriore), che uno Stato responsabile e serio, una volta appurato che il gasolio inquina più della benzina, usasse la leva fiscale per scoraggiarne l'utilizzo. Ma sono tempi in cui la logica non sta di casa, per cui serve un supplemento d'indagine, da cui si scopre che da un lato ammettono che le accise sul gasolio NON sono state ridotte meno di quelle sulla benzina e restano più basse, e dall'altro chiamano in causa il gioco domanda/offerta (quindi la guerra), dimenticando che questo può influire sul prezzo finale molto modestamente.

Arriviamo al punto solo se rammentiamo il perché, le accise sul gasolio sono sempre state storicamente più basse: la benzina serve sostanzialmente solo alle auto private, il gasolio o a chi con la macchina ci lavora e fa tanta strada (girando più lento, il motore diesel consuma meno e dura almeno il doppio) o ai camion o ai pullman o alle industrie o alla piccola produzione elettrica. E questo era anche prima, poi e solo poi i costruttori si sono inventati le diavolerie necessarie a fare andare diesel anche le auto di tutti noi. Prima che si iniziasse ad attaccarne il potenziale inquinante, dimenticando che il particolato è solo un fattore, l'unico a sfavore del diesel, mentre i consumi minori, la durata maggiore, la robustezza fanno si che calcolando bene, uno che deve percorrere tanti chilometri inquina il pianeta molto meno se usa per dieci o più anni la stessa turbodiesel che se si compra ogni tre anni l'ultimo ritrovato in materia di ambiente (per costruire il quale serve acciaio, petrolio per le plastiche, eccetera eccetera, e oggi anche metalli rari per le costosissime batterie, anche dimenticando che in qualche modo bisognerà produrla tutta quella elettricità che faticosamente accumulano). Se dunque si voleva intervenire sulle accise in modo da continuare a far valere le ragioni storiche per cui il gasolio deve costare meno della benzina, bisognava, ammesso che le teorie sul costo industriale siano vere, agire sulle accise in maniera diversificata in modo da continuare a privilegiarlo. Se non lo si fa, quindi, è solo perché non si vuole. E perché non si vuole, visto che il maggior inquinamento è tra la balla totale e la percentuale difficile da calcolare e comunque minima?

Per rispondere è sufficiente scorrere la cronaca degli ultimi tre anni, fatti di gente chiusa in casa e attività economiche fatte fallire a migliaia. Per non volere affrontare una cosiddetta pandemia di nemmeno un ordine di grandezza superiore alle normali epidemie influenzali senza investire in deficit immediatamente e senza indugio in tutte quelle strutture sanitarie e procedure farmaceutiche che potevano combatterla senza causare sofferenze ulteriori alla popolazione e alla società civile. Poi, se uno pensa e dice che erano queste ultime l'obiettivo e la prima è stata solo presa a scusa per poterle attuare, gli si appiccica il bollino di complottista e lo si emargina. Sta di fatto, che con la scusa della guerra si moltiplica non solo il prezzo del gas, ma anche quello della luce anche se non è che le centrali vadano a gas, e anche quello dei carburanti in genere, e non solo anche del gasolio più della benzina (il che fa pensare che il GPL sia una soluzione solo fino a che non vogliono disincentivare pure quello). L'ineffabile UE che per trent'anni ci ha inflitto manovre asfittiche per contenere l'inflazione, non è minimamente in grado di fermare l'inflazione esogena, e nemmeno di adottare una strategia comune per l'energia (che poi era quella per cui era stata concepita all'inizio), con i tedeschi che come al solito però ai propri cittadini gli aiuti li varano eccome.

Dovete stare a casa. Un'auto con sette-ottocento chilometri di autonomia, che consuma poco e dura tanto, non la potete avere più. Una piccola impresa che vi da da vivere dignitosamente nemmeno. Questo è l'input, che se non l'hanno già fatto lo sussurreranno anche all'orecchio della Meloni: non avete scampo. I vostri figli non sapranno nemmeno che il lavoro è un diritto, anzi il primo: senza il quale nessun altro ha senso. Non è detto nemmeno che potranno riuscire a mantenere quella casa di proprietà che faticosamente gli avete lasciato, ammesso che ci siate riusciti. Ma intanto ci dovete stare, tanto c'è Glovo e la payTV e gli smartphone, che uscite a fare? Solo, a diciannove gradi e risparmiando corrente. Questo è il piano per l'Europa occidentale in genere, e per l'Italia in particolare. La storiella del denaro come bene scarso è appunto una storiella. La storia che c'è dietro ve l'ho raccontata già altre volte, ma mi sa che prima o poi ci torno...

P.S. Nel caso vi fosse venuto il dubbio, non ho un auto diesel. Anni fa sono passato a un usato a gpl, ma forse ora l'usato a gasolio si troverà a prezzi convenienti, magari ne approfitto...

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